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Scaar.
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Scaar e Rain erano ancora sotto la pioggia. Rain aveva appena finito di raccontare la propria versione della storia, utilizzandola probabilmente per giustificare il fatto di non essere più tornato ad Ame. E il suo punto di vista era anche perfettamente condivisibile da chiunque fosse dotato di buonsenso, ma mi tocca ricordarvi che il suo interlocutore era Scaar che di certo non faceva del buonsenso la propria virtù.
Si alzò dal cumulo di rovine su cui era seduto per muoversi stancamente, voltato verso Rain per guardarlo negli occhi. Si trascinò scompostamente sotto la pioggia fino a risultare di fronte al kaguya. Il suo sguardo era più cupo del solito ma se non altro non lasciava trasparire ostilità. Rimase fisso a guardarlo mentre l'acqua gli rigava il volto, poi sospirò chiudendo gli occhi.
Ame non poteva finire così.
Cominciò a dire come se a doversi giustificare adesso fosse lui.
Ero stanco di scappare ogni volta che la vita si divertiva a distruggere ogni cosa intorno a me. Lo guardò, come consapevole di trovare comprensione su questo punto da parte di Rain. Infine chiese, con sincero interesse.
Perlomeno sai come sono andate le cose?
* * * *
Svart si agitava nell'altra stanza generando diversi rumori fastidiosi. Era da giorni che era irrequieto e la sua inquietudine aumentava esponenzialmente man mano che si avvicinava l'ora X. Scaar da parte sua era seduto in quello che era una volta il salotto di quel casolare abbandonato. Uno sgabello semidistrutto gli forniva l'appoggio necessario per rimanere seduto scompostamente, spalle contro al muro, a rigirare una lama nera tra le mani.
Continuava a ripetersi che stava facendo la cosa giusta, cominciando a convincersene davvero. Non era abituato a tenere le redini di un operazione di tale portata ma per l'occasione fu deciso a fare quello e molto altro ancora. Essendo stato il braccio destro prima di Dihadori e poi di Rain aveva un certo ascendente su quella banda di criminali intenzionata a riprendersi Ame, tuttavia ciò non era bastato per acquistare la fiducia di alcuni, per cui alla fine aveva fatto credere a tutti che i suoi ordini provenivano da Rain in persona, che orchestrava l'operazione a distanza.
A me pare tutto una follia assoluta! Esordì Svart facendo il suo ingresso nella stanza. Teneva in mano una scimitarra raccatata qualche giorno prima dal cadavere di un imperiale.
Fidati, andrà bene. Rispose con calma glaciale Scaar senza smettere di guardare la lama nera che stringeva tra le mani. Rain non ci ha mai deluso, no?
Svart rimase in silenzio, titubante. Era ancora vivo il ricordo della morte di Datsu. Anche quello era stato un piano di Rain e il loro amico ci aveva rimesso la pelle. Scaar come indovinando tali pensieri, si alzò di colpo dalla sedia avvicinandosi a Svart per guardarlo in volto.
Svart. Questo non è il momento dei ripensamenti. Si sono spinti troppo oltre perché possiamo fargliela passare liscia. Questa è casa nostra. Hai intenzione di rimanere a guardare questi maiali occupare le nostre case senza far nulla? Abbiamo già affrontato questo discorso sei mesi fa.
Lo so lo so. Scusami. E' che Datsu.. Scaar poggiò le mani sulle spalle dell'amico. Datsu è morto. Ma sono sicuro che se fosse ancora vivo, oggi sarebbe qui con noi a preparare la vendetta su quei bastardi. E lo sai anche tu.
Svart sollevò lo sguardo trovando occhi determinati in Scaar, privi della ben che minima esitazione. Trasse coraggio da quegli occhi, ma anche inquietudine. Scaar non aveva paura della morte, questo lui lo sapeva bene. Il suo comportamento rasentava la follia, ma in quel frangente le cose si erano spinte troppo oltre per attaccarsi a definizioni e perbenismi. Annuì verso l'amico poggiando una mano sul braccio che Scaar teneva steso contro di lui. Per Datsu.
Scaar trasse soddisfazione dalla rinnovata fiducia accordatagli, quasi scoprisse per la prima volta cosa si provava ad averne di riposta nei propri riguardi. Per Datsu. Ripetè, sciogliendo quel momento e dirigendosi alla finestra. Fuori la pioggia imperversava, come al solito.
Ciò avveniva a 6 mesi di distanza dalla morte di Datsu e dalla partenza di Rain.
* * * *
La carrozza sobbalzava sulla strada dissestata, le grandi ruote che affondavano nelle buche enormi piene di fango. I cavalli terrorizzati trascinavano il loro carico attraverso il temporale, correndo apparentemente verso una direzione casuale. Il convoglio proseguiva senza timoniere, provocando un frastuono che sovrastava di poco lo scrosciare continuo della pioggia.
Infine il carro trainato dai cavalli arrivò in un ampio spiazzale dove erano di ronda un gruppetto di cinque mercenari, parte del contingente assoldato da Butai per presidiare Ame. In quei sei mesi avevano fatto arrivare truppe, viveri e armi facendo diventare la città un avamposto in piena regola. Da lì carovane partivano e arrivavano, scambiando merci con gli avamposti a Suna e Konoha. Nella città solo una piccola guarnigione d'elite era presente, mentre il resto erano squadroni da guerriglia che combattevano per denaro.
Gli uomini di ronda si allarmarono e minacciarono ad alta voce al carro di fermarsi ma, notando che il convoglio era senza cocchiere, si posizionarono nel mezzo della strada alzando le braccia e urlando in modo da spaventare i cavalli ed indurli a fermarli. Gli animali impennarono nitrendo dal terrore ma alla fine si fermarono, pressapoco nel centro della piazza. Gli uomini circondarono il carro, due di questi tenevano la propria balestra puntata contro di esso, gli altri mostravano alte le armi pronti a tutto.
Venite fuori con le mani in alto! Forza! Urlò uno temendo uno stratagemma, ma dalla carrozza non vi fu risposta. Le finestrelle erano sbarrato con assi di legno e fu quindi chiaro che qualcosa non andava.
Forse è una bomba... Commentò uno indietreggiando istintivamente. Quello di grado più alto assunse un area preoccupata e fece segno agli altri di allontanarsi dal carro. Fece poi cenno ad uno dei cinque armato di due lame corte di avvicinarsi. Rovescialo.
Quello annuì riponendo le armi e dopo qualche istante di concentrazione si abbassò fino a toccare il terreno, infondendolo della propria energia. Il terreno prese a tremare mentre dal punto in cui aveva poggiato le mani si formava un rigonfiamento che si propagò in maniera rettilinea fino alla carrozza, colpendola dal basso e ribaltandola. I cavalli nitrirono nuovamente tirando con forza e rompendo i loro legami già indeboliti dal rovesciamento del carro, scappando finalmente via attraverso i vicoli di Ame.
Il carro rimase ribaltato e inerme, senza dare alcun segno di attività interna. La porta si era spalancata lasciando intravedere poco dell'interno apparentemente vuoto. Il capo rimase pensieroso, valutando il da farsi, quando uno degli uomini avvertì. Vedo un braccio!
Gli uomini si spostarono di corsa, girando intorno al carro per vedere meglio, sebbene da una distanza di sicurezza. Il braccio di un uomo a terra usciva dalla porticina aperta, steso sulla strada bagnata. Potrebbero esserci dei feriti, controllate ma massima cautela!
Quattro si avvicinarono alla carrozza lentamente, i due balestrieri con il dito sul grilletto pronti a scattare al minimo segno di pericolo. Osservando bene, notarono la presenza di un topo che sgattaiolò fuori dalla carroza per risocchiare le dita della mano inerme. E' morto.. Constatò uno mentre continuavano ad avvicinarsi con maggior cautela dettata dall'inorridimento della scena. Quando furono abbastanza vicini si resero conto della situazione.
Allora? Chiese il capo che rimaneva a distanza tenendo sotto controllo la situazione. C-ci sono tre cadaveri, signore. Indossano armature del Butai. Sono in pesante stato di decomposizione e c'è... ci sono dei roditori. Il capo si avvicinò di gran passo sconcertato. Topi? Chiese di nuovo, ma in quel momento due dei quattro rilasciarono un gemito di sgomento. Dalle carcasse dei soldati, dal loro interno, fuoriuscì un branco di topi che cominciò a sciamare all'interno della carrozza per poi riversarsi all'esterno, espandendosi come una macchia liquida. Decine e decine di neri roditori che attaccarono gli uomini, rosicchiandoli e mordendoli a sangue. I balestrieri impazziti dall'orrore scoccarono contro lo sciame invano, per poi abbandonare le balestre e dimenarsi forsennatamente mentre i topi li ricoprivano. Alla fine tutti scapparono urlando mentre i topi si sparpagliavano per i vicoli del paese.
Scene simili si ripeterono in vari punti di ronda, mandando l'intera città in subbuglio. Erano riusciti a portarli pressapoco in ogni parte di Ame, sfruttando cunicoli e passaggi segreti sconosciuti ai loro invasori. La città era nel caos mentre i roditori seminavano scompiglio ovunque. Poi finalmente colpirono, in maniera sistematica e veloce. Dalle finestre dei palazzi abbadonati cadevano sui soldati in fuga dai roditori. Le urla si perdevano nel frastuono di quella confusione e in questo modo un terzo degli uomini di ronda cadde senza possibilità di riorganizzazione.
* * * *
Cosa diavolo sta succedendo? Urlò il generale Renha venendo fuori dalla tenda centrale mentre al di fuori dell'accampamento la città era in subbuglio. Non era mai entrato in città, lui e la sua guarnigione, pronosticando forse un possibile attacco da parte dei suoi ex abitanti e rendendosi conto che, in tale evenienza, sarebbe stato un inferno difendersi contro un nemico che conosceva la città come le sue tasche. Una guardia sopraggiunse ansimante.
Signore.. La città è invasa da.. topi. Ce ne sono ovunque. Il generale rimase in silenzio, cominciando ad avere concrete preoccupazioni a causa della situazione. Fece cenni a un paio di sottoposti invitandoli a rientrare in tenda. Quando fu tornato all'interno, trovò Scaar, seduto allo stesso tavolo in cui sei mesi prima si trovarono lui, Rain e il generale per le trattative.
Buonasera. Esordì Scaar con aria cupa, giocherellando con una lama nera tra le mani. Il generale rimase interdetto a quella vista e gli altri due già sguainavano la spada per attaccare l'intruso ma Renha li fermò con un cenno. Si voltò quindi a guardare Scaar, non sapendo cosa pensare. Cos'è questo, un altro piano dozzinale per distrarmi? Scaar annuì beffardo. La prima volta ha funzionato, no?
Renha rise compostamente. Funzionato? Se tu e quell'altro siete usciti vivi da questa tenda è stato perché avevo tutta la situazione sotto controllo. Sapevo dell'evacuazione e l'ho trovata.. una scelta saggia. Detesto le perdite tra civili innocenti e vi ho lasciato fare, tanto non avevate comunque alcuna speranza di resistere al nostro esercito. Certo, affidare dei prigionieri come voi a un branco di mercenari è stata una leggerezza evitabile, ma non immaginavo che sareste stati così folli da tornare per riprendervi la città. Scaar fermò le mani smettendo di giochicchiare con la lama nera, alzando lo sguardo per incrociare quello del generale. Beh, mai sottovalutare la follia dei propri avversari no?
Il generale cambiò espressione, tornando serio. E adesso? Siete riusciti a creare un pò di confusione in città, ma so per certo che non siete abbastanza da uccidere tutte le guardie di ronda. E poi tu... Venire qui nel mezzo del MIO accampamento.. Te ne devo dare atto, essere riuscito a penetrare fin qui dentro senza che me ne rendessi conto richiede una certa abilità. Fece quindi cenno alle guardie. Ma il gioco finisce qui. Prima uccideremo te, poi i tuoi amici casinisti.
Provaci. Disse Scaar protendendosi leggermente in avanti. A quel gesto, Renha compì un gesto fulmineo con il braccio, scagliando tre coltelli che si conficcarono nella parte sinistra del petto di Scaar, facendolo ricascare all'indietro. Uccidetelo! Diede quindi l'ordine, al che gli altri due soldati si proiettarono in avanti per fiondarsi su Scaar. Stringendo i denti, il mukenin produsse dei fasci di fibre che avvolse contro l'enorme colonna in legno, portante della tenda e, con forza immane, la trascinò via, facendo crollare il telo della tenda sui presenti.
Le guardie e il generale annasparono urlando ricoperti dal telone mentre Scaar, utilizzando con fermezza la lama che aveva tra le mani, recise il telo provocando uno squarcio netto, tirandosi fuori da quella situazione. Notò i rigonfiamenti nel telo provocati dalle due guardi e vi si fiondò contro, infliggendo dei tagli netti presso quello che doveva essere il loro collo. Smisero di muoversi poco dopo. Il generale intanto si era liberato dalla tenda e iniziò a correre verso il resto dell'accampamento quando lo stesso coltellaccio nero lo raggiunse, colpendo alla nuca.
Così si lancia un coltello. Commentò Scaar prima di vomitare sangue a causa delle ferite al petto. Crollò sulle ginocchia mentre sopraggiungevano i suoi uomini. Avevano fatto una carneficina uccidendo la metà dei loro invasori terrorizzati dai topi e facendone scappare l'altra metà. Svart porse una mano a Scaar per aiutare a rialzarlo rivolgendogli un sorriso di vittoria. Quello la afferrò provando un profondo senso di sodddisfazione. Non si era mai sentito così in tutta la sua vita.
* * * *
Afferrò un chicco d'uva portandolo golosamente alla bocca dove già ne teneva tre. Masticava di gusto mentre un rivolo di succo gli colò da un lato della bocca. Le gambe poggiate sulla ringhiera del balcone mentre si godeva una delle rare giornate di sereno variabile ad Ame. Svart era poggiato più in là, guardando verso le strade più in basso. C'erano sporadici passanti, mukenin per lo più. Era da un mese chee avevano ripreso la città ma non era ancora tornato nessuno dei civili.
I ragazzi si lamentano della sporcizia e dello schifo provocato dai topi. Ci sono volute settimane per riuscire ad ucciderli e bruciarli tutti. Molti si chiedono se era proprio necessario tutto ciò. Commentò Svart mentre si sbucciava una mela. Scaar sorride portando le mani dietro alla nuca. Ricorda, la gente un essere perennemente infelice e lamentoso. Abbiamo fatto quel che dovevamo fare. La città è nostra adesso, no?
Svart addentò la mela di gusto, dedicando a Scaar giusto un occhiata di intesa. Giusto. Rispose, riprendendo poi a guardare oziosamente la vita di Ame che lentamente ritornava come prima.
Udirono bussare alla porta aperta un secondo prima di vedere una sentinella entrare nell'appartamento, sconvolta. Cinquanta macchine d'assedio del Butai sono a cinque kilometri dalla città. Scaar ritornò seduto composto, un tonfo al cuore lo scosse improvvisamente. Lui e Svart si guardarono, come indovinando quel che da lì a poco sarebbe accaduto.
* * * *
Raserò al suolo la città, così come la vedi ridotta oggi. Capirono che non c'era modo di assogettarla e per questo decisero di cancellarla completamente.
Non riuscì a nascondere una tristezza profonda nella sua voce. Non aveva mai capito cosa significasse il fallimento fino a quel momento. Evitava di mettersi in gioco e di assumersi responsabilità proprio per evitarlo, ma quella volta ci aveva creduto davvero. E invece.
Guardò Rain con occhi strani. Camminavo tra i cadaveri di nemici e amici due giorni dopo che la città aveva smesso di bruciare. Fu in quel momento che capii.
Improvvisamente, in lontananza, il nitrito di cavalli eccheggiò tra le rovine della città. Scaar spostò lo sguardo, fissando un punto alle spalle di Rain, per poi guardarlo di nuovo. Non è mai stato Butai il problema, come non lo è adesso l'Impero.
Infilò una mano nella tasca dei pantaloni, tirandone fuori due oggetti che porse a Rain. Erano due coprifronti rigati, Rain forse avrebbe indovinato al volo semplicemente vedendoli. Erano di Svart e Datsu. Li ho strappati dai loro cadaveri.
Li agitò davanti al volto di Rain. E' questo il problema, Rain. Siamo stati noi schifosissimi ninja ad aver provocato tutto questo. Ora l'ho capito.
Fu distinguibile adesso il rumore di carri insieme a qualche urla occasionale di cocchieri. Siamo noi l'errore, Rain, e dobbiamo pagare per quello che abbiamo fatto!
La follia sporcava il tono di Scaar sempre più alto mentre i rumori si facevano più vicini. Sono già qui, sono qui per te.
Guardò Rain cambiando repentinamente espressione, come rendendosi conto solo ora di ciò che aveva fatto. Mi dispiace, amico.. -
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Scaar.
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Avrebbe potuto indovinare la valanga di emozioni franata sull'animo di Rain. Avrebbe potuto leggere quanto lo aveva straziato la rivelazione di quel tradimento. Avrebbe potuto pentirsene non appena avesse visto la reazione dell'amico. Ma l'empatia era qualcosa che aveva dimenticato molto tempo addietro e il suo cervello viaggiava su binari che di umano avevano ancora molto poco.
Si sarebbe aspettato una reazione violenta, questo sì. Conosceva Rain quando era arrabbiato e non si sarebbe sorpreso di ritrovarsi tre ossa appuntite a perforargli l'intestino, di lì a poco. Quel che invece lo raggiunse non furono bianche e micidiali ossa ma una serie di domande. Dettate dall'incredulità o da sentimenti di sconfitta per essersi fatto trarre in inganno in quel modo.
Quale che fossero i motivi, Scaar sembrò sorpreso a sentire delle domande uscire dalla bocca del kaguya al punto che balbettò un poco prima di elaborare una risposta.
Uh-ehm.. perché? Credo di avere già spiegato il perché. E' quel che meritiamo per quello che abbiamo fatto, Rain..
Annaspò alla ricerca di concetti all'interno della propria testa ma non trovò nulla di nuovo da dire rispetto a quanto detto, per cui passò alla seconda domanda.
Quanto al come, niente di più semplice. E' stata la tua ragazza a dirmi dov'eri, non te l'ha detto? Mi è poi bastato metterle una spia alle calcagna fino alla casa di riposo dove ti nascondevi. Bel posticino dove nasconderti, tra l'altro..
I rumori si fecero tremendamente vicini, ormai i carri erano prossimi a fare la loro comparsa presso la strada in cui Scaar e Rain stavano chiaccherando. Il mukenin guardò l'amico con espressione vuota come se aspettasse qualcosa da un momento all'altro. Le dita delle mani si tormentavano a vicenda come se fosse in ansia in quell'attesa.
La pioggia intanto continuava a incorniciare ogni cosa come un velo opaco che amalgamava tutta quella tensione.. -
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Scaar.
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Quasi fosse stato invocato dalla semplice pronuncia del suo nome, Rain avrebbe udito poco dopo il suono della voce di Scaar.
Forse riusciresti a seminare i cani dell'impero attraverso Ame ma di certo non me. Ricordi? Io sono stato qui proprio quanto ci sei stato più. E ci sono rimasto anche dopo, ma lasciamo perdere..
Sì, anche Scaar aveva il fiato pesante ma non esattamente quanto Rain. Il tono della voce era strano, sembrava malinconico, quasi facesse quello che stava facendo controvoglia. Nella penombra di quella giornata uggiosa si intravedeva il viso pallido tra i tronchi degli alberi che li separavano. Però rimaneva fermo, anche se aveva raggiunto Rain non sembrava volersi avvicinare oltre. Lo osservava come chi si aspettava qualcosa da un momento a l'altro ma senza far capire esatamente cosa.
Il silenzio che seguì fu ancor più strano. Fu rotto solo dall'ennesimo nitrito dei cavalli, questa volta appena udibile al di sotto dello scrosciare della pioggia. Proveniva ancora da dentro la città: facendo la strada convenzionale ci avrebbero messo un bel pò quei carri a recuperare lo svantaggio. Scaar rimaneva lì, rimanendo fermo fin tanto che Rain rimaneva fermo, con occhi strani e cupi. Quelle azioni sapevano di costrizione.
Sapeva che Rain non sarebbe rimasto fermo per molto. Gli sarebbe bastato sentire di nuovo i rumori degli imperiali per farlo rimettere in moto e Scaar lo sapeva. Difatti, quando il kaguya avrebbe accennato a riprendere la corsa Scaar si fiondò in avanti, stavolta con l'intento di scontrarsi con l'amico. Lo avrebbe letteralmente placcato, costringendo entrambi a finire a terra e tentando di bloccarlo lì mentre avrebbe cercato di dire qualcosa.
Sei la più stupida persona intelligente che conosca!
Gli rivolse da principio, mantenendo una voce rauca a causa del volume forzatamente basso, quasi sussurrasse. I due volti erano molto vicini, Scaar sopra Rain tentando di vincolarlo al suolo di peso, sperando con tutto se stesso che nessuno spuntone d'osso fuoriuscisse dal corpo dell'altro.
Cosa credevi, di poter far andare a spasso la tua ragazza così, senza paura delle conseguenze? Ma dove vivi, sulla Luna?
Continuò, era di certo un atteggiamento completamente diverso. Era confidenziale e parecchio nervoso. Rain avrebbe rivisto molto del vecchio Scaar.
Cazzo Rain. Ci braccano come selvaggina, si fanno venire un erezione non appena fiutano la puzza di noi ninja a kilometri. Pare non abbiano altro scopo nella vita che fotterci tutti. Quando mi hanno visto salvare il culo alla tua ragazza hanno cominciato a far domande, non ho potuto nascondere la verità. Hanno una, loro... ti legge nella mente. L'unico modo che avevo per farla tornare da te era farla seguire.
Rivelazioni scioccanti, eh? I rumori si fecero leggermente più vicini e Scaar sollevò il capo. Sembrava davvvero preoccupato stavolta.
Non c'è più tempo. Disse nervoso mentre si tirava su, tendendo una mano a Rain per aiutarlo a fare altrettanto. Hanno una talpa da te. Corri subito ad Ephiora, se vengono a sapere della tua fuga prima del tuo arrivo lì la tua ragazza è spacciata. Sbarazzati delle talpe e scappa senza voltarti.
Si allontanò un poco in direzione della fonte del rumore, protendendosi oltre il tronco di un albero per dare un occhiata alla strada sterrata e infangata che si intravedeva un centinaio di metri più in là. Sollevò un braccio per fare cenno a Rain.
Non conviene che continui per la foresta. Ritorna in città, sfrutta le gallerie. Fai il giro per tornare ad Ephiora.
Si riavvicinò continuando a guardarsi intorno con circospezione. Infine incrociò lo sguardo di Rain, guardandolo davvero stavolta. Prima però devi fare una cosa. Lo guardò intensamente capendo la portata di quello che stava per chiedergli. Di diverso dal solito aveva che non scherzava più. Quei tempi erano solo un lontano ricordo.
Devi uccidermi, Rain. O me, o te e la tua ragazza. Arriveranno sempre a te tramite me, devi fare un scelta. Hai le palle per farlo, Rain? Hai le palle per salvare te e la tua ragazza?
Allargò le braccia sollevando il mento offrendo più punti vitali possibili. Con il torso nudo era persino troppo facile. Non pensarci. Lo so che stai pensando a un miliardo di cose. Ti conosco. Spegni il cervello per una cazzo di volta. Arrivano momenti in cui devi agire d'istinto per sopravvivere. Se spegnerai i pensieri capirai che non c'è altra soluzione.
Silenzio dopo quelle parole. Le gocce d'acqua si infrangevano sul viso di Scaar che non era mai sembrato così umano come in quel momento. Era seminudo a braccia aperte e il petto scoperto, sotto una pioggia che nemmeno in quel momento si faceva da parte. I capelli zuppi gli cadevano scompostamente sul volto, coprendogli a metà l'occhio destro. Gli occhi non si mossero da quelli di Rain trasmettendo in un unico sguardo mille parole.
Non avrebbe avuto da Scaar parole sentite, un addio da film drammatico o confessioni dell'ultimo minuto. Scaar non era così. La sua mente funzionava in una maniera bizzarra e a volte quando la usava per risolvere i problemi era anche peggio. Forse ci sarebbe stato un modo migliore per risolvere quella situazione. Forse nessuno avrebbe dovuto farsi male, forse tutto quel casino era solo colpa sua.
Ma nei limiti del suo cervello aveva preso la sua decisione: dare la sua vita per salvare quella dell'amico.
Già, il suo unico amico.
Fallo Rain. Torna da lei. Io son contento così.
Contento di aver dato un senso a quel puttanaio che era stata la sua vita. Quello era il miglior senso che poteva sperare di ottenere.. -
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Allora, penso che sia una delle più belle ruolate che io abbia mai letto.
Interessante, coinvolgente e soprattutto piena di dannati colpi di scena. Anche se il finale mi sembra un po' troncato, dato che mi sarei aspettato un post di Scaar in cui spiega che cosa succede dopo che è stato trafitto da Rain, posso comunque considerare il tutto concluso.
Complimenti ad entrambi ragazzi, perché nonostante molte cose siano parte dei retroscena e delle storie che vi siete portati dietro da NS (qualcosa l'ho appreso sbirciando nei vostri background), ma molto viene narrato direttamente e mi sono piaciuti davvero molto i pezzi di flashback.
E ora passiamo alle valutazioni:CITAZIONEScaar
Scrittura: 2
Ci sono delle imperfezioni grammaticali, fastidiose ma non impediscono la corretta lettura.
Interpretazione: 2
Si capisce con chiarezza il personaggio, si capiscono i suoi pensieri e le emozioni che prova.
Strategia: 0
Non saprei come valutare i combattimenti svolti dato che fanno leva sul sistema precedente, dunque preferisco non assegnare punti su questa voce.
Bonus/Malus:
+1 Originalità
+1 Lunghezza
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Ghost
Scrittura: 2
Poche imperfezioni e davvero uno stile ricercato anche se alcune sviste grammaticali potrebbero essere evitate.
Interpretazione: 2
Interpretazione davvero molto immersiva, qui nulla da dire.
Strategia: 0
Non saprei come valutare i combattimenti svolti dato che fanno leva sul sistema precedente, dunque preferisco non assegnare punti su questa voce.
Bonus/Malus:
+1 Originalità
+1 Lunghezza
Scaar: 6 exp
Ghost: 6 exp
Valutatore: 100 Gold + 2 exp.