La Forma del Fuoco

Autogestita per background Arte Segreta

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    La Forma del Fuoco - Fuori Controllo
    Rifah l'aveva messa in guardia riguardo il periodo d'addestramento, non sarebbe stato facile nemmeno per una persona come lei che aveva militato tra le Guerriere di Ysabeth. Nia aveva inizialmente pensato che la donna stesse esagerando per metterla in guardia e costringerla a mostrare i denti sin da subito, ma dopo le prime sessioni di allenamento alla caserma si era immediatamente resa conto che Rifah non aveva per nulla esagerato.
    Al mattino doveva presentarsi a raccolta nel piazzale all'alba. Seguiva circa un'ora di esercizi fisici nel piazzale, poi venivano distribuiti gli ordini giornalieri: c'era chi avrebbe dovuto pattugliare le strade, chi di corveé alla mensa della caserma, chi svolgere piccoli incarichi per conto dei superiori. Dopo il pranzo, seguivano solitamente altri esercizi fisici e di tanto in tanto qualche scontro organizzato dai superiori per mettere alla prova le abilità delle reclute. Infine prima di essere rispediti a casa i soldati dovevano frequentare un'ora di addestramento intensivo su una disciplina a loro scelta. Nia aveva, su suggerimento di Rifah, optato per migliorare le sue capacità di piromante latente.
    Il suo insegnante, Niklas Einsen, era la rappresentazione del classico docente con cui nessuno vuole avere a che fare. Non più nel fiore degli anni, leggermente curvo in avanti, capelli e barba scuri ormai più bianchi che neri, un occhio che di tanto in tanto andava per i fatti suoi, estroso e tremendamente severo. Solitamente indossava una casacca scura su cui era ricamato lo stemma imperiale e sulle spalle cuciti i gradi, che gli conferiva un aspetto ancora più fuori luogo.
    Assieme a Nia frequentavano quelle esercitazioni altri sei reclute, quattro uomini e due donne. A causa del suo carattere la ragazza non aveva stretto amicizia con nessuno di loro, e il suo poco controllo del fuoco non le aveva fatto guadagnare nemmeno le simpatie dell'insegnante, con continuava a insistere nel farle fare esercizi in cui lei a malapena riusciva ad emettere qualche fiammella.
    C'erano stati dei casi in cui il fuoco si era manifestato quasi spontaneamente dalle sue dita, ma per quanto si concentrasse non riusciva ad evocarlo a comando, o controllarlo una volta scatenato. Ci era riuscita nell'arena, contro Olga, ma non durante quegli addestramenti.
    Le altre reclute riuscivano con naturalezza ad evocare il fuoco e controllarlo, e stando a Niklas anche lei avrebbe dovuto esserne in grado, eppure nonostante gli sforzi e le ore di esercizio le risultava quasi più difficile che non meditare o allenarsi nel corpo a corpo.
    Sapeva che Rifah le aveva consigliato di migliorare il suo controllo su quell'elemento per il suo bene, dopotutto era nata con quel dono e se non avesse imparato a controllarlo ne sarebbe rimasta succube. Tuttavia più Nia cercava di concentrarsi se comprendere dove stesse sbagliando e più la rabbia e la frustrazione crescevano dentro di lei. Grazie agli insegnamenti di Kirian riuscì ad arginare per un po'quei sentimenti, ma ad un certo punto eruppero senza controllo; e quello fu l'inizio del problema.

    Quella era apparentemente una delle tante giornate in cui Nia si addestrava al controllo del fuoco sotto l'attenta supervisione di Niklas nel cortile interno della caserma di Aethernia. L'esercizio in cui era impegnata non sarebbe dovuto essere difficile e le altre reclute erano già riuscite nel loro intento e o si erano fermate ad osservarla o parlottavano tra loro ignorandola.
    Doveva creare e mantenere un piccolo anello di fuoco nella mano sinistra mentre con la destra generava dei piccoli globi di fuoco e li guidava attraverso il cerchio; da ripetere per una dozzina di volte. Questo avrebbe dovuto aumentare il controllo sull'elemento oltre che permettere una maggior stabilità sulle sfere create e guidate.
    Ci stava provando da quasi un'ora e a malapena era riuscita a creare una sfera e guidarla attraverso l'anello tremolante che minacciava di spegnersi da un momento all'altro. Era tesa come una corda di violino e non osava distogliere l'attenzione dal cerchio per paura di perderne il controllo. Si, ce la stava facendo, ancora un piccolo sforzo e...improvvisamente quelle fiammelle si estinsero senza il minimo preavviso.
    - Che perdita di tempo... - commentò una delle reclute, un ragazzo che poteva avere più o meno la sua età.
    - Imbranata. - sibilò un altro accanto al primo.
    - Silenzio! - tuonò Niklas ponendo fine al brusio che si era sollevato all'ennesimo fallimento di Nia.
    La ragazza si trattenne a stento dal reagire. Non la infastidiva fallire l'esercizio, ma l'essere trattata come una pezzente per via del poco controllo che aveva sull'elemento. Non si trattava di predisposizione o talento, perché riusciva a percepire il fuoco dentro di sé, e lo sentiva crescere mentre lo generava e richiamava a sé, ma c'era come qualcosa che interferiva con la sua capacità di controllarlo, come se ci fosse una valvola che non girava del tutto. Non era in grado di metterlo a parole, ma comprendeva che non era lei il problema, non nel senso stretto del termine.
    - Canterra, vedi di metterci un po'più di buona volontà o staremo qui fino a notte. - continuò l'insegnante scoccandole un'occhiata torva.
    - Non lo faccio certo di proposito di sbagliare. - ribatté mesta Nia.
    - Infatti, sei tonta e basta. -
    - Silenzio ho detto! Ancora una parola Warrick e rimpiangerà l'idea di aver aperto quella bocca. - tuonò nuovamente Niklas. - In quanto a lei signorina Canterra, non perda altro tempo e ripeta l'esercizio. -
    Senza dire altro Nia chiuse nuovamente gli occhi e si concentrò per cercare di evocare delle fiammelle dalle proprie dita. Come le aveva spiegato l'insegnante doveva percepire il calore dentro di sé, poi spingerlo verso l'esterno del corpo tramite il chakra e condensarlo in una forma fisica. Riusciva a sentirlo dentro di sé, a spingerlo verso la mano e poteva quasi vedere ad occhi chiusi l'anello di fuoco sul proprio palmo, ma quando riapriva gli occhi esso non c'era.
    Dopo altri minuti di inutili tentativi Niklas decise di concludere la lezione congedando gli studenti. Nia era stanca e sul punto di crollare anche psicologicamente, i compagni di lezione sapevano essere delle vere vipere quando volevano; e quando lei sbagliava ci mettevano davvero poco a farle capire che non era la benvenuta.
    Lei era riuscita ad entrare nell'Accademia Militare di Aethernia grazie a Rifha, ma aveva ampiamente dimostrato i suoi talenti durante le prove per l'accredito come recluta, e continuava a mostrarsi tra le migliori reclute sia durante i suoi incarichi che nel combattimento corpo a corpo, l'unica cosa in cui continuava ad essere sotto la media era quella dannata manipolazione del fuoco.
    Era ironico come proprio per quella era stata allontanata da Arcadia, e di come ora la stesse facendo penare. Eppure era sicura di essere stata in grado di richiamare il fuoco a piacimento un tempo, allora perché ora non ci riusciva.
    Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla e ruotò il capo per vedere chi si era permesso una tale confidenza. Sfortunatamente si trattava di Elvin Warrick, un vero idiota patentato. Non perse tempo a tentare di instaurare un inutile dialogo, poiché era chiaro negli occhi azzurri del ragazzo che voleva solamente continuare a schernirla.
    - Alle volte mi chiedo come tu sia riuscita a farti ammettere all'Accademia, eppure devi aver fatto colpo su qualcuno altrimenti non si spiega cosa tu ci faccia qui. - disse Elvin con un ghigno malizioso sul viso.
    "Ignoralo, non rispondergli o finirai tu nei guai." si disse mentre si voltava e cercava di andarsene, ma il ragazzo strinse la stretta sulla sua spalla,
    costringendola a rimanere lì.
    - Avrai usato qualche trucchetto da arcadiana, dopotutto voi siete tutte emmasche -
    - Lasciami andare. - disse Nia ignorando l'insulto.
    Non era la prima volta che la schernivano per la sua provenienza che era stata costretta a rivelare entrando in Accademia, né la prima che la insultavano chiamandola "amante di donne" o "lesbica", dopotutto per la sua cultura non era un tabù né una vergogna, ma era la prima volta che qualcuno insinuava che avesse sedotto qualche graduata per ottenere qualcosa in cambio.
    - Warrick, sta oltrepassando il limite. Non tollererò oltre... - cominciò Niklas, intuendo che la situazione sarebbe potuta sfociare in una rissa.
    - Che ho detto? Per lei non è mica un insulto! Avrei potuto darle anche della puttana. - si portò l'altra mano alla bocca fingendo sorpresa. - Oh, che sciocco, ma l'ho appena fatto! -
    In quel momento Nia non riuscì più a tollerare. La rabbia si accese in lei, istintivamente infiammò i propri pugni e ruotò con il busto sbilanciando Warrick che colto di sorpresa barcollò all'indietro. Il pugno di Nia però s'infranse sul palmo della mano di Niklas che era prontamente intervenuto intuendo le intenzioni della giovane. Le fiamme sulle nocche dell'arcadiana si assopirono, ma non quelle che sentiva dentro di sé. La rabbia ardeva senza volersi placare, e reclamava la propria soddisfazione.
    Alle spalle dell'insegnante Warrick se la rideva con quella sua faccia tonda e il corpo grassottello avvolto nei suoi abiti di stoffa fine e pregiata. Quanto avrebbe voluto dargli il ben servito, mollargli un cazzotto in mezzo alla faccia e fargli saltare qualche dente. Si, magari poi lasciargli qualche bella bruciatura in modo che si ricordasse per sempre di aver deciso di insultare l'arcadiana sbagliata.
    Improvvisamente attorno a Nia prese a crearsi una specie di aura infuocata, tanto che anche gli altri studenti che si erano raggruppati attorno a Nia,
    Niklas e Warrick per assistere a quel siparietto indietreggiarono allarmati. Poi senza il minimo preavviso Nia sprigionò un'ondata di calore dal proprio corpo che investì Warrick nonostante si fosse allontanato di qualche metro.
    Improvvisamente Nia barcollò. Abbassò lo sguardo e vide che Niklas l'aveva colpita con un pugno mirato in modo da stordirla e renderla incapace di proseguire con quella follia.
    Le ci volle qualche istante per comprendere che cosa era accaduto, e lasciò vagare lo sguardo tra quello severo dell'insegnante e quello terrorizzato di Warrick che si lisciava i vestiti ormai rovinati dalla fiammata che la giovane aveva sprigionata.
    - Un piromante fuori controllo è un pericolo per sé stesso e per gli altri. - disse poi Niklas - Siete in grado di controllare l'elemento dunque, ma non a vostro comando. Dobbiamo vederci chiaro in questa storia. Siete esclusa dalle lezioni, signorina Canterra. -
    Quelle parole furono come una secchiata d'acqua gelida per lei. Perché? Nuovamente esclusa per colpa di quella sua dannata predisposizione alla manipolazione del fuoco, eppure non aveva senso che fosse allontanata da quel gruppo di studio. Non era colpa sua.
    - Ben ti sta, stronza! - disse Warrick sghignazzando alle spalle di Niklas.
    - Per quanto riguarda lei invece signor Warrick, sarà il caso che si dia una calmata e la smetta di mostrarsi così immaturo, o provvederò non solo ad espellerla da questo gruppo, ma dall'Accademia stessa. - disse l'insegnante voltandosi per guardare negli occhi un ora imbarazzato Elvin Warrick. - Sono stato abbastanza chiaro? -
    L'unica cosa che il ragazzo riuscì a fare fu annuire mestamente, mentre assieme al resto delle reclute rientrava nello stabile della mensa per la cena.
    Anche Nia avrebbe dovuto seguirli, ma per qualche motivo non riusciva a muovere le gambe. Era congelata, persino il fuoco che aveva sentito dentro fino a qualche istante prima sembrava essersi estinto.
    - Signorina Canterra, l'aspetto domani mattina nel mio studio. Sa dove si trova? -
    Nia annuì, e si congedò dall'uomo. Aveva fallito, di nuovo. La sua vita era una serie interminabili di fallimenti, anzi era più come l'aveva definita Niklas poco prima: fuori controllo. Già, ormai la sua vita era decisamente fuori controllo da un bel pezzo.


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    La Forma del Fuoco - Blocco Mentale
    Lo studio di Niklas Einsen era straordinariamente accogliente. Le enormi librerie stracolme di tomi arcani riempivano tre delle quattro pareti della stanza, tanto che la porta d'entrata era situata proprio tra uno scaffale di testi riguardanti l'elementalismo e uno dedicato ai misteri dell'evocazione. La scrivania di legno massiccio dietro la quale sedeva l'anziano istruttore era posta verso il fondo della stanza e alle spalle aveva una grande vetrata che dava sul giardino interno dell'Accademia. A terra dei tappeti in fibra pregiata e dai colori caldi completavano il quadro di quello studio, mentre nell'aria si diffondeva un lieve aroma d'incenso.
    Nella stanza oltre a Nia c'era solamente Niklas che però da quando la giovane era entrata, a parte indicarle una poltrona davanti alla scrivania su cui accomodarsi, non le aveva rivolto la parola. L'uomo continuava a tenere un grosso librone in mano e scrutarne attentamente le pagine senza distogliere lo sguardo.
    Più il tempo passava, più Nia si agitava. Lanciava occhiate nervose in giro per la stanza, si guardava le mani intrecciate posate sulle sue gambe, di tanto in tanto le sfuggiva qualche colpetto di tosse nervosa. Nulla di questo sembrava scuotere l'uomo che imperterrito continuava a non darle attenzione.
    Era assurdo! Era stato proprio lui a convocarla e ora la stava volutamente ignorando? Niklas non le era mai sembrato un tipo socievole, ma da quello al far finta di non vedere la persona che gli era seduta davanti c'era un bel passo.
    Si era aspettata di venir ripresa per il suo comportamento nell'allenamento del giorno precedente, e l'istruttore avrebbe avuto ogni diritto di farle una reprimenda riguardo le sue azioni. Aveva alzato le mani su un commilitone e lo aveva ferito. Il fatto che fosse stato un incidente causato dal suo scarso controllo sull'elemento del fuoco non era di certo un'attenuante al suo caso.
    Qualcuno bussò alle porta, e Niklas alzò finalmente lo sguardo dal libro e gracchiò uno stanco "avanti". Nia, nonostante la curiosità fosse tanta, riuscì a trattenersi dal voltarsi per vedere chi avesse varcato la soglia. La poltrona su cui era seduta dava le spalle alla porta dunque se avesse voluto guardare chi era appena entrato avrebbe dovuto per forza alzarsi e dare così la schiena a Niklas, cosa che non le sembrava il caso di fare in quel frangente.
    Una folata di vento freddo entrò dall'uscio e portò con sé verso Nia un vago profumo dolciastro. Era certa di aver già sentito quella fragranza, ma dove? Lei non era solita usare essenze profumate per il corpo, ma aveva visto alcune delle altre ragazze spruzzarsele addosso dopo la doccia nelle camerate. Quell'odore però era certa di averlo già sentito da qualche parte. Aveva delle note dolci, ma il finale era fresco; aveva la risposta sulla punta della lingua...
    - Niklas, cosa c'è di tanto importante da convocarmi qui in fretta e furia? - disse una voce nota alle spalle di Nia.
    - Rifah! - esclamò la ragazza, alzandosi per la sorpresa.
    La donna non indossava la divisa imperiale, ma un abito lungo turchese con gli orli ricamati in oro. Sopra portava un coprispalle di una tonalità di blu più scuro e una mantella imbottita tendente al nero.
    In quei giorni si apriva la stagione delle piogge e le temperature avevano preso a calare bruscamente. Nia quando non indossava la divisa recuperava i suoi abiti da viaggio, ma era la prima volta che vedeva Rifah vestita in modo così elegante. Che Niklas l'avesse disturbata durante la sua giornata di libera uscita?
    - Già, Nik, una spiegazione mi sembra d'obbligo. - commentò una figura al fianco di Rifah che lei fino a quel momento non aveva notato.
    Si trattava di un uomo dall'aspetto decisamente piacevole. I capelli neri e la barba corta e curata si adattavano bene al viso dal taglio affilato, e gli occhi nocciola avevano al loro interno una lieve sfumatura dorata. Indossava un lungo cappotto scuro e sotto di esso Nia riuscì solamente scorgere dei pantaloni grigi di foggia pregiata.
    Non ricordava di averlo mai visto prima, ma questo le rivolse un sorriso e un cenno del capo quando la notò, senza però presentarsi o dire altro. Evidentemente aspettava che fosse Niklas a dare delle spiegazioni per quella situazione.
    L'istruttore chiuse del tutto il tomo che aveva tra le mani e si alzò a sua volta.
    - Vi chiedo scusa per il poco preavviso, ma la situazione richiede una celere soluzione, prima che accadano altri spiacevoli incidenti. - disse Niklas lanciando uno sguardo a Nia.
    L'istruttore poi raccontò a favore di Rifah e dell'uomo che l'accompagnava quanto era accaduto il giorno precedente durante l'addestramento. Ridusse la vicenda all'essenziale: Nia non riusciva a controllare adeguatamente il fuoco, passando dal non riuscire a generare nemmeno una fiammella a creare esplosioni di fuoco incontrollate.
    - La causa potrebbe essere imputata ad un blocco dei canali del chakra, una ostruzione parziale di questi potrebbe avere effetti similari.
    Ed è per questo che vi ho convocati qui. Rifah servirà da monitore e Damon mi aiuterà nell'analisi dei canali...
    -
    - Non credo sia il caso. - lo interruppe Rifah. - Se Nia non fosse stata in grado di convogliare il chakra a dovere non sarebbe riuscita nemmeno ad apprendere determinate tecniche di combattimento corpo a corpo, mentre invece riesce ad eseguirle senza problemi. -
    - Rifah ha ragione, se il chakra fluisce normalmente il problema non è sul piano fisico, ma su quello mentale. - disse Damon, voltando poi il capo verso Nia e sorridendole con gentilezza. - Alle volte seppelliamo nella mente qualcosa che ci fa paura per non doverci pensare più, e finiamo per bloccare così inconsciamente determinate capacità. Questo non sarebbe né il primo né l'ultimo caso di qualcuno che cerca di seppellire la propria affinità elementale fino a dimenticarsi come utilizzarla. -
    Nia abbassò lo sguardo sulle sue mani giunte in grembo. Poteva davvero essere quello il fattore che le impediva di controllare correttamente il fuoco? Da piccola ci era sempre riuscita, anche se poi con l'avanzare degli anni e il non voler dimostrare quella sua capacità durante il periodo sotto le Guerriere di Ysabeth forse l'avevano condizionata più di quanto non avesse immaginato.
    Dopo il processo e il suo esilio da Arcadia aveva sempre cercato di fare più affidamento sulla propria forza fisica che non sul proprio potere elementle, finendo pian piano per relegarlo in un angolo della sua mente. Forse avevano ragione, perché dentro di sé dagli eventi della Prova del Fuoco sentiva di non riuscire a fidarsi del proprio fuoco. Lo temeva, e allo stesso tempo voleva riuscire ad utilizzarlo per non rimanerne succube.
    Era tutta colpa delle alte sfere di Arcadia. Se non l'avessero costretta a vivere celando il proprio potere forse lei...
    - Nia? -
    La voce di Rifah e il tocco della sua mano sulla spalla la riportarono alla realtà. Si era persa nei suoi pensieri e aveva totalmente perso la cognizione del tempo e di quanto le stava accadendo intorno. Che cosa si erano detti Niklas, Rifah e quell'uomo chiamato Damon nel frattempo?
    - Io... - disse cercando lo sguardo di Rifah, ma la frase le morì in bocca.
    - Cosa ne pensi della proposta di Damon? - chiese poi la donna.
    Di che proposta stavano parlando? Davvero per qualche istante si era persa nella propria mente. Che razza di figura aveva fatto, e ora le costava ammettere di non aver seguito il discorso.
    - Io...temo di essermi persa. Vi chiedo scusa. - disse chinando il capo.
    Niklas sbuffò, ma non disse nulla. Rifah strinse lievemente la presa sulla sua spalla per farle sapere che c'era e non doveva preoccuparsi troppo. Infine fu Damon a prendere la parola dopo qualche istante, forse cercando il modo migliore per riassumere quanto aveva già detto, ma senza sembrare scocciato.
    - Vorrei che per un periodo ti addestrassi fuori dall'Accademia, sotto la mia guida. -
    Nia non disse nulla, ma lanciò uno sguardo interrogativo a Rifah. Che senso aveva quella proposta? Era appena entrata in Accademia e già le chiedevano di lasciarla, anche solo per un breve periodo? Inoltre chi diavolo era quel Damon?
    Rifah rispose alle domande inespresse della ragazza, probabilmente intuendole dal suo sguardo perplesso.
    - Damon è un Maestro Kigo, e segue numerosi ragazzi che tentano di migliorare il proprio modo di combattere cimentandosi nell'Arte Kigo. Non saprei dirti di più dato che non ho mai approfondito, ma ho sentito che è una cosa che è in voga tra le reclute. -
    - Apprendere i rudimenti del Kigo può essere facile. - disse Damon pacato. - Ma aprirsi a tutti i suoi segreti e accedere al vero potere richiede molta costanza e dedizione. -
    - Non capisco come questo però potrebbe aiutarmi a superare il mio blocco mentale riguardo al controllo del fuoco. - disse schietta Nia senza misurare le parole.
    Niklas si lasciò sfuggire un nuovo sbuffo spazientito, mentre Rifah sorrise vedendo emergere il vero carattere della ragazza.
    - L'energia spirituale è generalmente neutra, ovvero priva di affinità elementale. Sta a chi la utilizza darle forma secondo la propria conoscenza, e tu non riesci a plasmarla sotto forma di fiamma; oppure ci riesci con estrema difficoltà. - spiegò Damon - Ma i Kigo non sfruttano quell'energia, ma un'altra fonte di forza e sono in grado di sprigionare un potere paragonabile a quello delle fiamme di un elementalista. -
    La spiegazione era tutt'altro che chiara e poco convincente, ma l'idea di imparare a sfruttare un diverso tipo di energia per alimentare la propria forza fisica o elementale non le sembrava stupido come concetto. Non era del tutto convinta, ma annuì.
    - Questo non mi precluderà la possibilità di proseguire il mio percorso nell'Accademia, giusto? -
    - Assolutamente no. -
    Rifah sembrava tranquilla e persino Niklas non diceva nulla, o forse aveva già detto in precedenza quando lei si era smarrita nei suoi pensieri. Poteva accettare quell'offerta senza timori? Era decisamente incuriosita, ma dubitava del fatto che qualcosa del genere potesse davvero aiutarla a controllare meglio le fiamme.
    - Allora accetto. - disse infine.
    In un paio di giorni si sarebbe trasferita alla palestra d'addestramento e avrebbe cominciato il suo percorso sotto la guida di Damon. Rifah sembrava fidarsi abbastanza di lui, perciò anche Nia si sarebbe fidata; per ora.


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    La Forma del Fuoco - Prova di Forza
    Il primo periodo alla palestra di Damon fu tutt'altro che entusiasmante. L'uomo le aveva detto che l'avrebbe aiutata a migliorare il suo controllo del fuoco attraverso l'apprendimento di qualcosa chiamato Kigo, ma per la prima settimana non aveva fatto altro che normali esercizi di corpo a corpo e utilizzo dell'energia spirituale.
    Il primo giorno era stata accolta da Damon stesso che le aveva mostrato il suo alloggio e le sale di allenamento, ma poi l'aveva lasciata con uno degli altri addestratori e da quel momento non lo aveva più rivisto. Non aveva fatto domande né aveva indagato sul perché l'uomo non si fosse più fatto vedere, ma ora cominciava a nutrire dei dubbi su tutta quella faccenda.
    Era la migliore tra tutti i giovani che si allenavano in quel luogo, sia nel corpo a corpo che nell'utilizzo della propria energia spirituale, ma non aveva ancora fatto alcun progresso nell'utilizzo del fuoco. Di tanto in tanto riusciva a concatenare qualche fiammata con un pugno, ma nulla di più. Cercava di replicare quelle sensazioni anche fuori dal combattimento, ma il risultato era penoso: non riusciva ad evocare nemmeno una fiammella sul proprio palmo.
    Se le cose non fossero cambiate e qualcuno non le avesse dato una spiegazione ragionevole una volta per tutte se ne sarebbe semplicemente andata. Aveva vissuto fin'ora senza il controllo del fuoco, non le sarebbe mancato. Poteva continuare a fare affidamento sulla sua forza fisica e sulle tecniche apprese da Kirian, ciò fin'ora le era bastato; e se lo sarebbe fatto bastare.
    Al primo allenamento della settimana successiva però fu Damon a prelevarla dai suoi alloggi e accompagnarla fino all'area di addestramento. Nia non fece domande, ma immaginò che quella prima settimana fosse servita per osservarla e capire che tipo di persona fosse. Era giunto il momento di scorprie le carte dunque?
    Quella mattina avrebbe affrontato uno scontro d'allenamento con un tizio che non aveva mai visto. Non si trattava di una delle reclute con cui si era misurata la settimana scorsa, e sembrava anche più vecchio di lei. Nia lanciò uno sguardo interrogativo a Damon che però non rispose.
    Evidentemente voleva che fossero i fatti a parlare, allora li avrebbe fatti parlare.
    Fece un inchino al suo avversario e senza ulteriori preamboli prese a incalzarlo con una serie di calci e pugni mirati. L'uomo incassò al meglio e indietreggiò per preparare un gancio contro Nia. La ragazza scartò di lato evitando il pugno e anche il calcio che seguì. Quel balletto si ripeté per ancora un paio di istanti, poi Nia piazzò un colpo diretto allo sterno dell'avversario che lo costrinse a piegarsi ed appoggiare una mano a terra e tentare di riprendere fiato.
    Era un avversario discreto, ma non al suo livello. Ancora non capiva che cosa sperasse di ottenere Damon da quello scontro. Cercò lo sguardo dell'uomo e vide che stava sorridendo. Non aveva senso. Il suo allievo le stava prendendo di brutto e lui sghignazzava allegramente?
    Riportò l'attenzione sull'avversario giusto in tempo per notare che si era rimesse in piedi e che si stava preparando per tornare all'attacco. Bene, che ci provasse pure, avrebbe respinto ogni suo colpo e lo avrebbe mandato ancora al tappeto.
    Improvvisamente un bagliore sul dorso della mano destra dell'uomo attirò la sua attenzione. Non aveva notato nulla in precedenza, ma ora sembrava esserci una specie di disegno, come un ovale carminio circondato da una spirale. Che diavolo era quello? Era piuttosto grosso per non averci fatto caso prima.
    L'uomo sferrò un pugno contro Nia che parò prontamente, tuttavia la forza dell'impatto la sbalzò comunque indietro facendola barcollare.
    - Ma cosa cavolo... - disse controllando le proprie protezioni.
    Avevano retto il colpo, ma l'impatto era stato più forte del previsto. Che avesse usato una specie di attacco concatenato con l'energia spirituale? Beh, se era quello il caso era un gioco che potevano fare in due.
    Nia scattò in avanti e portò un colpo caricato con la propria energia spirituale, tuttavia pochi istanti prima che l'attacco andasse a segno un nuovo bagliore si sprigionò dal dorso della mano dell'avversario.
    Se normalmente un attacco del genere avrebbe dovuto spedire una persona che lo riceveva in pieno petto a terra dolorante, non solo l'uomo era ancora in piedi ma non sembrava aver risentito minimamente del colpo.
    - Impossibile. - disse incredula.
    L'avversario scatenò una serie di rapidi ganci contro di lei che riuscì a malapena a difendersi, e anche facendo ricorso alle parate le protezioni risultavano praticamente inutili. Chi diavolo era quel tizio e come faceva a sprigionare una tale potenza?
    Infine l'avversario richiamò nel proprio palmo una sfera rossastra che sembrava fatta di materia incandescente e la scagliò contro Nia. Dunque sapeva manipolare il fuoco? Eppure fin'ora non aveva fatto ricorso ad alcun attacco elementale, allora come poteva...
    L'avversario scagliò il dardo infuocato e nonostante la sua agilità Nia non riuscì ad evitarlo. L'impatto fu violento e le strappò un grido di sorpresa più che di dolore. Era davvero una sfera di materiale incandescente come aveva sospettato, dunque quell'uomo era un manipolatore del fuoco?
    - Così può bastare. - disse Damon interrompendo lo scontro.
    - Posso ancora combattere! - ribatté scocciata Nia.
    - Vero, ma non ti ho fatto affrontare Mosdi per misurare la tua forza.
    La ragazza abbassò la guardia, ma tenne lo sguardo fisso su Damon. Centellinava le risposte e non capiva il perché, ma la cosa non le piaceva. Troppa segretezza poteva solo significare altri vincoli e lei era stufa di trovarsi costretta da catene che non poteva togliersi da sola.
    Era andata ad Aldaresia per trovare una nuova vita e la libertà a cui aveva tanto anelato.
    - Ora che hai provato sulla tua pelle la forza del Marchio Kigo, hai compreso di che cosa si tratta? -
    - Non ne sono sicura, ma credo che abbia a che vedere con quello. - rispose Nia indicando l'ovale sul dorso della mano del suo avversario.
    Damon annuì e Nia poté scorgere sulla sua fronte comparire un ovale azzurro in seguito a un lieve bagliore. Ora che lo guardava bene era più piccolo di quello che aveva visto sul dorso della mano di Mosdi, che avesse una qualche motivazione? Qualunque cosa fosse sembrava essere la fonte del potere straordinario che l'uomo le aveva mostrato.
    - Ancora però non capisco come questo marchio possa aiutarmi a migliorare il mio controllo sul fuoco. - disse scettica.
    La forza di Mosdi era aumentata notevolmente, come anche la sua resistenza fisica, dopo quei bagliori, e l'intuito le suggeriva che fossero una specie di autopotenziamento generato dall'energia spirituale. Non era una studiosa dell'energia spirituale, né le interessava diventarla, ma indubbiamente l'ultimo attacco che aveva subito era molto simile ad un proiettile elementale.
    - Vieni con me; lascia che ti spieghi. - disse Damon indicandole di seguirla fuori dall'area di addestramento.
    Ancora incerta sulla situazione decise di seguire l'uomo, se non altro per capirci qualcosa di più.


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    La Forma del Fuoco - Marchio
    Nia seguiva Damon lungo i corridoi della palestra senza fiatare. Le aveva detto che le avrebbe mostrato la fonte del potere che aveva appena sperimentato sulla propria pelle, oltre che spiegarle come questo le avrebbe permesso di migliorare il suo controllo sul fuoco.
    Fin ora era stata piuttosto scettica, per non dire quasi ostile alla proposta dell'uomo, ma ora lentamente la curiosità cominciava a farsi largo nella sua mente e spingerla a verificare prima di scartare il tutto. Anche se quel genere di potere non l'avesse aiutata a controllare il proprio fuoco, di certo poter fare più male o resistere di più ai colpi durante uno scontro sarebbe stato un buon vantaggio sull'avversario. Sì, poteva permettersi di indugiare ancora un po'e cercare di comprendere meglio come funzionava quel fantomatico marchio.
    Infine giunsero in una stanza in cui erano già presenti altre tre persone. Due Nia non le aveva mai viste, mentre l'ultima la conosceva. Si trattava di Ryke un ragazzo aldarense con cui nei giorni precedenti aveva avuto il piacere di allenarsi. Era in gamba e ci sapeva fare nel combattimento corpo a corpo, inoltre obiettivamente era anche un bel ragazzo: capelli biondi, occhi azzurri, e quel fisico temprato da guerriero.
    Non era solita lasciarsi ammaliare dai bei tipi, ma questo sarà perché era riuscito a darle un po'di filo da torcere negli allenamenti, o perché trovava in lui una sorta di affinità, lo trovava assai piacevole. Magari una sera lo avrebbe invitato fuori per una bevuta.
    Rifah le aveva spiegato che per la società aldarense era scortese che fosse la donna ad invitare l'uomo fuori, ma lei se ne infischiava di che cosa ne pensava la soceità del suo comportamento. Le piaceva un ragazzo? Gli avrebbe chiesto di bere una birra con lei, che alla società piacesse o meno.
    Damon le chiese di aspettare vicino alla porta mentre si avvicinava a Ryke, che le lanciò uno sguardo sorpreso e poi un sorriso. Le altre due pesone, evidentemente dei maestri come Damon, presero posto attorno al ragazzo e si scambiarono un cenno d'assenso.
    Inizialmente Nia pensò di esserselo immaginato, ma quando lo percepì per la seconda volta non poteva essere un caso.
    L'aria nella stanza si era lentamente caricata di energia e sembrava avere come fulcro Damon. Se lei che non era particolarmente avvezza al percepire l'energia spirituale riusciva a distinguere quella massiccia quantità nella stanza, uno più portato di lei che cosa avrebbe sentito?
    I maestri presero a recitare una sorta di litania che Nia non riuscì a distinguere chiaramente e poi Damon concluse a voce più alta.
    - Sei pronto a ricevere questo potere, Ryke Sthenwal? Allora recita il giuramento. -
    Il ragazzo annuì e poi prese a recitare qualcosa a bassa voce. Damon sembrò soddisfatto e appoggiò il proprio pollice sulla fronte di Ryke. Per un istante Nia percepì chiaramente l'energia spirituale concentrarsi in quel punto. Poi svanì di colpo.
    Il corpo di Ryke si accasciò a terra provo di sensi e Nia fece per scattare in avanti e soccorrerlo, ma Damon l'anticipò abbassandosi e prendendo in braccio il ragazzo.
    Nia non aveva capito molto di quanto era accaduto, ma era certa che quello a cui aveva assistito dovesse essere una sorta di rituale o qualcosa di simile per accedere ai poteri nascosti dei Kigo. Energia, quella era la chiave di tutto. L'aveva percepita sulla propria pelle come una scossa elettrostatica, come poteva un corpo umano sopportare qualcosa di così massiccio senza ripercussioni?
    Damon affidò Ryuke agli altri due maestri e ritornò da Nia.
    - Starà bene? - chiese preoccupata.
    - Ha solo bisogno di riposo; in un paio di giorni sarà nuovamente in piedi. -
    - Che ne dici di scoprire le carte una volta per tutte? - disse poi la ragazza, decisa a non temporeggiare più. - Penso di essermi fatta un'idea di che cos'è questo potere. Un innesto di chakra, giusto? -
    - Qualcosa del genere. - ammise Damon sorridendole. - L'innesto è qualcosa che quasi chiunque potrebbe praticare con le giuste conoscenze, il trucco sta nel fatto che il Marchio ti permette di incanalare tutta quell'energia in modi che trascendono la sua forma originale. -
    Nia lo guardò con aria annoiata. Non le interessava la storia o il perché venisse fatto in quel modo, ma che cosa di fatto facesse quel potere.
    - Una quantità così massiccia di chakra normalmente manderebbe in sovraccarico il tuo corpo lasciandoti in uno stato di shock, o nella peggiore delle ipotesi rompendo il tuo equilibrio energetico. L'innesto del Marchio invece prevede la creazione di nuovi canali di chakra, e la risintonizzazione di quelli già presenti. -
    - E come... -
    - Quello a cui hai assistito è solo la prima parte dell'innesto. Mentre Ryke riposa ci saranno dei monitori esperti che controlleranno il suo corpo aggiustando il sovraccarico di chakra e permettendo così la generazione di nuovi canali. -
    Ora Nia cominciava a farsi un'idea più dettagliata della situazione. Ecco perché Damon aveva insistito sul fatto che lei provasse quella strada. Anche se i suoi canali erano liberi, il fatto che ne venissero creati di nuovi le avrebbe permesso di aggirare parte del suo blocco mentale se avesse fatto ricorso all'energia instillata dall'innesto invece che della propria.
    Non avrebbe mai nemmeno ipotizzato che una soluzione del genere potesse esistere, e questo le avrebbe permesso non solo di utilizzare il proprio elemento a piacimento, ma anche di apprendere nuovi poteri come quelli che aveva sperimentato durante l'allenamento.
    - Dalla tua espressione vedo che hai intuito lo scopo del mio suggerimento, tuttavia il Marchio non è facile da controllare e il suo vero potere è ben diverso da quello che immagini. Posso aiutarti ora a compiere questo primo passo, ma se vorrai accedere alla vera forza Kigo, dipenderà solo dalla tua volontà. -
    Nia esitò. Poteva farlo? Era sicura che fosse la scelta giusta? Tuttavia seguendo quella strada sarebbe riuscita a riacquistare il controllo sul fuoco.
    - Quanto tempo mi ci vorrà per apprendere i rudimenti di quest'arte? -
    - Partendo subito con l'innesto, direi un mese. -
    - Allora partiamo. -
    Damon per la prima volta la guardò con aria sorpresa. Aveva deciso così di punto in bianco di accettare? Forse non si rendeva conto di cosa quell'operazione di innesto comportasse. Si prese dunque qualche istante per spiegarle i pericoli e il percorso che avrebbe dovuto fare per apprendere i rudimenti del Marchio Kigo, ma Nia ormai aveva deciso.
    - Il marchio potrà avere forma e colore secondo i tuoi gusti estetici. Hai qualcosa di particolare in mente? -
    - Decisamente si. -


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    La Forma del Fuoco - Ali della Libertà
    Un mese dopo l'innesto del Marchio Kigo, Nia era finalmente pronta per lasciare la palestra di Damon e tornare in Accademia. Nonostante ci avesse messo tutta sé stessa per minimizzare i tempi aveva decisamente sottovalutato l'impatto che la creazione di nuovi canali di chakra aveva avuto sul suo corpo.
    Per giorni era rimasta a letto, monitorata da Damon e da altri maestri, incapace anche solo di sollevare un braccio. Poi pian piano aveva ripreso a muoversi con la solita agilità, ma si era trovata in difficoltà davanti al dover richiamare la propria energia spirituale. Non solo il fuoco, ma proprio il chakra in generale. Damon la tranquillizzò spiegandole che quella situazione era normale dato che i canali energetici dovevano riequilibrarsi e quel processo avrebbe richiesto del tempo.
    A malicuore Nia dovette cedere alle pressioni dei maestri che le chiedevano di riposarsi e così passò almeno una settimana a letto. Quando finalmente fu considerata pronta per riprendere l'addestramento, e fu proprio Damon a farle muovere i primi passi con il suo nuovo potere.
    I concetti che l'uomo le spiegava non erano poi così strani, e riuscì ad applicarli con straordinaria semplicità: per accedere al potere ottenuto dall'innesto doveva sacrificare una parte della propria energia vitale, processo attuabile solamente grazie al marchio stesso, e poi convogliare quell'energia attrraverso i canali del chakra per generare quello che preferiva, che fosse potenza fisica, fuoco o altro.
    Il vantaggio era che una volta accumulata abbastanza energia vitale nel marchio stesso poteva attivarlo completamente ottenendo indietro l'energia che aveva speso in precedenza. Ovviamente attivare il marchio sovraccaricava i canali energetici e quando la riserva si era completamente svuotata il contraccolpo sul corpo era abbastanza forte.
    Più cose Nia apprendeva sul Marchio e più si rendeva conto di quanto quel potere le potesse essere utile. Damon le spiegava come utilizzare la propria energia per aumentare la potenza distruttiva dei suoi attacchi, o incanalarla in una resistenza fisica impenetrabile, e lei ne vedeva i molteplici utilizzi in un reale combattimento: il poter sedare una rissa prima che le cose si mettessero male, il poter chiudere un duello al primo colpo.
    Infine quando Damon le chiese di provare a richiamare a sé il fuoco, Nia ci riuscì immediatamente, quasi senza rendersene conto. La cosa la sconvolse un poco. Era vero che i suoi canali di chakra erano stati riequilibrati, ma il non poter evocare alcuna fiammella era un suo blocco mentale, com'era possibile che ci fosse riuscita con così tanta facilità?
    - Si tratta di una questione mentale. I nuovi canali di chakra comunicano al tuo corpo che non c'è alcun problema, e tu avendo appreso questo nuovo potere e il suo particolare funzionamento riesci ad utilizzarlo anche per richiamare il fuoco. - rispose Damon sorridendo alla sua domanda. - In realtà non hai mai avuto bisogno di nulla di diverso che un allenamento che ti permettesse di vedere le cose con una nuova prospettiva, permettendoti così di guardare oltre il tuo blocco mentale. -
    - Quindi il farmi apprendere il Marchio è stato qualcosa di non essenziale? - chiese Nia aggrottando la fronte.
    - Ha giocato una parte utile per farti superare il blocco, ma ci saresti riuscita da sola prima o poi. Perché? Non sei contenta di quello che stai apprendendo? -
    No, era contenta di essersi decisa alla fine a procedere con l'innesto, ma avrebbe preferito che l'uomo fosse stato più chiaro con lei sin dal principio. Odiava essere manipolata, e quello era uno dei motivi per cui si impegnava tanto negli allenamenti. Ora che aveva riotennuto il controllo del proprio fuoco non si sarebbe più lasciata guidare dagli altri, ma avrebbe trovata da sola la sua strada.
    Fece spallucce, e riprese la sessione di addestramento.
    - Che ne dici? Te la senti di provare ad attivare il marchio? - disse ad un certo punto Damon.
    Effettivamente fino a quel momento si era addestrata sui vari autopotenziamenti, ma non aveva provato a rilasciare l'energia accumulata nel marchio. Annuì e fece un respiro profondo. Si concentrò, cercando di percepire quell'energia dentro di sé, e poi lentamente convogliò un pochino del suo chakra verso di essa, per liberarla.
    Un bagliore cremisi si sprigionò dalla nuca di Nia circa all'altezza della prima vertebra cervicale. In quell'esatto punto era stato effettuato l'innesto e comparve un piccolo ovale cremisi, mentre un disegno molto simile a un tatuaggio tribale prese a disegnarsi attorno all'ovale avvolgendo parte del collo della ragazza. Il motivo ricordava un paio di ali stilizzate. Nia le aveva scelte perché simboleggiavano le proprie ali spiegate verso la propria libertà lontano da Arcadia.
    Lentamente sentì le proprie forze ritornarle, e ciò significava che il marchio stava sortendo il suo effetto. Si sentiva meno stanca e i dolori provocati dall'allenamento intensivo sparirono quasi del tutto. Un potere davvero invidiabile, e quello che aveva appreso lei era solo la superficie di quell'enorme potenziale.
    - Una scelta estetica interessante. - commentò Damon guardando il marchio di Nia.
    - Non sono in molti a fare richieste simili? -
    - Alcuni, ma i più preferiscono attenersi al classici stilemi dell'Arte Kigo. -
    - Io non sono una come gli altri. -
    Damon non rispose, limitandosi a sorridere e riprendere la sessione di allenamento. Sapeva bene che quella ragazza non era una persona qualsiasi, altrimenti non avrebbe speso tanto tempo ed energie per farle apprendere il marchio.

    Al suo ritorno all'Accademia fu accolta da Niklas che la scrutò con occhio critico, come se cercasse una qualche conferma di un cambiamento nel suo aspetto fisico. Le chiese di dimostrare di aver superato il suo blocco e di poter così riprendere l'addestramento. In men che non si dica Nia evocò non solo una fiammella per ogni dita nella mano destra, ma in seguito infiammò entrambi i pugni, dimostrando di essere nuovamente in grado di controllare il proprio elemento. Niklas si dichiarò soddisfatto e la ammise nuovamente alle sue lezioni.
    Avere nuovamente il controllo del fuoco rese Nia estremamente felice, non soltanto peché finalmente poteva utilizzare anche quel potere contro i propri avversari, ma perché finalmente non doveva più nascondere quella parte di sé. Era riuscita a guardare oltre il muro che le era stato messo davanti ad Arcadia, e ora poteva essere sé stessa e vivere come meglio credeva.


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    Ottima ruolata. Introspettiva, coerente e bella cornice per l'apprendimento dell'arte segreta.

    CITAZIONE
    Scrittura 2: Il tuo stile è impeccabile, come sempre.
    Interpretazione 1: Di Nia vedo 2 concetti base: la sua voglia di libertà dalle costrizioni della sua terra natìa e il suo desiderio di automigliorarsi per scoprire il proprio vero potenziale. Oltre a questo, stilisticamente parlando, non vedo molta differenza con Yves. E' vero, sono sorelle, sono arcadiane, stesso background e stesso contesto familiare. Tuttavia mi piacerebbe trovare qualche caratteristica peculiare in lei, qualche lato preponderante del suo carattere che venga fuori nelle role. E questo quando si fanno autogestite potrebbe essere un compito facile, basta inserire qualche elemento fuori dall'ordinario e far reagire il pg secondo la sua indole. Comunque la role ha raggiunto il suo scopo, quello di giustificare il marchio Kigo, e la lettura è stata piacevole.
    Strategia 0: non è stato curato questo aspetto.

    Bonus Ambientazione +1: Ovvio che tu ti aggiudichi questo bonus, dato che hai contribuito a scrivere l'ambientazione, ma voglio comunque darlo come modello per gli altri, in modo che leggano attentamente l'ambientazione e sappiano sfruttarla al massimo per plasmare il proprio pg, come hai fatto tu.

    Ricompensa totale: 4 exp + 1 PA e conseguimento Arte segreta - Marchio Kigo

    Ricompensa per il Master: 1 exp + 100 GOLD
     
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5 replies since 5/11/2017, 21:51   109 views
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