La Retta Via

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    Era passata una settimana dal termine del Braxamundis e lentamente Louyhong iniziava a riprendere il suo tranquillo ritmo di vita. I curiosi e i mercanti erano stati i primi a lasciare la città, seguendo la massa di gente che si apprestava a ritornare ai loro luoghi d'origine.
    Nel silenzio della sua stanza alla locanda "La Caraffa Sbeccata" Yves depose la penna nel calamaio, e si prese qualche istante per rileggere la missiva che aveva completato. Breve e concisa. Non aveva senso perdersi in giri di parole o cercare di nascondere la verità. Sua sorella avrebbe certamente capito.
    Soddisfatta l'arrotolò e la infilò in un tubo protettivo. Decise infine di prepararsi per scendere a fare colazione.
    Si spazzolò i capelli, ma non li raccolse, lasciando che la folta chioma le scendesse fin oltre le spalle. Inoltre non prese né l'armatura né la spada, limitandosi ad indossare una tunica lunga verde ed oro ed un paio di calzoni neri.
    La sala principale della locanda era già affollata a quell'ora di mattina. Alcuni volti le erano familiari, li aveva visti più volte in quei giorni. Avventori abituali che non perdevano occasione per farsi una bevuta di buon mattino.
    Si sedette ad un tavolo lontano dalla confusione del banco, vicino alle finestre che davano sulla strada maestra. La colazione le fu servita quasi subito e gustò senza fretta il pane fresco con il formaggio e uova, perdendosi nei propri pensieri.
    Aveva sperato ardentemente che il Braxamundis portasse qualche risultato, ma quello che era successo le aveva invece creato ancora più confusione. Cos'era davvero l'Impero? Qualcosa da temere? Qualcosa da accogliere a braccia aperte? Aveva davvero creduto con tutta sé stessa di aver trovato la risposta, ma ripensando all'arena, tutti i suoi propositi sembravano andare in fumo...
    Si sentiva persa. Di una sola cosa era certa. Non poteva ancora tornare ad Arcadia, doveva trovare delle risposte; se non per la gente di Arcadia, almeno per sé stessa.
    Era arrivata a Louyhong viaggiando assieme ad un gruppo di mercanti, ma non aveva programmato di fermarsi molto al termine dell'evento, dunque ora era quasi bloccata in quel posto, volente o nolente. Certo avrebbe potuto aspettare una carovana, ma quanto tempo sarebbe passato? Non aveva problemi a viaggiare da sola, ma avrebbe potuto destare sospetti, cosa fare dunque?
    Che cosa poteva fare lei ora? Nulla, esattamente nulla. Era lontana da casa, impiegata in una missione che le era sembrata una passeggiata inizialmente. Che il suo giudizio fosse stato offuscato dai sentimenti che provava nei confronti dell'Impero stesso?
    Era una possibilità. Una tra le tante.
    Si passò una mano tra i capelli, come se quel gesto potesse aiutarla ad uscire da quel dramma interiore. Lasciò vagare lo sguardo nella stanza. Era persa, arenata, smarrita.
    Notò che alcuni avventori le lanciavano sguardi d'interesse. Troppi rivolti al suo corpo. Non si era mai considerata una bella ragazza, il suo viso era troppo duro ed affilato ed il fisico asciutto non aveva grandi curve da far risaltare. Tuttavia c'era chi si accontentava di poco.
    Distolse lo sguardo e si finse impegnata a riflettere. Non voleva finire a discutere con qualche brutto ceffo intenzionato a fare tutt'altro che scambiare quattro amichevoli chiacchiere.
    "Ma che bella mattina..." pensò ironica.


    Yves CanterraPrimogenita della famiglia Canterra.
    Di costituzione non particolarmente robusta ed alta poco più di un metro e settanta a prima vista non ha l'aria di una persona minacciosa o pericolosa, tuttavia la sua armatura in cotta di maglia decorata, la spada legata al fianco sinistro e lo scudo al braccio sinistro non lasciano spazio al dubbio riguardo alla sua abilità di combattente.
    Porta i lunghi capelli biondi leganti in uno chignon sopra la nuca ed alcune frange che le ricadono sul viso sono intrecciate secondo la moda arcadiana.
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    Erano giorno ormai che Sum camminava senza sosta per quei luoghi cercando di capirci qualcosa su cosa era successo a lui e a quei luoghi che sembravano ormai estranei.
    Ormai sono giorni che cerco di capirci qualcosa su tutto questo ma niente cosa diavolo sarà successo.
    Tutto d'un tratto però la luce , una locanda in lontananza .
    Di certo non aveva l'abbigliamento adatto non avendo trovato niente dato che anche casa sua era sparita.
    le sue solite cicatrici che lo ri coprivano un paio di pantaloni laceri e due stivali rimediati, i suoi occhi nero corvino con le due pupille completamente blu ghiaccio .
    si diede sbattuta addosso per togliersi un po di polvere per quanto potesse essere utile lasciando in secondo piano tutto il resto.
    spero che nessuno mi dia tanta importanza poi è da un po di tempo che cercavo un po di sake per schiarirmi le idee .
    Forse dovrei entrare con una bella faccia sorridente e tutto sarà passato e forse berro in pace hahaha.

    Sum si fece forza ed entro nella locanda con un sorriso così forzato che avrebbe fatto spaccare tutti gli specchi lo dentro.
    ma non bado di certo al sorriso ed entrando con calma ordino una tazza di sake.
    Finalmente posso togliermi questa sabbia dallo stomaco .
    chissà se anche il liquore e cambiato.
    Ce molta gente qui dentro dovrò fare il finto tonto e non incasinato questa bella giornata , cercando anche di avere informazioni utili su tutto questo.

    Sum stava lì a sedere sempre con un accennato sorriso che faceva da secondo solo ad un becchino pazzo .

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    .







    [QUOTE]
    CITAZIONE
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.





     
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  3. :Karma:
     
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    Non sono ammessi animali


    Come sarebbe a dire non sono ammessi animali?

    Qualcuno potrebbe dire che era stata solo questione di tempo e probabilmente avrebbe ragione. Era passata una settimana dall'evento tenutosi nell'arena di Braxamundis. Rowan aveva dovuto trattenersi a causa di alcune rogne conseguenti da quel giorno e così Karma aveva perso il suo passaggio a casa. Non che gli avrebbe pesato tornarsene tranquillo alla sua amata foresta ad Arcadia, ma avrebbe dovuto attraversare Sumadea e per ora non aveva alcuna intenzione di rischiare la pelle in quel postaccio.

    Ok, da quando l'impero aveva costruito la nuova strada maestra attraversare quel territorio era senz'altro più agevole, ma instintivamente lui si teneva lontano da quelle terre, soprattutto a causa di una certa esperienza passata con una del clan Naga (brutta storia). Ci vollero settimane prima di riuscire a smaltire tutto il veleno e mesi prima di sentirsi nuovamente al cento per cento. Tornando al presente, era questo uno dei motivi per cui aveva deciso di imbarcarsi per Florentia insieme a Rowan due settimane prima e successivamente da lì compiere una breve traversata del golfo fino a Ephiora. Da quel punto, in un giorno di cammino si raggiungeva facilmente Louyhong.

    L'esperienza marittima gli era piaciuta un sacco e non vedeva l'ora di riprovarla, ma di prendere un altra nave senza Rowan non se ne parlava. I marinai sapevano essere dei bruti ignoranti e uno come lui sarebbe finito in pasto ai pesci dopo cinque minuti dall'inizio della traversata. Non che tenersi lontano dall'acqua fosse condizione sufficiente per evitargli guai con la gente "civile", difatti eccolo lì che disputava con il locandiere perché sembrava avere problemi col fatto che Hera fosse con lui.

    Era stata solo questione di tempo.

    Sarebbe a dire che quella palla di pelo pulciosa non ce la voglio qui dentro, è chiaro? Portala subito fuori di qui!

    E' la cosa più stupida che abbia mai sentito. Hera non ha le pulci, gliele ho tolte personalmente questa mattina prima di uscire.

    Ma è disgustoso! Fuori di qui, tutti e due!

    Questo posto è ridicolo. Dovreste mettere un cartello anche per gli idioti. Tu sicuramente saresti il primo a non poter entrare qui dentro.


    Discutevano animatamente, lui e il locandiere, attirando senz'altro l'attenzione dei presenti. Qualcuno già si avvicinava per cercare di calmare i bollori, dato che la discussione si faceva sempre più accesa.


    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.



    Edited by Ryuk* - 5/3/2015, 22:33
     
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    Danzou a causa di quanto accaduto nel Braxa ha deciso di ritrarsi...spero non spariate pure voi altri XD


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    Nonostante i tentativi di fingersi impegnata, qualcuno dei più coraggiosi si fece comunque avanti andando a sedersi al tavolo di Yves, che non fu particolarmente contenta della situazione.
    L'uomo puzzava di alcol e biascicava le parole mentre tentava inutilmente di presentarsi e trovare qualcosa di interessante da dire. Si scusò e fece per alzarsi, quando fecero la loro entrata nel locale probabilmente le persone più bizzarre dell'intera Louyhong.
    Il primo era un personaggio che a definirlo strano gli si sarebbe fatto un torto. Sorrideva in modo tirato ed alquanto terrificante. Senza pensarci molto Yves distolse lo sguardo, solo per ritrovarsi a guardare nuovamente l'ubriacone al suo fianco, pentendosi del gesto. Quest'ultimo, sentendosi improvvisamente degno delle attenzioni della donna iniziò a parlare a cascata, senza fermarsi, tempestandola di frasi senza senso ed idiozie varie.
    Ad attirare l'attenzione di entrambi però furono le proteste del locandiere, rivolte al secondo nuovo venuto, che era ancora fermo sull'uscio.
    - Sarebbe a dire che quella palla di pelo pulciosa non ce la voglio qui dentro, è chiaro? Portala subito fuori di qui! - gridò l'oste alterato.
    - E' la cosa più stupida che abbia mai sentito. Hera non ha le pulci, gliele ho tolte personalmente questa mattina prima di uscire. - rispose l'uomo fermo sulla soglia.
    Solamente allora Yves scorse la scimmia ferma accanto al proprio padrone. Il piccolo animaletto fissava con aria di sdegno l'oste, come se comprendesse le parole che questo pronunciava. Cosa che la ragazza non stentava a credere.
    Non aveva mai visto quell'uomo eppure non c'erano dubbi, doveva sicuramente provenire da Arcadia. Oppure nuovamente le sue speranze di trovare qualche volto familiare le facevano vedere e credere cose non vere?
    L'ubriacone al suo fianco si era incantato ad osservare la scena, così lei ne profittò per alzarsi ed andare verso le tre figure ferme sulla porta.
    - Ma è disgustoso! Fuori di qui, tutti e due! -
    - Questo posto è ridicolo. Dovreste mettere un cartello anche per gli idioti. Tu sicuramente saresti il primo a non poter entrare qui dentro. -
    - Garantisco io per lui. - esordì Yves, introducendosi nella discussione - Anzi, per entrambi. - proseguì indicando anche il piccolo primate.
    - Col cavolo! Qui dentro le bestie non entrano.! - ribadì testardo l'oste.
    - Nel caso non te ne fossi accorto, le bestie sono già qui dentro. - rispose indicando l'ubriacone che le si era seduto al fianco in precedenza - Non avrà le pulci, ma è altrettanto irritante. -
    - Almeno lui paga per quello che beve. Gli animali non pagano; sporcano e basta. -
    - Questo viandante e il suo animale bevono al mio tavolo, ed io pago per loro. - rispose scoccando un'occhiata fulminante all'oste, che ancora non sembrava convinto.
    - Spero almeno che non ordinino solo acqua. - disse infine, vedendo che insistere in quella discussione non lo avrebbe portato da nessuna parte.
    Non sapeva ancora perché aveva deciso di schierarsi dalla parte di quello strano forestiero. Simpatia? Forse il fatto che sembrasse un arcadiano l'aveva spinta ad agire in quel modo? Di certo non lo avrebbe fatto con chiunque, eppure si era sentita in dovere di interrompere quel folle teatrino.
    La natura e gli animali andavano rispettati, era un concetto fondamentale radicato nel suo sangue e nei suoi ideali.
    Lentamente l'intera locanda riprese a farsi i fatti propri, tra una birra, una partita a carte e un imprecazione e l'altra. Fece cenno all'uomo di seguirla e di sedersi al suo tavolo, che nel frattempo era tornato vuoto.
    - Vieni da Arcadia o mi sbaglio? - chiese infine.


    Yves CanterraPrimogenita della famiglia Canterra.
    Di costituzione non particolarmente robusta ed alta poco più di un metro e settanta a prima vista non ha l'aria di una persona minacciosa o pericolosa, tuttavia la sua armatura in cotta di maglia decorata, la spada legata al fianco sinistro e lo scudo al braccio sinistro non lasciano spazio al dubbio riguardo alla sua abilità di combattente.
    Porta i lunghi capelli biondi leganti in uno chignon sopra la nuca ed alcune frange che le ricadono sul viso sono intrecciate secondo la moda arcadiana.
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    NB: In questa scena Yves non indossa la cotta di maglia, ma una tunica verde ed oro, calzoni e scarpe nere.
     
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  5. mak the bast
     
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    Sum era ancora li, immobile, mentre una scena a dir poco bizzarra accadeva a pochi passi da lui.
    Un uomo, entrato dopo di lui venne braccato da quel locandiere che tutto era meno che tranquillo, cominciandolo ad insultarlo per quel piccolo animaletto che lo accompagnava.
    Questa è pura pazzia, che fastidio può dare una scimmietta in questo buco di locanda, che solo a mettere una mano sul bancone ti ci rimane appiccicata.
    Ora smonto questo stronzo, quest'uomo mi sembra che abbia ragione, non può passare cosi il suo tempo ad insultare gli altri.


    Sum cambiò il suo ghigno in uno sguardo a dir poco rabbioso, ma una donna arrivò a fermare quello che era iniziato poco prima.
    Bionda con un armatura che la rendeva agli occhi di Sum come un angelo combattente, forse era destino che i tre si potessero incontrare li dentro .
    Tre teste calde a quanto pare che diventavano bestie vedendo scene di inciviltà cosi grande.
    Ma sum rimase li immobile vedendo che la donna senza fare casino placò gli animi, mettendo tutti a tacere, sfoderando una forza che neanche sum pensava di avere.

    Grande rispetto cazzo! è un leone questa donna.
    Si stanno mettendo a sedere cosi tranquillamente, mi devo andare a congratulare con loro .
    Festeggiamo.


    Sul volto di Sum riconparve quel sorriso spaventoso, ma questa volta di ammirazione per quella donna che con una tale tranquillità aveva zittito quella rabbia.
    Nn poteva credere che ancora esistevano persone cosi.
    Guardò il locandiere e gli intimò di dargli una bottiglia di liquore, appoggiò i soldi sul bancone e si diresse verso i tre.

    Spero che non mi caccino come un cane, e spero che il mio gesto non sia frainteso come una squallida avance.
    Forse non sono vestito molto bene, anzi non sono quasi per niente vestito hahaha, ma l'uomo li non mi sembra un cavaliere e la donna non mi sembra una damigella in pericolo.


    Arrivò li al tavolo con andamento impacciato e goffo, e sempre con quel sorriso demoniaco in volto, i suoi occhi completamente neri e con un solo tocco di blu nella pupilla non lo aiutavano a fare amicizia, tralasciando le orrende cicatrici che lo ricoprivano.
    ma ci volle provare comunque, sentendosi sempre più emozionato, non semrava neanche più un carnefice distruttore, ma un docile uomo che voleva amici .
    Forse i tre, considerando anche la scimmietta, lo avrebbero fatto sedere.
    Cosi senza pensarci due volte arrivò li al tavolo e appoggiò solo la bottiglia.
    Guardò tutti in volto pensando di essere divertente, o più che altro cercando di fare il simpatico, poi dopo un attimo di silenzio esclamò.


    é meglio partire con una risata forse sarò più socievole cosi , chissà se hò qualcosa fuoriposto, ha si la testa hahaha.
    Ma non è il momento di fare lo scemo, ho bisogno di informazioni, e di amici dato che qui non riconosco più niente.


    he he he, io sono Sum, molto piacere di conoscere tutti voi.
    Ho bvisto quello che avete fatto prima(con un filo di commozzione), e sono molto felice che esistano persone come voi.
    Mi scuso per l'abbigliamento ma sono da poco uscito da ...


    Sum si bloccò un attimo, forse dirgli che era da poco uscito da una tomba non era il miglior modo di cominciare un amicizia, cosi prese una sedia e prima di mettersi a sedere si voltò ancora verso i tre.

    Posso...posso accomodarmi?


    Se i tre avrebbero accettato l'intromissione di Sum lui si sarebbe messo li provando a fare qualche domanda hai tre.

    Scusate ancora, sapete per caso dirmi dove ci troviamo ?

    Con un breve silenzio Sum aspettava una risposta per non essere troppo invadente, chissà cosa poteva succedere dopo quello strano incontro.
    Tutto quello che conosceva era come per incanto svanito nel nulla e si senti come la prima volta che arrivò a suna, uno strano bambino che non conosceva niente e nessuno, e che aveva bisogno solo di amici.
    Forse troppo infantile come pensiero, ma di certo se tutto si fosse scaldato di più sum non avrebbe certo abbandonato il suo lato feroce e sanguinario, facendo notare a tutti che un libro non andava certo giudicato dalla copertina.






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    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.







    Edited by mak the bast - 7/3/2015, 16:37
     
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  6. :Karma:
     
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    L'approvazione si compra con l'argento

    Una femmina mai vista prima si infilò nell'animata discussione tra il selvaggio avventore e l'oste. Entrambi.. anzi tutti e tre, scimmietta inclusa, si voltarono interdetti, con espressione alquanto sopresa. Ne scaturì una seconda discussione, più che altro disgressione della prima, sulla possibilità di tenere Hera lì dentro oppure no. A Karma parve assurdo fare tante storie per una cosa del genere, che male gli avevano fatto le scimmie a quello lì?

    Tra l'altro la ragazza aveva sollevato una questione importante: molti dei cosidetti homo sapiens nella sala assumevano atteggiamenti ben più animaleschi di molti altri esponenti di altre specie e a loro non era vietato alcunchè. Su quel punto Karma indicò la ragazza annuendo vistosamente mentre guardava l'oste come per dire "visto pezzo d'imbecille?" ma l'oste volle negare persino l'evidenza di tale ragionamento, facendo un discorso del tutto veniale.

    Madre natura, è di soldi che si tratta?

    Esclamò esasperato. Frugò nella tasca larga con zip del pantalone, situata all'altezza della coscia, e tirò fuori 10 silver d'argento (con cui all'epoca ci si poteva comprare da bere per un intera comitiva) e li diede ad Hera. La scimmietta, che fino a quel momento ascoltava la conversazione da dietro Karma quasi per nascondersi da quel bruto di un oste che non aveva fatto altro che insultarla da quando era entrata, allungò le braccia sottili e pelose afferrando le monete e, come avendo capito ogni cosa, si avvicinò mestamente all'oste porgendogliele come offerta di pace.

    Hak-wo-hu?
    ...

    Alla fin fine l'oste non era nemmeno una cattiva persona. Aveva famiglia ed era conosciuto nella comunità come brav'uomo coscienzioso. Ma aveva a che fare con fin troppa gente bizzarra e buzzurri della peggior specie per cui alle volte partiva prevenuto. E la scimmietta era carina e, dopotutto, sembrava abbastanza pulita. Tenendo presente il proprio orgoglio da proteggere comunque, si limitò a sospirare facendo segno alla scimmietta che i soldi non erano necessari, per poi rivolgere alla ragazza (non a Karma dal quale comunque era stato parzialmente offeso)

    Per questa volta chiuderò un occhio perché l'animale è piccolo e sembra addomesticato. Ma non vi fate venire in mente di presentarvi con un intero zoo o stiamo freschi. Questa è una locanda rinomata, che cavolo.


    E se ne andò borbottando, risistemandosi dietro al bancone. La scimmietta guardo l'uomo dispiaciuta, per poi voltarsi verso Karma con sguardo interrogativo. Karma era intanto già bello che tranquillo, aveva intuito che l'uomo in fondo non era malvagio ma semplicemente pieno di pregiudizi, come molti esseri umani delle tribù che abitavano le foreste di cemento. Si chinò sulla compagna animale, dandole un paio di pacche sulla testolina rivolgendole un sorriso rassicurante.

    Non te la prendere Hera, lui non pensava le cose brutte che ha detto e non ce l'ha nemmeno con te. Forse qualche tuo cugino birbante deve avergli rubato la merenda da piccolo per cui non ama particolarmente le scimmie. Come vedi gli hai fatto già cambiare idea.

    Il musetto della scimmia lasciò intravedere un espressione sollevata e raggiante, saltellò persino un paio di volte voltandosi verso l'oste e salutandolo con un gesto della mano. L'oste cercò di rimanere imperturbabile per una questione di dignità, ma nel complesso la piccola scimmia aveva fatto colpo. Hera quindi porse le monete che Karma gli aveva dato al loro propietario.

    Nono, tienile tu. Non si sa mai chi dobbiamo convincere che sei una scimmietta di tutto rispetto. Che non pensino siamo dei pezzenti, eh.

    A quel punto si voltò verso la femmina bionda che aveva interceduto per loro, rivolgendole un sorriso sincero e un grazie sentito. Lei lo invitò a seguirlo presso al tavolo, al che lui e la scimmietta si guardarono perplessi. Pensò fosse sgarbato non accettare, quindi la seguì al tavolo, prendendovi posto dopo di lei. La scimmia rimase ai piedi del tavolo, vagando con lo sguardo in giro, scrutando incuriosita le altre persone.

    Quando Karma sentì la parola Arcadia, il suo volto si illuminò come chi semplicemente sentendo il nome di casa propria già si sente meglio. La foresta di cemento era caotica e stressante, non vedeva l'ora di tornare a casa. Prima di poter rispondere alla domanda della giovane, fu interrotto un ultima volta.

    Vide arrivare prima la bottiglia, poi il singolare avventore che l'aveva appena poggiata sul tavolo. Sembrò un tipo socievole e decisamente di buon umore, a pelle Karma lo trovò subito simpatico. Senza accorgersene già sorrideva, contagiato dalla risata del tipo.

    Posso...posso accomodarmi?
    Ah, uhm... ehm.

    Da parte sua avrebbe accosentito subito, ma si ricordò che in fondo era stata la ragazza ad invitarlo lì, quindi era un pò come accettare ospiti estranei in casa altrui. Più o meno, insomma. Guardò la ragazza indeciso sulla risposta da dare, lasciando a lei il compito di rispondergli.


    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.



    Edited by Ryuk* - 8/3/2015, 21:31
     
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    Finalmente aveva trovato una persona con cui discutere. Certamente quella persona sarebbe stata in grado di comprendere i suoi dubbi, in fondo con quell'animale non poteva non provenire da Arcadia.
    Lo straniero stava per rispondere alla sua domanda, quando un losco figuro fece la sua apparizione.
    Un tizio vestito, se quello che aveva addosso poteva considerarsi un abito di qualunque genere, alla bell'e meglio, con un inquietate sorriso stampato in faccia si presentò ai due seduti al tavolo con il nome di Sum e chiese di accomodarsi accanto a loro.
    Yves cercò di trattenere un brivido di ribrezzo all'idea di sedersi accanto a quell'essere. Durante la sua vita aveva condiviso spesso il giaciglio con animali che molti potevano ritenere rivoltanti, ma al pensiero di condividere anche solo lo stesso tavolo con quella persona le faceva accapponare la pelle.
    Forse era il suo modo di essere, magari in fondo era una splendida persona, tuttavia ora non riusciva a vedere oltre il suo aspetto fisico e a quel terrificante sorriso forzato.
    Temeva per la propria vita o per la propria virtù? No, non correva alcun pericolo. Era in un luogo pubblico, in una locanda. Nessun oste che si rispetti avrebbe permesso qualcosa del genere nel proprio locale. Ma a guardare bene la gente che c'era seduta agli altri tavoli non escluse del tutto la possibilità.
    Eppure non riusciva a sentirsi tranquilla con quello strano personaggio accanto. Mentre dall'arcadiano seduto davanti a lei non sentiva provenire alcuna ostilità o sensazione sgradevole, il nuovo venuto le incuteva uno strano timore.
    Lo sguardo dubbioso sia della scimmia che del suo padrone, diedero ad Yves la forza di reagire. Forse un rifiuto netto sarebbe stato troppo, sarebbe potuto risultare offensivo, ed era meglio non offendere le persone strane.
    - Posso...posso accomodarmi? -
    - In verità, ci sono alcune cose che preferiremmo discutere in privato. - disse Yves, indicando prima sé stessa e poi la persona seduta davanti a sé.
    - Tuttavia... - aggiunse dopo qualche istante di pausa - ...dopo saremo più che lieti di profittare della vostra compagnia, signor Sum, vero? -
    Aveva cercato di usare tutto il tatto di cui disponeva per declinare l'uomo, e tutta la forza di volontà che aveva per evitare di dimostrare quanto quell'essere le facesse ribrezzo. C'era qualcosa nei suoi occhi, nel suo modo di fare, nei suoi pensieri.
    In quegli istanti le sembrava una follia essersi allontanata da Arcadia. Perché aveva lasciato la sicurezza e la purezza del suo luogo natio per avventurarsi li? In mezzo a quella gente barbara e sconosciuta?
    No. Lei era in missione, non poteva lasciarsi confondere o intimorire da qualche ubriacone molesto. Se almeno fosse stata armata, forse si sarebbe sentita più sicura, ma aveva lasciato la sua arma in camera accanto all'armatura. L'unico mezzo di difesa ed offesa di cui disponeva ora erano le parole.
    Decise di aver fatto tutto il possibile. Ora stava solo alla sensibilità di Sum. Avrebbe colto il senso delle sue parole oppure avrebbe fatto orecchie da mercante ed avrebbe forzato la mano per sedersi al loro tavolo?
    Yves non attese una risposta, riportò la conversazione al punto in cui era stata troncata.
    Tese la mano all'uomo ed alla sua scimmia - Dimenticavo di non essermi nemmeno presentata. Yves Canterra, vengo da Arcadia, come voi presumo. Cosa ci fate così lontano da casa? -


    Yves CanterraPrimogenita della famiglia Canterra.
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    Porta i lunghi capelli biondi leganti in uno chignon sopra la nuca ed alcune frange che le ricadono sul viso sono intrecciate secondo la moda arcadiana.
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    parlato kumiko

    <p align="center">



    Sum era ancora davanti ai tre e mentre l'uomo sembrava aver preso in simpatia Sum, la donna sembrava anche se in maniera gentile volerlo allontanare, anche se per un piccolo periodo.
    Cazzo, lo sapevo.
    Ho fatto un altra figuraccia, eppure sono stato cosi gentile, Vabbe meglio non dare troppo fastidio dato che loro non mi conoscono neanche.
    Penso sia normale una reazione così.


    Sum a quel punto non fece altro che abbassare la testa leggermente, oltre ad alzare la mano facendo un gesto di pace, e voltarsi.

    Perdonatemi se vi ho interrotto.
    Ma se dopo vorreste chiarirmi qualche picco la domanda che ho da porvi vi ringraziare molto


    Il Sunese si voltò sentendo come un gemito di tristezza provenienti dal cuore, e li un brivido gelido lo percorse ricordandogli che lui ne aveva due, ed uno ce lo aveva proprio in vista sulla schiena.
    La stessa su cui era cucita una maschera stile imperiale/giapponese.

    Dio, io ho ancora la maschera attaccata sulla schiena per proteggere il cuore, e kumiko che da molto mi ha lasciato solo.
    Ma basta porsi domande, ora se i tre mi faranno domande io li declinero con le mie.
    Poi dovranno pur accettare il mio invito dato che gli ho lasciato il mio liquore.


    Il sunese rimase di spalle hai tre non curando più delle sue bizzarrie, dato che finché non avessero saputo no avrebbero potuto avere paura di lui.
    Ma lui era ancora li speranzoso che gli avessero rivolto parola.

    Cominciò ad osservare meglio l'esterno non riconoscendo niente di quel posto.
    Le persone, la stessa città non gli ricordavano più il luogo in cui aveva vissuto fino a prima.
    Si appoggiò alla finestra davanti a lui.

    ma cosa diavolo è successo a questo posto, chissà cosa sarà successo a suna.
    E soprattutto chissà come si chiamerà questo posto.


    Sum parlo forse a voce troppo alta, ma la confusione nella sua testa era troppo grande persino per uno che aveva vissuto con la follia fino ad allora come lui, ma forse non cosi alta da farlo sentire a tutta la locanda.
    Come avrebbero reagito i tre nel sentir nominare quel luogo, e cosa avrebbero detto della maschera sulla sua schiena .
    Solo loro avrebbero potuto rispondere alle tremende domande che affliggono il suo spirito.




    .







    [QUOTE]
    CITAZIONE
    jpg
    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.







    Edited by mak the bast - 10/3/2015, 17:40
     
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  9. :Karma:
     
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    Aria di casa

    La bionda invece aveva rifiutato l'offerta del sinistro avventore, al che Karma si limitò a guardarlo e a stringere le spalle come per dire "comanda lei, dispiace". La scimmietta neanche a dirlo scimmiottò quel gesto, mormorando qualche verso verso di lui. Quando quello gli ebbe concesso un pò di spazio, Karma avrebbe poggiato entrambe le braccia sul tavolo per sporgersi in avanti come per dire qualcosa di confidenziale alla connazionale.

    Poverino però, ci ha anche lasciato un dono. Forse avremmo dovuto farlo sedere con noi.

    Ma era più un commento dettato da genuina ingenuità piuttosto che un opinione sentita. Anche perché doveva ancora capire il motivo per cui lei lo aveva invitato a fare due chiacchere, probabilmente era in cerca di qualche tipo di informazione che lui avrebbe potuto fornirle. Innanzitutto si presentò. Yves il nome, e chiedeva dei motivi che lo avevano spinto lontano da Arcadia.

    Gran bel nome arcadiano, Yves. Il mio nome è Karmakgaruna, figlio di Tolemaride del grande branco.

    Si presentò a sua volta, come aspettandosi che la ragazza avesse udito parlare di almeno qualcuno di quei nomi. Nello specifico, il grande branco era il nome di una tribù che vive nel fitto della foresta. Si fanno chiamare così perché convivono assieme a un branco di grossi felini, il più grande di tutta Arcadia. In quella occasione Karma però non menzionò il nome del padre, per motivi che è inutile spiegare in questa sede.

    Non hai idea di quanto sia bello respirare aria di casa dopo così tanto tempo. Sono via da due settimane ma sembrano mesi. Non mi era mai successo di stare lontano da Arcadia per tanto tempo.

    Parlava con cordialità e sincerità, come se si trattasse di una vecchia amica. Non gli sfiorò nemmeno per la testa la possibilità di secondi fini o loschi intenti dietro alle domande di una sconosciuta. Intanto Hera curiosava in giro, vagando sotto i tavoli degli ignari clienti attratta da qualche avanzo di cibo ripescato qua e là.

    Anzi, probabilmente non mi sono mai allontanato da Arcadia in assoluto. Ma c'era questo evento qui a Louyhong e Rowan erano secoli che insisteva che dovessi conoscere il mondo al di fuori della nostra foresta che non ho potuto rifiutare. Abbiamo preso uno di quelle grosse capanne che galleggiano e siamo arrivati qui in tre giorni, riesci a crederci?

    Si passò una mano sui capelli bianchi e ispidi, guardando di tanto per il locale in maniera distratta. Di tanto in tanto il suo occhio cadeva su Sum, che se ne stava in dispare parecchio sconsolato. Pensò che non era corretto lasciarlo da solo dopo che si era presentato ed era stato tanto simpatico ma per il momento era preso dalla conversazione con Yves.

    Tu invece? A quale branco appartieni?

    Ok, adesso prendi questa domanda proprio per quello che è. Karma ha un proprio modo limitato di vedere il mondo, dovrai farci l'abitudine.


    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.

     
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    Scusate il ritardo, ho avuto un paio di impegni inaspettati durante le scorse settimane.


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    Finalmente riusciva ad avere un dialogo con qualcuno proveniente dalle sue terre, qualcuno che poteva capirla, ascoltarla e rassicurarla.
    Nei giorni a seguito del Braxamundis si era sentita persa, ed ancora ora non riusciva a togliersi quell'odiosa sensazione di dosso. Si sentiva come un pesce fuori dall'acqua, un salmone che non riusciva a trovare la via di casa.
    Sentire quell'arcadiano parlare di casa, dei luoghi che entrambi conoscevano anche se forse non condividevano le faceva uno strano effetto. Certamente non avevano frequentato gli stessi posti e le stesse persone, tuttavia era indubbio che un sacco di cose erano comuni ai due.
    Per la prima volta da quando lo aveva incontrato si fermò ad osservarlo bene. Molti lo avrebbero definito strano o particolare, ma per Yves quello che vedeva rientrava pienamente nei canoni degli arcadiani.
    Capelli chiari, viso e corpo dipinto o tatuato, abiti minimali e protezioni poste in punti strategici. La muscolatura sviluppata non lasciava adito a dubbi, certamente era una persona che sapeva come comportarsi in combattimento.
    Non riuscì ad attribuirgli un'età definita, dal modo di parlare poteva avere circa la sua età, ma i tratti del viso erano più duri e scolpiti, dunque non riusciva a capire se doveva trattarlo con il rispetto dovuto ai più anziani, o considerarlo un suo coetaneo.
    Riportò l'attenzione alle parole del suo interlocutore.
    Al nominare il Grande Branco gli occhi di Yves si illuminarono, ma attese che Karma avesse terminato di parlare per dire qualcosa:
    - Erano anni che non incontravo qualcuno proveniente dal Grande Branco. Non posso dire di conoscerne personalmente tutti i membri ma alcuni li ricordo con nostalgia. - sorrise ricordando con nostalgia il periodo che aveva passato assieme al Grande Branco.
    Al tempo era poco più che una ragazzina, ma le Guerriere chiedevano che le adepte passassero almeno un anno assieme al branco in modo da comprendere al meglio la natura e quanto questa fosse importante per loro.
    Per Yves quello era stato uno dei periodi più belli della sua vita. Le era dispiaciuto moltissimo dover lasciare il branco per tornare alla guardia, ma aveva deciso di prestare il giuramento e diventare a tutti gli effetti una Guerriera. Sapeva che quella era la sua strada.
    Voleva chiedere a Karma notizie di alcune sue conoscenze nel branco, ma decise che non era quello il tempo e il luogo per quelle reminiscenze. Le sembrava strano non ricordarsi dell'uomo, in fondo aveva passato un anno nel Branco, ma era anche stata una ragazzina vivace e spensierata, poco attenta ai nomi e ai volti, ricordava solo quelli con cui aveva legato di più all'interno del branco stesso.
    - Il mio branco sono le Guerriere di Ysabeth. - disse infine - Passo la mia vita a proteggere le Prescelte.
    Si voltò guardando la schiena di Sum.
    Era stata scortese, e in fondo l'uomo non le era sembrato malintenzionato o violento. Non avrebbe fatto alcun male dargli l'occasione di scambiare quattro chiacchiere.
    - Hei. Sum, giusto? - lo chiamò - Siedi. Raccontaci come sei arrivato qui a Louyhobng. Karma ha detto di esserci arrivato per nave, io ho viaggiato con una carovana di mercanti, e tu? - chiese seriamente curiosa di saperne qualcosa di più.
    I gatti erano curiosi, e lei non era da meno.


    Yves CanterraPrimogenita della famiglia Canterra.
    Di costituzione non particolarmente robusta ed alta poco più di un metro e settanta a prima vista non ha l'aria di una persona minacciosa o pericolosa, tuttavia la sua armatura in cotta di maglia decorata, la spada legata al fianco sinistro e lo scudo al braccio sinistro non lasciano spazio al dubbio riguardo alla sua abilità di combattente.
    Porta i lunghi capelli biondi leganti in uno chignon sopra la nuca ed alcune frange che le ricadono sul viso sono intrecciate secondo la moda arcadiana.
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  11. mak the bast
     
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    la rinascita

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    <p align="center">


    Sum era ancora appoggiato alla finestra, riflettendo sulle tante domande che gli giravano in testa, quando la voce della ragazza colpì la sua attenzione.
    La ragazza e l'uomo che fino a prima stavano parlando, si girarono verso di sum chiedendogli di mettersi a sedere e raccontare come fosse giunto li.
    Gli occhi di sum si illuminarono, ed un sorriso a quarantotto denti gli venne in volto, cominciando ad andare verso di loro per mettersi seduto al tavolo dei due.

    Cosa ... cosa gli dico ora, hò troppe domande e poche risposte in testa, non mi sembrano tipi cattivi.
    Forse se gli raccontassi tutto potrei avere risposte, e se dovessi ingaggiare una battaglia saprò bene come difendermi, sono sempre un portatore di fibre dopotutto.


    Il ragazzo prese coraggio, si mise a sedere, e con la faccia ancora sorridente rispose alla domanda della ragazza.

    Sono molto felice che io abbia trovato due persone gentili come voi, ora tu mi hai chiesto come sono arrivato quì, bene spero che dopo quello che vi dirò non mi reputiate uno strano tipo.
    Non hò assolutamente idea di come sono arrivato qui, il mio senso dell'orientamento fa schifo.
    So solo che ieri mi trovavo in una tomba di un cimitero, poi sono riuscito a liberarmi e ho cominciato a camminare,, poi sono arrivato qui e ho trovato voi.


    Sum cambiò il suo sorriso in un broncio dubbioso e abbassò lo sguardo.

    Se almeno sapessi in che paese mi trovo, konoha, suna, kiri??

    Il tono della sua voce si fece basso, poi ricordò un altra domanda che la ragazza gli aveva fatto poco prima, sul come si era fatto tutte quelle cicatrici.
    Esitando un po cominciò a parlare,balbettando un po e ritrovando il suo sorriso.

    Bbbe... be , come mi sono procurato queste cicatrici??
    In battaglia, in missioni e in varie attività che hò compiuto prima di ritrovarmi qui, come un generale che ha tante medaglie.
    Ha ha ha, ma non sono un tipo pericoloso, mi reputo abbastanza simpatico.


    Cazzo spero che non siano alleati del butai, non voglio morire qui, non sò quanto siano forti, ma spero che non abbiano brutte intenzioni.

    poi un altro forte battito dal cuore di kumiko venne a dargli una sensazione di rilassamento, come se tutto a parer suo stesse procedendo nel giusto modo.

    E spero soprattutto di non starvi annoiando, dopo che avete smesso di parlare tra di voi per accogliere la mia richiesta.
    Vi ringrazio anche se non saprete darmi molte informazioni.









    .







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    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.





     
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  12. :Karma:
     
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    Konoha Suna Kiri

    Karma annuì vistosamente sentendo che la ragazza aveva accolto favorevolmente la sua proposta di accogliere lo strano tipo e spostò di un poco la sedia in modo tale che quello potesse prendere posto al loro tavolo senza intralci.

    Esatto Sum, unisciti pure a noi.


    Gli rivolse particolarmente di buon umore e dando una pacca sulla spalla al nuovo arrivato non appena questi ebbe preso posto. Nel frattempo Hera comparve da sotto di uno dei tavoli adiacenti, avanzando mogia mogia delusa di non essere riuscita a sgraffignare niente da mangiare. Karma si sporse oltre il tavolo per guardarla, intenerito dall'amica.

    Hai fame Hera? Dammi solo un minuto e vedo di comprarti qualcosa.


    Tornò a rivolgere la sua attenzione verso Sum, in tempo per sentire la storia dei cimiteri e delle altre stranezze del ragazze. All'inizio rise credendo si trattasse di qualche forma strana di umorismo delle tribù delle foreste di cemento, ma soffermandosi poi sulle strane e vistose cicatrici del ragazzo cominciò a pensare che poteva trattarsi della verità.

    Con sguardo incuriosito continuava ad ascoltarlo, risultando sempre più confuso dalle sue parole.

    Suna? Kiri? E' da lì che vieni? Mi dispiace non poterti aiutare, ma oltre a qualche zona ad Arcadia, non conosco molto il paese.


    E si voltò verso la ragazza sperando che lei potesse essere più di aiuto. Non mancò di notare però che alla pronuncia di quei luoghi, qualcuno degli avventori seduti nelle loro vicinanze si era voltato di scatto come scattando sull'attenti ad udire quei nomi. Un brusìo cominciò a diffondersi nella sala al che persino l'oste si sporse dal bancone, per cercare di capire cosa stava succedendo.

    Hera notò altresì che qualcosa era cambiato e disorientata si guardava intorno, come fiutando un possibile pericolo. Karma bollò quell'episodio come la classica stranezza che non poteva sperare di capire, e rimase concentrato sulla conversazione con gli altri due, aspettando una risposta da Yves.


    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.

     
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    Yves ascoltò la discussione di Karma e Sum senza proferire parola, rimanendo perfettamente neutra nell'espressione.
    Quel tipo non le piaceva, non le era piaciuto dal primo istante in cui lo aveva visto. Forse non aveva cattive intenzioni, ma c'era qualcosa in lui che le faceva ribrezzo. Le cicatrici? No, ne aveva viste molte in vita sua e quelle di Sum non erano poi tanto diverse dalle altre. Era il suo modo di fare, di parlare. Era come se provenisse da un altro tempo e luogo.
    - Suna? Kiri? E' da lì che vieni? Mi dispiace non poterti aiutare, ma oltre a qualche zona ad Arcadia, non conosco molto il paese. - disse Karma.
    A quelle parole il gelo sembrò calare sulla locanda. Molti si voltarono a guardare il gruppetto seduto al tavolo e persino l'oste, che fino a quel momento era rimasto per i fatti suoi a pulire bicchieri, smise di trafficare e si voltò a fissare i tre.
    Yves sospirò, ed alzò la voce in modo che tutti potessero sentire. Odiava recitare la commedia, ma dopo tutto erano in un presidio imperiale, e lei non voleva avere grane, non più di quante ne potesse affrontare almeno.
    - Sum, mi sembri alquanto confuso. Non conosco i luoghi che hai nominato, ma qui siamo ad Ephiora, nel presidio imperiale di Loyuhong. Grazie all'Impero che ci ha liberato dalla minaccia dei ninja, ora tutti i regni vivono in pace. Io e Karma veniamo da Arcadia, il regno della Madre Terra. -
    Lentamente la tensione nell'aria sembrò rilassarsi e gli avventori tornarono alle loro faccende. Quando la situazione sembrò abbastanza calma, Yves fece cenno a Sum di avvicinarsi e parlò a voce più bassa.
    - Vuoi farci ammazzare tutti e tre? Ci sono modi più rapidi e meno dolorosi per questo. Cosa ti salta in mente di parlare dei villaggi ninja in territorio imperiale? Se prima potevo essere interessata a sapere chi eri e da dove venivi, ora non ne voglio più sapere nulla. Di una sola cosa sono certa: tu porti grane. - disse in tono serio.
    Non aveva parlato con cattiveria. Voleva solo salvarsi la pelle. Era disarmata e in territorio imperiale. Se avessero iniziato a sospettare di lei avrebbe potuto avere non pochi fastidi per ritornare ad Arcadia. Non poteva permettere che un qualsiasi idiota che spegneva il cervello prima di parlare le rovinasse i piani e rallentasse la sua missione.
    Era un ninja? Era una spia? Non le interessava. Non più almeno.
    Alzò gli occhi ed incrociò li sguardo con una guardia imperiale che era da poco entrata nella locanda e stava confabulando con il locandiere.
    "Perfetto." si disse "Ci mancava solo questa...".
    Quella giornata non era nata sotto i migliori auspici, e sembrava non essere destinata a migliorare.


    Yves CanterraPrimogenita della famiglia Canterra.
    Di costituzione non particolarmente robusta ed alta poco più di un metro e settanta a prima vista non ha l'aria di una persona minacciosa o pericolosa, tuttavia la sua armatura in cotta di maglia decorata, la spada legata al fianco sinistro e lo scudo al braccio sinistro non lasciano spazio al dubbio riguardo alla sua abilità di combattente.
    Porta i lunghi capelli biondi leganti in uno chignon sopra la nuca ed alcune frange che le ricadono sul viso sono intrecciate secondo la moda arcadiana.
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  14. mak the bast
     
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    la rinascita

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    <p align="center">


    Il silenzio dopo le parole di Sum , il gelo sembrava calato e tutti lo guardavano con aria sospettosa.

    cosa ci sarà mai di strano nelle mie parole, ho solo nominato alcuni dei grandi villaggi della terra ninja.
    Ma quì la gente è tutta strana.


    Quando anche il suo pensiero venne interrotto da karma, che purtroppo non aveva risposte per sum , anche se con tutta la sua simpatia gli aveva dato una risposta brutta per sum.
    Il sunese non pote che sorridere all'uomo.

    Grazie comunque, ma potremo andare a comprare qualcosa alla piccola hera ??? in questa locanda avranno qualcosa da mangiare spero .

    Tutta la bontà e la grazia di sum vennero spente dalle parole della ragazza:
    Sum, mi sembri alquanto confuso. Non conosco i luoghi che hai nominato, ma qui siamo ad Ephiora, nel presidio imperiale di Loyuhong. Grazie all'Impero che ci ha liberato dalla minaccia dei ninja, ora tutti i regni vivono in pace. Io e Karma veniamo da Arcadia, il regno della Madre Terra.

    Sum spalancò gli occhi a quelle parole, soffocando il suo urlo in due respiri affannosi, girandosi verso la ragazza.
    Ma parlando a bassa voce questa volta.

    Liberato? tutti morti ?

    Lacrime uscirono dagli occhi di Sum, che ora appoggiava le mani intorno alla nuca, appoggiando gli stessi gomiti sul tavolo.
    Dei flash cominciarono ad arrivare in testa a Sum che venne come investito da un cumulo di sentimenti, ricordando parte di cuello che era successo.

    Flash:
    Le mie mani piene di sangue, corpi straziati, urla di bambini.
    Il butai alla fine ci ha conquistati, la guerra a portato alla distruzione di tutto il mondo ninja portandolo ora a ciò che è.
    Ma io allora quanti ricordi ho perso, quanti anni ho buttato via della mia vita, quanta gente ho fatto soffrire per non averla difesa.


    Sum piangeva distrutto dalle parole della ragazza,non sapeva più cosa doveva fare o con chi prendersela, ma di certo non voleva prendersela con i due.

    o mio dio, tutti morti, tutti .
    La guerra persa, cosa farò ora?
    Kumiko è assente e di certo non posso prendermela con nessuno, forse almeno ora tutte le anime saranno in pace.
    Inutile di certo piangersi addosso, è solo tempo di reagire.


    Ma la ragazza non aveva finito con Sum, gli si avvicinò e a voce bassa gli diede alcuni consigli molto sentiti.

    Vuoi farci ammazzare tutti e tre? Ci sono modi più rapidi e meno dolorosi per questo. Cosa ti salta in mente di parlare dei villaggi ninja in territorio imperiale? Se prima potevo essere interessata a sapere chi eri e da dove venivi, ora non ne voglio più sapere nulla. Di una sola cosa sono certa: tu porti grane.

    Forse non era stata la mossa più giusta ma cosa poteva saperne Sum, che fino a prima si trovava in uno status di completa innovazione, dato che ora il suo mondo era sparito.
    L'orrore in quel momento poteva descrivere cosa stava accadendo, Non era stata una saggia idea anche l'azione della ragazza che non sapeva di certo che Sum era stato travolto da tremendi ricordi.
    I pugni del sunese si strinsero Quasi a volerli far sanguinare , mentre le cicatrici del corpo sembravano ribollire come se da esse qualcosa di inumano dovesse uscirne.
    Lo sguardo rivolto ora verso la ragazza e la bocca di Sum leggermente aperta, che a bassa voce gli stava riferendo i suoi sentimenti.

    Ammazzarci tutti dici, forse ti è sfuggita la cosa che io non ricordavo niente di ciò che mi era successo ma di certo non voglio farvi del male.
    (Una lacrima) il mio cuore piange sangue, ma non voglio che nessuno si debba cacciare nei guai per colpa mia.


    Sum sembrò calmarsi alla vista di quella che sembrava una guardia, capì che forse non era una buona cosa parlare dei villaggi ninja.
    Vide che yves stava guardando Nello stesso punto, ed il cuore di Sum riprese i normali battiti.

    Una guardia, se quello che dice la ragazza è vero , non posso ammazzare quel mentecatto in divisa perché farei solo del male a loro, e dopo che mi hanno aiutato e accettato senza conoscermi non posso ficcarli in questi guai.
    Cercherò più avanti le mie risposte ora sarà meglio cambiare atteggiamenti.
    Ora devo pensare a loro tre non posso lasiare che ci rimetta anche il buon karma, e soprattutto la sua simpatica scimmietta.


    Sum si girò verso di karma, con un grande sorriso , facendogli un occhiolino, poi si girò verso la ragazza e fece lo stesso anche con lei.

    (A bassa voce) Siete stati troppo gentili con me, ed io non permetterò che nessuno vi faccia del male a causa mia.
    e per la cronaca non porto rogne.


    Poi fece per alzarsi e con la coda dell'occhio vide la guardia che era ancora li a parlare con il locandiere, indicandoli.
    E cosi si fermò a mezza via ne in piedi ne seduto, cominciando a parlare cosi che tutti lo potessero sentire mentre faceva partire la sua farsa.

    Ma si yves stavo parlando delle storie che mio padre mi raccontava , quando l'impero ci liberò colpendo con forza gli oppressori.
    Non mi ricordavo sul dove erano ambientate, in quale dei vecchi e decrepiti luoghi erano nate.
    Ma ora non ci pensiamo, dovremo comprare qualcosa da mangiare alla piccola hera.


    Sorridendo si rimise completamente a sedere, facendo cenno ad yves e karma della bottiglia .

    Vogliamo brindare o la lasciamo qui a scaldarsi questa , dovremo brindare ad una splendida giornata.

    Maledetto bastardo, se si avvicinerà lo strangolerò con le mie mani, e forse dopo farò anche una capatina dal locandiere a schiarirgli le idee.
    Come sono caduto in basso, dover recitare a favore loro, per salvare la pelle a qualcuno.
    Almeno sto facendo qualcosa di buono per qualcuno.


    Sum era sconsolato, ma non poteva far ferire quelli che ora conosceva come nuovi amici anche se la ragazza ora aveva cambiato idea su di lui.
    Sum non era una cattiva persona, ma come poteva rimanere impassibile davanti a ciò che ora sapeva avergli sconvolto l'esistenza.






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    Sum era a troso nudo, con il corpo ricoperto dei soliti tremendi tagli, un tatuaggio sul braccio sinistro, Due cerchi concentrici l'uno davanti all'altro.
    Indossa solo i pantaloni ed un paio di Scarponi.
    Allora piccola premessa in questo caso Sum e stato cosi tanto sconvolto dalle guerre che hanno distrutto quello che conosceva prima e con loro una parte della sua mente è andata in frantumi dunque dovrà scoprire un nuovo mondo , dato che lui apparentemente non sa cosa sia successo.





     
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  15. :Karma:
     
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    Uno di loro

    Lo scambio animato di risposte, i cambiamenti di tono e volume non furono colti da Karma che non riusciva a seguire il filo del discorso. Confuso alternava lo sguardo tra Sum e Yves, imitato anche dalla scimmietta che però era sicuramente più agitata di lui.

    Alla parola "ninja" però sobbalzò lievemente, cominciando forse a collegare gli strani nomi che aveva udito prima a quelle persone orribili, responsabili delle atrocità viste a Loungyong. Cominciava anche a capire i motivi dei sussurri e della latente ostilità di Yves verso Sum e non potè fare a meno di riconsiderare la propria impressione sullo straniero, collegandolo a sua volta con quei demoni senza pietà.

    Ninja..

    Certo nemmeno l'aspetto di Sum lo aiutava molto e se prima Karma lo considerava un tipo buffo ed eccentrico, adesso ne aveva quasi paura e orrore. La piccola recita di Sum fu interpretata come un tentativo di nascondere la propria identità, il che lo indispose ancor di più. Karma ritrasse le mani dal tavolo facendole scendere ai lati del corpo con i pugni chiusi.

    Un espressione seria rimaneva sul suo volto mentre guardava Sum con occhi inclementi.

    Sei uno di loro, non è vero?


    Disse con voce dopottutto bassa, dettato però dall'astio che montava dentro di sè più che dalla riservatezza richiesta da quel tipo di conversazione.

    Intanto la guardia rimaneva in disparte a chiaccherare con l'oste, probabilmente non ce l'aveva con loro. Non ancora.




    CITAZIONE
    Karma
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    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.

     
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