BRAXAMUNDIS

Vita o Morte

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  1. Isawa
     
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    Braxamundis


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    ... si trovava in quella città già da due giorni, aveva affrontato un lungo viaggio insieme ad una carovana di mercanti per raggiungerla; no, non si fidava a vagare in quelle terre selvagge da solo, non nelle sue condizioni attuali.
    Era passato molto tempo dalla fine della guerra e da allora non era più lo stesso, aveva perso tutto a causa di quel cataclisma. La sua forza, la sua arroganza, i suoi amici e perfino il suo nome. Il grande shinobi che ha combattuto fino all'ultimo briciolo della sua determinazione contro il mondo intero non esiste più, oramai era solo l'ombra sbiadita di ciò che era stato in passato.

    Vagava da diversi mesi tra le città più civilizzate del continente, guadagnandosi da vivere come meglio poteva, ricorrendo a volte a metodi disonesti o violenti per procurarsi un pugno di monete. Sapeva ancora il fatto suo quando si trattava di combattere, la sua vecchia e fidata spada poteva ancora uccidere un uomo al primo colpo, anche se logora come il suo proprietario.
    Doveva vivere nell'ombra, con la paura che qualcuno potesse riconoscerlo e tornare ad essere braccato, era stufo di combattere contro l'Impero, contro i suoi soldati... ne aveva uccisi un numero incalcolabile tra reclute, ufficiali, spie e comandanti di alto rango, per questo preferiva fuggire quando le cose si mettevano male.

    Non si trovava lì a Louyhong per sfuggire ai suoi inseguitori, bensì per assistere ad uno scontro all'arena nella città.
    Un luogo normalmente evitato da uno come lui, ma quest'oggi si sarebbe tenuto uno scontro tra due prigionieri molto famosi, ovvero due ex-kage appartenenti a fazioni nemiche durante la guerra; la notizia gli era giunta settimane prima durante uno dei suoi viaggi ed aveva deciso di non perdersi per nulla al mondo uno scontro simile, nemmeno lui sapeva il perchè... forse per tornare ai vecchi tempi, quando comporre sigilli per usare i ninjutsu non era proibito.

    Il suo lento incedere per le strade della città lo condusse finalmente nei pressi dell'arena, alzò lo sguardo per osservare quel monumento costruito dall'Impero dedicato alle carneficine.
    Mentre lo stava scrutando un raggio di sole colpì il suo viso, immediatamente abbassò lo sguardo e proseguì verso l'entrata, il sole gli procurava ancora non pochi fastidi anche dopo tutto questo tempo.


    Lo scontro inizierà a momenti, meglio affrettarsi.

    Pagò l'entrata senza dire nulla e lestamente si guadagnò un posto in prima fila. Era circondato da imperiali, sapeva riconoscerli da tutti gli altri, puzzavano di marcio fino al midollo.

    Ho quasi la nausea, come vorrei farli a pezzi... anche se verrò ucciso, sarebbe una bella soddisfazione.

    Per un istante gli passò di nuovo per la testa quel pensiero. Ogni volta che sentiva quell'odore, il suo corpo diceva 'uccidi' e i suoi occhi vedevano carne da macello. Con la mano destra lentamente stava estraendo la sua spada e il buon senso se ne stava per andare a farsi fottere in un un oceano di risentimento...

    Un'altra inutile strage...

    I muscoli si rilassarono e lentamente rinfoderò quel poco di lama fuori dal fodero, fece un respiro e si calmò, non doveva cedere alla rabbia, anche se i ricordi delle atrocità subite dagli innocenti durante quel periodo buio ancora turbavano il suo sonno e occupavano totalmente i suoi pensieri. Uccidere quei vili imperiali significava sprecare la sua vita e in fondo sapeva ancora che la sua storia non sarebbe finita così. Doveva lasciarsi il suo oscuro passato alle spalle per ritornare a vivere come una persona "quasi" normale.
    Decise di concentrarsi interamente sullo scontro, non doveva dare nell'occhio, non sapeva se ci fossero ancora i manifesti con la sua faccia appesi in giro per la città, un grave errore da parte sua non controllare, finché aveva quel cappuccio a coprirgli il viso non c'era nulla da temere.

    Fecero il loro ingresso in campo il Kokage e il Mizukage, entrambi acclamati dalla folla. L'ex-shinobi se ne stette ad osservarli passivamente, nemmeno la parole del Mizukage sembravano smuoverlo di un centimetro. Aveva staccato il suo cervello dal resto del corpo, qualsiasi stimolo esterno non lo influenzava più... faceva così anche quando doveva compiere qualche affare illecito o uccidere una persona.
    Non sentiva più le urla d'incitamento della folla, nemmeno il continuo sgomitare di chi gli stava intorno lo infastidiva, l'unico suo interesse era l'esito dello scontro.







    Edited by Isawa - 24/2/2015, 08:20
     
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