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Leisure
~ HomeRientrare a casa, che sensazione strana.
I primi tempi era davvero insolito, era qualcosa che non sentivi come tuo. Almeno per Eas quello era stato, tornare nel proprio continente ma lontana da quel posto che era stata l'origine delle sue radici era stata davvero un'esperienza insolita e prima di adattarsi a quel piccolo locale ci aveva messo davvero tanto, tanto tempo.
Oltretutto anche gli sguardi delle persone quando la vedevano entrare lì dentro erano davvero terribili, delle lame affilate ma imparando a riconoscerla come la proprietaria di quella piccola casupola che in fondo poteva esser utilizzata anche come locanda per dormire - difficile ma possibile - le persone si erano quasi abituate.
Anche lei.
La cosa più difficile a cui abituarsi? Le guardie che ti passavano accanto e ti credevano una cittadina di tutti i giorni. Ma il tempo reclamava, il tempo voleva quello che voleva. Ed a volte, dava anche.
La porta del locale era aperta, era uno di quei posti che difficilmente avrebbe chiuso. Di sicuro l'atmosfera di giorno rispetto a quella di notte era differente, entrare adesso dava proprio un'atmosfera opposta a quella notturna: se da un lato anche il giorno prima c'era molta più segretezza, ora si poteva quasi avvertire la sensazione di un posto come tanti.
Come l'aria che si poteva respirare fuori nonostante si sapesse cosa davvero fosse questo posto.
« Ah, buonasera! » Era tardo pomeriggio, più o meno, ma c'era ancora il sole.
Dentro, più o meno distratta al bancone di ricevimento, una ragazza non incontrata il giorno prima ma che sembrava esser lì solo in vena sostitutiva a giudicare dagli abiti sbarazzini che indossava, seduta lì dove il giorno prima era stata vista un'altra. Una ragazza dagli sgargianti capelli rosa e scuri occhi blu nascosti dietro un paio di grandi occhiali da vista: indosso aveva una sorta di canotta nera ma nonostante non fosse pronta emanava una sorta di leggero aroma di pulito. Probabilmente era solo un'impressione, forse era solo l'ambiente che era pulito...oppure era solo condizionato dall'unica persona che c'era dentro.
Lei.
« Posso essere utile in qualche modo? Sto momentaneamente sostituendo la mia collega ma sarà qui a breve: ha bisogno di una camera? Di un posto al locale? »
Indica alla sua sinistra che, al momento, è la destra di Shikaku verso la tenda rossa ancora chiusa. Si porta la mano alla bocca pensando a qualcosa, poi se ne ricorda e si accende una lampadina nella sua testa immediata, schiocca pure le dita. « Giusto, ecco cosa! Per il servizio notturno non siamo ancora aperte, per quello dovrà tornare fra qualche ora e--- » « Laurine, tutto apposto? »
Dalla stanza retrostante, dove Shikaku si era cambiato solo la sera prima, una voce che forse avrebbe riconosciuto. La ragazza dai capelli rosa, scusandosi con te con un cenno della mano, zampettò e si affacciò sul retro. « Sì sì, tutto in regola. E' arrivato un signore e stavo facendo il tuo lavoro...sfaticata. » « Vuoi riordinare te? » « Di certo non ho la tua manualità. » « Dovrebbe essere una battuta? »
Un sospiro che arriva da dietro, poi anche l'altra ragazza che si palesa affacciandosi dalla stanza, ravvivando i capelli: quella riconosciuta come Polly, dal crine nero come la pece e dagli occhi molto più azzurri di quelli dell'altra ragazza, quasi cristallini come il cielo sereno d'estate. Nel riconoscere la persona che sta dietro il bancone, ovvero Shikaku, si ferma un attimo togliendo le mani dai propri capelli...o meglio riordinandoli come meglio riesce: anche lei non è vestita come la sera precedente, si limita a dei vestiti in stoffa dai chiari colori bianchi e non sono proprio dissimili da quelli che Laurine indossa.
Il tutto sta a cercare di non ricordarsi com'è vestita di solito...o di come Shikaku l'abbia vista solo meno di ventiquattr'ore prima.
« Signor Shikaku non credevo fosse uscito. » « Lo conosci? » « Più o meno: ricordi cosa vi ho detto ieri riguardo Lady Eas? » « Che era arrivata ed aveva un...? » Polly fece uno sguardo eloquente. « ...ah. Ah, dunque è lui! » « Fai piano, ti sembra il modo di fare? » « Scusa. »
Che forse è rivolto sia a Shikaku, sia a Polly. Ma appena viene ripresa si fa un attimo da parte lasciando la scena alla collega, mettendosi a squadrare la figura del biondo in silenzio.
E quando intendo squadrare, lo intendo davvero.
« Posso far qualcosa? I vestiti scelti ti stanno bene? Se stai cercando Lady Eas è... »
Si ferma, guarda verso le scale ed il suo sguardo si illumina come ricordandosi di una cosa improvvisa.
Sorride tornando con lo sguardo su Shikaku e non si sa se sia un sorriso normale o di quelli che promettono poco di buono. Di quelli estremamente furbi.
« ...impegnata, appena la vedo posso dirle che la stai cercando? »Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
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Leisure
~ HomeIn quei momenti di silenzio in cui le due avevano parlato, probabilmente la tizia rosa si era fatta un'idea più o meno precisa della persona che avesse di fronte. Per quello che potesse visualizzare in circa tre o quattro minuti in cui avevano parlato, ecco.
« Ah, glieli hai presi te? » « Eas mi ha chiesto di trovargli qualcosa e dato che a lei piace il viola... » « Viola perché piace a lei? Volevi aiutarlo a far colpo? » « Ci sono cose che non sai, Laurine. » « E le saprò? »
Polly guardò Shikaku pochi attimi, sorridendo.
« Forse. »
Probabilmente le erano state raccontate delle cose a riguardo ed anche nel periodo mattiniero in cui Eas si era svegliata ed aveva lasciato Shikaku solo sul letto, forse qualche vecchio racconto era sfuggito sentito solo da lei ma era solamente un dubbio, un'ipotesi. Era sicuro, tuttavia, che Polly qualcosa doveva sapere.
La ragazza dai capelli rosa si ravvivò un po' i capelli lasciando spazio a Polly perché parlasse con Shikaku e quando questo finì, l'espressione sul volto della ragazza dai capelli corvini si fece davvero ancora più furba se possibile: prese lo sgabello e lo avvicinò al bancone, sedendovisi sopra con una gamba in orizzontale ed affacciandosi in avanti sul bancone e testa piegata da un lato.
« Oh oh... » Mormorò appena Laurine, captando un atteggiamento pericoloso.
« Appena arrivato e già mi inviti a prendere qualcosa? » Shikaku doveva aver raccolto un sacco di coraggio per parlare così considerando come si era considerato anche solo per un cambio di vestiti, Polly si permise di iniziare a tirare subito la corda con un atteggiamento fin troppo disposto. « Perché no, in fondo posso dire di aver già visto qualcosa di te fin da ieri. » Laurine ridacchiava appena e Polly lo indicò con l'indice della mano libera: l'altra stava reggendo la testa con il gomito appoggiato sul bancone.
« Perché non vai a darti una rinfrescata? Così mi preparo pure io: devo farti da guida un po' per il locale e credo di non doverti mollare. Laurine? »
Invitandola con il dito, l'altra ragazza si avvicinò ed affiancò Polly che spostò il proprio baricentro e si appoggiò a lei, alla sua spalla. « Che dici? » « Che Lady Eas ti ucciderà se glielo rubi così. » « Che posso farci? Ha un'aria troppo...capisci? » « Mmmh... » Anche la rosa si mise a squadrarlo, soprattutto il volto e l'espressione, poi si trovò ad annuire.
« Sì, capisco cosa dici: è a dir poco adorabile. » « Vero? »
Pochi attimi, poi Polly scoppiò a ridere non sapendo se continuare o meno. Probabilmente stava scherzando per tutto il tempo, probabilmente no ma la sua risata contagiò anche Laurine che l'affiancò.
Che si stessero un po' burlando di Shikaku? L'espressione di Polly tornò gentile ed accondiscendente, annuendo con il capo.
« Va bene in ogni caso, anche se sulla rinfrescata ero seria: fra una mezz'ora apre il salone, lì posso farti avere qualcosa da mangiare e non credo che mandarti da solo sia una buona idea. » « Credo pure io, meglio andarci con un po' di compagnia: vuoi che stia io qui? » « Mi faresti un favore: sei libera di farti i turni e la serata come meglio credi e di usare la mia stanza. » « Davvero? La tua stanza? » « La mia stanza. »
Polly sospirò per poi tornare a guardare Shikaku.
Chissà come aveva vissuto tutta questa scenetta ma non sembrava al momento una persona che poteva resistere qui: gli sarebbe servita una bella terapia d'urto. Terapia che probabilmente gli sarebbe piaciuta, forse. Sperava. « Vai in camera e torna quando hai voglia, ok? La tua è questa. » Dopo aver frugato in un cassetto, allungò una chiave al biondo che aveva di fronte. « A sinistra della porta di Lady Eas, poco più in là nel corridoio. Puoi addobbarla come meglio credi, da questo momento è tutta per te. »Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
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Edited by mrxxx - 15/6/2018, 12:06. -
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~ HomeVenendo salutato dalle due ragazze, per Shikaku la via della camera è relativamente breve: l'ultima rampa di scale si arresta proprio di fronte alla porta dell'abitazione di Eas, ma da essa c'è solo un silenzio tombale come se non ci fosse nessuno dentro e non sembra che le pareti siano così spesse da esser insonorizzate. O dorme, o sei stato preso in giro (come per tutto il dialogo prima), oppure...
Serve il tempo che serve per darsi una rinfrescata ed il fatto di aver solo quei vestiti fa riflettere: forse avrebbe dovuto prenderne altri, non poteva farli scegliere sempre dalle altre anche se forse i suoi gusti potevano esser drasticamente diversi ma---non era un problema, non subito. Da quello che si poteva intuire, queste ragazze non erano di quelle che si facevano eccessivamente dei problemi su qualsiasi cosa o su cose futili come l'abbigliamento. Probabilmente è per quello che quando Shikaku scese, almeno Polly non aveva espresso un solo commento ma poteva dire di essere completamente diversa rispetto alla ragazza che era stata incrociata solo poco tempo prima in abiti davvero sbarazzini.
Piano piano il tempo era passato ed era arrivata anche la sera, dando il via a quello che doveva essere per tanti lo spettacolo del Silenzio e degli effetti che aveva sulla città: forse se qualcuno era entrato, lo aveva fatto in precedenza perché la situazione era davvero tranquilla a partire dalla reception. Le ragazze erano le stesse di prima, Polly e Laurine, ma come detto erano conciate in maniera differente. Completamente. Probabilmente avevano chiuso l'ingresso per prepararsi per il servizio e non lasciare tutto incustodito ma tagliamo corto: entrambe avevano un vestito sufficientemente corto, di quello che potrebbe esser definito pezzo unico con minigonna, ma mentre la rosa aveva il terminare con merletti ed una lieve giacchetta verde sulle spalle (oltre i lunghi capelli accuratamente lisciati e lasciati cadere sulle spalle), Polly aveva qualcosa di più attillato e che stava in piedi da sé avendo un lembo di stoffa che le passava dietro il collo e che si incrociava sul petto lasciando giusto una piccola parte centrale scoperta.
Probabilmente di proposito.
I capelli erano tutti mossi e raggruppati sul lato destro.
« Dovevo immaginare che un vestito solo non bastasse. »
Sospirò nell'osservare Shikaku, per poi avvicinarlo e prenderlo sottobraccio. « Mi raccomando Laurine, non sprecare quest'opportunità. » « Senti chi parla. Non spaventarlo troppo. » Con una risata divertita, Polly trascinò verso la tenda rossa Shikaku mormorandogli appena.
« Davvero, non spaventarti: qui non morde nessuno a meno che non venga chiesto. »
Oltre la tenda c'era quello che sarebbe potuto esser chiamato un pianobar dotato di tanti tavolini ed altrettante sedie tutti ordinati come meglio potevano: le tovaglie rosse coprivano tutte e venti le postazioni per sedersi e delle sedie abbastanza imbottite da esser relativamente comode per potervi star bene a sedere. Sul fondo del salone c'era un piccolo palco e non te ne sorprendi, solo la sera prima Polly aveva parlato di suonatori.
Sulla sinistra dell'ingresso c'era un ampio bancone con dietro un simpatico ometto sulla cinquantina dai capelli grigi, barbetta grigia con baffi ben curati e vestito di tutto punto che stava pulendo i bicchieri.
Fece giusto un cenno del capo a Polly e quando la vide indirizzarsi verso di lui, si fece un attimo da parte. « Siediti pure qui al bancone. »
Giusto guardando a giro per la sala si potevano vedere altre persone che purtroppo per Shikaku, non abituato più allo sguardo delle persone, si erano voltate tutte verso di lui: almeno sette od otto ragazze sedute a gruppetti di tre e quattro che come un sistema unico, appena entrato avevano tutte quante messo gli occhi sul biondo.
Qualcuna la riconosci, quelle che hai incontrato ieri ci sono tutte: le altre sconosciute al momento rimangono in disparte ma osservando Polly confabulano fra loro. Approposito di Polly, questa si appoggia al bancone con entrambi i gomiti e si sporge appena in avanti. L'odore di vaniglia, da così vicino, è un piccolo balsamo per l'atmosfera insolita.
« Allora bel biondo, cosa ti porto? Non trattenerti, abbiamo ricevuto precise istruzioni di trattarti come fossi una di noi. »
Fa un cenno al signore del bancone che sparisce in una porta retrostante, forse quella delle cucine, lasciando Polly sola al bancone con Shikaku ad intrecciare una ciocca con l'indice. « Sconto dipendenti, anche se non lavori qua. C'è qualcosa che vorresti in particolar modo? Lady Eas mi ha detto che non hai avuto un bello stile di vita ultimamente, magari ci sono delle cose che ti mancano: possiamo vedere di accontentarti. »
E' una strana sensazione di pericolo quella che avverti ma non pericolo...pericolo.
E' più un pericolo che sa di disagio.
Forte, forte disagio.Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
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~ CoraggioIndicò Shikaku, ridacchiando appena in modo abbastanza cristallino e trasparente, seriamente divertita.
« Questo è un buon inizio, dovrai lavorarci su: ti è uscito un po' forzato. »
Probabilmente si riferiva a quel simpatico epiteto con cui l'avevi chiamata in maniera più o meno convinta mentre intanto prendeva un foglio di carta da sotto il bancone e con una penna iniziava a scrivere qualcosa, probabilmente si stava annotando cosa poterti portare sia da mangiare che da bere. « Devo vedere cos'abbiamo di pronto ma qualcosa ho già in mente. »
La domanda che le viene posta la fa arrestare un attimo, forse più colta alla sprovvista che altro: in genere gli sconosciuti non fanno già questo tipo di domande personali e probabilmente se non fosse che ti ha visto entrare con Eas solo il giorno prima, ti avrebbe già liquidato in qualche elegante modo che ti avrebbe fatto domandare quale fosse stata la tua domanda precedente senza ricordartela, ma si limita a scagliare gli occhi cristallini verso il volto di Shikaku in una stilettata davvero tanto diretta ma per niente feroce.
Chiuse gli occhi e si appoggiò al bancone, mettendo il volto sul palmo di una mano.
« Ti svelo un segreto, nessuna di noi fuori di qui saprebbe dove andare: tante si sono trovate senza casa dopo la guerra ti tanti anni fa ed hanno viaggiato per non si sa quanto tempo: credo che Eas ti abbia detto come mi ha trovata, non sono l'unica a cui è capitato questo tipo di destino. »
Una piccola pausa.
« Le condizioni sono queste da parte di Eas: lei ci da una camera e noi dobbiamo solo pagare una quota, come impiegarla sta a noi ma tante, me compresa, non si sono potute permettere un'istruzione adeguata con i tempi che erano e cosa rimane da fare ad una ragazza senza competenze ma con un bel volto? »
La risposta è abbastanza semplice: almeno sanno leggere e scrivere, almeno questo lo supponi, ma ormai sono passati più di dieci anni da quando il mondo ha iniziato a cambiare e le ragazze che vedi qui, Polly compresa, non avranno più di venticinque anni ad esser larghi. Quanti ne avevano ai tempi? Cos'hanno potuto approfondire a livello di conoscenze a nemmeno quindici anni se non le cose basilari?
Per non parlare del fatto che di sicuro le competenze tue o di Eas non le hanno, se le avessero avute non ne avresti nemmeno una davanti.
Il mondo è diventato molto più crudele, Shikaku, e forse non te ne sei nemmeno reso conto. « Le persone come te e lei sono state fortunate, in qualche modo, anche se il presente ve lo dovete guadagnare proprio come noi ma in fondo sono contenta: non la vedevo così contenta da un bel pezzo e posso capirla, quando dormi fai davvero tenerezza. Ah! »
Si sporse un po' in avanti sul balcone, giusto per avvicinarsi ed abbassare il volume. Mormorare appena e portare l'indice di fronte alla propria bocca. « Non dirle che ti ho detto così. » E facendo il più classico degli "shh", spostò l'indice dalla propria alla tua bocca per farti cenno di star zitto ma poi con un piccolo saltello indietro tornò sulla propria schiena, recuperando il foglio, giusto per metterti un bicchiere di fronte con su qualcosa. « Il primo lo offro io come regalo di benvenuto, io arrivo subito che vado a vedere cosa posso portarti, fai il bravo. »
Gli occhi le sfuggono per pochi attimi dietro la schiena del biondo.
« E coraggio. »
Dunque sparì giusto dietro quella porticina dove hai visto sparire l'uomo ma...coraggio? In che senso coraggio? Cosa intendeva? Non c'erano delle grandi prove da affrontare ora come ora, almeno niente di estremamente impegnativo.
Forse.
Hai presente quei profumi fatti apposta per far girare la testa ed attirare le persone? Polly non ne portava uno simile ma lo senti. E' vicino, molto vicino. Troppo vicino.
« Peccato, volevamo ordinare qualcosa anche noi. » « Polly da sempre un occhio di riguardo ai clienti. » « Guarda che non è un cliente. » « Hai ragione, me l'hai detto prima. »
Una e due, una nello sgabello di destra ed una di sinistra come a fare una forbice per non farti scappare perché appunto la sensazione che danno è proprio quella: voler tenere Shikaku lì e non farlo andar via. Hai presente il gioco un, due, tre, stella? Tutte le ragazze che hai visto quando sei entrato lo hanno fatto e se ti voltassi, le vedresti più vicine almeno di un paio di tavoli se non per quelle due che hai potuto guardare ai tuoi lati. Una la riconosci, quella di destra, l'hai vista giusto ieri: Madelaine. L'altra invece no, l'altra è nuova ma ti basta girare il capo per vederla più o meno tutta intera anche perché ci ha messo un attimo a passare da star seduta sullo sgabello a star seduta sul bancone.
« Credo che sia la prima volta da quando sono qui che vedo una persona sopravvivere a Lady Eas, forse proprio perché sei un suo ospite personale. Hai idea di quanti siano gli ospiti personali che ha portato qui? » « Non sforzarti di rispondere, lo faccio io per te: nessuno, sei il primo. Le voci girano in fretta. » « O meglio, sono stata io. Meno male non c'è Polly. » « Dunque permetti la sfacciataggine ma c'è una domanda che ci facciamo tutte quante da stamani, da quando sei uscio con i tuoi bei vestiti: chi sei tu? La Lady non si interessa mai a nessuno né mai li invita nella sua stanza per la notte. » « Cosa le hai fatto? Come hai fatto? »
E' una sana, pura, genuina e pericolosa curiosità quella che aleggia nell'aria sia da parte delle ragazze che hai affianco - di cui una non conosci il nome - sia di quelle che si sono avvicinate ora ancora di un tavolo lasciando solo una fila a separarti da loro più l'eventuale corridoio per la camminata.
Forse ora riesci a capire il perché delle parole di Polly poco prima che sparisse sul retro: coraggio.
A giudicare dal fatto che prima di andare abbia guardato dietro di te, potresti anche pensare che l'abbia fatto apposta di lasciarti da solo e non ti sorprenderesti se stesse osservando da qualche angolo recondito della stanza od origliando da dietro la porta stessa. In effetti ti ha lasciato un bicchiere di quella che ti sembra acquavite...
...sì, l'ha decisamente fatto apposta.Si ringrazia Coralia per il layout.
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~ CoraggioTi domandi se Polly fosse stata in combutta, probabilmente no ma a giudicare dalla rapidità con cui è sparita e dal fatto che ti abbia lasciato da bere puoi supporre che l'idea le sia subito venuta in mente. Probabilmente ha fatto le sue valutazioni, ha visto quale fosse la situazione, ha visto quali fossero le tue reazioni e poi ha deciso.
Che l'abbia fatto per divertimento oppure per farti dare una svegliata?
« Cosa vuol dire, domanda cosa vuol dire. » Domanda Madelaine con fare retorico causando una risata abbastanza generica: quel classico ridolino che fanno le ragazze quando hanno qualche segreto o giudicano. Non è terribile quando un "branco" giudica? « Siamo oneste in fondo, Shikaku. Prendi tutte quante noi, possiamo dire di essere tutte quante abbastanza confidenti riguardo il nostro aspetto, sai? Anzi, probabilmente è il nostro punto forte. » « Eppure... » Continua l'altra abbandonando la posizione dove si trova ma non tanto per scendere, al contrario si stende su un fianco.
Sul bancone.
Di fronte a te.
Se cercassi di mettere quel bicchiere sullo stesso, probabilmente non avresti posto per farlo. « Mettici tutte in fila, una di fianco all'altra, oppure tutte sedute allo stesso tavolo. Fai entrare una qualsiasi persona, un qualsiasi uomo e stai pur tranquillo che su cento, novanta guarderanno sempre per prima Lady Eas. » « Davvero, nessuna di noi ha ancora capito perché. » « E' una sfida continua. »
No, se cercassi di scappare non ne avresti l'opportunità.
« Eppure tu non solo dopo una notte ti trovi in mezzo a noi, sei addirittura andato a lavorare: Serena ti ha visto al porto oggi mentre lavoravi con i barili, è stato praticamente un caso. » Serena è la ragazza che il giorno prima è sparita con il cocchiere, quella più giovane di tutte le altre che ti saluta con la manina appena viene nominata. Si trova accanto alle due gemelle che ascoltano interessate, ma a quanto pare a qualcuno non è sfuggito un particolare. « Che poi ora che ci penso non sei il primo, ricordate cosa ci raccontava Lady Eas tempo fa? » « Ah, vero! C'era una persona tanto tempo fa che non è mai caduta nella sua rete nonostante ci avesse provato in diversi modi: crediamo lo racconti per farci sentire meglio, non ci crede nessuna. » Potresti conoscerlo questo qualcuno.
« Aspettate, aspettate: che vuol dire che avete vissuto nello stesso posto? La conoscevi da prima? » Evidentemente la cosa doveva esser sembrata meno interessante del previsto perché quando viene fatto notare da questa ragazza, tutte le altre si mettono sull'attenti: non l'avevi vista subito ma è sbucata dall'ombra come una zanzara ed ha punto dove voleva. Dopo quella domanda l'aria un po' cambia perché non solo cala un po' il silenzio ma le vedi negli occhi, tutte quante.
Hanno una pura e completa fame di informazioni. Anche la ragazza che si era sdraiata sul bancone si tira parzialmente su avendo realizzato la cosa e se prima avevi parlato di iene, ora ne sei quasi convinto perché si sono tutte chiuse a cerchio attorno a te: quanto poco deve aver parlato Eas di sé? Puoi biasimarla? « Quando avevi intenzione di dircelo? Hai idea di quanto sia difficile sapere qualcosa su di lei? » Come delle bambine che aspettano di sentire una storia: senza sapere come ti trovi senza il bicchiere in mano, sottrattoti da Madelaine che ne prende giusto un sorso ma il suo scopo non è tanto quello di bere, è di lasciare una chiara macchia di rossetto sull'oggetto: cosa che le riesce bene prima di rimettertelo di fronte.
« Vogliamo sapere tutto! Com'era Lady Eas prima? E' sempre stata così? » « Vivevate nella stessa casa? E te ne sei andato tu o è andata via lei? »
« Oppure gli date tregua? » Un "oooh" sconsolato si erge in coro dalle ragazze nel sentire la voce di Polly arrivare dalla porta di cucina: probabilmente ha visto abbastanza ed ha valutato che non fosse il caso di continuare adesso con questa storiella. Sei stato messo fin troppo alla prova, meglio fermarle prima che di te non rimanga nemmeno le ossa da sgranocchiare. « Guastafeste! Non sei curiosa? » « Se Lady Eas avesse voluto farci sapere queste cose ce le avrebbe dette: le persone hanno dei segreti da mantenere, se ve li rivelasse, non sarebbe più lei. Inoltre Shikaku non tocca cibo da ieri, probabilmente, dunque fatelo mangiare in pace, va bene? Avrete molto tempo per dargli fastidio, ma non adesso. Su su, via: non avete altro da fare? » Con un mormorio d'insoddisfazione le ragazze si allontanano, soprattutto quella che se ne stava sul bancone, ma dal mondo in cui ti guardano hai la sensazione che potrebbe non essere finita qui.
Magari per oggi sì, ma più avanti... Polly si avvicina quando ha spazio e ti prende di mano il bicchiere con la macchia di rossetto sopra, mettendoti di fronte un piatto di stufato. « Meglio il bicchiere se te lo cambio, in cucina al momento avevamo questo: se non ti basta fammelo sapere. » Giusto il tempo di darti un bicchiere nuovo, poi si appoggia al bancone sui gomiti e piega il capo squadrandoti per qualche secondo. Poi sorride.
In fondo è un bel sorriso, no?
« Da un lato mi verrebbe da chiederti scusa, dall'altro però vorrei solo domandarti come sia andata. E' stato tanto traumatico? »Si ringrazia Coralia per il layout.
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~ CoraggioLa voracità con cui Shikaku si avventa sul più semplice degli stufati la spiazza un attimo, da quanto tempo non poteva dire di aver mangiato qualcosa di normale? Non commenta perché probabilmente lo metterebbe più in difficoltà di quanto è adesso.
« Lo riferirò alla cuoca. »
Che probabilmente avrebbe risposto "davvero? Uno stufato?" con aria sorpresa ma avrebbe incassato, ringraziato e sarebbe andata avanti. Al momento però la cuoca non lo sa, aspetterà per prendersi i suoi complimenti: mentre mangi e fai domande, Polly si avvicina uno sgabello con la punta del piede e vi si siede sopra, riflettendo.
« Allora non sono stata abbastanza chiara, dovrò dir loro di far ancora peggio la prossima volta. »
Ecco ora è chiaro: quella trappola era stata merito suo e forse era destinata a durare un po' più a lungo, forse invece l'ha solo interrotta prima perché ti ha visto più in difficoltà di quanto pensasse.
Le altre ragazze non sono più così vicine e forse hanno perso interesse e...no, quando gli hai detto che hai vissuto nello stesso posto di Eas probabilmente hai firmato la tua ipotetica condanna a morte perché hai la sensazione che non te la passeranno liscia proprio per niente. « Ma sei stato bravo, te ne va dato atto. Per un attimo sei quasi sembrato sicuro di te. »
Allungò una mano per arruffargli i capelli, salvo poi rimettersi al suo posto perché la domanda che gli era stata rivolta era abbastanza interessante e legittima. « Sei una persona previdente, lo capisco. Ha senso, allora... »
Appoggia il mento sul palmo della mano, poi alza gli occhi ed inizia a riflettere: cosa sanno le altre ragazze riguardo ad Eas? « Sanno che è un'imprenditrice che viene dal nord, che ha comprato questo posto perché ci ha visto una possibilità e che ha iniziato questa attività perché l'ha reputata più remunerativa di tutte quelle possibili: questo posto è l'unica cosa che mancava ad Altilantia e penso che ti basti guardare le persone che passano per capirlo. »
Sta riflettendo, tutte le informazioni utili che ti può dare le devono venire in mente.
« Come avrai intuito, di sé stessa non dice niente a nessuno nemmeno se le viene chiesto. Una volta anche degli imperiali le hanno chiesto qualcosa sul suo passato ma è riuscita a non rispondere ed a non farsi fare altre domande: che bisogno c'è di sapere il passato quando hai creato un posto che fa comodo a tante persone? Soldati compresi, quelli soli e lontani da casa sono davvero tanti. »
Pochi attimi poi un sorriso le si dipinge in volto.
« E soprattutto che tu l'hai sempre respinta. »
Lo dice a tono di voce un po' più alto, forse di proposito per farsi sentire almeno dalle ragazze più vicine. Poi abbassa subito la voce, bisbigliando appena appena. « Questo me l'ha detto stamani, era davvero agitata. Ma contenta.
Ora capisco perché eri vestito, anche se da come ti comporti ora faccio davvero fatica a credere che tu abbia tutto questo sangue freddo e fermezza d'animo. »
Si appoggia di nuovo al bancone, riempiendoti di nuovo il bicchiere che vede vuoto. Anzi, ne prende giusto un altro dove mette della semplice acqua. « Ma tranquillo, qui ti passerà tutto prima o poi, in un modo o nell'altro. Non dovrei dirtelo, ma Eas è andata a prendersi dei vestiti nuovi prima che tu scendessi...fossi in te mi preoccuperei. »Si ringrazia Coralia per il layout.
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