[QUEST] Onorare la Tradizione

Ryuk, Ace, Kinamy

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Guerriero

    Group
    Member
    Posts
    17,515
    Location
    Repubblica di Pisa

    Status
    Anonymous
    E A S
    SETSUNA
    U C H I H A


    dbnz89

    { I don't cry on the outside anymore. }


    Tradizione
    ~ A lovely place

    Potevo concordare, insomma non avevo proprio l'aspetto da combattente vissuta ma doveva credermi quando dicevo che ne avevo passate davvero tante, quella cicatrice che avevo sul polmone nascondeva una storia talmente avvincente che avrebbe tenuto tutti quanti con il fiato sospeso salvo poi farli riprendere per dire che in fondo avevo un passato che non doveva essere svelato.
    « Il tipo di combattimento che mi riguarda è meno fisico e più...magico, se mi passate il termine. »
    Non so quanto fiabesco poteva passare il termine ma in fondo era quello che mi riusciva. Per evitare di essere associata al vecchio mondo avevo smesso anche di utilizzare termini come "chakra" per sostituirli con "energia interiore", dato che insomma ogni scusa poteva esser buona per non mischiarsi più con quel mondo.
    Ma ripeto che posso capirlo.
    Anch'io se avessi trovato una persona vestita come me - che poi parliamoci chiaro, non ero nel mio miglior abito ma con quelli che usavo per i viaggi. Evidentemente sempre più bello di tanti altri che ho visto a giro - non saprei proprio che farle fare ma appunto come pensato si fa di necessità virtù.
    Non sarà un bene essere i primi, ma lo è quando ti manca il tempo.
    E da quel che ho capito loro non ne hanno assolutamente.
    Lasciai per un attimo morire il discorso assistendo composta e pacata alle persone che entrarono in stanza, la signorina Calliana e la signora Diotima rispondendo alle loro presentazioni in modo più gentile possibile: mani al ventre ed inchino rispettoso, in fondo se ero stata assunta era anche grazie a loro. Il cavaliere sembrava avvezzo con questo tipo di formalità, io un po' meno mentre l'altra per niente e la cosa mi poneva in una leggera situazione intermedia che non sapevo come definire, diciamo solo che adesso non avevo la minima voglia di comandare io.
    Penso però che il ruolo di dama di compagnia mi piaccia più di quanto possa pensare, almeno nell'idea.
    « Sarà un vero onore per me, vi ringrazio. »
    Mi riferivo sia al ruolo che alla cena, vai a pensare che facevamo anche il colpo grosso anche se---c'era qualcosa che mi stava titillando la testa e non sapevo se fosse così anche per i miei compagni. A quanto pareva no ma il fattore cena mi aveva fatto salire un sacco di dubbi: non puoi non pensare a qualsiasi cosa quando la tua identità deve rimanere segreta a tutti i costi, no?
    Era una bella tradizione quella cui non avevo intenzione di mancare di rispetto. « Ovviamente non ho niente da obiettare, farò tutto ciò che è nelle mie capacità. » Ovvero sparerò fulmini e palle di fuoco finché tutto non sarà andato al suo posto. Mentre il resto della conversazione andava avanti ed il cavalier Asker trattava con i signor Lanart riguardo il suo piccolo - ma nemmeno troppo - compagno io guardavo le altre persone: Calliana, Diotima e Beltrand. La prima era ovviamente emozionata, solo il cielo sa da quanto stesse aspettando una cosa del genere e ricevere il dono di un figlio dev'essere stata una notizia meravigliosa per lei. Ero un po' incerta sul silenzio della signora che non stava esprimendo niente nemmeno dal punto di vista emotivo mentre Beltrand---beh, ovvio che le mie attenzioni fossero tutte per quel piccolo sgorbietto che era ovvio volesse mandare tutto all'aria ed era anche il perché a me la cena puzzasse un po'.
    Avevo assolutamente bisogno di parlare con i miei compagni e prima di alzarmi feci a loro giusto un cenno del capo. Avremmo avuto tempo per comunicare, ora era importante introdursi.
    Quando il signor Lanart (verso il quale non avevo altre domande e che ovviamente ringraziai con un inchino) si congedò dalla stanza mi alzai poco dopo di lui, mostrando un bel sorriso: sarei stata la compagnia di Calliana e probabilmente Diotima, dunque perché non avvicinarmi e presentarmi? Incrociai le mani di fronte al ventre, era sempre bene far vedere cosa si avesse o non si avesse in mano. Dava un leggero senso di controllo, ecco.
    « Signora Reil-Lanart, signora Lanart-Alder per me sarà un vero piacere. Mi chiamo Eas Setsuna ma potete appellarvi a me come più vi aggrada: è una meravigliosa occasione. » Quella della tradizione, ovviamente. Poco dopo mi concentrai sulla donna in dolce attesa. « Siete a dir poco radiosa. »
    Più tempo vicina a loro, meno tempo per Beltrand. Equazione semplice.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
    © 2012

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    Onorare la Tradizione

    Nobiltà e Schiavitù


    Darina non disse nulla e Caleb prese il suo silenzio come un assenso, Eas invece ringraziò e disse che sarebbe stato un onore per lei accettare quell'incarico; infine il Cavaler Asker acconsentì a sua volta a prendere parte alla scorta chiedendo solamente che il suo ippogrifo fosse foraggiato presso le stalle della magione e declinando l'offerta di una cavalcatura.
    Caleb si limitò ad annuire e infine aggiunse che non sarebbe stato un problema nutrire la creatura del cavaliere. Non disse altro e rimase con voi mentre Eas si rivolgeva alle due donne presenti instaurando un dialogo.
    Calliana si esibì in un lieve inchino e altrettanto fece Diotima, sul viso della madre comparve un sincero sorriso vedendo che Eas sembrava a suo agio nel ruolo di dama di compagnia e sin da subito aveva cercato di mettere la figlia a suo agio. Dal canto suo Calliana non riuscì a trattenere un sorriso altrettanto felice e tese la mano ad Eas in un gesto più automatico che di reale necessità.
    - Vi ringrazio. - disse infine avviandosi con Diotima verso la veranda e facendo cenno ad Eas di seguirla. - Un figlio è tutto ciò di cui una donna ha bisogno. -
    Quella frase forse ad alcuni di voi sarebbe suonata strana, pesante e forse anche sessista. Tuttavia che cosa ne poteva sapere la figlia di un nobile aldarense della vita vera fuori dalle mura della confortevole casa? Era stata cresciuta con l'idea che il suo unico scopo nella vita fosse quello di avere figli e mandare avanti la tenuta del padre o quella del marito.
    La veranda si apriva su di un grande giardino molto curato dove alcuni servi erano intenti a potare le siepi e spazzare il vialetto. Una piccola tavola era stata preparata all'ombra con alcuni piccoli dolci di miele e zucchero e degli infusi. Il tavolo aveva solamente tre sedie, dunque era destinato al terzetto di donne che era uscito, e se qualcun'altro avesse cercato di seguirle fuori Diotima si sarebbe fatta avanti chiedendo un po'di spazio personale per sua figlia che desiderava solamente dialogare un po'in pace con la sua dama di compagnia.
    Beltrand avrebbe seguito le tre donne fuori rimanendo comunque a qualche passo di distanza, in modo da essere sempre a disposizione, ma non troppo vicino da risultare inappropriato.
    - Dunque Eas, quali sono... - cominciò Diotima.
    - Madre! Vi prego. - la interruppe Calliana. - Credo che mio padre abbia già valutato la competenza della signorina Eas, altrimenti non ci avrebbe mai mandate a chiamare. -
    La donna più anziana sospirò e scosse la testa per poi riprendere le redini del discorso.
    - Ci sono cose che solo altre donne possono valutare. Non dubito del giudizio di Caleb, ma voglio essere certa che al tuo fianco ci sia qualcuno che sappia prendersi cura di te. -
    Calliana aprì la bocca per rispondere, ma poi la richiuse, conscia che discutere con la madre in quel momento non avrebbe portato da nessuna parte. Si lasciò andare, appoggiando la schiena allo schienale della sedia e trattenendo a stento uno sbuffo per quella situazione.
    - Dicevo, avete precedenti esperienze come dama di compagnia? Avete mai fatto da levatrice? -
    Erano domande piuttosto mirate, soprattutto l'ultima che espressa in quel modo presumeva che Eas non avesse mai avuto esperienze pregresse nell'assistenza di partorienti o sapesse come trattare una donna in stato di gravidanza. Calliana non avrebbe di certo dato alla luce un bimbo a breve, ma la preoccupazione della madre poteva essere anche comprensibile. Sembrava aver giudicato già Eas con le sue parole, ancora prima di conoscerla a fondo, e forse era questo che faceva la nobiltà: si chiudeva nelle proprie convinzioni e giudicava gli altri dall'alto in basso.
    Diotima avrebbe atteso pazientemente le risposte della donna, e che fosse soddisfatta o meno delle risposte dopo un po' si sarebbe alzata e avviata verso la casa lasciando così Calliana ed Eas da sole; eccettuata la presenza silenziosa di Beltrand pochi passi più indietro.
    - Vi chiedo scusa per l'apprensione di mia madre. - disse Calliana sporgendosi nuovamente verso Eas e servendo a sé stessa e poi all'ospite un infuso che profumava di erbe.
    Lanciò uno sguardo furtivo attorno a sé e poi cercò lo sguardo della donna davanti a sé, prima di parlare.
    - Siete un'avventuriera raccontatemi di voi, della vostra vita e delle vostre avventure. - negli occhi della giovane c'era una luce del tutto diversa da quella che avevi scorto in precedenza. Nemmeno quando aveva detto che un figlio era tutto ciò di cui una donna aveva bisogno era sembrata così radiosa come in quell'istante.
    Forse Calliana mostrava una facciata da brava figlia nobile, ma dentro di sé i suoi desideri si scontravano con i suoi doveri. Ora pendeva dalle labbra di Eas.

    Dato che Diotima avrebbe chiesto agli altri di lasciare un po'di spazio personale a Calliana e la sua dama di compagnia, Darina e Asker non avrebbero potuto seguire le donne sulla veranda, e dopo che lord Caleb si era congedato per ritirarsi nel suo studio i due sarebbero rimasti per qualche istante da soli nel salone, forse incerti sul da farsi.
    Un giovane servo, che poteva avere a occhio e croce l'età di Darina, si fece avanti e disse che il suo signore lo aveva incaricato di accompagnare il Cavaliere alle stalle in modo che potesse verificare l'adeguatezza del luogo per il suo compagno animale. Il servo poi avrebbe guardato Darina dubbioso, aspettando che anche lei lo seguisse.
    Le stalle del maniero erano situate poco distanti dal cortile in cui quella mattina avevate affrontato quella specie di ressa. Ora il posto era tranquillo e dalle stalle arrivava il familiare odore di fieno, mangime e cavalli. Il giovane vi fece rapidamente strada verso l'interno dello stabile in cui erano presenti almeno una decina di animali. Alcuni sentendo odori nuovi si sporsero dai loro recinti osservando con curiosità gli sconosciuti. In fondo allo stabile, lo stalliere era intento a nutrire un giovane puledro e sentendo dei passi si voltò verso di voi.
    - Rumail che diavolo stai combinando? - sbottò l'anziano stalliere. Aveva alcuni segni di morsi sulle mani e braccia, probabilmente lasciati da qualche bestiola non proprio collaborativa e la pelle abbronzata dal lavoro all'aperto.
    - Mestro Lanart mi ha chiesto di condurre il Cavalier Asker e il suo scudiero alle stalle per... -
    L'uomo sbuffò e avvicinandosi al ragazzo gli mollò un ceffone sul capo che riecheggiò per qualche istante nell'aria. Il ragazzo, colto di sorpresa, si voltò con occhi colpi di rabbia e perplessità.
    - Innanzitutto è una donna. - disse l'anziano. - E poi non credo sia lo scudiero di qualcuno. Pugnali al fianco e abiti da viaggio possono trarre in inganno, ma basta guardarla per qualche istante in più per capire che si tratta di un'avventuriera o di una mercenaria. Ora chiedile scusa e vedi di non combinare altri danni. - si sarebbe poi voltato verso Asker chiedendogli di seguirlo verso uno dei recinti in fondo allo stabile.
    Rumail tenendosi ancora la testa per la botta che l'uomo gli aveva rifilato si sarebbe prodigato in una serie di inchini più o meno profondi e scuse balbettate mentre cercava di giustificare il suo comportamento.
    - Io, non intendevo mancarle di rispetto, solo che... - disse chinando ancora il capo. - Non ho mai visto avventurieri donne e quindi ho...ho pensato che foste un ragazzo...uno strano ragazzo, ma comunque un ragazzo. Insomma, credevo foste lo scudiero del cavaliere e quando mestro Lanart mi ha detto di accompagnarvi mi aspettavo una donna, insomma...come dama Calliana e... -
    Balbettò ancora per un po' cercando di giustificarsi. Probabilmente il giovane Rumail era il figlio di qualche altro servo della casata e aveva vissuto sempre in quel luogo non conoscendo altri che la sua piccola realtà in cui le donne erano nobili signore ben vestite e gli avventurieri rozzi uomini in armatura.
    Nel frattempo in fondo alla stalla l'anziano stalliere, che si era presentato ad Asker come Coril, mostrò al cavaliere lo spazio che sarebbe stato dedicato a Rùfio per quella sera. Il recinto era piccolo e avrebbe potuto contenere uno, al massimo due cavalli, ma per la sua bestiola sarebbe stato sufficientemente grande.
    Coril si chinò e tese la mano verso l'ippogrifo cercando di entrare subito in sintonia con lui, dopotutto avrebbe dovuto nutrirlo per quella sera. Dai gesti e dal modo di muoversi sembrava che Coril ci sapesse fare con gli animali e forse quello non era il primo ippogrifo che vedeva dato che non si era scomposto più di tanto vedendolo trotterellare al fianco di Asker.
    - Davvero una splendida creatura. - commentò infine. - Non ce ne sono molti in circolazione e da adulti sono più difficili da trattare. E' al vostro fianco da molto? -


    NOTE DEL MASTER



    Ruolate liberamente.

    SCADENZA



    Dato che so che Kinamy ha qualche problema con le scadenze ultimamente preferisco non mettere date precise in modo che se dovesse trovarsi oberata non si senta costretta a fare in fretta dato che questa quest verterà molto sull'interpretazione. In ogni caso gradirei che foste tutti in grado di mantenere un ritmo celere, ovvero 48/72 ore al più tardi.. Cercherò di essere il più elastico possibile, ma cerchiamo di non far cadere il ritmo.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Guerriero

    Group
    Member
    Posts
    17,515
    Location
    Repubblica di Pisa

    Status
    Anonymous
    E A S
    SETSUNA
    U C H I H A


    dbnz89

    { I don't cry on the outside anymore. }


    Tradizione
    ~ A lovely place

    Oh andiamo, ho visto più saloni da té negli ultimi dieci anni io da sola che probabilmente tutte le persone qui dentro in questa casa messe insieme e non che la cosa per me debba essere un vanto considerando il perché, essere semplicemente un trofeo da esporre ti fa tanta rabbia.
    Solo che se ti serve a sopravvivere ingoi quel rospo e tutti quelli che ti tirano in faccia. Mi da fastidio il giudizio di Diotima? Ci mancherebbe, non a caso mi permetto subito di sorridere alla mia dama e quando mi porge la mano, la prendo delicatamente con entrambe per farla stare tranquilla.
    « Non ci sono problemi, davvero, posso capire le perplessità della signora. »
    Perché? Detto fatto.
    Leggere le persone è così facile. « Mi guardi e poi guardi le altre due persone che si sono presentate con me, per fortuna prima di tutti gli altri. » Una frecciata, tanto Beltrand era lì. Dovevo mettere un po' alla prova anche lui, altrimenti non avrei avuto nessuna risposta a tutte le domande che avevo in testa e non che adesso sarebbe stato il momento giusto, anzi. Dovevo indagare di più ma intanto... « Si presenta un Cavaliere ed una ragazza che da tutto l'aspetto di essere una combattente nata, poi arrivo io: vestiti meno logori, nessun'arma e volto più pulito, se mi passate il termine. Con che autorità? Posso mostrare che combatto diversamente da loro, questo però significa poco. Per questo non vi arrabbiate con vostra madre, se lo domanda è perché vuole che la persona messa accanto a questo fiore appena sbocciato sia quella giusta. »
    Ripeto, giudicare le persone è semplice.
    Capirle è però facile.
    Sorrido nel modo più amorevole che posso alla ragazza per poi lasciarle delicatamente la mano, dando le mie attenzioni adesso alla signora che somiglia di carattere così tanto al marito che quasi mi spavento. Però è anche comodo ed a mio avviso, lecito.
    Riporto le mani al grembo, sorridendo alla signora. Non ho motivo per ritenermi offesa.
    « La vita da avventuriero offre e noi non siamo in grado di rifiutare, per questo dobbiamo esser pronti a qualsiasi situazione. Che sia il combattere l'animale più feroce del mondo o che sia solamente il raccogliere un'erba medica, ma è la riconoscenza delle persone che offre delle opportunità inaspettate o dei...premi, se mi passa il termine. Mi è capitato di essere invitata da qualche cliente grato a presenziare a qualche attività ed ho sempre saputo che il mio posto non fosse altro che quello della compagnia: nessuno si aspetta che una come me o in generale un combattente si metta a conversare di politica od economia. Una compagnia non può di certo far brutta figura all'accompagnato, soprattutto se di famiglia rispettabile. »
    Arroganti, egocentrici, alimenta le loro sensazioni e dimostrati umile, quasi inferiore.
    Probabilmente mi avrebbero tutti quanti legato le scarpe diverso tempo fa ma questo non è rammarico, purtroppo non aveva colpa nessuno dei presenti del perché la situazione ormai fosse quella che era. Per quello che riguarda da levatrice---eh, eh era l'unica cosa che non doveva succedere nel mio lavoro. Ma tipo l'unica o almeno la più importante in assoluto e purtroppo devo dire che di ragazze in stato di dolce attesa un paio ne avessi avute che avevo tenuto più che potevo, poi la loro vita non è la mia e non posso decidere. Mi grattai la guancia.
    « Non di professione, no. Ho avuto incarichi che prevedevano l'assistenza a delle ragazze in dolce attesa, almeno non posso dire di partire da zero: conosco dei metodi per conciliare il sonno, delle essenze per allietare i dolori ma il resto dipende sempre tutto dalla persona in questione. Sua figlia è molto energica, le ragazze con cui ho avuto a che fare erano molto meno fisicamente in salute. »
    Quando Eveline aveva saputo di essere in dolce attesa apriti cielo, era caduta in una depressione non indifferente: aveva avuto la fortuna che fossi riuscita a rintracciare il padre e se ora stava bene...mi mandava sempre qualcosa al locale ogni tanto, che brava ragazza. Certo che è stata un'unione non proprio convenzionale ma io ne sono stata oltremodo contenta come non mai.
    « E dato che il mio ruolo è stato deciso, sentitevi libera di mettermi alla prova come meglio desiderate. »
    Chinai il capo di lato cercando di essere il più solare possibile, attendendo poi che la signora si congedasse venendo poi letteralmente presa da Calliana: che cara ragazza che era, doveva aver visto talmente poco del mondo che ora non vedeva l'ora di saperne di più dalla prima persona che le avesse dato disponibilità.
    Ovvero me dato che sarei stata pagata per questo.
    « Siete gentilissima. » Ringraziai prendendo l'infuso datomi, portandolo appena sotto il naso per sorseggiare e... « Per caso è estratto di valeriana? » La prendevo spesso per rilassarmi, soprattutto quando dovevo dormire. Andava davvero bene ad una donna in dolce attesa che aveva bisogno di energie? Arricciai le labbra. « E' ottima ma non proprio indicata a questo periodo della giornata: se posso consigliare, questa assumetene una tazza prima di dormire. Adesso io invece vi consiglierei dell'essenza di maca, è un energetico naturale. Bisogna pensare che siete in due, dovete aver forza per entrambi. »
    Perché parlavo così? Been there, done that. « Se poi non è valeriana vi chiedo scusa, gli infusi sono un po' il mio punto debole e mi aiutano molto durante la giornata. Delle avventure, mi domandate... » Non so quanto avrebbe voluto sapere la vera verità sul mio conto, potevo inventarmi qualcosa oppure riadattare qualche cosa di già visto e vissuto perché fosse meno proibito. Era una pratica interessante, un metodo di recitare per niente poco gradito: la pratica aiuta, si sa, ed io ne avevo tanto bisogno. « Perché no, sembrate davvero curiosa su ciò che sta fuori da questa magione. Cosa gradite di più tra mare e montagna? »
    Ne avevo un paio per luogo, dovevo solo vedere cosa tirare fuori dal mio archivio.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
    © 2012

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    GRAMMAR NAZI

    Group
    Member
    Posts
    1,161

    Status
    Offline
    Incalzata dal terrificante "Un figlio è tutto ciò di cui una donna ha bisogno", Darina cercò di parlare il meno possibile, non era sicura che gli usi fossero simili a quelli del resto di Kalendor che aveva visitato e temeva che una donna autonoma e che parla pure "troppo" sarebbe stata subito vista di cattivo occhio. Non era nemmeno del tutto sicura che nessuno avrebbe fatto storie, era anzi abbastanza stupita della reazione pacata del padrone di casa. Si sarebbe aspettata qualche domanda in più sulle sue capacità o una prova, vista la considerazione data alle donne in quanto a forza e non solo. D'altronde era già capitato appena fuori da Alkarna, con le prime carovane, che qualcuno ben attento a farsi sentire da lei denigrasse "le femmine che intraprendono troppa iniziativa di testa propria, figuriamoci viaggiare da sole, vanno proprio a cercarsele".
    Lei voleva solo fare il suo giro, prendere i soldi e, magari, toccare quello stupendo l'ippogrifo. Di sicuro non le interessava piacere e non sarebbe valsa la pena creare guai per voler imporre a tutti i costi il fatto che era una donna che faceva una vita considerata dai più "da uomo". Rendersi il più invisibile possibile sarebbe stata la cosa più saggia.
    Fu con gioia che, dopo essere stati congedati, seguì Asker e Rufio alle calcagna del giovane servo, impaziente di uscire dalla stanza e allontanarsi dal padrone di casa che non sapeva che il proprio servo aveva mandato via i candidati per giorni. Avrebbe preferito non trovarsi nella stessa stanza quando lo avesse scoperto, e temeva che potesse accadere da un momento all'altro.
    Arrivarono quindi scortati dal ragazzo alle stalle e subito lo sguardo di Darina si mosse alla ricerca di qualche cavallo. Erano delle belle creature, molto dolci, che aveva imparato a conoscere soprattutto durante il periodo trascorso con And'jel. Ricordandolo il suo stomaco, o il suo cuore, si strinse.
    Con gioia intravvide un puledro, nascosto alla vista solo da quello che sembrava essere lo stalliere che si voltò non appena si avvicinarono.
    Rumail che diavolo stai combinando? proruppe l'uomo verso il ragazzo, che subito rispose: Mestro Lanart mi ha chiesto di condurre il Cavalier Asker e il suo scudiero alle stalle per...
    Del tutto inaspettatamente lo stalliere gli si avvicinò e gli mollò un ceffone che alla ragazza sembrò di sentirne l'eco contro la propria testa.
    Innanzitutto è una donna. E poi non credo sia lo scudiero di qualcuno. Pugnali al fianco e abiti da viaggio possono trarre in inganno, ma basta guardarla per qualche istante in più per capire che si tratta di un'avventuriera o di una mercenaria. Ora chiedile scusa e vedi di non combinare altri danni.
    La prego, non ce n'è bisogno. Intervenne inorridita alle parole dell'uomo che aveva appena assestato un bel ceffone per una cosa di così poca importanza.
    Io, non intendevo mancarle di rispetto, solo che... Non ho mai visto avventurieri donne e quindi ho...ho pensato che foste un ragazzo...uno strano ragazzo, ma comunque un ragazzo. Insomma, credevo foste lo scudiero del cavaliere e quando mestro Lanart mi ha detto di accompagnarvi mi aspettavo una donna, insomma...come dama Calliana e...
    Tranquillo, sono donna solo da poco, rispose la shalariana al giovane con un sorriso. Cioè, nel senso, fino a poco tempo fa vestivo davvero come uomo, quindi non sono un esempio di femminilità...e non mi offende essere scambiata per uno scudiero. Davvero, non occorrono scuse.
    Ridacchiò nel tentativo di sdrammatizzare: Forse dovrei farmi crescere i capelli e indossare una mezza gonna, si eviterebbero certi fraintendimenti.
    Lo stalliere si presentò e condusse Asker al vano che avrebbero riservato all'ippogrifo e, incerta se seguirli o meno, chiese al ragazzo di poter vedere i cavalli, se non era un problema, osservando con la coda dell'occhio i due uomini con le orecchie tese per carpire informazioni sul misterioso animale.
    Davvero una splendida creatura. Non ce ne sono molti in circolazione e da adulti sono più difficili da trattare. E' al vostro fianco da molto?
    Sentendo quelle parole del signore Darina si chiese se l'animale era così da adulto, come fosse stato da cucciolo. Era uscito da un uovo, come i normali uccelli? Nella sua mente vide una versione di Rufio come una minuscola pallina piumosa un po' arruffata con i due occhioni gialli da cucciolo e non poté trattenersi dal sorridere per quell’immagine così tenera. Chissà com'era bello da pulcino!

    Edited by Kinamy - 20/5/2018, 12:22
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,804

    Status
    Offline
    Cavalli


    Asker e Rùfio avrebbero seguito tranquilli il servo predisposto da Caleb fino alle stalle.

    Quando si furono congedati con il padrone di casa e si stavano ormai muovendo lungo il corridoio che portava all'esterno, Rùfio avrebbe rivolto il capo verso il cavaliere mentre avanzavano, gracchiando con disappunto.

    Certo che sanno che non sei un cavallo, non ricominciare con la solita lagna. Asker mantenne il tono basso, sospirando esasperato. Alle volte era come dover badare ad un bambino. Effettivamente a livello di maturità non doveva esserci molta differenza.

    Per quanto riguarda la sistemazione, non era la prima volta durante i loro viaggi che Rùfio permaneva nelle stalle, sebbene per tutto il periodo in cui era vissuto a casa propria l'ippogrifo era trattato più come un animale da compagnia che da soma. Aveva il proprio giaciglio nella (grande) stanza di Asker dove dormiva assieme al suo padrone. Era libero di vagare per la magione come un qualsiasi cane o gatto che fosse. Fu davvero difficile agli inizi fargli capire che al di fuori di quelle mura dovevano adeguarsi al paradigma cavaliere-cavallo, ma ormai si era abituato bene. Salvo di tanto in tanto lagnarsi, come in questo caso.

    Raggiunse le stalle, Rùfio scambiò qualche occhiata incuriosita verso i cavalli nei loro recinti con occhi vispi e curiosi. Asker invece si soffermava a guardare l'intera struttura, concludendo ancora una volta che per essere la famiglia più influente di quel borgo la loro dimora era tutto sommato modesta, se paragonate a quelle di Aethernia. Grande di certo, funzionale, ma nulla di straordinario.

    *CROAAK!*



    Rùfio trasalì emettendo un verso stridulo al richiamo dello stalliere. Sentirsi sbraitare contro non era certo il benvenuto che si aspettavano, tuttavia si resero conto quasi subito che la strigliata era diretta al garzoncello.

    Rùfio teneva il capo lievemente abbassato, tirando indietro le penne del capo e sbarrando gli occhi, intimorito dalla figura dell'anziano stalliere.

    Asker se ne rese conto ma fu preso dalla discussione sorta in seguito alla magra figura del servo nei confronti di Darina. Si sentì rammaricato inizialmente provando ad immaginare l'imbarazzo che la donna poteva provare, poi provò ammirazione per il modo in cui la donna gestì la situazione.

    Gli diede l'impressione di essere una donna pratica ma gentile e queste erano belle qualità. Molto bene dato che avrebbero dovuto collaborare spalla a spalla per la durata di quel lavoro.

    Garbatamente rimase in silenzio, distogliendo lo sguardo dai presenti e facendo qualche carezza a Rùfio per non suscitare altro imbarazzo. La ragazza era in grado di cavarsi fuori dalla situazione da sola, non sarebbe servito aggiungere altro. Anche perché ci aveva già pensato il rude stalliere a strafare e stradire.



    Si passò ad altro di lì a poco e l'anziano approcciò Rùfio cercando di stabilire un contatto.

    Asker ebbe l'impulso di intervenire, percependo il disagio provato dal compagno per via della situazione e dei modi intimidatori dell'uomo ma si padroneggiò, lasciando che i due si approcciassero. Dato che l'ippogrifo avrebbe dovuto passare la tutta la notte lì, era sicuramente il caso che cominciasse a socializzare.

    L'animale inizialmente si ritrasse, ma notando la naturalezza e la calma con la quale lo stalliere aveva offerto la propria mano, il timore inizialmente provato cominciò a trasformarsi gradualmente in curiosità.

    Avvicinò il becco gradualmente, salvo ritrarsi di nuovo. Notando che l'uomo non aveva reazioni nè scatti improvvisi, avvicinò il becco di nuovo, lasciandosi infine toccare da quell'altro.

    Asker incrociò le braccia, osservando la tecnica usata. Certo l'approccio era totalmente diverso, pensò che quell'uomo ci sapesse fare più con gli animali che con gli esseri umani.

    Dieci anni. Rispose poi quando fu interpellato, l'espressione sul suo viso distesa notando come Rùfio si stesse ormai tranquilizzando. E' con me praticamente da cucciolo, poteva avere pochi mesi. E' un regalo di mio padre, a lui gli animali sono sempre piaciuti.

    Rùfio emise un verso breve, quasi commentando la risposta di Asker, tenendo gli occhi ormai vispi e giocosi sullo stalliere mentre muoveva il becco per giocare con la mano dell'uomo.

    E' vero, a lei non sei mai andato molto a genio. Ridacchiò il cavaliere, rispondendo all'animale.

    Non era un legame da tutti, intendersi in tal modo con un animale, questo lo stalliere lo avrebbe riconosciuto subito.

    E' lei ad occuparsi di tutti questi animali? Dev'essere un lavoro molto impegnativo. Devo farle i complimenti, si vede che i vostri cavalli vengono trattati in maniera ottima. Lo si capisce dai loro occhi. E voltò il capo spaziando con lo sguardo verso i recinti circostanti.

    Gli anni passati con Rùfio gli avevano conferito una certa esperienza con il linguaggio del corpo animale. Qualcosa che non poteva essere imparato sui libri ma solo vivendoci continuamente al lato.

    E' da molto al servizio dei Lanart? Chiese preventivamente, cominciando a pensare di poter utilizzare quell'incontro in maniera produttiva, dato che tecnicamente era già stato assunto.

    Sa, io e la dama al mio fianco siamo stati assunti per scortare la incantevole Calliana al tempio in vista della nascita del rampollo. Mi stavo chiedendo da un po' ormai se vi fossero motivi per temere qualche brutto scherzetto durante il tragitto. Non ho voluto farne menzione direttamente al padrone di casa, avrei aspettato almeno di essere a cena questa sera, ma a questo punto, il punto di vista di qualcuno vicino alla famiglia da anni può far sicuramente comodo. Ebbe l'impressione di aver fatto troppi preamboli, purtroppo lui era fatto così, con le parole ci andava sempre piano e con tatto per risultare persuasivo e la maggior parte delle volte otteneva il risultato sperato.

    Si premurò solo di aggiungere, infine. Sa dirmi anche qualcosa riguardo a quel tale... Beltran? Rùfio non appena lo ha visto lo ha preso di mira e di solito io mi fido del suo istinto. Ha la straordinaria capacità ad annusare le persone disoneste a prima occhiata.

    Era falso e per fortuna Rùfio non stava prestando attenzione sennò si sarebbe sicuramente tradito. Ma usare l'ippogrifo per far passare una domanda tanto diretta gli sembrò una buona idea, sperando che se ci fosse qualcosa da temere da parte di quel Beltran non fosse invischiato anche lo stalliere. In tal caso, la domanda avrebbe sortito un effetto contrario, ma ponendola in tale modo sarebbe passata come un innocua superficialità da parte dell'ippogrifo e non un sospetto o un'accusa bella e buona.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    Onorare la Tradizione

    Nobiltà e Schiavitù


    Diotima non lasciò trapelare alcuna emozione durante il discorso di Eas, ma annuì soddisfatta e si lasciò scappare un sorriso compiaciuto prima di congedarsi.
    Le tue parole però avevano risvegliato l'interesse di Calliana. Se all'inizio ti aveva vista semplicemente come la scelta del padre come dama di compagnia per quel viaggio, ora lei ti osservava con ammirazione e quasi rispetto. Da quello che avei detto era chiaro che avevi avuto le tue esperienze come avventuriera, ma che questo non aveva minato la tua femminilità o ti aveva in qualche modo cambiato. O forse lo aveva fatto, ma tu non te lo eri lasciato sfuggire.
    Alla tua domanda se l'infuso fosse estratto di valeriana la donna scosse la testa, ma non ti interruppe dato che ormai tu eri andata avanti con il tuo discorso calamitando nuovamente l'attenzione. Sì, decisamente Calliana voleva sentire delle tue avventure, potevi quasi vedere la curiosità manifestarsi in maniera fisica nei suoi occhi.
    - Il mare. - disse poi con un sospiro. - Ne ho sentito parlare, ma non l'ho mai visto. Dicono che sia parecchio più grande del Lago di Hayln. -
    Era evidente come fino a quel momento la donna avesse vissuto solamente nella magione familiare, relegata al suo ruolo di donna di famiglia che però le stava stretto, e come molte altre sognava di poter vivere meravigliose avventure nelle lande di Kalendor. Il mondo fuori dal casato Lanart però non era tutto rosa e fiori, e tu avresti avuto il coraggio di dirle quello che era davvero la vita di un'avventuriero? Dei rischi del mestiere e dei pericoli e delle insidie, ben diversi da quelli romanzati nelle letture e nei canti dei bardi?
    Beltrand alle spalle della donna non reagì alla frecciatina di Eas. Tuttavia se questa lo avesse osservato ora avrebbe scorto sul suo viso un'espressione diversa rispetto a quella che aveva mostrato quando era uscito per "accogliere" gli interessati al bando. Non aveva più l'aria da servo zoppo e vincolato agli ordini del padrone, sembrava quasi una persona diversa. Osservava Calliana con un sorriso sulle labbra, lo stesso sorriso che avrebbe potuto avere un padre orgoglioso della propria figlia; un sorriso che non avevi visto sul viso di Caleb.
    Si lasciò sfuggire un sospiro nel sentire la donna parlare del mare e capendo che era desiderosa di sentir parlare delle avventure della sua dama di compagnia. Che fosse quello il vero aspetto e carattere del servo?
    Calliana pendeva dalle tue labbra, mentre sorseggiava distrattamente l'infuso, che ora anche tu avresti riconosciuto avere un lieve sentore di miele e camomilla.

    Nelle stalle Rumail ascoltò la spiegazione della ragazza di come a suo dire fosse ragazza solo "da poco". Strabuzzò gli occhi incredulo e scrutò per bene la figura della shal'ariana, chiedendosi come potesse essere che una donna decidesse volontariamente di fare la vita dell'avventuriero o addirittura portare abiti da uomo. Darina l'aveva buttata sul ridere e il giovane stalliere rise a sua volta imbarazzato, non sapendo come scusarsi ulteriormente.
    Un cavallo più curioso degli altri si sporse arrivando a sbuffare sulla testa di Darina, che probabilmente non lo avrebbe notato tanto era concentrata a osservare Rùfio e Coril in fondo alla stalla.
    - Oh no, Yora smettila. - disse Rumail allontanando prontamente il muso dell'animale dal capo della giovane dandole un buffetto sul muso.
    L'animale si ritrasse sbuffando, ma non sembrò desistere dal suo interesse rimanendo comunque con il collo oltre il recinto e osservando la shal'ariana.
    - Sembra avervi preso in simpatia mestra - disse Rumail usando stavolta un tono più formale e chiamandoti persino signora. Aveva usato lo stesso termine utilizzato da Beltrand per rivolgersi al suo padrone, ma avresti potuto intuire che nel loro dialetto, come forse nel tuo, alcune parole cambiavano significato a seconda del contesto in cui erano inserite.
    - E' una cavalla da sella piuttosto vivace. - spiegò il ragazzo accarezzando dolcemente il muso dell'animale. - Era la preferita di Dama Calliana, ma mestro Lanart le ha proibito di cavalcarla perché meno docile di altre bestie. Spero che almeno glie la lasci portare per il viaggio; entrambe ne risentono di questa forzata lontananza. -
    La cavalla aveva un manto marrone scuro e fitto con una lunga macchia bianca sul muso, mentre la criniera era tendente al nero e piuttosto lunga. Sbuffava un po' alle carezze di Rumail, ma non si scostava e continuava a fissare Darina con un certo interesse.
    Un nitrito infastidito dallo stallo adiacente, seguito dalla comparsa di un nuovo muso equino, attirò l'attenzione del giovane che tese nuovamente la mano per accarezzare il nuovo animale.
    Questo era più grosso di Yora e il manto era nero e spesso senza alcuna altra macchia di colore. Anche il capo pareva più grosso, e a meno di casi particolari doveva essere per forza un maschio.
    - Questo invece è Zabor. - disse Rumail in favore di Darina. - Un vecchio castrone a disposizione dei servi o degli ospiti; per un certo tempo è stato il cavallo personale del mestro Lanart. -
    Il giovane stalliere sembrava saperci fare con le bestie a giudicare da come queste nitrissero soddisfatte dalle carezze e dai buffetti che lui gli riservava, o da come parlasse a loro a bassa voce e questi muovessero le orecchie in risposta.
    - Come ve la cavate con i cavalli? Dato che domani dovrete mettervi in viaggio forse è il caso di farvi fare conoscenza. - disse infine allontanandosi dagli stalli di Yora e Zabor e facendo cenno a Darina di seguirlo poco oltre, più vicino a dov'erano Coril, Asker e Rùfio.
    Aprì la porta dello stallo facendo uscire un cavallo dal manto rossastro con lievi sfumature dorate. Lentamente tenendolo per le redini l'avrebbe condotto fino all'ingresso delle stalle dove, con più spazio a disposizione, sarebbe stato più facile farlo avvicinare alla sua prossima cavallerizza.
    Rivolgendosi infine a Darina avrebbe presentato l'animale.
    - Si chiama Firya. - cominciò Rumail mettendosi davanti all'animale e accarezzandole il muso. - E' piuttosto docile e facile da guidare. Anche se dovessi avere poca esperienza nel cavalcare non avrai problemi. -
    Poi avrebbe fatto cenno alla ragazza di avvicinarsi e farsi annusare dalla cavalla. Poi le avrebbe suggerito di metterle una mano sul muso e accarezzarla magari presentandosi a sua volta. Secondo lui funzionava meglio che semplicemente forzare il cavallo ad accettarti come cavaliere.

    Coril non si scompose quando l'ippogrifo si ritrasse dopo che lui aveva teso la mano. Era piuttosto normale, dopotutto lui era un estraneo, ma non estraneo ad aver a che fare con gli animali. In poco tempo il compagno animale di Asker si lasciò accarezzare dallo stalliere, che toccando la creatura cercava di stabilire un contatto.
    Rimase stupito nel vedere come il cavaliere e l'ippogrifo sembrassero in grado di comunicare quasi mentalmente. Aveva detto che erano assieme da quasi dieci anni, dunque doveva esserci un forte legame, ma questo sembrava molto diverso dal semplice rapporto "padrone - animale". Era curioso, ma non disse nulla.
    L'ippogrifo tentò di rifilare a Coril un piccolo morso giocoso, che l'uomo anticipò spostando la mano e poi tendendola di nuovo. Con quel modo di fare giocherellone avrebbe di certo attirato l'interesse della bestiola che probabilmente avrebbe accettato di buon grado l'idea di passare la serata in sua compagnia invece che con quella del suo padrone.
    - Io e mio figlio Rumail ci occupiamo delle stalle e di tutti gli animali. - disse rispondendo ad Asker. - Lui si occupa delle bestie più giovani, mentre io di quelle più anziane e reticenti. -
    Nel frattempo Asker aveva dato voce alle sue domande, che Coril aveva ascoltato con attenzione mentre continuava a giocherellare con Rùfio facendosi probabilmente pian piano accettare dall'animale. Era abbastanza intelligente da capire la situazione, forse meglio di certi esseri umani.
    - Chiunque viaggi sulla strada maestra può essere preso di mira dai banditi, che sia nobile o meno. - disse con una scrollata di spalle e sollevandosi per guardare Asker negli occhi. - Lavoro per i Lanart da quando avevo dieci anni e se dovessi elencare tutti quelli che covano risentimento verso la famiglia probabilmente domattina saremmo ancora qui a discuterne. -
    Guardò oltre la spalla di Asker, dove Rumail aveva preso Firya per le redini e l'aveva condotta fuori per farle conoscere la nuova cavallerizza. Sorrise soddisfatto vedendo che aveva scelto un buon animale per la giovane.
    - Il viaggio dovrebbe essere tranquillo, il lago non è lontano e in un paio di ore sarete arrivati. Di recente non ho sentito voci di banditi lungo la via principale, ma anche se dovessero cercare di assalirvi credo ci ripenseranno vedendo Dama Calliana scortata da un cavaliere e una guardia del corpo. -
    Magari una donna da sola sarebbe potuta essere un bersaglio più gustoso per i briganti, ma effettivamente con una scorta difficilmente si sarebbero azzardati ad attaccare. Dopotutto era proprio per quel motivo che Caleb Lanart vi aveva assoldati.
    Sentendoti parlare di Beltran, Rumail alzò un sopracciglio dubbioso.
    - Bel? - chiese poi ad alta voce. - Perché lo definite disonesto? E' il più vecchio servitore della casata ed è molto legato a Calliana e Francisco; li tratta come se fossero suoi figli. Forse ha un'aspetto bizzarro e non proprio rassicurante, ma lo conosco da molto tempo e vi posso assicurare che non farebbe mai nulla per nuocere alla famiglia. -
    Non c'era accusa o rabbia nelle parole di Coril, semplicemente stava spiegando la situazione. Tuttavia ora guardava Asker con aria interrogativa. Aveva chiamato Beltran disonesto, e voleva capire perché.


    NOTE DEL MASTER



    Ruolate liberamente.

    SCADENZA



    Dato che so che Kinamy ha qualche problema con le scadenze ultimamente preferisco non mettere date precise in modo che se dovesse trovarsi oberata non si senta costretta a fare in fretta dato che questa quest verterà molto sull'interpretazione. In ogni caso gradirei che foste tutti in grado di mantenere un ritmo celere, ovvero 48/72 ore al più tardi.. Cercherò di essere il più elastico possibile, ma cerchiamo di non far cadere il ritmo.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,804

    Status
    Offline
    Cavalli


    Asker ascoltò la risposta di Coril, cominciando a farsi un'idea sul tipo di persona che aveva davanti. Un uomo pratico, leale e tranquillo. Poteva fidarsi di quel che diceva, anche se non gli stava dando troppi elementi su cui basarsi.

    Non pensavo i banditi fossero un problema, in fondo siamo ad Aldaresia. Probabilmente sono stato troppo tempo rinchiuso ad Aethernia, dove l'impero racconta di aver reso le strade di tutta la regione le più sicure di Kalendor... Commentò sentendo dei pericoli per la via. In effetti lui si era sempre mosso con piena sicurezza entro i confini aldaresi, anche se non si era spostato molto lontano dalla capitale. E la zona del lago Hayln non la conosceva affatto.

    Piuttosto fu colto lievemente alla sprovvista dalla risposta dello stalliere circa Beltran. Aveva messo in conto potesse essersi trattato solo di qualche capriccio innocuo riguardo lo strano comportamento assunto dal servitore nel cacciar via i pretendenti, ma si sarebbe aspettato qualcosa di più dall'altro rispetto al "servitore dedito anima e corpo ai Lanart"

    No anzi, per carità... Infilò Asker portando una mano alla nuca e cercando di stemperare subito i toni. Non mi sognerei nemmeno di chiamare disonesto qualcuno che non conosco, solo che Rùfio di solito ci azzecca quando qualcuno gli sta antipatico. Forse si è lasciato intimorire dall'aspetto... "particolare" questa volta.

    Si schiarì la voce. Sono contento che i Lanart siano circondati di persone leali e fidate, sono doti difficili da trovare di questi tempi.

    Si voltò quindi verso Darina e l'altro ragazzo. Darina, giusto? Io credo sia il caso per me di ritirarmi in camera. Vorrei mettermi addosso qualcosa di più comodo per la cena. Vieni con me o rimani un altro po' qui?

    Scambiò anche qualche sguardo verso il ragazzo per cercare di capire se spettasse a lui anche di accompagnarli in stanza. Chiamò in causa Darina inoltre sperando che lei accosentisse a ritirarsi insieme a lui, in maniera tale da poter scambiare qualche parola riguardo al lavoro di scorta, dato che la responsabilità del viaggio ricadeva in parte eguale su entrambi loro.

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Guerriero

    Group
    Member
    Posts
    17,515
    Location
    Repubblica di Pisa

    Status
    Anonymous
    E A S
    SETSUNA
    U C H I H A


    dbnz89

    { I don't cry on the outside anymore. }


    Tradizione
    ~ A lovely place

    Lascio che donna Diotima tragga le sue conclusioni e si allontani mentre io rimango un attimo confusa da ciò che vedo. Quello mi sembra uno sguardo familiare, lo sguardo di un uomo innamorato e non so se in quel modo o nel modo in cui un padre potrebbe guardare una figlia: voleva esser lui forse ad accompagnarla? Non voleva persone intorno perché così non sarebbe partita e non si sarebbe esposta a pericoli? O forse perché mancando la tradizione poteva decadere qualcosa facendola tornare---no non voglio pensare che un servo sia ccosì subdolo, non voglio assolutamente considerare quest'eventualità.
    « Il mare non è parecchio più grande del Lago di Halyn - » Che non conosco, ma insomma è un lago. « - ma è infinitamente più grande. Non ha confini se non quello dei continenti e per questo è affascinante se visto nel modo giusto. Non è bello però svegliarsi, uscire in coperta della nave e vedere solo acqua attorno: ti fa sentire un po' persa ma in compenso quando non è agitato offre un'aria incantevole. Sperando che non soffriate di mal di mare. »
    Ho visto uomini star rinchiusi in cambusa per tutto il viaggio perché disturbati dall'oscillare della nave e non è un bel vedere, al contrario. Però ehi, ero riuscita quella volta a godermi un viaggio non male con la breza marina ad accarezzarmi la pelle. Quanto tempo sarà passato da quel primo viaggio verso Altilantia? Sette, otto anni? Forse di più, ormai ho perso il conto. Non mi era mai capitato di andare per mare così a lungo anche se in fondo la strada fatta non era molta, solo che anche ai tempi non mi ero mai recata a--- « Il fatto che però sia grande fa sì che non possa essere del tutto controllato, a volte ci sono delle bestie poco simpatiche o ancora peggio i pirati. »
    Narrarle gli orrori del mondo? E' differente: mi ha chiesto un'avventura e le avventure non trattano la composizione di fiocchi o merletti. Nelle avventure si combatte, si vive e si muore, si fanno cose che non penseresti mai ma il fatto che siamo qui a raccontarle indica che è tutto passato in bene o in male con qualche strascico.
    Sorseggiai giusto un'altra volta quella tisana, guardando il paesaggio di fronte a me per ricordare. « Era il mio primo viaggio verso Altilantia, avevo saputo da un amico che là avevano un posto dove vivere in vendita e dato che era in riva al mare - e soprattutto in un posto protetto - ho pensato che sarebbe stata una buona destinazione. Il fatto è che il viaggio è durato un po' e purtroppo, come detto, ci sono i pirati che ogni tanto scappano alle navi imperiali. Quello è stato il caso. »
    La guardai giusto perché era bello vedere le reazioni delle persone con cui parlavi. E poi non farlo era scortese. « Ci siamo trovati abbordati senza nemmeno rendercene conto ed all'inizio la sensazione non era delle più rosee, in coperta non hanno fatto in tempo ad avvertire e ci siamo trovati praticamente a combattere tutti in spazi ristretti: è stato molto difficile, soprattutto perché io per combattere ho bisogno di molta attenzione. Le magie sono attacchi delicati, basta un centimetro sbagliato ed invece che un avversario, colpisci un compagno. Era inoltre una delle mie prime esperienze dunque il terrore di sbagliare era davvero alto. »
    Sospirai, in fondo me lo ricordo un marinaio che mi urla "ragazzina fai qualcosa" ed io, in tutta risposta... « Nell'enfasi ho sparato un fulmine che ha rimbalzato su uno scudo ed ha colpito uno dei lampadari che è caduto ed ha travolto due pirati. Si dice che la fortuna aiuti gli audaci, mi domando se sia stato il mio caso ma...se ci ripenso è quasi divertente. »
    Soprattutto i secondi successivi in cui si sono fermati tutti quanti nel realizzare che cosa fosse successo: ho scrollato le spalle ed ho urlato un qualcosa che dev'esser suonata come esortazione dato che poi è partito il contrattacco. Diciamo che dopo quella ho preso un po' di confidenza. Un bel po' di confidenza in...tutto. « E posso chiedere chi ha fatto questa tisana? E' davvero buona, è opera del vostro silenzioso amico? »
    Parlavo di Beltrand, sì. In qualche modo volevo capire dove si poteva spingere il suo sentimento e soprattutto quantificarlo. Dovevo dargli un nome e soprattutto capire. « Mi sembra quasi un peccato che stia in piedi lì da solo con quest'aria meravigliosa: a proposito, non ho fatto una domanda importantissima! Si sa se sarà un maschietto o una femminuccia? »
    Dovevo far compagnia.
    Che significava? Che dovevo parlare, sì, ma far parlare anche gli altri.
    Chiunque fosse e quella ragazza mi sembrava aver talmente tanta voglia di conversare con qualcuno che fare domande sarebbe stato l'innesco per farla sciogliere un po'.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
    © 2012

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    GRAMMAR NAZI

    Group
    Member
    Posts
    1,161

    Status
    Offline
    D'istinto si ritrasse sentendo qualcosa spostarle i capelli e solo un attimo dopo si accorse della cavalla che le si era avvicinata.
    Oh no, Yora smettila. Rumail cercò di far allontanare il muso dell'animale.
    Traquillo, lo rassicurò la ragazza con un sorriso allungando appena il dorso della mano perché Yora la potesse annusare.
    Sembra avervi preso in simpatia mestra. E' una cavalla da sella piuttosto vivace. Era la preferita di Dama Calliana, ma mestro Lanart le ha proibito di cavalcarla perché meno docile di altre bestie. Spero che almeno glie la lasci portare per il viaggio; entrambe ne risentono di questa forzata lontananza.
    Il ragazzo parlò piuttosto liberamente e Darina apprezzò che non fosse diventato taciturno solo per l'imbarazzo di poco prima.
    Posso immaginare perché fosse la sua preferita, sembra molto dolce. Gli rispose accarezzandola a sua volta sul muso lungo la macchia bianca.
    Questo invece è Zabor. Un vecchio castrone a disposizione dei servi o degli ospiti; per un certo tempo è stato il cavallo personale del mestro Lanart.
    La shalariana spostò lo sguardo sul cavallo appena comparso a sua volta, come a voler dire "Ehi, ci sono anche io!" e ne osservò ammirata il manto nero e lucido. Era come si era sempre immaginata il cavallo del leggendario eroe della povera gente di cui i suoi fratelli le avevano raccontato tante storie. Mascherato, abilissimo con la spada e con il sorriso smagliante, cavalcava un cavallo nero di nome Tempesta e segnava la propria iniziale come simbolo del proprio trionfo sui malvagi.
    Si distolse da quel flashback e si fece annusare anche da Zabor. E' davvero un bell'animale. disse osservando gli occhi lucidi e la folta criniera. Parlo da profana, naturalmente. precisò notando la dimestichezza di Rumail con i cavalli.
    Come ve la cavate con i cavalli? Dato che domani dovrete mettervi in viaggio forse è il caso di farvi fare conoscenza. proseguì il ragazzo.
    Confesso di non essere una gran cavallerizza, di solito viaggio a piedi. ammise la temoriana seguendo Rumail in direzione dello stalliere, di Asker e del bellissimo Rufio.
    Fu così che Darina si ritrovò davanti l'appena liberata cavalla dal curioso manto che la ragazza aveva visto solo un'altra volta prima di allora.
    Si chiama Firya. E' piuttosto docile e facile da guidare. Anche se dovessi avere poca esperienza nel cavalcare non avrai problemi.
    Firya. E' un sauro, giusto? Il suo manto... Era semplicemente bellissima, una delle creature più belle che avesse mai visto e terribilmente simile ad uno dei cavalli del gruppo di cacciatori con cui aveva viaggiato tempo prima, lo stesso a cui apparteneva Azul. Zabu era il nome del cavallo, se non ricordava male.
    Sembri davvero a tuo agio con i cavalli. Si vede che gli vuoi bene. disse a Rumail seguendo le sue indicazioni e accarezzando Firya. Sfruttò l'occasione per cercare di cogliere con la coda dell'orecchio, per così dire, le parole che i due uomini si stavano scambiando poco lontano.
    Darina, giusto? si sentì chiamare in causa da Asker. Io credo sia il caso per me di ritirarmi in camera. Vorrei mettermi addosso qualcosa di più comodo per la cena. Vieni con me o rimani un altro po' qui?
    La ragazza fece scorrere lo sguardo sui cavalli e con gli occhi colmi di malincuore annuì.
    Suppongo sia meglio darsi una sistemata prima di essere accolti a cena dai padroni di casa. Ammise con un sorriso mesto, avrebbe preferito mille volte restare con Rumail a coccolare quegli splendidi cavalli. Grazie, Rumail, è stato un piacere. Spero di tornare presto.
    Accennò di tendere la mano per stringergliela, per poi rendersi conto che forse non era costume e avrebbe optato per un cenno con la testa.
    Signore, salutò con un altro cenno anche lo stalliere prima di affiancarsi ad Asker, in attesa di essere guidata alla propria stanza o di ricevere indicazioni su dove trovare qualcuno che ce li conducesse.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    Onorare la Tradizione

    Nobiltà e Schiavitù


    Calliana ascoltava rapita il racconto di Eas del mare e della sua avventurosa navigazione verso Atilantia. Al sentir nominare i pirati la donna si portò le mani alla bocca con fare sorpreso. Non ne aveva mai visto uno prima, ma dai racconti che aveva letto si trattava di biechi esseri dediti al ladrocinio e all'omicidio.
    Più la descrizione degli eventi e dello scontro andava avanti e più lo sguardo di Calliana si faceva curioso e ansioso. Non aveva nozioni di combattimento o arti elementali, pertanto la sua immaginazione colmò quelle lacune mostrandole molte persone ferme in una piccola stanza mentre Eas agitava le mani e scagliava una saetta contro un pirata dal ghigno malefico e dai denti marci.
    Calliana sospirò al termine del racconto. Forse anche lei avrebbe voluto vivere delle avventure simili, o semplicemente la tensione della narrazione di Eas l'aveva coinvolta tanto da mozzarle il fiato.
    Alla domanda riguardo l'infuso la donna sorrise e lanciò uno sguardo di sincero affetto all'uomo alle sue spalle. - Si, è Bel a occuparsi di me quando mio padre e mia madre sono impegnati; quindi praticamente sempre. - concluse abbassando lo sguardo sulla propria tazza e fissando per qualche istante il colorato riflesso del suo viso.
    - Troppo presto per dirlo con certezza. - rispose poi riportando lo sguardo su Eas e sorridendole con sincerità come aveva fatto fin'ora. - Mio padre vorrebbe un maschio; così avrebbe un vero erede a cui lasciare il casato. - nuovamente Calliana avrebbe spostato lo sguardo sul proprio riflesso nella tazza.
    - Non glie lo lascerò fare, non di nuovo. - disse quasi in un sussurro forse più a sé stessa che alla sua interlocutrice. Eas in quel momento avrebbe potuto scorgere qualcosa di diverso nella donna, una nuova determinazione una forza inaspettata e nascosta che forse Calliana aveva cercato di celare.
    Beltran si avvicinò e appoggiò una mano sulla spalla della donna che si voltò a guardarlo e gli sorrise.
    - Signorina Eas, lasciate che vi mostri i vostri alloggi per la notte. - disse infine Beltran. - Gradirete darvi una rinfrescata e prepararvi per la cena. -
    Era una richiesta mascherata da invito. Tuttavia Calliana sarebbe rimasta seduta a finire di sorseggiare la tisana per poi alzarsi e congedarsi dicendo che lei stessa avrebbe dovuto cominciare a prepararsi per la serata.
    Beltran avrebbe accompagnato Eas verso le stanze degli ospiti, situate al piano superiore della magione, non molto distanti da quelle dei padroni di casa. Nel tragitto l'uomo non avrebbe detto una parola anche se la donna avesse provato a fargli qualche domanda non avrebbe ricevuto risposta, riprendendo l'aura austera e distante che aveva dimostrato in precedenza.
    Solamente prima di congedarsi da Eas sull'uscio della stanza a lei destinata le avrebbe rivolto la parola.
    - Io non piaccio a voi e voi non piacete a me signorina Eas. - disse sembrando improvvisamente molto più vispo dello zoppo servitore dei Lanart. - Sarò chiaro in modo che non possano esserci fraintendimenti: non ficcate il naso in affari che non vi riguardano. -
    Con quelle parole sarebbe scomparso lungo le scale che lo avrebbero condotto al piano inferiore.
    La stanza di Eas era di medie dimensioni e ben arredata. Oltre al letto c'era una comoda poltrona posta davanti all'ampia finestra che dava sul giardino. La libreria era piena di libri dei generi più disparati, anche se i romanzi d'avventura la facevano per la maggiore, e c'era anche un nutrito scaffale di manuali d'armi. Anche se anonima quella stanza un tempo doveva essere stata di qualcuno della famiglia: mancavano decorazioni e soprammobili, ma era chiaro che un tempo fossero stati presenti, come anche quadri alle pareti di cui ora restava solo la sagoma scura coperta qualche altro dipinto di dimensioni inferiori.

    Nelle stalle Coril e Rumail salutarono Asker e Darina e ripresero le loro mansioni, anche se il giovane stalliere lanciò un'occhiata curiosa alla shalariana mentre questa si allontanava. Rumail invece continuò a occuparsi di Rùfio facendolo giocare e cominciando a dargli del cibo dalla pastoia.
    Darina e Asker non avrebbero avuto difficoltà a trovare la strada verso i piani superiori, anche grazie all'aiuto di uno servo che li accompagnò alle rispettive stanze. Durante il tragitto avrebbero avuto tutto il tempo di parlare, ma quando si sarebbero trovati a dover salire le scale avrebbero visto Beltran scenderle con un'espressione contrariata in volto. Li avrebbe salutati con un breve inchino, ma non si sarebbe soffermato a parlare.
    Le stanze degli altri due ospiti sarebbero state arredate e comode quanto quella di Eas, anche se quella di Asker aveva un po'più di personalità. Evidentemente apparteneva a Francisco, l'altro figlio di Lord Lanart, poiché la quantità di libri sulle arti della guerra e anche gli abiti nell'armadio lasciavano intuire che fossero destinati ad una persona di sesso maschile e della corporatura abbastanza simile a quella di Asker.
    Qualche tempo dopo si sarebbero presentati dei servi alle vostre porte, portandovi degli abiti per la cena nel caso in cui non aveste qualcosa di adeguato da indossare per l'occasione. Inoltre alle due donne le serve si sarebbero offerte di pettinarle e prepararle per la serata se lo avessero desiderato.

    Al vostro arrivo nella sala da pranzo avreste trovato una tavola imbandita con ogni genere di leccornia: cacciagione al forno, zuppe di legumi dal profumo invitante, pan speziato e numerosi piatti con invitanti stuzzichini di carne e formaggi. Caleb Lanart sedeva già a capotavola, alla sua destra Diotima e alla sinistra Calliana, che vedendo arrivare Eas le sorrise e la invitò a prendere posto accanto a sé.
    Al vostro ingresso Caleb avrebbe storto un po'il naso se vi foste presentati in abiti da viaggio invece che negli eleganti vestiti che vi aveva fatto avere, ma non avrebbe detto nulla la riguardo, limitandosi ad attendere che tutti avessero preso posto per poi alzarsi e dare inizio alla cena con un brindisi.
    Nella miglior tradizione aldarense i piatti già disposti sul tavolo erano a disposizione di tutti, mentre dalle cucine arrivavano contorni di verdure, patate e altri tuberi dolci indigeni di quelle terre. L'abbondanza del cibo e del vino avrebbe presto sciolto gli animi e le lingue di chi non era abituato a quei banchetti e presto un vociare allegro si sarebbe sollevato dal tavolo.
    - Spero di poter cavalcare Yora per il viaggio di domani. - disse Calliana rivolgendosi ad Eas. - Mi manca un sacco salirle in groppa e cavalcare fino ai confini della tenuta. -
    A quelle parole Caleb alzò un sopracciglio e intervenne.
    - Nel tuo stato non è il caso di mettersi a cavalcare. Tu e la signorina Eas affronterete il viaggio in calesse. -
    Inaspettatamente il volto di Calliana mutò prima in una espressione di stupore e poi in malcelata rabbia e disappunto.
    - Padre! Io... -
    - Non ti permetterò stare in sella nemmeno per un viaggio tanto breve. Sai bene quale responsabilità hai come donna di questa casata. Hai dei diritti e dei doveri nei confronti del cognome che porti! - disse Caleb alzandosi in piedi per la rabbia. - La questione non è aperta al dibattito Calliana. Farai come ti viene comandato! -
    Seguirono alcuni istanti di gelo nella sala in cui anche i servi presenti si fermarono come congelati. Calliana sostenne lo sguardo del padre per alcuni istanti, poi si alzò con la scusa di sentirsi poco bene e si ritirò verso le proprie stanze.
    Caleb da parte sua non disse altro, ritornando a sedersi e riportando l'attenzione sugli ospiti.
    - Vi chiedo scusa per il comportamento irrispettoso di mia figlia; non lasciamo che questo episodio ci rovini la cena. - disse riprendendo a mangiare come se nulla fosse accaduto. Forse così era dopotutto. Lui era il padrone di casa e quell'episodio di ribellione non lo tangeva più di tanto.
    Il resto della cena sarebbe stato consumato più o meno rapidamente e quando anche Diotima si fosse ritirata lasciandovi soli con Caleb questo, forse per via dei bicchieri di vino bevuti dopo il ritiro di Calliana nelle sue stanze, vi avrebbe rivelato alcune cose sulla famiglia che non vi aveva detto in precedenza.
    - Gabriel Alder è uno sciocco se pensa che gli lascerò la custodia del figlio. - disse senza rivolgersi a nessuno di voi in particolare. - Nominerò Francisco suo tutore e a tempo debito erediterà tutto questo. -
    Anche senza sentirvelo dire direttamente da Caleb avreste potuto intuire che l'uomo stava parlando del suocero, ovvero il padre del marito di Calliana. Francisco invece doveva essere il fratello della donna, ma perché avrebbe dovuto essere nominato tutore del nascituro invece di ereditare direttamente il casato?
    Forse resosi improvvisamente conto di aver detto qualcosa di troppo Caleb si sarebbe scusato con voi e senza ulteriori parole si sarebbe congedato da voi, lasciandovi all'enorme tavolo ormai quasi vuoto con dubbi e incertezze.


    NOTE DEL MASTER



    Ruolate liberamente.

    SCADENZA



    Dato che so che Kinamy ha qualche problema con le scadenze ultimamente preferisco non mettere date precise in modo che se dovesse trovarsi oberata non si senta costretta a fare in fretta dato che questa quest verterà molto sull'interpretazione. In ogni caso gradirei che foste tutti in grado di mantenere un ritmo celere, ovvero 48/72 ore al più tardi.. Cercherò di essere il più elastico possibile, ma cerchiamo di non far cadere il ritmo.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Guerriero

    Group
    Member
    Posts
    17,515
    Location
    Repubblica di Pisa

    Status
    Anonymous
    E A S
    SETSUNA
    U C H I H A


    dbnz89

    { I don't cry on the outside anymore. }


    Tradizione
    ~ A lovely place

    Ed allora un paio di cose avevano terribilmente senso, anzi più passavano i secondi più ero propensa a pensare che avesse qualcosa in petto che batteva per la signorina e che in fondo fosse quasi dispiaciuto di non esser lui ad accompagnarla.
    « Oh di qualunque genere sia, sarà un bambino molto fortunato: avrà una madre energica e con un occhio ancora bello vispo, saprete prendervi cura di lui senza problemi. » Dovevo solo incoraggiare e niente più, in fondo il mio compito era farle da compagnia e, di conseguenza, proteggerla quando più fosse stato necessario ma niente più. Era ormai solo una questione di rispettare il compito che mi era stato affibbiato.
    Quando mi venne cortesemente detto che dovevo andare nel mio alloggio non protestai, in fondo un attimo di silenzio per riflettere mi sarebbe servito. « Mi vogliate perdonare, signorina, ma penso che seguirò il consiglio del signor Beltrand: ho bisogno di rinfrescarmi, ma per qualsiasi cosa passate pure da me va bene? Sono a vostra disposizione. »
    Dubito che l'avrebbero fatta venire da me considerando che probabilmente mi ritenevano pari a niente, ma mi dovevo comunque mettere a pieno regime dato che dovevo esser pronta in qualsiasi periodo. Mi alzai e mi congedai inchinandomi, piegando le gambe ed anche il capo in avanti, salvo poi seguire Beltrand verso gli alloggi, al piano superiore: ero abituata a fare le scale e non avevo alcun tipo di problema a farne, ero anche curioso di vedere se avrebbe potuto dire qualcosa fino a quando...
    Oh, era molto interessante. Prima che se ne potesse andare risposi.
    « Al contrario, piccolo dolce Bel. » Gli sfiorai la punta del naso con l'indice, sorridendogli nella maniera più genuina che potessi fare: il che in genere significava che non c'era da fidarsi. Lasciai a lui l'interpretazione. « Devi capire che io ho un debole per gli uomini subdoli. » Sono pur sempre un'Uchiha, come posso non interessarmi agli schemi strani proprio io che ce l'ho quasi nel sangue? Non mi piacerà portare quel cognome ma in fondo è sempre parte di me, ho una storia intera che si basa su schemi e pugnalate alle spalle ed il tutto per un paio di occhi e non di più.
    Queste sono sciocchezzuole da serate estive dove le civette si radunano a chiacchierare ed i passanti si possono mettere di fianco, poco lontani, a sorseggiare un thé ed ascoltare facendo finta di niente. « E stai tranquillo, in fondo sono curiosa ma anche tu ricordati una cosa. »
    Gli appoggiai lo stesso indice sul petto, piano piano, continuando a tenere un tono abbastanza mellifluo e sì, anche civettuolo. Non c'era nessuno a guardare, mi potevo permettere qualche modo di fare più diretto. Mi tirai sulla punta dei piedi e portai il mio viso di fianco al suo per sussurrargli qualcosa all'orecchio.
    « Ricordatevi qual è il mio ruolo. Non intralciatemi ed io farò lo stesso. » Gli affari interni non mi riguardano, non è compito mio avere compassione, in fondo. Gli diedi al volo un bacio sulla guancia, poi lo lasciai andare tornando in camera per iniziare a prepararmi, al momento era una giornata interessante.
    Se gli altri due mi avessero cercata...beh, suppongo che avrebbero saputo dove trovarmi in qualche modo. Era in fondo una bella camera per essere degli ospiti, doveva esser appartenuta a qualcuno a giudicare dal fatto che ci fosse la sagoma di qualche quadro ed anche una libreria fornita. Suppongo che nell'armadio ci fosse un bel vestito e---eccolo lì, spiegava anche il perché del como' con lo specchio e qualcosa per sistemarmi per bene, questo perché dovendo fare da dama da compagnia dovevo essere all'altezza.
    Sfida accettata.
    Però prima avrei perso qualche secondo nel cercare di vedere se in libreria ci fosse qualche libro riguardante la vecchia epoca e soprattutto la città di Konoha con qualche vecchio racconto di clan interno. Avevo bisogno di ridere o di vedere se ci fosse qualche leggenda che valeva la pena di seguire.

    Probabilmente venni interrotta in tempo perché a quanto pareva qualcuno era venuto per me e...le serve? Per aiutarmi?
    « Oh vi ringrazio: non ho bisogno ma accomodatevi pure, penso di aver bisogno di fare qualche parola. E' tutto talmente in fermento che stare da sola è quasi scoraggiante. Accomodatevi dove meglio credete. » So cosa voglia dire fare quello che fanno loro, un po' di riposo non farà loro che bene e questo mi ricordava che dovevo prepararmi. Aprii l'armadio controllando che vestiti mi avevano dato e non erano male, serviva giusto qualche tocco in più per rendere il tutto meraviglioso: serviva, insomma, che facessi la mia magia.
    « Com'è l'atmosfera in questo periodo? La città sembra davvero viva, ci sono molte persone per le strade: tanti non sono di qui, giusto? » Questo per sapere se per caso, prima di noi, avessero visto qualcuno alla porta della casa. « Immagino che come lavoro avrà fatto gola. »
    Poi che altro chiedere mentre sceglievo e sistemavo il vestito? Tipo intanto mi toglievo ciò che avevo di dosso, sistemandolo con cura sul letto stando lontana dalla finestra: qui non ero a casa mia, non potevo stare in desabillé di fronte a tutti. « E poi non so, c'è un'aria strana. Ho avuto modo di parlare con la signorina Calliana ed è una persona dolcissima, non vede l'ora di fare la mamma, glielo posso leggere negli occhi: non ho ancora inquadrato bene né la madre, né il servo Beltrand. Non sono persone cattive, solo che un momento sono gentilissimi, quello dopo sono sospettosi di tutti. Immagino sia per il bene della ragazza, la signora Diotima in fondo posso capirla. »
    Tradotto dal linguaggio comune al subdolo: c'era qualche voce strana che girava nei corridoi della magione? « E che uomo è il compagno della signorina Calliana? Di questo sono solo estremamente curiosa, in genere i padri non vanno molto d'accordo con i pretendenti fino a quando non c'è un anello al dito. » Nessun significato nascosto.
    Finite queste spero innocenti domande ai loro occhi, presi a prepararmi con tutta la minuzia del mondo per essere più che bella, per essere davvero favolosa. Vestito, trucco, capelli e profumo: di quello che avevo non avrei tralasciato niente di niente cercando di essere davvero all'altezza della situazione e, se mi fosse avanzato del tempo, provvedere a truccare un po' anche le serve per dar loro colore in volto. Se lo meritavano.

    All'arrivo nel salone avevo fatto il possibile per essere all'altezza della famiglia nobile e contando che Calliana mi stava invitando a prendere posto accanto a lei - come mi immaginavo - direi che trovarmi bene o male preparata in questo modo [x] non era stata una pessima scelta: il vestito, in fondo, me l'avevano dato loro. Mi dispiaceva solo non aver potuto sciogliere i capelli e farli cadere su un lato, ma erano corti e mi sarei dovuta accontentare di quel fermaglio a mo' di rosa bianca da mettere al lato destro.
    Salutai la ragazza in silenzio, prendendole la mano con fare gentile per pochi secondi prima di accomodarmi silenziosamente al mio posto ed iniziare a guardarmi un po' intorno aspettando che iniziassero loro: prima regola quando sei ospite di un nobile, fai iniziare sempre prima loro. Qualsiasi cosa sia. Avrei preso poche cose giusto perché non avevo uno stomaco particolarmente vorace, quello che avevo intenzione di fare adesso era osservare ed ascoltare, magari se trovavo Beltrand sorridergli anche, sperando lo notasse e si ricordasse appunto che io non davo fastidio a lui se lui non faceva altrettanto. Forse dovevo usare un rossetto un po' meno rosso ma ripeto: ho solo usato ciò che loro mi hanno messo a disposizione.
    L'atmosfera si scaldò praticamente subito considerando che la ragazza aveva uno spirito d'avventuriero, non era una di quelle capaci di farsi coccolare ad oltranza: aveva voglia di fare, aveva solo desiderio di esplorare là dove non era riuscita ad andare e farsi vedere in prima fila. Era una di quelle persone che volevano vedere il mondo con i propri occhi.
    Il tutto si incupì giusto un attimo ma non mi lasciai condizionare troppo, ero solamente molto interessata a tutte le reazioni che potevo vedere mentre stava succedendo tutto questo e sono convinto che in fondo anche i miei compagni di viaggio fossero d'accordo nel farlo, anzi mi aspettavo che già stessero eseguendo un compito simile. Non avevo obiezioni nel viaggiare in carro, finché fosse stato accanto alla ragazza mi sarei accontentata anche di un carretto a due ruote trainato a mano.
    Anche se speravo di no.
    Quando il tutto fu finito e rimanemmo in pochi, sospirai: i nobili erano andati via, potevamo farlo anche noi. Guardai il cavaliere e l'altra ragazza, avvicinandomi a loro dopo essermi alzata dal tavolo.
    « Se avete bisogno, mi trovo in --- » Inserire location della camera qui. « Ora però dovrei andare a fare giusto una cosa, ho un ruolo da rispettare. Nel caso, ci incontreremo più tardi. »
    Poi avrei cercato una persona che mi aveva palesemente detto che non gli piacessi ma se era preoccupato per la ragazza, sapeva che probabilmente sarei stata l'unica persona in grado di poterla far sfogare un po' ed ascoltarla: Beltrand. Davvero, sperai con tutta me stessa che fosse rimasto lì in modo da potermi avvicinare e parlargli.
    « Vorrei parlare con la signorina Calliana, vorrei vedere come sta. Credo di poter essere l'unica persona con cui possa aprirsi un po' qui dentro e credo che ne abbia bisogno. » Lo mormorai in modo che mi potesse sentire solo lui.
    Se davvero teneva tanto a quella ragazza poteva concludere che non stessi dicendo una cosa molto sbagliata. Calliana aveva bisogno di parlare e nessuno, probabilmente, qui dentro sarebbe stato disposto ad ascoltarla.
    Se non ci fosse stato Beltrand, avrei raggiunto il primo membro della servitù disponibile per chiedergli di annunciarmi alla ragazza: non era mai un bene far bussare uno sconosciuto, sempre meglio farlo fare a qualcuno di familiare.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
    © 2012

     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    Onorare la Tradizione

    Nobiltà e Schiavitù


    Le serve giunte per aiutare Eas a prepararsi rimasero stupite nel sentire la donna dire di non aver bisogno di aiuto nel prepararsi per la serata, tuttavia cercarono comunque di darle una mano come potevano: tenendole l'abito o gli abiti in modo che potesse scegliere con calma ammirandone i tessuti e i colori. Se Eas avesse nuovamente protestato le avrebbero semplicemente detto che era il loro lavoro e che non era di alcun peso farlo.
    In ogni caso, vedendo la tua autonomia nel destreggiarti tra gonne, sottogonne e bottoni ai lati, avrebbero preso posto sulle sedie accanto alla libreria e la più giovane delle due, che poteva avere qualche anno più di te, avrebbe risposto alle tue domande.
    - La nostra cittadina è sempre stata parecchio vivace, soprattutto in concomitanza con festività ed eventi come il prossimo parto di Dama Calliana. - annuì poi alla tua nota riguardo il fatto che ci fossero parecchi stranieri, ma non commentò oltre, forse non sapendo bene cosa dire.
    L'altra donna invece sogghignò sentendoti parlare in quel modo di Diotima e Beltran, ma alzò le spalle e si concesse un piccolo commento. - Dama Diotima è una splendida persona, ma purtroppo è succube del marito. Quando lui le dice di fare qualcosa lei smette di pensare autonomamente e prende le sue parole come verbo divino. - non c'era disprezzo nel suo tono, era una semplice constatazione. - Beltran è il più vecchio servitore della casata, penso abbia una decina di anni in più di Coril lo stalliere. Che io ricordi è sempre stato un tipo ombroso, ma ha davvero a cuore il bene della famiglia Lanart. Dalla nascita di Francisco e Calliana li ha sempre seguiti neanche fossero figli suoi, ed entrambi lo considerano al pari di uno zio; anche se non lo ammetterebbero mai davanti a Lord Lanart. -
    Quando avresti chiesto del compagno di Calliana, e la scelta di parole da te usata avrebbe prima fatto alzare ad entrambe le donne un sopracciglio; poi il loro sguardo si sarebbe fatto più cupo e l'allegria civettuola che fin prima aveva permeato la stanza si sarebbe improvvisamente spenta.
    Avresti notato esitazione a parlare di qualunque cosa riguardante il marito di Calliana, poiché non c'era dubbio che fosse sposata dato che quando vi era stata presentata al vostro arrivo Caleb l'aveva annunciata con il doppio cognome: quello della famiglia di provenienza e quella dello sposo.
    La più giovane delle due serve aprì la bocca, quasi intenzionata a rispondere, ma l'altra l'anticipò alzandosi, e vedendo che ormai eri già pronta per la serata si sarebbe limitata a dire.
    - Questo non è un argomento di cui possiamo parlare liberamente. Siete la dama di compagnia di Dama Calliana; quando e se vorrà parlarvene, sarà lei a farlo. - e con quelle parole le due si sarebbero congedate lasciandoti sola nella stanza.

    Dopo la cena non ti sarebbe stato difficile individuare Beltran tra gli altri servi, ma se ti saresti potuta aspettare un'accoglienza fredda da parte sua non sarebbe stato quello il caso. L'uomo avrebbe ascoltato la tua richiesta e con un inchino ti avrebbe condotta fino alla stanza di Calliana bussando alla sua porta e annunciandoti. Poi se ne sarebbe andato senza dire null'altro; quello che aveva da dirti te l'aveva già detto in precedenza, ma non avrebbe cercato di sottolinearlo in alcun modo dato che anche tu eri stata abbastanza chiara con lui in quell'occasione.
    Dall'altro lato della porta la voce della giovane ti sarebbe arrivata dopo qualche istante. L'interno della camera non era diverso da quella che ti era stata gentilmente concessa, ma questa aveva più personalità: le tinte chiare delle pareti erano rilassanti e i quadri raffiguranti i tipici paesaggi delle campagne aldarensi adornavano gli spazi vuoti accanto ai mobili. Il letto aveva un baldacchino con stoffe dai colori simili a quelli usati per i muri, ma più scuri.
    Calliana sedeva a gambe incrociate sul grande letto a due piazze, in una posizione certo poco adatta ad una signora. Gli occhi della giovane erano rossi per il pianto, i capelli in disordine e il vestito spiegazzato. Probabilmente si era lanciata sul cuscino soffocando il pianto che doveva averla colta sentendo il duro rifiuto del padre.
    Fece un profondo respiro e si sedette in modo più consono mentre ti avvicinavi.
    - Ti chiedo scusa per quanto è successo a cena stasera. Devi esserti preoccupata se sei venuta fin qui. - disse asciugandosi l'ultima lacrima sul suo viso con il dorso della mano. - Ti ringrazio, ma non era necessario. Succede più spesso di quanto si possa immaginare. -
    Il tono di Calliana era remissivo, ma ti sorrise anche se stavolta dietro quel sorriso avresti potuto scorgere tua serie di preoccupazioni che fino a quel momento la donna era riuscita a nasconderti. Nel silenzio seguente avresti intuito che c'era qualcosa che la turbava, ma che non sapeva se parlartene o meno.
    Dopo qualche istante avrebbe cercato il tuo sguardo e la tua mano. Voleva avere un contatto visivo e fisico con te per dirti quello che si teneva dentro, e voleva che tu l'ascoltassi attentamente.
    - Eas io... - cominciò in un sussurro. - ...non voglio questo figlio. -
    Non potevi aver udito male, poiché non c'era rumore nella stanza. Era davvero quello ciò che pensava? Eppure davanti a Diotima, Caleb e tutti gli altri aveva persino asserito che un figlio era tutto ciò di cui una donna aveva bisogno.
    - Mio padre, mia madre, la mia casata, tutti si aspettano che io abbia un figlio. E' il mio dovere verso la famiglia come donna; a nessuno importa ciò che voglio davvero. - disse mentre i suoi occhi riprendevano a velarsi lievemente di lacrime. - Sei la prima a cui lo dico, ma più sento questa cosa crescere dentro di me e più mi sento soffocare e privare della mia già misera libertà. -
    Ora vedevi la vera Calliana, ben diversa dalla giovane gioviale e felice con cui avevi passato il pomeriggio a sorseggiare tisane e discutere delle avventure. Forse ora persino la sua curiosità riguardo quegli avvenimenti ti si presentava sotto una nuova luce.
    Lei distolse lo sguardo e ti lasciò la mano. - Forse è davvero più facile confidarsi con un'estranea, che con qualcuno che si conoscere. - disse sforzandosi di sorridere.


    NOTE DEL MASTER



    Rispondete pure tutti. Kinamy e Asker al post precedente, Ace solo a questo. Dipendentemente da come si evolve la situazione vediamo se allungare ancora un po'i post di narrazione/interpretazione.

    SCADENZA



    Dato che so che Kinamy ha qualche problema con le scadenze ultimamente preferisco non mettere date precise in modo che se dovesse trovarsi oberata non si senta costretta a fare in fretta dato che questa quest verterà molto sull'interpretazione. In ogni caso gradirei che foste tutti in grado di mantenere un ritmo celere, ovvero 48/72 ore al più tardi.. Cercherò di essere il più elastico possibile, ma cerchiamo di non far cadere il ritmo.
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,804

    Status
    Offline
    Problemi familiari


    Non appena possibile Asker avrebbe sfruttato un momento qualsiasi del tragitto verso i loro alloggi in cui avrebbe potuto parlare con Darina con voce bassa senza essere troppo vicino a qualsiasi esponente della servitù e venire ascoltato.

    Come la vedi la situazione? Chiese innanzitutto, cercando di sentire un primo parere da parte della ragazza. Un po' perché interessato ad un'opinione esterna sulla situazione, un po' per cominciare a capire come ragionasse la collega. Date le premesse, il lavoro non lasciava presagire grandi sforzi "bellici" per cui in quel frangente avrebbe preferito avere in squadra qualcuno assennato piuttosto che qualche macchina da guerra. Non che la Temoriana ne avesse l'aspetto, ma aveva avuto a che fare con mercenari del sud e la maggior parte conosceva solo due concetti: violenza e denaro.

    Preconcetti a parte, avrebbe poi espresso la propria opinione. Per come la vedo io, Beltran non ce la racconta giusta. Potrebbe benissimo essersi limitato a quel blando e maldestro tentativo di "chiudere la porta" a possibili pretendenti ma qualcosa mi dice che non si fermerà a questo. Soprattutto perché non mi è ancora ben chiaro a cosa mirasse... o a cosa miri tuttora.

    Avrebbe rallentato il passo poi, posando una mano sul braccio della donna più per assicurarsi di avere tutta la sua attenzione che per altro. Sto dicendo che potremmo dover guardarci le spalle dall'interno e questa cosa non mi piace. Io e te stiamo vicini, ok? Qualsiasi cosa noti l'uno la riferisce all'altro. Se tutto va come dovrebbe andare, si tratterà di una semplice scampagnata al lago. Se no.. sarei più tranquillo nel sapere di avere qualcuno di cui posso fidarmi in squadra. Ci stai?

    Il suo viso era serio e determinato, pronto a cogliere le sfumature delle reazioni della ragazza al suo approccio diretto. Avrebbe capito molto su chi aveva davanti da quella conversazione ma non avrebbe detto altro per il momento. In effetti, erano davvero pochi gli elementi su cui basare dei sospetti ma lui era una persona che prendeva il proprio ruolo seriamente e una squadra non avrebbe funzionato se non si instaura un rapporto di fiducia. Quello era il primo passo.




    Fu ben felice di mettere da parte l'armatura. Non che gli pesasse, era abituato a stare diversi giorni e notti di fila senza mai toglierla, abitudine maturata durante i giorni dell'accademia militare. Doveva dipendere dai vestiti messi loro (generosamente) a disposizione dai Lanart.

    La stanza riservategli così come il guardaroba al suo interno lasciava presumere fosse appartenuta al figlio dei nobili, un ragazzo che pressapoco doveva avere la stessa taglia di Asker. Valutò con gusto ogni possibilità, riconoscendo dagli abiti presenti che il rampollo avesse buon gusto nel vestire, un altro aspetto che li accomunava.

    Non optò per la cosa più vistosa lì dentro per dare un'immagine meno frivola di sè, ma scelse comunque un completo distinto di velluto blu che addosso a lui, diciamocelo, faceva la sua bella figura.



    Saltando direttamente alla cena, beneficiò con gusto di ogni portata mantenendo un atteggiamento leggero e scherzoso, soprattutto verso Caleb. Sapeva di potersi intendere alla perfezione con l'aldarese, dopotutto aveva una pancia piena di quel genere di ceto sociale e aveva imparato ad amalgamarsi ad esso con discreto successo, quando serviva.

    Il tutto comunque degenerò rapidamente, e senza che Asker potesse capire come, in un'accesa discussione che fece calare il gelo nella stanza. Asker portò il tovagliolo bianco alla bocca per ripulirsi e sorridere quando Caleb provò a far finta che niente fosse successe, mentre cercava di celare con garbo il proprio sconcerto per un simile spettacolo che i Lanart avevano dato, specie a degli sconosciuti.

    Imbarazzato per loro, cercò di cambiare argomento chiedendo a Caleb di cose di circostanza, come l'estensione dei suoi possedimenti e questioni di gestione, conscio che quanto successo prima non erano assolutamente cavolacci suoi. Però che diamine, un minimo di contegno potevano darselo...

    Quando poi anche Caleb, scottato evidentemente dalLA QUESTIONE che tutti cercavano di celare, con tentativi più che maldestri, decise di congedarsi, Asker si lasciò andare indietro sulla sedia con espressione dubbiosa, scambiando occhiate interrogative con le altre due sue colleghe.

    Eas decise di togliere subito il disturbo, mantenendo la distanza che ormai si era creata da quando si erano conosciuti. Sperò che Darina non fosse intenzionata a fare lo stesso e anzi, le rivolse quanto prima la parola cercando di aprire l'argomento se avessero avuto modo di parlarne in maniera confidenziale.

    Qui non me la raccontano giusta... Fin quando si tratta di conflitti interni è un conto, ma quel che Caleb si è lasciato sfuggire lascia intuire conflitti con altre famiglie. Strano che lo stalliere abbia omesso qualcosa di così importante dato che riguarda il nascituro, il centro di tutto questo casino.

    Si grattò il pizzetto con la punta dell'indice, riservando a Darina occhiate pensierose. Le faide tra famiglie sono anche peggio dei briganti. Speriamo di non ricevere brutte sorprese durante il viaggio...



    Edited by Ryuk* - 14/5/2018, 21:54
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Guerriero

    Group
    Member
    Posts
    17,515
    Location
    Repubblica di Pisa

    Status
    Anonymous
    E A S
    SETSUNA
    U C H I H A


    dbnz89

    { I don't cry on the outside anymore. }


    Tradizione
    ~ A lovely place

    Potei capire la loro riservatezza e la rispettai, non era mio compito sapere queste cose dunque non insistei rimanendo nel mio senza farmi eccessivi problemi. Le avrei lasciate andare senza dir niente.

    Tornando a tempi più contemporanei apprezzai la disponibilità di Bel anche se non sapevo quanto effettivamente ci fosse di suo e quanto di imposto ma poco mi interessava, non ero qui per lui. Lo lasciai andare con un cenno del capo ed attesi che l'invito mi fosse arrivato prima di aprire la porta e guardare ciò che avevo di fronte trovandola pericolosamente simile alla mia e questo non era bel segno, quando dai ad un ospite qualcosa di simile a quello che hanno i tuoi parenti o hai alta considerazione dei primi, o bassa dei secondi ed a giudicare dal tipo di persona che credevo fosse il signor Lanart ero più propenso per la seconda.
    Uno che fa certi discorsi non può vedere un evento del genere come niente di diverso dal semplice aumentare la propria presa su qualcosa. Mi tolsi il fermaglio dai capelli avvolgendolo intorno al polso, in genere era una molletta o un elastico e magari era la stessa cosa. Poco importante, mal che vada l'avrei appoggiato da qualche parte. Mi avvicinai alla ragazza che ora confermava qualsiasi mio sospetto, era fatta per stare ovunque, in qualsiasi altro posto.
    Ma non qui. Mi avvicinai a passi brevi e lenti, forse qui potevo allentare un po' la tensione.
    « Avere del sangue blu è una maledizione, lo so. » Gli Uchiha, il sangue blu di Konoha, e come tale avere un ruolo da rispettare. Un ruolo che io ovviamente non ricoprivo mai e non avevo mai avuto intenzione di farlo, era un po' ironica la cosa. Ora che ne stavo fuori potevo benissimo comprendere cosa si aspettassero le persone. « Probabilmente quello che sto facendo non è nemmeno parte del mio compito, ma mi rivedo un po' in te. » Mi sedetti sul letto al suo fianco prendendole la mano senza mezzi termini, aveva bisogno di un po' di conforto e se mi aveva fatta entrare significava che il mio lo avrebbe accettato senza troppi problemi. « Succederà spesso, ma le altre volte non c'era Eas pronta a tenerti la mano ed a capire che non si tratta solo di poter andare a cavallo o meno anche perché, tesoro, concedimi di dire che se il motivo della tua disperazione era il non poterci andare domani mi sembrava un po' eccessivo, ma il punto è un altro. »
    E' la quarta volta che mi sento dire "non lo voglio questo figlio" e per le altre tre mi sono trovata in una situazione delicata che ero riuscita a risolvere. Questo lo era di più.
    Come fare? Dovevo dirle cos'avrei fatto io? Meglio di no. « Anche perché sei la figlia di una casa importante per questo paese e stai andando a compiere un rito importante, nonché in attesa: evitare che tu faccia troppa fatica è la cosa più importante. E sì, confidarsi con un'estranea è più facile perché dopo questo compito probabilmente la mia strada mi porterà lontana da qui ed il tuo segreto rimarrà con me, oppure perché ai miei occhi non sei diversa da una ragazza come tante altre o, almeno di aspetto, da una di quelle con cui lavoro. »
    Potrà essere anche una principessa o una regina, il fatto che pianga e si comporti come una persona normale di un posto lontano che non incontrerò mai più - almeno spero per lei - non la rende speciale ai miei occhi: è la classica "figlia del capo", la ragazzina con una fase ribelle. « Il punto è che purtroppo, scusa se constato l'ovvio, la tua è una situazione delicata. Le aspettative sono pesanti e quando le deludi puoi reagire solo in due modi: chiedi scusa o continui per la tua strada. Tu non vuoi nessuna delle due ma al contempo lo vedo nei tuoi occhi che vuoi vedere il mondo, vuoi capire cosa ci sia fuori da questa città. Vuoi vedere il mare, vuoi respirare l'aria di montagna o cavalcare nel deserto, non sei fatta per questa vita anche se ci sono persone che pagherebbero per stare al posto tuo. »
    Come me ma con qualche anno di meno. Ora volevo solo vivere e per farlo dovevo anche mettermi in queste situazioni. Le misi una mano sulla testolina che condussi verso la mia spalla. Inutile dire che ciò che mi aveva detto prima non era per sé. Inutile chiedere se il suo compagno lo sapeva, a parole sue ero la prima persona a cui lo dicevo ma per farle capire che questa era una vita sicura probabilmente aveva bisogno di una terapia d'urto, di un'esperienza traumatica che andava contro al mio lavoro e mi dispiace per lei, non avevo intenzione di fallire per fargliela avere.
    « Per quanto a volte nasciamo con il mondo attorno, la vita può al contempo darti veramente poco. Magari puoi provare a prendertelo ma
    è rischioso, puoi toglierlo a qualcun altro o quel qualcun altro può toglierlo a te pensando magari che sia per il tuo bene. Il che è terribilmente ingiusto.
    »
    Come avevo sempre detto e come gli avevo detto più di una volta, ormai chissà quanto tempo fa. Le accarezzai piano piano i capelli, sistemandole il vestito. « Posso raccontarti una storia? »




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
    © 2012

     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    GRAMMAR NAZI

    Group
    Member
    Posts
    1,161

    Status
    Offline
    Asker e la temoriana lasciarono le stalle, e la ragazza si voltò un'ultima volta sull'uscio per guardare i cavalli e salutare il ragazzino con la mano.
    Spero non mi costringano a indossare quelle trappole...i corsetti...
    Stavano camminando verso le proprie stanze quando Asker ruppe il silenzio non appena non si videro servi nei dintorni.
    Come la vedi la situazione?
    Darina soffocò una risata. Non perdi tempo in chiacchiere. Ottimo, sorrise, per poi farsi subito pensierosa.
    Onestamente non sto capendo molto, manca qualche elemento per capire cosa stia succedendo qui. Probabilmente qualcuno di questa famiglia, o di quella del marito di Calliana, o entrambe, non vuole che lei si allontani e ha chiesto al domestico di mandare via chi volesse farle da scorta. Il perché però mi sfugge.
    Asker continuò: Per come la vedo io, Beltran non ce la racconta giusta. Potrebbe benissimo essersi limitato a quel blando e maldestro tentativo di "chiudere la porta" a possibili pretendenti ma qualcosa mi dice che non si fermerà a questo. Soprattutto perché non mi è ancora ben chiaro a cosa mirasse... o a cosa miri tuttora.
    Un attimo dopo la teneva per il braccio, una presa leggera come quando ci si vuole accertare che una persona ci ascolti.
    Sto dicendo che potremmo dover guardarci le spalle dall'interno e questa cosa non mi piace. Io e te stiamo vicini, ok? Qualsiasi cosa noti l'uno la riferisce all'altro. Se tutto va come dovrebbe andare, si tratterà di una semplice scampagnata al lago. Se no.. sarei più tranquillo nel sapere di avere qualcuno di cui posso fidarmi in squadra. Ci stai?
    Hai ragione, Beltran mi preoccupa, e anch'io temo che non sia l'unico a cui dovremo fare attenzione. E' pur sempre un servitore e, per quanto non escluda che possa avere una mente brillante, suppongo che non agisca di propria iniziativa. Ad ogni modo, se dovessi notare qualcosa, informerò sia te che l'altra ragazza. La sicurezza di Calliana e del bambino è la sola cosa che conterà dal momento in cui partiremo. Spero che su questo tu sia d'accordo. Non so voi due, ma io non voglio sangue innocente sulle mani. Disse diretta guardandolo con gli affilati occhi dorati. Ci stai? Gli fece eco.
    Avrebbe potuto sopportare dei compagni di viaggio che non le piacevano, purché non scappassero al primo accenno di pericolo. Non che Asker avesse l'aspetto del codardo, ma, si sa, l'abito non fa il monaco, e in ballo non c'erano una cassa d'oro o delle giare di zafferano, ma una nuova vita, un miracolo innocente che andava protetto come se fosse loro. Che lei non volesse avere figli, non in quel momento almeno, non intaccava minimamente il suo giudizio che i bambini non andassero toccati, gli unici che non avevano colpa per le brutture del mondo.
    Una volta concluso lo scambio con Asker e raggiunta la propria stanza avrebbe trovato una domestica, la giovane Anja, pronta ad aiutarla con un rapido bagno e, un po' delusa, a pettinarla.
    Temo di non avere una chioma piacevole da lavorare, ma se avete piacere di provare fate pure.
    No, no, nessun problema, mestra, è solo che è la prima volta che mi capitano capelli così corti. Devo fare qualche prova, ma sembrerete una vera donna quando avrò finito!
    Lo sguardo di Darina si intristì appena sentendo quelle parole. A quanto pare qui è davvero inconcepibile che una donna non abbia i capelli lunghi, una gonna che la ostacola in ogni movimento e l'incapacità di provvedere a sé stessa in modo indipendente.
    Grazie Anja, siete molto gentile, le sorrise immergendosi nell'acqua calda che due domestici avevano appena portato su in fretta e furia.
    So che non dovrei chiederlo... iniziò titubante la ragazza con le guance come due rose.
    Non fatevi problemi, chiedete pure, la incalzò la temoriana mentre si lavava con cura con una saponetta e una cosa ruvida appallottolata che dedusse fungere da spugna.
    Ecco...perché viaggiate da sola? Non avete paura?
    Darina sollevò appena un sopracciglio pensando a cosa rispondere. Non sarebbe stato un buon esempio se avesse detto la verità, probabilmente avrebbe creato scandalo più di quanto non avesse già fatto, ma allo stesso tempo non voleva mentire. Decise di omettere la parte dell'essersi finta un uomo, della sua relazione con Eredin che l'aveva abbandonata quando erano quasi stati scoperti. Sarebbe stato meglio raccontare solo la conseguenza tralasciando l'origine.
    Sono partita da dove vivevo con la mia famiglia perché avevo bisogno di diventare abbastanza forte da poter provvedere a me stessa e non avere bisogno di nessuno. Ma ero avvantaggiata, mio padre si è sempre portato dietro i miei fratelli e me nei suoi viaggi. Altrimenti non so se sarei sopravvissuta. Ho risposto alla vostra domanda?
    Vostro padre dev'essere un uomo di larghe vedute! esclamò fra il sorpreso e il perplesso.
    Suppongo di sì. Darina capiva la sua reazione, era chiaro che una cosa del genere era impensabile lì. E un'altro pensiero le si soffermò nella mente, un pensiero che non era mai uscito prima, in effetti: se suo padre non l'avesse portata con sé e fatta vivere come un ragazzo, sarebbe riuscita a prendersi la propria indipendenza e vivere come aveva vissuto da quando aveva lasciato Alkarna? Probabilmente no. Se avesse vissuto come una donna normale avrebbe avuto una paura indiscriminata degli uomini, paura che sua madre aveva cercato più volte di trasmetterle. Avrebbe avuto paura delle superstizioni legate ai capelli, al ciclo mestruale, alla luna, e a tutte le altre assurdità che mettevano in testa fin da bambine per controllare e limitare le future donne.
    State bene?
    Darina alzò lo sguardo e vide che Anja la osservava preoccupata.
    Sì, sono solo un po' stanca per il viaggio, rispose in automatico con un lieve sorriso. Direi che sono pulita, ora mi servirà una mano a vestirmi. Spero che abbiate qualcosa senza corpetto. disse speranzosa alzandosi dal catino con un grande sciabordare d'acqua.
    In realtà non è indispensabile, con il vostro fisico non dovreste averne bisogno, disse studiandola con attenzione. Provate questo.

    Asciugata per benino, la temoriana si lasciò aiutare con la biancheria, assai scomoda, e la sottoveste per l'abito scelto da Anja. Semplice, blu e bianco con orli dorati, a Darina non sarebbe dispiaciuto indossarlo, finché si trattava di qualche ora soltanto.
    Non avrebbe immaginato l'imprevisto.
    Anja...le maniche sono troppo strette.
    La ragazza le stava infilando la parte superiore del vestito da dietro mentre Darina cercava invano di infilarsi le ampie maniche.
    Come troppo strette?
    La giovane le girò attorno e guardò esterrefatta come la stoffa non voleva saperne di salirle lungo le braccia.
    Fece un tentativo, ma dopo poco si arrese con uno sbuffo.
    Temo di essere più muscolosa di dama Calliana, constatò Darina sfilandosi l'abito e rimettendolo sul letto.
    E' un problema, non penso ce ne siano di più larghi o... Anja rivolse il suo sguardo agli altri abiti, posati dall'altra parte del letto.
    Aspettate! Questo! Da sotto gli altri sfilò un lungo abito blu e dorato quasi senza maniche dall'aspetto un tantino esotico.
    4690031f78e536a21d7e34aacaa3156b

    Questo è stato un regalo a dama Calliana, ma non glielo hanno mai lasciato indossare per via dell'aspetto un po'...straniero?
    Darina sorrise mentre quella storia non mancava di intristirla nuovamente. Non riusciva a immaginare quanto dovesse essere restrittiva la vita della giovane futura mamma.
    Allora sarà perfetto per me. Proviamolo.
    Non necessitando della vaporosa sottoveste e non avendo le maniche aderenti, il secondo abito le scivolò addosso senza difficoltà.
    Ecco qua! Vi sta anche piuttosto bene. Ammise Anja compiaciuta. Non vi si riconosce nemmeno!
    Darina prese lo specchio sulla toeletta e osservò la propria immagine riflessa. Vedersi con abiti così femminili le fece uno strano effetto, come se vedesse la se stessa di una vita parallela in cui non era cresciuta con il padre e i fratelli, ma con la madre e le altre donne della famiglia. Una vita aspettando di sposarsi e dare alla luce gli eredi di un uomo che quasi sicuramente non mai avrebbe amato, solo perché era così che doveva andare.
    Ma lei si era ribellata, e che fosse tutto o solo in parte merito suo, era una strada che non avrebbe mai rinnegato. Eppure non poteva negare che le piacesse molto come le stava quel vestito e quel fatto la facesse pensare. Che ci fosse stata una strada intermedia che non aveva considerato? Era stata troppo drastica nel rinnegare in pieno tutto ciò che era la vita "femminile"?
    Ora verrà il difficile, dovete farmi stare in qualche modo questa chioma corta, si rivolse ad Anja come in sfida.
    Nessun problema, rispose la giovane con sguardo determinato. Lasciate fare a me.
    Finalmente pronta, la temoriana raggiunse gli altri per la cena. Per sua fortuna non fu costretta ad usare le sua abilità di geomante per restare salda sulla pietra con delle pericolanti scarpe con tacchi più alti del normale, perché i suoi scarpetti neri venivano del tutto nascosti dalla lunghezza del vestito. Fu una cena abbastanza piacevole, se non altro per il buon cibo, finché dama Calliana non espresse il suo desiderio di cavalcare Yora, l'animale che Darina aveva conosciuto prima nelle stalle.
    La reazione del signor Lanart fu comprensibile ma decisamente troppo severa, tanto che arrivò a riprenderla duramente alzandosi perfino da tavola:
    Non ti permetterò stare in sella nemmeno per un viaggio tanto breve. Sai bene quale responsabilità hai come donna di questa casata. Hai dei diritti e dei doveri nei confronti del cognome che porti! La questione non è aperta al dibattito Calliana. Farai come ti viene comandato!
    La temoriana era più che d'accordo sul fatto che fosse rischioso che dama Calliana cavalcasse visto il suo stato, ma l'atteggiamento repressivo nei confronti della giovane la urtò enormemente e, stringendo la mascella e le posate cercò di nascondere la propria contrarietà restando in silenzio e guardando il proprio piatto.
    Povera Calliana...
    Asker prese in mano la situazione secondo quanto richiesto dal signor Lanart, ossia come se quella discussione non fosse mai accaduta. Darina però non riusciva a ignorare il dispiacere che doveva provare la figlia, che era stata subito seguita da Eas e poi dalla madre.
    Quando, ad un certo punto, Caleb Lanart si lasciò sfuggire un commento sul consuocero, Darina per poco non perse le posate di mano.
    Poco ci mancava che raccontasse tutto il resto, visto quanto si erano esposti davanti a lei e Asker, dei completi sconosciuti. Con la coda dell'occhio cercò lo sguardo del cavaliere, perplessa.
    In un attimo il padrone di casa si era congedato e li avrebbe lasciati soli a sua volta.
    La temoriana, sconvolta, lasciò che fosse Asker a prendere la parola.
    Qui non me la raccontano giusta... Fin quando si tratta di conflitti interni è un conto, ma quel che Caleb si è lasciato sfuggire lascia intuire conflitti con altre famiglie. Strano che lo stalliere abbia omesso qualcosa di così importante dato che riguarda il nascituro, il centro di tutto questo casino. Le faide tra famiglie sono anche peggio dei briganti. Speriamo di non ricevere brutte sorprese durante il viaggio...
    La temoriana si rigirò fra le mani un dolcetto cercando di capire che ruolo avessero il consuocero e il fratello di Calliana quell'assurda situazione.
    Ho in mente le peggiori ipotesi di cosa ruoti intorno a quel bambino e, se anche solo una è corretta, temo che un qualche tipo di scontro sarà inevitabile. Spero solo che non si arrivi alle armi. Forse, visto quanto detto dal signor Lanart stesso, potremmo prenderci la libertà di fare qualche domanda in più allo stalliere. Penso comprenderà che abbiamo solo a cuore la sicurezza di dama Calliana e del bambino.
    Non era poi così tardi, avrebbero dovuto avere abbastanza tempo per cercare lo stalliere, magari con la scusa di assicurarsi che l'ippogrifo fosse a suo agio nelle stalle, e farsi dare qualche informazione in più per essere preparati a ciò che sarebbe potuto accadere.

    Edited by Kinamy - 20/5/2018, 17:07
     
    Top
    .
68 replies since 16/3/2018, 11:21   971 views
  Share  
.