Nebbia Cinerea

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  1. Ksarashi
     
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    Torque Toortle pirata e navigatore delle tempestose acque dei mari tropicali, dove le tempeste magnetiche smuovono i mari fino a fargli toccare cielo in un cumulo vorticante di caos e bellezza, era sopravvisuto a molte inondazioni e tempeste, ma quel giorno non sarebbe tutto liscio per la sua stupidità e arroganza. Quando decise di affrontare le navi dell'Impero, solo per dimostrare di poter sconfiggere e depredare anche un gruppo potente come il loro, guidò la Medusa alla sconfitta e con lei tutti i membri del suo equipaggio. L'agguato che gli aveva teso nello stretto tra Niethlung e Nasradeva finì con tutti i membri della Medusa fatti prigionieri, incatenati e gettati in acqua.
    Torque si gettò in mare di sua spontanea volontà, senza aspettare d'esser spinto di sotto, e con le braccia incatenate dietro la schiena era pronto a morire. Non avrebbe dato la soddisfazione ad un imperiale della sua morte.
    Saltò consapevole che,se anche l impatto con l'acqua non gli avrebbe rotto più di qualche costola, il mare avrebbe reclamato la sua vita mandandogli contro le bestie marine che popolavano quelle acque.
    I corpi dei suoi compagni furono divorati e smembrati, l'acqua si tinse di rosso e la luce vi faticava a passare. Quando, Torque, toccò il fondale, fortunatamente non troppo profondo in quel punto,si slogò la spalla sinistra per poter portare le braccia in avanti. Quasi senza fiato, si portò in superficie approfittando della distrazione degli squali che di corpi da sbranare ne avevano gia abbastanza. Per miracolo riuscì a nuotare quanto bastava per avvicinarsi agli scogli, che non distavano piu di 500 metri, spinto anche dalla forza delle onde.
    Non avendo più molta forza nelle gambe e avendo una mobilità assai ridotta per la spalla slogata, un'onda lo fece urtare su uno scoglio e svenne prima di raggiungere la riva. Il corpo a galla, mosso dalla corrente, fu trascinato sulla spiaggia dove rimase privo di sensi e in fin di vita per svariate ore.
    Urlò di dolore al suo risveglio dettato dagli incubi quando si sfilò la manica dal braccio slogato. Con i denti strappò un pezzo della sua camicia e si legò il braccio vicino al petto sorretto dal collo.
    Si alzò e zoppicò fino ad un luogo più ombroso e caldo. Avrebbe dovuto sistemarsi la spalla da se. Si guardò in giro, cercando un pezzo di legno da stringere tra i denti. Spezzò un rametto, lo addentò e con un colpo secco e deciso, sbattè la spalla contro il tronco di un albero, aggiustandosi la slogatura. Indebolito, il corpo non resse il dolore, svenne accasciandosi per terra.

    Si ridestò ch'era ormai il tramonto, il dolore s'era affievolito di molto grazie alle ore passate immobile, ma la debolezza era aumentata, occorreva che si cibasse...e anche in fretta. Fortunatamente non fu difficile trovare bacche e frutti, ma non c'era tempo per mangiare stando seduti. Consumò il suo raccolto man mano che camminava e s'imbattè in una capanna apparentemente abbandonata. Al suo interno vi erano soltanto una sedia impagliata, un giaciglio sempre in paglia e... un corpo privo di vita sul pavimento con accanto un arma con le sembianze di una falce.
    A quanto pareva, il corpo era di un guerriero, sui vestiti vi era del sague incrostato e mancava un braccio e forse qualcos'altro. Ciò poteva significare soltanto una cosa, quella zona era popolata da una bestia feroce, e magari anche piu di una.
    Occorreva far passare dunque le ore notturne e prive di luce, e nel frattempo pensare a cosa fare nell'indomani.
    Alla luce del mattino, Torque osservò per bene il corpo del cadavere e la sua falce. Sul corpo v'erano tracce di ustioni da freddo, segno che la sua battaglia era avvenuta piu in altura. I suoi vestiti non erano indossabili viste le condizioni in cui si presentavano e nelle tasche non aveva nulla. La falce invece, non riportava grandi danni apparentemente, occorreva pulirla per studiarla meglio.
    Lasciò la capanna che ormai non poteva offrirgli piu nulla, e con l'intenzione di prendere altra frutta e cercare una corrente d'acqua dove dissetarsi, si avviò verso quella che sembrava la direzione opposta al mare.
    Fortunatamente trovò un fiume dove si dissetò e lavò l arma. Finalmente si vedevano le sue caratteristiche, una lama di ossa cave unite tra loro che formavano una mezzaluna e un manico anch'esso in ossa ma rivestito in pelle. Le dimensioni di 80 cm di lama e poco più al manico la rendevano allo stesso tempo maneggevole e pericolosa. La parte in pelle permetteva di legarla con una cinta dalla base della lama alla fine del manico in modo da poter essere legata sulle spalle invece di essere riposta su un fodero. Sarebbe stata sicuramente utile, mancava solo un'occasione per provarla.
    La giornata era appena cominciata, l'obiettivo era quello di superare le montagne, non c'era tempo da perdere e finchè le ore di luce l'avrebbero accompagnato, Torque non si sarebbe fermato. Il riposo l'avrebbe avuto di notte e per il cibo, ora che aveva un'arma, avrebbe potuto permettersi anche un po di carne.

    Non fu di certo una passeggiata, gli ci vollero un po di giorni prima di arrivare ad un punto abbastanza elevato, e soprattutto freddo. Occorrevano delle pelli o nuovi vestiti che lo scaldassero, per quando potesse mantenersi in movimento per non far diminuire la temperature del corpo, a quell'altitudine non bastavano di certo i suoi indumenti.

    Camminava con la sua falce e una sacca con del cibo preso piu a valle. Tra la neve era quasi impossibile trovare cose commestibili. Si trovò nel bel mezzo di una bufera, il suo ritmo nel camminare era più lento rispetto i giorni precedenti, nonostante ciò non aveva intenzione di fermarsi.
    Benchè in quello spazio non ci fosse presenza di uomini, Torque si sentiva osservato o meglio, seguito. La tormenta non faceva che peggiorare, era ora di trovare riparo.
    La cosa più sicura era mettersi in uno stretto tra due muri in modo da non subire la corrente impetuosa, ma la strada non era priva di pericoli, un'ombra scura non chiaramente visibile gli bloccava la strada, Torque prese l'arma nella mano destra e la portò verso il basso.
    《Tu, creatura delle montagne, devo passare. Non mi lascerò sconfiggere facilmente.》
    Denti aguzzi e bianchi uscirono dai meandri di quell oscurità e tutto il resto si vide subito dopo.Un lupo di notevoli dimensioni e pelo nero come pece.Lasciò cadere qualcosa dalle sue fauci che rotolò in avanti sul sentiero di roccia arrivando ai piedi di Torque.Nonostante tutto il suo sangue freddo e calma nelle situazioni più concitate, un brivido lo attraverso per tutta la schiena. Il cranio di una persona completamente privo di carne, come se fosse stato lucidato dalla bava di quella belva.
    《Io non sarò il prossimo》sussurrò
    《IO NON SARÒ IL PROSSIMO MI HAI SENTITO?》gridò contro.
    La sua falce quasi toccava terra, la strinse saldamente nelle sue mani e corse verso il lupo. Usò un fendente verticale che però andò a vuoto. Il lupo saltò sopra di lui e gli addentò un braccio. Lo stringeva così forte che le la carne si lacerò, e Torque gridò nel nulla di quella montagna.
    La lama nel frattempo gli era caduta, era li ad un passo da lui, le dita quasi la sfioravano,se l avesse presa avrebbe avuto qualche speranza in più.
    Con maggior più sforzo, usando il braccio slogatoprecedentemente, prese la falce e concluse ciò che il proprietario di quell' arma aveva cominciato.
    Un monastero era vicino, lo si vedeva dopo che la neve aveva cessato di scendere, pochi passi e avrebbe potuto farsi medicare quel braccio da qualcuno.
    Strappò la pelliccia dal lupo con la lama per indossarla e proteggersi dalle basse temperature.
    Ripose l'arma dietro la schiena e ancor grondante del suo stesso sangue, proseguì verso quel luogo che emetteva una scia di fumo dal tetto,doveva esserci qualcuno.
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    Edited by Ksarashi - 16/6/2015, 18:22
     
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    Etciù!

    Il mago si soffiò il naso col suo fazzoletto di stoffa e si strofinò le narici per togliere il muco; era la quinta volta che starnutiva in cinque minuti ed iniziava ad essere stufo di pulirsi sempre il naso, anche perchè la pelle intorno sotto al naso incominciava ad arrossarsi e a dar fastidio.

    Uffa...

    Sbuffò seccato, erano ore che camminava in quei sentieri di montagna, la guida lo stava conducendo verso un avamposto commerciale sulla costa; da lì si sarebbe imbarcato alla volta di Niethlung, poi avrebbe preso una nave passeggeri verso Aethernia. Sembrava facile a dirsi, ma un damerino di città come Jericho stentava proseguire sulla neve fresca (anche abbastanza alta a dire la verità), il gelo gli entrava nelle ossa e i suoi muscoli non erano abituati a sforzi così prolungati.

    Quanto manca ancora?

    Guida: Molto signore

    Volevo urlare il suo disappunto e lamentarsi, ma prendersela con quel pover'uomo non avrebbe risolto la situazione. Estremamente seccato il mago strinse i denti e proseguì con un espressione a dir poco incazzata... e dire che qualche giorno fa stava sorseggiando del buon cappuccino nel bar della biblioteca, mentre leggeva ascoltando della bella musica.

    ...



    Yawn... che noia. Anche se è stata dura contro Yang-shi, è stata una bella esperienza. Per colpa di quel monaco ficcanaso non sono riuscito ad analizzare il cadavere del mostro, sarebbe stato molto utile per le ricerche.

    Chissà se c'è qualche incarico da svolgere in un paese lontano, la routine cittadina mi sta annoiando più del solito ultimamente.


    Bevve un sorso dalla tazza di porcellana finemente decorata, posandola subito dopo per immergersi nella lettura del libro. Non si trattava di una lettura impegnata, si trattava infatti di un libro d'avventura; non ne aveva letti molti in vita sua, ma di recente stava riscoprendo la passione per quel tipo di letteratura, chissà finalmente si stava risvegliando il suo lato avventuroso.

    Dopo aver finito di leggere una pagina, bevve un altro sorso di cappuccino e così finché non si esaurì il contenuto della tazza.

    Sarà il quarto che bevo stamattina.

    Senza bere cappuccino non riusciva a stare fermo, come se avesse fremiti in tutto il corpo. Si alzò di scatto e s'incamminò con celerità verso gli alloggi del suo amico mago. Lui avrebbe sicuramente trovato qualche compito adatto al nostro irrequieto Jericho, era sempre lui ad averlo proposto per prendere parte alla spedizione al monastero di Gautama.

    ...



    Il mago alle prime armi si maledì decine di volte per aver accettato quello sgradevole incarico. Trovare una pianta rara pianta medicinale e portarla nella capitale imperiale per coltivarla.
    Trovarla era stato difficile, pura fortuna a detta della guida del posto, tuttavia Jericho non si sentiva così fortunato a rimanere impantanato nella neve alta fin quasi al bacino. D'un tratto l'apripista si fermò, alzando il braccio per avvertire della breve sosta anche il mago.

    Arriva una tempesta... dobbiamo trovare un riparo.

    Ah meno male! Adesso ci si mette anche il cielo a remarmi contro.

    Le folate di vento si facevano sempre più intense e sferzanti ogni minuto che passava. Nonostante la pesante pelliccia indossata dall'aldarese, sentiva veramente troppo freddo, non avrebbe resistito per molto in quelle condizioni.

    Qual'è il rifugio più vicino?

    Si tratta di un vecchio tempio, ci vive ancora qualcuno, brave persone, lì troveremo delle mura ed un pasto caldo.

    Facendo attenzione a non smarrire la strada i due giunsero con molta fatica sulla sommità della montagna, raggiungendo infine la piccola costruzione in muratura.

    Dall'aspetto sembra accogliente.

    I due si mossero verso l'entrata; ad accoglierli vi era un giovane monaco, abiti fin troppo leggeri per un clima così freddo, ma quest'ultimo non sembrava curarsene.

    Non trema e non sembra essere malato, come fa a vivere qui in queste condizioni.

    Il bonzo e la guida si scambiarono quattro chiacchiere in lingua natia; l'apripista dopo essersi congedato dall'interlocutore si rivolse a Jericho.

    Possiamo stare finché la bufera non si placa, all'interno c'è un fuoco e ci servirà una minestra e non dovremmo pagare nulla.

    Buono a sapersi.

    L'apprendista mago avrebbe lasciato lo zaino e si sarebbe scaldato vicino al fuoco, togliendosi la giacca e sfregandosi le mani, aspettando del cibo.
     
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  3. Ksarashi
     
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    Poteva sembrare che la neve aveva smesso di cadere ma solo pochi istanti dopo il vento continuò a imperversare e quella calda pelliccia dava un conforto non indifferente a Torque abituato a climi tropicali dei mari dell est.
    Spinto dalla voglia di sopravvivere scalò quell ultimo pendio e mise piede sul pavimento esterno di quel rifugio. A guardarlo meglio con la sua forma a cupola e l'imsieme di colonne si capiva che era un monastero un luogo di preghiera vista la maestosità il silenzio del posto.
    Salì quei pochi gradini che lo separavano da quel portone e bussò. 《Aprite,si gela qui fuori》 gridò interrompendo la quiete formatasi. La neve ricominciò a scendere proprio in quell' istante.Se non voleva restare assiderato doveva muoversi a trovare un luogo caldo. Continuò intensamente a bussare aumentando la potenza con cui colpiva.
    Il portone si aprì a una figura uscì dalla porta frapponendosi tra l'entrata e Torque. 《Mi dispiace non accettiamo visite a quest'ora siamo in meditazione e sarebbe invitato ad andarsene e a non tornare.》Chiuse il portone prima di sentire qualsiasi risposta.
    《Se questo vuole le maniere forti avrà pane per i suoi denti.》Innervosito si scagliò con tutta la sua collera contro il portone cercando inutilmente di far cadere i cardini.
    《Stupido monaco esci fuori che ti faccio a pezzi e ti faccio assaporare i pugni di questo lupo di mare.》
    Il suo discorso ebbe una reazione, infatti il monaco uscì dal portone con in mano un bastone di legno e con sguardo imperturbabile disse:《Questo è un luogo di pace e tranquillità e tu lo hai rovinato ora ti suonerò come se fossi una campana e non smetterò prima di averti intonato per il rintocco di domani mattina.》
    Torque estasse la falce dove il sangue di lupo l' aveva tinta di rosso e con sguardo omicida e denti aguzzi iniziò a correre verso il monaco che invece restò fermo a fissarlo.
    《Fatti sotto monaco, ora ti squarto.》
    A pochi metri dal monaco inciampò e cadde svenuto esattamente ai piedi del suo rivale, non abituato a quelle temperature aveva raggiunto il suo limite già colpendo il portone.
    Restava al monaco la decisione, portarlo dentro o lasciarlo li a morire.
     
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    Passò qualche minuto prima dell'arrivo di una zuppa calda a base di vedure, Jericho non volle analizzare il contenuto per paura di scoprire qualche ingrediente indesiderato e ripulì la ciotola in legno senza porsi domande sul contenuto.

    Il sapore non era male, forse potrei azzardarmi a chiedere la ricetta...

    La guida si era già addormentata beatamente a poca distanza da lui e nell'aria riecheggiava una specie di preghiera ripetuta più e più volte. L'aldarese rimase fermo ad occhi chiusi cercando di decifrare le parole che componevano il mantra, ma le differenze linguistiche impedivano a Jericho di capire perfino il senso di quello che dicevano.

    La tempesta sembrava ben lungi da voler smettere, quindi tanto valeva chiudere gli occhi ed aspettare di addormentarsi. L'apprendista mago ci sarebbe quasi riuscito se non fosse per delle urla provenienti da fuori; inizialmente lasciò correre, non erano affar suoi, ci avrebbe pensato il monaco di turno ad accoglierlo.
    Tuttavia il chiasso non s'interruppe e Jericho si vide costretto ad intervenire personalmente per vedersela con quello scocciatore; ad ampie falcate raggiunse il portone aperto, sull'uscio vi era un bonzo più corpulento del precedente e con un bastone in mano e steso a terra un uomo con sopra una pelliccia di lupo.

    Quell'idiota si è presentato qui sbraitando e disturbando le nostre preghiere, ma a quanto pare era al limite ed è crollato a terra prima di assaggiare le mie arti marziali.

    Jericho era un pò interdetto sul da farsi, non voleva contraddire il monaco di fianco a lui, dopotutto era un ospite e non voleva prendere le decisioni per loro, ma mosso a pietà per la condizione dell'uomo mezzo morto decise di intervenire in suo favore.

    Aiutami a portarlo dentro, non vorrai mica che muoia assiderato?

    Il bonzo ci pensò un pò su, dall'apparenza non sembrava molto rapido a prendere decisioni, perciò l'aldarese si avvicinò allo sconosciuto steso per terra, prendendolo per le gambe.

    Andiamo! Lo puniremo dopo per aver disturbato le preghiere.

    Il monaco si grattò un stizzito il doppio mento, poi si decise a prendere sotto le ascelle lo straniero per portarlo all'interno.

    ...



    I due stesero lo straniero su un giaciglio di paglia e tolta la pelliccia di lupo fradicia a causa della neve, constatarono entrambi che aveva un pessimo gusto per i tatuaggi.

    Ha una brutta ferita da morso sul braccio, ma non sembra nulla di irrecuperabile, dopo aver disinfettato la ferita e fasciata sarà apposto.

    Se da problemi chiamami, così lo metterò subito in riga col mio bastone.

    L'apprendista mago guarì la ferita con l'utilizzo delle sue tecniche rigenerative, disinfettandola nel frattempo con dell'alcol e fasciandola ben stretta per evitare ulteriori infezioni esterne o fuoriuscite di sangue.
    Non c'era molto da analizzare di quell'uomo... le uniche cose che aveva erano una falce rozzamente ricavata dalle ossa di un animale esotico e la pelliccia tolta da un animale ucciso di recente (era facile intuirlo da quanto puzzava). Stanco per il viaggio e per le cure fornite all'uomo stese vicino a lui, Jericho si appoggiò alla parete e chiuse gli occhi, entrando ben presto tra le braccia di morfeo.
     
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  5. Ksarashi
     
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    Le sofferenze di Torque continuavano anche mentre dormiva, la febbre continuava a salire e nella sua mente il dolore si tramutava in incubi. Anche se non voleva far male a nessuno, quando in passato era capitato di assaltare una nave, qualcuno moriva sempre Che fosse un pirata o civile poco importava, era comunque sangue sulle sue mani e ogni volto tornava a perseguitarlo nei momenti di sconforto o di delirio. La sua facciata di persona sorridente nascondeva una dura verità, un uomo che non sapeva scegliere una via senza spargimenti di sangue.
    Verso notte fonda quando ancora le preghiere dei monaci erano una voce sussurrante, presente nella sua mente e in ogni angolo recondito di quel luogo, si svegliò e bevve dell'acqua che era in un vaso li vicino, acqua ghiacciata e probabilmente usata dai monaci per intingerci qualcosa e non certo per berla. Guardò il braccio e vide segni di una cucitura fatta bene e le ferite presentavano già una parziale rigenerazione, un lavoro davvero ben fatto.
    Il monaco che precentemente gli aveva impedito di entrare nel tempio se ne stava fermo accanto a lui con ancora, fra le mani, le bende che aveva usato per lavargli la fronte... e dire che non l'aveva visto subito! Egli gli porse una fascia di stoffa per dargli conforto dal freddo, Torque accettò il gesto di quell'uomo anche se pensava a poco prima, quando ostile come un mulo che si ferma per strada, non gli aveva permesso di entrare.
    Nell'aria c'era un odore forte che bruciava narici e palato, si soffermò a capire cosa fosse e ne cercò la direzione, vide un piatto di rame per terra con una parte bucata dal quale usciva del fumo chiaro. Si avvicinò e sollevando di poco il coperchiò capi che si trattava di erbe bruciate cui l'effetto di certo rilassava mente e muscoli.
    La stanza era murata ma aveva delle parti libere dal quale usciva ed entrava l'aria, specialmente le parti più esterne dove evidentemente gli ospiti poco graditi dimoravano non riscaldati a dovere, ma poco gli importava era già tanto essere vivi.
    Prese in mano il suo falcetto rudimentale che stranamente non gli avevano portato via, il monaco puntò il bastone pronto ad uno scontro se Torque avesse fatto un movimento di troppo, ma il pirata fece cenno di abbassare l'arma e mostrò una cosa curiosa, nel manico della falce vi era uno strano pezzo di legno lungo non più di 30 centimetri tutto adornato di piume che finiva in punta con una parte cava. << E' una pipa, vecchio mio, non ne hai mai vista una?>>
    Torque si sedette vicino al vassoio contenente le piante e erbe e ne prese un po mettendolo nella parte finale e cava della pipa e con un legnetto li vicino fatto per accendere gli incensi e lanterne avvicinò una piccola fiammella a contatto con quell'erba secca che prese fuoco, e quando si spense emise del fumo dalla bocca. <<di solito non fumo, ma il freddo e il dolore mi hanno già abbattuto abbastanza. Non vorrai lasciarmi qui da solo, vero? >>
    Il ragazzo che lo aveva curato era seduto li vicino contro una parete e non si capiva bene se dormisse o se manteneva un basso profilo ma se stesse vegliando sulla sua incolumità visto che un pirata gli stava a pochi passi.
    La guida che aveva accompagnato il ragazzo probabilmente si era svegliato con il baccano o magari soffriva di insonnia.
    La guida si sciolse un po' respirando dalla pipa e raccontò per bene cosa il ragazzo biondo esperto di medicina fosse venuto a fare in quel luogo sperduto, aggiunse dettagli sulla destinazione e su come spostarsi prima attraverso l'arcipelago e infine verso la capitale dell'impero dove doveva portare dei rapporti, quelle informazioni nella mani giuste potevano valere molto oro in monete.
    Il tempo sembrava non passare tra le storie che raccontava la guida e tutte le cose che il monaco mostrò loro, evidentemente quello che gli serviva era qualcuno che lo ascoltasse, mostrò anche alcune tecniche di combattimento colpendo dei punti precisi dove si poteva fare un gran male, e Torque lo aveva capito.
    Il sole già da un po' illuminava la montagna con i suoi raggi e dalle finestre si poteva osservare la distesa di laghi e fiumi che scorrevano fino a valle, per essere un luogo descritto come proibito quel panorama era veramente liberatorio.
    L'effetto di quei fumi era svanito come anche il dolore, il monaco invece non era del tutto lucido ma comunque portò del cibo commestibile e ben preparato. Il tutto consisteva in delle bacche e verdure condite con delle pregiatissime spezie, come cucina non era affatto male, quei monaci sapevano il fatto loro.
    Non fù facile vista la notte appena passata ma con un panno si passò via dal corpo residui di sangue e sudore e mise uno di quei vestiti in seta per poi mettersi sopra il suo soprabito rosso con le pelli di lupo sopra, certo non era un bello spettacolo ma le apparenze erano comunque da salvaguardare, era un pirata dopotutto.
    Si mise d'accordo con la guida che avrebbe detto al medico della nave che lo aspettava al porto e che li avrebbe accompagnati dove volevano come gentile omaggio dell'aiuto offerto, anche se erano tutte fandonie raccontate allo scopo di arrivare più vicino possibile a Tortuga dove lo aspettavano delle spiegazioni da dare a suo zio.

    Edited by Ksarashi - 17/6/2015, 22:14
     
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    Purtroppo o per fortuna il biondo si perse tutta la parte in cui il pirata, il bonzo e l'esploratore si lasciavano andare.
    Dormì beatamente sognando di essere un potente mago, talmente abile da poter trasformare in uno scoiattolo anche la più mostruosa delle creature; era da tutti rispettato e servito come un dio, oltre ad essere ricco oltre l'inverosimile, aveva fondato una città tutta sua e diverse accademie di magia in tutto il continente.

    Tuttavia quel sogno si trasformò presto in un incubo, per qualche assurda ragione il mondo venne invaso da una legione immensa di esseri simili a Yang-shi e dopo essere stato circondato e attaccato per diversi giorni, fu costretto ad arrendersi e a suicidarsi per non farsi trasformare in uno di loro.
    Nell'istante della sua morte nel mondo dei sogni gli occhi dell'apprendista mago si aprirono di scatto, come se fosse stato riportato di forza alla realtà. Sudava e gli ci volle qualche attimo per ritornare alla realtà, intorno a lui non vi era nessuno; nel grosso camino circolare al centro della stanza il fuoco era ormai spento e solo qualche scintilla guizzava qua e là.

    Devo aver dormito molto... effettivamente ero molto stanco.

    Dopo queste banali considerazioni Jericho si stropicciò gli occhi e dopo aver sbadigliato (per fame), uscì dalla stanza in cerca della guida o uno dei monaci. Incontrò invece lo sconosciuto che aveva soccorso svariate ore prima, era vestito con della seta rossa e la pelliccia con cui era arrivato; quest'ultimo se ne stava ad osservare il panorama dalle aperture sui muri che davano sulla valle.

    Un bel panorama...

    Esordì il biondo con voce pacata, non sapeva se quello straniero si era accorto della sua presenza o meno, perciò non voleva spaventarlo. Proseguì il discorso mentre si avvicinava all'interlocutore.

    Allora come va il braccio? ... Ah tranquillo non ti chiederò alcun pagamento, prendilo come un atto di gentilezza.

    Il mio nome è Jericho Uroboros e sono un semplice mago in cerca di fortuna. Chi sei e per quale motivo sei su queste montagne?


    Due domande abbastanza schiette. Dal canto suo l'aldarese non aveva nulla da nascondere e quello che aveva appena detto era la pura verità, non c'era nessuno ad origliarli in quel momento, perciò potevano parlare liberamente.
    Jericho non sapeva degli accordi presi con la guida, né che quest'ultima aveva rivelato lo scopo della sua missione in quei luoghi sperduti.
     
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  7. Ksarashi
     
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    Sempre a presentarsi per ultimo,una delle sue vecchie cattive abitudini. 《Torque Toortle, non mentirò a chi mi ha salvato la vita, non oggi.》
    Esclamò, non sicuro se il suo interlocutore conoscesse il suo nome o quello che aveva fatto in passato, non vide una reazione negativa negli occhi di Jericho e capì che almeno per ora le sue avventure passate non erano conosciute da chiunque del versante nord da dove il ragazzo alchemico proveniva.
    《Il braccio sta bene, ci sarà ben presto un nuovo tatuaggio che riprenderà quello scontro.
    Sai sono un commerciante finito in cattive acque con il mio equipaggio, sai quando devi proteggere un carico prezioso non vuoi che certi farabutti ci mettano le mani sopra.》fù molto vago e lasciò subito il discorso per parlare di altro cercando di non far indagare troppo Jericho.
    《La tua guida mi ha detto che sei qui per raccogliere qualcosa... poi mi ha parlato di un trasporto verso l'arcipelago, vedi anche io sono diretto li potrei farvi prendere una nave dal porto garantendo per voi se mi portate con voi supererò più velocemente queste montagne, a me sembra un buon affare. 》la situazione sembrava un po' fredda con una richiesta così poco sincera, serviva qualcosa per addolcire di più l'accordo. 《Ricongiunto al mio equipaggio all'arcipelago posso dir loro di accompagnarvi verso la capitale sfruttando una via che solo i pescatori di zona conoscono, guadagneresti un giorno o due. Pensaci ora vado a bere qualcosa e a pisciare, se dobbiamo andare non vorrei dovermi fermare davanti a qualche lupo con le braghe calate.》
    Si era praticamente imbucato in quel gruppo e aveva portato anche un innocuo monaco a violare un sacco di regole del posto, una più o una meno non poteva far più danni così gli aveva fatto dire che avrebbe dato quello che serviva al ragazzo insieme a delle scorte di provviste.
     
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    Il biondo ascoltò quello che aveva da dire l'interlocutore, presentatosi come Torque Toortle.

    Un nome particolare, ma mai sentito prima, altrimenti me ne ricorderei sicuramente.

    Capisco, quindi sei un commerciante naufragato, mi spiace per le tue merci e per il tuo equipaggio. Se vuoi percorrere la strada verso la base commerciale verso cui siamo diretti non c'è problema, mi farebbe comodo una guardia del corpo, però sai...


    Il tono inizialmente amichevole scemò nelle ultime parole e ne prese il posto uno più serio.

    ... devo portare quello che ho trovato dal mio cliente e non posso permettermi deviazioni, temo che le nostre strade si separeranno prima di prendere il mare.

    Aveva un pò compassione per quell'uomo, aveva perso tutto per cause altrui e non poteva tornare nella sua terra natia perchè non aveva nulla. Tuttavia non poteva aiutarlo, i soldi a sua disposizione scarseggiavano e non poteva permettersi di aiutarlo.

    Ma se le nostre strade coincidessero... dove si trovano i tuoi compagni?

    Jericho non diede nessun indizio su dov'era diretto, voleva una risposta chiara da Torque, di arcipelaghi quel mare ne era pieno, aveva poca conoscenza pratica di quei luoghi, ma prima di partire aveva memorizzato la maggior parte delle cartine, nello sfortunato caso in cui si fosse perso.

    Finita la conversazione con lo straniero, l'apprendista mago si sarebbe diretto dalla sua guida, chiedendogli quanto avesse rivelato a quell'uomo della missione, ma non prima di aver fatto colazione.

    Quelle bacche facevano abbastanza schifo, ma se non altro ho qualcosa nello stomaco. Questi monaci sono dei tipi strani, ma sono stati molto ospitali nei nostri confronti, forse dovrei lasciargli qualche moneta per il disturbo... meglio di no, potrebbero offendersi.

    Ehi, proprio a te cercavo.


    Disse rivolgendosi in maniera un pò sgarbata al suo apripista, inoltre lo sguardo serio del biondo non presagiva nulla di buono.

    Cos'hai detto di preciso a quell'uomo, gli hai per caso rivelato cosa trasporto?

    No, signore. Gli ho solo che trasportavi qualcosa di valore per la medicina, nulla di specifico.

    Non ti hanno pagato per rivelare agli sconosciuti quello che trasporto. D'ora in poi vedi di tenere la bocca chiusa, il resto del compenso ti sarà dato una volta raggiunta la base commerciale.

    Il tono di Jericho era leggermente alterato, nonostante avesse salvato la vita di quell'uomo non significava che si fidasse completamente di lui.
    Era stato un pò stronzo nei confronti dell'apripista, ma quest'ultimo aveva parlato fin troppo; lo sconosciuto poteva essere chiunque, i tatuaggi e le sue preferenze in fatto di abiti non aiutavano di certo a classificarlo come persona totalmente affidabile.
    Avrebbe poi intimato alla guida di congedarsi dai monaci e preparare le sue cose, l'aldarese sarebbe uscito dal monastero, attendendo l'arrivo dell'apripista e di Torque.
     
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  9. Ksarashi
     
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    Ripensandoci Torque aveva detto troppo, qualcosa poteva averlo tradito come anche aver parlato della capitale che era una cosa ovvia visto l abbigliamento ma se quella non fosse stata la direzione finale o se la frase fosse stata presa male poteva non essere un viaggio tranquillo fino a valle.
    Si tenne lontano e schivo da loro non volendo dare troppo nell'occhio.Fino al ricongiungimento con Jericho alle porte del tempio. Come se avesse preparato un discorso appena arrivò con la guida e Jericho vicini parlò.
    《Io commercio in liquori...》 mezza verità infatti ruba i liquori e carichi di beveraggi per la locanda di suo zio Borton.
    《Solitamente prendo vie poco battute dai pirati che se non si sta attenti rubano tutto quello che si ha a bordo.Però non è andata bene l'ultima volta quando prendendo lo stretto tra Nasdradeva e l isola più vicina mi hanno assalito, se ripassiamo da li ci dovrebbero ancora essere segni della mia nave e del carico che trasportavo.》Ultima speranza di farsi accompagnare, era vero che da un punto della montagna avrebbero visto dall'alto una nave distrutta con delle botti galleggianti, sperando che la bandiera fosse affondata assieme alle parti compromettenti.
    《Quando arriveremo al mio equipaggio racconterò cosa è successo alla prima nave e vi farò avere del rum per sdebitarmi.》
    Tenne il braccio lungo il fianco pronto ad estrarre e a colpire prima la guida e poi il ragazzo se avesse cercato di sorprenderlo, sperava di non dover atrivare a tanto.
     
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    I tre si radunarono davanti all'uscita, lì Torque tenne un discorso per specificare un pò meglio di cosa si occupava ed infine fece una proposta ai due.
    La guida non si azzardò più a parlare, non voleva giocarsi il resto del suo compenso solamente per la sua lingua troppo sciolta, perciò mise la decisione nelle mani del biondo; quest'ultimo era molto titubante alle parole dell'uomo tatuato, voleva credergli, anche se il suo aspetto gli suggeriva il contrario.

    Forse questa volta non dovrei farmi ingannare dalle apparenze, potrebbe dire la verità...

    Ok, faremo questa piccola deviazione.


    Jericho sperava di guadarci qualcosa, lui non beveva alcolici, ma poteva sempre rivenderli e farci dei soldi facili, per questo motivo decise di dare una possibilità all'uomo. Se avesse tentato brutti scherzi sapeva come difendersi... più o meno, non era di certo un gattino indifeso, ma non era nemmeno una forza inarrestabile.
    La natura pavida e il fisico non adatto per le risse dell'aldarese non lo ha reso di certo un combattente pronto a tutto, lui era portato più per la magia e per aiutare gli alleati, in disparte, in un combattimento uno contro uno era molto svantaggiato, comunque poteva sempre darsela a gambe se le cose si fossero messe male, aveva delle gambe veloci.

    Scacciò i cattivi pensieri dalla testa e decise di dar credito alle parole di Torque. Per l'accompagnatore di Jericho non c'erano problemi, avrebbe guidato i due fino alla costa, da lì poi avrebbe lasciato il comando del gruppetto al commerciante di liquori fino al relitto della sua nave.

    Prima di andarsene il giovane monaco che li aveva accolti (quello più mingherlino) li mise in guardia riguardo lo scendere a valle. Infatti pareva che oltre ai lupi in quei luoghi vivessero altre creature, molto più aggressive e soprattutto potenti, intimandogli di non abbandonare il sentiero (già, c'era una strada pavimentata, anche se coperta dalle copiose precipitazioni nevose) per nessuna ragione al mondo.
    I monaci salutarono amichevolmente i tre avventurieri, Jericho e la guida ricambiarono, per poi scendere verso la costa.

    La discesa non era affatto facile; il sole alto e splendente nel cielo rendeva il manto nevoso molto instabile, il rischio di valanghe era elevato e come se non bastasse la ripidità di alcune pareti rendeva impossibile proseguire. L'apripista espresse immediatamente le sue perplessità al resto del gruppo.

    Non si può proseguire per il percorso stabilito, il rischio di scivolare e cadere nel burrone è troppo elevato, dobbiamo trovare una via alternativa attraverso le 'strade pericolose'.

    Il termine non piacque affatto all'apprendista mago, tanto da insistere nel proseguire per il sentiero stabilito. Tuttavia chiunque fosse un poco esperto si sarebbe accorto dell'impossibilità a proseguire, come già detto in precedenza si trattava di costeggiare un burrone e come se non bastasse le rocce erano scivolose a causa della neve in scioglimento.
    Jericho si sporse per osservare meglio le condizioni della strada, scivolando per l'appunto e finendo col sedere per terra e rischiando di arrivare a valle per la via più rapida, ovvero cadendo dalla montagna.

    La guida, già pronta per una simile evenienza, afferrò tempestivamente la mano dell'aldarese, salvandolo da una letale caduta.

    Come ho già detto: Non si può proseguire per di qua!

    Non rimaneva che aggirare lo strapiombo e passare per la via che i monaci gli avevano raccomandato di evitare.

    Nonostante lo spettacolare paesaggio davanti ai loro occhi, sembrava esserci qualcosa di inquietante nell'aria, come se qualcosa li stesse seguendo. L'apripista era nervoso e si voltava spesso, inginocchiandosi e poggiando la mano sulla neve per qualche strano motivo, per poi fare segno con la mano di proseguire.
    Jericho s'interrogava su cosa stesse facendo, ma esitava a chiederlo, per paura della risposta; quel clima di tensione gli dava i brividi...

    No, non è il momento di preoccuparsi di supposizioni infondate, i monaci possono sempre sbagliarsi, anche se ho una brutta sensazione da quando abbiamo abbandonato il sentiero.

    Edited by Isawa - 21/6/2015, 16:48
     
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  11. Ksarashi
     
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    Torque guardava l'ago della bussola roteare all'impazzata, la causa era da attribuirsi sicuramente alle interferenze magnetiche delle montagne. La via era ricoperta di una fitta neve che rendeva impossibilile il passaggio atraverso il sentiero , oramai non si vedeva nemmeno il tracciato percorribile. La guida ebbe la geniale idea di legarsi con una corda a loro per evitare di precipitare nel vuoto.
    << Dirò la verità non ho mai percorso un terreno tanto ripido, ma vi prometto che starò attento >>
    La guida parlò con una voce tremolante che si disperdeva nel freddo vento.
    Fidarsi della prima persona che si offre di accompagnarti su una montagna non doveva essere stata la scelta più saggia che Jericho avesse fatto fin a quel momento, pensava Torque.
    Arrivarono ad un ponte pericolante dove un passo falso poteva portare tutti e tre in un'altra vita.
    I piedi erano sulle impronte che la guida e Jericho lasciavano prima di lui per evitare di calpestare un punto delicato e pericolante.
    Il ponte sembrava reggere, ad un tratto però l'uomo che li accompagnava mise un piede dove non doveva e cadde di sotto strattonando anche Torque nel tentativo di reggersi.
    caddero da lati diversi del ponte creando una specie di equilibrio ma tutto il peso sarebbe stato sostenuto dal alchemico che pur essendo di una portature media non poteva di certo reggerli entrambi.
    Torque estrasse la lama con un intento ancora da scoprire, sembrava che volesse tagliare la corda a cui l'uomo era legato, quello stava pensando la guida mentre urlava suppliche senza molto significato per il pirata.
     
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    La guida inconsciamente li aveva messi tutti e tre nei guai, legandosi tutti insieme come salami da seccare li aveva condannati a cadere uno dietro l'altro quando l'apripista scivolò sulla neve bagnata.
    Non andò proprio così, infatti Torque venne si trascinato anche lui, ma per riflesso o forse per fortuna riuscì a sbilanciarsi dalla parte opposta dell'apripista, riuscendo a bilanciare il peso; in mezzo ai due salami penzolanti c'era Jericho, in una situazione mooolto precaria.
    Con la sola forza del suo esile corpo doveva sorreggere il peso di due persone e nonostante in un primo momento ci riuscisse, grazie all'adrenalina dell'istante, dopo qualche secondo era chiaro che non sarebbe riuscito a resistere ancora a lungo.

    Mentre i suoi piedi scivolavano lentamente a lato e tutti i suoi muscoli del suo corpo tremavano per lo sforzo, udiva le urla dell'apripista, mentre dall'altra parte lo straniero se ne stava fin troppo calmo per una situazione del genere. Nonostante la pressione e lo sforzo di tutto il corpo l'apprendista mago riuscì a parlare, per dare delle direttive al resto del gruppo.

    Cercate di mantenere la calma. Posso tenervi ancora un pò... cercherò di stendermi sulla superficie del ponte per non dover più sopportare il peso di voi due.

    L'idea non suonò male alle orecchie della guida che sembrò calmarsi e riprendere un pò di contegno (non si trattava di un professionista, ma era comunque natio di quei luoghi e li conosceva bene), chissà se il commerciante di rum sarebbe stato dello stesso avviso.
    In ogni caso l'idea del biondo aveva una grossa falla, ovvero il peso dei tre sarebbe rimasto concentrato su una parte del ponte molto a lungo e questo poteva compromettere l'integrità della struttura in legno e funi.
    Benché aveva dei dubbi sulla riuscita del suo piano l'aldarese si sarebbe steso lungo la superficie di legno, cercando di occupare più spazio possibile e allungando gli arti alle estremità per assicurarsi una presa più sicura; la corda legata alla vita adesso poggiava sulle assi del ponte dando la possibilità ai due di risalire... molto piano e facendo attenzione.

    Adesso cercate di risalire sfruttando le braccia, reggendovi con le gambe e facendole scorrere piano.

    Avrebbe potuto scegliere una via più rapida, ovvero usare una folata di vento tagliente per staccare una delle due funi e far cadere uno dei due malcapitati giù per il burrone, per poi tirare su quello più utile, ma Jericho non era una persona cattiva in fondo... forse.
    L'apripista non si fece ripetere due volte l'invito, iniziando a risalire la corda, cosa avrebbe fatto l'altro?

    Per quale motivo non sono rimasto a casa e mi sono infilato in questo casino!
     
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  13. Ksarashi
     
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    La guida piangeva, piangeva troppo e non smetteva di divincolarsi, il suo nome era Kah Ill significava in qualche lingua antica temuto dalla montagna.
    Si guardò il petto e vide la lama in osso di Torque che gli trapassava la gabbia toracica facendo fuoriuscire un'immensa quantità di sangue che grondò su Torque stesso.
    Vide la corta tagliata da Jericho quella di Torque che aggrappò alla falce conficcata nel petto e con tutto il suo pesò dilaniò completamente lo sterno facendo fuoriuscire gli organi che si andarono a fondere con gli abiti del pirata e alla sua pelliccia di animale.

    < Ehi ! SVEGLIATI! Santo cielo stai avendo un attacco di panico, non ti sto facendo nulla.
    Per tutta la barba di mio zio Boron, stai delirando ad occhi aperti, l'aria satura di ossigeno ti sta facendo vedere le tue peggiori paure realizzarsi, voglio solo legare la fune che hai al collo alla falce per lanciarla e sfruttara come appiglio. >>

    L'uomo rinsavì e fece silenzio, rimase vicino a Torque fermo immobile a seguire i suoi movimenti.

    << Ehi tu lassù riesci a sentirmi? Devi buttare il tuo peso a destra quando te lo dico, dovrei riuscire a tagliare la sua corda e mantenermi con quella che ora cercherò di fissare al ponte stesso.>>

    Legò all'estremità della falce una fune avanzata della guida e con un gioco di polso riuscì a lanciarla dall'altra parte del ponte e a farla ritornare a se.
    Legò la nuova corda all'apripista.
    << Tieni tu la falce sarai più pesante di me e risalirò e sta tranquillo che non ti tiro su.>>
    Kah Ill si fidò e tagliò la corda che li teneva legati all'alchmista in modo che quest'ultimo tirasse la corda legata a Torque per farlo risalire e insieme tirar su l'ultimo rimasto.

    Edited by Ksarashi - 23/6/2015, 19:13
     
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    Skippo il più possibile 'sta parte, altrimenti ci mettiamo un mese solo per scendere dalla montagna >_<


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    Ok, farò come hai detto... In realtà non ho idea di cosa ha in mente di preciso, ma non ho né il tempo, né la situazione giusta per mettersi a ragionare.

    Jericho si limitò ad eseguire le direttive di Torque, spostandosi a destra più che poteva. Kah Ill (ovvero l'apripista) non si pose troppe domande e si fidò dello straniero ed in breve furono di nuovo tutti e tre sul ponte.
    La guida cercò di scusarsi, ringraziando abbondantemente i due ragazzi per avergli salvato la vita.

    Grazie mille, non so come sdebitarmi, non capisco cosa mi stia succedendo...

    Un modo per sdebitarti ci sarebbe: ovvero non ti pagherò il resto dei soldi una volta arrivati a destinazione.

    Kah Ill non fece storie, accettando immediatamente quella proposta; era un uomo di sani principi in fondo, sapeva che la propria vita non valeva nemmeno tutto l'oro del mondo... o almeno così gli avevano insegnato e avrebbe creduto fino alla fine dei suoi giorni.
    I tre raggiunsero l'altra estremità del ponte, procedendo con cautela, consci che un piede messo fuori posto poteva significare morte certa e non era il caso di sfidare la sorte ancora su quell'instabile passerella sospesa e scivolosa; lì il natio del luogo annusò l'aria e fece cenno di fermarsi.

    Non sono solito passare di qui ed avrei preferito proseguire per il solito sentiero, ma la condizioni non erano delle migliori, nemmeno una capra di montagna poteva arrivare a valle indenne. Da qui in avanti non ho idea di cosa ci aspetti, prima del ponte potevamo incontrare Yeti o tigri dai denti a sciabola e con un pò di fortuna ce la saremmo cavata, ma d'ora in poi...

    L'apripista fece una pausa, gli occhi erano colmi di terrore, i battiti del cuore accelerati. Solo ora si rendeva conto di aver commesso un grave errore a passare di lì e fin da quando era piccolo i suoi parenti gli ripetevano di non passare di lì a causa della forte presenza di predatori, scaltri ed infallibili. Infatti in quei luoghi sopravvivere era una prova che solamente i migliori guerrieri potevano affrontare.

    ... c'è un motivo se questa via, molto più semplice da percorrere è stata abbandonata anni or sono. I predatori di questi luoghi sono letali ed invisibili, le "prede" sono sfuggevoli come il vento e molte di loro non esitano ad attaccare l'uomo non appena ne sentono l'odore e come vedete la neve alta fin quasi alla vita rende la fuga un'impresa impossibile.

    Sinceramente non me la sento di proseguire oltre.


    L'apprendista mago aveva ascoltato con attenzione il discorso del natio, non faceva una piega e normalmente avrebbe fatto marcia indietro a gran velocità; tuttavia quella era una situazione eccezionale, quindi valeva la pena rischiare.

    Devo proseguire, i tempi per portare a compimento l'incarico sono stretti, inoltre un vegetale così delicato non durerà a lungo in quelle condizioni.

    Jericho capiva cosa provava Kah Ill, dopotutto due fifoni come loro si capivano a meraviglia; pensò sul da farsi, interrogandosi a lungo, tuttavia per non prolungare a lungo il silenzio e scoprire di più sui predatori che infestavano quei luoghi volle porre una domanda alla guida.

    Hai parlato di creature... che tipo di creature potremmo incontrare se proseguiamo, voglio dei dettagli ben precisi.

    Kah Ill scrutò preoccupato il suo datore di lavoro, sapeva dove sarebbe andata a finire, ovvero avrebbero proseguito nonostante i suoi avvertimenti, dopotutto era logico non arrendersi dopo tutta la strada percorsa e i rischi affrontati fin'ora. Sospirò in segno di resa, rivolgendosi con un tono rassegnato al suo interlocutore.

    Vi sono una marea di predatori, nonostante siamo in un ambiente freddo e ristretto, il numero di specie presenti è elevato, tuttavia uno di loro si distingue per ferocia e doti di caccia: si tratta di un grosso umanoide, meno robusto di uno Yeti, ma decisamente più agile e veloce, la sua alimentazione è carnivora e il suo nome nella lingua locale è sinonimo di morte.

    Non si prolungò molto sui dettagli, cosa che non dispiaceva per niente all'aldarese; quest'ultimo solamente all'idea di una scimmia mangia uomini divenne più pallida della neve. Malgrado le parole della guida, il biondo non prese la decisione di andare avanti, senza prima chiedere il parere del terzo membro dello strano gruppo.

    Tu che ne pensi?
     
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    Nella Terra delle Bestie Selvagge



    Le parole di Jericho echeggiano per qualche istante nella conca che si erge davanti a loro. Hanno passato il ponte e sono finiti in un territorio pericoloso, davvero molto pericoloso.
    Kah li ha guidati con perizia e scrupolo fino a quel punto, ma ora inizia a titubare della sua scelta. Forse ha commesso il più grave errore della sua vita. Come guida doveva ben sapere che cosa abitava da quelle parti. Eppure quando la belva appare in tutto il suo terrificante fascino, anche la guida l'ammira con occhi colmi di paura e meraviglia.
    Una bestia enorme, alta quasi tre metri quando eretta sulle due zampe, e grossa quanto due orsi affiancati. Il pelo bianco e folto la rende quasi invisibile in quell'ambiente, ma delle escrescenze rosse e blu sul muso non le permettono di confondersi completamente con la neve.
    Arriva camminando dal sentiero davanti a loro. Poco prima non c'era, infatti era tranquilla nella sua tana, pochi metri più avanti, dove la strada curvava. Aveva fiutato un odore estraneo, e si era mossa per indagare. Aveva già incontrato esseri come quelli. Pelle rosa, pelliccia colorata, strani bastoni affilati. Avevano tentato di ucciderla, di fare del male a lei e ai suoi cuccioli. Non avrebbe permesso loro di proseguire.
    Kah non conosce quella fiera, ma vi informa che potrebbe trattarsi di un Almaty, un'essere delle leggende di Nasradeva. Si narra che gli Almaty siano esseri intelligenti, grandi quanto e più degli uomini, coperti di pelo e che vivono nella parte più remota delle montagne. Non sa dirvi molto sul suo conto, se non che sembra pericoloso e che forse dovreste tornare indietro.

    L'Almaty non aspetta un vostro invito. Siete nel suo territorio, siete un pericolo. Decide di darvi un avvertimento, prima di passare ai fatti.
    Si alza sulle gambe posteriori assumendo una postura eretta, poi spicca un salto, ricadendo pesantemente sulle zampe posteriori e facendo schiantare a terra le anteriori con tale forza da sollevare una nuvola di neve e scuotere la terra.
    [Azione - Action: Wild Stomp]
    CITAZIONE
    Action: Wild Stomp
    Focus: Utilità
    La bestia scuote il terreno in un'area circolare attorno a sé con raggio 15m, causando status STUN a chiunque sia entro il raggio. Il terreno davanti alla bestia per 5 metri è dissestato e costituisce terreno accidentato con malus -5m ai movimenti a chiunque lo attraversi.
    [Cooldown: 3 Turni]
    [Charka: 30]

    Dopo aver effettuato dato sfoggio della propria forza bruta, ma bestia si sarebbe rimessa a quattro zampe, frustando l'aria con la lunga coda con fare nervoso. Avrebbe atteso che i tre invasori se ne fossero andati. Se erano intelligenti, avrebbero capito che non era il caso di scherzare con una bestia simile.
    [Stance: Beastlike]
    CITAZIONE
    Stance: Beastlike
    La bestia assume una posizione a quattro zampe, favorendo i movimenti evasivi a scapito della potenza e resistenza. La potenza e la resistenza sono ridotte di 10, il costo della schivata è dello solo slot azione e i movimenti senza costo sono aumentati di 5.



    WHITE ALMATY

    SCHEDA D'OSSERVAZIONE
    Tutto ciò che i vostri personaggi osservano e comprendono della "bestia" man mano che la affrontano.

    Aspetto: Almaty.
    Creatura bestiale, simile ad un grosso umano coperto di pelliccia bianca e con alcune escrescenze rosse e blu sul viso. Denti ed unghie molto affilati e pericolosi. Alto 3m in posizione eretta, 1.50 quando è a quattro zampe.
    Odore: //
    Comportamento: Protettivo. Sicuro di sé.
    Movimento: Immobile per ora.
    Rapidità: ?
    Fisico: ?
    Immunità: ?
    Vulnerabilità: ?
    Abilità: ?
    Discipline: ?
    Arti segrete: ?
    Skill: Wild Stomp, Beastlike.

    Slot Usati: Azione
    Slot Rimanenti: ?
    Status: //
    Danno Subito: 0




    CITAZIONE
    MAPPA
    Ecco la mappa, perdonate l'orrenda mappa, ma non le so ancora fare così ne ho presa una standard innevata.
    1 quadrato = 5 metri


    Edited by Silver Element - 28/6/2015, 19:05
     
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41 replies since 12/6/2015, 15:30   559 views
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