BRAXAMUNDIS

Vita o Morte

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  1. Imperio III
     
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    [Da qualche parte lungo il perimetro esterno dell'arena]

    Seguivano gli incappucciati come ombre passando da vicolo a vicolo, quelli, erano "accompagnati" da alcune guardie imperiali, le stesse che stavano rastrellando qualsiasi tipo sospetto come già detto sia dentro che fuori l'arena, i gruppi di prigionieri sfilavano davanti al gruppo di ricognizione uno dietro l'altro ormai da diversi minuti, ad occhio e croce circa una decina di persone erano state catturate su quel lato dell'arena e, il gruppo d'assalto proprio di quelle si sarebbe occupato.

    I tre in abiti civili sostavano al bancone di una tavola calda, il commesso giaceva esanime oltre il bancone con la gola tagliata "sporco imperiale" i pensieri dei tre che non avevano mostrato minimamente pietà nell'uccider un uomo che probabilmente non centrava nulla, tuttavia il dolore per la perdita della loro signora e di sua figlia era stato sopraffatto dalla collera, quindi, bisognava agire.

    ...

    Ormai la sfilata di prigionieri era finita, almeno per il momento, i tre si soffermavano su Sebastian, uno come lui doveva già esser stato scoperto da un pezzo sebbene ancora non era avvistato fra i prigionieri, il che li rendeva felici ma allo stesso tempo inquieti.

    Qui Squadra 0, seguiamo l'obiettivo.
    Squadra 1, ci avviciniamo da Est
    Squadra 2, da Ovest
    Squadra 3, Vi attendiamo più a Nord. Squadra 1 e 0, non ingaggiate il bersaglio fino all'incrocio, la Squadra 2 attuerà il diversivo, attaccate al segnale concordato.

    I tre della ricognizione si erano già messi all'inseguimento del gruppo di imperiali e prigionieri, i loro abiti civili non destavano sospetto specie perchè quella strada era relativamente affollata, probabilmente gente rimasta fuori dall'arena che tentava per lo meno di godere delle grida e degli spaventosi rumori che ora arrivavano dalla struttura.

    I minuti passavano e ormai era arrivata l'ora dei conti, la loro piccola e personale rivolta, la loro ultima battaglia che li avrebbe visti mietere più vittime possibili senza fermarsi, fin tanto che non fossero morti per spada nemica o affanni, a tanto li aveva spinti l'impero con quel folle gesto, a tanto erano loro stessi disposti ad arrivare per tentare di eguagliare quello che Sebastian avrebbe scatenato nel mondo nei mesi a venire, si, anche loro avrebbero versato molto sangue.

    Gli imperiali dovettero esser presi alla sprovvista perchè uno di loro quasi venne travolto dai cavalli, inizialmente rimase fermo poi guardando il conducente sgranò gli occhi gonfi di rabbia intimandogli di scendere, col cazzo che potevi girare con un carro pieno di fieno in giro per la città cosi a cazzo mentre in atto c'era un'enorme operazione di epurazione, soprattutto se stavi per uccidere una guardia!

    Di tutta risposta il conducente sorrise gonfio di sincera gioia, solo allora la guardia udì le lame dei suoi compagni esser sguainate seguite da grida che imponevano di mettersi in formazione, merda, ci aveva fatto caso solo ora! quel pazzo di un cocchiere aveva un'armatura argentea addosso ed uno spadone alla cintola!

    Ehi ehi! non fate quelle facce, non ci siamo mica dimenticati di voi!
    Quel tizio lesto prese una spada, anche i suoi compagni sbucati all'improvviso dalla paglia ne portavano due e, tutti e tre, lanciarono le armi alle spalle degli imperiali che d'istinto si voltarono.

    "Cazzo.. siamo circondati." fu il pensiero comune.

    Le 4 formazioni attaccarono implacabili gli imperiali senza tener troppo conto dei prigionieri, infondo infondo non glie ne importava granché, seguivano lo stesso ragionamento di Sebastian riguardo i Kage, liberarli gioverebbe al perpetuarsi della distruzione nel continente, ma infondo quando si trattava di spezzare vite dell'impero tutto il resto s'oscurava.

    Nel frattempo, mentre lo scontro fra i resti erranti della vecchia guardia dei leoni d'argento compiva una schermaglia di quartiere il conto alla rovescia si avviava alla fine, ben presto molte strutture attorno all'arena sarebbero state date alle fiamme.
    In un batter d'occhio l'arena fu circondata da innumerevoli colonne di fumo denso e nero, in alcuni punti e solo dalle strutture più alte era possibile scorgere l'apice degli incendi più grossi.

    [Qualche minuto prima - >Spalti del Braxamundis]


    Pfh.. se né andato?
    E dire che si era pure scomodato per farlo sedere, la noia lo aveva attanagliato a tal punto che non avrebbe disdegnato nemmeno due chiacchiere un un imperiale, anche se quello si dimostrò esser tutt'altro che una guardia dato che si era allontanato proferendo criptiche parole, parole al vento per altro.

    Così com'era comparso l'incappucciato di confuse con la folla, Sebastian non lo seguì con lo sguardo, nemmeno si interrogò sula sua visita e sulle sue parole, forse aveva intuito il pericolo celato sotto quel cappuccio nero? forse si, ma sicuramente aveva notato le guardie che osservavano i due mentre beh.. Sebastian fu totalmente colto di sorpresa:
    Mhm?

    In un battibaleno una guardia gli si era parata di fronte oscurandogli la vista, stava quasi chiedendogli di scansarsi quando questo gli intimo qualche ordine che nemmeno recepì, diamine.. ora che lo scontro si faceva interessante quello veniva li a rompere le palle? probabilmente era stata colpa di quel tipo di prima, forse era davvero un imperiale.

    Stava per alzarsi quando sopraggiunsero altre due guardie una delle quali bhe.. fu immediatamente riconosciuta dal vecchio:
    Ma guarda chi si rivede..

    Una scossa percorse la spina dorsale del nostro eroe, le mani iniziarono a prudere e gli occhi a gonfiarsi per l'afflusso di sangue, era calmo, e allora cos'era tutta quella voglia di sfogarsi?

    La voce plasmata dal materiale e dalla forma dell'elmo gli donava una nota bassa producendo suoni grezzi, si alzò lentamente e soprattutto tranquillamente, ascoltò quanto Scaar avesse da dire allargando il suo sorriso sempre di più, già, ogni volta che intuiva nelle parole di quello ironia, superbia o autorità il suo sorriso si faceva sempre più largo fino a diventare il ghigno di una iena.

    In tutto quel baccano dell'arena fra i boati assordanti dello scontro e le urla della folla un piccolo gruppo di uomini stava decidendo del futuro di quelle persone, apparentemente calmi, apparentemente inconsci del pericolo rappresentato dall' ex gufo continuavano ad impartirgli ordini, ignorando la futilità delle loro parole.
    Ehi.. Scaar... pensi davvero che sarebbe potuta finire in modo diverso dal momento in cui ho messo piede ad Ephiora?

    Il ghigno stava quasi spaccandogli la mascella, stava fremendo dalla voglia di mostrarsi superiore, sia a lui, sia ai due Kage.

    Prima che potesse far nulla una serie di frecce vennero scoccate dalle sue spalle dalle gradinate alte, poi alla sua sinistra alla sua destra ed infine ne vide molte partire anche dalle scalinate opposte alle sue, stava succedendo qualcosa nell'arena e quel bastardo gli si era messo davanti:
    Portò la mano al collo, il gesto fu abbastanza lento da esser interpretato dalle guardie come un gesto di resa, stava togliendosi il cappuccio:
    Levati..
    Aveva compiuto un gesto talmente innocuo che la guardia di fronte a lui non la vede nemmeno arrivare, 55kg di ferro mediocremente affilato l'avevano tranciato in due assieme ad alcuni spettatori li attorno ed alle altre guardie, il peso dell'arma e la potenza del Gufo resero quell'attacco inarrestabile scaraventando i resti nelle vicinanze in una pioggia di sangue, la brutalità intrisa in quel colpo sarebbe stato ricordato come il primo atto di guerra.



    Aveva afferrato la Slayer in miniatura che aveva al collo rilasciando il sigillo e quindi facendola tornare nella sua forma originale, la nuvola di fumo aveva oscurato alla vista dei presenti l'arma quel che bastava per rendere il colpo non schivabile. L'aveva fatta roteare sopra la testa portando via con se ingenti quantità di carne e sangue. Aveva colpito tutte le guardie e molti degli spettatori uccidendo e mutilandone altri, l'assenza di pietà l'aveva fatta da padrone in quel gesto scellerato, la violenza che aveva subito dall'impero stava ora ritorcendosi contro ad ogni singolo abitante del continente.

    Eh..

    Qualcuno era sfuggito al suo attacco.. Scaar era riuscito a mandare a vuoto il fendente del vecchio avversario, probabilmente aveva intuito l'attacco grazie alla nuvola di fumo e grazie alla sua repentina schivata aveva abbondantemente evitato la lama con evidente maestria sgusciando letteralmente fra la calca della folla.
    Poco male.





    Il Secondo colpo arrivò come una sentenza di morte. Il pugno ai suoi piedi generò una devastante esplosione di chakra da cui scaturì uno tsunami di detriti che per trenta metri in ogni direzione inghiottì, trascinò ed uccise tutti i civili. Il boato del colpo fu assordante e fu coperto solo dal rumore delle colonne portanti che cedevano una dopo l'altra scatenando un devastante effetto domino inghiottendo nel crollo centinaia di persone, ma solo nel suo settore.
    Sebastian aveva convogliato tutto il suo pragmatismo in quell'unico e terribile colpo.


    La folla si ammutolì, il polverone innalzato ancora non faceva trapelare granché, qualcuno degli spettatori stava già vagliando varie possibilità fra cui la caduta di un meteorite... altrimenti come si spiegava quel boato? Il polverone iniziò a diradarsi e le urla di chi stava riprendendo conoscenza dopo esser sopravvissuto furono abbastanza strazianti da terrorizzare ancor più quelli rimasti fuori dall'incidente, in quei pochi istanti si stava decidendo il futuro degli ex-Kage e degli imperiali, quel che era sicuro è che si sarebbe scatenato il panico di li a poco.




    L'ex Gufo, Sebastian Cruestalker stava avanzando a grandi falcate all'interno dell'arena in direzione del più vicino degli imperiali, la sua Slayer coperta di sangue e polvere bramava la carne avversaria con lo stesso ardore con il quale Sebastian aveva posto fine alla vita di innumerevoli persone.
    Le urla strazianti lasciate alle sue spalle non scalfivano la sua corazza, il suo cervello era fisso sul suo obiettivo e l'irrequietezza avvertita sugli spalti stava esplodendo incontrollatamente pervadendo l'intero corpo del vecchio sfogandosi solo parzialmente nelle sue parole urlate ai Kage.

    Nessuna pietà! La loro vita è irrilevante e perderla non dovrebbe costituire un problema nemmeno per loro stessi!
    Avanti Kage, è ora che decidiate il destino del mondo!!!


    L'esaltazione con cui aveva pronunciato quelle parole era irreale, probabilmente lo avrebbero creduto pazzo, in realtà se solo avessero saggiato anche solo un pezzettino del dolore che l'impero gli aveva inflitto probabilmente avrebbero scatenato l'inferno in tutta ephiora, l'impero aveva creato un mostro di violenza e crudeltà fini a se stessi, ed ora era il tempo di assumersi le proprie responsabilità.

    Nel frattempo colonne di fumo nero si innalzavano nel cielo tutto intorno al Braxamundis, i leoni avevano agito.

    Ora era tutto nelle mani di quei due, avrebbero colto al volo l'implicito senso delle parole del Gufo?






    CITAZIONE
    Aspetto: Vestito di un manto nero logoro e cencioso, il cappuccio ampio sulla testa nasconde i lineamenti del volto. Indossa una corazza pesante che fa apparire i suoi contorni sulle spalle spigolosi.
    Sebastian è un ex-ninja di Oto, un Gufo per la precisione, ha sempre condotto due vite parallele fino a quando l'impero non glie le ha portate via entrambi, ora come ora, è meglio girargli alla larga.




    Edited by Mike Portnoyz - 6/3/2015, 03:32
     
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    Le due ragazze risposero al mio intervento con toni tutt’altro che amichevoli; se da una parte la reazione della bionda era fin troppo accettabile, quella della rossa mi parve eccessiva.
    Presi a massaggiarmi il mento con la mano mentre osservavo la ragazza dai modi rudi che si avvicinava all’altra per scambiare qualche parola.

    Suppongo ci sia stato un misunderstanding… il tuo atteggiamento grezzo, la tua volgarità, la tua scarsa intelligenza… Come hai potuto anche solo pensare che potessi essere il mio tipo? La mia proposta comprendeva soltanto l’offerta di un drink alla taverna… e tra l’altro mi sembra di averti già detto di limitare il tono della voce, dato che stai esacerbando la mia emicrania.

    Incrociai le mani dietro la nuca e mi avvicinai alle due ragazze intente a conversare; spostando lo sguardo da una all’altra feci la mia mossa.

    Ad ogni modo… avete familiarità con la teoria del caos? Immagino di no…
    E’ il concetto secondo cui la più infinitesimale delle variabili dinamiche può scatenare effetti di proporzioni esponenzialmente maggiori. Ebbene, ragazze, io sono la minuscola variazione nel vostro sistema e se pazientate vi spiegherò volentieri il perché.


    Attesi volutamente qualche secondo prima di riprendere il mio discorso e nel frattempo spostai lo sguardo sugli spalti al di sotto delle balaustre.

    Forse siete talmente concentrate su altro da non esservi accorte di quanto sta accadendo qui sulle gradinate: le guardie sono in fermento e sembra che abbiano già individuato ed arrestato dei possibili facinorosi…
    Ora veniamo rapidamente al punto: voi due siete a volto scoperto in pubblico e in pieno giorno e tu stai attirando fin troppo l’attenzione, quindi le mie supposizioni potrebbero essere del tutto inesatte e questo discorso rimarrebbe soltanto il delirio di un pazzo ubriaco… oppure potrebbe anche darsi che tu, biondina, sia fin troppo riservata e diffidente per avere la coscienza a posto e che tu, redhead, non abbia la fedina del tutto immacolata, come si suol dire…
    Quindi, quello che sto cercando di dirvi, è che, se le mie ipotesi sono esatte, immagino non vorreste che le guardie vi interroghino, giusto? Chissà, magari siete davvero pulite ed innocenti! Ma sapete come sono fatti gli imperiali… basta che subodorino il minimo accenno di ribellione, anche laddove non esiste…


    Ritornai ad osservare il volto delle due ragazze e mi concessi un ampio sorriso ipocrita.

    In sintesi, signore… vorrei che la smetteste con questo atteggiamento poco corretto, in nome della vostra salute. Non vorrei mai che a qualcuno venisse in mente di segnalarvi alle guardie! Comprendrez vous?

    Come avevo fatto poco prima, eseguii un altro inchino e mimai il gesto di togliersi il cappello.

    Gradirei che potessimo ricominciare daccapo, che ne dite? Il mio nome è Kaos Demiurge e voi siete? Ah un’altra cosa, vorrei che mi spiegaste come fanno quei due tizi nell’arena a combattere in quel modo e soprattutto, se avete alcool con voi, tiratelo fuori please!

    Improvvisamente un boato tremendo si levò dal centro dell’arena, seguito istantaneamente dalla mobilitazione in toto del corpo sentinelle; quando spostai lo sguardo sul campo di battaglia notai immediatamente un enorme squarcio proprio nel mezzo, proprio in corrispondenza delle prigioni sotterranee dei gladiatori.

    In effetti quei due combattenti sembravano strani… ma non immaginavo scatenassero un tale putiferio!

    Direi di rimandare i convenevoli a quando saremo usciti da questa fastidiosa calca! Probabilmente sarebbe saggio non combattersi a vicenda ma dubito che la saggezza sia una delle vostre virtù…

    Voltai le spalle alle due ragazze e mi diressi a passo lento verso l’uscita, osservandole tuttavia con la coda dell’occhio qualora avessero deciso di attaccarmi.
     
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  3. Danzõu™
     
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    Narrato l °Pensato ° l Parlato

    Fatele soffrire dolore e tormenti nella misura in cui si procurò splendore e piacere. Essa diceva fra sé e sé: sono una regina in trono, non una povera vedova, il lutto non mi toccherà. Ecco perché in un giorno solo si abbatteranno di colpo su di lei tutti i castighi: malattia mortale, lutto, carestia, e sarà consumata dal fuoco. Potente è Dio che l'ha condannata


    11t8pkx

    ° Finalmente! °


    Una trappola. Era una fottuta e dannatissima trappola. Non che ciò mi avesse stupito o non fossi conscio che un simile piano da parte di quegli invertebrati chiamati imperialisti potesse essere attuato. Dopo essermi congedato dal piccolo gruppetto in cui avevamo imbastito discussioni utili – cazzone a parte che aveva attirato decisamente l’attenzione -, qualcuno aveva deciso di pedinarmi, anzi, inseguirmi frettolosamente per quanta foga ci stava mettendo nel non perdere le mie tracce.

    Volete proprio morire allora. Razza di merde!


    Le mie parole chiaramente provocatorie si manifestavano più come una maledizione nei loro confronti, che un atto di intimidazione. Non sarei scappato di un altro passo, come non mi sarei dileguato nella folla. No! Almeno non dopo i nuovi risvolti che stava prendendo la situazione. L’inferno si era scatenato, e con esso, la furia di molti miei gentil colleghi che avevano deciso di far si, che quel giorno fosse ricordato come un bagno di sangue: chiunque si fosse dimostrato a favore dell’impero doveva morire. Un ghigno quasi di follia modificò l’espressione del mio viso, mentre le mani già mi fremevano e la voglia di far saltare in aria qualche servo invertebrato si faceva insistente. Intanto le urla di sgomento della folla si stavano mischiano alla devastazione del nuovo scenario tra colonne di fumo nero ben visibili fuori dall’arena – una rivolta? – e i Kage che avevano finalmente deciso di agire mediante un solo eco: vendetta. Nuove figure oltre i due ex capi si erano palesate, fra cui un tizio avanti con gli anni ma dall’imponente stazza e un gigantesco spadone che brandiva come se al contrario non fosse più pesante di un Kunai. Fiumi di sangue e paura stavano impregnando l’intera struttura ormai infettata dal germe del panico. Quel giorno l’impero avrebbe ricordato il terrore della nostra furia. Avrebbero perso la dignità di esser rinchiusi all’interno di quella che ora si dimostrava per loro una gabbia. E del pubblico? Di tutti quegli innocenti? Hahahaha! Poco me ne sarebbe fregato, almeno non dopo aver udito le loro ingiurie di scimmie nei confronti di noi shinobi. Non avrei difeso nessuno di quegli ipocriti, come non mi sarei curato di far attenzione di come agire in mezzo a una folla spaventata. La facevano facile adesso che la situazione si stava ribaltando. Dov'era finita la loro grinta nell' ingiuriare e la loro tracotanza nel sentirsi sicuri e protetti? Adesso tutto sembrava cambiato? Proprio adesso che il bello aveva avuto inizio.

    xzcimbefgmpfihxo
    Ucci, ucci! Sento odor di imperiale!


    Mi girai celermente facendo si che potessi osservare la guardia che con tanta premura aveva deciso di farmi compagnia. Sarebbe stato da maleducati non curarmi di lui, e onestamente, la cosa non mi dispiaceva. Da una delle tasche afferrai una piccola sfera che altro non era che un ordigno che sarebbe esploso a contatto con la pavimentazione. Tentando celere di lanciarla verso il basso prima che il tizio in questione o altri, se vi fosse stato un seguito a dargli manforte, fossero intervenuti cercando di immobilizzarmi per neutralizzare ogni mio intento. Se fossi riuscito nel mio gesto, una coltre di fumo nero come la pece avrebbe investito l’area in cui io e la guardia ci trovavamo, molto probabilmente avvolgendo anche qualche altra figura che si trovava nelle vicinanze per il limitato spazio che gli spalti offrivano. Sfruttando il fumo denso, avrei tentato di muovermi all’interno di essa – approfittando della possibile confusione dell’imperialista – per cercare di sopraggiungere alle sue spalle e coglierlo di sorpresa, mentre, il palmo della mia mano destra avrebbe cercato di colpire la sua schiena.

    Sarete ora voi a essere braccati e uccisi. Oggi i ruoli si invertono!


    Avrei affermato qualche decimo di secondo prima che il mio palmo provasse a collidere con la sua schiena per innescare forse il più letale dei miei attacchi. Se l’azione fosse riuscita con successo, successivo al tocco, una detonazione si sarebbe innescata nell’intento di far saltare in aria il cane imperiale e ucciderlo sul colpo, sempre che, difese particolari o armature di coriacea resistenza non gli salvassero il culo.



    Jin Yoshida

    Le idee possono essere dure come diamanti, o fragili come pezzi di carta.
    Ottenni l’innata del mio clan, ottenni fratelli, sentendomi legato al mio villaggio grazie al kibaku nendo. Pensavo di essere felice, vivendo come credevo fosse più giusto. Ma tempo dopo, accadde qualcosa che mi fece ricredere: la guerra
    A guidarmi, l’affetto per Iwa, e la voglia di essere riconosciuto come un guerriero della Roccia, un soldato. Mi allenai duramente, ottenendo una forza maggiore insieme a qualcos’altro. Non seppi perché, ma durante le crudeltà della guerra, conobbi un lato di me che pensavo non facesse parte della mia indole: da lì, iniziai a cambiare.
    Tutto ciò in cui avevo creduto, sembrava essere il sogno di un ragazzo che si era frantumato contro la realtà, o forse, solo contro il mio vero io.
    Il motivo per il quale continuavo, per il quale mai mi fermavo, era il desiderio infinito di migliorare. Non sapevo da cosa esso dipendesse, né cosa m’induceva tale volontà, ma lo desideravo con tutto me stesso. Figlio di un clan ormai dimenticato, avevo condotto una vita incentrata prevalentemente su continui allenamenti e prove. Forse volevo semplicemente redimere il concetto di shinobi da quel passato peccaminoso che aveva contraddistinto molti miei avi, o forse solo esser d'esempio a qualcuno, fatto sta che ora come ora, dopo il volenteroso desiderio di servire l'ormai decaduta Iwa, decisi di seguire solo il verbo insindacabile della missione per cui avrei combattuto. Quello che mi spingeva non era riconducibile a nulla, il mio passato si perdeva nella memoria, solo le parole altrui lo creavano. Rinato, forse già morto, sentivo qualcosa scorrermi nel sangue, un potere diverso da qualsiasi altro, un potere che doveva essere liberato. La guerra m'aveva insegnato a sopportare il dolore, a corromperlo, a diventare con esso una singola lama. Il mio volto inespressivo n'era la prova, nessun’offesa mai mi tangeva, solo l'insana gentilezza che avevo ricevuto in dono poteva essere in contrasto con cosa, veramente, dovevo essere. Una macchina, strumento per una nuova nazione che stava sorgendo, colui che ne sarebbe stato al comando, unico punto di riferimento. I lineamenti duri e conformi del mio corpo, struttura formatasi dopo infinite agonie, mi davano un'aria sicura e al contempo incerta. Era tempo d'avviarmi verso il mio futuro, era tempo di riscattare quel ruolo che coprivo e dare nuovamente lustro a esso.
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    Fisico


    Nessun lineamento rude è presente sul suo volto, così come la peluria pallida, opportunamente rimossa; folti capelli bianchi - soffre di una particolare forma di albinismo - neppure tanto curati, ricadono sulla sua fronte ampia, dalla carnagione pallida come il resto del corpo. Gli occhi sono di una particolare tinta di blu, più vicina al celeste e resi profondissimi da dei tagli di nero che rendono vagamente inquietante il suo sguardo. Particolare interessante, due lunghi tatuaggi lineari partono dalle spalle, proseguono lungo le braccia e terminano sui dorsi di ogni mano con un motivo che ricorda vagamente un sole stilizzato.
    Il fisico estremamente allenato è spesso coperto con abiti che non mettono in evidenza le sue prestanti doti fisiche -Indossa quasi sempre una tunica bianca, lunga che copre quasi tutto il corpo, i pantaloni stretti ma leggeri sono di colore nero.

    Psicologia


    E’ il modello perfetto di onore, fedele sino alla morte , gentile ed educato verso gli altri, ma spietato e risoluto in battaglia contro il nemico e invasore ed uno spirito di sacrificio accentuato. Basti pensare ai durissimi allenamenti a cui si è sottoposto per sopravvivere al devastante conflitto che ha visto in guerra le cinque grandi nazioni. Questa nuova concezione marziale ha inconsapevolmente modificato il suo stile di vita e i suoi obiettivi.E' l’esempio perfetto di shinobi fedele alla sua patria: il modello perfetto. Dal viso pulito e i principi puri e pronto a tutto per adempiere agli ordini che gli sono stati impartiti, anche a sacrificare la vita delle persone a lui più care sino alla sua medesima. Forse sin troppo rigido e incapace di avere una visione più allargata della realtà che lo circonda, a lui non interessa. Senza illazioni o scuse anche se sensate, il suo unico verbo insindacabile è la missione per cui combatte. E’ di certo una figura esemplare, ma fin troppo ottusa e servile.


    Edited by Danzõu™ - 6/3/2015, 17:45
     
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    Quella mattina arrivai all'arena nel preciso istante in cui il primo dei due contendenti scese sulla sabbia. Pagai l'entrata in maniera abbastanza disinteressata, consegnando le monete esatte per "godere" dello spettacolo. Salii le scalinate abbastanza piano, lasciando travolgere le mie orecchie dalle urla indistinguibili della gentaccia insulsa che era seduta alle gradinate inferiori. Arrivai sugli spalti superiori, con l'intenzione di poter assistere a tutto lo scontro senza alcun problema ottico di sorta. La mia tunica teneva celata la mia identità e il mantello da spettro sunese che avevo ancora rendeva abbastanza irriconoscibile il mio volto che era celato dalla complessa conformazione del colletto della giacca inferiore che copriva fino a poco sotto il naso. La sacca che portavo con me conteneva vari materiali e le provviste per la giornata. Arrivato all'entrata estrassi da questa un fagottino contenete degli involtini di carne, ne presi uno e riposi il resto, mangiandolo durante la salita.
    Sicuramente la situazione sarà molto tesa e la probabilità di essere sotto osservazione da quando abbiamo raggiunto la periferia è pari praticamente al 100%. L'impero avrà disposto dappertutto persone in grado di contenere eventuali rivolte e problemi di ogni sorta. Ma alla fine, era un'eventualità che avevo messo già in conto. Per adesso, godiamoci la sfida.. nessuno dell'impero che ho conosciuto è mai sopravvissuto fino ad ora, e la mia tenuta dovrebbe rendere più difficile il riconoscimento del mio volto.
    Fu così che anche il secondo concorrente entrò alla fine.

    Ed eccoci qui. Alla fine le voci erano vere.. sono davvero loro. Non posso crederci..

    Mi ero mosso tra la folla, scivolando tra persone di ogni tipo, arrivando alla balaustra che poi dava su tutta l'arena: lo scontro stava per cominciare e, dopo che anche il secondo scese sul campo di battaglia, un'ode venne fatta all'impero dal Mizukage, ringraziandolo di avergli dato una possibilità come quella. Inutile dire che la folla andò in visibilio per quella dimostrazione di forza verbale: il fomento che aveva scatenato aveva prodotto un'esaltazione della folla tale che la polvere presente sulle gradinate si alzò uniformemente fino a formare una leggera coltre di sabbia lungo tutti gli spalti. Quando questa si posò nuovamente a terra, insieme alla folla urlante, il Kokage iniziò a comporre delle tecnica e a dare prova di cosa è capace un ninja estraendo una vera e propria spada dalla gola. Intanto io, continuai a mangiare i miei involtini.

    Indubbiamente ci sanno fare, ma spero non si tratterà semplicemente di effetti speciali. Erano risaputi i problemi tra i due paesi, ma ho già la sensazione che il combattimento non si concluderà con un nulla di fatto.

    Improvvisamente, mentre ero appoggiato alla balaustra con i gomiti, un gruppo di guardie armate passarono dietro di me e vidi movimento anche negli spalti inferiori. C'era qualcosa che cominciava a non andare, ma se c'era una cosa che avevo imparato durante gli anni, era quella di destare meno sospetto possibile. Ero sicuro di aver celato totalmente la mia identità e, purtroppo, non potevo ancora lasciarmi catturare senza aver combinato niente di buono in quella guerra che di finita aveva solo la prospettiva futura.

    Ok.. cominciano le manovre anti sommossa.. vediamo cosa succede. Spero siano solo dei comuni casi di sicurezza interna. Sarebbe veramente un problema se la situazione si complicasse.

    I miei pensieri vennero interrotti dalla rapida mossa del Mizukage, che persi per metà, vedendolo semplicemente emergere da una pozza d'acqua sbucata alle spalle della Serpe, come la chiamava il Kage della Pioggia, per poi puntargli alle spalle un colpo probabilmente fatale, che si rivelò tutt'altro, grazie alla grande abilità dell'Animale di sfuggire alla morsa dal retro con una tecnica di cui avevo sentito solo parlare: aveva cambiato pelle proprio come un serpente.

    Wao, incredibile! Ma.. che cosa fa con quel braccio alzato?

    La domanda sorse spontanea li per li, perché mi accorsi dopo del pungiglione che il Kokage aveva equipaggiato: aveva avvelenato la sua preda, come una vera serpe che inebria il suo pasto, uccidendolo poi piano piano, prima di mangiarlo intero. Lo scontro continuò con molto movimento e approvazione dalla folla che capiva poco e niente di quello che stava accadendo, ma soprattutto di come accadevano quelle cose. A quel punto, il Mizukage rubò la spada del Kokage, innestando in essa del chakra raiton e provocando la fuoriuscita di violente scariche elettriche su tutta la spada, che squarciarono la sabbia che ricopriva la roccia fine al disotto dell'arena, rivelando le atroci sofferenze che l'Impero somministrava ai prigionieri che combattevano nell'arena del Braxamundis.

    Che diavolo.. dannazione.. sta succedendo qualcosa!

    Mano a mano che i due continuavano a combattere, schivando uno i colpi dell'altro, il terreno venne presto scoperto per la gran parte e tutto ciò aveva costretto le guardie imperiali ad entrare in azione: due energumeni si diressero verso i due Kage, ricoprendosi di un'aura scarlatta; contemporaneamente, nel settore opposto al mio, tra gli spalti, delle urla vennero seguite da un'esplosione senza fiamme, mentre la folla si sollevò in massa generando un'onda che arrivò fino alle mie parti di arena. Infine, uno sciame di frecce, venne scoccato da sopra le nostre teste verso i due Kage: La situazione era ormai chiara e la trappola era scattata dal momento in cui eravamo entrati dentro quell'arena.

    Siamo arrivati a questo punto alla fine.. per cinque anni non abbiamo fatto altro che stare nascosti nell'ombra, scappando come topi. Hanno organizzato tutta questa farsa per dare una dimostrazione del loro potere, ma non è questo il giorno in cui il mondo ninja perirà nuovamente sotto l'armata imperiale. Chiunque abbia creato quel panico laggiù, non può che essere un ninja. E' arrivato il momento di dare fondo a tutto ciò che ho per poter fare qualcosa. Combatteremo, fino alla fine del mondo!

    Rilasciai il controllo del chakra che avevo mantenuto con tanta pazienza e costanza lungo questi anni. La quantità di chakra che fuoriusì dalle mie membra fu immensa e quasi sicuramente sarebbe potuta essere percepita da qualsiasi ninja che si fosse trovato nell'arena: era un chiaro segnale, un sentimento comune di fratellanza, che credevo avrebbe mosso tutti all'attacco.
    Mentre le frecce passavano una dopo l'altra sulla mia testa, io mi abbassai componendo i sigilli per effettuare la tecnica del richiamo: la formula magica si stampò sul terreno e l'energia che ne fuoriuscì si tramutò in fumo, che si diradò presto sotto la sfera di energia concentrata lanciata da Rheaghor. Il drago rosso fuoco, lungo dalla testa alla coda circa dieci metri, aveva risposto alla mia chiamata. Il colpo lanciato non'appena raggiunse quel luogo era indirizzato a destra di dove si stava tenendo lo scontro, dall'altra parte dello stadio, con l'ovvio scopo di distruggere una porzione degli spalti per permettere a qualcuno di scappare dall'inferno che sarebbe presto diventato quell'arena.
    Non'appena il colpo partì, trovandomi già in groppa alla mia creatura al momento dell'evocazione, il drago saltò dagli spalti ruggendo a più non posso e iniziando l'ascesa verso il cielo. L'intenzione sarebbe stata quella di attirare l'attenzione lontano da qualsiasi altro ninja in quell'arena e dare un messaggio a tutti gli imperiale del luogo: quando saremmo stati a circa un centinaio di metri da terra avrei lasciato andare la mia sacca, la quale aveva un sigillo creato da me precedentemente all'interno, attivandola pochi centesimi di secondi dopo, continuando a salire. Dal sigillo si sarebbero originate delle fiamme intense, di modeste dimensioni (abbastanza per far si che siano ben visibili da pressappoco chiunque nell'arena) che avrebbero dato luogo alla parola 忍者 (ninja), rimanendo sospeso in aria grazie al chakra infuso in precedenza.

    Che lo Spirito del Fuoco si risvegli in tutti voi!





    Informazioni e Background-Scheda Vecchia
    BackgroundDescrizione FisicaDescrizione Psicologica
    Come ex Ninja di Suna, Tenma odia profondamente l'impero. Dopo aver sabotato sul nascere l'attacco di Butai a Suna e aver costretto l'esercito a tornare indietro sui suoi passi, riconsiderando la loro strategia. Dopo essere tornato al villaggio della Sabbia fu promosso a Jonin ed inserito dalla Kazekage nella squadra speciale degli Spettri. Mentre faceva parte del corpo speciale, venne a conoscenza del piano per l'alleanza tra Butai e Suna. Cercò di avvertire Konoha dell'accaduto ma venne cacciato e bollato come traditore. Ha passato il restante periodo della sua vita fino ad ora insegnando tra i monasteri di Ephiora e mantenendo un basso profilo, restando in contatto con il resto del suo team.
    Ormai a ventritre anni è un uomo fatto. Il fisico asciutto e delineato è stato segnato da anni di allenamento in segreto e da combattimenti all'ultimo sangue. I capelli marroni ormai sono ormai lunghi quasi fino alle spalle e il vecchio ciuffo ormai è lasciato cadere davanti alla faccia coprendo gli occhi azzurri ormai privi di speranza.
    Il suo credo non è mai cambiato durante gli anni, anche se gli eventi dopo la morte del fratello l'hanno segnato parecchio. Senza più uno scopo reale di vita seguiva gli incarichi che gli venivano dati con regolarità e portandoli tutti a termine con successo. Grazie all'aiuto del suo maestro e dei suoi compagni acquisì nuovamente un motivo valido per combattere e non lasciare invano la morte del fratello.
     
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    Beh, nulla da dire su Rain, era ancora lì, seduto sulla sua scrivania con in mano la lunga lettera di Helen.
    Avrebbe voluto sapere cosa diavolo fosse successo lì esattamente, ma non poteva. Non più almeno. Doveva fidarsi delle parole della ragazza e basta.
    Beh, ad un certo punto, non so come, è iniziato un gran casino. Non ci stavo capendo più niente! Ammetto che mi sono distratta, ma nel giro di un minuto sono successe delle cose assurde una dietro l'altra e per poco non ci rimanevo!
    Ora Rain si stava preoccupando seriamente: di che diavolo stava parlando?
    C'è stata una forte esplosione, come provocata da un ordigno di qualche tipo. Soldati e guardie hanno iniziato ad andare da tutte le parti e io sono entrata nel panico! Dall'altra parte dello stadio un tizio ha iniziato a combattere le guardie tirando fuori una spada enorme! Insomma si sono iniziati a picchiare sugli spalti, ninja e guardie. Pensi che fosse un attacco organizzato?
    Rain ora iniziava a capire. No, non è vero, non aveva capito nulla. Non aveva capito se era una trappola dell'impero per scovare i ninja o una trappola dei ninja per attaccare l'impero. Non capiva cosa diavolo volessero ottenere degli shinobi facendo casino in uno stadio.
    Oltre a far preoccupare il Kaguya e a mettere a repentaglio la vita della graziosa ragazza, ovviamente.
    Idioti. Cretini. Neanche a lui sarebbe mai venuta in mente un'idea così ridicola: fare un attentato ad un evento imperiale! Ma erano stupidi? Lui ne aveva viste di battaglie, ne aveva vinte di guerre. Pochissimi shinobi al mondo potevano tenergli testa ma neanche questo avrebbe potuto spingerlo a fare una cazzata di questa portata.
    Ragazzini. Ragazzini incoscienti e avventati, ecco cosa erano.
    Non c'era da stupirsi se gli shinobi si sarebbero estinti presto: Rain si chiedeva come avessero fatto a sopravvivere fino a quel momento con una mentalità come quella.
    Ci credi che ad un certo punto è spuntato un drago? Non di carta, un drago vero! Proprio un drago! Ma ti rendi conto? Un drago! (seguiva piccolo disegno stilizzato di un drago) ma come è possibile? Beh, io sono scappata! Ho fatto bene no? Sono corsa verso l'uscita e due guardie mi hanno detto di ripararmi sotto una tettoia ed io mi ci sono fiondata! Poi alcuni soldati si sono messi di fronte come per creare un muro davanti a me e ad altri civili, ma che paura ti dico!
    Rain era furibondo. Quegli shinobi non solo avevano agito come degli incoscienti, ma avevano messo a repentaglio la vita dei civili e degli innocenti. Chi erano i barbari, chi erano quelli senza scrupoli? L'impero o loro? Era così fottutamente ovvio che non avrebbero ottenuto nulla da quelle azioni sconsiderate, quindi perchè provare? E se molti civili fossero rimasti uccisi? Come pensava che avrebbe reagito l'opinione pubblica? Ancora una volta avrebbe messo in cattiva luce i ninja.
    Il Kaguya sbatté un pugno sul tavolo, facendolo traballare.
     
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  6. Edosenpai
     
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    CITAZIONE
    Parlato Enma
    Pensato Enma
    Narrato
    Parlato altrui

    Lo spettacolo andava avanti, i due ninja alternavano momenti di dialogo a momenti di combattimento estremi. Continuavano ad infliggersi colpi potenzialmente letali, e quando si fermavano per pochi secondi a dialogare se ne dicevano di tutti i colori, come ci si aspetterebbe da due vecchie nemesi.
    La gentile ragazza spiegò al curioso Enma che quei due nell'arena erano gli ex Kage di due villaggi ninja, della Pioggia e del Suono. Enma non conosceva molto bene il vecchio sistema dei ninja, era nato durante la guerra ed era troppo piccolo per cogliere il passaggio all'impero e per capire cosa ci fosse prima. Il suo maestro gli aveva spiegato comumque cosa fosse un Kage: praticamente colui che governa una porzione di territorio, generalmente la persona più forte in quel terreno.
    Rimaneva sempre sbalordito dalla loro potenza, ma ora capiva il perchè dei loro impeti e della loro forza sovrumana.
    La fanciulla chiese al ragazzo cosa ci facesse da quelle parti, ed in fondo non la si poteva biasimare: un ragazzo nemmeno maggiorenne a vedere quel sanguinoso spettacolo di morte.

    |Io? Sono qui solamente per godermi lo spettacolo!|-qui sfoggiò il suo sorriso più grande-|Niente di più! Ad essere sincero mi piacciono tantissimo gli spettacoli cruenti, ed ho pensato che qui, oltre a vedere una delle più sanguinose dimostrazioni di violenza, avrei potuto fare anche un po' di esperienza in fatto di combattimento ed autodifesa. Il mio maestro mi ha consigliato di prendere parte a questo pubblico, nel mio paese non si parlava altro di un evento spettacolare che si sarebbe svolto qui.|

    Le avrebbe chiesto contraccambiando la sua domanda, ma in quel momento una cosa tanto agghiacciante quanto accattivante si stava svolgendo dall'altro lato dello stadio: un uomo tirò fuori dal nulla una spada dalle proporzioni gigantesche e con quella dilaniò alcune persone a lui circostanti e ne tagliò a metà altre.
    Teste che volavano, parti del corpo dappertutto e pozzi di sangue eccitavano la mente del ragazzo, il quale sfoggiò un sorriso perverso rivelando la sua matura distorta.

    |Che... goduria!! Che spettacolo appagante! Come mai la gente scappa? Dovrebbe rimanere ad assaporare questi rari piaceri della vita!|

    In quel momento provò una gioia infinita, nel vedere quelle mutilazioni così brutali davanti ai suoi occhi... era come se in quel momento si fosse isolato nel suo spazio personale dove c'erano solo lui, il tipo con lo spadone e i cadaveri squarciati. Una sensazione indescrivibile ed impagabile lo stava percorrendo lungo la schiena, e gli venne la pelle d'oca, ma non per la paura, bensì per la felicità. Aveva quasi le lacrime agli occhi.
    Congiunse le mani intrecciando le dita fra loro, come in posizione di preghiera, per poi dire con voce appena appena percepibile:

    |GRAZIE! Grazie davvero!|

    Amava crogiolarsi nella sua mente per pensare ed immaginare un mondo in cui tutto andava come desiderava... e questo gli accadeva molto spesso quando vedeva degli spettacoli di questo genere. Fu quello che accadde in quel momento.
    Le sue crude fantasie, tuttavia, vennero bloccate dal richiamo di una guardia di sicurezza che urlava ad Enma di raggiungere le altre persone dietro di lui, che durante i suoi pensieri si erano apprestate a mettersi in salvo.
    Tenendo le mani congiunte, le mise di nuovo dietro alla nuca, per poi raggiungere la guardia con passo lento e modesto, assaporando ancora le immagini che aveva in testa.
    Mentre era girato dando le spalle al centro dell'arena, non poteva certo immaginare che un enorme drago si stava librando nel cielo per poi lasciare un messaggio nel cielo.

    |Beh? Che sono queste facce sorprese? Sembra abbiate visto un drago!|

    Chiaro riferimento al suo nome: Ryuji infatti significa Drago. Era una battuta buttata lì, che solo lui poteva capire, ma quando si girò e vide che la mistica creatura c'era davvero, prima sgranò gli occhi con fare sorpreso e poi fece una leggera risata, sempre e comunque scioccato dall'esistenza di quella fantomatica creatura.
    Insomma... cosa diavolo era diventato quel semplice scontro in arena?

    Misogi_KumagawaDescrizione fisica:
    Un normale ragazzo di 17 anni, alto 1,78 cm, pesa 72 kg, ha i capelli nero pece, molto scompigliati che terminano con un ciuffetto sporgente in avanti sulla fronte.
    Occhi grandi e di un blu profondo, naso e bocca piccoli, carnagione molto chiara e mento appuntito, tratti somatici molto dolci e gentili accentuati dal sorriso innocente e sincero.
    Magro, esile e ha una muscolatura non particolarmente accentuata ma pur sempre visibile sotto le vesti. Veste con una divisa scolastica blu scuro (fatta su misura per permettere i movimenti da ninja), con grandi bottoni gialli e con colletto alto e bianco. I pantaloni sono anch'essi blu scuro, tessuti in modo tale da permettere una certa agilità.
    Descrizione psicologica: anche se potrebbe sembrare ingenuo e sincero, in realtà quello è solo ciò che c'è in superficie; la sua psiche è molto più contorta di quanto possa dare a vedere un diciassettenne. Ama alla follia le scene truculente ed ha una particolare passione i combattimenti all'ultimo sangue fra più persone. Nella vita di tutti i giorni invece è molto superficiale e tende a non dare molta importanza a ciò che lo circonda, se non quando ha dei cattivi presentimenti.
     
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  7. Scaar
     
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    @Gh0st


    "Ehi Scaar"?
    Ma chi...
    In quel momento si rese conto della mano portata al collo da Sebastian. Non che avesse intuito la natura ostile di quel movimento, solo non ci fu davvero tempo materiale per reagire altrimenti. Dal nulla uno spadone compì un movimento rapido e deciso, recidendo ogni cosa nel suo raggio d'azione. Forse le guardie imperiali s'erano cullate troppo sugli allori, o forse i ninja erano davvero una spanna sopra alla gente comune, fatto sta che invece per Scaar, quel gesto annunciato fatto da uno che era già tenuto sott'occhio non risultò particolarmente difficile da schivare. Difatti gli bastò accovacciarsi per mandare completamente a vuoto l'arma, ma non fu nemmeno lontanamente abbastanza da permettergli di scansare la tecnica successiva.

    Cazzo. L'impatto e onda d'urto lo scaraventò via assieme a detriti pesanti e rocce, facendolo schizzare via dagli spalti verso destra e cadere a bordo dell'arena. La sensazione fu... singolare. Sentiva come la testa separata dal corpo, la vista completamente annebbiata e non riusciva a capire se era in piedi o se si trovasse disteso per terra. I sensi tornarono gradualmente, nel seguente ordine. La prima cosa ad arrivare fu una pesantezza all'altezza del petto, come se un macigno lo stesse schiacciando. Quando poi sopraggiunse la consapevolezza dei propri movimenti e il tatto ebbe una sensibilità nuovamente accettabile, si rese conto della situazione reale.

    Ah. Era proprio un macigno, un grosso masso che gli schiacciava l'addome. Prima della vista nitida sopraggiunse il dolore. Un caleidoscopio di fitte atroci soprattutto agli arti e alla cassa toracica. Tossì pesantemente. Se non fosse per le fibre, avrebbe ogni osso del suo corpo polverizzato a quest'ora. Sputò saliva e sabbia, doveva aver fatto un bel pò di ruzzoloni sul terreno dell'arena. Chiuse e riaprì le palpebre a ripetizione, concentrandosi sul proprio senso della vita. Adesso vedeva la copertura superiore del braxamundis e poi il cielo completamente azzurro.

    Il fischio alle orecchie si attenuò gradualmente lasciando il posto a boati e grida e suoni metallici. Alla fine era successo davvero, solo non immaginava così presto. Portò le mani alla base del macigno ma al momento non disponeva della volontà necessaria per rimuoverlo. Si limitò a sollevare il busto per osservare i dintorni. Poco più a sinistra c'era il muro della tribuna. Alzando lo sguardo scorse una scena degna di uno scenario apocalittico. Il pubblico completamente in panico che disperatamente cercava di raggiungere le uscite. Guardie imperiali sugli spalti che venivano travolte dall'eccessivo numero di spettatori. Altre guardie che sopraggiungevano ma che non sapeva bene cosa fare, dato l'elevato numero di civili.

    Già, bella fregatura. Alla fine la trappola se l'erano fabbricata da soli, gli imperiali. Cosa credevano che sarebbero riusciti a portare fuori per la manina un gruppo folto di ex-assassini addestrati senza rappresaglia? Folli. Loro più dei ninja.

    Da che parte stava lui? Beh, diciamo che era un fermo sostenitore del detto: "la verità sta nel mezzo".

    Signore! La aiuto ad alzarsi, signore!

    Una guardia lo riconobbe. Era una giovane recluta a cui aveva comandato qualcosa random quella stessa mattina giusto per sentirsi importante. Gli fece cenno di spingere via il macigno, al che l'imperiale, riposta la spada nel fodero, si precipitò a poggiare le mani sul masso ed esercitare la forza necessaria per spostarlo. Scaar ci mise il suo e alla fine riuscì a liberarsi in poco tempo.

    Come siamo messi?

    Chiese Scaar tra un gemito e un altro. Alzarsi gli costò sudore lacrime e sangue, ma una volta in piedi cercò di dominare il dolore facendo un paio di saltelli sofferti e scrollando le spalle tra i lamenti. La recluta riprese in mano la spada, guardandosi intorno e invitando Scaar a fare lo stesso.

    E' un inferno. Sono peggio di quel che raccontano. Sono assassini senza scrupoli, non gli interessa di cancellare centinaia di vite con la loro insensatezza. Ora mi è chiaro come hanno fatto ad uccidersi l'uno con l'altro e sparire in migliaia.

    Scaar ascoltava in silenzio, dando uno sguardo distratto verso tutta l'arena che da quel punto era visibile. Notò anche le colonne di fumo che oltre le mura si intravedevano. Venivano dalla città. Allora anche "gli altri" avevano avuto successo. Questo lo preoccupò un poco in più. Alla fine si voltò verso il giovane soldato, prendendo a muoversi verso il tunnel più vicino che passava sotto gli spalti e portava all'esterno.

    Sisi, sono brutti e cattivi, chi non lo è. Adesso vieni con me però, la prima cosa da fare e guadagnare contatto con il contingente all'esterno. Con tutti questi civili quei pochi qui dentro non riusciranno a far molto. Se però riusciamo a sbarrare le uscite, possiamo incularne ancora tanti. Seguimi.

    E a grandi passi attraverso quella sezione di arena, dedicando solo qualche occhiata veloce verso i kage in mezzo all'arena. Perché non si preoccupava minimamente di loro? Perché aveva visto i "fratelli Simpatia" (come li amava chiamare) già attivati e pronti a sedare gli animi. Lui li conosceva bene, persino Subuza e Kyle non avevano speranze contro di loro.

    Aveva raggiunto il tunnel, con la scorta che lo faceva sentire un vero comandante (Pfft, a chi voleva darla a bere) Non aveva scordato il dolore e le ferite, per non parlare dell'abbigliamento: le vesti erano ridotte a cenci impolverate e qua e là la stoffa era strappata e logora. Sembrava uno straccione. Di qua. Si assicurò che l'altro lo seguisse mentre un urlo lo richiamò all'attenzione. Era l'urlo di Sebastian che aveva raggiunto il centro dell'arena per dar man forte ai Kage.

    Merda. Stava già per cambiare direzione, quando l'ennesimo rumore proveniente dal tunnel lo indusse a voltarsi di nuovo. Delle guardie erano appena state respinte malamente e gettate a terra mentre una delle squadre di Sebastian irrompeva dall'esterno. Scaar spalancò gli occhi colto alla sprovvista: conciato com'era rischiava di finire molto male sin da subito. Il giovane imperiale al suo fianco alzò lo scudo e la spada con sguardo atterrito, voltandosi verso di lui in attesa di ordini.

    Signore, cos- *SMACK!*

    Scaar gli mollò un pugno in pieno volto sbalzandolo di lato e gettandolo a terra privo di sensi. In quel momento la squadra di Sebastian lo raggiunse, guardando la scena con sguardo interrogativo.

    Maledetti imperiali! Inveì contro la recluta a terra il fibroso, cercando di impressionare i ribelli appena entrati con una performance convincente. Fu naturale per quelli lì considerare Scaar un ribelle a sua volta, quindi non gli fecero molto caso, superandolo e spargendosi dentro all'arena seminando terrore e morte. Assicuratosi che questi fossero andati via, Scaar si avvicinò di poco verso il giovane che aveva atterrato, protendendo il collo in avanti per capire le condizioni del ragazzo.

    Non ti nascondo che è da stamattina che sogno di darti un cazzoto in bocca. Sei troppo ligio al dovere ragazzo, dovevi darti una calmata. Quindi si guardò di nuovo attorno, assicurandosi che il pericolo sia passato. Mi devi la vita, regoliamo i conti dopo. Aggiunse, pronto a riprendere il cammino verso l'uscita. Fu in quel momento che la vide. Riparata sotto una tettoia più in là assieme a un gruppetto di civili raggruppati li sotto da alcuni imperiali per protezione.

    Cambiando pensiero si diresse verso il gruppetto impaurito senza ulteriori indugi. Vedendolo arrivare da lontano, le guardie imperiali sollevarono le armi allarmate, intimandogli di fermarsi.

    Ma fatela finita! Susu, fate passare la ragazza. Rivolse loro facendo segno con il braccio invitando Helen a uscire. Ovviamente nessuno capì a cosa si riferisse nè tantomeno fu riconosciuto come loro alleato, conciato com'era. Ma fortunatamente nemmeno un nemico, dato il comportamento stramboide, quindi diciamo che era andata bene. Notando che Helen non aveva capito, dopo uno sbuffo spazientito, ripetè. Ehi, dico a te. Tu, signora Rain, dico a te. Avanti, vieni via. Rimanendo lì rischi solo di fare una brutta fine, e sono sicuro che Rain non me lo perdonerebbe mai.




    PS: La, sotto al tunnel, si perse la comparsa del drago e successivo spettacolo pirotecnico e, quando qualche giorno dopo gli è stato raccontato, non vi furono imprecazioni a sufficenza per rendere il suo disappunto. Una scena del genere NON AVREBBE DOVUTO perdersela.



     
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    Braxamundis
    Vita o Morte




    Molte cose sono successe in così poco tempo. Vediamo di procedere per gradi.

    Per prima cosa c'era una fitta nuvola di frecce che venne scoccata dalle tribune più in alto e che avrebbe ricoperto un area tale da impedire ai kage ogni possibilità di schivata. Fortuna che il lancio era stato preannunciato da un loro cavaliere e che Kyle aveva appena guadagnato un pò di tempo per entrambi così che Subuza potesse preparare una difesa. Stese una mano al cielo ancor prima che le frecce partissero e... apparentemente non successe nulla. Quando poi la nube nera di frecce fu scagliata in aria con l'intenzione di ricadere su di loro, Subuza chiuse la mano a pugno e si potè avvertire un forte rumore ventoso come di un terribile risucchio. In una determinata area a mezz'aria la nube di frecce si deformò e in uno spazio circolare dei dardi si raggrupparono e caddero a metà traiettoria inermi, facendo progredire la nube di frecce con un enorme buco in mezzo, proprio nella posizione in cui si trovavano i Kage che scongiurarono così quell'attacco.

    Contemporaneamente, succedevano diverse cose che in questo post meritano un attenzione dettagliata e separata nel seguente modo:

    @Imperio
    Era filato tutto liscio e persino tu ti saresti meravigliato di ciò. Tranciati a metà i tuoi avversari e praticamente disintegrata una porzione della tribuna in cui ti trovavi. Gli effetti che ne seguirono sono stati già ampiamente descritti, ma voglio aggiungere qualcosa. Quel boato fu una specie di segnale, non solo per le squadre di Sebastia all'esterno, ma soprattutto per le guardie imperiali all'interno dello stadio. Se fino a quel momento aveva utilizzato un blando controllo sugli spettatori ed educati metodi di arresto preventivo, le decine di vite spezzate dall'incoscenza dei terroristi fece scattare il protocollo di massima allerta. Non potevano più curarsi dei civili, chi veniva considerato un possibile pericolo doveva essere neutralizzato a vista, con ogni mezzo possibile.

    Dai settori interni cominciarono a uscire squadre di imperiali, tanti, troppi, un intero reggimento che rappresentava il reparto sicurezza del Braxamundis. In fondo c'era da aspettarselo. Sottoterra le prigioni ospitavano criminali tra i piu pericolosi al mondo e, come già ampiamente detto, per l'evento era stato previsto il pienone di ninja. Credevate davvero che quei pochi uomini dislocati a caso sulle tribune rappresentasse l'intero contingente imperiale? Forse più specchietto per le allodole, anche perché predisporre una sicurezza visibile esagerata poteva scoraggiare l'ingresso ai fuorilegge. E loro volevano stanarli a tutti i costi.

    Quindi squadre di imperiali, una cinquantina, che si riversava ai bordi dell'arena e prendeva a risalire le tribune. Una dozzina si diresse verso la tribuna crollata a prestare aiuto ai feriti e alla povera gente coinvolta. Il resto indossava armature, scudi e armi d'elite, segno che era gente addestrata e pronta a tutto.

    Sebastian comunque era già proteso verso l'arena per raggiungere i due Kage, urlandogli di abbandonare ogni ritegno morale e restituire la violenza subita dalla loro gente. Subuza lo stava guardando già da un pezzo, sin da quando l'esplosione aveva polverizzato un quinto dell'arena. Aveva immaginato che ci sarebbe stato trambusto tra ninja e impero, ma quello era stato perfetto a dir poco. Era il diversivo che sperava di creare insieme a Kyle per tagliare la corda da quell'arena, consapevole che altrimenti non ci sarebbero riusciti: l'impero non aveva assunto il dominio del mondo con bei discorsi e promesse elettorali, ricordiamoci che avevano annientato il fior fiore dell'elite ninja, sebbene stremata da anni di battaglie. Due di loro, nell'arena/prigione più importante del paese, sarebbero morti non appena tutti si fossero resi conto che qualcosa non andava.

    Sei già morto e non lo sai.

    Gli rivolse Subuza con incredula ironia. E, sebbene non lo ammise ad alta voce, non nutriva folte speranze nemmeno per se e Kyle. Lo avvertiva, quelle enormi fonti di energia. I due tizi avvolti da chakra rossastro si erano completamente ripresi e avanzavano attraverso il campo disseminato di frecce, ora a una ventina di metri dai Kage e Sebastian. Il terreno era dissestato e sì, si intravedevano le prigioni, ma le gabbie erano ancora chiuse e tra i corridoi si aggiravano figure in armatura che tenevano la situazione sotto controllo. Ah, per l'occasione, due di queste risalirono il terreno semi distrutto facendo la loro comparsa dalla parte opposta dei tre ninja in mezzo all'arena, circondandoli.



    Kyle? Chiese Subuza con tono preoccupato mentre impastava un enorme quantità di chakra. In certi casi, la prima mossa doveva essere quella vincente. Attendere oltre sarebbe risultato pericoloso.


    @Trinciapolli
    Un drago. Un fottutissimo drago al Braxamundis. Un fottutissimo drago che sparò un colpo esplosivo verso l'ennesima tribuna che, dato che lo stadio era pieno, esplose portandosi dietro alcune vittime. Tu, in groppa alla tua mistica creatura, eri pronto ad andare via, così tranquillamente sperando di uscirne illeso dopo aver praticamente alzato un tiro a segno grande decine di metri nel bel mezzo di un presidio imperiale.

    Ok, il sigllo lo avresti rilasciato, ma non saresti riuscito a raggiungere alta quota perché un grosso arpione con tanto di catena partì da una torretta difensiva posta di poco al lato dello stadio. Devi sapere, durante la guerra ninja, l'impero ha dovuto affrontare dozzine di evocazioni tra le piu disparate e, non disponendo di risorse simili per affrontare simili creature, dovettero imparare presto a difendere se stessi e le proprie città. Quelle torrette erano una di tali difese e, dopo la prima, anche le altre fecero fuoco, centrando il bersaglio un totale di tre volte. Agonia terribile aspettava la tua creaturina e, prima che potesse sparire in una nube di fumo, sareste stati colpiti un ultima volta, questa volta da un proiettile infuocato che ti avrebbe sbalzato via, proiettando in caduta libera verso l'inferno sottostante.


    @Danzou
    Il tuo era stato un attacco degno del più letale degli assassini. La coltre di fumo fu sfruttata in maniera magistrale senza lasciare la minima possibilità di scampo per l'imperiale che, colpito alle spalle, scoppiò in un botto terrificante, che si aggiunse neanche a dirlo al quadro generale già tragico. Eravate circondati da gente, quindi anche tu avresti provocato diversi feriti tra i civili. Diradatosi il fumo, eri tu in mezzo a un area sgombra dato che la gente, instintivamente, s'era allontanata dall'epicentro del botto. Avresti notato come qualcuno tra quelli più vicini inveiva contro di te, chiamandoti "assassino" "bastardo" "terrorista" ma ovviamente dovevi aspettartelo. Quel che non ti saresti aspettato e il sopraggiungere dal basso di mezza dozzina di imperiali che avevano potuto individuarti tranquillamente dato che non avevi fatto particolare attenzione a passare inosservato. Due di loro reggevano una balestra e avrebbero scoccato i loro dardi. Uno ti trafisse il polpaccio destro, ferendoti. Eri in mezzo a un area sgombra sugli spalti, per uscire dovevi scendere ma in basso c'erano le squadre imperiali. Potevi salire e raggiungere le tribune più alte, da lì però dovevi arraggiarti.


    @Microzoo, Saga, Casey

    Mica era così facile districarsi in quel casino. Per quanto avreste voluto guadagnare l'uscita, la calca presso di essere era spaventosa. La gente spingeva, urlava, piangeva. Regnava l'isteria piu totale e il fumo cominciava a diffondersi nell'aria, rendendo difficile vedere e respirare. Una mezza dozzina di imperiali si offrì di cercare di rispristinare l'ordine, calmando gli animi e tentando di risolvere l'ingorgo a imbuto presso il tunnel: alla sola vista di quella brava gente che si impegnava per la loro protezione la gente fu subito rasserenata.

    In quel momento, una delle guardie cadde a causa di una ferita alla testa che zampillava sangue a fiotti a causa di quella che sembrava un arma da lancio. Sugli spalti sopra al tunnel che stavate imboccando per uscire, comparvero quattro figure incappucciate: ninja. La folla tornò più isterica di prima e le urla di terrore vi avrebbero riempito le orecchie impedendovi di comunicare in alcun modo. Le guardie erano in evidente difficoltà a causa dei civili e diverse furono trascinate insieme alla folla. I ninja chiudevano all'unisono delle posizioni magiche mentre del fuoco si originivana al centro del loro petto, mirando verso di voi in mezzo alla folla.


    @Ghost Scaar

    Le guardie osservarono ancora in allerta Scaar, il suo atteggiamento spavaldo le lasciava confuse, ma intorno a loro stava accadendo l'inimmaginabile e non potevano permettersi il lusso di abbassare la guardia.

    Chi cazzo sei tu? Togliti di mezzo.
    Alt! Non fare un altro passo!
    Mani in alto, mostra bene le mani e indietreggia di cinque passi, alla svelta!


    Con gli scudi alti facevano da barriera protettiva alla gente dietro di loro, tenendo le armi puntate contro Scaar. Solo una delle guardie ebbe buon senso, capendo che Scaar poteva avercela con Helen, quindi si voltò verso di lei dicendole

    Lo conosci? Sei con lui?



    @Tutti
    I ninja stavano seminando morte e distruzione verso gente che non c'entrava nulla, civili innocenti. Questo ovviamente ha delle conseguenze. Gli imperiali, che come avete capito presenziano in massa l'evento, sono tanti, sono organizzati e sono ben addestrati. Secondo il loro protocollo di emergenza, sono autorizzati ad usare metodi drastici, quindi attaccheranno per uccidere al minimo sospetto. La gente comune, che comunque non è composta solo da vecchi, donne e bambini, avrebbe fatto la sua parte per farla pagare a quei terroristi quindi, qui più che mai nella vostra vita, vi sareste trovati braccati e odiati se vi avessero individuato come ninja.

    Insomma, se non avete usato criterio per salvaguardare la vostra identità, siete nella merda.

    NOTA: Sostituzione e Trasformazione non possibile a causa del trambusto, del poco spazio e dello situazione stressante.






    Edited by Ryuk* - 9/3/2015, 02:25
     
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  9. Mike Portnoyz
     
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    Come ha già raccontato Ryuk il turno precedente è stato un finimondo.
    Proseguiamo.

    Subuza: Sei già morto e non lo sai.

    Kyle: Sono morto tre anni fa, ricordi?

    Erano tre ninja di altissimo calibro contro due elite e parecchi soldati. Era ancora fattibile. Potevano farcela.
    Poi vide... quei due uscire dalle prigioni.

    Subuza: Kyle?

    Kyle: Se avessimo dei ninja ben coordinati sarebbe un conto, ma in queste condizioni, non riesco a predire una mossa vincente. E ora che si sono aggiunti quei due - li indicò - posso anche dire che è finita. Tanto vale arrendersi.

    Cominciò a impastare anche lui una quantità immensa di chakra. Evidentemente parte del suo spirito proprio non ne voleva sapere di arrendersi, anche se il suo istinto di guerriero gli diceva palesemente che avevano già perso.
    I soldati erano troppi, ed erano ben solidi, non bastava uno shuriken ben piazzato o una tecnica segreta contro di loro. Andavano storditi, sottomessi, logorati e infine abbattuti. In uno contro uno. In formazione erano terribili. Per non parlare degli arcieri in alto che erano già pronti a scoccare di nuovo e aspettavano solo l'ordine dell'elite dalla testa calva e l'uniforme scarlatta, già col braccio alzato.

    Warrior_Priest_by_deadhead16mb


    La bionda cominciò a levitare da terra, e circondata da una fortissima aura elettrica fluttuò verso Sebastian.
    Doveva comunicare. Doveva prendere il controllo sul campo. Sarebbe ora apparsa la vera ragione per cui Kyle aveva squartato le prigioni: non tanto per liberare i prigionieri. No, i prigionieri erano ben sorvegliati, molti di loro dietro a sbarre d'acciaio, e i loro carcerieri li avrebbero tenuti sotto controllo mentre alcuni di loro tentavano la fuga. E questo li avrebbe distratti... non avrebbero notato una decina di piccole lumache strisciare sul soffitto.
    E ora erano lì, sugli spalti, dopo essere passate attraverso le strutture di sostegno, finalmente uscite all'aperto. I cari vecchi cloni di Katsuyu. Era dalla fine della guerra che non aveva avuto una chance di usarli. Collegati telepaticamente, gli avrebbero permesso di dare "suggerimenti", velati sotto valanghe di insulti di stampo Kiriano, ai vari ninja sul campo.

    Kyle: Farò del mio meglio, ma gli idioti che hai chiamato per questa operazione ci faranno schiattare miserabilmente.

    Mormorò qualcosa che solo Subuza avrebbe potuto sentire.

    I soldati pesanti disposti nell'arena ora li circondavano: scudi alti, ranghi serrati e armi protese in avanti, avanzavano lentamente verso i due Kage, mentre gli arcieri, pronti a scoccare, questa volta avevano qualcosa di diverso. Le loro frecce sembravano avere uno strano luccichio sulla punta, alcune brillavano di luce scarlatta, altre congelavano in un'aura bluastra e fumosa. Non era un buon segno.

    @Imperio
    Noti una lumaca vicina a te, che con voce bizzarra ti sta insultando ripetutamente. Ti sembra di notare anche dei consigli, o comandi tattici, nel mezzo, ma sono indistinguibili nel mezzo del trambusto.

    @Trinciapolli
    Dopo la caduta, una piccola lumaca cercherà di attaccarsi alla tua caviglia. Non sai se per avvelenarti o curarti. I cloni di Katsuyu sono, relativamente, conosciuti per le loro capacità curative. Pensi.

    @Isawa
    Non te ne sei accorto, ma una lumachina ti è salita sulla spalla e i ha mormorato piano alcune parole (forse spaventandoti?)

    "Tu. Si, tu. Non hai ancora fatto cazzate. Non farle. Non farti vedere. L'unico modo di uscirne vivo è non farsi notare. Se devi fare qualcosa, fai qualcosa ma NON farti notare. Se vuoi continuare a lottare con noi, ci ritroveremo a Vaygrjord. Se non lo desideri, è una tua scelta. NON farti notare. Potresti servirmi più tardi. Questo è il momento perfetto per essere invisibili."




    ASPETTA! LEGGI QUI!

    Giocate bene il vostro turno. E' un'occasione per sopravvivere a qualcosa di incredibile, ma sappiatelo, il nemico è solidissimo e le chance sono nulle. E' ora di giocare d'astuzia, e non di forza.


     
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    Braxamundis


    _|2lysep



    Successe in fretta, troppo in fretta per rendersene conto. Uno scontro tra gladiatori dopo una manciata di minuti si trasformò in una mattanza indistinta, ma andiamo con ordine.

    Dopo essersi congedato in maniera frettolosa e criptica dal folle in armatura, si allontanò il più possibile da lui; cercò di mantenere un'andatura cadenzata per non dare sospetti, raggiungendo un punto vicino all'uscita dall'arena, ma non troppo distante per godersi lo spettacolo all'interno dell'arena. Purtroppo quelle precauzioni non bastarono, una guardia l'aveva puntato, era abbastanza semplice accorgersene, tutti gli imperiali avevano la grazia di un elefante mentre cercavano di raggiungere i sospetti facendosi strada tra la folla, cosa che fece alquanto sorridere Taka, anche se in quella situazione non c'era proprio nulla da ridere per lui.


    Oh! Andiamo! Adesso uno non può semplicemente sbagliare persona che viene subito braccato come un ricercato, maddai!

    Non aveva una gran varietà di scelte, o meglio, quelle sensate erano poche... poteva mettersi a ballare e suonare le nacchere anche se una cosa del genere era del tutto fuori luogo. Seriamente l'ex-shinobi aveva una gran voglia di vedere la reazione del segugio ad un balletto improvvisato, ma non era dell'umore adatto per ballare come un'idiota.
    Le scelte sensate si restringevano a: combattere fino alla morte, cercare di ingannare la guardia, fuggire immediatamente con un sotterfugio, farsi semplicemente portare via come prigioniero.


    Ne ho i coglioni pieni dell'Impero, voglio solo vivere in pace e nonostante tutto continua a perseguitarmi!

    Nemmeno a dire che nessuna delle opzioni sensate gli garbava minimamente. Posò lo sguardo ancora una volta verso il tizio in armatura.

    Neppure lui se la sta passando bene... chissà come reagirà.

    Era messo molto peggio di Taka, venne infatti circondato in breve tempo e i soldati non sembravano molto pazienti nei suoi confronti.
    Il segugio raggiunse l'ex-konohano, rivolgendogli la domanda più odiosa che aveva sentito in vita sua. Per un istante il sangue gli ribollì nelle vene, la sua mano destra tremava dalla voglia di tirar fuori la sua lama per uccidere chi aveva di fronte, i suoi occhi spenti si tinsero nuovamente di rabbia, era sul punto di esplodere.

    Nella sua testa si susseguirono per una manciata di secondi le immagini dei crimini visti durante quella lunga, sanguinosa, logorante carneficina degli anni passati. Ritornò in se, intorno a lui c'erano altre centinaia di persone e non voleva causare la loro morte prematura, di innocenti ne erano morti già troppi. Lo shinobi non si allarmò, dopotutto quel tirapiedi dell'Impero non sapeva chi aveva davanti.


    Documenti... documenti... dove sono...

    Frugava tra le tasche, si stava sforzando di cercare qualcosa che non aveva affatto, cercando di immedesimarsi il più possibile nella sua recita di bravo cittadino. Dopo aver finito quella ricerca immaginaria (ovviamente) senza successo, si rivolse di con tono seccato all'interlocutore:

    Devo averli persi da qualche parte qui in giro.

    Gli veniva da ridere anche a lui per una risposta simile, come gli era venuta in mente?
    Non fece trapelare nulla dai suoi muscoli facciali, né dal tono della sua voce. Rimase serio, guardando intorno, come a cercare i suoi documenti tra i piedi della folla.
    Nel frattempo la situazione intorno a lui cominciava a precipitare. Il piano di scoperchiare le prigioni sotto l'arena del Mizukage venne intuito dai gorilla e non fu affatto un bene, perchè si scatenò un putiferio ancora peggiore sugli spalti.
    L'uomo in armatura da cui si era congedato subito si rivelò un pazzo omicida, un ex-shinobi ancora convinto di poter prendersi la rivincita contro quel nemico che ha posto fine al suo mondo, cominciando a roteare un gigantesco blocco di ferro intorno a lui, facendosi strada tra imperiali ed innocenti a suon di mutilazioni, forse per aiutare i gladiatori contro i gorilla.


    E meno male che non gli sono rimasto vicino a quel decerebrato!

    L'Uchiha non sarebbe rimasto un minuto di più in quel posto e se potesse ancora volatilizzarsi come ai vecchi tempi grazie al suo magenkyu sharingan l'avrebbe già fatto da tempo. Prima di attuare il piano di fuga decise di lasciare un piccolo osservatore lì nell'arena, si trattava di una tecnica creata da lui per lo spionaggio, non richiedeva sigilli, né consumo di chakra*. Dalla sua caviglia sarebbe scivolata una piccola porzione di liquido incolore e poco viscoso, passando inosservato tra i piedi delle persone; giunse vicino al luogo dello scontro tra i kage per assumere la forma di un minuscolo occhio, si sarebbe nascosto in un anfratto, tra le macerie, rimanendo fisso sul mizukage e sul kokage.
    Quella tecnica collegava un suo occhio con quello dello strano esserino, poteva vedere in tempo reale tutto quello che vedeva quella singolare sentinella, una tecnica davvero utile per non perdersi lo scontro imminente tra i migliori ninja del passato e l'élite imperiale.

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    Sguardo sempre basso, l'incappucciato rivolse di nuovo la parola al segugio vicino a lui.


    Credo che abbiano bisogno del tuo aiuto laggiù...

    Se la guardia non si fosse allontanata, Taka avrebbe richiamato, tramite l'impasto di chakra mentale, dal suo polso da richiamo un fumogeno. Quest'ultimo fatto cadere a terra dalla manica del suo abito ben attento a non farsi vedere da nessuno; l'improvvisa cortina di fumo avrebbe fatto da diversivo, consentendogli di togliersi il mantello ed utilizzare la tecnica del camuffamento ombroso su una persona nelle vicinanze diretta verso l'uscita, nascondendosi nella sua ombra.
    Una volta lontano dalle guardie il konohano avrebbe sciolto la tecnica, per poi utilizzare la soppressione totale del chakra per schermarsi dalla percezione di possibili chakra sensor, mischiandosi tra la folla in fuga verso l'uscita.

    Invece se la guardia se ne fosse andata subito senza infastidirlo ulteriormente si sarebbe limitato a confondersi tra la folla, raggiungendo le uscite insieme al resto dei civili.

    - D'un tratto Taka sentì un sussurro all'orecchio, si girò velocemente per capire con chi aveva a che fare, scoprendo che si trattava di una piccola lumaca.
    Non si stupì più di tanto, probabilmente era l'evocazione di qualcuno che stava cercando di guidarlo fuori di lì sano e salvo; dopo aver ascoltato ciò che aveva da dire, abbassò il capo per fare cenno di aver compreso il piano. In ogni caso non serviva mandare quel messaggero da lui, non si sarebbe esposto come gli altri per aggravare una situazione generale già tragica senza ulteriori interventi.

    Un gruppo di quattro incappucciati compose una serie di sigilli, riconobbe quella tecnica grazie alla sua ampia conoscenza delle tecniche, cercando con lo sguardo un riparo adeguato.


    Se solo non ci fossero tutti questi maledetti imperiali potrei difendere queste persone con uno scudo d'acqua! Maledizione! Maledizione! Maledizione!

    A malincuore dovette farsi scudo con il corpo di un uomo davanti a lui; le fiamme vennero bloccate in parte dalla carne del povero malcapitato, provocando solo ustioni di poco conto sul corpo di Takahiro. Sopravvissuto a quell'ondata di fiamme, guardò con rabbia gli shinobi. Creature abiette e stupide almeno quanto gli imperiali, ancora una volta si erano dimostrati solamente dei violenti assassini, senza il minimo riguardo per la vita altrui! Detestava l'Impero con ogni cellula del suo corpo, ma anche quei ninja non erano da meno in quell'occasione.
    Avrebbe voluto reagire, dentro di lui avrebbe voluto farli a pezzi... ma sapeva che qualsiasi reazione da parte sua non avrebbe fatto altro che causare ulteriori morti. Rimase inerme, circondato da una folla in preda al panico e da un mucchio di terroristi asincroni, portatori di devastazione e morte.


    Compiono questi attentati e credono ancora di essere nel giusto. Pensano veramente che dopo aver compiuto simili ecatombe il mondo tornerà come prima?
    Sono solo poveri illusi se credono basti qualche esplosione e uccidere qualche imperiale per cambiare il mondo. Mi vergogno se penso che questi vili erano miei colleghi un tempo!


    Dopo quell'evento, sempre se fosse sopravvissuto, non avrebbe guardato i ninja con gli stessi occhi di prima.




    Takahiro Isawa



    Aspetto: Altezza 1,82 metri. Peso 57 kg. Età 24 anni. Coperto interamente da un mantello nero, dietro le spalle è visibile l'elsa di una spada. Sotto il cappuccio si possono intravedere i lunghi capelli neri poco curati e degli occhi stanchi e provati dalle atrocità viste durante la guerra.

    Psicologia: Personalità instabile, alterna momenti di lucidità ad altri in cui perde la calma e si fa trasportare dall'odio. Persona di poche parole, odia profondamente l'Impero, è abituato a vivere nell'ombra guadagnandosi da vivere come può, senza farsi scrupoli. Normalmente preferisce restare da solo, ma non gli dispiace fare conoscenza con qualche ex-ninja.

    Background: Dopo essere sopravvissuto miracolosamente a diverse battaglie contro gli eserciti imperiali, è sparito nel nulla. Ora celando la sua identità, vive nei bassifondi delle città, sempre in fuga, vagando per il continente, cercando uno scopo, dato che l'Impero ha distrutto tutto ciò a cui teneva.
    Durante il periodo in cui sparì, cambiò leggermente il suo nome ed utilizzò un cognome falso, il suo precedente cognome avrebbe attirato l'attenzione degli Imperiali su di lui.






    *
    Se la tecnica che ho descritto di seguito è impossibile da attuare, cancellerò quella parte.


    Edited by Isawa - 11/3/2015, 02:51
     
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  11. Imperio III
     
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    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
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    Un drago, un fottuto drago era appena spuntato librandosi sopra l'arena, il ninja che v'era in groppa rilasciò una tecnica particolare che disegno nel cielo la parola "ninja".. ora, a dispetto di quanto si possa pensare date le azioni di un certo Sebastian beh, lui non era per questo genere di cose, il suo intento era di portare disordine ed uccidere al contempo più persone possibili, quindi che il cavaliere di draghi non glie ne voglia se mentre l'ex gufo iniziava ad avanzare verso i Kage storceva il naso per quella scritta. C'è da dire però che il drago faceva la sua porca figura, aggiungeva un non so ché di classe allo scenario apocalittico, peccato però che due secondi dopo venne inesorabilmente abbattuto dalle macchine sofisticate dell'impero, poco male.

    mentre fissava l'imperiale più vicino a se e, mentre procedeva verso questi l'arena era caduta ovviamente nel caos più totale, chi tentava la fuga, chi combatteva e chi usciva allo scoperto, in effetti in pochi minuti la vicenda del braxamundis s'era trasformata in un enorme bidone di situazioni al cui interno si mescolavano fra loro le vicende di ogni presente all'evento, sia che fosse un ninja, un civile o un imperiale.

    Comunque.

    Mentre Sebastian rallentava il passo per escogitare una qualche sorta di piano e aver meglio chiara la situazione quest'ultima stava sprofondando ancor peggio di quanto il vecchio avesse pensato, non solo gli imperiali che accorrevano all'arena erano più numerosi di quanto avesse pensato, ma spuntarono fuori due tizzi che sembravano saper fin troppo il fatto loro e, come se non bastasse erano state scoccate innumerevoli frecce dagli spalti ora più che mai gremite di altri fottuti imperiali.

    Non a caso però Zubusa era il vecchio Kokage e, con una tecnica che rasentava la magia riuscì a plasmare il campo gravitazionale attorno ad una sfera opportunamente creata per far si che la salva di frecce perdesse tutta la sua forza cinetica, o almeno Sebastian questo pensava.

    In ogni caso s'arrestò di colpo a poche decine di metri dal suo avversario, la storia stava complicandosi e a q7uesto punto tutto ciò che poteva fare era battersi fin tanto che uno di quei due avesse deciso come e quando scappare.
    L'ex gufo aveva una mente brillante per quanto riguardava gli scontri, ma il suo intelletto si fermava li, non aveva mai escogitato alcun piano o strategia a lungo termine, quel che gli era sempre servito nelle sue missioni erano le sue mani, non è che non ne fosse capace, è che ormai non era proprio nella sua indole specie dopo esser entrato in possesso della Slayer, a quel punto toccò il fondo dato che tutto quel che faceva negli scontri era aspettare di poter colpire una sola volta l'avversario per metterlo KO, ma infondo, era proprio questo che aveva sempre fatto e che avrebbe dovuto fare ancora una volta, se era ancora vivo un motivo doveva pur esserci no?

    Nel frattempo qualcosa strisciava ai suoi piedi, una piccola lumaca bianca che fra un insulto e l'altro sembrava volergli comunicare... o ma dai.. figuriamoci se Sebastian si mette a dar retta ad una lumaca in quelle circostanze!

    Scattò improvvisamente verso l'imperiale più vicino a lui, quello che venne definito uno dei due fratelli simpatia, ancora una volta avrebbe combattuto per la vita, ancora una volta avrebbe cercato di assestare un singolo colpo mortale.

    ...

    Aveva ormai rapidamente ingaggiato il proprio avversario in uno scontro corpo a corpo, per quanto rapido potesse esser quello non vrebbe potuto schivare facilmente il suo colpo anche se, dato il suo comportamento non sembrava affatto volerlo schivare:
    mi piace!

    Lesto scattò con le braccia brandendo la sua fidata arma optando per un fendente all'altezza del busto avversario, quell'arma non poteva esser fermata da una corazza, non poteva esser parata e difficilmente sarebbe stata fermata da una qualsiasi tecnica di barriera, già, la sua mole doveva esser per forza schivata! o forse no?

    Quel tizio dalla testa pelata fu abbastanza sicuro di se da brandire la sua pesante arma e frapporla nella traiettoria d'attacco di Sebvastian, e, se per un attimo il vecchio si felicitò di aver battuto al primo colpo uno degli imperiali che gli tagliavano la fuga l'attimo dopo dovette rimanere assai esterrefatto.

    Le due armi cozzarono respingendosi a vicenda, Sebastian barcollò all'indietro mentre riprendeva il controllo dell'arma mentre l'imperiale veniva sbattuto col sedere per terra dopo che aveva perso l'equilibrio indietreggiando per il contraccolpo, i due si fissarono per un istante mentre si ricomponevano:
    Per fare la guardia a due mostri ci vogliono altri due mostri..

    Sebastian se lo aspettava, sapeva che nelle file del butai c'erano membri di alto calibro, sapeva che i kage non avevano perso una guerra per qualche centinaio di migliaio di stupidi soldati, sapeva che non potevano essersi fatti catturare da normali soldati.. eppure questo era troppo.

    Era sicuro di poter fracassare le difese di qualsiasi shinobi con quell'arma, e lo era perchè è cosi che era sempre stato, NESSUNO era riuscito a parare la sua arma e se ci provava finiva mutilato in terra come se non avesse nemmeno provato a pararla, eppure quello li lo aveva fatto! non solo la sua difesa fu perfetta tanto che l'unico effetto che ebbe su di lui fu quello di fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere a terra.. impossibile.

    ok... ha fermato la mia slayer, siamo circondati da arcieri e soldati, quelli sono quattro e noi tre...

    Inconsapevolmente aveva gia accettato la sconfitta, batterlo sarebbe stato già un incognita in uno scontro 1vs1 figuriamoci in quella situazione.
    Involontariamente e contro ogni previsione comportamentale per chi conosce il carattere e l'indole di Sebastian, beh, questo girò la testa per incrociare lo sguardo dei due Kage, come se questi potessero da un momento all'altro tirare fuori chissà quale magica formula per tirarli fuori da quel casino.

    CITAZIONE
    Aspetto: Vestito di un manto nero logoro e cencioso, il cappuccio ampio sulla testa nasconde i lineamenti del volto. Indossa una corazza pesante che fa apparire i suoi contorni sulle spalle spigolosi.
    Sebastian è un ex-ninja di Oto, un Gufo per la precisione, ha sempre condotto due vite parallele fino a quando l'impero non glie le ha portate via entrambi, ora come ora, è meglio girargli alla larga.


     
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  12. Saga D
     
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    @Casey91 @Microzoopsia

    Non avrebbe mai dimenticato quel giorno. I volti di quei due, conosciuti per caso, le sarebbero rimasti impressi. In un giorno come un altro li avrebbe semplicemente persi nei meandri della memoria, ma con tutto quello che era successo, li avrebbe sicuramente ricordati come i volti della calma che precede la tempesta. Un ultimo momento umano, prima di vedere l'intera realtà attorno a sè sbriciolarsi in mille frammenti intrisi di rancore e sangue.

    Era come se le porte dell'inferno si fossero aperte, l'intero genere umano fosse mutato, in bestie rabbiose e prive d'emozione. Per lei fu davvero brutale. Per quanto venisse da un popolo dalla cultura bellica e spesso violenta, raramente era stata esposta in modo diretto alla violenza. E mai in questo modo.

    Stava osservando, poco più in là negli spalti, le guardie imperiali, dopo aver mandato a quel paese quel Demiurge, per vedere se riusciva a scorgere Thamuil, il ragazzo che l'aveva salvata due giorni prima, e che in teoria doveva essere di guardia tra gli spalti. Incredibilmente riuscì a individuarlo, passeggiava sugli spalti in uniforme, con aria relativamente serena. Notò con la coda dell'occhio che molte guardie in uniforme, quasi all'unisono, avevano cominciato a disperdersi nella folla, dirigendosi in piccoli gruppi verso diversi individui qua e la.

    Alzò il braccio per salutare Thamuil, che la notò e salutò in risposta. Vide il suo braccio alzato staccarsi dal resto del corpo e volare via, e un istante dopo già non vedeva più nulla, solo un enorme polverone, mentre sotto di sè la pavimentazione degli spalti tremava come per un terremoto.
    Non c'era più niente. Un'area enorme degli spalti era stata polverizzata, ridotta in rovina.

    Espirò violentemente, sgranando gli occhi. Si sentì debole, una lacrima scese dall'occhio destro. Non era preparata. Non se l'aspettava. Non così, e perchè oggi? Il cuore le batteva forte e l'adrenalina entrò subito in circolo. Improvvisamente, tutto era lento, quasi eterno. Vide chiaramente stormi di guardie uscire dalle uscite degli spalti, individui eseguire strane tecniche ovunque, tizi incappucciati che infilavano una mano nelle tasche, e le estraevano per conficcare armi di vario genere nella schiena del soldato più vicino, per poi darsela a gambe. Altri avevano bloccato le uscite e sputavano fuoco sul pubblico, abbrustolendolo. Aveva capito che era un evento da non perdere, ma se avesse saputo il perchè non sarebbe mai andata.

    Il suo cuore aveva reagito immediatamente a quella vista brutale, Thamuil smembrato e probabilmente polverizzato, o sepolto dalle macerie. Per un attimo non desiderò altro che uscire da quella situazione, come per magia, essere di nuovo a Niethlung, con la sua famiglia, prima della guerra, prima di tutto.
    Poi qualcosa di inaspettato. Lo sentì, forte, così forte da poterlo urlare, una voce nella sua mente. SII LUCIDA. SOPRAVVIVI. NON PUOI PERMETTERTI ERRORI. AGISCI.

    Si guardò intorno, nel caos più totale, e inquadrò in pochi istanti chi stava combattendo, chi stava scappando. Chi stava... morendo. Ninja e imperiali cadevano in scontri ravvicinati, forzati dalla massa di persone in fuga che gli impediva di muoversi come volevano. Le persone in fuga si dirigevano verso altri ninja che li avrebbero a loro volta uccisi. PENSA. SEI DISARMATA. SEI SOLA. NON HAI UN AMICO. C'E' SOLO UNA MOSSA GIUSTA, E ANCHE QUELLA POTREBBE FINIRE MALE.

    Fece un respiro profondo, mentre un altro imperiale vicino a lei cadeva, colpito alle spalle da un ninja. Che a sua volta veniva decapitato da una spada decorata di stemmi e con elsa tipiche di Aldaresia, seppure Saga non lo sapesse.
    Nel caos, cercò un imperiale morto, il più vicino a sè, e gli si avvicinò cercando di evitare scontri e pericoli. Lo raggiunse, si inginocchiò, e cadde di fianco a lui. Era giovane, vedeva, non avrà avuto più di vent'anni. Sembrava un soldato semplice dall'uniforme. Si sforzò per sollevarlo, e si mise sotto di lui. Non aveva le abilità prodigiose dell'uomo serpente nè sapeva sputare fuoco dalla bocca. Ma fare il morto, quello lo sapeva fare, l'aveva imparato. Era stata una risorsa preziosa contro alcuni animali nelle zone più selvagge di Vaygr, quelli troppo coriacei da abbattere e troppo veloci per poter scappare, ma che sono fortunatamente erbivori, e non attaccano se fai il morto.

    Cosa sarebbe successo, non lo sapeva. Se per caso qualcuno avesse sputato del fuoco nella sua direzione, o un altra esplosione avesse interessato quell'area, aveva solo il corpo e l'armatura dell'imperiale a proteggerla, ma almeno, sperava, sarebbe stata ignorata da entrambi gli schieramenti.



    Saga Dharmuid



    Bionda, lineamenti duri da Saga, occhi di ghiaccio, fisico tonico e coperto di cicatrici.
    Alta 1.75, veste in cuoio e pelliccia.

    Background



    Appartenente al popolo dei Saga che abita l'arcipelago di Vaygr.
    Nata ad Avamfell, piccola isola nell'arcipelago, cresciuta tra Avamfell e Niethlung.
    La sua famiglia era partecipe all'attacco dei Saga contro Kameyama, e la lasciò sola con "il vecchio", il membro più anziano del clan.
    Non tornarono. Tutt'ora non sa dove sono, ma assume che siano morti nell'offensiva, ma non è certa.
    Il vecchio la lasciò, spegnendosi in una notte di luna, nove giorni fa.Rimasta sola, si imbarcò per raggiungere Niethlung ed esporsi alla società, per scoprire se le sue genti erano ancora lì o se l'impero aveva sterminato tutti.
    Naufragò invece a Louyhong, e venne salvata da un soldato imperiale, a cui non ha ancora rivelato la sua identità, anche se lui ha i suoi sospetti e i lineamenti la tradiscono.

    Carattere

    Prudente, solitaria per costrizione. Non può svelarsi troppo perchè non sà quale sia la sua posizione nel mondo: cos'è successo ai Saga? E' finita la guerra? E' al sicuro?
    Spaventata e disorientata, ma determinata e combattiva. Si aprirà istintivamente a chiunque, per poi chiudersi velocemente e passare sulla difensiva.

     
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    Il sigillo venne rilasciato e le fiamme di propagarono rapidamente nell'aria, illuminando il cielo di fiamme scarlatte. Il diversivo ha funzionato.. Ok Rheagor, ce l'abbiamo fatta, adesso filiamocela via!. Il drago sbatteva violentemente le ali, divorando metri di quota.
    La telepatia era un'abilità che avevo imparato a sviluppare durante gli allenamenti sull'isola, tuttavia, funzionava unicamente con chi era in grado di ricevere il mio segnale psichico, ovvero, i draghi stessi.
    Tenma, sono anni che non ci vediamo e mi convochi in un momento del genere?
    Ah andiamo, adesso fai lo schizzinoso? Pensiamo a scappare da qui per ora, poi ne parliamo. Ok?
    Procedevamo spediti: arrivammo più o meno all'altezza di ottanta metri dallo stadio, quando l'esercito dell'impero si era ormai riorganizzato. Sotto di noi, sulla sabbia ormai distrutta, i kage stavano rispondendo all'offensiva lanciata dagli imperiali, i quali avevano schierato in campo tutte le forze che il presidio imperiale disponeva. Le forze nemiche invasero le tribune per prime, riacquistando il controllo dell'arena. All'improvviso poi, degli arpioni uscirono fuori dai bordi degli spalti e vennero scatenati su Rheagor.
    Diamine, ecco la contraerea. Non mi aspettavo una cosa del genere addirittura in uno stadio. Merda, dobbiamo cercare di guadagnare terreno amico mio!
    Il mio drago schivò il primo arpione con una virata laterale, ripiegando le ali su se stesso e volteggiando verso destra, assumendo la forma di un proiettile purpureo che si scagliava verso le nuvole. Riaprendo le ali, ci accorgemmo in ritardo che un secondo arpione era stato lanciato: il drago dal potere delle fiamme scagliò prontamente un colpo infuocato dalla bocca, verso il bocchettone da cui stava fuoriuscendo il secondo arpione interrompendo bruscamente la sua corsa poco prima che questi ci raggiungesse con abbastanza potenza da poterci fermare.
    Continuavamo a salire nel mentre, ma durante la contro offensiva, non ci accorgemmo di altri due arpioni sparati alle nostre spalle, che agganciarono la coda e l'ala sinistra ed infine, un terzo che colpì di striscio il secondo braccio destro per poi agganciarsi ad esso.
    Merda!
    Il chakra concentrato sotto le piante dei piedi mi aveva permesso di mantenermi saldo sulla sua schiena e, a causa di questa forza di coesione, potei percepire tutta la forza elastica dei meccanismi di bloccaggio degli arpioni. Il cuore iniziava a battermi forte in petto.. forse il mio piano non era stato così geniale. Tuttavia, potevamo ancora fare qualcosa, almeno prima che altri arpioni ci avrebbero agganciato.
    Avanti piccolo, mostriamogli quello che sappiamo fare, se precipiteremo lo faremo con stile!
    Composi il sigillo della tigre con una mano e rilasciai il chakra all'interno di Rheagor, toccando il suo dorso.
    Piccolo ci sarai tu, Venticello!
    Ah, adoro le tue solite battute..
    Il drago, mentre veniva trascinato pian piano verso terra, avrebbe lanciato un proiettile infuocato verso la catena che bloccava il suo braccio, nell'intento di distruggerla. Immediatamente dopo, avrebbe creato un quartetto di globi di chakra katon purissimi e li avrebbe scagliati verso il cielo: quando questi si sarebbero uniti in una sfera incandescente, una quantità incalcolabile di raggi infuocati sarebbero scesi dal cielo verso la terra, colpendo ripetutamente i bordi esterni dell'arena, distruggendo tutte le eventuali offensive aeree e gli arcieri che stavano mettendo sotto scacco i Kage e il loro guerriero corazzato.
    Improvvisamente però, un raggio di fuoco avrebbe colpito me e Rheagor, investendomi in pieno. Il colpo mi travolse, scaraventandomi via e lanciandomi in caduta libera verso gli spalti, svenuto. Il mio drago incassò il colpo, ma la sua propensione al fuoco gli permise di resistere all'attacco ma lo destabilizzò a causa della potenza del colpo e dell'esplosione. Egli percepì le tenebre che avevano attanagliato la mia mente e iniziò a comunicare con me in maniera violenta, mentre subiva inesorabilmente la potenza attrattiva delle catene degli arpioni.
    Il drago iniziò a cadere verso terra, impossibilitato ad opporre resistenza.
    Avanti Tenma, svegliati, non puoi farti mettere fuorigioco da un colpo come quello. Giuro che se non sento i tuoi pensieri nell'arco di mezzo secondo, spacco tutto le stadio e ti vengo a cercare tra le macerie per riempirti di botte.
    Gli attacchi telepatici del mio amico mi svegliarono e liberarono la mia mente, facendomi riacquistare conoscenza.
    Razza di lucertola che non sei altro!
    L'adrenalina iniziò a scorrere rapidamente nel mio corpo e con un colpo di reni, spingendo le braccia verso il basso, avrei generato un flusso d'aria che mi avrebbe permesso di posizionarmi in asse col terreno e vedere cosa c'era sotto di me. Avrei visto la situazione dall'alto, riuscendo a comprendere per bene la conformazione dello stadio e lo stato del combattimento in corso. Planai fino a terra con rapidità, atterrando con una brusca frenata in un settore vuoto dello stadio, sano e salvo: quando poggiai le gambe, accusai tutto il dolore alla schiena e al volto, piegandomi a terra sulle ginocchia, accorgendomi che la cappa che avevo indossato ormai non c'era più e l'unica cosa a proteggere la mia identità era la tenuta da monaco che possedevo che comunque celava il mio volto.
    Ei Rheagor, come va? ce la fai a volare?
    La risposta del mio amicone arrivò rapida nella mia mente.
    Non ho subito ingenti danni dai loro attacchi, ma la catena che cinge la mia ala mi rende impossibile dispiegarla e quella che tiene la gamba non mi permetterebbe comunque di alzarmi. Vieni a liberarmi e andiamocene via da qui.
    Cercai di rialzarmi in piedi ma se la mia mente ora era apposto, il mio corpo stava ancora elaborando gli effetti del raggio infuocato, mentre l'adrenalina nel sangue iniziava a sparire. Fu in quel momento, che mi accorsi che un piccolo esserino stava salendo le gradinate per raggiungermi: era una piccola lumachina, bianca e azzurra, che si muoveva con passo spedito (per quanto possa essere spedito quello di una lumaca).
    Percepisco una presenza, vicino a te. E' stata richiamata da quel tipo dell'acqua. Conosco una storia, di una lumaca dotata di poteri di guarigione. Forse è meglio non scansarla ragazzo mio..
    Mi alzai su un ginocchio, provando a riacquistare il controllo delle mie funzioni fisiche e mi accorsi che la lumachina si era attaccata alla mia caviglia....





    Informazioni e Background-Scheda Vecchia
    BackgroundDescrizione FisicaDescrizione Psicologica
    Come ex Ninja di Suna, Tenma odia profondamente l'impero. Dopo aver sabotato sul nascere l'attacco di Butai a Suna e aver costretto l'esercito a tornare indietro sui suoi passi, riconsiderando la loro strategia. Dopo essere tornato al villaggio della Sabbia fu promosso a Jonin ed inserito dalla Kazekage nella squadra speciale degli Spettri. Mentre faceva parte del corpo speciale, venne a conoscenza del piano per l'alleanza tra Butai e Suna. Cercò di avvertire Konoha dell'accaduto ma venne cacciato e bollato come traditore. Ha passato il restante periodo della sua vita fino ad ora insegnando tra i monasteri di Ephiora e mantenendo un basso profilo, restando in contatto con il resto del suo team.
    Ormai a ventritre anni è un uomo fatto. Il fisico asciutto e delineato è stato segnato da anni di allenamento in segreto e da combattimenti all'ultimo sangue. I capelli marroni ormai sono ormai lunghi quasi fino alle spalle e il vecchio ciuffo ormai è lasciato cadere davanti alla faccia coprendo gli occhi azzurri ormai privi di speranza.
    Il suo credo non è mai cambiato durante gli anni, anche se gli eventi dopo la morte del fratello l'hanno segnato parecchio. Senza più uno scopo reale di vita seguiva gli incarichi che gli venivano dati con regolarità e portandoli tutti a termine con successo. Grazie all'aiuto del suo maestro e dei suoi compagni acquisì nuovamente un motivo valido per combattere e non lasciare invano la morte del fratello.
     
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    Cos'altro poteva succedere in quello stadio che non fosse già successo? Due Kage si combattevano, esplosioni, rappresaglie persino un cazzo di drago. Rain si era perso un evento irripetibile, ma non sapeva se essere arrabbiato perchè non aveva potuto assistere allo spettacolo, perchè Helen era andata lì da sola o perchè dei ragazzini emozionati avevano giocato a fare i terroristi.
    Poi ebbe un'altra notizia.
    Ero lì insieme ad altra gente, stretta ma protetta dalle guardie quando ho visto quel tuo amico, Scaar!
    Rain sussultò. Scaar? Cosa diavolo ci faceva lì?
    Solo a leggere il suo nome il Kaguya venne sconvolto: non vedeva il suo amico da...tanto tempo, per farla breve. Non si stupiva che fosse ancora vivo, dopotutto Scaar sapeva badare a sé stesso, ma più che altro si chiedeva cosa ci facesse lì. Anche lui aveva organizzato questo casino? Oppure cos'altro?
    A dire la verità non ho ben capito cosa ci facesse lì. Sembrava che avesse combattuto, ma né i ribelli né le guardie lo attaccavano. Boh!
    Comunque sia mi sono avvicinata a lui e l'ho seguito, ha detto che stare lì sarebbe stato pericoloso, ho fatto bene vero?

    Sì, aveva fatto bene. Però non capiva. Aveva combattuto, ma contro chi? Perchè nessuno lo attaccava? Scaar avrebbe potuto benissimo fare un attentato, ma il Kaguya non pensava che questo rientrasse nei piani dell'Otoano. Allora...che facesse parte dell'impero? Ma come era possibile?
    Rain non ci capiva più niente.
    Scaar...
    Bisbigliò appena, seduto ancora con la testa china sulla scrivania.
    Mi ricordavo la sua faccia e gli ho chiesto cosa ci facesse lì, però a dire la verità avevo molta paura e la sua figura mi...inquietava. Lo conosci no? So che è un tuo amico, infatti ero sicura non mi sarebbe successo nulla, però ha un qualcosa di strano.
    Ci ho scambiato qualche parola, niente di che, comunque!

    Il Kaguya ora leggeva piano, immaginandosi la scena che si era svolta.
    Le guardie, i Kage, gli shinobi, Scaar.
    Qual'era la verità dietro tutto questo?

     
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  15. Edosenpai
     
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    CITAZIONE
    Parlato Enma
    Pensato Enma
    Narrato
    Parlato altrui

    Il drago arpionato, il simbolo in aria, il combattimento fra i kage ed il caos generale... le grida di orrore delle persone innocenti ed inorridite rendevano difficile persino pensare. Mettendole a tacere tutte avrebbe potuto di sicuro godersi il tutto, ma non aveva intenzione di mettersi contro l'impero... anche se in realtà nemmeno lui stesso avrebbe potuto dire con certezza quali fossero i suoi obbiettivi.
    Continuava ad osservare il tutto, affascinato dalla tanto mastodontica quanto imprevista piega che la situazione aveva preso, e si stava divertendo un sacco! Quando poteva capitare una cosa del genere? Tutti questi eventi in una volta sola, di sicuro non capita tutti i giorni di vedere una cosa del genere.
    Enma scoppiò in una sonora risata, anche se almeno la metà delle sue parole si sarebbero perse nelle urla della folla.

    Ahahahah! Gli hanno tarpato le ali nonappena si è librato in volo! Neanche il tempo di godersi il viaggetto che lo hanno abbattuto! Un po' mi dispiace per il tipo lì sopra... voleva fare le cose in grande... magari avrebbe potuto provare con qualcosa di meno appariscente, avrebbe dato senz'altro meno nell'occhio e la sua bestiola sarebbe rimasta illesa... vabbè!

    In effetti era proprio un peccato che uno con tale abilità si buttasse in questo modo precipitoso nell'azione ma... se gli imperiali lo avessero avvicinato per arrestarlo probabilmente avrebbero messo su uno spettacolo niente male, e questo solleticava molto la mente del ragazzo.
    Continuava a guardare, e tentava di cogliere tutte le reazioni delle persone a ciò che succedeva, era una cosa che lo divertiva molto: c'era chi urlava di paura e tentava di mettersi in salvo a costo della vita degli altri, chi invece metteva al sicuro i propri figli tentando di rassicurarli, chi ancora (le persone più serie, come gli ex-ninja) restava impassibile ad osservare l'accaduto e, se in gruppo, ne discuteva senza dare troppo nell'occhio. Quest'ultima categoria dava come un senso di solennità alla loro persona, rendendoli decisamente più misteriosi ed intriganti.
    Fischiettò il tipico motivetto di sorpresa.

    Però! Chissà cosa ne penserebbe il maestro... di sicuro mi trascinerebbe fuori di qui! Per fortuna che non c'è eheh.

    Detto questo mise le mani in tasca e tentò di arrivare al limite massimo di avvicinamento allo stadio consentito dalle guardie imperiali, per godersi meglio il combattimento e tenendo sempre d'occhio il tipo del drago.


    Misogi_KumagawaDescrizione fisica:
    Un normale ragazzo di 17 anni, alto 1,78 cm, pesa 72 kg, ha i capelli nero pece, molto scompigliati che terminano con un ciuffetto sporgente in avanti sulla fronte.
    Occhi grandi e di un blu profondo, naso e bocca piccoli, carnagione molto chiara e mento appuntito, tratti somatici molto dolci e gentili accentuati dal sorriso innocente e sincero.
    Magro, esile e ha una muscolatura non particolarmente accentuata ma pur sempre visibile sotto le vesti. Veste con una divisa scolastica blu scuro (fatta su misura per permettere i movimenti da ninja), con grandi bottoni gialli e con colletto alto e bianco. I pantaloni sono anch'essi blu scuro, tessuti in modo tale da permettere una certa agilità.
    Descrizione psicologica: anche se potrebbe sembrare ingenuo e sincero, in realtà quello è solo ciò che c'è in superficie; la sua psiche è molto più contorta di quanto possa dare a vedere un diciassettenne. Ama alla follia le scene truculente ed ha una particolare passione i combattimenti all'ultimo sangue fra più persone. Nella vita di tutti i giorni invece è molto superficiale e tende a non dare molta importanza a ciò che lo circonda, se non quando ha uno dei suoi cattivi presentimenti.
     
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78 replies since 23/2/2015, 22:36   2133 views
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