La Retta Via

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    La Retta Via
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    Se Sum era riuscito in qualche modo a mantenere le acque calme, per quanto non le piacessero i ninja e quello in particolare aveva un modo di fare che le dava sui nervi, Karma sembrava di tutt'altro avviso. Con una sola frase era riuscito a far passare il clima del tavolo da nuovamente rilassato a glaciale.
    - Sei uno di loro, non è vero? -
    Non serviva aggiungere altro.
    - No - rispose Yves fissando Karma.
    - Non è questo il momento. - spostò lo sguardo su Sum - Come ho già detto, siamo in territorio Imperiale, ed io vorrei riuscire a tornare ad Arcadia tutta intera. Quindi calmiamo gli animi. -
    Comprendeva i sentimenti di Karma, erano gli stessi che provava lei, ma per quanto avrebbe voluto fare quattro "chiacchiere" anche lei con Sum, non era ora il momento e il luogo.
    Come poteva convincere l'arcadiano che era un'azione sbagliata cercare di scatenare una rissa in quel momento? Poteva davvero farcela? In fondo lei non avrebbe fatto lo stesso al suo posto? Perché difendere il ninja allora?
    La risposta era semplice, se la guardia imperiale si fosse accorta di loro avrebbero passato un brutto quarto d'ora. Era meglio mantenere un basso profilo. Inoltre che cosa avrebbe potuto fare lei in quel frangente essendo pure disarmata e senza armatura?
    Doveva trovare il modo di farli stare calmi. Le venne in mente qualcosa, un diversivo, forse non avrebbe aiutato non più di tanto almeno, ma forse sarebbe servito a fare in modo che quei due zucconi tenessero le mani e la testa a posto.
    - Oste! - disse infine alzando la voce - Portaci dell'altra birra! Io e i miei amici abbiamo ancora sete! -
    La sua richiesta inizialmente fu soppesata dal padrone del locale, che rimase ancora per qualche istante con la guardia prima di dirigersi al banco e spinare i tre boccali richiesti, per poi portarli agli avventori.
    Nel frattempo la guardia si era seduta al banco e dava le spalle ai tre.
    - Brindiamo.- disse poi guardando gli altri due - Alle nostre vite, che sono ora appese ad un filo. Fate pure qualche sciocchezza se volete, ma non qui, non davanti ai miei occhi, o farò in modo che questa sia l'ultima sciocchezza che fate. Ed ora... - concluse alzando il bicchiere - ...beviamo. -
    Bevve un discreto quantitativo di di liquido ambrato prima di posare il boccale sul tavolo e scrollare le spalle.
    - Beh, fate il vostro gioco signori. - disse lasciandosi andare sullo schienale della sedia.
    Se quel diversivo sarebbe servito a qualcosa non lo sapeva, ma in un modo o nell'altro se la sarebbe cavata, forse, chissà...


    Yves CanterraPrimogenita della famiglia Canterra.
    Di costituzione non particolarmente robusta ed alta poco più di un metro e settanta a prima vista non ha l'aria di una persona minacciosa o pericolosa, tuttavia la sua armatura in cotta di maglia decorata, la spada legata al fianco sinistro e lo scudo al braccio sinistro non lasciano spazio al dubbio riguardo alla sua abilità di combattente.
    Porta i lunghi capelli biondi leganti in uno chignon sopra la nuca ed alcune frange che le ricadono sul viso sono intrecciate secondo la moda arcadiana.
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  2. mak the bast
     
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    la ragazza ora sembrava essersi calmata nei confronti di sum, ma non si poteva certo dire lo stesso di karma che ora sembrava pronto ad un attacco verso di sum.
    il gelo arrivò di nuovo dopo un secondo di quiete, karma chiese a sum se lui fosse uno di loro, un ninja intendeva.
    Sum si era messo a sedere ora aveva un espressione seria in volto mentre sentiva dentro la sua testa i discorsi che facevano con il padre.

    padre:tu non sei uno di loro sum, tu sei uno del clan zubasa un assassino, niente più, anche se ti sforzerai di essere migliore l'entità dentro di te non farà altro che portarti verso la tua vera strada.

    Sum si mise una mano davanti alla faccia sussurrando qualche parola mentre il fiume dei ricordi lo investiva.

    Un assassino, sei un assassino.

    poi riprese lucidità , si voltò di nuovo verso karma con un volto quasi compiaciuto dal suo scatto d'ira.

    Vuoi sapere se ero uno di loro, è questo che vuoi??
    Vuoi sapere se sono stato uno di quelli che ha combattuto contro l'impero ?
    Be... io ero un ragazzo a cui un impero di mentecatti a ucciso madre padre sorella e tutto il resto della sua famiglia.
    Anche se non centravano niente con tutto quel mondo.
    Hò combattuto si, quando hò visto la mia famiglia devastata dai colpi delle lance, almeno per quello che ricordo ora.
    Poi non ti sò dire altro , perche da li in poi non ricordo più niente se non il sangue dei miei cari sulle mie mani .


    Con il gelo nel cuore sum pronunciò quelle parole, e come se niente fosse si rimise in posizione centrale guardando tutti e due i ragazzi che aveva di fronte.
    Poi la ragazza tentò di ri placare gli animi con tre boccali di birra fredda che arrivarono al loro tavolo, con qualche indecisione dell'oste.

    Poi sai, io sono stato sballottato da un posto ad un altro che riuscivo a chiamare casa solo la mia famiglia, e posso dirti che io non sono e non ero uno di loro, non lo sono mai stato.
    Ma permetti che io abbia qualche rancore dopo che tutta la mia famiglia è stata massacrata, solo perche vivevamo come loro.


    Questa mi sembrerebbe la via più giusta ora, il buon karma ora sembra agitato e non credo che se ci mettessimo a fare a cazzotti questa locanda potrebbe reggere.
    Io non sò quanto sia forte ma a primo occhio, lo sembra.
    Poi spero di non doverlo fare, le mie abilita mi portano ad essere crudele e non voglio fargli del male.


    Sum brindò insieme alla ragazza e a karma, bevve quasi a voler soffocare quello strazio amaro che aveva in gola, come a voler ingoiare un rospo più grande di lui.
    Sbatte il bicchiere sul tavolo e si pulì la schiuma dalla bocca.

    Ora, sarebbe meglio sentire il consiglio della ragazza, poi ti consiglierei di stare calmo, io non ho niente contro di te dato che ti ho conosciuto ora.
    E non vedo per quale motivo voi dovreste avercela con me? dato che io neanche so cosa ho fatto negli ultimi cinque anni.


    La guardia era ancora li al bancone, sembrava quasi non volerne più sapere dei tre.

    Ei che ne dite di portarmi a fare un giro in questa strana città? vi prometto che se facessi qualsiasi cazzata voi mi potrete pestare senza che io alzi un dito.

    Chissà se i due avrebbero accettato la sua proposta, facendo svanire un accesa discussione in una bolla di sapone.
    Il sunese sapeva che se avesse dovuto combattere con i due sarebbe diventato pericoloso, e lui non voleva fargli del male anche se un que contro uno sarebbe andato a discapito suo, dopotutto era forte ma non molto da affrontare due persone con poteri sconosciuti.
    e soprattutto se avessero capito che sum non era una persona normale e che nascondeva un oscuro segreto si sarebbe cacciato in un brutto guaio.








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    CITAZIONE
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    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.





     
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  3. :Karma:
     
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    Non ho dimenticato

    Erano rare le volte in cui Karma perdeva le staffe. E non si trattava quasi mai di una lenta e repressa esasperazione crescente che culminava in un esplosione d'ira. Era questione di un istante, un secondo, toccavi la corda sbagliati e te lo trovavi addosso a prenderti a cazzotti sulla faccia. Potevi aver toccato qualcosa o qualcuno a lui caro, detto qualcosa di profondamente offensivo o aver fatto qualcosa di irremediabilmente sbagliato.

    Ma si trattava di pochi secondi in cui faceva zero-cento e partiva senza pensare alle conseguenze.

    Fortunatamente per tutti, questa non era una di queste volte. Rimaneva in silenzio ad ascoltare prima Yves, che tentava di limitare un altrimenti rischioso battibecco, poi Sum che continuava a giustificarsi, non mancando di mostrare una certa arroganza.

    Karma li ascoltava, sguardo rivolto verso il basso e verso destra, mentre le spalle scandivano il respiro pesante. I pugni erano poggiati sul tavolo, resi esangui dalla stretta in cui erano chiusi. Alla frase di Sum "Non vedo per quale motivo voi dovreste avercela con me" Karma sollevò lo sguardo di scatto, fissandolo dritto negli occhi, e in quel momento sembrava potesse scattare da un momento all'altro.

    Si alzò, facendo strusciare rumorosamente la sedia leggermente all'indietro con i polsi ancora sul tavolo. Era chiuso in volto, dedicò giusto uno sguardo a Yves mentre le mandibole erano serrate ermeticamente, quindi tornò a guardare Sum.

    Non mi interessa chi ha cominciato, nè perché. So solo quello che ho visto con i miei occhi l'altro giorno e ho visto i tuoi amici bruciare vivi donne e bambini usando i tuoi stessi pretesti di vendetta.

    La voce tremava ma era evidente che si stava trattenendo dall'urlarglielo in faccia. Gli occhi erano lucidi.

    Sento ancora la puzza della carne bruciata. Forse a lei non ha fatto alcun effetto. Ma a me..

    Qui la voce si ruppe e le sopracciglia si contrassero in una smorfia che tentava di reprimere la commozione, o la nausea. Riprese poco dopo il controllo di sè sentendo la piccola Hera tirargli un lembo dei pantaloni preoccupata. La vista del suo musetto gli fece riprendere senso di se stesso e di quello che stava facendo. Si guardò intorno notando che qualche presente lo stava guardando. Pentito adesso di quel comportameno, mosse le labbra ripetutamente cercando qualcosa da dire.

    Hai ragione, ha ragione, scusami piccolina. Non è niente. E' passato.

    Rivolse alla compagna mentre rilassava i pugni e li allontanava dal tavolo, facendo un passo indietro. Guardò di nuovo Sum.

    Tu forse non c'entri nulla con quello che è successo laggiù ma ho sentito le tue stesse parole nelle bocche di quei... terroristi e non posso fare a meno di pensare che, avendone l'occasione, avresti fatto la stessa cosa pur di avere la tua insulsa vendetta.

    Troppo diretto? Offensivo? Questo era Karma. Infilò le braccia nelle tasche larghe dei calzoni, guardando il cameriere che portava la birra.

    Bevete pure senza di me.

    Fece un cenno ad Hera, al che la scimmietta si arrampicò sulle spalle di Karma, posizionandosi comodamente e guardando Yves dispiaciuta.

    Io non ho nulla da festeggiare, non dopo quello che è successo.

    E si voltò, facendo per uscire dal locale.



    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.

     
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    Tra Due Fuochi
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    - Io non ho nulla da festeggiare, non dopo quello che è successo. - disse Karma alzandosi dal tavolo in modo irato.
    "Perfetto, davvero perfetto." pensò mentre a sua volta si lanciava dietro l'arcadiano per non perderlo di vista. Di Sum ora come ora le importava poco, dato che era stato lui la causa scatenante di quel caos.
    No, la colpa era anche sua, non avrebbe dovuto proporre un brindisi. A cosa poi? Alle loro vite. Ma cosa pensava di ottenere? Non aveva fatto altro che accelerare i dissapori tra Sum e Karma.
    Nemmeno ad Yves piacevano i Ninja ed ancor meno le piacevano ora, dopo quanto era accaduto nell'arena durante il Braxamundis, ma ne sapeva ancora troppo poco per permettersi di affrontarne uno a viso aperto in un combattimento, dunque preferiva mantenere un basso profilo.
    Appoggiò una mano sulla spalla di Karma, e gli si parò davanti, bloccandogli il percorso verso l'uscita.
    Lo fissò per qualche istante diritto negli occhi e poi parlò, con voce calma e chiara.
    - Capisco quello che provi. - volse lo sguardo verso Sum, alle spalle dell'arcadiano - Ma vuoi davvero demonizzare una persona appena conosciuta per i peccati che altri hanno commesso? - riportò i suoi occhi su quelli di Karma ed attese ancora prima di parlare. - Nemmeno a me piace, e no, non penso che quello che è accaduto all'arena sia da giustificare. Ma pensaci Karma. Tu cosa faresti per proteggere il tuo paese e i tuoi cari?Fino a dove ti spingeresti per loro? -
    Si spostò, lasciando nuovamente libero il passaggio.
    - Se vuoi andartene, vai pure. Non cercherò più di fermarti, anche se avrei voluto avere più tempo per discutere con te di Arcadia e di quello che ci accomuna, piuttosto di quello che ci divide. -
    Si voltò, dando le spalle ai due uomini. Non sapeva se sarebbe scoppiata o meno una lite, ma non sarebbe rimasta li ad attendere. Sarebbe salita in camera, si sarebbe rimessa l'armatura e recuperato le sue armi. Sicuramente la guardia imperiale presente nella locanda non avrebbe permesso atti vandalici in un luogo pubblico, meno che meno una rissa.
    - Se desideri parlare ancora con me, senza la presenza di terzi incomodi, raggiungimi al piano superiore. La camera a destra in fondo al corridoio. - disse voltandosi nuovamente a guardare l'arcadiano - Altrimenti, ti auguro buona fortuna amico e spero di rivederti nuovamente ad Arcadia. -
    Con quelle parole si avviò verso le scale, e le salì raggiungendo infine la propria stanza.
    "Lo sapevo io, i ninja portano solo guai!" pensò mentre ancora non riusciva a spiegarsi perché Sum, nonostante tutto, non le sembrasse un ninja in grado di fare del male a delle persone innocenti. Eppure tutto quello che sapeva sui ninja era che fino a quel momento non avevano fatto nulla per aiutare i popoli.
    "E se quello che so fosse tutto sbagliato? L'Impero ha fatto la cosa giusta? E io che strada devo prendere?" si chiese mentre si lasciava cadere sulla branda.


    Link SchedaYves Canterra
     
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  5. mak the bast
     
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    la rinascita

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    Sum rimase basito da quella situazione , la ragazza blocchò karma per non farlo uscire e cominciò a parlargli dell'interruzione che avevano avuto da parte di sum, e che se avesse voluto continuare il discorso in privato l'avrebbe trovata in camera.

    non mi hanno dato neanche modo di dire niente, ora è come se non esistessi per loro, è cosi grave quello che è successo nella guerra e soprattutto quei due avevano veramente combattuto o si sentivano solamente feriti nell'orgoglio.
    Cosa diavolo devo fare, la ragazza sta andando in camera e karma è fuori di se e sta uscendo.
    Forse la cosa migliore sarebbe dargli opportunita di parlare da soli, cosi io potrò continuare la mia ricerca, da solo certo ma con un grande peso.


    Sum non comprendeva la loro rabbia, aveva vissuto la storia dall'altra parte della spada.
    Ma sapeva riconoscere delle persone buone quando le vedeva.

    avranno le loro buone ragioni per comportarsi cosi, ma due persone cosi vogliose e cariche di parlare del proprio paese come possono interrompere tutto per un quipproquò ?

    Sum sobbalzò in quel momento, e fece uno scatto verso la porta dove karma si stava dirigendo, si lanciò di fuori portandosi davanti a lui come un fulmine tendendogli la mano.

    Karma , io sono lo sbaglio che l'antico mondo a creato, se ti vorrai sfogare con me io sono quì( con la faccia sorridente).
    Ma non credo che dovresti lasciare da sola la ragazza che stava parlando con te solo per dei brutti ricordi.
    Ricorda le mie parole, tu sei uno, ma con dei veri amici potrai essere mille o duemila.
    Non lasciare che niente ti abbatta ma trova la forza per abbattere ogni muro che ti troverai davanti.
    Ho visto come eri carico e pronto a colpirmi prima, ma il tuo gesto è stato grande, hai salvato sia un nemico che un amica, se mi consideri tale.


    Sum teneva la mano aperta come per una stretta di mano, tesa verso karma, sperando che lui accettasse le parole dello shinobi.
    Sum aveva perso tutto e continuava a perdere ma non voleva che gli altri pagassero per quello che era lui, uno sbaglio.

    Non ti preoccupare della guardia, se vuoi colpirmi ci penserò io a tenerla buona .
    Sono un mostro dopotutto.
    Ma comunque quella donna mi fa paura, sembra un uomo gli manca solo la barba, e fa più paura lei che la guardia.
    Con quell'energumeno sarà un gioco da ragazzi.


    Cacchio, non sò se riuscirei a battere la guardia, ma la ragazza mi mette veramente timore, sembra che voglia essere la lider di turno con i suoi atteggiamenti.
    Mi ha anche ignorato andandosene , se karma deciderà di andare da lei, gli darò una mano portandolo al piano superiore , è da molto che non uso le mie tecniche e mi annoio a tenere le mie fibre sempre segregate.
    Poi almeno faremo un entrata trionfale, tipo come quell'arcere di cui mi avevano tanto parlato ma non mi ricordo il nome.


    Con quelle parole sum lasciò libero karma di decidere, più che altro non per sfidarlo ma per fargli prendere una decisione.
    Lui odiava chi decideva il ritiro difronte a situazioni ostili, la bonta di sum si fece largo tra la follia e le parole del ex ninja sapevano di verita.
    Ora stava tutto a karma.




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    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.





     
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  6. :Karma:
     
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    Rancore

    E' vero, Karma si era fermato al gesto della ragazza ma il suo volto non s'era addolcito per niente e ogni singolo muscolo del suo corpo era teso per via del suo stato d'animo. Ascoltò le parole di Yves con impassibilità auto imposta per non rischiare di venire sopraffatto dai sentimenti negativi. La domanda della ragazza non lo indusse a riflettere o a scusare quanto avevano fatto i ninja quanto a ribadire nella propria mente un concetto che aveva chiaro.

    Quello che è successo laggiù non ha niente a che vedere con la protezione di ciò che ti è caro. Niente al mondo può giustificare quel che hanno fatto e non oso immaginare cos'altro sarebbe capaci di fare. Glielo leggo negli occhi, la vendetta è tutto ciò che conta per lui. Come tutti gli altri mostri a Braxamundis.

    Le parole erano pronunciate con durezza, probabilmente dettate da un pregiudizio ormai consolidato da ciò che aveva vissuto, ma di certo non bastavano parole concilianti per fargli cambiare idea. All'invito della ragazza lui cambiò un poco espressione come a pensarci un pò su. Non ce l'aveva con lei anche se non condivideva il modo in cui le cose orribili vissute qualche giorno prima sembravano scivolarle addosso. Però aveva voglia di parlare con lei, era l'unico collegamento con Arcadia in quel posto. La guardò senza dire nulla all'inizio, poi si limitò a fargli un cenno di intesa, ancora indeciso su cosa fare.

    Lei cominciò ad allontanarsi e lui si voltò per guardarla, sul punto di assicurarle che più tardi sarebbe passato, ma in quel momento Sum si riavvicinò probabilmente per cercare di fare pace. Karma si irrigidì di nuovo. Era più forte di lui, la sola vista di Sum gli riportava alla mente le cose terribili che aveva visto e questo era difficile da superare. Hera rimaneva in silenzio, sempre appollaiata sulle spalle di Karma, avvertendo quanto fosse turbato.

    Ascoltò pazientemente quello che Sum aveva da dire, era evidente che stava esercitando grande padronanza di sè stesso. Alla fine, dopo una pausa nemmeno troppo breve, rispose con voce bassa e estremamente tesa. E non accennò ad afferrare la mano di Sum.

    Senti Sum. No, non ti considero un nemico, non mi hai fatto nulla per considerarti tale, ma non sono ancora pronto per lasciarmi alle spalle le cose orribili che ho visto fare dalla tua gente e, per il momento, la tua sola vista mi costringe a ripensare a cose che voglio dimenticare il prima possibile.

    Non è escluso che io torni a trovare Yves, più tardi, ma per il momento ho solo voglia di andare via da qui per calmarmi. Non prenderla sul personale, in fondo sei anche un ragazzo simpatico, ma questa non è una cosa che si può risolvere con un paio di battute e una stretta di mano. Farlo non mi farà sentire meglio e non ridarà la vita a quei poveretti bruciati vivi in quell'arena.

    Ecco che ritornava la sensazione di disgusto. Doveva andarsene. Lo guardò negli occhi un ultima volta, non riusciva a ricambiare il sorriso. Proprio non ci riusciva.

    Stammi bene, Sum.

    Quindi si voltò uscendo definitivamente dal locale, senza più voltarsi.



    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
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    Conseguenze Impreviste
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    Arrivata alla sua camera Yves si gettò sul letto prima di fare qualsiasi altra cosa.
    "Che gran casino!" pensò mentre si lasciava abbracciare dal materasso e dalle coperte, "come gettare un'ottima occasione per colpa di un cretino che sbandiera ai quattro venti di essere un ninja! Se solo avessi avuto la mia spada...".
    Sbuffò, realizzando che comunque anche se fosse stata armata non sarebbe servito a molto considerata la folla e la presenza di guardie.
    Avrebbe voluto prendere Sum, puntargli la spada alla gola e fargli sputare tutto quello che sapeva. Voleva sapere tutto. Chi erano i ninja, come agivano, perché non avevano fatto nulla se non portare guerra e distruzione nell'ultimo decennio. Ma a cosa sarebbe servito ora? Molto probabilmente a nulla.
    Placò i pensieri furenti e si lasciò cullare dal semi silenzio della stanza. Vari rumori ovattati provenivano dal salone al piano di sotto, e la morbidezza del letto la fecero cadere in uno stato di catalessi che sembrò durare ore.
    Dopo un tempo non precisato fu svegliata da un rumore sordo e vicino. Si destò e non capì che cosa stesse succedendo. La stanza era a posto, non sembrava essere passato molto tempo stando alla luce che ancora filtrava dalla finestra.
    Il suono si ripeté nuovamente, due volte e rapidamente. Ci mise ancora qualche istante a capire che era qualcuno che stava bussando alla sua porta.
    Si alzò di scatto e per poco non finì con la faccia sul pavimento. Aveva uno strano senso di vertigine, forse causato dal fatto che si era distesa subito dopo aver bevuto, eppure non le era mai successo. Sentiva la bocca impastata ed un gusto amaro che non riusciva ben a definire.
    Con non poco sforzo di volontà si avviò alla porta. Quei dieci passi furono un calvario, ma man mano che si avvicinava all'uscio la foschia nella sua testa sembrava diradarsi.
    "Vero, avevo detto a Karma di passare da me se avesse voluto discutere ancora..." pensò mentre nuovamente una mano batteva sulla porta.
    - Si si, adesso eccomi... - disse, ma la frase le morì in gola quando si trovò davanti qualcuno di inaspettato.
    Una Guardia Imperiale in uniforme la fissava con uno sguardo indecifrabile, un misto di serietà e rabbia.
    - Miss Canterra? - chiese con un pesante accento del nord.
    - Sono io. Posso sapere invece chi è lei e che cosa ci fa qui? -
    La Guardia esitò, probabilmente non si aspettava una risposta così secca e decisa. O forse non si aspettava una risposta affatto. Sembrava quasi preoccupato.
    Istintivamente la mano di Yves corse al fianco, ma si accorse troppo tardi di non avere la spada legata alla cinta e di essere ancora sprovvista della propria armatura. Il movimento non sfuggì al suo interlocutore, che non perse tempo e si fece avanti. La ragazza si spostò lateralmente per lasciarlo passare e questi entrò nella stanza e si guardò attorno, come se cercasse qualcosa o qualcuno.
    - E' da sola? -
    - Si. -
    Continuava a non capire che cosa volesse da lei quell'uomo. Aveva forse infranto qualche regolamento particolare di cui non era a conoscenza? Non le sembrava di essersi comportata in modo diverso da molti altri stranieri che erano giunti a Louyhong per l'evento del Braxamundis.
    Osservandolo bene notò solo ora che non era solo l'armatura a renderlo imponente, quell'uomo poteva avere benissimo due metri d'altezza e i suoi corti capelli rossi tagliati a spazzola gli davano un aspetto che era tra l'inquietante e il ridicolo.
    Lo aveva già visto da qualche parte ma dove?
    Come un flash scattò nella sua mente. Era la guardia che era entrata nella locanda mentre Karma e Sum stavano litigando. Aveva parlato per qualche tempo con il locandiere e poi si era ritirato al banco. Perché era li ora? Che stesse cercando qualcosa?
    - Dove si nascondono? -
    - Di chi sta parlando? -
    - Dei terroristi è ovvio! - disse voltandosi in un impeto d'ira verso di lei, che indietreggiò di qualche passo istintivamente, andando a finire con le spalle contro il muro.
    La stanza era abbastanza grande per una persona sola, ma non poteva considerarsi spaziosa. Una quindicina i passi dalla finestra alla porta ed una decina dal letto alla parete.
    - Io non ho nulla a che fare con i terroristi. -
    - Davvero? Non è quello che mi hanno detto gli avventori al piano di sotto. -
    - Paese piccolo, la gente mormora, dicono. Cosa sanno gli ubriachi che non sa la legione imperiale? - chiese in tono di sfida.
    - Un ubriacone sa raccontare molte storie interessanti, se chi gli paga da bere è propenso ad ascoltarle. -
    - I vaneggiamenti di un beone contro la parola di una onesta cittadina? -
    - E chi decide se lei è più onesta di un ubriaco? -
    Era con le spalle al muro, in tutti i sensi. Non sapeva come rispondere, e non sapeva come reagire a quella situazione.
    L'uomo era enorme e cercare di sopraffarlo con la forza e senza armi era un'impresa fuori discussione, e le parole non sembravano avere il successo sperato.
    - Perché pensa che io abbia qualcosa a che fare con questi "terroristi"? -
    - I suoi compagni di bevute sono alquanto particolari. -
    - Karma è arrivato con me da Arcadia. Sum l'ho conosciuto oggi stesso nella locanda. - disse raccontando una mezza verità.
    - Davvero? - disse lui alzando un sopracciglio - Dunque continua a sostenere di non aver nulla a che fare con i terroristi. -
    - A meno che non consideriate "terroristi" tutti gli stranieri direi proprio di no. -
    L'imperiale continuò a fissarla per un tempo che le sembrò infinito, prima di parlare nuovamente.
    - Certo che no. Tuttavia non posso fare a meno di chiedermi se non sta nascondendo qualcosa. -
    - E cosa mai dovrei nascondere? Sono una semplice visitatrice straniera... -
    - Se e' davvero innocente allora non le costerà nulla seguirmi al Centro di Comando di Louyhong per una deposizione vero? -
    Non le andava di finire rinchiusa chissà per quanto tempo in uno di quei centri delle guardie imperiali, dove se non ti torturavano facevano sicuramente in modo di farti confessare peccati che non avevi mai commesso.
    Ma che alternative aveva? Combattere? Dimostrandosi così effettivamente nemica dell'Impero? No, era fuori discussione. Era li per trovare la retta via da seguire.
    L'uomo probabilmente non aveva altra intenzione se non quella di proteggere la pace e la sicurezza dei cittadini imperiali presenti a Louyhong. Voleva catturare i terroristi del Braxamundis e fare in modo che tutto filasse liscio.
    Si staccò dal muro e si avviò verso la scrivania, sempre sotto l'occhio vigile della Guardia. Rovistò tra le sue cose fino a trovare un rotolo in pergamena avvolto in un nastro verde che porse all'uomo.
    Sul nastro c'era il timbro delle Prescelte. Era un lasciapassare.
    Da quando Arcadia si era alleata e sottomessa all'Impero non era più necessario l'utilizzo dei lasciapassare per varcare i confini, tuttavia per quella missione i suoi superiori avevano pensato che fosse il caso di fornirgliene uno, in caso di necessità. Ed effettivamente quella necessità si era verificata.
    - Questo dovrebbe bastare a verificare la mia identità e garantire la mia alleanza all'Impero. -
    La Guardia prese il rotolo, lo svolse e lo lesse con attenzione più volte prima di restituirlo ad Yves e fare un lieve inchino con il capo. Quello fu l'unico segno di rispetto che ottenne dopo tutto quello che era successo.
    - Sufficiente a far cadere i sospetti. - disse restituendo l'oggetto - La ringrazio per la collaborazione, ora ho altre faccende urgenti da sbrigare. -
    - Cosa intende? -
    - Ho altri due topi a cui dare la caccia. - rispose con un sorriso ferale in viso, mentre si voltava e si allontanava rapidamente.
    Yves era da sola nella stanza, e nonostante il caldo tepore proveniente dai raggi di sole che entravano dalla finestra rabbrividì.
    Vide i volti di Karma e Sum nella sua mente mentre raccoglieva l'armatura e si legava la spada alla vita. Pregò perché fosse tutto a posto, nonostante il tremendo senso d'inquietudine.


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    la rinascita

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    <p align="center">

    sum aveva solo placato un pò l'anima del ragazzo, che sembrava non volerne sapere di ricostruire quel pò di amicizia che si era creata .
    quì per sum sembrava essere finita, altre amicizie sene erano andate di nuovo.
    Ma la follia di Sum era quello che l'aveva fatto sopravvivere a tutto perchè rinunciare proprio ora, perche dopo tutto quello che aveva passato doveva lasciare che tutto questo finisse.

    non posso continuare così, mettendo in pericolo le persone, come uno sciocco.

    Non vedeva nessuno fuori dalla locanda, e nessuno poteva sapere cosa voleva fare, pensò e fece sobbalzare il suo corpo.

    Ragazzi , è ora di cominciare a riabituarci ad un nuovo mondo, ed un nuovo modo di pensare .
    Anche se non mi piace loro non centrano, loro vanno protetti.


    Voleva capire di più di quello che era successo, e l'unica che ora poteva rispondergli era yves.
    Prese fiato, fece uscire un fascio di fibre dal suo braccio, li dove il simbolo della sua famiglia era ancora vivido, lo fece salire fino alla staccionata del piano superiore, e si lanciò al piano di sopra come un tarzan cittadino, arrivando al piano supoeriore con un balzo.
    Mentre si lanciava vide yves davanti alla finestra, con una faccia non ben definita , tra il disperato e l'orrido.

    cosa diavolo sarà successo, perchè a quel volto cosi cenereo?
    Forse la guardia gli ha fatto del male vedendo che noi due eravamo fuori??


    Ma alla fine del salto vide dietro ad ives l'armatura rossa della guardia che se ne andava, e quì rabbia ed orrore arrivarono dritti ai cuori di Sum,
    Lasciando come un flebile ricordo la sua faccia sorridente.

    Merda!

    Sum avrebbe fatto rientrare il suo fascio, mentre si apprendeva a mettere le mani sulla finestra , per aprirla con delicatezza, non voleva che la guardia potesse ritornare insospettita dai rumori.
    Aprendo la finestra avrebbe messo la testa dentro facendo segno ad yves di uscire.
    Se la ragazza lo avesse fatto o meno , sum sarebbe rimasto li, e con bassa voce le avrebbe riferito i suoi sentimenti con una lacrima agli occhi.

    Cosa ti ha fatto quel bastardo?
    Mi dispiace, qualunque cosa ti abbia fatto la pagherà cara, lo smembrerò totalmente per poi indossare il suo cuore come trofeo.
    Ti prego perdonami per avervi fatto finire in questo guaio, ma se sei ferita posso aiutarti .
    Dopo che avrò messo fuori gioco la guardia vi prego di scappare o fare quello che meglio credete, ti ripeto hò fatto molti sbagli nella mia vita ma non voglio che altre persone ci finiscano in mezzo.


    Con gli occhi rigonfi di lacrime lui sarebbe rimasto li quasi in ginocchio difronte ad ives aspettando magari una sua risposta, voleva capire se la sua rabbia sarebbe stata pacata o incitata dalla ragazza, e sapeva che se la guardia aveva cercato lei sarebbe andata in cerca anche di karma.

    Sò anche dove è karma , se non vuoi che io uccida la guardia potremmo anche cercare di trovare karma , cosi che io possa sapervi in salvo tutti e due.

    L'ex ninja era li immobile in attesa di un suo ordine, non voleva certo causargli altri guai, voleva rendere solo tutto molto più semplice tra loro tre.
    Neanche sapeva se ad yves fosse stato fatto del male, ma sapeva che qualcosa di buono alla fine sarebbe nato da questa terribile storia.




    .







    [QUOTE]
    CITAZIONE
    jpg
    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.





     
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    Dato che non è chiaro come si sono svolti i fatti nel tuo post, penso dovrò ignorare alcuni passaggi. Quando è entrato nella stanza? Non è chiaro...

    Rispondo io perchè Karma ah chiesto una pausa. Risponderà dopo il tuo prossimo post.


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    La Retta Via
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    Doveva fare in fretta. Doveva raggiungere almeno uno dei due, doveva avvertirli.
    Intenta ad indossare l'armatura e legare la spada al fianco le parve di sentire la voce di Sum provenire dalla stanza, tuttavia non riuscì a scorgere la figura del ninja, dunque bollò il fatto come frutto della sua immaginazione.
    La voce le parlava di uccidere, di scappare, di vendetta. Perché i suoi pensieri andavano a quelle soluzioni? No, era riuscita ad uscirne indenne mostrando il lasciapassare, non c'era motivo di ricorrere ad un'inutile violenza adesso. Doveva solamente impedire che Sum e Karma reagissero in modo ostile se minacciate dalla guardia. Certo, non sarebbe stato facile, per quello doveva trovarli ed avvertirli.
    Tuttavia le parole continuavano ad affollarle la mente. Non voleva più ascoltarle così sbottò, mentre lasciava scivolare la spada nel fodero. Il rumore secco del metallo che strideva e si bloccava al termine della corsa fu come l'accentò al termine della frase.
    - Al diavolo Sum. E' tutta colpa sua se siamo finiti in questo guaio; devo trovare prima Karma. -
    Per tutto quel tempo aveva dato le spalle alla finestra, e solamente prima di uscire lanciò un'ultimo sguardo alla stanza e le sembrò di scorgere qualcosa di innaturale aggrappato al balcone, ma non aveva tempo ora per lasciarsi distrarre da visioni inutili. Chiuse la porta ed uscì.
    Le strade di Louyhong erano affollate, ma non le importava. Era abituata a muoversi nella folla cittadina di Estheltia, tuttavia mentre la città arcadiana le era ben nota, quella ephioriana l'aveva attraversata solamente un paio di volte, e ben presto si trovò a vagare senza avere la ben che minima idea di dove fosse.
    Scorse qualcosa di familiare con la coda dell'occhio, un'armatura, una guardia. La stessa che l'aveva interrogata nella locanda? Si voltò e prese a correre verso il movimento che aveva scorto. Ma poco dopo si trovò a fissare un volto sconosciuto. Una guardia imperiale che non aveva mai visto prima. Non era chi stava cercando.
    Si sentiva persa, in ogni senso. Che cosa doveva fare? Qual'era il suo scopo? Che ideale doveva perseguire?
    Le Guerriere di Ysabeth giuravano di seguire la via della giustizia e di impedire ogni genere di sopruso, di proteggere i deboli e di condannare ogni male; ma lei era sempre stata un po'fuori dal coro. Aveva sempre visto le cose a modo suo ed interpretato le situazioni secondo il suo personale metro di giudizio.
    L'aria fredda e le nubi minacciavano pioggia. Mentre il tempo si faceva sempre più minaccioso, anche i suoi pensieri prendevano strade cupe, facendola affondare sempre di più nella melma dell'incertezza.
    "Niente al mondo può giustificare quel che hanno fatto e non oso immaginare cos'altro sarebbe capaci di fare."
    Le parole di Karma le risuonarono nella mente e nel cuore come un fulmine. Era davvero stata così cieca da non vedere la verità nonostante ce l'avesse avuta davanti fino a quel momento?
    Non aveva mai perso la retta via, era solo rimasta a guardare, a valutare cosa fare, nella speranza che potesse esistere una soluzione alternativa al problema.
    Ninja e Impero erano un problema ed un pericolo. Lo aveva sempre saputo, al Braxamundis aveva assistito ad un tremendo massacro, ed ora a causa di un Ninja lei e Karma rischiavano di rimetterci la pelle essendo accusati di essere terroristi.
    Iniziarono a cadere le prime gocce di pioggia che le bagnarono il viso. Il contatto freddo con l'acqua sembrò risvegliare in lei lo spirito guerriero che si era assopito. Con rinnovata decisione e fermezza prese a camminare verso la piazza. Non sapeva sa avrebbe trovato l'amico arcadiano in quel luogo, ma una cosa era certa. Dopo aver risolto quel problema avrebbe trovato Sum, e gli avrebbe fatto passare un brutto quarto d'ora. Gli avrebbe fatto sputare tutta la verità, che volesse o meno.


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    Edited by Silver Element - 20/4/2015, 21:55
     
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    la fine

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    <p align="center"><span style="display:block;overflow:auto; float:center;width:50%;height:700">



    La pioggia cominciava a cadere, le nuvole nere si addensavano sopra la cittadina.
    Sum era ancora appeso li, mentre le parole di Yves erano state l'ennesima pugnalata al cuore.
    Una mano tolse l'acqua dal suo volto, per poi fermarsi sulla bocca, quasi a voler interrompere un gemito di terrore e tristezza.

    Maledizione, ormai tutto è perso, è inutile piangersi a dosso.
    Il danno è fatto, e se non riparo a questo guaio persone innocenti pagheranno per la mia stupidita.
    L'ombra della mia famiglia ormai decaduta sta per lasciare il posto ad un sole splendente.
    La morte sarà la mia ultima compagnia per questo viaggio.


    Vide Sum , La ragazza correre verso sinistra, nel mezzo della via principale.
    Almeno per quello che ne poteva sapere il ragazzo.
    La rabbia e la paura erano vividi nei suoi occhi.
    Ma era la paura per quello che poteva capitare a karma forse, o solo la paura di quello che poteva capitare a lei?
    Sum non poteva certo capirlo da uno sguardo, poteva solo capire che cera un momento per mettersi in pericolo, ed uno per risorgere dalle ceneri del proprio buio.
    E quello era il momento.

    Kumiko preparati, presto arriverò da te.

    Sum si lasciò cadere ed arrivare a terra, in piedi, come aveva sempre fatto.
    Cominciando a rincorrere Yves, che era andata dietro la guardia a quanto pare.

    Questa ragazza ha un coraggio da leone, sarebbe un peccato rovinarle la vita.
    Che sicuramente sarà piena, e grandiosa.


    Un sorriso di gioia spuntava dal suo volto.
    Mentre vedeva la ragazza correre a perdifiato, notò quanto lui fosse più veloce, dato che superarla non fu poi cosi difficile.
    Le sue lunghe lotte gli avevano donato un buon corpo, che a quanto pare stava dando il tutto per tutto quel giorno.
    Passando vicino alla ragazza rallentò un po, per potersi far sentire da essa.

    Da ora ci penso io, vivete la vostra vita.

    I colpi dei suoi potenti passi facevano scrosciare l'acqua sotto i suoi piedi mentre correva.
    Forse verso morte certa ma non gli importava ora, voleva dare una possibilità a quei due ragazzi.
    E la sua corsa non dovette però durare molto, visto che l'imponente guardia camminava, ed anche se aveva un buon vantaggio non era arrivata poi cosi lontano.
    Lui a questo punto doveva solo cominciare la sua ultima battaglia.

    Quest'oggi so che morirò.
    Anche se la guardia è una potrebbe essere più forte, o potrebbe richiamarne altre che mi farebbero a pezzi comunque.
    Oggi sarà un grande giorno per me, la mia prima buona decisione, l'unica via da seguire.
    O loro saranno segnati per sempre.


    Sum si fermò, con una lieve scivolata.
    Si alzò in piedi, sollevando il braccio destro, dove era vivido il simbolo della sua famiglia.

    Hei guardia(urlando).
    ((parlando a tono normale)
    Dove vorresti andare, quelle sono prede mie.
    Non puoi portare via le prede ad uno zubasa, anche se prima non mi hai dato modo di ucciderle.
    Avrei creato troppo scompiglio li dentro, ma ormai me le hai fatte scappare, e mi dovrò accontentare di te.


    Sapeva che anche in quel nuovo mondo il nome della sua famiglia avrebbe portato un po di terrore, e soprattutto attenzione.
    Sperava in quel nome per far arrivare l'attenzione della guardia verso di lui e non più su i ragazzi.

    Kumiko, ora ti prego di darmi la forza per compiere il mio ultimo grande sacrificio, e forse poter riscattare anche lo stesso nome della mia famiglia.
    Ho paura di morire, solo ora sento il suo gelido alito, che mi abbraccia sotto questa pioggia


    Sum era fermo, immobile, mentre la paura lasciava sgombra la mente, ed una sensazione di calma la sostituì .

    Kumiko: Sum, io sono con te per accompagnarti in questo ultimo viaggio, fagli vedere chi è Sum.
    E lascia vivido nel mondo il tuo ricordo.
    E non avere paura, ricorda sei uno zubasa, voi ballate con la morte stessa.
    Ogni giorno.


    Stringendo il pugno Sum lo diresse verso la guardia, che ora era di spalle davanti a lui, ad una quindicina di metri da lui.


    l'ultima grande battaglia

    L'imponente uomo si bloccò, e si voltò verso di Sum con rabbia.

    Tu, allora avevo ragione.
    Maledetto assassino, siete ancora vivi dopo che l'impero vi ha spazzati via tutti.
    Ma non resterà molto di te oggi.


    No!
    Oggi pagherò il vostro debito con il sangue, arrivando a strappare le vostre misere anime mortali.


    Sum era pronto e deciso, non aveva più motivo di comportarsi con riguardo ora, doveva solo combattere , e far diventare la sua anima la luce che tante persone avrebbero seguito per uscire dal buio dei loro cuori.
    Cosi da poter seguire la retta via, e non combattere per odio, ma per la libertà e per le persone innocenti.

    La guardia ascoltate le parole di sum lanciò un grido, ed altre due guardie arrivarono al suo fianco, come se stessero aspettando solo quello.
    cominciarono a correre incontro a sum, e lui con una risata a dir poco malata cominciò a corrergli incontro.
    La loro formazione era semplice, due persone davanti, mentre il rosso rimaneva dietro di loro, gridando come un forsennato.

    Daremo spettacolo di noi oggi kumiko, si ricorderanno tutti della dipartita di Sum zubasa.
    Urlano per darsi coraggio ,ma oggi, urleranno per paura.


    Arrivato ad una giusta distanza Sum fece uscire due fasci di fibre dai suoi bracci, afferrando le due guardie davanti, facendole scontrare l'una contro l'altra.
    Mentre l'altro dietro rimase nel mezzo del panino di carne che ora si era creato.
    Impietrite guardavano negli occhi blu di Sum.

    Non abbiate paura tutto ciò finirà più rapidamente di quanto voi sperereste.
    Dal braccio destro di sum usci un altro fascio, li dove la spada della corruzione risiedeva, facendola fendere verso le carotidi delle due guardie intrappolate.
    Tagliandogli la gola.
    Mentre liberò le due ormai inermi, l'altra si accasciò in ginocchio, provando terrore difronte a quella scena.

    Maledetto assassino

    Nò, gli assassini siete stati voi, ed anche questo è colpa vostra ricordatelo.

    Il sunese fece rientrare i due fasci di fibre che erano sul braccio destro, mentre con il sinistrò lo immobilizzò.
    Vide le lacrime sul volto dell'uomo, ma ormai la compassione nel suo cuore aveva lasciato lo spazio alla rabbia.

    Piangi dunque.
    Hai paura di morire?
    Questo è quello che la mia famiglia ha provato prima di morire, ed ora la stessa moneta vi sarà restituita.


    Sum si avvicinò all'uomo spalancò la bocca, mentre l'uomo cominciò ad urlare per richiamare altre guardie.
    Un fascio usci fuori dalla bocca di sum entrando nel corpo della guardia arrivandogli fino al cuore .

    Lo senti?
    E il rumore di un cuore che si spezza.


    La voce mutata dalle fibre ricordava un demone, mentre dalla bocca della guardia fuoriusci il suo stesso cuore.
    Esanime cadde a terra come un cencio logoro.
    Mentre Sum ne teneva in mano il cuore , che ancora pulsava.

    Posso tenere la tua vita tra le mie mani.
    Una vita indegna e piena di oscurità che oggi è giunta a termine.


    Mentre sentiva solo l'avanzata di molte altre guardie.

    Kumiko: è l'ora sum, è l'ora di andare.

    Lasciò cadere a terra il cuore dell'uomo, prendendo la sua spada, e trafiggendolo con forza .
    Lasciandolo piantato a terra come un segnale.

    Si è quasi arrivata l'ora di andare kumiko, penso che ora manchi veramente poco.



    .







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    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
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    Edited by -mak- - 21/4/2015, 17:52
     
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    La folla s'era allontanata inorridita dalle azioni spietate di Sum, lasciando un grosso spiazzale vuoto con Sum nel centro. Le guardie non avevano mai visto nulla del genere nè tantomeno erano pronte ad affrontarlo per cui, colte alla sprovvista, caddero con facilità sotto i colpi del ninja. Inutile dire che le altre guardie di pattuglia lì fino a un isolato di distanza accorsero, un pò per le urla di chi, tra la folla, impazziva dal terrore e scappava via, un pò per i richiami dell'ultima guardia trucidata da Sum.

    Sopraggiunsero in cinque, tre guardie regolari in armatura leggera e armate di spada e scudo, e due che sembravano avere grado più alto: un arciera e un omaccione in corazza pesante. Le guardie circondarono Sum, non mostrando alcuna esitazione e ormai convinte che avevano di fronte un bersaglio da abbattere senza far domande. Mentre Sum ancora infilzava il cuore del malcapitato, tre frecce scoccate contemporaneamente lo raggiunsero al petto, mancando per fortuna il suo cuore.

    Nel mentre le altre guardie sopraggiungevano, le prime tre lo circondarono da tre parti diverse per impedirgli via di fuga e tenevano alto lo scudo per fare particolare attenzione a quei filamenti neri del mostro. Quella corazzata invece si avvicinava tranquilla, un espressione truce era dipinta sul suo volto mentre trascinava un pesante spadone. Avrebbe superato le tre guardie diretto precisamente verso Sum.

     
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  12. :Karma:
     
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    Pregiudizi e sensi di colpa

    Karma da parte sua era in giro con Hera cercando di sbollire un poco la propria rabbia. Erano rare le volte in cui la propria spensieratezza veniva spezzata da inquietudine e pensieri negativi ma questa volta era più forte di lui. Gli eventi che aveva visto con i suoi occhi al Braxamundis avevano lasciato un segno, una ferita ancora fresca e aperta, ed era decisamente prematuro che lui potesse dimenticare quei avvenimenti. Non aveva mai visto nulla del genere in vita sua, la sua mente era piena di immagini di gente arsa viva e di teste mozzate di netto.

    Hee-hegwa hoku.

    No, figurati. Quello era solo un graffio. Non mi fa male nulla, tranquilla..

    Rassicurò la piccola primate che, vedendolo talmente silenzioso e triste, immaginava soffrisse di qualche malore fisico. Per quanto lui riuscisse a comunicare con Hera, sapeva che non sarebbe stato in grado di farle capire il suo stato d'animo. A volte invidiava gli animali. Il loro modo di pensare e di affrontare le cose era senz'altro meno complesso e intricato di quello degli esseri umani. L'essere umano invece provava una gamma di sensazioni differenti che non facevano altro che complicare la propria esistenza: rimorso, risentimento, orgoglio. Tali cose un animale non poteva sperare di capirle.

    Stava appollaiato sul cornicione di un alto palazzo che affacciava su di una strada principale osservando pigramente la folla che passava di sotto. Non poteva fare a meno a quello strano tipo, a Sum. Non aveva cambiato la propria idea sui ninja e su di lui come ninja, ma continuava a pensare alle parole che Yves gli aveva detto prima che lui andasse via. "Vuoi davvero demonizzare una persona appena conosciuta per i peccati che altri hanno commesso?"

    In fondo, a primo impatto Sum gli era piaciuto, anzi lo aveva reputato una persona simpatica. Il semplice fatto di sapere che era un ninja lo aveva portato a cambiare completamente il modo in cui lo considerava, bollandolo come un assassino spietato senza dargli la possibilità di dimostrare il contrario. Era questo quello che chiamavano pregiudizio? Era alla stessa stregua nel trattamento che la gente della foresta di cemento gli aveva riservato? Allora lui non era stato meglio di quella folla di ignoranti che lo giudicavano per il suo aspetto selvaggio e la sua diversità.

    Anche il senso di colpa era un sentimento difficile da capire per un animale. Guardò Hera incupito e la scimmietta gli restituì uno sguardo disorientato. Karma le sorrise quindi, accarezzandole delicatamente la testolina. Per quanto fosse combattuto, aveva chiaro da un pezzo ciò che doveva fare. Forse non avrebbe potuto rimediare al suo comportamento scontroso verso Sum visto che non aveva idea di dove fosse andato nè se lo avrebbe rivisto, ma sicuramente poteva tornare da Yves, scusarsi per il modo in cui era andato via e ricominciare da zero.

    Va tutto bene. Mi è passato.

    Rivolse alla scimmietta cominciando ad alzarsi per venire giù da quel palazzo, ma in quel momento gli schiamazzi provenienti dalla folla sottostante catturarono la sua attenzione. Lui ed Hera si sporsero per osservare, giusto in tempo per scorgere quattro figure che stavano combattendo. Ci mise poco a riconoscere in Sum tale figura, poco prima di vederlo uccidere con rapidità inaudita le tre guardie.

    Inorridito non riuscì a pensare a nulla mentre osservava il resto della scena: delle frecce si conficcarono nel corpo di Sum mentre altre guardie si avvicinavano per cercare di fermarlo.

    Sum...



    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.

     
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    Un Triste Epilogo
    _|
    Yves stava correndo verso la piazza centrale, era riuscita a scorgere una guardia che aveva un'aspetto familiare, quando qualcosa le passò accanto. Non riuscì a vedere chiaramente chi o che cosa le stesse sfrecciando davanti, ma udì chiaramente le parole, pronunciate in un soffio.
    - Da ora ci penso io, vivete la vostra vita. -
    - Sum! - gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, ma lo shinobi non poteva, o non voleva più sentirla.
    Cercò di mantenere il passo, ma l'altro era troppo veloce e finì per rimanere indietro. Quando lo raggiunse ormai era troppo tardi, e il macabro spettacolo aveva già avuto inizio.
    Sum aveva ingaggiato battaglia con la guardia, che ora giaceva a terra esanime assieme ad altri due corpi.
    C'era un gran frastuono, ma le parole del ninja le arrivarono comunque alle orecchie. Parole senza senso, e come aveva sempre pensato ecco la dimostrazione lampante di quello che erano i ninja. Esseri spregevoli che manipolavano gli altri per i loro loschi fini. Crudeli lottatori, assassini, addestrati a fare una sola cosa: uccidere.
    Aveva voluto credere che non fosse così. Aveva sperato che almeno uno di temibili combattenti potesse provare dei sentimenti veri, reali, e invece ora si trovava davanti la cruda verità.
    Inconsapevolmente la sua mano corse alla spada, ma qualcuno la trattenne. Un braccio forzuto le afferrò il polso e la tirò indietro. Tentò di opporre resistenza, ma a nulla valsero i suoi sforzi. Si ritrovò a fissare il volto di una guardia imperiale. Un viso serio, e allo stesso tempo calmo.
    - No. - le disse in tono gentile - Noi siamo qui per questo. -
    - Ma io.... -
    - L'Impero è nato per proteggere le persone. A qualunque costo. -
    Le sue parole erano sincere, lo poteva quasi intuire. Credeva davvero in quello che diceva. Allora perché lei non riusciva a vedere quella verità? Tentò di protestare ancora, ma l'uomo si limitò a spingerla indietro, tra la fila di guardie che si era radunata, lasciandola tra le mani di quello che le sembrava un ufficiale superiore.
    Si sentì abbandonata, tradita, dimenticata. Mentre il finimondo accadeva davanti ai suoi occhi, la sua mente era lontana, colma delle frasi di Sum e di Karma.
    Arrivarono altre guardie, tante ne cadevano tante erano pronte a rimpiazzare le perdite. Sum era trafitto dalle frecce e circondato, mentre il mietitore si avvicinava a lui con il suo spadone.
    Ormai la piazza era ghermita di guardie che accorrevano da ogni dove. Se il mietitore avesse fallito, un'altro si sarebbe fatto avanti, fino a quando il demonio non avesse smesso di incutere terrore.
    Fu sospinta verso il limite della piazza, accanto agli alti palazzi. Si appoggiò con la schiena al muro e si sentì tremendamente impotente. Non aveva potuto fare nulla, no non avrebbe potuto fare nulla.
    Gridò di rabbia, di disperazione, per aver perso nuovamente la retta via. Guardò con occhi spenti il triste epilogo del quale Sum era protagonista indiscusso.


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    parlato kumiko

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    Un ultimo battito si levò dal cuore del rosso, mentre uno sguardo inorridito arrivava dalla folla tutta attorno.
    Urla intorno a sum, mentre le guardie si avvicinavano verso di lui.
    Alzò gli occhi verso le guardie, per sentire poi tre colpi arrivargli dritti al torace.
    Tre frecce si erano conficcate nel suo corpo, senza ledere organi vitali.
    Il dolore era molto, ma lo sguardo del sunese non era mutato, la rabbia e la morte ora lo accompagnavano.
    E le urla, lo accompagnavano verso gli imperiali.

    Frecce, volete forse scherzare, mi volete trafiggere il cuore ?
    hahaha, pazzi.


    Il dolore smise, quando sum tirò fuori le tre frecce, e richiuse le sue ferite con le fibre nere.
    Mentre le guardie ora lo circondavano, tutte intorno a lui, lasciando un varco libero .
    Varco che venne fatto per poter far scontrare Sum col grande guerriero, che ora si avvicinava minaccioso verso di lui, trascinando uno spadone gigantesco


    kumico, mi concedi un ultimo ballo?
    Facciamo vedere a questo rozzo essere come si combatte con stile e grazia .


    Kumiko: me certo sum.
    Lo colpiremo insieme.


    Il volto di Sum non sembrava più preoccupato, ma sollevato.
    Una leggera aura blu pervase il corpo del sunese, grazie all'anima di kumiko che si andava fondendo con la sua, grazie alla tecnica del ballo delle anime.
    Mentre Il cavaliere si avvicinava con sguardo rabbioso, sum faceva altrettanto verso di lui.
    Con le guardie, e i cittadini che urlavano e li guardavano impauriti .

    Anche se oggi perirò, almeno delle vite saranno state salvate.
    Spero che questo giorno rimanga impresso nelle vostre menti.
    Preparati.


    Sum sapeva che andare verso l'uomo sarebbe stata una condanna a morte, ma la cosa ormai era passata in secondo piano.
    La vita ora era più importante.
    Il suo respiro si faceva pesante, come i suoi passi, che inesorabili andavano verso la fine.

    Spero che i due ragazzi capiranno perché io sto facendo questo.
    Spero che capiscano.


    Ora era l'ora decisiva, Sum era lanciato verso l'uomo, schioccando le sue fibre come delle fruste.
    Ridendo, sarebbe saltato verso di lui cercando di immobilizzargli le braccia, per arrivargli addosso come un uragano di potenza inaudita.
    Mentre le altre persone facevano da platea, sul palco si consumava la scena finale.


    Ricordate tutti, libertà e verità sono le uniche vie da seguire.
    vivete le vostre vite!!
    Da combattenti non da schiavi.






    .







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    CITAZIONE
    jpg
    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.





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    CITAZIONE
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    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.







    Edited by -mak- - 23/4/2015, 21:25
     
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    Sum era il protagonista indiscusso di quell'ultimo sipario di morte. Ricoperto di un aura spaventosa, non accennò ad arrestare il proprio impeto omicidia bensì era intenzionato ad andare fino in fondo. Cominciò a correre, andando in conto alla guardia corazzata che a sua volta gli si stava avvicinando. Due delle guardie con scudo convergerono contro di lui per tentare di placcarlo prima che raggiungesse quello più grosso, ma finirono travolte dalle fibre che circondavano il mostro.

    Alla fine Sum e il corazzato si scontrarono. La guardia imperiale non cedette un metro a causa della stazza e della grossa armatura, ma non poteva reggere il confronto con la rapidità di riflessi e la destrezza di un ninja. Portò avanti il braccio corazzato, afferrando il collo di Sum mentre alzava l'altro braccio che impugnava lo spadone e farlo calare sull'essere di fibre. Ma due fasci guizzarono, avvinghiandosi sul braccio armato e immobilizzandolo. Altri tentacoli neri fuoriuscirono dal corpo di Sum come radici avide e sinuose, inglobando sempre di più l'enorme figura dell'imperiale.

    I muscoli della guardi continuarono ad opporre resistenza ma più si muoveva, più finiva invischiato in quell'abbraccio mortale e nel frattempo Sum era riuscito a liberare il collo e a muoversi sotto la figura del proprio avversario. Adesso assomigliava a un grosso bozzolo nero che si dimenava mentre il ninja sgusciava sotto le sue gambe per poi finirgli alle spalle e guizzare sulla sommità delle grosse spalle, intrappolandogli il collo tra i quadricipiti. La guardia d'istinto portò le mani al collo ma era ormai in evidente difficoltà.

    Sum, vittorioso e impazzito dalla follia omicida, mosse un tentacolo per raccogliere lo spadone che il colosso intanto aveva lasciato cadere e strinse con entrambe le mani. Lo abbassò sotto al mento della guardia, pronto a tranciargli la testa di netto con la sua stessa arma.

    Ricordate tutti, libertà e verità sono le uniche vie da seguire.
    vivete le vostre vite!!
    Da combattenti non da schia-


    Le parole gli morirono in gola mentre un altro gruppo di tre frecce lo raggiunsero alla nuca, conficcandosi in profondità dentro al suo cranio e provocandone l'immediata caduta al suolo. Tra la folla tutta intorno qualcuno emise l'ennesimo urlo di disgusto mentre gli imperiali tiravano un sospiro di sollievo e la guardia corazzata cadeva sulle sue ginocchia, rendendosi conto di essere vivo solo per un miracolo.



    Edited by Ryuk* - 24/4/2015, 01:26
     
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