Le luci per Scaar rimasero spente per tutto il tempo fino a quando si rese conto della polvere del suolo che gli stava prenetrando le narici e gli imbrattava le labbra e la lingua. Espirò profondamente soffiando con il naso un paio di volte, rimuovendo il fastidio e ansimando pesantemente. Le orecchie continuavano a fischiargli trafiggendogli il cervello con lame larghe e gelide. La disidratazione giocava un ruolo fondamentale nell'alimentare il suo stato confusionario al punto da non fargli rendere conto di essere a terra e per giunta tenuto con la testa contro il suolo proprio dal suo amico Rain.
Amico. Scaar ne aveva avuti di amici, forse a quest'ora tutti morti. Quando l'impero lo aveva catturato, credeva di potere finalmente trovare la stessa pace che probabilmente i suoi amici stavano provando. Probabilmente qualcosa di talmente forte e crudele al punto di cancellare centinaia di vite e un intero sistema, sarebbe stato finalmente in grado di porre fine alla sua miserabile vita. Aveva assistito troppe volte alla distruzione di tutto ciò che aveva, le guerre ritornavano ad infrangersi sulla sua vita come le onde di un mare in burrasca. Si ripetevano e ripetevano e lui ogni volta perdeva ogni cosa.
Casa.
Famiglia.
Amicizia.
Amore.
Alla fine, persino la propria sanità mentale ne è rimasta irrimediabilmente compromessa, riducendolo ad una mina vagante che non ci aveva messo molto a farsi catturare. Nel suo carnefice, Scaar aveva visto un agoniato salvatore che lo avrebbe finalmente reso libero.
E invece.
Talmente triste da non poter essere neppure considerato ironico, il suo destino lo aveva reso ancor più schiavo. E a lui non restava che prenderla con filosofia, se non altro avrebbe cercato di divertirsi, rinunciando una volta per tutte a trovare uno scopo o un senso in ciò che gli accadeva in quella folle vita.
Quella cella però era stato peggio dell'inferno. Consumato nel corpo e nello spirito, era vittima del miserabile stato di deterioramente del proprio corpo, e nella sua mente i fantasmi del passato sorgevano ancora una volta a tormentarlo tra visioni e incubi peggiori di qualsiasi tortura fisica.
La signora dei Luna Rossa diede il consenso e due scagnozzi fecero cenno a Rain di lasciare la presa mentre issavano Scaar e lo consegnavano all'ex signore di Ame. Diedero un colpo al costato del prigioniero che reagì con rantoli di tosse mentre tentava di sorreggersi a Rain sulle proprie gambe tremanti. Era incredibile come, nonostante tutto, quello scheletro ambulante trovasse ancora la forza di camminare.
Rain avrebbe dovuto guadagnare l'uscita sorreggendo Scaar sotto la sua spalla destra, gli occhi dei Luna Rossa avrebbero seguito i due per tutto il tragitto.
Consideralo un segno della mia buona volontà. Spero che questo scambio di informazioni sia solo l'inizio di una lunga collaborazione. Ho riflettuto a lungo su quello che mi hai detto al Torvo Beone. Sono disposta a partecipare al tuo piano, se ne hai già uno. Spero che tu mi permetta di negoziare i termini della nostra collaborazione, se non altro. Disse la donna mentre i suoi uomini consegnavano Scaar a Rain. Quando aveva sentito che quel mostro aveva pronunciato il nome di Rain, lo aveva subito preparato come carta di scambio. Si può dire che questa volta Rain gli abbia salvato la vita.
Non oggi, certo. Prenditi il tempo di trovare le risposte che cerchi. Noi abbiamo già scelto la nostra strada, ma confido fermamente che i nostri obiettivi, non tanto distanti dopotutto, possano unirci per combattere sotto un'unica bandiera. Le parole della donna lasciavano presagire guerra e rappresaglia proprio come durante la loro prima conversazione, segno che forse sperava ancora che Rain potesse mettere a disposizione al propria forza nella piccola lotta per il predominio su Haven. Ma il garbo femminile riusciva a mascherarle bene, rendendole diplomatiche e concilianti.
A quel punto Rain sarebbe stato libero di allontanarsi, trascinando via il suo vecchio e malandato amico.
Mentre percorrevano la strada che portava all'uscita della grotta, Scaar non avrebbe emesso fiato, stranamento taciturno dopo che i Luna Rossa lo avevano consegnato a Rain. Forse in questi momenti il kaguya si sarebbe chiesto se Scaar fosse ancora in grado di intendere e di volere, dopo la sceneggiata di qualche minuto prima e quell'improvviso stato catalettico.
Quando l'uscita della grotta fu in vista e gli uomini dei Luna abbastanza lontani, dalla bocca semiaperta di Scaar sarebbe uscito un suono flebile e roco. Rain.... ci sono cose che non ho mai potuto dirti ma che devi sapere...
|