Una terra battuta dal vento

scontro tra Astrid e Nia

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  1. Ashel
     
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    Portfolio

    Nome pg: Astrid
    Livello: 4

    Potenza: 10
    Vita: 200
    Chakra: 130
    GOLD: 900 G
    Exp accumulata: 6/20 exp
    PA disponibili: 2 PA
    PA spesi: 13 PA
    Discipline e Arti segrete
    Armi Pesanti Rank II
    Arcieria Rank I

    Nessuna arte segreta
    Talenti speciali
    Survivalist I


    Inventario

    Armi e Armature
    Corazza dell'avventuriero [Blocco 20]
    Arma Pesante Classe I [Danno 40]
    Oggetti consumabili
    20x Freccie in Noce [Danno 10]
    1x Essenza di Amaryllis
    1x Dolcetto Natalizio
    Oggetti speciali
    Vuoto


    Talenti

    Armi Pesanti
    Armi Pesanti I
    Armature Pesanti I
    Heavy Metal

    Parata Pesante
    Swipe Away
    Heavy Rotation
    Smash'em

    Armored Guard
    Paradigm Shift
    Death Edge
    Titan Slayer
    Brawl
    Arcieria
    Archi I
    Cross Skill Expertise
    Archer

    Hunter's Chance
    Charged Shot
    Bloodseeker Shot
    Disciplina [Bloccata]
    Nessuno
    Disciplina [Bloccata]
    Nessuno
    Arte Segreta [Bloccata]
    Nessuno
    Maestria [Bloccata]
    Nessuno


    Meriti

    Nessun Merito
    Nessuno


    Cronologia
    Bonus Creazione +60 exp
    Bonus Creazione Level up! x3
    Bonus Creazione +12 PA

    Aggiunta discipline
    Armi Pesanti
    Arcieria

    Talenti aggiunti
    - 0 PA - Armi Pesanti I - Armi Pesanti
    - 0 PA - Armature Pesanti I - Armi Pesanti
    - 0 PA - Heavy Metal - Armi Pesanti

    - 1 PA - Stance: Armored Guard
    - 1 PA - Smash'em
    - 1 PA - Parata Pesante
    - 1 PA - Heavy Rotation
    - 1 PA - Swipe Away
    - 1 PA Passive: Paradigm Shift
    - 1 PA Titan Slayer
    - 1 PA Death Edge
    - 1 PA Brawl

    - 0 PA - Archi I - Arcieria
    - 0 PA - Cross-skill Expertise - Arcieria
    - 0 PA - Archer - Arcieria

    - 1 PA - Hunter's Chance
    - 1 PA Charged Shot
    - 1 PA Bloodseeker Shot


    Talenti speciali aggiunti
    -1 PA: Survivalist I


    Rank Up
    Armi Pesanti Rank II

    Oggetti Aggiunti
    +1x Essenza di Amaryllis (Bonus Creazione)
    Corazza dell'Avventuriero [Blocco 20]
    20x Frecce in Noce [Danno 10]

    -700 G - Acquisti al negozio
    + Arma pesante classe I [Danno 40]


    Exp/Gold guadagnati

    Level Up! 3->4 [+ 3 PA]







    Si lasciò cadere a terra, esausta.
    Il viaggio l'aveva sfinita, senza contare che da giorni non mangiava altro che radici, bacche e tuberi disidratati. La sua avventura a Dalereuth era terminata, ma non era ancora tempo di tornare a casa.
    Avendo lasciato la regione desertica di Shal'aria per avventurarsi nei territori aldaresi, ben più miti e ospitali, aveva pensato di trovare un luogo migliore in cui continuare le sue ricerche.
    Ad accoglierla era stata invece una pervicace perturbazione che non le aveva dato tregua per un'intera settimana.
    Bagnata, sporca e affamata Astrid si era trascinata seguendo il corso di un torrente quasi del tutto prosciugato che un tempo doveva essere stato l'affluente di un fiume ben più grande, giungendo però poco oltre il crudele deserto di ciottoli che costituiva il principale confine geografico tra le due regioni.
    La vasta e infinita steppa aldarese, illuminata da un pallido e indifferente sole primaverile, le ricordò in qualche modo la Storfalla di Vaygrjord durante l'estate, l'unico periodo dell'anno in cui non era coperta di neve.
    Gettandosi su un cumulo di erba secca, ai piedi di un albero morto, la ragazza cercò di riprendere le forze consumando un altro po' delle provviste che si era portata per il viaggio. Non ricordava più l'ultima volta che aveva fatto un bagno e i vestiti maschili che si trascinava addosso da quando era arrivata a Dalereuth erano quasi a pezzi. Se qualcuno l'avesse vista in quelle condizioni non avrebbe certo pensato a una guerriera di alto rango, scambiandola piuttosto per una vagabonda o una tagliagole qualsiasi.
    Doveva avere un aspetto orribile, ma perlomeno non era più obbligata a travestirsi da uomo: potendo usufruire della sua reale identità si sentiva più libera e più agile di quanto non fosse mai stata da quando era partita dai porti di Niethlung.
    Saggiò il metallo della sua spada, trovandolo ancora perfetto. Vanberk aveva fatto un ottimo lavoro con quell'arma: si appuntò mentalmente di ringraziarlo di nuovo una volta tornata a casa, ricordandosi all'improvviso che non sarebbe potuta tornare alla roccaforte così agevolmente.
    Suo padre non avrebbe tollerato la sua presenza al castello, senza contare che se n'era andata senza dare spiegazioni né al capitano Brand né ai suoi compagni d'arme.
    La sua vita, un tempo votata soltanto alla scherma e al tiro con l'arco, si era notevolmente complicata da quando aveva accettato l'invito di Ymir a seguirla lungo un percorso lastricato di morte e di distruzione.
    Era entrata in una spirale di violenza che non sarebbe forse più stata in grado di interrompere se non ponendo fine alla sua stessa vita, e fu quell'aura di inevitabilità che ottenne, infine, di atterrirla inesorabilmente.
    Avrebbe voluto farsi un bagno, distendersi su un giaciglio qualsiasi, foss'anche il letto sfondato di una bettola di periferia, bere un boccale di birra e magari incontrare qualcuno con cui passare la notte, uno sconosciuto del quale al risveglio non avrebbe potuto né voluto sapere più niente.
    Voleva sentire che ancora qualcosa, nella sua esistenza, aveva un senso; che non era il fantasma di se stessa e delle proprie scelte.
    Voleva sentirsi viva appagando ciascuno dei suoi desideri più naturali, facendo cose che la maggior parte delle persone trovava normali.
    Invece era in quella steppa di merda, isolata dalla civiltà, in cui il villaggio più vicino distava forse due o tre giorni di viaggio.
    Quella prospettiva le fece salire una discreta dose di bile e lei, per tutta risposta, decise di non muovere un dito per porre rimedio alla sua condizione.
    Avrebbe recuperato le energie dormendo all'addiaccio per un'altra notte, poi si sarebbe tolta qualche sfizio una volta giunta nel primo centro abitato che avesse trovato.


    CITAZIONE

    Astrid


    Potenza: 10
    Vita: 200
    Chakra: 130
    Distanza: -
    Talenti Speciali: Survivalist I

    Discipline:
    Armi Pesanti II
    Arcieria I

    Slot Usati: -
    Slot Rimanenti: -
    Auree/Stance/Effetti: -
    Status/Buff: -

    Equipaggiamento:
    Corazza dell'avventuriero [Blocco 20]
    Arma Pesante Classe I [Danno 40]
    20x Freccie in Noce [Danno 10]

    Scheda: Astrid



    OT: Si tratta di uno scontro amichevole.
    I tempi di risposta sono da intendersi come ragionevolmente liberi, così come la sua durata. /OT


    Edited by Ashel - 9/1/2017, 22:25
     
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    Nome pg: Nia
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    Acquisti al Negozio - 600 G
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    Acquisti in Emprio ed Erbalista - 200 G
    + 1x Pozione Dello Spirito
    + 1x Pozione della Salute Minore


    Gold Guadagnati


    Exp Ottenuta


    Level Up! 3->4 [+ 3 PA]



    CITAZIONE
    Temporalmente questa role per Nia si svolge in seguito agli eventi narrati in Una Questione d'Onore.

    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Una Terra Battuta dal Vento - Di Ronda
    La steppa aldarense doveva avere un certo fascino, ma Nia proprio non riusciva a trovarci nulla di bello in quella bassa vegetazione spoglia e secca. Si era lasciata alle spalle Arcadia con i suoi enormi alberi verdi, dalla chioma folta e rigogliosa, ma non riusciva a dimenticarli. La sola vista di quei rami spogli le metteva tristezza, come le aveva messo tristezza il rimanere per tanto, troppo tempo rinchiusa in una città fatta di pietra e metallo come Aethernia.
    Quando Rifah le aveva detto di fare un po'di esperienza sul campo lontano dalla capitale Nia aveva colto al volo l'occasione, anche se non si era certo aspettata di finire nel bel mezzo del nulla. A parte un piccolo villaggio in cui era situata anche la caserma locale delle reclute c'era ben poco per diverse leghe in quasi ogni direzione.
    Sospirò mentre camminava trascinando un po'i piedi attraverso il sentiero. Era arrivata da meno di due settimane in quel posto e le altre reclute pensavano già di poter fare con lei il bello e il cattivo tempo. Avrebbe più che volentieri bruciacchiato il fondoschiena di qualcuno di quei lavativi, ma poi sarebbe stata Rifah a risentirne, dopotutto era stata lei a farle avere le carte per il trasferimento il più velocemente possibile. Non poteva metterla in ridicolo o lasciare una macchia sul suo nome, non dopo quello che aveva fatto per lei. Era diversa dal fratello, eppure sotto alcuni aspetti gli somigliava: era gentile e premurosa, anche se cercava di non dimostrarlo nascondendosi dietro la maschera della divisa imperiale.
    Kirian aveva deciso di non seguirla, l'avrebbe aspettata ad Aethernia quando sarebbe ritornata. Aveva chiesto al monaco come poteva essere così certo che sarebbe davvero tornata, e lui con uno dei suoi soliti sorrisi le aveva risposto: "Tornerai, bambina, sono certo che tornerai."
    Il sole stava già calando quando Nia notò qualcosa di insolito sulla via del ritorno: delle tracce. Era passato qualcuno di recente, ma per qualche motivo non aveva seguito il sentiero. I pochi abitanti del villaggio conoscevano la strada a memoria, e rischiare di perdersi nella steppa non era certo qualcosa di piacevole soprattutto quando la temperatura scendeva dopo il tramonto.
    Non era mai stata particolarmente brava a seguire le tracce, ma se davvero qualcuno era passato di li e aveva mancato il sentiero doveva trovarlo prima che calassero completamente le tenebre, o lo avrebbe trovato il giorno seguente, in condizioni ben più gravi.
    La rabbia dei primi fallimenti nel seguire la pista minacciò di far vacillare la sua determinazione, ma il sapere che poteva esserci una persona possibilmente dispersa in quella zona la spronò a proseguire.
    Era ormai il crepuscolo quando Nia riuscì ad individuare una sagoma umana, o supposta tale, stesa sotto un albero ormai rinsecchito della steppa. Era immobile, e la giovane pensò subito al peggio facendola avvicinare rapidamente.
    - Hei! - gridò. - Tutto a posto? -
    Nonostante Nia si fosse arruolata nella legione imperiale ancora non si era abituata a indossare l'armatura, e quella volta, come le altre precedenti, era uscita di ronda con i suoi soliti abiti da viaggio.


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    Avanzava incerta, con il passo pesante del soldato stanco.
    Venendo verso di lei da levante la luce del sole la colpiva da dietro, conferendole un aspetto quasi irreale; per un momento Astrid pensò che si trattasse di un miraggio.
    Aveva fame e sete, ma non era indifesa: la sua spada, pesante come un macigno, stava ancora accanto a lei, poggiata sul terreno secco e arido della steppa.
    Mentre il vento sollevava la polvere e agitava le fronde degli alberi - solitari come totem dimenticati - la sconosciuta accelerò il passo come se si fosse finalmente accorta della sua presenza.
    La Varyag si limitò a spostare appena lo sguardo.
    Ragni era morto - o scomparso. La missione era stata un totale fallimento.
    Il capitano Brand le avrebbe chiesto di fare rapporto e lei non avrebbe saputo che cosa dire: pietre demoniache, negromanti immortali, passaggi dimensionali.
    Nessuno le avrebbe creduto e l'avrebbero degradata, perché era impulsiva, sprezzante e antipatica; e poi sì, sopratutto perché era una donna e le donne non avevano cervello.
    Perché avrebbe fatto meglio a sposare quell'Hakon del clan di Crach, il miglior pretendente che suo padre fosse riuscito a trovarle in quegli anni, fare figli, vederli crescere e poi assistere al loro funerale come avevano fatto tutti gli altri genitori prima di lei, compreso il suo.
    Sputò per terra, amareggiata da quella considerazione che, suo malgrado, si era ritrovata a fare dentro di sé.

    - Hei! - fece la sconosciuta, giungendo le mani attorno alla bocca per farsi sentire a dispetto del vento. - Tutto a posto?

    A quel punto, alzandosi in piedi, le parve di dover reggere da sola il peso dell'intero sistema solare.
    Dire che era stanca era un eufemismo. Ma aveva passato di peggio.
    Come quella volta in cui si era persa durante una battuta di caccia e aveva passato una settimana a vagare per i boschi, nel cuore dell'inverno. Doveva avuto avere nove o dieci anni.
    I suoi fratelli l'avevano cercata ovunque, ma alla fine era riuscita a tornare a casa da sola.
    Come faceva sempre.

    - Non vorrai farmi credere che, oltre ad essere terribilmente incauta, ti piace anche fare battute. - le disse in tutta risposta e con un'acidità che avrebbe fatto venire i bruciori di stomaco persino a una pietra. - Non credevo che avrei incontrato qualcuno, in queste terre selvagge.

    Si slacciò il giubbetto di pelle: sotto le si intravedeva una leggera cotta di maglia, oltre a una specie di medaglione che riluceva al rossore del crepuscolo.
    Non era niente di particolarmente pregiato, ma aveva senza dubbio un'aria sinistra.
    Si trattava invero del simbolo del suo clan - quello di sua madre e di sua nonna prima di lei, di Guðmund e della sua discendenza, di cui lei rimaneva una della poche rappresentanti - che, com'era costume presso gli Skjöldr, amanti di primitive e lugubri simbologie, raffigurava un teschio grosso poco più del pugno di un bambino.
    Il materiale era trasparente come vetro, ma possedeva una strana e curiosa opacità, quasi fosse animato da una sorta di magia oscura.

    - Non volevo essere vista, per questo sono uscita dal sentiero. - continuò, fissandosi il fodero della spada alla cintura. Se ne uscì quindi con una scrollata di spalle, come se in fondo tutta quella situazione non le procurasse il benché minimo fastidio. - Cercavo un villaggio, o un posto in cui dormire. Alla fine mi sono spazientita.

    Strinse gli occhi sulla giovane, considerando che avesse più o meno la sua stessa età. Era robusta, vestita con abiti maschili e dallo sguardo vivace e intelligente.
    Non era una viandante qualsiasi. Poteva trattarsi di una fuorilegge, ma Astrid era abbastanza certa che non avrebbe perso tempo ad accertarsi delle sue condizioni nel caso in cui avesse voluto derubarla o, peggio, ucciderla.
    E poi c'era qualcosa in lei. Qualcosa che non le piaceva per niente.

    - Dimmi... - fece allora, muovendo un passo verso di lei. - ... quanto dista la guarnigione più vicina?

    Si passò la lingua sulle labbra, quasi contenta di averle rivolto quella domanda.
    Benché infatti non facesse che ripetere a tutti che gli imperiali li avrebbe ammazzati volentieri e anche senza un valido motivo, preferiva accertarsi di non ingaggiare un combattimento inutile e potenzialmente mortale contro una comune ladruncola di provincia.
    Secondo gli insegnamenti ricevuti fin dalla tenera età avrebbe dovuto agire diversamente - sfidarla a duello, combattere con onore e altre stronzate.
    Ma lei con il nome di suo padre non aveva più niente a che fare, come dimostrava il teschio che portava al petto.

     
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