Bullismo, baby gang: in Italia allarme minorenni

2008-02-04 19:23

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  1. Raikozu
     
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    VENEZIA - Piccoli bulli crescono e diventano criminali: si radunano in bande, taglieggiano, minacciano e rapinano coetanei la cui unica "colpa" è quella di indossare un capo firmato o più semplicemente mostrarsi a stringere un cellulare o un Mp3. Succede ormai quotidianamente in ogni angolo d'Italia: oggi sono Verona e il cuneese a rimbalzarsi le "prodezze" dei baby farabutti dai 13 ai 18 anni, in alcuni casi di medio-alta estrazione sociale. Spesso compagni di scuola, amici ormai multietnici che investono, attraverso la complicità di ricettatori adulti, il frutto delle loro scorribande in droga e sfizi personali. Ancora una volta sono stati i carabinieri a arrivare dove scuola e famiglia non hanno saputo vedere né intervenire.

    A Verona i militari hanno bloccato cinque giovani tra i 16 e i 18 anni per rapine a loro coetanei. L'inchiesta non è conclusa: ci sarebbero ancora 6-7 giovani da individuare, che secondo l'accusa facevano parte del 'branco' che terrorizzava i ragazzi che si trovavano nel centro città. Il modus operandi - hanno accertato gli investigatori - era sempre lo stesso: i ragazzi indagati frequentavano i luoghi di aggregazione dei giovani e dopo aver individuato la potenziale vittima la seguivano e con una scusa la avvicinavano, circondandola. A questo punto, saltava fuori anche un coltello a serramanico, per convincere il malcapitato a cedere. Una volta a casa i ragazzi, raccontavano di essere stati rapinati, ma spesso non venivano creduti dai genitori, convinti che fosse una scusa inventata dal figlio per non ammettere di aver perso l'oggetto in questione. Ci hanno creduto invece i carabinieri.

    Tutti gli indagati sono studenti, alcuni veronesi e altri di orgine nordafricana ma nati in Italia: figli di famiglie per bene, che non hanno mai avuto problemi con la giustizia se non ora a causa dei loro figli. In Piemonte una vera e propria banda formata da un gruppo di sei studenti cinque ragazzi e una ragazza, tra i 13 e i 16 anni agiva nell'Albese in strada e a scuola. Anche in questo caso sono stati i carabinieri a avviare le indagini all'indomani della ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie.

    L'accusa é di aver rubato portafogli, telefonini, somme di denaro in contanti, ma anche alcune auto di proprietà di docenti parcheggiate dinanzi alle scuole e il contenuto del raccoglitore di monete e banconote di un distributore automatico di bevande ed alimenti. Gli accertamenti dei militari sono tuttora in corso e non si esclude che possano emergere altri episodi. I sei ragazzi sono tutti allievi delle tre scuole medie albesi: tre di età superiore ai 14 anni, di cui uno di 16 pluriripetente, e tre di 13 anni. Sono accusati di una dozzina di furti di portafogli, telefonini e somme di denaro in contanti. Nel corso delle indagini è emerso che i furti sulle auto erano compiuti dopo aver prelevato di nascosto le chiavi custodite nelle borse delle insegnanti durante le ore di lezione, poi rimesse a posto. In particolare i componenti del gruppetto (di cui quattro figli di immigrati marocchini, albanesi e rumeni, ma nati in Italia) si frequentavano al di fuori delle lezioni e avevano iniziato a commettere furti nelle diverse scuole dove erano iscritti. Agivano anche nelle ore di educazione fisica, in palestra, visitando gli spogliatoi per rubare ai compagni di scuola somme di denaro, cellulari e oggetti di valore.
     
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  2. ~Neo64~™
     
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    alcuni sono stronzi forte
     
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1 replies since 4/2/2008, 22:22   658 views
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