Sono molte le leggende di Vayrgjord, ma tra le più antiche è conosciute c'è sicuramente quella riguardante la Necropoli. Molto, molto tempo fa, quando il terreno dell'isola non era ancora completamente coperto dal tremendo ghiaccio e dalla costante neve, viveva un giovane di nome Fynn Alasdair, mente brillante e geniale dedito fin da piccolo agli studi arcani. La scoperta di un antico tomo recante le tracce di un arcano rituale sconvolse la sua esistenza ed egli fu sempre più posseduto dall'idea di poter riportare in vita i morti, tanto da dedicarvisi anima e corpo con dedizione maniacale.Disturbati dalle abitudini macabre del ragazzo e allarmati dalle dicerie che lo accusavano del trafugamento di tombe nei cimiteri, la sua gente lo allontanò dopo aver tentato di linciarlo, considerandolo un fanatico e un pericolo per sé stesso e per gli altri. Nell'umiliazione dell'esilio, Alasdair ottenne maggiore determinazione, deciso più che mai a raggiungero il proprio scopo per reclamare vendetta su coloro che lo avevano rinnegato. Sperimentò le sue nuove e potenti arti necromantiche sui cadaveri che riusciva a trafugare dai villaggi, dalle fosse comuni e dai campi di battaglia, iniziando a costruire lentamente un suo esercito personale, pronto a reclamare ciò che era suo. Col tempo il processo necromantico fu perfezionato e reso applicabile anche su individui ancora in vita e Alasdari battezzò la propria creazione chiamandola "Il Rituale".Un giorno, all'alba, la gente del suo villaggio vide una strana folla avvicinarsi dalle colline: il flagello di Alasdair era arrivato a reclamare la sua vendetta. La sanguinosa battaglia volse presto a favore di Alasdair, che aveva dalla sua una schiera di soldati che non temevano la morte, non provavano dolore, non avevano sentimenti, e soprattutto non potevano morire. Conquistata la fortezza fu presto trasformata in una Necropoli in cui gli affiliati del culto si rifugiarono creando una piccola comunità a sé stante. Ma a discapito dei suoi tentativi di ottenere vera immortalità, il Necromante trovò la propria morte poco dopo, mentre tentava di superare certi limiti del proprio rituale. Lasciò ai suoi discepoli ed al suo culto numerose scritture riguardo i suoi esperimenti e conoscenze.Al giorno d'oggi nessuno sa per certo se la Necropoli di Alasdair sia effettivamente abitata dal suo lascito: pochi si avventurano fin laggiù e la maggior parte di questi non fa mai ritorno. In verità la Necropoli è abitata e, sebbene rimanga solo un'ombra del Rituale originario, i suoi abitanti cercano di preservarlo per garantire a se stessi e ai propri discendenti una vita più lunga di quella a cui qualsiasi essere umano possa aspirare."I doni della morte sono infiniti."- Araldo della necropoliFocus: Resistenza inumana, Rubavita