[QUEST] Ali nere

Casey91, Kinamy, BretonSaga

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    Credevate di avere più tempo. Credevate di poter fare i vostri comodi fuori dal nido del drago potendo poi lasciare il posto indisturbati. Credevate davvero di poter sopravvivere per poter raccontare una storia tanto incredibile, che so, magari davanti al bancone di una taverna tra un boccale di birra e l'altro. Nel vostro cuore, mentre Vanberk sollevava lo svenuto mascherato come un sacco di patate e Darina strattonava lo stregone seguito a ruota da Roman, speravate di poter raggiungere la china ripida, risalirla e sparire all'interno della foresta lasciandovi alle spalle l'enorme flagello alato.

    Quanto poco sarebbe bastato per far crollare le vostre certezze o speranze. Un fragore assurdo, un immensa folata di vento che nel raggiungervi vi avrebbe fatto vacillare, forse persino perdere l'equilibrio. Avreste avuto il coraggio di voltarvi o avreste continuato a correre? Lo avreste trovato il coraggio di voltarvi per guardarlo?

    Era lì, dall'alto dei suoi 10 metri dalla punta delle corna agli artigli affilati. Enorme, nero come la notte, terribile come la fine del mondo. Era fuori di sè nel vedere quegli intrusi, quegli insulsi insetti infestare il proprio nido. Supponendo che nessuno di voi avrebbe osato fermarsi nonostante la vicinanza della bestia, avreste udito tra il ruggito furente del drago i versi disperati del cucciolo che udita la madre chiamava finalmente con rinnovata foga.

    Un nuovo ruggito orribile avrebbe rintronato le vostre orecchie mentre nel mezzo di quel tremendo rumore avreste udito forse la voce dell'albina urlare qualcosa. Poi un terrificante frastuono, lo schioccare delle mandibole mentre la testa raschiava il terreno. Dell'albina non avreste percepito più alcun segno.

    Il drago era quindi con il capo chino sulla tana, lasciandovi perdere per il momento. Kesha e Hakka erano ancora molto indietro, nel bel mezzo della radura, mentre Darina e Vanberk avevano appena raggiunto la china ripida.

    Roman, che li seguiva da vicino, si voltò e indugiò per guardare i suoi due compagni di viaggio. Voleva chiamarli, voleva tornare indietro e trascinarli di peso fin fuori da quella foresta, voleva spaccare il mondo, bruciare vivo quel mostro, per tirarli fuori da quella merda. Erano lì soprattutto per merito suo, lui li aveva ingaggiati in quel folle capriccio. Se solo fosse più forte, se solo...

    Il drago sollevò il capo, ancora in preda al suo impeto rabbioso. Il suo piccolo giaceva a terra con il collo mozzato, rantolando gli ultimi gemiti al mondo che aveva conosciuto solo per pochi giorni. Un ultimo ruggito, il peggiore di tutti, si innalzò nell'aria mentre le ali si dispiegarono terribile lanciando un ombra in tutta la valle. Questa volta, forse, spinti da un sentore di morte che avrebbe raggiunto tutti in quell'angolo di foresta, vi sareste voltati, per guardarlo.

    Hakka e Kesha erano i più vicino e il drago scattò con un battito d'ali per finirgli addosso. Una manciata di secondi, decine di metri che per lui erano nulla, e avrebbe schiacciato anche quei due moscerini. Poi sarebbe toccato agli altri.

    L'omaccione e la ragazza correvano, si voltarono vedendo quella montagna franargli addosso. Hakka si fermò, afferrando il braccio di Kesha. Scappare era inutile, lo sapeva. La giovane emise un urlo strozzato, era fuori di sè, le lacrime le rigavano il volto sciogliendo il mascara attorno agli occhi. Non voleva morire, non così, non adesso. Eppure stava accadendo davvero.

    Hakka la strinse a sè, la costrinse a sè e lei smise di combattere quasi subito. La terra tremò attorno a loro, ma forse era stata solo una falcata del drago che non avrebbe mostrato pietà, proprio come non era stata mostrata al suo cucciolo. Le due figure abbracciate aspettavano la morte.




    EHIIIIIIIIIIIIIIIIII!






    Un improvvisa colonna di fuoco si innalzò a qualche decina di metri da lì. Se vi foste voltati non l'avrete visto dov'era prima, Roman intendo. Era decisamente il più veloce di tutti voi, agile come pochi. Si era allontanato da Vanberk e Darina, ad un tiro di pietra. Il fuoco lo aveva avvolto, completamente, incendiando anche qualche pianta intorno a lui. Una palla di fuoco raggiunse il muso del drago, facendolo esitare, facendolo voltare verso il ragazzo. La sua luce risplendeva come gloria pura, il suo momento di gloria.

    Il drago deviò lasciando perdere Hakka e Kesha che ebbero solo qualche secondo per rendersi conto di quel che stava succedendo. L'enorme creatura non si fiondò contro il ragazzo, bensì avanzò dapprima rapidamente poi soffermandosi a guardarlo a distanza. La testa inarcata, il petto fiero e gonfio, gli occhi, antichi come il mondo, fissi su quella stella ardente che irradiava la sua tremula luce sull'immenso corpo nero della creatura.

    Lo fissò, il ragazzo urlante, per qualche secondo come per onorarne il coraggio, o forse voleva solo dargli tempo di rendersi conto dell'assurdità che aveva commesso nell'osare affrontarlo.

    Roman urlò ancora, le fiamme ebbere un altro picco e lui non aveva più paura. Lo avrebbero visto, tutti loro. Chi lo aveva sempre deriso, chi lo aveva sempre giudicato superficiale e frivolo. Lo avrebbe visto tutti. Roman, l'ammazzadraghi.




    Ma non fu il fuoco di Roman a spirare ancora verso il nero drago. Fu quest'ultimo a spalancare le fauci, vomitando un flusso di fiamme rovente che colpì in pieno il giovane, divorandone la flebile luce, incendiando quell'angolo di foresta, facendo sparire l'esile e temeraria figura.




    In quello straziante spettacolo, una ragazza urlò il suo nome ma Hakka, voltando il capo, fece tremare un ultima volta la terra mentre una cupola di roccia nascose la figura dei due mercenari, inghiottendoli nella terra e nascondendoli all'ira del drago.



    Credevate di avere più tempo. Il tempo vi è stato concesso, una vita per tante vite. Dovevate solo afferrarlo e sperare che quella vita spezzata bastasse a placare l'ira di quel paio di Ali Nere.



    ALI NERE


    FINE







    Epilogo ragazzi.

    Mi scuso se ci ho messo tanto, avevo pronto il post da giorni ma ci ho lavorato per renderlo il più degno possibile.

    Avete ruolaggio libero, non dubitando che cercherete di fuggire il più rapidamente possibile. Se avete fatto bene a salvare quei due tizi o meno lo saprete dopo il vostro ultimo post, oltre alle ricompense della quest. Postate anche la valutazione al master.

    GG

    @Casey: Tu puoi postare direttamente la valutazione alla quest se ti va.
     
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  2. Casey91
     
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    Voto: 4/5
    Hai tenuto praticamente due quest separate dall'inizio alla fine, merito dei miei colpi di testa o era un piano prefissato? Non lo sapremo mai.
    Le hai collegate, sul finale, in modo egregio. Belli i Png, sia i naga che i mercenari. Bravissimo,come sempre.
     
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  3. BretonSaga
     
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    "Possiamo farcela! Mancano pochi metri e gli alberi ci nasconderanno! Manca poco e..." i suoi pensieri furono bruscamnete interrotti da una folata di vento che destabilizzò il corpo del nordico. Un ruggito scosse il terreno, potente come un eruzione, ed un ombra improvvisamente coprì tutti loro. Vanberk non si voltò a guardare ma restò fermo sul posto, con l'uomo mascherato sulle spalle che rischiava di cadergli, perchè sapeva benissimo cosa si trovava alle sue spalle: una figura che dimorava nelle leggende della sua gente, una forza della natura inarrestabile e antica, alleata o nemica delle divinità - Il drago. - mormorò. Improvvisamente nel silenzio della radura una voce femminile esplose, minacciando la gigantesca creatura: Vanberk si voltò e vide Morgan, resa pazza per la paura, fronteggiare la bestia usando il cucciolo come scudo mentre questo si dimenava con tutte le sue forze per sfuggire all'aguzzina. - Pessima idea... - commentò laconico mentre la madre calava al testa verso il terreno, divorandola. Ma poi un nuovo ruggito, ancora più potente del precedente, fece tremare il guerriero come un bambino: era un ruggito ancora più carico d'odio e di dolore, qualcosa che avrebbe intimidito qualsiasi creatura o guerriero esistente. Il cucciolo giaceva ferito mortalmente a terra, a causa di chi non si sapeva, e la madre ora voleva vendetta!

    Sfortunatamente Hakka e Kesha non erano riusciti ad allontanarsi abbastanza dalla tana e il Drago puntò verso di loro, desideroso di spezzarre anche le loro vite: i due non potevano sfuggirgli in nessun modo e si strinsero accanto aspettando l'imminente fine...
    Qaundo una luce abbagliante divampò nella vallata! La luce, talmente forte da spingere il fabbro a coprirsi il volto con le mani, era originata da Roman, avvolto dalle sue fiamme che divampavano come un falò. Il ragazzo scattò verso il drago lanciando un urlo carico di disperazione, rafforzato da un enorme sfera di fuoco, per sviare la sua attenzione dai loro compagni. E funzionò! Il drago fermò l'attacco e si volse verso quella colonna imponente di fiamme, osservandola con interesse. Vanberk voleva urlare qualcosa al ragazzo, dirgli di fuggire, nascondersi ma nulla uscì dalla sua bocca, pietrificato com'era dalla paura. E non potè fare nulla quando il drago vomitò su Roman un mare di fiamme, che inglobarono quelle del ragazzo, uccidendolo.

    Nella sua testa il silenzio calò di nuovo, pesante come una coltre: vide Hakka stringere a sè Kesha per poi nascondersi sottoterra mentre lui, senza accorgersene, prese Darina per il braccio e iniziò a correre verso la foresta. In quel momento non sentiva la fatica, il dolore o il peso delle cose che trasportava. Percepiva solo i tonfi ritmati dei suoi piedi sul terreno mentre ripercorrevano la strada fatta pochi minuti prima. Non sentiva i tagli e le botte causati dai rami: corse e basta finò a raggiungere le porte dell'avamposto, da dove tutto era iniziato. Vide le persone voltarsi al loro arrivo, accorrere per aiutarli ma lui cadde in ginocchio, esausto oltre ogni limite e, prima di svenire, disse a Darina - Ti prego racconta loro cosa abbiamo visto! Dì loro del Dra... -

    Caddè al suolo, facendo cadere l'uomo mascherato accanto a sè, e precipitò in un oblio dove l'ultimo gesto eroico di Roman si ripeteva continuamente, un sacrificio fatto per salvare la vita dei suoi compagni, una morte gloriosa contro un nemico invincibile. -Lode a te Roman, la Fiamma della Vita. - urlò nel suo sogno.

    Poi, finalmente, riusci a dormire.



    VALUTAZIONE : 5/5

    Un avventura appassionante e ben scritta, con dei nemici forti e pieni di sorprese. Ho apprezzato moltissimo il finale e la psicologia dei PNG alleati e ora sono ansioso di scoprire come evolverà la vicenda! Il fatto che l'avventura si sia divisa in due sub-storie un pò mi è dispiaciuto ma comunque il chiudersi a cerchio dell'avventura ha creato una bella storia.
     
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    GRAMMAR NAZI

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    Darina era caduta in ginocchio nell'istante in cui erano arrivati all'avamposto. Il cerino che li aveva seguiti le si accoccolò tremante con il musino in grembo a ripredere fiato.
    La giovane aveva gli occhi lucidi ed era pallida a tal punto che perfino le labbra sembravano completamente esangui. Il suo battito le martellava nella testa e non riusciva a sentire altro, non riusciva a capire altro.
    Ti prego, racconta loro cosa abbiamo visto! Di' loro del Dra...
    Darina si guardò il braccio dove fino a un attimo prima Vamberk la stringeva, dove l'aveva stretta finché non erano arrivati lì. Cosa è successo...
    Lentamente cominciavano ad affiorare i dolori, ovunque: alle braccia, al torace, alle gambe che bruciavano per la corsa sfrenata e alla testa. Per la consapevolezza. Alzò lo sguardo verso coloro che si stavano avvicinando preoccupati. Vamberk era crollato a terra, ma Darina non riusciva a farci davvero caso. Sembrava tutto distante, tutto lento.
    Nella sua mente lampeggiarono delle immagini, degli istanti quasi indistinguibili. Il ruggito del drago. L'ombra su ogni cosa. Kesha e Hakka, troppo lontani. La terra che tremava. Roman. Il fuoco.
    Aprì la bocca ma non un suono ne uscì. Guardò i volti davanti a sé ad uno ad uno, senza riuscire ad emettere un fiato. Ad un tratto un urlo strozzato le sgorgò dalla gola e delle lacrime bollenti scivolarono giù, segnando dei solchi fangosi sulle sue guance sporche di terra. Il respiro le si fece sempre più rapido, ma sembrava uscire molta più aria nei rantoli di quanta non ne entrasse con quei brevissimi respiri simili a singhiozzi. Un uomo senza volto le strinse le spalle e le disse qualcosa. La sua voce suonava dolce e rassicurante. Si sentì stringere e tenne gli occhi chiusi contro il petto dello sconosciuto che continuava a sussurrare. Passarono dei secondi interminabili prima che riuscisse a controllarsi e riprendere fiato normalmente. Si mise le mani sul viso, si asciugò le lacrime alla bell'e meglio e cercò Vamberk con lo sguardo. Qualcuno aveva iniziato a medicarlo ma non volle comunque allontanarcisi. Rimase in ginocchio ingobbita accanto a lui e con la voce arrochita e flebile spiegò: Siamo andati a cercare tracce del drago... ha dei cuccioli... uno è stato ucciso. Cercò di trattenere un fremito mentre si costringeva a continuare. Dovete andare via da qui. Il drago spazzerà via tutto...
    Sentiva il peso della sua bestiola e la propria coscia contro con il corpo del compagno svenuto, e si aggrappava alla concretezza di quei contatti per concentrarsi, per non farsi assalire di nuovo da quella valanga di paura.

    Non disse una parola per cinque giorni e quasi non mangiò. Dormiva poco, qualche ora appena a notte, e si svegliava quasi più stanca di prima. Ogni volta che chiudeva gli occhi il fuoco le lampeggiava davanti e camminava piano, come se ad ogni passo dovesse all'improvviso mancarle la terra sotto i piedi. Ogni rumore brusco la faceva trasalire. Aveva pensato di andare ad Arcadia, ma passò molto tempo prima che si decidesse davvero. In quei momenti avrebbe voluto essere lontana, nel deserto, lontana da tutto quel verde che all'improvviso sembrava nascondere solo orrore e paura dietro ogni foglia, sotto ogni ramo.
    Doversi occupare del proprio animale fu forse la cosa che l'aiutò a non farsi affondare nello shock. Così piccino e giocoso, si era ripreso molto più in fretta di lei. Cercava di non pensare a Roman, ma a volte la sua mente decideva per lei. Il giorno prima di tornare ad Arcadia non riuscì a chiudere fuori dalla sua testa quello che era successo al ragazzo. Rivide vividamente ogni secondo e finalmente riuscì a percepire l'eroismo del gesto e il fatto che non fosse stato né il destino né nient'altro. Se Roman era morto, era per decisione di Roman stesso. Aveva fatto una scelta, tutti avevano fatto delle scelte. Non era colpa sua, né di Vamberk, né di Hakka, né di Kesha, di nessuno. Nemmeno del drago. Avevano voluto correre il rischio. Ora anche lei doveva accettarne le conseguenze. In verità ci vollero molte ore perché questi pensieri nascessero e si delineassero, ma quando finalmente ci riuscirono, Darina provò un vago senso di pace.

    Non ho un dio da pregare, perciò non offenderti... dirò solo questo: sei una testa calda, e non sei diventato un ammazzadraghi come speravi, ma hai salvato i tuoi due compagni. E' stato un modo un po' estremo per fare in modo che non ti prendessimo in giro... uno sbuffo di risata la interruppe mentre si asciugava una guancia ...ma grazie di aver fatto la cosa giusta. Racconterò del tuo coraggio perché lo meriti. Raccontare di un cacciatore di bestioloni squamosi non vale certo quanto raccontare di un eroe...



    CITAZIONE
    VALUTAZIONE: 4/5
    Fianlmente riesco a finire! Dunque, bello bello bello. Però mannaggia a te che hai fatto morire Roman, sono troppo sensibile per 'ste cose.
    Dunque la storia mi è piaciuta molto e apprezzo moltissimo il fatto che in realtà qui hai avuto una doppia mole di lavoro, oltre a tutto il resto delle altre quest ecc. in corso. Peccato solo per qualche intoppo qui e là (nelle mappe non era segnato il sinkhole, un fraintendimento su come come rendere validi gli spostamenti), e per qualche punto non chiarissimo (la descrizione della tana del drago), dovuti appunto al gran daffare anche con le altre cose. E' l'unico motivo per cui non mi sembrerebbe corretto dare 5/5 (altrimenti a chi fa tutto perfetto cosa diamo? XD)
    Grazie mille dell'impegno e dell'esperienza di gioco!


    Edited by Kinamy - 23/1/2016, 19:21
     
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    Nel caldo riparo dove avreste trovato conforto nella vostra fuga avreste notato come tutti erano in fermento a causa dei ruggiti lontani avvertiti quel giorno ai confini della regione Sumadiana. Ad Arcadia, i ranger rimasero a scrutare il cielo per diverse ore con il fiato sospeso mentre ogni animale della foresta mostrava segni di inquietudine e nervosismo. Persino ad Estheltia alcuni felini si comportavano in maniera strana e nell'aria si avvertiva una tensione invisibile agli occhi dei più, ma più che palpabile a coloro che sapevano leggere bene i segni della natura.

    Le testimonianze di voi quattro sopravvissuti servirono ad alimentare le voci già preoccupate riguardo gli avvenimenti di quei giorni, tanto da attirare l'attenzione di molte persone giunte anche da città arcadiane distanti per interrogarvi su quel che avevate visto. I giorni di permanenza nella locanda per riprendervi dalle ferite sarebbero stati tutt'altro che tranquilli e se quanto avreste detto di quella storia agli avventori dipendeva solo da voi, gli altri due che avevate tratto in salvo non spiccicavano una parola, negando quando possibile di aver visto alcunchè.

    I giorni sarebbero passati, quanti di questi sarebbe stata solo una vostra scelta, ma da quel che ho potuto comprendere si aggiravano intorno alla settimana. Il sacerdote era rimasto lì con voi assieme all'amico mascherato, entrambi alloggiavano in una stanza distante almeno quattro porte dalla vostra. La locanda si era riempita di avventori, gente che arrivava da Arcadia per ascoltare la storia che avevate da raccontare, la maggior parte nemmeno arrivava a voi accontentandosi del circolo di pettegolezzo che si era creato nel salone. Sembravano preferire le versioni più colorite e distorte della storia che aveva avuto diversi giorni di tempo per gonfiarsi piuttosto che accertarsi della versione dei fatti da voi diretti interessati.






    Giunse gradualmente il giorno in cui il sacerdote e il mascherato decisero di lasciare la locanda. Il tizio tenebroso non aveva più indosso la sua maschera che probabilmente sarebbe stata vista come una minaccia in un luogo così mite e familiare come quella locanda, ma portava comunque una fasciatura generosa su tutto il volto, abbinata ad un paio di lenti scure. Il sacerdote si era preso personalmente cura della riabilitazione dell'amico che mostrava ancora qualche fastidio nel muoversi e camminare. Prima di andare via, avrebbero bussato alla vostra porta, mostrando il proprio desiderio di parlare. Dopo essersi accertati di avere il vostro permesso, entrarono nella stanza, chiudendo precauzionalmente la porta dietro di loro, facendo intendere che la natura di quella conversazione era estremamente confidenziale.

    Rivelare a voi questi particolari potrebbe costarci molto caro, ma la parola data è più importante di meschini timori e noi vi dobbiamo troppo per venire meno ad un accordo. Esordì il sacerdote, l'altro rimaneva in disparte, braccia conserte e spalla contro il muro, non aprendo bocca.

    Peserò con cura le mie parole perché mi rendo conto che mettervi a corrente di determinate informazioni potrebbe mettere in pericolo le vostre vite e questa è l'ultima cosa che desidero. Quel che dovete sapere è che esiste un ordine molto antico che tra le sue radici nella storia degli shinobi che diversi anni or sono popolavano queste terre. Quest'ordine era ampio conoscitore delle arti proibite, ad oggi estinte per mano dell'impero che ne ha bruciato i rotoli e gli stessi seguaci con il fuoco, lasciando pochi accoliti come superstiti dispersi qua e là per Kalendor.

    Alcune di queste arti conferiva il potere sulle bestie mitologiche, riuscendo a materializzarle in qualche modo su questa terra. Un potere inimmaginabile nelle mani di comuni esseri umani, potere andato per lo più perso nell'inquisizione imperiale che si è assicurata di estirpare qualsiasi cosa non potesse comprendere o controllare. Il sacerdote vi guardava negli occhi e parlava piano, scandendo le parole. Non si sarebbe ripetuto, questo vi sarebbe risultato chiaro.

    Inutile dirvi che qualcosa è sopravvissuto, qualcuno è ancora intenzionato a utilizzare le antiche arti per evocare gli Antichi dei Cieli e scatenarli contro l'Impero, distruggendo una volta per tutte il loro tirannico dominio. Fece una pausa, dandovi il tempo di assimilare quella rivelazione.

    Purtroppo, sono sorti diversi problemi. Gli antichi evocati erano un potere troppo grande per essere controllato. Nel tentativo di imbrigliarne l'essenza vitale, molti non sono sopravvissuti nemmeno un giorno. Il drago che avete visto invece, è sfuggito al controllo spiccando il volo e rifugiandosi nella foresta Sumadiana. Sapevamo che il drago sarebbe morto di lì a qualche giorno, tuttavia la scoperta che facemmo poco dopo ci lasciò un barlume di speranza: il drago avrebbe dato alla luce della prole, prima di morire.

    Il nostro compito era quello di portare via un uovo dal nido del drago al momento opportuno, cancellando qualsiasi traccia del nostro coinvolgimento nella faccenda. Quella traccia eravate voi, per questo il nostro primo pensiero è stato quello di eliminarvi, ma come sappiamo abbiamo fallito su più fronti quel giorno. Il sacerdote prese a ricomporsi, guardando l'amico rimasto in disparte e facendo cenno che era giunto il momento di andare.

    Il drago a quest'ora è sicuramente morto. Dovremmo accertarci delle condizioni dei piccoli, ma dubito che sopravviverebbero un giorno senza la propria madre. Inoltre, quel tratto di foresta ormai brulica di curiosi e paladini improvvisati, è meglio far perdere le nostre tracce. Siamo dei semplici esecutori, non possono nemmeno dire di abbracciare a pieno le convizioni dei miei mandanti, ma una cosa anelo come loro: voglio vedere l'impero bruciare.

    Gli occhi del sacerdote si accesero, il bendato calò il viso dando silente assenso a quelle parole. Probabilmente ci cercano per punire il nostro fallimento, non so che ne sarà di noi ma posso solo darvi un avvertimento, in segno di riconoscenza: state alla larga da qualsiasi altra notizia che riguardi questa storia. Andatevene via il prima possibile da questo posto e fate perdere le vostre tracce. Se avessero anche solo il sospetto che voi centriate qualcosa nella morte di Raven e nel fallimento di questa missione, il vostro destino sarebbe segnato.

    Il sacerdote spalancò la porta e il bendato lo anticipò uscendo fuori. Si voltò un ultima volta, assottigliando le labbra e facendo un cenno con la testa in ultimo segno di riconoscenza. Buona fortuna.






    Raccogliendo le idee sarebbe giunto anche per voi il momento di andare via da quel posto. L'oste vi avrebbe invitato a rimanere ancora qualche giorno ma quando avreste deciso, avreste seguito celermente l'invito del sacerdote. Per qualche ragione, sapevate che quel che vi aveva raccontato era vero, quindi capivate che non era più il caso di rimanere lì.

    Negli ultimi commiati, l'oste avrebbe fatto cenno ad una quinta persona tornata dalla foresta quel giorno funesto. Si trovava nell'ultima stanza del corridoio sotto la cura intensiva della figlia dell'oste, apprendista curatrice. Forse comprendendo di chi si trattava, la curiosità vi avrebbe spinto a dare un ultimo saluto quella volta, prima di partire definitivamente. Avvicinandovi alla porta socchiusa, spalancandola lentamente per non rompere troppo il silenzio religioso della stanza, vi sareste avventurati nella penombra dell'interno. Poca luce filtrava le pesanti tende, illuminando lievemente la figura distesa sul letto. Le coperte ne coprivano il corpo fino alle ascelle, le braccia nascoste dalle lenzuola, il viso coperto da una medicazione sulla guancia destra e una fasciatura sulla fronte.

    Era Hororo, portata lì in condizioni disperate da una sumadiana coscienziosa e assicurata alle cure della locanda. Respirava profondamente in un sonno tranquillo, si era svegliata due volte dal suo arrivo lì ma era ancora troppo debole per rimanere sveglia a lungo. Sarebbe sembrata serena e tranquilla, un bel contrasto con il suo carattere da sveglia. Ma soprattutto, era ignara delle cose che vi erano state rivelate quel giorno.



    Sareste rimasti a guardarla a lungo? Avreste proferito un addio prima di lasciare la stanza? Beh, quel che conta è che, alla fine, anche voi sareste andati via. Col tempo persino Hororo si sarebbe ripresa, andando via una volta per tutte. Gli avvenimenti di quel giorno vi avevano marchiato, chi più chi meno, sia nel fisico che nell'animo, ma cosa più importante, ognuno di voi sapeva che quella storia non sarebbe finita lì.

    PS: Qualsiasi siano stati i vostri mandanti per questa missione, vi hanno ripagato una volta che voi avreste dato loro la versione che preferite della storia.












    CITAZIONE

    Ali Nere



    Valutazioni generali: Sono esausto xD Sul serio, la mia decisione di dividervi non è stata una forma di sadismo (se mai sono stato masochista, costringendomi a tenere praticamente una quest in più) ma naturale evoluzione delle vostre azioni. Eravate un party che doveva assemblarsi in corso d'opera ed è stato interessante notare le difficoltà di dialogo e intesa per cui, come è naturale che sia, si è giunti alla situazione in cui il vostro party non avrebbe potuto esistere, non con i presupposti iniziali. Non era scritto da nessuna parte che dovevate proseguire insieme, motivo per cui ho seguito la strada più coerente e corretta dal punto di vista interpretativo.

    Vi voglio comunque ringraziare per la celerità e voglio scusarmi per le sviste e per il prolungamento finale. Se avessimo chiuso ad inizio gennaio, sarei stato molto più contento dell'andamento della quest (dal punto di vista del mio rendimento, sia chiaro) ma alla fine è venuta fuori bene e sono contento che nel complesso vi sia piaciuta. Ma passiamo alle valutazioni individuali.

    NOTA: E' difficile per me focalizzarmi sui particolari alla fine di questa grande avventura, per cui il mio giudizio sarà sommario tenendo conto dei macro comportamenti e molto meno delle minuziosità. Inoltre, sarò generoso come è giusto che sia per un odissea come questa.


    Breton: Voglio dirvelo ragazzi: fate Quest. Lo so che noi master siamo pochi e anche abbastanza impegnati, ma quando vi capita fiondatevici a testa bassa. In questa ruolata ho potuto vedere Vanberk: un uomo nordico e rude, certo, ma anche di buon cuore, cresciuto con dei valori di famiglia e onore e che si prodiga per aiutare il prossimo, quando può, con semplicità d'animo e disinteresse. Hai condito abbastanza la tua esperienza con rimandi di background e le tue azioni sono state coerenti. La base del pg c'è e mi piace, per cui voglio lodarti per l'archetipo messo in piedi. Ti suggerisco (come ho visto che stai facendo nell'autogestita) di scombussolarlo un pò di più. Aggiungere delle sfumature più gustose servirà a renderlo sempre più interessante. Un conflitto interno non solo serve agli altri per percepire maggiore profondità, ma ti servirà per analizzare il pensiero del pg. Ti darà più elementi da usare nel giustificare ogni scelta, rompendo la linearità delle azioni. Credo che è a questo che dovresti ambire, fino ad avere abbastanza materiale da riuscire a scorgere chiaramente cosa entra in gioco nella mente del pg di fronte ad ogni situazione.
    Comparto tecnico: Ecco, eri il damage dealer in questa situazione, e infatti ti sei mosso bene contro il Bellower, ma ti ho visto un pò titubante contro gli altri avversari. Vero che la paura di crepare c'è da parte di un player, ma mi è sembrato un pò pudico da parte del pg, specie quell'archetipo. Voglio ricordarti che avevi la superiorità numerica dalla tua, parlare con gli altri pg per coordinarsi era la chiave per uscirne meglio dalla scontro che tra l'altro ho tenuto su toni bassi dato che questa Quest ha pericolo Basso. In futuro, in quest più pericolose, tieni a mente il tuo ruolo e se decidi di rimanere difensivo (cosa che non serve dato che hai uno slot azione e devi usarlo per fare molto male) assicurati almeno di farlo per l'eventuale copertura di un alleato più squish (tipo per intercettare con la parata pesante) Rendi produttivo ogni tuo post in combat, tenendo sempre a mente il tuo ruolo e quello dei tuoi compagni.

    Scrittura: 2
    Interpretazione: 2
    Strategia: 1
    Bonus lunghezza: 2
    Bonus puntualità: 1


    Exp totale: 8 exp + 800 GOLD


    Kinamy: Si vede che padroneggi bene la scrittura. I tuoi post sono impeccabili e il pg è... praticamente un personaggio letterario. Arricchisci ogni circostanza in cui si trova con retroscena credibili ed è proprio la normalità delle situazioni vissute dalla pg che la rendono chiaramente tangibile. Dai una forma distinguibile ai posti in cui si trova, la gente che incontra e questo ci permette di vederla sempre lì, una donna che ha sempre faticato a trovare un posto nel mondo, indurita dalla giovinezza difficile e che guarda il mondo con occhi disillusi e pratici. Darina è una donna pratica e tu riesci a mantenere questa linea con coerenza dall'inizio alla fine. E' anche un donna intelligente e ragionevole, capace di tacere quando deve nonostante siano chiaramente individuabili i suoi veri sentimenti grazie al narrato. Questa è una dote che va premiata perché molti invece sembrano scambiare il parlato con il pensato. Si possono pensare le peggior cose nella propria mente, ricoprire di pagine di insulti le persone antipatiche, ma ogni essere umano (normale) ha un piccolo filtro tra il cervello e la bocca che gli permette di usare altre forme più piacevoli da leggere e sottili la cogliere, come il sarcasmo, l'ironia o semplicemente espressioni facciali di insofferenza. Perché usare tale filtro anche nel ruolaggio? Beh, perché rende più credibile un pg, una scena e un interazione. E soprattutto perché si mostra di capire che, anche in una ruolata di fiction, quel che si dice ha delle CONSEGUENZE, anche peggiori a volte delle azioni, per cui un pg con un minimo di credibilità si trattiene di conseguenza, come lo farebbe qualsiasi persona reale. Brava, sull'aspetto interpretativo non ho niente da ridire, se non altro incoraggiarti a lavorare sopra il pg, arricchirla e colorarla un poco in più in modo tale che risulti anche più interessante.
    Comparto tecnico: La praticità trasuda anche dalla build di Darina. Le armi leggere sono la disciplina più versatile dell'attuale meta che combinata con la disciplina terra da solidità e utilità allo stesso tempo. Ottimo utilizzo dei sinkhole ai momenti giusti, specie per liberarti dal circolo stregato del sacerdote: ammetto che non avevo considerato l'idea che potevate liberarvi in quel modo, ma tu hai mostrato intuito sfruttando la descrizione della skill e solo questo ti vale il voto pieno. Per il resto, immagino che debba crescere ancora un pò il pg prima di poter avere più peso in tutte le fasi del combat, a volte sembravi a corto di cartucce ma è anche normale a livello 3

    Scrittura: 2
    Interpretazione: 2
    Strategia: 2
    Bonus lunghezza: 2
    Bonus puntualità: 1


    Exp totale: 9 exp + 800 GOLD


    Casey: Brutto figlio di una buona donna, sei riuscito a farmi fare lavoro doppio, maledetto. Ti dirò, molti giudicherebbero male il tuo modo di ruolare ma io posso cogliere diversi elementi che invece ti fanno onore. Ti fa onore cercare di tenere fede al tuo pg, che a quanto pare è una la testa calda più lesbica e indisponente che esista sulla faccia della terra. Capirai comunque che, come ben ti aspettavi, parole e azioni hanno sempre una conseguenza in una ruolata, specie se masterata, e io mi sono divertito (sì, lo ammetto) a farti scontrare con queste conseguenze fino alla fine. Il merito che hai è stato quello di percorrere coerentemente la folle strada dell'autodistruzione, anche se questo avrebbe significato fare la missione da solo (all'inizio) e morire malamente contro un drago invincibile (alla fine) Se devo trovare delle note negative, non riuscirei perché alla fine hai semplicemente ruolato un pg folle che non si rende conto di risultare indisponente nei modi e che prende decisioni pericolose senza tenere conto del reale pericolo della situazione. Dal punto di vista del ruolaggio, capisco a pieno Hororo e la sua follia e francamente mi chiedo solo come non l'abbiano fatta fuori prima. Dispiace un pò per i tuoi compagni che si sono trovati praticamente un problema in più nell'averti in squadra, ma questo mi ha dato modo di seguire la strada interpretativa più coerente e alla fine l'esperimento credo sia riuscito bene. Se mai continuerai ad usarla, ti consiglierei di moderare in qualche modo la follia o sarà problematico partecipare con altri in quest, ma ovviamente sei libero di giocartela come preferisci, sappi comunque che se il tuo livello fosse stato più alto e la quest non fosse stata di livello più basso, a quest'ora staremmo parlando di un pg morto lol.
    Comparto tecnico: Devo criticare ampiamente la tua scelta della mono disciplina. Se non volevi dare poteri elementali alla pg, potevi combare con corpo a corpo perlomeno, per avere più versatilità e utilità. Non hai controllo (STUN, SHOCK) e questo ti limita al ruolo del dps mediamente fragile che ha solo la mobilità dalla tua. Se vuoi giocarti ancora Hororo, livella e prendi qualche talento più utile, a livelli bassi la tua build è poco utile se non in raid durante i quali puoi fare molto danno senza temere di venire focussato. Per quanto riguarda il comportamento in quest, intelligente la mossa di parlare con le Naga (nemmeno troppo incoerente, in fondo parlare è quel che la pg fa di più) e alla fine, il fatto che sei tornato a salvare Nayatu ti ha risparmiato di venire uccisa dalle Naga per averle trascinate al suicidio (si hai capito bene) e posso dirti che potevi ancora salvarla scappando via dal drago, ma devo dire che rimanere per provare a scalarlo è stato molto più coerente, quindi amen, doveva andare così.

    Scrittura: 1
    Interpretazione: 2
    Strategia: 0
    Bonus lunghezza: 2
    Bonus puntualità: 1


    Exp totale: 6 exp - NIENTE GOLD


    Edited by Ryuk* - 28/1/2016, 23:08
     
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