Potens 2.0
L'uomo torreggiava sul tetto dell'edificio avvolto da un manto scuro, la distanza che lo separava da Imperio era troppa per tradirne i lineamenti o i tratti somatici del viso che per giunta era in parte celato da unampio cappuccio calato in volto.
Il ragazzo continuava a scrutarne la figura, l'altro sembrava restare immobile.
Imperio aveva smesso di masticare, era stranamente ammaliato da quella figura senza neppure saperne il motivo, forse qualche processo mentale aveva scorto in quella figura qualcosa che per ora restava un mistero all io conscio del ragazzo, il classico “non so cosa, ma qualcosa non va".
*puf*
In un istante la figura si disgregó in un vapore nerastro che andò a diradarsi alla prima folata di vento lasciando il povero Imperio di stucco.
La forchetta cadde di mano.
In un attimo si precipitò fuori dal locale, nel farlo urtò inavvertitamente uno dei suoi colleghi che beatamente si stava fumando una sigaretta proprio davanti l uscio.
<ehi! Che diavolo combini? >
L'altro sembrava esser irritato dall’irruenza del collega, tanto che si era preso la briga di inarcare forzatamente le sopracciglia.
<paga il mio conto, devo verificare una cosa!>Liquidando il dipendente statale imboccò la via del mercato in direzione dell edificio cui poco prima aveva intravisto il figuro.
<che devi verific…. Ehi! Il conto col cazzo che te lo pago!! Mi hai sentito??>
Inutile dire che le urla del collega s’erano perse nel brusio di sottofondo ancor prima d'esser ignorate da un rinvigorito neo-detective quale si sentiva ora Imperio.
…
I 4 piani d’altezza dell’edificio in mattoni rendevano il tetto un trespolo perfetto, ma per cosa?
L’istinto del ragazzo lo aveva portato ad indagare su quell'avvenimento non tanto per la probabilità che potesse aver a che fare con le sue indagini, ma più per il fatto che quest'ultime erano in un vicolo cieco.
<mhm..>Inizialmente era stato spinto dalla disperazione, poi però l'ingenua speranza che quel tipo potesse centrare qualcosa con quegli omicidi iniziò a farsi largo nei suoi pensieri.
Il filo conduttore era semplice, losco figuro su di un tetto che si smaterializza all'improvviso, ora, tempo addietro no sarebbe stata una cosa così strana, ma i tempi erano cambiati e nella società odierna era strano che qualcuno se ne stesse su i tetti dei palazzi, se poi uniamo questa considerazione al fatto che le abitazioni delle vittime erano tutte inviolate..
Deciso a tentarle tutte procedette verso il margine del tetto poggiando i piedi su precarie tegole in ceramica, mentre procedeva cautamente tentando di non perder l equilibrio poté sentire distintamente le tegole che a volte si spezzavano sotto il suo peso e, con uno sguardo quasi dispiaciuto si chinava finalmente a contemplare la porzione di soffitto su cui approssimativamente il tizio s'era smaterializzato.
Poté da subito constatare una deformazione nell’assemblaggio geometrico delle tegole disallineate col resto delle ceramiche, indizio più che sufficiente per determinare l’effettiva presenza fisica di un corpo su quel tetto, dunque erano scartate tutte le forme illusorie a lui conosciute.
<dislocazione della materia>Mentre estraeva dalla bisaccia un o strano marchingegno rimuginava sul fatto che non era certo un’abilità comune da possedere, anche solo aver impiegato una tecnica del genere sarebbe stato sospetto per chiunque.
L’oggetto che Imperio aveva tirato fuori era composto da due componenti principali, era un cilindro in ferro a forma di “L", l’estremità orizzontale terminava con una specie di cucchiaio mentre l’estremità superiore era presentava un perno che fissava altri piccoli cilindri disposti a raggiera intorno al fulcro del perno, questa piccola “ruota panoramica" girava attorno al fulcro grazie ad una boccola, infine le estremità di questa mini-giostra presentavano delle piccole gabbiette che andavano a fissare le piccole corestone inserite.
Posizionando il marchingegno a mezz'altezza andò ad agganciare nel pinto di intersezione dei due cilindri che componevano la “L" una piccola manopola collegata poi al fulcro della raggiera tramite una piccola catena dentata.
Infine Poggiò una corestone più grande sul “cucchiaglio" descritto prima, questa iniziò ad interagire con le altre più piccole, tutte assieme iniziarono a brillare di una
<vediamo..>Iniziò a girare la manopola dolcemente, la catena che si agganciava al perno iniziò a farlo ruotare e di conseguenza anche la raggiera, man mano che il ritmo aumentava la corestone più grande iniziava a pulsare di energia e luce, fino ad arrivare ad intervalli così brevi da sembrare sempre “accesa".
Il funzionamento del marchingegno era basilare, la raggiera creava un ponte di energia con la corestone più grande attraverso il cilindro concavo, con il suo moto rotatorio avvicinava ed allontava le piccole corestone diminuendo e aumentando sempre più velocemente il ponte energetico, un processo che se ripetuto ad intervalli brevi crea un campo energetico esteso in grado di interaggire con l energia nei paraggi.
Ovviamente era uno strumento rudimentale, ma abbastanza efficacie da rivelare ridondanze energetiche di vario tipo, fra le quali i chakra.
La bolla di energia si amplio lentamente andando ad inglobare l intera figura di Imperio per poi proseguire qualche altro metrò. L’aria elettrizzata sollevava pigramente i capelli del ragazzo che ora iniziava a constatare il fatto che effettivamente li era stato utilizzato del chakra, lo stesso fatto che la bolla che brillava di luce fioca sull'azzurro iniziò a condensare il chakra in una nebbia eterea più scura definendo una figura evanescente vagamente umanoide.
<bingo.>Imperio iniziò a far girare ancor più veloce la ragiera nell intento di ampliare l’intensità della bolla.
Quel che ottenne fu solo di intensificare la nebbia di chakra che tuttavia rimaneva localizzata in quel punto.
<dislocazione istantanea della materia..>Un vero e proprio teletrasporto dunque… conosceva solo un'arte capace di tale prodezza.
Nel frattempo s'accorse dell’ombra che si allungava dietro di lui sovrastandolo..
Descrizione Fisica: Alto 1m e 75. Fisico robusto ma nella norma. Capelli corvini. Occhi marroni scuro.