DOLLARO AFFONDA, EURO BRUCIA RECORD E VA A OLTRE 1,52

2008-02-28 21:29

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  1. Raikozu
     
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    ROMA - Il biglietto verde affonda, con l'euro che brucia i record per il terzo giorno di fila arrivando a sfondare anche la soglia 1,52 dollari. La moneta europea si è spinta fino al nuovo massimo storico di 1,5229 dollari, approfittando del crollo del biglietto verde messo sotto pressione dal rischio sempre più concreto di recessione dell'economia, di una crisi delle banche più grave del previsto, mentre il mercato dà ormai per certo un un nuovo consistente taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a marzo. La valuta unica ha toccato un nuovo record anche sulla sterlina (a 76,43). L'euro ha ormai guadagnato sul dollaro più del 30% dai tempi del suo debutto, e ben l'84% dal minimo storico di 82,30 centesimi di dollari toccato nell'ottobre 2000. L'inarrestabile ascesa dell'euro preoccupa sempre di più alcuni governi europei che vorrebbero una Bce più morbida in politica monetaria. Ma la Banca centrale europea non sembra intenzionata a modificare la sua linea d'azione almeno fino all'estate, mantenendo i tassi fermi al 4%. Oggi Trichet è tornato a ripetere che la priorità resta la "stabilità dei prezzi" come "condizione necessaria per una crescita economica e una creazione di posti di lavoro sostenute".

    Dall'altra parte dell'Oceano, invece, il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha fatto di nuovo capire nell'audizione al Senato Usa, di essere pronto a intervenire con decisione sui tassi per salvaguardare l'economia. Bernanke ha anche ammesso che per la Fed l'attuale crisi dell'economia americana é ben più difficile da gestire rispetto alla recessione del 2001. Per di più il numero uno della banca centrale americana ha messo in allerta il mercato su un ulteriore deterioramento delle condizioni del credito per il "probabile" fallimento di alcune banche, anche se gli istituti maggiori dovrebbero salvarsi dal collasso. Tutto questo mentre il presidente Usa George W.Bush andava ripetendo che l'economia americana non è in recessione, ma attraversa solo una fase di rallentamento, e che continua a credere nel dollaro forte. Paradossalmente, proprio mentre Bush pronunciava la formula di rito che gli Usa restano "favorevoli a una moneta forte", il dollaro si inabissava con l'euro in volo verso l'ennesimo record.

    Intanto il pil americano del quarto trimestre è risultato più debole del previsto, rivelando peraltro che senza l'aiuto del minidollaro sul fronte esportazioni gli Stati Uniti sarebbero già entrati in recessione. Il prodotto nazionale lordo statunitense del quarto trimestre ha confermato in seconda lettura la crescita dello 0,6%, deludendo le attese degli economisti che puntavano su una revisione al rialzo allo 0,8%. Ma se non ci fosse stato l'effetto benefico del dollaro debole che ha alleggerito il deficit commerciale, il Pil avrebbe rivelato una crescita negativa con un -0,3%. I futures sui tassi indicano che la maggior parte dei trader si attende il tasso sui Fed Funds al 2% a metà anno dall' attuale 3% e danno al 28% la probabilità che a marzo la Fed varerà un maxi-taglio del costo del denaro da tre quarti di punto, mentre l'ipotesi di una sforbiciata da mezzo punto viene accreditata al 39% e quella di un taglio da un quarto di punto al 32%­
     
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