L'ombra del male

Background per arte segreta

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  1. :Karma:
     
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    Mostro

    CITAZIONE
    Questi avvenimenti sono immediatamente successivi ad Arcana.

    Barcollando si avvicinò al lembo dell'apertura del tendone, scostandolo per farvi il suo ingresso. Una infida emicrania gli trapanava il cervello mentre gli occhi cercavano di abituarsi all'oscurità dell'interno. I suoi vestiti erano ancora fradici e nel complesso si sentiva infreddolito e debole, la prima cosa da fare era cambiarsi quegli abiti, magari chiedendone in prestito a quegli artisti itineranti.

    Dopo aver mosso qualche passo sulla terra battuta mista a paglia, udì una voce familiare chiamarlo. Fu indotto a voltarsi verso l'entrata da cui aveva appena fatto il suo ingresso notando la rossa acrobata assieme alla sua scimmietta che lo guardavano con fare interrogativo.

    Ehi, eccoti qua. Iniziavamo a chiederci dove fossi finito. Dormito fuori stanotte? Karma aggrottò le sopracciglia distogliendo lo sguardo. La luce esterna continuava a dargli fastidio e il dolore alla testa era al limite della sopportazione. Non riuscivo a dormire.. Cominciò a dire confusamente. La verità è che ricordava solo in parte gli avvenimenti dell'ultima notte. Mi sono allontanato per fare una passeggiata nella foresta, non vi ho avvisato perché non volevo svegliarvi..

    In quel momento si udirono in lontananza voci indistinte che parlavano a volume alto. Normalità per un circo ma la rossa ne fu vagamente distratta, voltandosi velocemente per poi ritornare su Karma. Lui la guardò, facendo una pausa notando la distrazione, individuando un barile abbastanza grosso lì vicino e sedendovisi stancamente. Quando la rossa lo guardò di nuovo, lui continuò con la stessa aria confusa. Devo essermi addormentato in riva al ruscello. Forse mi sono fatto una nuotata prima. Non ricordo-

    Un urlo stridulo femminile eccheggiò nell'aria facendo trasalire tutti e tre, Hera inclusa. Proveniva dall'esterno ed era abbastanza vicino. Altre voci agitate facevano da contorno fin quando nè Karma nè la rossa poterono più ignorarle. Che sta succedendo? Chiese confusa la ragazza mentre compiva alcuni passi per uscire dal tendone e dirigersi verso la confusione di voci. Karma tornò in piedi, attirato anche lui da quel caos e percorrendo a passi veloci la distanza che lo separava dall'altra per andare a controllare cosa era accaduto.

    All'esterno di un altro tendone s'era formata una calca di avventori, tutti visibilmente scossi. C'è chi discuteva sommessamente, donne con le mani che coprivano la bocca per lo sgomento, chi singhiozzava di un pianto nervoso. Nessuno fece casi al loro arrivo tanto erano coinvolti in quella situazione, per cui i due mossero passi incerti verso l'ingresso del tendone cercando di capire il perché di quella agitazione.

    La rossa fu la prima a sbirciare dentro al tendone, cercando di abituare gli occhi alla minore luminosità. La vista di quel che c'era dentro gli provocò un sussulto e finì paralizzata dall'orrore. Hera cominciò ad agitarsi come una forsennata e questo mise in allarme alcuni uomini, circensi con resposabilità, che rendendosi conto della giovane età della ragazza si adoperarono per allontanarla. Karma a questo punto, mal di testa a parte, decise di controllare a sua volta, ma gli uomini cercarono di fermare anche lui. L'arcadiano fece il viso duro, non essendo intenzionato a fermarsi e quelli lo fecero passare senza ulteriore resistenza.

    Lo spettacolo all'interno era raccapricciante. La terra era imbrattata di liquido scuro e denso, solo dove la luce filtrava si riusciva a scorgere la tinta rossastra ad evidenziare la natura di quel liquido. Esso imbrattava anche i tendoni, le gabbie erano aperte e semidistrutte. In giro un pò ovunque erano sparse interiora di poveri animali, maiali per lo più, sventrati e fatti a pezzi. Era il tendone dove il circo teneva gli animali da cibo, assalito da qualcuno (o da qualcosa) che lo aveva trasformato in uno scempio orripilante.

    Controllate. Qualcuna delle tigri è scappata?

    No signore, non manca nessuno dei carnivori all'appello.
    Come riuscite a spiegarlo allora?
    Qualche animale della foresta forse..
    Non diciamo sciocchezze, in questa parte del paese non esistono carnivori così grossi da riuscire a compiere un simile scempio.
    Non ha senso. Avremmo dovuto sentire qualcosa stanotte. Come è stato possibile..

    Le voci si confondevano nella mente di Karma che era entrato in uno stadio confusionale. Si sentiva osservatore esterno di se stesso in mezzo a quello scempio, immerso in voci confuse e iraconde. Davanti agli occhi cominciarono a passargli delle immagini confuse. Il fiato corto, il sangue sulle braccia e sul petto, azioni veloci e cruente da non lasciare spazio alle prede nemmeno di urlare il proprio terrore. Il tutto visto in una luce rossa e insana come in un incubo lontano.

    Danny! Danny dove sei! DANNYY!!
    Una madre urlava il nome di suo figlio fuori al tendone e questo alimentò la confusione dei presenti che cominciarono ad agitarsi ancora di più. Karma tornò in sè mentre il cuore sembrava volergli squassare il petto e fuoriuscire violentemente. Si sentì mancare il fiato e senza rendersene conto cominciò ad arretrare tirandosi gradualmente fuori da quel contesto. La rossa era distratta mentre gli uomini cercavano di calmare la madre in lacrime.

    Fu Hera a rendersi conto dei movimenti dell'arcadiano e, abbandonata la spalla della rossa, prese a seguirlo prima che fosse troppo lontano. Quel movimento fece tornare la rossa in sè e, seppur mettendoci un pò di tempo per capire la situazione, seguì a sua volta l'animale fino a raggiungere Karma, chiamandolo ripetutamente. L'uomo all'inizio non dava segno di volersi fermare ma quando la sua amica scimmia lo ebbe raggiunto ed ebbe provato a tirarlo per i pantaloni, lui dovette fermarsi mentre una tenaglia gli serrava la gola impedendogli di deglutire o respirare.

    Ehi dove stai andando? Ma che sta succedendo? Chiese la ragazza ancora sotto shock per quello che aveva visto. Non ci stava capendo più nulla nè di quel che stava succedendo nè dei comportamenti strani di Karma, ma per il momento non riusciva proprio a mettere in collegamento le due cose. Karma ansimava scosso da un tremore febbrile. Lui aveva capito qualcosa, qualcosa di orribile che lo riguardava, e questo non poteva che portare a un unica scelta: allontanarsi il prima possibile dal resto delle persone di quell'accampamento.

    Emiranda mi... mi dispiace, io... devo andare via. Il più lontano possibile da te, Hera e chiunque altro. Io.. Continuò a balbettare riprendendo a muoversi, indietreggiando. Emiranda compì un passo verdo di lui, Hera invece voleva salirgli in braccio ma lui le fermò entrambe con voce roca e alta. NO! Vi prego.. Lasciatemi.. andare. Non provate a seguirmi, mi.. dispiace. Io..

    Era troppo difficile parlare, per cui decise che era tempo di vincere ogni indugio. Si voltò e cominciò a correre, correre via verso il folto degli alberi, nemmeno Hera avrebbe potuto raggiungerlo a quel passo. La scimmia lo chiamò con versi striduli prendendo a corrergli dietro, così per qualche decina di metri, per poi fermarsi quando la distanza diventò palesemente troppa. E allora Hera si accoccolò presso le radici di un grosso albero, mugugnando la propria tristezza per l'abbadono, mentre Karma spariva dalla loro vista.

    La rossa, sconcertata, raggiunse la scimmietta lentamente, chinandosi su di lei mentre un nodo alla gola la tormentava. Non capiva un accidente di quel che era successo e non ci sarebbe riuscita tanto presto. Raccolse Hera tra le sue braccia sussurrandole parole rassicuranti. Si sarebbe presa lei cura di quel cucciolo, qualsiasi fosse il motivo a spingere Karma ad andare via così di colpo. Lentamente fecero entrambe ritorno all'accampamento, nel momento in cui una madre riabbracciava il suo figliolo appena ritrovato.

    Per un momento avevano temuto il peggio.


     
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  2. :Karma:
     
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    Rimedio

    Karma sedette su di una grossa sporgenza rocciosa, prendendosi il tempo di riposare. La strada era accidentata e ripida e diverse volte aveva rischiato di cadere, tradito dal letto di ghiaia della strada sdrucciolevole. Era passata una settimana da quando aveva lasciato Neagora insieme al circo. Aveva deciso di unirsi a loro nel viaggio perché la loro prossima tappa era Louyhong e quindi buona parte del cammino per tornare a casa poteva condividerlo con loro. Certo, anche la compagnia di quelle persone non era male. Erano brave persone, semplici e genuine che vivevano la vita nella maniera più libera e spensierata possibile, filosofia che Karma apprezzava molto.

    Due giorni dopo la partenza, mentre sostavano nella foresta per la notte, successe l'incidente. Karma non ricordava ancora nulla di quel che era successo, ma era ormai sicuro di essere stato lui il responsabile di quell'orrore. Se lo era stato, lo aveva fatto inconsciamente, questo è vero, ma come poteva rimanere assieme a persone a cui voleva bene con il timore di riperdere la ragione e trucidarle a sangue freddo?

    Comunque, aveva già un rimedio. Era da quel giorno in cui aveva lasciato Gautama che aveva incubi ogni singola notte e nell'ultimo periodo questi sogni terribili erano peggiorati. Aveva quindi concluso che l'episodio dell'ultima notte era il culmine di quel suo malessere. Aveva visto la sorte toccata ad Anubi, il guerriero che era insieme a lui quel giorno di più di un mese fa. Dopo essere stato morso da Yang-Shi era stato colto da un inspiegabile morbo e aveva attaccato un loro compagno, preda dello stesso orribile appetito del Wendigo.

    Era stato morso anche lui, qualche minuto dopo. Il morso era superficiale e i monaci che li avevano soccorsi quando tutto finì gli avevano assicurato che non correva pericoli, ma evidentemente così non è stato. I sintomi si erano presentati già una settimana dopo la sua partenza ma lui li aveva presi come instabilità momentanea per gli avvenimenti inquieti che aveva vissuto nell'ultimo periodo, ma ora non poteva più ignorarlo.

    L'unica soluzione possibile era tornare a Gautama, incontrare i monaci e sperare che loro avessero una cura per quella specie di maledizione.




    Edited by :Karma: - 23/6/2015, 10:03
     
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  3. :Karma:
     
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    Gautama

    La strada per Gautama fu più lunga e faticosa di quanto ricordasse. Probabilmente le sue sensazioni erano fuorviate dal fatto che questa volta intraprendeva il viaggio da solo più che l'effettiva fatica richiesta dal percorso intrapreso. Di certo il peso che questa volta portava nel cuore premeva come un macigno sul suo animo, erodendo la sua volontà e forza d'animo. Più volte avrebbe voluto cedere alla stanchezza, tornare indietro o semplicemente abbandonarsi al suolo esausto, ma non voleva darla vinta all'oscurità che ormai portava dentro di sè. Se non altro per quello che poteva significare per altre persone innocenti, più che per sè stesso.

    Ritrovò infine la scalinata incavata nella roccia della montagna su cui era costruito il monastero di Gautama, diversi kilometri di salita su scalini ripidi ed irregolari che l'ultima volta era stata la parte più difficile del viaggio e che questa volta sembrava l'ultimo ostacolo insormontabile. Sopraffatto dall'angoscia derivante dalla stanchezza di quell'interminabile viaggio, decise di prendere del tempo per riposare e recuperare le forze. Sedette ai piedi della scalinata presso alcuni pilastri diroccati, forse un arco che secoli prima segnavano l'inizio della via del drago, come erano chiamate simili scalinate che scalavano le montagne fino ai monasteri Ephioresi.

    Estrasse un fagotto fatto con un pò di stoffa, nel cui interno c'era il suo alimento per il viaggio: una sorta di impasto fatto con farina di mais, schiacciate di frutta secca e riso. Un alimento abbastanza calorico da sostenerlo a lungo anche se ormai lo mangiava da giorni e non ne poteva più. Fortuna che nei tratti di foresta era riuscito a trovare qualche frutto fresco sulla vegetazione rigogliosa. Prese poi la borraccia di pelle e ne aprofittò anche per bere abbondantemente: quella l'aveva riempita continuamente perché si era tenuto sempre vicino ai ruscelli e rigagnuoli che abbondavano in quella regione ai piedi alle montagne, alimentati dai ghiacciai in scioglimento.

    Mentre riposava sulle rocce, una paio di monaci passarono di lì senza far troppo caso a lui. Erano probabilmente diretti a Gautama e lui avrebbe potuto facilmente chiedere loro se poteva proseguire il viaggi insieme, ed in effetti fu tentato di farlo, ma poi si obbligò di non farlo. Aveva paura per quello che stava diventando, quel che poteva risvegliarsi dentro di lui da un momento all'altro e non desiderava far del male a nessun altro. Più stava lontano dalle persone, maggiori probabilità aveva di non ferire più nessun altro. Ancora nella mente eccheggiavano le grida di quella madre che chiamava suo figlio. Come aveva potuto....

    o o o o


    Si concesse solo mezz'ora di riposo, quindi si rimise in viaggio prima che i sensi di colpa e i sentimenti negativi lo schiacciassero del tutto. In fondo quel viaggio era il suo modo di combatterlo e doveva portarlo a termine se voleva sperare di vincere. Man mano che la salita proseguiva, cominciava a vedere di tanto in tanto i monaci del monastero svolgere varie fasi della propria giornata, in lontananza. C'era chi portava con se, appese ad un bastone riposto sulle spalle, grosse giare d'acqua attinta dai pozzi. Chi portava carichi di legna, chi portava le capre a pascolare.

    La sua attenzione fu però calamitata da una giovane donna, una monaca intenta in quella che sembrava una profonda meditazione. Si muoveva sulla punta dei piedi, muovendo il busto e le braccia con leggiadria e calma, quasi trasportata da un flusso invisibile di comunione tra corpo e spirito. Poi l'incredibile, due proiezioni eteree si separarono dal corpo immobile della donna, proiezioni che assunsero posizioni diverse ma nello stile dei movimenti fino a quel momento fatti dalla monaca.

    L'imperturbabilità che traspariva dallo spirito di quelle persone suscitò ammirazione e desiderio di emulazione nell'arcadiano. Quella vita sembrava totalmente diversa da quella che era stato il suo modo di vivere fino a quel momento della propria vita. La vita nella foresta, l'istinto animale e la spensieratezza ad Arcadia facevano parte del suo io, ma a volte si rendeva conto di perdersi qualcosa in quel modo di vivere. Sapeva che la sua vita non poteva essere così semplice come l'esistenza degli animali. Il mondo che circondava la sua terra era molto più complesso e pericoloso di così e lui sentiva che doveva svegliarsi se voleva comprenderlo ed affrontarlo. Quel viaggio, tutto sommato, gli sembrava adesso un buon inizio.

    o o o o


    Alla fine arrivò in cima alla scalinata. Sentiva lo scrosciare delle cascate che lambivano la parete est del monastero mentre percorreva l'ultimo tratto di strada che lo separava dall'ingresso del monastero. Nel cortile c'erano una decina di monaci intenti in varie mansioni. Un paio di loro che incrociarono il suo sguardo gli rivolsero un saluto rispettoso che lui ricambiò impacciato. Si aspettava che qualcuno lo ricevesse, se non altro con qualche domanda sul perché fosse lì, invece nessuno lo accostò motivo per cui, dopo aver vinto gli ultimi indugi, decise di avvicinarsi al portone d'ingresso aperto.

    L'androne interno sembrava vuoto e lui, dopo aver mosso un paio di passi incerti, decise di fermarsi prima che la sua visita potesse essere scambiata in intrusione. C'è nessuno?

    Salute a te, straniero. Una voce lo sorprese alle spalle. Era uno dei monaci che erano all'esterno che finalmente veniva in suo aiuto. Karma trasalì indietreggiando instintivamente e risultando imbarazzato per essere risultato sorpreso, manco fosse un ladro. Err... salute, io... ecco..

    L'espressione del monaco cambiò di lì a poco nel guardarlo in volto. Aggrottò le sopracciglia rimanendo interdetto per qualche secondo, al che anche Karma tacque, iniziando a preoccuparsi.

    Cosa...
    Tu sei già stato qui, non è vero? Il monaco continuava a scrutarlo attentamente, serio. Karma si sentì in difficoltà e il cuore cominciò a battergli sempre più forte. Che il monaco già sapesse? Qualche mese fa. Eri uno degli stranieri venuti qui per..

    Omise volontariamente la fine di quella frase. Karma deglutì. Si, c'ero anche io. Ammise senza però sapere cos'altro aggiungere. Il monaco ancora lo guardava accigliato, spostando poi lo sguardo nel vuoto come pensando a qualcosa, come la realizzazione di un pensiero.

    Il saggio Wu-Ling aveva ragione. Sei venuto davvero... L'arcadiano cominciò a capire qualcosa ma ancora tutta la situazione aveva contorni sfumati. Prima che potesse rispondere alcunchè, il monaco incalzò. Vieni con me. C'è una persona che ti stava aspettando, suppongo.

    Quindi si incamminò verso le stanze interne, assicurandosi che l'arcadiano lo seguisse. Aspettando? Come.. Provò a chiedere Karma ma il monaco si stava già allontanando e lui non ebbe altro rimedio che seguirlo, sebbene la piega presa dagli eventi lo preoccupavano alquanto. Chi era questo saggio che sapeva del suo arrivo? Perché lo stava aspettando? Cosa lo aspettava alla fine di questo viaggio?

    Quelle domande presero a ronzargli intorno alla testa senza tregua mentre le mura di alabastro e marmo del monastero scorrevano ai propri lati. Il cuore non smetteva di battergli e dentro di sè avvertiva come una voce che gli intimava di andare via. Ma più sentiva quella sensazione, più si rendeva conto che doveva proseguire fino in fondo a quel cammino. Era l'unico modo.

    L'unico.


     
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  4. :Karma:
     
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    La storia dei Wendigo

    Fecero il loro ingresso in un ultima sala. Un immensa statua raffigurante qualche sorta di divinità troneggiava sulla parete in fondo mentre il resto della sala era scuro, illuminato solo dalla luce di qualche decina di candele. Il pavimento perfettamente liscio e lucido come una superficie d'acqua imperturbata si stagliava fino alla figura di un monaco, calvo e sulla mezza età. Il monaco continuò a dare le spalle ai due nuovi arrivati mentre questi continuavano ad avvicinarsi, fino a quando la sua voce eccheggiò rimbombando nel salone.

    Alla fine sei giunto. Sentenziò ancora immobile. L'arcadiano guardò il suo accompagnatore completamente confuso e pieno di domande. Quello gli fece un cenno con la mano di continuare ad avvicinarsi mentre lui si sarebbe fermato, lasciando Karma da solo con il monaco più avanti. S-si.. ma non so ancora perché mi trovo qui. Rispose incredulo Karma, guardandosi incerto alle spalle verso la sua guida che lo incoraggiò ancora a gesti ad avvicinarsi al monaco.

    Non lo sai? Chiese quello, muovendo lentamente di lato il capo ma senza ancora voltarsi. Karma si sentiva tremendamente inquieto. Quella situazione continuava a non avere senso ma aveva troppa soggezione di quel posto per poter ardire a dimandare risposte alle sue domande, quindi si limitò ad assecondare quell'uomo misterioso, apparentemente la chiave di quel mistero. Lo so. Ammise, fermandosi ad una decina di passi dal monaco. In realtà non capiva perché si fosse fermato così distante dal suo interlocutore, fu come un riflesso incontrollato. Fatto sta che non riuscì a proseguire.

    Mi è successo qualcosa l'ultima volta che sono stato qui. Quel.. mostro-
    Il Wendigo? Incalzò il monaco al che Karma ebbe un tonfo al cuore. Quella situazione era surreale, quella sala, quella conversazione. Iniziava a domandarsi dove avrebbe portato quell'incontro.
    Suppongo di sì.. Tentò di aggiungere dopo l'ennesima pausa.
    Supponi. Quindi non sai? Interruppe di nuovo il monaco.

    Karma cominciò a spazientirsi. Sono qui per questo. Quella... cosa mi ha morso. Ho visto quel succede dopo che si viene morsi da un simile mostro. Sono rimasto incosciente per giorni in preda ad una frebbe delirante, ma voi mi avete curato e di questo ve ne sono grato... A questo punto si fermò accorgendosi di un improvviso groppo alla gola. Deglutì cercando di ignorarlo. Ma non è stato sufficiente. Qualcosa è rimasto dentro di me. Ho fatto incubi orribili ogni singola notte fino a quando.. Basta, non riusciva nemmeno a parlarne. Alla mente riaffioravano le immagini dei resti orribilmente squartati di quegli animali. E il bambino poi..

    E' la maledizione dei Wendigo. Affermò il monaco sollevando leggermente la testa per fissare l'enorme statua di fronte a sè. Karma lottava contro le proprie sensazioni, per riprendere il controllo di sè, perso in una marea di brutti pensieri.

    Wendigo. Quel demone. Che cos'era? Come faccio a liberarmene? Dovete aiutarmi.. dovete.. La disperazione stava prendendo il sopravvento mentre il nodo alla gola si faceva così stretto da impedirgli quasi di respirare. Il monaco rimase in silenzio, temendo non ci fosse molto da aggiungere al tormento dell'arcadiano.

    Ripreso un poco il controllo di sè, Karma trovò la forza di chiedere con voce roca per il pianto. Come sapeva che sarei venuto?

    Il tuo animo è puro nonostante l'ombra che ti tormenta.. Rispose il monaco. Possiedi la forza per combatterla ma non hai la disciplina necessaria per farlo. Prima di lasciarti consumare avresti scelto la via più logica. Ma a discapito di quel che sembra, la situazione è tutt'altro che sotto controllo.

    Comprendendo la portata di quelle parole, Karma crollò sulle sue ginocchia, guardando fisso le spalle del monaco. La prego mi aiuti.

    Il monaco espirò profondamente. Tu non conosci la storia dei Wendigo, non è vero?

    Karma fece cenno di no con la testa incapace di parlare. Poi si rese conto che il monaco non poteva vederlo girato com'era, quindi si fece forza per rispondere un "No" più simile a un gemito che a una risposta.

    Il monaco fece un altra pausa prima di cominciare a narrare.

    Quel che ha colpito il nostro Yang-Shi è stato un destino funesto.

    Da tempo immemore, col trascorrere dei secoli si tramanda la leggenda dei Wendigo, i mangiatori di carne. Inizialmente essi erano degli spiriti guardiani. Il loro compito è di difendere il cammino dei trapassati che al momento della morte devono attraversare il cammino fino alla pace eterna, proteggendoli dai pericoli dell'oblio. Scontenti ruolo che gli era stato affidato e desiderando a loro volta di poter raggiungere la destinazione dei loro stessi protetti, insorsero contro gli abitanti della città di luce, disertando dal loro compito.


    La loro sconfitta fu inevitabile e la maggior parte di loro cadde.

    Tuttavia alcuni di loro riuscirono a sfuggire alla distruzione e a rifugiarsi nella terra dei mortali, sottoforma di terribili bestie mangia-carne.
    Il monaco prese a camminare lentamente mentre parlava, senza però mai voltarsi verso Karma. L'arcadiano, prima in ginocchio, prese ad alzarsi mentre udiva le parole della storia, non più tremante nè scosso. Solo ascoltava.

    Sorse quindi un uomo a quel tempo, un condottiero fiero e puro, amato dagli spiriti sacri. Col favore dei suoi antenati fronteggiò quell'orrida minaccia che il mondo degli uomini si trovava ad affrontare, riuscendo a distruggere i Wendigo una volta e per sempre.

    Nell'impresa però fu ferito da uno di essi, condannato al loro stesso atroce destino.
    Karma fece un passo verso il monaco. Il suo andare era incerto ma calmo, i suoi occhi sbarrati e lucidi, ma vuoti.

    Implorò gli spiriti dei suoi antenati di risparmiarlo da quella fine orribile ma non ottenne alcuna risposta.Sentendosi tradito e abbandonato, si rassegnò alla propria morte, ma predispose la propria sepoltura in modo tale che nessun altro subisse mai la stessa sorte per mano sua. Ordinò che fosse incatenato da cento catene di ferro battuto a mano, avvolto in venti intrecci di crine di Yak, infine gettato sul fondo di un profondo pozzo il quale doveva essere ermeticamente sigillato.
    L'arcadiano era ora a metà strada. Le iridi si erano annerite e la pelle sembrò essersi asciugata sopra la sua carne, evidenziando grosse e nere vene sotto pelle.

    Per commemorare l'incredibile sacrificio del loro eroe, la gente costruì un imponente e sfarzosa tomba sopra quel pozzo, in modo tale che le sue gesta non fossero mai dimenticate.

    Ad un anno preciso dalla sua morte però, qualcuno cominciò a udire qualcosa provenire dal cuore della terra, come un lamento orribile e parole ingiuriose di odio e rancore. Spaventati da ciò, fu infine disposto che la tomba fosse demolita e il luogo diroccato, in modo tale che nessuno più lo ritrovasse mai.
    Karma era a due passi dal monaco, il respiro dell'arcadiano era pesante ma silenzioso ed il monaco non si era accorto dei movimenti dell'altro, immerso com'era in quel racconto. Continuava a dargli le spalle, chinando il capo ora che era giunto a quel punto della storia.

    In quel momento, colto da un raptus inspiegabile, Karma balzò in avanti con il capo proteso e la bocca spalancata, ma in quel momento il monaco si voltò per metà, comprimendo pesantemente con un colpo portato col palmo aperto l'addome dell'arcadiano e proiettandolo almeno 10 metri all'indietro, grazie anche all'estrema scivolosità del pavimento. Karma si ritrovò a terra rantolante, il diaframma era bloccato e l'aria non riusciva più a riempirgli i polmoni. Rimase in quel supplizio per una decina di secondi mentre il monaco, finalmente rivolto verso di lui, lo guardava con severità.

    Yang-Shi era un animo avventuroso, affascinato dalle antichità e dai misteri, ma quella volta aveva trovato qualcosa che non sarebbe mai dovuta essere disturbata. Adesso la maledizione del Wendigo continuerà in eterno, diffondendo il rancore del coraggioso Wu-Lei.

    Karma udì quelle parole tuonanti e forti riempirgli la testa come sentenze pesanti come macigni, tuttavia in preda a rantoli disperati i suoi pensieri erano annebbiati mentre annaspava, inspirando avidamente un pò d'aria. Era come se l'agire del monaco stesse ricacciando quel che poco prima si era impossessato di lui di nuovo giù, in un angolo buio del suo animo. Il monaco prese ad avvicinarglisi, imperturbabile.

    Dimmi. Tuonò di nuovo mentre si avvicinava. Hai tramesso già a qualcun'altro questo male?

    L'arcadiano, ancora a terra, fissò con occhi sbarrati il suo interlocutore ma anche se adesso aveva ripreso a respirare irregolarmente, non una parola uscì dalla sua bocca.

    La verità era che non conosceva la risposta a quella domanda. E il non saperlo era la cosa che lo tormentava più di tutto.


     
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  5. :Karma:
     
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    Catene

    Erano passati due giorni dal suo arrivo a Gautama. Il monaci del monastero erano risultati gentili e ospitali con lui e questo lo aveva sorpreso. Forse nessuno di loro era a conoscenza del motivo della sua visita o di quel che aveva dentro di sè. D'altronde, le cose non sarebbero potute andare diversamente. Neanche due mesi prima un'ala del monastero era sta diroccata e diversi uomini uccisi da quella stessa cosa che lui covava dentro di sè. Per quanto ospitali e comprensivi potevano essere i monaci, non avrebbero accolto un altro mostro del genere tra di loro con il rischio che lo stesso episodio riaccada.

    Questo però disturbava l'arcadiano. Ad ogni gesto gentile, sorriso altruista, ad ogni azione benevola dei monaci nei suoi confronti si sentiva come se stesse tradendo la loro fiducia. Cosa sarebbe successo se avesse fallito nel contenere quella forza oscura dentro di se? Che ne sarebbe stato di quei volti gentili e di quel bellissimo angolo di pace e armonia?



    Alla tua condizione non esiste cura nè rimedio. Sentenziò il monaco mentre i due camminavano sul ponte di pietra che univa due costoni rocciosi. L'aria era riempita dalle nebulizzazioni dell'acqua scrosciante sopra di loro tanto che la pelle e i vestiti ne erano dapprima rinfrescati e gradualmente bagnati. Era qualcosa che aveva già detto a Karma per cui l'uomo non ne rimase sconvolto oltre modo, tuttavia sentirselo ripetere suscitava comunque una certa angoscia nel suo animo. La tua vita sarà una strada lunga e tortuosa. A volte ti sentirai come se fossi constantemente inseguito da un terribile nemico che non aspetta altro che un tuo passo falso. Solo tu potrai decidere se arrenderti e soccombere, ma per il bene dell'umanità intera non dovrai farlo.

    Al di là del ponte il cammino era disagiato dalle irregolari formazioni rocciose della montagna. Il paesaggio tuttavia non era brullo, anzi era ricoperto da florida vegetazioni, alberi che crescevano su chine ripidi sfidando la gravità con grazia divina, carichi di fiori dai colori sgargianti e dai profumi riposanti. Da quella china era possibile vedere un altro sprazzo della vita nel monastero. Giovani monaci allenavano mente e corpo con disciplina e dedizione, fortificandosi nell'anima e nello spirito.

    Camminarono ancora fino a raggiungere una scalinata ai piedi di un memoriale in marmo scuro pregiato, decorato da lavori in oro e in rame. Lo sguardo di Karma vagava per il paesaggio funambolico, trovando distensivo guardare l'allenamento e la devozione di quei giovani. La sua attenzione si soffermò su di un monaco in particolare, testa rasata ad eccezione di un unica treccia nera che scendeva fino all'altezza della bassa schiena. Stava posizionando l'asta di una lancia di fronte a sè, piantando la base del bastone di legno ai piedi di una grossa roccia e ponendo la punta alla base del collo. Incredibilmente poi, prese ad avanzare lentamente, tendendo i muscoli del collo e dell'addome. La punta avrebbe dovuto premere contro la carne fino a perforarla, uscendo dall'altro lato del collo, invece l'asta cominciò a piegarsi e deformarsi, come compressa tra due lastre di durissima roccia.

    Alla fine il monaco si riallontanò e la lancia ritornò alla forma iniziale. Non un rivolo di sangue si trovava sul collo del monaco, che si dedicò poi ad un'altra forma di allenamento. Karma restò basito ed ammirato da quella incredibile dimostrazione di forza ed equilibrio, al punto che non potè fare a meno di chiedere al monaco anziano. Com'è possibile?

    Il monaco, che si era reso conto di cosa aveva attirato tanto l'attenzione dell'arcadiano, sorrise, fermandosi vicino ad uno dei pilastri in marmo di quella costruzione e inducendo Karma a fare lo stesso.

    Dai un pugno al muro. Disse con il tono placido che lo contraddistingueva, indicando con la propria espressione che faceva sul serio. Come? Chiese Karma non capendo.

    Dai un pugno al muro allo scopo di romperlo. Con tutta la forza che possiedi. Avanti, coraggio.

    Ma è marmo durissimo.. Obiettò Karma. Non c'è verso che io riesca a romperlo a mani nude. Forse una piccola crepa, ma..

    Vai. Lo interruppe il monaco, questa volta cercando di instillare convinzione in Karma, che a quel punto dovette cedere. Cominciò a posizionarsi di fronte al muro, scrollando più volte le spalle e sollevando i pugni chiusi per prepararsi. Guardò il monaco un ultima volta come per domandare il senso di quella cosa, ma quello non fece una piega e allora Karma procedette. Caricò il braccio all'indietro, quindi rilasciò il colpo con una discreta forza, ma incontrando una superficie liscia e resistentissima che non si scalfì minimamente. Il pugno chiuso di Karma subì un minimo contraccolpo perché lui lo aveva previamente ricoperto di un sottile strato rinforzato di chakra elementale, ma si era anche trattenuto al quanto per non rischiare di rompersi qualche dito in quella folle azione.

    Visto? Nemmeno un graffio. Commentò un pò deluso, più per giustificarsi che per altro. Il monaco guardò il punto che lui aveva colpito senza fare una piega.

    Perché il muro non si è stato nemmeno scalfito?


    Perché è impossibile. Obiettò Karma con una certa veemenza. E' marmo durissimo.

    No. Replicò il monaco. Non l'hai scalfito perché tu credi sia impossibile. Quindi si posizionò al fianco di Karma mostrando la sua intenzione di colpire a sua volte. Chiuse gli occhi per qualche secondo, respirando profondamente per concentrarsi, quindi riaprì gli occhi repentinamente, emettendo un urlo forte ma controllato mentre colpiva il muro con la mano sinistra. Un rumore secco del marmo che si crepa eccheggiò nell'aria e Karma constatò con stupore come fossero presenti due fori perfettamente circolari a cortissima distanza tra loro. Era riuscito a forare il marmo con due dita.

    L'arcadiano non riuscì a proferire parola tanto era esterrefatto, il monaco quindi concluse mentre riprendeva a camminare. Devi liberarti dalle tue catene. Ciò di cui sei convinto è il più grande limite alle tue azioni. Questo è il primo importante passo per il tuo cammino.




    Edited by Ryuk* - 11/7/2015, 16:31
     
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  6. :Karma:
     
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    Ostacoli

    Gli ultime tre giorni Karma era stato inserito in un gruppo di giovani allievi intenti ad imparare le basi della meditazione, della concentrazione e della resistenza. Sebbene molti di loro non avessero nemmeno 10 anni, l'arcadiano notò con stupore come fossero disciplinati e dediti a quei insegnamenti e diversi erano davvero dotati. Tuttavia si sentiva sminuito ad allenarsi con dei compagni così giovani, specie perché diversi esercizi di meditazione si limitavano a respirazione, rilassamento del corpo e della mente, cosa che a lui riusciva davvero difficile per una svariata serie di motivi.

    Primo, non riusciva a isolare la mente dalle preoccupazioni degli ultimi tempi. Oltre alla sua oscura condizione, s'era trovato a ripensare al modo in cui aveva lasciato Hera a Emiranda. Sebbene si fidasse della giovane e fosse convinto che lei non avrebbe mai abbandonato o maltrattato la sua scimmietta, si rendeva anche conto che le aveva affidato una responsabilità che lei non aveva mai accettato e che, a causa dei suoi impegni con il circo o altro, potesse trovarsi a trascurare Hera o peggio, qualche mal intenzionato poteva sottrargliela per farla esibire nel circo o peggio, a qualche cacciatore di frodo o peggio...

    Insomma, riusciva solo a pensare al peggio e la cosa peggiore (ok adesso sto esagerando) era che non riusciva a pensare positivo e scacciare quei pensieri negativi. Ma non si trattava solo di quei pensieri legittimi, ad entrare in gioco c'era anche la sua indole e il suo temperamente che molti spesso avevano definito "selvaggio" In diversi occasioni, dopo ore di insuccessi durante le sedute di meditazione, aveva concluso che quello non faceva per lui, ma il monaco insisteva che era invece fondamentale per il cammino che doveva intraprendere.



    C'era comunque un altro grosso ostacolo ai progressi di Karma, ma di questo problema il monaco non aveva ancora parlato apertamente sebbene gli avesse fatto presente che era un problema grosso. Karma non riusciva ad immaginare di quale ostacolo potesse trattarsi. Oltre alla meditazione, egli riusciva molto bene nelle prove di resistenza e altro addestramento fisico, provandoci persino gusto in quei allenamenti. Erano esercizi con una certa struttura, qualcosa alla quale lui non si era mai sottoposto, affidandosi piu che altro alla propria foga e forza dirompente negli scontri senza seguire alcuna linea guida definita.

    Quel giorno infine Wu-Ling lo aveva convocato nel salone della grossa statua dorata, concedendo a Karma di poter saltare le lunghe sedute di meditazione (per la sua gioia) e, sperava l'arcadiano, per rivelargli quale fosse il problema riscontrato nei suoi progressi. Quando Karma giunse nel salone, vide l'anziano monaco assieme a un giovane monaco, un ragazzo tra i 14 e i 16 anni. Il giovane indossava la divisa degli allievi, cinta però di una cinta turchese che veniva concessa a coloro che avevano conseguito particolari meriti, e reggeva in mano un bastone. Karma salutò entrambi con il saluto dei monaci, consistente in un inchino a mani giunte. Era un aspetto della loro cultura che apprezzava. Quel saluto andava fatto a chiunque, indipendentemente dal grado, dal sesso o dall'età. Era una bella dimostrazione di rispetto verso il prossimo, oltre che un fulgido esempio di imparzialità.

    Vedo che hai appreso il nostro saluto. Sottolineò difatti il monaco.
    Si. Rispose Karma. Lo trovo un bel segno di rispetto verso l'altra persona. Considerare il proprio prossimo più grande di sè stessi. E' un bel principio. Era sincero nel dirlo, come in tutte le sue cose d'altronde.

    Il monaco lo fisso in silenzio, voltandosi poi verso il ragazzo mentre si rivolgeva ancora a Karma. Anche questo giovane?

    Karma aggrottò le sopracciglia non capendo la domanda. ..Non capisco...

    Consideri questo giovane più "grande"" di te?
    Chiese di nuovo Wu-Ling, guardando Karma negli occhi. L'arcadiano comprese che a quella domanda avrebbe dovuto rispondere di sì, tuttavia non volle farlo. Nella sua mente quella logica aveva un certo limite.

    Beh.. immagino di sì, nel senso "spirituale" del termine, ma è relativo come pensiero. Di certo io sono più grosso, moolto più vecchio sicuramente. Più alto, insomma.. Ci siamo capiti no?

    Il maestro sorrise notando la spontaneità dell'arcadiano. Quindi non avresti problemi a sconfiggerlo in un combattimento.

    Karma rimase interdetto. No, non è quello... cioè... Guardò il giovane che intanto era rimasto in una rigida posa di attesa, limitando a spostare lo sguardo tra i due man mano che la conversazione proseguiva. L'arcadiano ne cercò lo sguardo come per chiedere una mano. Qualcosa tipo "non vorrai mica combattere sul serio?"

    Notando come entrambi fossero estremamente seri, non potè fare a meno di sbottare. Andiamo non ho intenzione di combattere contro un ragazzino. Lo sa, ancora non so dosare bene le mie forze. E se gli facessi del male?

    Il monaco prese ad allontanarsi continuando a sorrire, questa volta più vistosamente. Tu lascia che sia io a preoccuparmi dei miei allievi. Ho-Fan ha affrontato innumerevoli combattimenti nonostante la sua giovane età. Non ha nulla da temere da te.

    Karma avrebbe voluto insistere ma guardando il ragazzo assumere una posizione di guardia capì che non avrebbe potuto sottrarsi a quel test. Cosa voleva dimostrare? Credeva davvero che fosse così debole da farsi battere da un ragazzino?

    Un pò deluso per essere stimato così poco, decise di dimostrare tutte le sue abilità in quello scontro, promettendosi di dosare le sue forze per non fare del male al ragazzo. Lo avrebbe buttato a terra, ecco, si sarebbe limitato ad immobilizzarlo, giusto il tempo di far capire a Wu-Ling di che pasta era fatto.

    Se proprio dobbiamo farlo, facciamo in fretta. Rivolse al ragazzo. Non aver paura comunque, facciamo un pò di scena per il vecchio maestro. E non preoccuparti non ti farò fare brutta figura. Un paio di cazzotti te li concedo. Disse poi bisbigliando all'altro in modo che Wu-Ling non potesse sentirlo, rivolgendo alla fine un occhiolino in segno di intesa.

    Il ragazzino rimaneva estremamente serio e concentrato, al punto che Karma cominciò a dubitare che lui capisse la sua lingua. Si sentì un pò inquieto a questo punto, sollevando poco convinto le mani assumendo un improbabile posizione di combattimento. Quello non si muoveva quindi toccava a lui fare una prima mossa. Il combattimento stava per avere inizio.



    Edited by Ryuk* - 12/7/2015, 11:06
     
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  7. :Karma:
     
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    Sicurezza

    Karma era agitato. Il maestro Wu-Ling lo stava davvero costringendo a combattere contro un ragazzino. Aveva timore di compiere un qualsiasi tipo di attacco per paura di potergli fare seriamente del male. Ma oltre a quella normale preoccupazione che chiunque avrebbe potuto avere in uno scontro amichevole contro qualcuno di più debole che non si desidera ferire, c'era qualcos'altro, qualcosa di più cupo e oscuro che di tanto in tanto si affacciava nella sua mente. L'urlo straziante di una madre che cerca il proprio figlio nella confusione generale creatasi attorno alla strage ingiustificata di diversi esseri viventi. E la consapevolezza di essere stato lui il responsabile (o probabile tale) di tutto ciò, sebbene non ricordasse di aver fatto alcunchè. Tuttavia si sa, il dubbio può essere peggio della più terribile delle certezze.

    Concludendo alla fine di non potrersi sottrarre a quello che doveva essere una sorta di test di passaggio, Karma alla fine respirò profondamente, per poi fare un paio di passi lenti in avanti.

    Pronto? Chiese al ragazzo per poi cimentarsi in due attacchi nemmeno troppo controllati: non voleva offendere nè il ragazzo nè il suo maestro e quello era un modo per capire quanto il giovane poteva reggere i suoi colpi. Aveva sollevato la gamba destra tenendo la sinistra a terra come appoggio per due calci abbastanza veloci, uno rivolto verso il fianco sinistro del giovane monaco e l'altro, portato piegando rapidamente il ginocchio per ritrarre la caviglia per poi farlo scattare di nuovo, colpiva più in alto, all'altezza della spalla.
    [Karma][Slot Rapido - Attacco Fisico x2]
    [Danno inflitto 40x2]


    Il giovane spostò il bastone nella mano destra, sollevando il braccio sinistro e facendo incontrare l'avambraccio munito di protezioni con i calci. Due parate rapide e precise, con minimo contraccolpo per il ragazzo. Karma sembrò soddisfatto e sorrise persino, notando una certa abilità nel proprio avversario e pensando che forse si sarebbe persino divertito in quell'incontro amichevole.
    [Ho-Fan -20 Vita][Slot Rapido - Parata con protezioni x2]
    [Danno subito (40-30) x 2]


    Ma il ragazzo non aveva intenzione di fare da sacco da allenamento e anzi, durante l'ultima parata aveva spinto verso l'esterno il piede di Karma per cimentarsi in un azione di contrattacco. Si fece in avanti avvicinando la destra che reggeva il bastone alla sinistra per portare un colpo con esso, veloce e preciso. Il monaco però non si limitò a questo e senza fermarsi, poggiando un piede a terra su cui fare perno per ruotare su se stesso, portò un altro colpo con il bastone diretto alla bocca dello stomaco, intenzionato a debilitare Karma.
    CITAZIONE
    Action: Counterattack *
    [Azione]
    Il guerriero para un attacco fisico con le protezioni di cui dispone. All'inizio della prossima fase di ATTACCO effettua un attacco fisico gratuito.

    CITAZIONE
    Skill: Palm of Disruption
    [Azione]
    Focus: Offensivo
    L'energia interiore del combattente viene canalizzata in un attacco fisico atto non ad arrecare danno, quanto a causare stordimento e confusione all'avversario.
    Applica SHOCK.
    [Chakra: 20]


    Karma fu quasi sorpreso da una simile prontezza di spirito ma si era lasciato un certo margine di reazione e, con un movimento repentino, spostò il busto all'indietro in una torsione notevole, mandando a vuoto l'arma dell'avversario. Tuttavia il secondo colpo non potè evitarlo, quindi finì colpito in pieno stomaco dal bastone del giovane, espirando di colpo una grossa quantità d'aria e indietreggiando dolorante, risentendo notevolmente di quel colpo subito.
    [Karma][Slot Azione - Schivata][SHOCK]

    Guardò il ragazzo con sorpresa, non riuscendo a capire come aveva potuto farsi cogliere tanto in fallo. Si rendeva conto che il colpo subito lo rendeva meno lucido e scattante, per cui si limitò a rialzare preoccupato la guardia, guardando attentamente i movimenti del ragazzo.
    [SHOCK = Stance: Boei Interrotta]

    Il ragazzo fece altrettanto, tenendo il bastone con entrambe le mani in una posa plastica. I suoi occhi erano impassibili e concentrati, non un emozione era lasciata trasparire. In quel momento Karma comprese che il giovane poteva essere anche meno forte di lui, ma era sicuramente più concentrato e deciso a non concedere nulla al suo avversario. Fu allora che decise che si sarebbe battuto correttamente, cercando di dare il meglio di sè. Ti chiedo scusa se ti ho sottovalutato. Non lo farò più. Gli rivolse cercando in lui un sorriso di intesa, ma il monaco rimase impassibile, probabilmente intenzionato ad aspettare la mossa di Karma.

    Bene allora. Concluse Karma un pò indispettito. Si massaggiò brevemente il ventre rendendosi conto che il dolore stava scemando, quindi assunse la sua solita posizione di combattimento elusiva prima di tornare alla carica verso il proprio avversario. Dopo due falcate decise, si fece avanti balzando con il ginocchio, però intenzionato a colpire il petto del giovane e non la testa (che avrebbe potuto facilmente raggiungere) Atterrato a distanza ravvicinata, avrebbe fatto forza sul piede di appoggio per sferrare una seconda ginocchiata con il ginocchio gemello, entrambi i colpi potenziati dal chakra. Non contento, portò due colpi di spinta con le braccia, pesanti pugni che miravano però alle braccia del ragazzo e non al busto con il pericolo di provocargli qualche lesione grave.
    [Karma][Slot Azione - Double Tiger]
    [Slot Rapido - Attacco Fisico x2]


    Il giovane un pò serio notando le intenzioni di Karma ad essere più aggressivo, fronteggiò i quattro attacchi ricevuti con riflessivi e maestria invidiabile. Le prime due ginocchiate furono gestite con rapidi movimenti delle braccia ad attutire i colpi, nonché un abbassamento del baricentro per scaricare il colpo a terra e non nel fisico. Gli altri due pugni furono altresì gestiti con le protezioni, limitando di molto il danno altrimenti subito.
    [Ho-Fan -40 -40 -20 Vita][Parata gratuita + Slot Rapido - Parata x 2]

    Passive: Monkey Reflex
    Durante una difesa, è possibile eseguire una parata con protezioni gratuita se si permane nella Stance: Monkey.

    Era comunque chiaro che il giovane aveva risentito in qualche modo dei colpi e difatti la sua posizione era meno solida di prima e nel volto era provato sebbene non proprio alle strette. Rimase a guardare Karma sforzandosi di tenere la posizione con contegno e disciplina, utilizzando quella passività per riprendere il controllo del proprio corpo nonostante il dolore.

    CITAZIONE
    Passive: Meditation I
    Se non si è utilizzato il chakra durante il turno precedente, durante il RECUPERO di questo turno si recupera 10 Vita. Non è possibile sforare la Vita massima.

    CITAZIONE
    Passive: Spirit Fortitude
    La Passive: Meditation I rigenera 15 Vita invece di 10.

    Soddisfatto dell'operato del ragazzo e galvanizzato dall'aver trovato un avversario così abile, Karma si rese conto che un altra serie di attacchi come quella poteva ferire seriamente il ragazzo per cui decise di adottare un approccio cauto per l'ultima serie di attacchi. L'intenzione, comunque, era quella di mettere fine a quell'allenamento, convincendo il maestro che continuare sarebbe stato inutilmente pericoloso per il giovane avversario. Se non altro, era contento di aver dimostrato le proprie abilità.

     
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  8. :Karma:
     
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    Speranza

    Repentinamente, accumulò chakra nella gamba destra sollevandola e facendola ricadera sul pavimento di marmo, provocando un violento movimento sismico che crepò il duro materiale scosso in maniera considerevole dall'onda sismica. L'onda avrebbe raggiunto anche il ragazzo, destabilizzandolo e minandone equilibrio e concentrazione, rendendolo quindi più esposto all'attacco conclusivo di Karma.
    [Slot Azione - Seismic Stomp]

    Skill: Seismic Stomp
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Colpendo fortemente il terreno, si provoca una perturbazione sismica che disturba chiunque si trovi entro il raggio di azione.
    Raggio 5 metri, sale a 10 a rank 3. Applica SHOCK.
    [Chakra: 10]
    [Cooldown 2 turni]


    L'arcadiano colmò l'esigua distanza tra i due, sicuro di sè e lievemente esaltato, portando un ultima serie di attacchi fisici distinti. Il primo era un colpo portato con il pugno sinistro, portato a martello dall'alto verso il basso in modo da ricadere sulla spalla destra dell'avversario, il secondo accompagnato dall'avanzamento dell'intero corpo, era un colpo portato con il palmo destro aperto che si portava in avanti insieme al resto del corpo per colpire il giovane in pieno sterno e respingerlo via, con un attacco che avrebbe dovuto smorzare ogni pretesto adotto dal maestro a continuare lo scontro.
    [Slot Rapido - Attacco fisico x2]

    Investito dall'onda sismica, Ho-Fan recuperò a fatica il proprio equilibrio, arrivando a fronteggiare con un certo svantaggio il successivo attacco di Karma. Ma anche questa volta, entrambi i colpi furono deviati con una certa maestria dalle protezioni del ragazzo e, in particolare l'ultimo attacco di Karma fu bersaglio di un abile contropresa. Il giovane difatti con un gesto fluido di entrambi gli arti superiori, vincolò il braccio con cui l'arcadiano aveva attaccato, cingendolo con il proprio braccio sinistro sotto la propria ascella ed esercitando quindi con l'altro braccio libero un energica spinta al centro del baricentro di Karma, proiettandolo all'indietro di almeno cinque passi scomposti.

    La calma di spirito di Ho-Fan nel fronteggiare i tre attacchi aveva dello straordinario e Karma non potè fare a meno di rimanere basito di ciò. Il precedente stordimento rinvenuto dalla scossa sismica sembrava svanito e il giovane fu pronto a reagire in maniera magistrale, aprofittando del fatto che l'altro si era appena scoperto. Si fece avanti, armato ancora del suo bastone, che fece roteare orizzontalmente con destrezza per colpire due volte in rapida successione l'arcadiano.
    [Passive: Meditation I]
    [Slot Azione - Chain Combo]


    CITAZIONE
    Passive: Meditation I
    Se non si è utilizzato il chakra durante il turno precedente, durante il RECUPERO di questo turno si recupera 10 Vita. Non è possibile sforare la Vita massima.

    CITAZIONE
    Action: Chain Combo
    [Azione]
    L'abilità del combattente cresce fino a permettergli di concatenare fino a due attacchi fisici semplici insieme.
    [Cooldown 2 turni]


    Nel far questo si avvicinò ulteriormente, costringendo Karma ad arretrare nel mentre. La postura e l'atteggiamento di Ho-Fan erano cambiati, il bastone era tenuto in maniera salda e scivolava nei palmi del ragazzo roteando ripetutamente rendendo imprevedibili quando sarebbe arrivato il prossimo colpo. Alla fine l'arcadiano, colto alla sprovvista, fu raggiunto di nuovo allo stomaco dalla punta del bastone e finì nuovamente curvo su se stesso a subire le conseguenze di quel colpo.
    [Attivazione Stance: Kemto]
    [Slot Rapido - Attacco Fisico]
    [Danno subito da Karma: 40+40+40 e SHOCK]


    CITAZIONE
    Stance: Kemto
    Il guerriero focalizza i propri attacchi per colpire punti strategici, quale bocca dello stomaco, giunture e articolazioni per debilitare l'avversario.
    Un attacco disarmato andato a segno toglierà uno slot rapido all'ATTACCO successivo dell'avversario. Applicabile una volta per turno per avversario.


    Incredulo di aver lasciato al ragazzo margine per rimontare, Karma si rese conto di non poter permettere a quello scontro di continuare oltre. Il suo innato spirito di competizione lo stava incitando a dare il meglio di sè e questo si sarebbe potuto rivelare pericoloso per il proprio avversario. Era il caso di dare quel taglio netto che prima aveva pensato di infliggere, ma per far questo doveva tutelarsi in qualche modo altrimenti avrebbe irrimediabilmente perso.

    Ancora debilitato dal colpo appena ricevuto, determinò di rispondere subito alla serie di attacchi dell'avversario, stringendo i pugni e richiamando ancora il chakra attorno a sè mentre con diversi crepitii acuti la sua pelle si rivestiva di uno strato solido e resistente. Con un urlo di incoraggiamento quindi si fece in avanti, facendo avanzare il piede sinistro in modo da piantarlo a terra saldamente e facendo perno su di esso, compiere una possente rotazione con la gamba destra, in modo da colpire il proprio avversario al fianco con forza che difficilmente avrebbe lasciato indifferenti.
    [Attivazione Aura: Rock Skin]
    [Slot Azione - Break Point]


    Ho-Fan ancora calmo e vigile, allargò di poco le gambe per trovare nel proprio appoggio stabilità e forza necessaria a fronteggiare quel calcio, il bastone fu spostato nella mano destra mentre la sinistra irrigidità scontro la propria protezione dell'avambraccio con la gamba. Karma riconobbe che doveva essere stato usato del chakra per bloccare l'attacco e già si sentiva pronto a ritentare in altro modo, ma mentre ancora faceva tornare il piede destro a terra, l'avversario rispose all'attacco.

    Il giovane monaco cambiò di nuovo posizione del corpo, il braccio destro recando il bastone si mosse dietro al corpo e così l'arma di legno, mentre le bambe venivano flesse leggermente alle ginocchia e il palmo della mano sinistra richiudeva le sole falangi. Emise un urlo breve e possente mentre rilasciava una considerevole ondata di chakra che investì Karma costringendolo a fare un passo indietro.
    [Attivazione Stance: Tiger]
    [Slot Azione: Soul Roar]
    [Danno subito da Karma: 50]


    CITAZIONE
    Passive: Penetration Aura
    Gli attacchi fisici nella Stance: Tiger ignorano le armature e infliggono danno pari a 10 + [10 x rank] e non la potenza del combattente.

    CITAZIONE
    Skill: Soul Roar
    [Azione]
    Focus: Offensivo
    Il combattente sbatte pesantemente i pugni tra loro o colpisce il terreno. Nell'atto rilascia il proprio chakra potenziando l'onda d'urto.
    Ogni bersaglio entro i 10 metri dall'utilizzatore subisce danno fisico dall'onda d'urto. Il danno non considera la potenza dell'utilizzatore e ignora armature e qualsiasi resistenza fisica.
    [Danno: 50]
    [Chakra: 25]


    L'arcadiano si rese subito conto che la sua protezione di terra non aveva potuto niente contro quella tecnica e già si stava rassegnando all'idea di essere stato battuto quando inavvertitamente, Ho-Fan già era di fronte a lui, il palmo della tigre caricato saettò contro il volto di Karma, fermandosi a cinque soli centimetri dal suo volto.

    Il giovane monaco rimase in quella posa plastica per qualche secondo mentre Karma, tremante, deglutì nervoso. Poi Ho-Fan si rilassò, ritornando in posizione eretta con il bastone già risposto in un asola della veste alle sue spalle. Dedicò un inchino all'arcadiano, in maniera lucida e rispettosa, per poi tornare al lato del maestro Wu-Ling.

    Il silenzio dominò quella scena mentre Karma ancora non capiva cosa fosse andato storto in quello scontro. Decise di muoversi solo diversi momenti dopo, mentre Wu-Ling e Ho-Fan lo osservavano. Il primo in maniera insistente cercando di carpire i pensieri dell'arcadiano, il secondo con passivo rispetto, senza ombra di superiorità.

    Ferito in un certo modo nell'orgoglio e non riuscendo più a sopportare il silenzio di quegli sguardi, Karma ammise passandosi la mano sulla nuca. Riconosco la mia sconfitta. Il ragazzo è... molto abile. Immagino di avere bisogno di molto più allenamento per raggiungere un simile livello.

    Wu-Ling ruppe il proprio silenzio, tornando a parlare con la sua solita calma. E' l'allenamento ad esserti mancato in questo scontro? Sei sicuro di ciò?

    Karma guardò il suo maestro in maniera seria. La delusione per come erano andate le cose era tanta, ma altrettanta era la sua volontà di rivalsa per cui era nella giusta disposizione mentale per analizzare la situazione. Suppongo di sì.. In fondo questi giovani vengono addestrati fin da piccoli. Li ho visti sai, bambini di 6 anni già avviati ai principi della meditazione e delle arti marziali.

    Questo è vero, ma ritieni te stesso inferiori da questo punto di vista? Dopotutto sei cresciuto a stretto contatto con la natura, abituato a fronteggiare bestie feroci e insidie di ogni tipo. Anzi, ti sei facilmente inserito anche nelle prove fisiche più avanzate durante la tua permanenza qui. Continuò il monaco, dimostrando convinzione in ciò che diceva.

    L'arcadiano non potè fare a meno di provare soddisfazione nel riconoscimento delle proprie capacità da parte del maestro, tuttavia la domanda rimaneva. Come aveva fatto quindi a perdere contro un avversario così giovane per giunta? Non ho dato il mio meglio. Ho condizionato il mio modo di combattere. Alla fine non potè riuscire a nascondere, ammettendo la verità.

    Per quale motivo? Incalzò il maestro con un sorriso soddisfatto. Non volevo far male al ragazzo. Credevo... di dover dosare la mia forza. L'ho sottovalutato. E nel dire questo si soffermò finalmente sul giovane, dovendo affrontare quello sguardo rispettoso mentre ammetteva di averlo disonorato. Già perché, da quel che aveva ormai imparato, stimare in maniera bassa un avversario equivaleva ad una seria mancanza di rispetto. Ma, anche se sapeva ciò, Karma aveva giudicato male la situazione, probabilmente spinto dalle proprie abitudini prima di arrivare in quel luogo.

    Il maestro soghignò facendo segno a Ho-Fan che poteva andare finalmente. Il giovane monaco salutò entrambi con rigoroso silenzio, quindi si allontanò dalla sala. Il maestro si avvicinò a Karma, visibilmente sconfitto non solo nel corpo ma anche nello spirito. Poggiò una mano sulla sua spalla riprendendo a parlare con tono rassicurante. Chiaro adesso come le nostre convinzioni possano forgiare catene e tessere bende per la nostra anima? Combattere ciò che non si conosce è un atto folle e spregiudicato, ma basarsi su ciò che si crede di conoscere nell'affrontare un nemico è ancor più pericoloso. Ciò è valido nel combattimento contro un nemico materiale quanto in uno simbolico.

    Portò anche l'altra mano sulle spalle di Karma guardandolo negli occhi. Le ferite si rimarginano, le battaglie si perdono, ma c'è sempre modo di rimediare. L'unica battaglia che non devi perdere è contro te stesso.

    Lo invitò quindi a seguirlo mentre prendevano ad allonarsi insieme da quel posto. Karma era silenzioso e serio, aveva annuito in maniera persa alle parole del maestro, rendendosi conto di quanto fosse lontano dalla fine del proprio cammino. Era vittima delle sue convinzioni e del proprio orgoglio, il problema di fondo era la sua cocciutaggine e il suo atteggiamento verso quello che i monaci volevano insegnargli. Non aveva mai messo in discussione la propria vita ad Arcadia e il proprio modo di vivere. Ora, per la prima volta nella propria vita, si chiedeva se non avesse sprecato tanto, troppo tempo arrivato a questo punto della sua esistenza. Era stato cieco e se ne rendeva conto solo ora.

    C'è speranza per me, maestro? Chiese infine con tono afflitto.

    Il maestro sorrise.

    Non ti troveresti qui se così non fosse.



    Edited by Ryuk* - 31/8/2015, 21:15
     
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  9. :Karma:
     
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    Yang Shi

    Eppure era convinto di poterlo raggiungere. Aveva previsto quell'ultimo spostamento, il braccio era scattato prontamente per intercettarlo e stenderlo, ma era riuscito a sfuggirgli ancora una volta.

    Era chino su sè stesso, le mani sulle ginocchia a sostenere il peso del busto rivolto in avanti. Ansimava vistosamente mentre qualche goccia grondava dalla sua fronte.

    Puoi rinunciare se non ti senti ancora pronto. Disse il maestro alla sua destra, non lasciando trasparire il minimo segno di stanchezza. Karma si sentì ribollire dentro.

    Rabbia, frustrazione. Inadeguatezza. Il suo animo era un turbinìo di sentimenti negativi.

    No.. Sussurrò mentre ritornava eretto con le spalle lievemente inarcate per via dell'affaticamento. No, vedrà che riuscirò..

    Il maestro sorrise. E allora smettila di cercare di colpirmi e colpiscimi. Più la tua mente si sofferma sul fatto che non mi stai colpendo, più ti sarà difficile "vedere".

    Karma non ascoltava più però. Mentre il maestro parlava ripartì all'attacco con un grugnito, pensando stupidamente di poterlo cogliere impreparato durante il discorso. Ormai era l'esasperazione a guidare i suoi colpi. Il maestro continuò a schivarlo senza particolari difficoltà, a deviare gli arti dell'arcadiano con scioltezza e fluidità uscendone sempre illeso.

    L'arcadiano emise un urlo, unendo le braccia a martello in uno slancio repentino. Il maestro sgranò gli occhi mentre schivava quest'ultimo colpo. Il pavimento in marmo si crepò all'impatto con i pugni di Karma. Le braccia e la schiena dell'uomo erano ricoperto di roccia.

    Dalla tua hai dirompente forza fisica e la solidità di una roccia, ma non puoi usare queste armi per vincere senza controllo. Continuò a dire il maestro con voce calma e conciliante, ma risultò evidente che qualcosa non andava. Karma si riprese immediatamente, ritornando alla carica, questa volta piantando il piede a terra una volta vicino il maestro, scatenando un movimento sismico insidioso.

    Il monaco ne fu investito, ma ne risentì in minima parte a causa del suo incredibile equilibrio, ma era comunque preoccupato per l'arcadiano. Gli occhi erano diventati lucidi e rossi, le pupille dilatate, e nella penombra avrebbe giurato di intravedere un lieve alone nero scaturire dal suo corpo.

    Karma alzò di nuovo le braccia deciso a colpire di nuovo, ma fu interrotto prima ancora di riuscire a far partire il colpo. Una serie di tre colpi portati con la punta delle falangi colpirono Karma in entrambe le giunture interne del gomito e alla base del collo, un ulteriore colpo portato alla bocca dello stomaco con il palmo aperto che fece piegare Karma in avanti, infine un ultimo calcio rotante diretto al baricentro dell'arcadiano, respingendolo una quindicina di metri più in là.
    [Slot Rapido - Passive: Meditation II + Skill: Viper Strike]
    [Slot Rapido - Passive: Thousand Hands + Skill: Disruptive Strike]
    [Slot Azione - Action: Launching Kick]


    CITAZIONE
    Passive: Meditation II
    Se non si è utilizzato il chakra durante i due turni precedenti, è possibile eseguire una skill dell'arte segreta o della disciplina Corpo a corpo che costa Azione al costo di un Rapido.

    CITAZIONE
    Skill: Snake Fang
    [Azione]
    Third Eye: Offensivo
    Il combattente concatena in maniera rapidissima tre attacchi fisici. Gli attacchi hanno danno fisico totale dimezzato.
    [Richiede la Stance: Snake]
    [Chakra: 10]

    CITAZIONE
    Passive: Thousand hands *
    Il guerriero possiede rapidità e destrezza sovraumane. E' possibile eseguire una skill della disciplina che costa Azione pagando Rapido.

    CITAZIONE
    Action: Break Point
    [Azione]
    Il guerriero individua un apertura nella difesa dell'avversario, sfruttandola per colpire una parte del suo corpo particolarmente sensibile. E' un attacco fisico che applica STUN.
    Se l'avversario è sotto al 40% della sua vita, applicherà anche CRIPPLE.
    [Cooldown 2 turni]

    CITAZIONE
    Action: Launching Kick
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Se a contatto con un avversario/alleato, il guerriero può scaraventarlo diversi metri più in là. La schivata a questa azione costa un rapido in meno. Il bersaglio è scagliato a distanza di 20 metri e subisce danno da caduta se si tratta di un avversario. Nel caso di bersaglio nemico, è possibile mirare a un altro avversario per investirlo col primo. Il danno è applicato ad entrambi e ignora qualsiasi armatura.
    [Danno: 50]

    CITAZIONE
    Passive: Total Suppression
    Infliggere 5 colpi a un avversario nella Stance: Snake applica DISABLE. Azzera i contatori di colpi.


    Privato di qualsiasi utilizzo del chakra, stordito e dolorante, Karma rimase steso a contorcersi agonizzante per diversi secondi. Non aveva nemmeno compreso bene cosa fosse successo prima di ritrovarsi così a terra stordito. Boccheggiava avidamente mentre le braccia stringevano il ventre, gli occhi fissi a guardare il soffitto del appannato monastero.

    L'orgoglio non porta da nessuna parte! Risuonò la voce del monaco, avvicinatosi di qualche passo e immobile a guardare Karma a terra. L'uomo continuava a rantolare mentre il dolore se ne andava, troppo lentamente.

    M-mi.. Provò ad ansimare senza poter aggiungere altro. Il maestro ne provò compassione rendendosi conto di essere stato duro con lui.

    Umiltà e rispetto sono le armi di un guerriero onorevole. Onora sempre il tuo nemico anche nella sconfitta. Sgombra la mente da odio e rancore, questi possono solo renderti cieco e offrire un apertura al nemico per colpirti. Continuava a dire con tono più basso e paziente. Era una lezione che Karma doveva imparare, ad ogni costo.

    Stai affrontando un terribile nemico perché non puoi vederlo nè sentirlo, ma è sempre lì ed è dentro di te. Rimanere calmo e vigile come uno specchio d'acqua imperturbato è l'unico modo che hai per non concedergli prese su di te. Diventando acqua limpida potrai vedere chiaramente il tuo volto riflesso in te e attraverso te trovare il punto debole del tuo nemico, fisico o simbolico che sia.

    Perché perde tempo con me? Chiese Karma che intanto era riuscito a sollevare il busto, reggendosi sui gomiti dietro la schiena. Le parole del maestro erano piene di saggezza e soprattutto vere, ma Karma continuava a nutrire seri dubbi sulla possibilità che lui potesse apprenderle.

    Il maestro sospirò, non rispondendo subito a quella domanda. Un ombra calò sul suo volto mentre spostava lo sguardo altrove. Karma non comprese e stava per chiedere di nuovo, ma non seppe cosa dire, non riuscendo ad immaginare il motivo di quello strano silenzio.

    Il mio compito sarebbe quello di ucciderti. Disse lui improvvisamente e un tuono si abbattè sul cuore di Karma. Diversi secondi servirono a vincere lo sgomento mentre incredulo l'arcadiano cercava negli occhi del maestro una spiegazione.

    La leggenda parla di un oblìo senza speranza per coloro che sono maledetti dai Wendigo. Il compito per noi saggi dell'ordine è quello di porre immediatamente fine a tale sofferenza assieme alla vita dei dannati. Continuò a dire il maestro e allora Karma cominciò ad avere paura sul serio, rendendosi conto del rischio che aveva corso nel lasciare Arcadia, gettandosi in un viaggio che non aveva compreso fino in fondo.

    Ma Yang Shi ha già causato tanto di quel dolore al mio cuore. Ho capito tardi che, forse, se lo avessi guidato con pazienza e devozione, forse adesso sarebbe ancora qui. La voce ebbe un fremito, un segno di debolezza che mai il monaco aveva tradito forse in tutta una vita.

    L'ho trattato con durezza, gli ho voltato le spalle, io, il suo maestro e suo modello. Continuò a dire con voce profonda e sofferente.

    Ho alimentato la sua ira. Disse guardando Karma con sguardo costernato ma fiero. E mi rammarico per questo.

    L'arcadiano cercava di assimilare quei discorsi, cominciando a comprendere il perché della durezza di quegli allenamenti, delle lezioni di umiltà e pazienza, degli insegnamenti metaforici. Era stato un perfetto idiota a credere che il maestro lo stesse sottovalutando. Aveva sbagliato tutto fin dal primo giorno al monastero.

    Quei pensieri furono interrotti dalla mano del maestro, tesa per aiutare a rialzarlo. Gli sguardi si incrociarono e Karma riuscì a trarre da quella vista coraggio, ispirazione e fiducia. Non commetterò lo stesso errore con te.



     
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    Epilogo

    Le settimane passarono veloci tra allenamenti fisici rigorosi, meditazione e soprattutto lunghe camminate attraverso le scalinate che si arrampicavano su e giù per le ripide montagne. Fu soprattutto quello ad aiutare Karma in verità. Era un ambiente talmente diverso rispetto al verde paesaggio delle sue foreste natìe. La vita all'interno della foresta è istinto, azione e reazione, rapidità di pensiero e di spirito.

    Lì invece il tempo sembrava fermarsi, così come il vento, il cielo e ogni altra cosa sulla terra. Gli capitava di sporgersi da una delle rupi, soffermandosi sul fondo delle strette valli. I tetti dei villaggi sporadici erano minuscoli, così come le loro strade, i loro fiumi e persino gli alberi. Tutto guardato in prospettiva sembrava ridimensionato, e così anche i problemi e le vicissitudini della terra degli uomini.

    L'attentato a braxamundis, l'esplosione dell'aereonave, l'impero e i ribelli, le prescelte di arcadia, la guerra dei ninja. Tutto sembrava lontano e privo di significato di fronte alla pace interiore che quel luogo trasmetteva. Si rendeva conto di quanto prima di quell'esperienza si sentiva in balìa di un mondo che non riusciva a capire, intrappolato da paesi in guerra, costretto a rifugiarsi nella propria realtà selvaggia, unica prospettiva che riusciva a capire, a domare, a vivere.

    Ammise di essere rimasto trent'anni della sua vita assieme al proprio branco ad Arcadia per paura. Le tradizioni erano preziose per tutti i membri del suo branco, ma tra quelli della sua generazione, lui era stato l'unico a non aver voluto viaggiare seppur solo per vedere i cambiamenti di cui tutti parlavano all'arrivo degli imperiali. Si era detto di non aver bisogno di vedere cose nuove, di essere una persona che si accontenta di ciò che la natura aveva da offrirgli e che non avrebbe cambiato la propria casa, la propria realtà, per nessun altro posto al mondo.

    Era paura, invece, e ora era pronto a riconoscerlo. Paura del cambiamento, paura di scoprire quanto male poteva esserci al mondo, paura di doverlo affrontare. Chiudere gli occhi poteva essere un atto comodo per chi non vuole vedere la verità, adesso però era stato costretto ad aprirli e finalmente capiva molte cose. Non poteva dire di aver cambiato completamente idea riguardo molte cose. Credeva sempre che l'uomo era molto più felice e la vita molto più semplice quando ci si confrontava con la natura, si parlava con gli animali e si viveva in simbiosi con la terra selvaggia e pura. Tanti costrutti e artifizi creati dagli esseri umani erano solo serviti a complicare le cose, renderle più difficili da capire e più tristi da vivere. Ma capiva che non era il mondo ad essere un posto brutto in cui stare, era lui che doveva forgiare il proprio io per poterlo affrontare. E perché no, cambiare in meglio dove riconosceva che qualcosa non fosse giusta.




    Con queste convinzioni, si presentò quindi dal suo maestro quel giorno, annunciando che era determinato a partire. La ringrazio per tutto ciò che mi ha insegnato e per la pazienza mostratami. Sono consapevole di avere molto altro da imparare qui, ma temo che per il momento tali cose debbano aspettare. Ho un amica lasciata a Neagora da rivedere, alcune faccende rimaste sospese da risolvere e cari in pensiero da rassicurare. Un giorno, non molto lontano, tornerò qui per terminare il mio addestramento. Fino ad allora, statemi bene.

    Il maestro non disse nulla sebbene, come detto anche da Karma, reputasse fosse troppo presto per la sua partenza. Si limitò a sorridergli mascherando una certa amarezza, salutando con il cerimoniale inchino dei monaci. Non dimenticare mai ciò che hai imparato. Ho fiducia in te, Karma.




    Dopo aver salutato tutti, dal più piccolo al più anziano, Karma raccolse le sue cose e si incamminò giù per la scalinata principale che riportava per il sentiero verso Neagora, passando per le coste fuori dalla selva Sumadiana. Il cuore era allegro anche se non assente di una minima nostalgia. Si era affezionato ai monaci di quel villaggio e tutti gli avevano mostrato affetto al momento della sua partenza. L'arcadiano possedeva un animo ingenuo e candido, sebbene impulsivo alle volte, ed era riuscito a farsi ben volere dalla maggior parte degli abitanti del monastero.

    Nel suo cuore sapeva che li avrebbe rivisti tutti, nemmeno tanto tardi, ma non poteva fare a meno di chiedersi cosa gli avrebbe riservato il suo cammino da quel momento in poi.




    CITAZIONE

    FINE


     
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    Scrittura 2
    Nel complesso il testo è sempre scorrevole e molto piacevole da leggere, nonostante ci siano alcune sviste di battitura e qualche errorino che ti ostini a riproporre di tanto in tanto, ma sono talmente sporadici da non intaccare la lettura nel complesso.
    Stilisticamente non ti smentisci, il ritmo è incalzante e magnetico. Avevo già iniziato a leggere la ruolata quando la cominciasti tempo addietro ed ora l'ho riletta tutta d'un fiato e rapidamente proprio grazie allo stile semplice ma mai povero.

    Interpretazione 2
    Troviamo un Karma particolare in questa ruolata, diverso da come lo abbiamo visto fino ad ora e molto preoccupato del suo destino. Ho trovato l'interpretazione molto interessante ed introspettiva, mai noiosa e ripetitiva. Si capisce perfettamente perché Karma agisca e ragioni in un certo modo e non è difficile affezionarsi al suo carattere e personalità leggendo la ruolata.

    Strategia 0
    Valutare la strategia in queste ruolate è sempre un po' un problema, dato che di fatto strategicamente hai usato le tue abilità, ma comunque non sei durato molto nello scontro contro Ho-Fan. Lo 0 in questo caso non è per una mancanza tua, ma per una effettiva impossibilità di valutare quanto di fatto avrebbero impattato le tue azioni se lo scontro fosse stato gestito in maniera diversa (tramite un master ad esempio).

    Bonus/Malus
    + 1 Originalità
    + 1 Lunghezza

    Acquisizione Arte Segreta: Superato!
    Bonus: + 1 PA

    Karma: + 6 Exp + 1 PA
    Valutatore: + 1 Exp + 100 Gold

    Note:
    Ho apprezzato in particolare come hai legato gli eventi del Raid del Risveglio di Yang-Shi a questo tua ruolata personale per l'arte segreta. Inoltre mi ha colpito molto come è cambiato il carattere di Karma e il suo modo di ragionare. Complimenti.
    In ogni caso spero di leggere ancora qualcosa riguardo a questa storia perché mi sembra di capire che il male che perseguita Karma è stato solo "limitato" e non "debellato" quindi mi aspetto di leggerne ancora in futuro.
     
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