Maestro
Anastasya era profondamente cambiata negli ultimi tempi. Cresciuta a Florentia in una famiglia agiata, sin da bambina era stata addestrata da suo padre all’utilizzo dell’arco, una disciplina nobile, ma che non aveva mai avuto necessità di utilizzare nel corso di una vera battaglia. Non fino a qualche anno fa, quando suo padre decise di darle in eredità la compagnia di famiglia specializzata nel trasporto commerciale marittimo. Fu per lei l’inizio di una serie di disgrazie. La giovane infatti, per colpa di un attacco pirata, perse gran parte del carico che trasportava. A peggiorare la sua situazione vi fu il tentativo di una compagnia concorrente di appropriarsi illegalmente di ciò che restava delle sue ricchezze. Ella venne infatti rapita, trasportata a Sumadea e ricattata. Riuscì infine a fuggire e a salvarsi ma quegli eventi incisero profondamente nel suo spirito e mutarono la sua personalità. Aveva maturato in sé un lato guerriero, combattivo e capace di adattarsi. E’ incredibile quali facoltà sia capace di risvegliare la paura della morte. Anastasya non era più solo ragazza altezzosa e dalle buone maniere. Era diventata una donna capace di badare a se stessa e di sopravvivere anche nelle situazioni più impervie.Sumadea.. Mai avrei pensato di metter piede in quella giungla maledetta.Sussurrò tra se e se mentre sorseggiava un bicchiere di fresco succo. A Sumadea ci rimase anche dopo la fuga dai suoi aguzzini. In questo ambiente a lei completamente ostile forgiò innumerevoli abilità ed imparò il rispetto per la natura. Nel silenzio della foresta si scrollò di dosso la veste di ragazzina viziata e schizzinosa per indossare i panni di una donna consapevole del proprio potenziale. Una donna che aveva maturato una decisione importante.Chissà se arruolarsi tra le fila imperiali sarà la scelta giusta per me. Solo il Fato potrà dirlo. Di certo non potrà essere peggio di quelle notti di freddo, pioggia e fame passate nella giungla.Continuava a rimuginare tra se con gli occhi persi nel vuoto. Arruolarsi nell’Impero la vedeva come una grande opportunità per mettere in sicurezza il proprio futuro, ciò che restava del suo patrimonio e per ridare lustro al nome della sua famiglia. Ma era anche un modo per poter sconfiggere le ingiustizie di cui era stata vittima. I suoi aguzzini infatti girovagavano ancora impuniti. Per non parlare dei mari del sud tempestati di vascelli pirata.Ehy bella bionda! Come ti chiami dolcezza?Ad importunarla al bancone era stato un uomo che avrebbe potuto esser suo padre. Un uomo che interruppe i suoi pensieri. Lo guardò con un’aria di disgusto per poi voltarsi dall’altro lato.Vattene!Sentenziò infine. Ma l’uomo grugnì. Sembrava essere più testardo del dovuto. Era abituata ad avances più o meno spinte degli uomini. I suoi lunghi capelli biondi, i lineamenti delicati del suo viso e gli occhi cerulei facevano gola. Inoltre, nonostante avesse un arco a tracolla, per come era vestita sembrava solo una semplice donzella di alto borgo in viaggio verso Aethernia. Ed in effetti era proprio così, era diretta verso la capitale. La locanda nella quale avrebbe passato la notte era situata in un borgo che dava sul grande Mirror Lake, il quale segnava il passaggio tra la regione di Arcadia e quella di Aldaresia. Era un importante punto di passaggio per viaggiatori e merci che come lei erano diretti verso la capitale. Qui confluivano in particolare le strade che arrivavano da sud, da Arcadia, e da ovest, ossia da Neagora, ma anche la grande via carovaniera che proveniva direttamente da Alkarna. Sperava solo che quell'energumeno non l'avrebbe importunata ulteriormente e le avrebbe lasciato proseguire il proprio viaggio.
Neuromancer
GRAMMAR NAZI
Voltandosi dal lato opposto a quello dell'omaccione che aveva appena provato ad attaccar bottone, incrociò lo sguardo ed il saluto di un altro uomo. Non sapeva se anche quello fosse un blando tentativo di approccio ma per lo meno si era trattato solo di un saluto educato e rispettoso che non sfociò in nessuna avance esplicita. E per lo meno quel ragazzo non aveva il doppio dei suoi anni come il grassone alle sue spalle che non voleva saperne di lasciarla stare.Che ne dici bionda di farci un bicchiere? Offro io!Chiese imperterrito, ignorando il fare seccato della bionda. Quest'ultima, sapendo che certi tipi non mollavano l'osso sino a quando non trovavano concorrenza e non avendo alcuna intenzione di alzare il tono della propria voce, decise di ricambiare il saluto appena ricevuto con un cenno del capo e di avvicinarsi al nuovo arrivato, spostandosi di un paio di sgabelli. Era certa che così facendo il grassone pelato non l'avrebbe più importunata per il momento. E poi era stata incuriosita dal fatto che quel ragazzo, dopo averla salutata, si era completamente disinteressato a lei: non era da tutti.In altre circostanze probabilmente non se lo sarebbe mai filata. Infatti, sebbene guardasse di buon gusto le buone maniere e la cavalleria, era altrettanto attenta all'aspetto esteriore. Quel ragazzo aveva un vestiario abbastanza trasandato. Scusabile se si considera che si trovavano in un borgo di passaggio dopo lunghi viaggi, ma avvicinandosi aveva anche notato una vistosa cicatrice che gli solcava gran parte del viso. Un vero peccato che un volto tanto gradevole fosse stato sfigurato.Posso permettermi di chiedere quali fatiche possano affamare così tanto un uomo?Esordì soave e pacata, accennando un sorriso.A giudicare dai vostri vestiti dovete aver viaggiato molto.Commentò puntellandosi il labbro con l'indice e spostando gli occhi sui suoi pantaloni per poi tornare a cercare il suo sguardo. Anastasya era molto consapevole della propria bellezza e molto spesso l'aveva usata come un'arma. Ma questa volta si voleva solo divertire. Aveva passato molto tempo nella giungla di Sumadea tra bestie selvagge e tribù arcaiche. Era da un po' che non sfoggiava il suo lato più femminile: voleva vedere quanto fascino riuscisse ancora a suscitare.
Non era buon galateo parlare con la bocca piena davanti ad una donzella, ma sorvolò. Era più divertita nel vederlo impacciato.Dunque siete un viaggiatore..Avrebbe voluto chiedergli informazioni sulla strada più veloce per raggiungere Aethernia, ma non fece in tempo a proseguire che la sua parola venne di nuovo interrotta dalla presenza indesiderata del grassone. Anastasya roteò con disappunto gli occhi all’insù. Per sua fortuna il ragazzo con cui aveva appena parlato sfoderò una frase che non si sarebbe mai aspettata, una frase schernitrice che fece ridere di gusto anche lei oltre che mezzo locale. Vedendo il grassone colpito nell’orgoglio, decise di rincarare la dose e di sfruttare la situazione per cavarsi d’impicco.Non mi permetterei mai di intromettermi nella vostra storia d’amore. Con permesso.Altre risate si alzarono nella sala. Fece un leggero inchino del capo, prese con sé il bicchiere di succo che stava finendo e sgattaiolò via passando in mezzo a quei due, scuotendosi i lunghi capelli con una mano. Il suo piano iniziale era riuscito alla perfezione e non si sentiva nemmeno un po' in colpa per aver usato quel ragazzo solo come un diversivo. Dopotutto non era stata lei a parlare a vanvera.Con un sorrisetto compiaciuto stampato in volto, fece per dirigersi verso la scalinata che portava al piano superiore, laddove si trovava la camera in cui avrebbe passato la notte. Nel tragitto avrebbe cercato di passare davanti al tavolo della ragazza che stava visionando numerose cartine e mappe: non voleva rischiare di essere infastidita da altri uomini.