-
.
Edited by mrxxx - 29/1/2018, 14:14. -
.
E A S
SETSUNAU C H I H A
. -
..
-
.
'
'E A S
SETSUNAU C H I H A{ I don't cry on the outside anymore. }
It's been so long
~ Did you know her?Ammetto che il mio non fosse proprio un vestito fin troppo convenzionale per questo posto ma volevo pensare di aver fatto bella figura di fronte a chi non c'era più per dimostrare loro che fossi diventata qualcosa che sicuramente non avrebbero apprezzato: il come ho ottenuto tutto probabilmente gioca contro qualsiasi valore che ci venisse inculcato da bambini.
Quasi mi potrebbe mancare il vedere i maestri prendere da parte le nuove generazioni e traviarli con quei concetti che ho sempre detestato come la rivalità e la superiorità del nostro sangue: avete visto dove vi ha portato ciò che millantavate in confronto a come mi comportavo io? Non posso che continuare a pensare di aver ragione ogni secondo che passa, ogni secondo che mi permetto di respirare l'aria che a voi non è più concessa.
Eppure ho una strana e sgradevole sensazione che mi pervade il petto e che sale piano piano dalla bocca dello stomaco, passando dalla bocca per lasciarmi un lieve retrogusto amaro ed un pensiero fin troppo malinconico solo per mia madre: si dice che la mamma è sempre la mamma, non posso non voler bene a chi mi ha dato la vita ed esserle un minimo riconoscente anche se nella faccenda con Shak non ha esitato a darmi le spalle. Forse perché era il primogenito ma quella è stata una decisione che è andata oltre le mie abilità.
Forse perché ho ancora i suoi occhi a casa---che sensazione strana mi fa chiamare un posto diverso da questo come tale, evidentemente dieci anni non sono ancora bastati. Inizio anche a sentire fin troppi occhi addosso, a quanto pare questo posto si è impoverito anche nei modi di fare e non è più consueto portare rispetto ai morti con la giusta apparenza anche se qui dentro non proprio tutti erano morti: ho la mia lapide davanti, ma sono ancora viva e la cosa sotto il velo mi fa davvero, davvero ridere perché senza volerlo mi hanno fatto il regalo più grande che potessero.
Disprezzandomi mi hanno dato una vita serena.
« Non dovrei ridere. »
Perché non è posto di farlo ma è quasi più forte di me. Tanti potrebbero pensare che sia inopportuno ma sarei capace di rigirare anche questa frittata poi portandomi le mani al volto: non sarebbe la prima volta che reciterei così e non sarebbe di certo nemmeno l'ultima, ma sarebbe davvero come dire---controproducente? Anche se credo che il fatto che io mi trovi qui sia un indice di interesse più alto del normale, in pochi visitano le tombe del mio clan e se lo fanno vengono di sicuro osservate ed additate come conoscenti. Non voglio che mi facciano domande anche se potrei dire che qualcuno di loro fosse un mio vecchio amico a cui ho solo voluto portare una visita.
Parole che mi morirebbero di sicuro in gola e la cosa mi lascia confusa, davvero.
Da un lato vorrei dimenticare tutti quei dogmi e ricordarmi solo delle ramanzine, dei limiti e degli sguardi contrariati ogni volta che passavo ma dall'altra non posso che provare nostalgia: tutti quelli che conoscevo sono morti ed io sono l'ultima. Ti rendi conto di quanto un cambiamento sia grande solo quando ti si palesa davanti e questo silenzio mi ha colpita come il più pesante dei pugni. Si viene in posti come questi per onorare il passato e perché probabilmente non siamo capaci di lasciarlo andare.
Anche se a volte il passato ritrova noi.
Quel tono di voce era strano, così come quegli occhi che non mi trasmettevano niente se non un grande senso di familiarità che rievocavano una strana sensazione che credevo di aver dimenticato da oltre dieci anni. Avete presente quando qualcosa vi stuzzica la fantasia e rimanete a ricordare cose trascorse evidentemente senza motivo? Era ciò che mi stava accadendo adesso.
« Grazie. »
Principiai momentaneamente spiazzata, non mi aspettavo che qualcuno mi si avvicinasse proprio qui dove pochi addirittura si avventuravano. Allungai una mano verso la rosa che l'uomo incappucciato mi aveva allungando cercando di prenderla con la stessa leggerezza con cui una piuma si poggiava per terra dopo una luna planata, portandomela poi in prossimità del velo: adoravo i fiori, mi portavano alla memoria dei bei ricordi. Provai ad annusarla, doveva esser stata colta da poco o ben conservata perché emanava ancora un lieve aroma di nuovo e di fresco. « Sono sicura che l'avrebbe adorata. » Parlavo di me, sì, e lo dissi guardando il nome sulla lapide. Potevo esser ben più che certa, conosco bene i miei gusti
Però ora ero curiosa, terribilmente curiosa.
Cosa spingeva un apparente sconosciuto a portarsi qui in questa zona e di fronte a questa tomba? Magari era solo un caso, non mi sorprenderei di vedere che sia qui per altro: conosco persone che sono state capaci di tentare di abbordare delle belle ragazze persino al giorno del funerale del compagno, il dolore spesso e volentieri porta delle brecce fin troppo grandi da non notare e di cui non provare ad approfittare. « La terrò fresca anche per lei. La conosceva? » Oppure era una persona a cui piaceva dare una spalla su cui piangere?
Da sotto il parasole mi voltai di tre quarti verso di lui, concedendogli uno dei migliori sorrisi dolci che fossi in grado di regalare. Non so quanto avrebbe visto con quel velo che avevo - che in realtà era quasi fastidioso - ma so che questa è una delle armi migliori per ottenere un po' di onestà da qualcuno: quando le spiazzi, le persone non sanno organizzare scuse sul momento.
Cosa mi ero messa a fare uno dei rossetti più costosi che avevo se nemmeno potevo farlo apprezzare a pieno? Per fortuna era un bel colore, un rosso vivo come quegli occhi: era il mio particolare modo di lasciare un tributo forse non voluto.Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
© 2012. -
.
Edited by mrxxx - 30/1/2018, 11:30. -
.
E A S
SETSUNAU C H I H A{ I don't cry on the outside anymore. }
How?
~ FlightUna ragazza in gamba. Questo sarebbe stato un buon momento per iniziare a ridere dato che negli ultimi dieci anni non ricordo una persona che mi abbia detto una cosa del genere se non anche prima, da quando ho deciso di fare la cattiva ragazza e le parole mi causarono un innalzamento nel senso dell'ironia che adesso dovevo trattenere. Mi concentrai sul fiore che avevo in mano, scuotendo appena il capo ed inclinando il parasole all'indietro in modo da scoprirmi un po' di più il volto: avevo già il velo, che motivo c'era di nascondermi ulteriormente?
« Nessuno dentro il clan ha mai detto di lei che fosse una brava ragazza. »
Esternai con sincera naturalezza, ricordandomi tutt'ora gli sguardi, le parole ed i sussurri che mi arrivavano lo stesso. « Ha fatto qualche errore che non le hanno mai perdonato. »
Come innamorarmi di uno Hyuga, quello è ciò che tutti reputano il mio peccato più grande considerando com'è andata a finire l'intera faccenda e che se non fosse stato per il capo adesso mi troverei sepolta sotto terra probabilmente davvero qui e questa tomba sarebbe veritiera. Dicevo che non era normale per una persona trovarsi qui, almeno per una persona con un minimo di conoscenza della storia del mio clan, evidentemente questo non sapeva mol-aspetta aspetta aspetta.
Si dava la colpa per non essere riuscito a salvarla? Doveva essere...qualcuno che ai tempi sapesse il fatto suo: che fosse uno di loro? No, ne dubitava: quel dolore non era tipico di quelli del mio clan e poi mi conoscerebbe e non avrebbe mai detto qualcosa del genere. Ma non poteva non essersi accesa un a leggera vena di curiosità nei miei occhi, nei miei nervi e nel mio corpo in generale.
La curiosità era sempre stato il mio punto debole perché si dice che uccide il gatto, quante volte mi hanno detto di essere appunto una gatta morta? Cavoli, ero intenzionata ad andarmene ed ora mi trovavo di fronte ad un uomo che si dava delle colpe di fronte alle lapidi del mio clan. « Cosa vuoi dire? » Non essere riuscito a salvarla...
Non potevo essere salvata dieci anni fa. « Come avresti potuto? » Erano le parole di una persona che forse si dava fin troppe colpe e che teneva dentro di sé un dolore non immaginabile ma fin troppo percepibile: non c'è bisogno di scavare troppo a fondo per arrivare di fronte a quella brutta pozza nera che stava poco sotto la sua pelle. Era fin troppo facile vederla ed approfittarne per ottenere delle informazioni: avevo bisogno di sentire cosa fosse successo in tutti questi anni e quest'uomo era l'unico aggancio che avessi con quella piccola speranza. Allungai la mano sinistra cercando di appoggiarla sul dorso della sua con puro fare consolatorio avendo imparato in tutto questo tempo che le persone, per sopravvivere al dolore, hanno bisogno di qualcosa, di sostegno e gesti come questi erano necessari ed al contempo sufficienti.
Senza premere, senza forzare: appoggiandomi e basta come se non ci fossi. Avevo iniziato a giocare anche con lui come facevo con tutti? Forse, ma adesso la motivazione di fondo era ben'altra.
Mi mancava il tocco finale, un leggero contatto per confortare non bastava.
« Potrei raccontarti qualcosa di lei, se vuoi. » Non avevo nemmeno motivo di apparire come qualcosa che non fossi, potevo essere gentile ora davvero e non credevo di trovarmi a sorridere così tanto in un posto come questo ed in una situazione come questa. Evidentemente il tempo passava anche per me.
Mi trovai a non trattenere una risatina nell'avanzare quella proposta, soprattutto considerando che non avessi finito. « A patto che tu mi dica il tuo nome o mi faccia vedere il tuo volto: in questo posto i volti corrucciati sono naturali, non c'è motivo di nasconderlo. Se ti promettessi di fare altrettanto potrebbe essere il giusto incentivo? »
Si diceva che la curiosità uccide il gatto, ma anche che è donna. Non mi piaceva non avere un riferimento per le mie parole, speravo che acconsentisse senza trovarmi eccessivamente invadente. Non era una richiesta così tanto folle, no? Magari questo poteva essere quel punto conclusivo che mi mancava per aprire anche questo lucchetto. « Prometto di non mordere. » Rovinerei il rossetto e contando quanto costa non è proprio nelle mie priorità.Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
© 2012. -
..
-
.
E A S
SETSUNAU C H I H A{ I don't cry on the outside anymore. }
Colorless
~ Leave the memories alone
« Parli come una persona che aveva un sacco di responsabilità. »
E che aveva il potere per fare effettivamente qualcosa in un posto dove ormai di spazio per agire ce n'era sempre meno: me n'ero andata proprio perché sapevo che sarebbero andate a finire così le cose e lui sembrava esser stato un individuo abbastanza influente da quello che mi diceva, proprio come una persona che conoscevo e che in fondo, in cuor mio, per quello che aveva fatto in poco tempo non avevo mai dimenticato. Sono anche convinta che non abbia ricevuto la mia lettera, ma al momento non ho nemmeno l'ombra di un dubbio perché non ho motivo nemmeno di pensarci.
Da quando mi sono messa a consolare le persone?
Forse da quando ho deciso di intraprendere un determinato lavoro che comprende anche l'uso dell'arte oratoria, cosa mai scontata nemmeno in un ruolo come il mio dove si pensa che basti fare determinate cose. Mi voltai verso il resto delle tombe, scuotendo appena il capo. « Come sono convinta che tanti non pensano che sia stata colpa tua, la guerra è stata...inevitabile. Di sicuro non lo pensava lei. »
Mi riferivo a me stessa anche perché non ero "morta" per colpa sua, ma solamente per colpa mia e quella paradossalmente era stata la mia salvezza.
Mi faceva sempre uno strano effetto sentire le persone sul punto di piangere o vicine al loro punto di rottura, probabilmente perché essendoci passata non avevo voglia di rivivere quei momenti anche se non ero propriamente io. Mi lasciava un certo senso di malinconia repressa che mi rievocava brutti ricordi anche se in questo posto era davvero inevitabile rivivere brutte memorie, davvero brutte e tristi.
« Lei lo aveva capito e me l'aveva detto. Di andarmene dico. »
Perché non mascherare un po' la verità con un velo di menzogna? In fondo quel pezzo di marmo era la più grande bugia che ci fosse qui di fronte a noi, potevo reggere il gioco senza troppi problemi. Cosa importantissima ai fini della conversazione e per ottenere più informazioni era che non stavo togliendo la mano, non fino a quando non avesse avuto necessità di farlo per acconsentire alla mia richiesta di farmi vedere come fosse fatto in volto. Avevo una gran curiosità che non volevo lasciar correre ed avrei fatto di tutto, anche se forse il mio obiettivo era molto più vicino ed era bastato davvero poco per raggiungerlo. « Cosa te lo ha impedito? »
Se non l'ha fatto è perché c'è stata una qualsiasi cosa che lo abbia tenuto fermo ed ancorato al posto, a quella che un tempo era casa mia e le motivazioni potevano essere molteplici, chissà quale fosse quella veritiera. Come detto però la mia curiosità sarebbe rimasta affamata ancora per poco perché tempestivo come non mai, quell'uomo si tolse il cappuccio con fare estremamente titubante e timoroso. Doveva aver paura di qualcosa, forse del suo ricordo o di vedere il suo stesso riflesso: le persone non si nascondono se non hanno paura di vedere sé stesse oppure se non hanno paura di qualcuno ma contando dove si trovava, volli scartare la seconda ipotesi.
In quel caso tolsi la mano quando la portò al cappuccio e non avevo la minima ombra di dubbio sul fatto che si sarebbe potuto alzare e se ne sarebbe potuto andare, non sembrava ma osservandolo potevo dire di aver suscitato un pizzico di attenzione in lui. Era rimasto a parlare, era rimasto qui accanto a me ed era segno che ne avesse bisogno così come il mio dargli modo di parlare era stato sufficiente a farlo cadere nella rete che avevo piazzato in un paio di minuti e non di più.
Il fatto che mi avesse lasciato a bocca aperta era secondario anche se lo avrebbe potuto vedere ed era stata davvero una delle poche volte dove mi ero trovata spiazzata perché aveva un'aria terribilmente familiare anche se c'erano tanti dettagli del suo viso che non riuscivo a riconoscere. Ho visto poche persone con questo colore di capelli e questa tonalità di occhi nonostante siano comuni ma nel mio girovagare non ne ho trovate molte: tra quelle incontrate così ce n'era una che portavo tutt'ora nel cuore e questo individuo me la richiamava anche se con indifferenza. « Chiedo scusa. »
Mi ricomposi scuotendo il capo. « Mi ricordi una persona a cui tenevo molto. Gli somigli. » Cercai di tornare a sorridere per provare a consolarlo, a confortarlo perché ora che avevo di fronte un volto bastava guardarlo anche da lontano per capire che avesse paura o che non stesse male. Se prima gli tenevo la mano, ora la feci scivolare per portargliela aperta e distesa sulla guancia prendendomi forse troppa libertà ma era una libertà necessaria: nulla mi vietava di ottenere informazioni adesso e so che rispondendo a quello che voleva---anche se qualcosa non mi tornava. Perché mi stava tornando in mente l'occasione in cui ero stata vista piangere per l'ultima volta in quella stanza d'ospedale? Forse perché stava per farlo lui. « Non trattenerti. » Piegai appena il capo di lato, facendo per togliere lentamente la mano dando a lui libertà di dire se voleva la riportassi lungo le mie gambe o meno, solo poi per girarmi verso la mia pietra tombale.
« Non è mai stata a genio a quelli del clan, non ha mai voluto ubbidire o dimostrarsi degna di portare il cognome che aveva sulle spalle anche se dal punto di vista dell'efficacia era probabilmente una delle migliori della sua generazione. » Potevo permettermi di darmi delle arie? Certo che potevo, che diamine: nell'uso del nostro occhio ero quasi senza rivali. « E proprio per questo i suoi comportamenti erano quasi sempre stati perdonati, sapevano che per come si comportasse avrebbe portato onore al loro sangue guerriero. Tuttavia non le hanno mai perdonato la il fatto che con il tempo si fosse innamorata di uno Hyuga, immagino tu possa capire perché: sembri conoscere la storia della città. »
Sospirai. « A maggior ragione considerando che lo stesso Hyuga, un giorno, l'ha quasi uccisa e si è salvata per miracolo grazie all'intervento di un uomo che poi ha sempre portato nel cuore. Me ne parlava sempre: "è arrivato come un cavaliere con l'armatura scintillante sul suo cavallo bianco e mi ha portata in salvo, mi ha trattata come nessuno aveva fatto". Me lo ripeteva ogni giorno, confessandomi però che quel cavaliere non l'avrebbe mai potuta guardare come lei guardava lui. Purtroppo le sue attenzioni sono andate altrove. »
Abbassai il tono della voce lasciandola un po' più malinconica. Non mi era piaciuto ciò che avevo fatto ma era stato necessario per la mia sopravvivenza: o io o lui ed onestamente parlando non avevo la minima intenzione di essere punita per quello che avevo sempre voluto fare e perché non stavo ad un'etichetta davvero stupida che non avrebbe portato da nessuna parte se non qui. « Suo fratello ha cercato di farla uccidere per questioni di famiglia, ma è accaduto il contrario: da lì il clan si è spaccato a metà, è un episodio abbastanza famoso nei ranghi interni. A causa di questo episodio e della guerra che incombeva, mi ha detto che se ne sarebbe andata ma... »
Indicai con una mano la tomba, sospirando di nuovo. « ...non so come sia successo, non l'hanno mai divulgato. »
Questo dovevo inventarmelo.
Ma non mi ero dimenticata della mia promessa, quella di mostrare il volto se lui lo avesse fatto: continuava ad essermi quasi familiare, continuava a stuzzicare qualche ricordo nascosto che non so come mai mi stava sussurrando qualcosa che non riuscivo a sentire bene. Appoggiai l'ombrellino a terra.
« Prima di andarsene aveva scritto una lettera per quella persona, posso dedurre che non sia mai arrivata a destinazione e voglio essere sincera, per come me lo aveva descritto tu...non so come dire, mi lasci una sensazione strana. Forse voglio solo credere di avere l'occasione di farla arrivare adesso, non so nemmeno se tu possa essere quella persona o meno ma so che cominciava così... »
Posai le mani alla base del velo per tirarlo lentamente su, per portarlo sopra il cappello e mettere ben in evidenza il mio volto che nel corso degli anni era cambiato relativamente poco e forse era stata una fortuna da parte mia. Potevo dire di aver mantenuto il mio fascino in fondo.
« Scusa se te lo dico così, Shikaku, ma so che se ti incontrassi e tu mi chiedessi di rimanere non saprei dirti di no. »
Il tempo passa, il ricordo delle cose più importanti no: mi faceva quasi rabbia pensare che l'avessero buttata via o bruciata.
Lo guardai ed allungai la mano verso di lui: non so perché ma adesso quella che aveva bisogno di un contatto ero io. « Vorrei davvero potergliela ripetere a voce adesso ma non so nemmeno che fine abbia fatto. Me lo ricordi. »Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
© 2012. -
..
-
.
E A S
SETSUNAU C H I H A{ I don't cry on the outside anymore. }
Unfair
~ ListenMe lo stavo domandando in quei secondi: e se avessi avuto una fortuna sfacciata proprio adesso? Se avessi modo sin da subito di rimediare e dirgli quelle parole che la me di dieci anni fa non era stata in grado di esternargli? Era davvero una serie di dettagli troppo puntati: l'aspetto che non era uguale ma nemmeno così lontano da quella figura sfocata che aveva negli occhi della memoria, il suo modo di addossarsi colpe come se avesse avuto un sacco di responsabilità---purtroppo avevo visto troppe persone per ricordarmi con assoluta precisione una figura così importante e spesso me ne vergognavo.
Perché invece quegli occhi bianchi ancora non li avevo dimenticati? Forse perché erano una particolarità?
Mi faceva strano comportarmi in questo modo di fronte alle tombe dei miei antenati e dei miei defunti parenti, gettare la mia rete profumata e far sì che una persona ci cadesse con tutte le scarpe. Mi avrebbero guardato con sdegno anche adesso e forse è proprio per questo che mi stavo comportando così, l'idea di fargli vedere che me la passassi relativamente bene mi stuzzicava in maniera incredibile. Almeno fino a quando non mi ero messa a parlare di quell'uomo che mi aveva dato così tanta fiducia, devo ammettere che da parte mia è stata una pessima mossa perché mi ha rabbuiato.
Un pizzico di naturalezza può solo far bene.
« Hai fatto come me, ho promesso di non piangere più di fronte a nessuno. »
Da quel giorno in ospedale, da quando mi guardava rannicchiata e da quando avessi realizzato di essere molto meno di quello che credessi e quando è bastato così poco a farmi chiudere gli occhi che mi ha fatto crollare qualsiasi certezza avessi dentro la testa, dentro le ossa e dentro il cuore: solo la preveggenza di una persona mi aveva salvata e non solo.
Fece uno strano effetto sentir bisbigliare il proprio nome ma immagino che prima o poi sarebbe successo qualora qualcuno si fosse avvicinato alla mia lapide per leggere chi vi fosse "sepolto". Immagino che anche per lui l'effetto fosse stato...
Presi diversi secondi per realizzare quest'ulteriore stoccata che il destino mi stava lanciando e non parlavo del sole che ora mi colpiva sul lato sinistro del volto donando una scintilla di luce bianca sui miei occhi neri, mettendo in evidenza gran parte della mia vanità: adoravo qualsiasi cosa mi facesse risaltare gli occhi od i capelli bianchi, erano i punti forti del mio viso. Ma abbandonando un attimo la vanità mi trovai sorpresa di trovare sul suo volto la mia stessa espressione nel sentir pronunciato il nome, anzi lui forse era stato meno discreto di me e la sua reazione mi lasciò un attimo spiazzata ma in questa piccola partita ero sempre stata quella con la mano migliore, non mi potevo permettere di perderla adesso nemmeno se mi avesse detto che fossi stata la donna più bella che avesse mai visto (il che poteva anche esser vero).
« Forse ha creato delle aspettative, ma le ha dato fiducia. » Mi scappò una lieve risata, una di quelle che si potevano sentire ad un qualche tipo di festa con persone di un certo livello: in genere funzionava, ma davvero mi uscì spontanea. « Avrebbe dovuto pensarci prima di salvarle la vita, per alcune ragazze è un gesto fin troppo efficace. » Non ero un genio delle interpretazioni, ma erano parole che facevano effetto. O era una persona che ci somigliava, o lo conosceva bene bene bene, oppure era lui ed avevo tutta intenzione di scoprirlo.
Ai tempi non era mai stato così sensibile a...me, ma il tempo passava per tutti ed i gusti cambiano.
Oppure ero migliorata in maniera esponenziale io con il mio approcciarmi agli uomini.
« Solo perché me l'hai chiesto in questo modo. »
Mi concessi quest'altra battuta nel tirarmi in piedi e da ferma trovarmi vicina a lui senza aver mosso un dito o una gamba. Forse mi stava mettendo alla prova, forse invece era il contrario. Mi trovai a guardare di nuovo verso la mia lapide, facendo attenzione a non far cadere il velo di nuovo sugli occhi. « Anche se sembra che potrebbe farti male. »
Ci sono cose talmente evidenti che sono impossibili da nascondere, tesoro. Il tempo non mi aveva aiutato e qualcosa me lo sarei dovuto inventare ma nella situazione in cui eravamo poteva solo andare come volessi.
« Ho paura.
E non è bastato nemmeno che tu arrivassi sul tuo cavallo bianco a soccorrermi dal drago per darmi fiducia, per farmi credere in me nonostante tu l'abbia fatto. Mi hai detto che sei stato tu a mandarmi in missione ma andiamo, avresti potuto dirmi di no? Sarei andata lo stesso, sarei morta lì e tu non sapresti nemmeno chi sono: la tua colpa è stata il farti abbindolare da me.
Ma se così non fosse stato non avrei mai scoperto di essere meno forte di quanto avessi mai pensato e non avrei scoperto quel terrore che provi quando stai per perdere la vita, quando scopri che c'è qualcosa che potrebbe spegnere la tua fiamma con un soffio senza nemmeno sudare.
Certo che su quel tetto te la sei presa comoda prima di portarmi via, eh? »
Sorrisi quasi furbetta in quella piccola provocazione che gli avrei lanciato in quella lettera. Credevo sarei morta dissanguata nell'aspettare che facesse il suo bel discorsetto con quella persona, avevo resistito solo perché beh, non volevo morire come tutte le persone di questo mondo.
« Ed ora che ho realizzato questo, ho guardato cosa sta arrivando. Ti chiedo scusa se ti ho creato difficoltà con la faccenda di mio fratello ma capiscimi, o io o lui e come non avevo voglia di morire ad Ame, non l'avevo nemmeno allora con la differenza che qui potevo agire prima che diventasse un tormento per me. Involontariamente ti ho passato il fardello e non mi aspetto che tu capisca cosa scorre nel nostro sangue.
In realtà non ti auguro di scoprirlo mai. Eppure ci ho provato nonostante quest sai? A dir loro di venire con me perché so che la guerra prima o poi si abbatterà su casa nostra con una furia senza precedenti e di noi rimarrà poco o niente.
Voglio vivere, dunque andrò al nord. Non so dove ma me la caverò: sarà difficile mantenere un basso profilo considerando che io sono io, ma sto imparando a recitare. Funzionerà. » Questo era il momento perfetto per sanare un dubbio, un interrogativo che era stato lui stesso ad instillarmi in testa con il suo aspetto ed il suo modo di fare. Magari mi stavo sbagliando, magari avrei solo irretito uno dei tanti che mi sarebbe venuto a trovare a Florentia nei giorni precedenti ed anzi era probabile che mi sbagliassi, lo era davvero tanto.
Purtroppo sono sempre stata famelica e viziata.
Mi voltai verso quel biondo a cui non avevo lasciato la mano mostrandomi intenerita e malinconica: se era diventato questo allora aveva bisogno di qualcosa. Di una piccola motivazione che lo spingesse a tornare quel cavaliere. « Mentre ti scrivo, ho realizzato di aver aspettato per troppo tempo il cavaliere sbagliato. Strano come bastino un mazzo di fiori ed un paio di belle parole, non credevo funzionasse anche su di me.
Ed è per questo che non te la consegnerò di persona, anche per non illudermi perché so che non mi chiederai di restare e so che se lo farai, non sarà per quello che voglio io così come non ti dirò nemmeno di venire con me: non accetteresti per tante ragioni, una su tutte che il villaggio ha bisogno di te.
La mia famiglia invece no, sono brutte parole ma ho realizzato che nessuno ha bisogno di una come me.
Eppure mi piace immaginare, da ragazzina sognatrice quale sono, che guarderai alla luna leggendo questa lettera chiedendoti dove sia finita e nascondendola in un cassetto per poterla rileggere nelle sere di solitudine: sarebbe fin troppo romantico, non credi? Ma probabilmente fra qualche settimana non ti ricorderai di me se non per le brutte voci che circolano al clan. »
Strano come mi stessi inventando solo dei dettagli, il resto era davvero quello che c'era sulla lettera a grandi linee: in dieci anni non posso ricordarmi le virgole, tuttavia il contenuto quello era e speravo di vedere qualcosa, di smuoverlo. Di ottenere un qualsiasi indizio che confermasse una qualsiasi teoria in questo posto dove non si può far altro che ricordare.
« Spero non mi biasimerai per aver preferito vivere che morire per qualcuno che nemmeno mi vuole più.
Prometto, però, di ritornare: è pur sempre casa mia. Non vedo l'ora di vedere come avrai risolto la situazione, magari potrai dire di aver sentito la mia mancanza. Fino ad allora...
Tua, Eas. »
Tra le ultime due parole lasciai passare davvero tanto, tanto tempo. Era come se volessi imprimergliele bene in testa per causare qualcosa: una qualsiasi cosa. Ed anche quando terminai lasciai scorrere un paio di secondi prima di abbassare il capo con fare - ovviamente falso - imbarazzato. « In dieci anni ci si dimentica di tante cose, pare. Sarebbe bello potergliela riferire di persona anche se è un po' imbarazzante. »
Sono sempre stata una persona falsa come tutti gli Uchiha, avendo solo questa cosa in comune con loro.
Anche adesso lo ero ma solo in parte.
Cercare di smuovere una persona solo per un po' di curiosità personale era un gesto ignobile da parte mia ma solo così avrei ottenuto informazioni e poi diciamocelo, sarebbe stato davvero bello se il destino fosse stato poco infame questa volta.
Anche se avrebbe potuto scegliere un posto migliore e meno tetro.Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
© 2012. -
..
-
.
E A S
SETSUNAU C H I H A{ I don't cry on the outside anymore. }
After all this time
~ FinallyL'intuito femminile si dice sia un'arma eccezionale ed una delle cose da seguire con più precisione possibile, mi piace vedere come queste cose siano perfettamente veritiere e che dovessi ascoltarlo sin da quel bisbiglio che miera arrivato all'orecchio. Non mi mossi di un muscolo e solo quando lui si distanziò io ebbi la forza di alzare lo sguardo con aria un po' colpevole perché sarà vero che in genere degli altri non mi interessasse, ma per quello che mi passava in testa all'epoca sapere che avessi deluso una persona che non volessi deludere mi faceva un po' male e mi trovai costretta a mascherarmi agli altri riaprendo il parasole e mettendomelo sulle spalle. Almeno un paio di cose mi consolavano, il fatto che la faccenda fosse stata chiusa davvero in fretta ma, la più importante, anche che quella lettera fosse arrivata e non fosse stata bruciata.
« Avrei dovuto immaginarmelo, le cose non vanno mai come desidero. » Mormorai tra me e me, ascoltando poi le sue parole fino alla fine e passai dal mordermi il labbro con fare nervoso al trovarmi un po' più sollevata perché grazie al cielo! Per una volta il destino aveva voluto tendermi una mano e farmi ritrovare una persona che credevo non avrei più rivisto in vita mia: quello che avrei sempre considerato come il mio cavaliere dall'armatura scintillante che, però, adesso di bianco aveva forse solo il ricordo.
« Quel posto era davvero opprimente. » Tornai a guardare per terra, forse il ricordo di quei giorni non era proprio andato e non lo rievocavo tutt'ora con piacere: non è bello quando la mattina ti svegli ed a volte sei costretta a passare per la finestra perché in casa tua non vogliono vederti e questo per cosa? Perché ti mettevi a pensare con la tua testa e volevi essere una persona con un po' più di libertà. Quanto avevo odiato il mio sangue.
A far sì che io pensi a lei.
Se fossi stato un cagnolino, avrei rizzato le orecchie ma ora mi trovai a tornare con gli occhi su quel biondo che ora collegavo, era come se i tasselli mancanti si fossero messi al loro posto senza troppi problemi ed il quadro che stavo cercando di dipingere nella mia testa prendeva la forma più chiara che potesse prendere. Era lui! Era davvero lui! Sciolsi la tensione accumulata, aprii la valvola che stava sulla nuca per far uscire il vapore e mi appoggiai la mano al petto tirando un evidentissimo sospiro di sollievo e poi sorrisi sollevata. Rincuorata.
Verso Shikaku, sì. « Sicuro che ti convenga urlarlo così ai quattro venti? » Se lui si era allontanato io mi riavvicinai di un paio di passi facendo roteare il parasole nero sulle mie spalle. « Forse ti eri affezionato più di quanto credessi ma sono davvero contenta che alla fine te l'abbiano fatta avere, pensavo l'avessero gettata via. »
Già mi immaginavo papà leggere la lettera, urlare che fosse oltraggiosa e bruciarla nel camino per alimentare il calore in una sera d'inverno anche se non ricordo nemmeno quando me n'ero andata di preciso: ricordo che era una bella serata, forse troppo, ma non quanto freddo o caldo facesse. Ero contenta, ero felice di non trovarmi da sola in un mondo che era stato proiettato dieci anni avanti mentre io mi trovavo con un gap da colmare di almeno otto o nove, se non proprio tutti e dieci: ogni tanto mi pentivo di essere tornata a Florentia perché dove stavo, stavo davvero bene ma questo era l'incontro che per me poteva cambiare tutte le cose. Poteva darmi un motivo per rimanere, che fosse un motivo qualsiasi.
Presi la rosa che mi aveva allungato prima e la guardai pochi secondi, chiudendo gli occhi per respirarne ancora il profumo.
« Ci sono voluti dieci anni perché tu mi regalassi una rosa, dieci anni. Se lo avessi saputo prima mi sarei risparmiata la fatica, è un periodo lunghissimo. »
Volevo parlargli così tanto che avevo paura che qui non sarei riuscita a trattenermi, che mi sarei lanciata in una conversazione davvero poco consona per il posto dove ci trovavamo e quel piccolo calore che sentivo in petto era probabilmente una goccia di commozione nel realizzare un paio di cose: non mi aveva giudicata fin troppo, aveva appoggiato il mio gesto dopo aver visto che non avevo sbagliato nel volermi preservare. Non si era dimenticato di me.
Cioé all'inizio sì, ma adesso ricordava.
Quando scopri di vivere ancora nel ricordo di qualcuno, riprendi ad essere vivo anche fuori. « Anche se il risultato è stato quasi passabile,
puoi ancora migliorare...Shikaku. » Mi passai un guanto poco sotto un occhio credendo quasi con terrore di essermi commossa troppo ma no, non mi succedeva da tanto né sarebbe successo adesso. Ma che fossi contenta, che fossi felice poteva notarlo senza troppi problemi perché come per lui era stato difficile trattenere tutta quella sorpresa, lo era adesso anche per me. « Avresti potuto scegliere un altro luogo. » Lo guardai dal basso perché sì, era sempre stato più alto di me. Avrei voluto dirgli o fare tantissime cose, ma so che questo non fosse proprio il posto più adatto: stavo tirando di nuovo il freno a mano per causa loro ed onestamente non volevo. Mi voltai verso le tombe di tutti quanti, la mia compresa ridendoci di scherno appena sopra.
« Ti va di seguire un bel fantasma per parlare un po'? Ho un carro qui fuori che mi aspetta, non so dove devi andare ma sarà meglio lì che qui: l'idea che possano rovinarmi questo momento anche da morti mi da leggermente fastidio. » Lo puntellai al petto con un dito, ritraendolo subito. « Dopo tutto questo tempo mi sono bastati due minuti per farti sorridere, pensa se mi dessi cinque minuti. » Non intendevo dire niente di che, non c'era nessuna intenzione nelle mie parole.
E magari togliersi più di un peso dalle spalle gli avrebbe di sicuro fatto bene. « Anche perché... » Non sapevo se avesse colto - ma che diamine speravo di sì, non poteva essere così denso! - ma volli dare l'ultima conferma bisbigliando. Mi parai anche la bocca da un lato con la mano, avvicinandomi al suo orecchio per farmi sentire solo da lui. Poco importava che mi sarei dovuta alzare sulle punte ed appoggiare un po', l'altezza non era mai stata il mio punto forte. « ...non so te, ma mi fa strano parlare di fronte alla mia lapide. »
E poi mi sarei potuta mettere a sedere su qualcosa di comodo per togliermi queste dannate scarpette, rischiavano di spezzarmi le caviglie da un momento all'altro e che ci crediate o meno quelle mi servono. Camminare è una cosa meravigliosa.Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
© 2012. -
..
-
.
E A S
SETSUNAU C H I H A{ I don't cry on the outside anymore. }
Check
~ YouAvrei tanto, tanto voluto abbracciarlo sul posto o coglierlo di sorpresa togliendomi una soddisfazione che mi tenevo dentro da dieci anni ma questo non era il momento, non era il posto. Ecco, il posto non era corretto perché il momento poteva rivelarsi fin troppo eccezionale, adatto. Ma inutile che mi sorzassi adesso di fronte ad un sacco di persone, avevo tutta l'intenzione di riscuotere il premio di qualcosa di positivo che mi era successa dopo tanto tempo che non potevo permettermi nemmeno di sorridere davvero.
Non mi si fraintenda, adesso non mi lamento assolutamente della mia vita perché nonostante il mio lavoro non fosse uno dei più apprezzati, non mi faceva mancare niente dato che lo facevo talmente bene che sarei potuta andare avanti a sopravvivere solo dei regali che mi facevano i signori più abbienti che mi facevano visita. Mi ero davvero davvero impegnata in questi anni per farmi un certo tipo di nome, di reputazione e quasi mi sorprendeva che ancora non si fosse sparsa la voce. Magari era il mio comunque basso profilo perché non mi piaceva millantare ai quattro venti ciò che facessi.
« Se speri che ti dica che non sei cambiato scordatelo perché non è vero. »
Se mi aveva fatto piacere ritrovarlo? Certo che lo aveva fatto! Mi aveva anche riempito di gioia il fatto che si ricordasse di me e che fosse - da quel che potevo vedere - felice addirittura di rivedermi, una reazione che ultimamente vedevo spesso ma non per gli stessi motivi che accompagnavano Shikaku e che lo avevano forgiato in passato. Arrivai a domandarmi perché lo fosse così tanto dato che alla fine il tempo che avevo trascorso con lui era davvero ridotto, probabilmente si trattava del riavere davanti una persona conosciuta dopo tanto tempo e perché diciamocelo, ai tempi ci sapevo fare e nemmeno poco.
Ero una dei migliori mentre adesso non sono altro che una delle tante: vi dirò che non combattere e starsene in santa pace a divertirsi è davvero rilassante. Quello che invece non era cambiato di me era il fatto che mi piacesse essere sfacciata, in un modo o nell'altro: con l'indice gli puntellai un angolo della bocca senza nemmeno esitare. « Questi non c'erano ed anche il volto è cambiato: non ti tratti bene, potrei insegnarti qualcosa. Rischi di dimostrarti fin troppo vecchio, potresti non trovare nessuna signora...come hai detto? Newgate? »
E che non pensasse mi stessi proponendo, mi stavo solo prendendo tutta la confidenza che non mi ero potuta prendere in questi anni ma che invece avrei tanto volto avere in mano. Io---non avevo un granché da raccontare e probabilmente ciò che avrei potuto dire non sarebbe stato preso con tanta benevolenza ma che mi interessava? Io ero io e se a qualcuno non andava bene ciò che avevo scelto per me e che avevo dimostrato mi piacesse, allora non si meritava di starmi vicino: poteva essere un bel test per lui, per vedere se davvero si sarebbe messo a giudicare o no. E poi era una sorta di moneta di scambio: informazioni da me, informazioni da te.
« Ho tante domande da farti. »
Gli dissi togliendo il dito, compiendo un passo indietro per tornare a coprirmi il volto con gran parte del parasole.
Almeno coprirmi dalla vista delle altre persone, in questo momento volevo farmi vedere solamente da Shikaku e da nessun altro. « E non ti salverai, ho imparato ad essere particolarmente convincente. Più di prima. » Ma sorrisi, non credevo che avrei cercato di mettere in atto le mie tecniche su di lui. Non dopo così tanto tempo che non lo vedevo.
Mi lasciai prendere sotto braccio senza troppi problemi, riabbassando il velo ed intenzionata ad andare verso il carro che mi aspettava fuori e che avrebbe avuto un passeggero in più per...non lo so, magari pochi chilometri. Tuttavia era il posto perfetto per scambiare un'amichevole chiacchierata: il cocchiere non avrebbe dato fastidio e le finestre erano chiuse con vetro e tende che solo dall'interno potevano essere sposati o aperti: quando lo usavo mi permettevo anche di riposarci ogni tanto.
« Oh se il tempo ha avuto il suo corso su di te. Tempo fa avresti trovato altri modi per farmi un complimento differenti dai fiori, dovrò insegnarti un paio di cose. Conosco un sacco di persone che potrebbero fare al caso tuo ma preferisco occuparmi di te personalmente. »
Soprattutto dopo tutto questo tempo. Per fortuna il mio carro era un posto isolato ma oggi non credo che avrei potuto essere più felice di come fossi adesso per aver ritrovato una persona che mi potesse ricollegare al passato che, da quel che si sa, è sempre difficile da dimenticare e da lasciare alle spalle. Puoi andare avanti ma non puoi farlo tutto in una volta sola, hai bisogno di qualcuno che te lo faccia fare per gradi. Come potevo essere io per lui, così poteva capitare anche il viceversa.
Chissà come mi ricordava Shikaku, se era tanto differente da come sono adesso o meno.
Prima di camminare lo guardai e sorrisi come più potevo, questa era più forte di me. « Così potrai spiegarmi perché mi guardavi in quel modo e non far finta di non capire di cosa stia parlando. »
Ma appunto per le risposte avrei aspettato di salire sul carro, iniziando a camminare piano piano reggendomi a lui. Questo non era il posto.
Ma la compagnia era la migliore che mi potesse capitare.
« Andiamo. »Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
© 2012. -
.
Bella role di iniziazione per Eas e anche per il buon vecchio Seph. Che dire ragazzi, mi sembra di tornare indietro di 5-6 anni.
E' inutile che vi sto a dire cosa ho gradito di più. Entrambi siete stati un esempio di post curati, scrittura egregia ma soprattutto immedesimazione nei personaggi. Ruolata intima tra vecchi conoscenti, lunga al punto giusto e mai tediosa. Vi do un punticino bonus per l'impegno e la passione messa, nonché la velocità con cui avete scritto la scena.
Mrxxx: 5 exp
Ace: 5 exp
{Scrittura: 2; Interpretazione: 2; Strategia: 0; Bonus: Puntualità +1}.