[FREE ROLE] Tributo Reverenziale

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    La primavera era alle porte, la neve, che sino ad allora lo aveva bloccato tra quelle cime alte ed aguzze, si stava sciogliendo, i ghiacci stavano lasciando spazio ad un manto terroso su cui spuntavano i primi ciuffi d'erba, mentre un pallido sole si faceva largo tra le grige nuvole. Il clima comunque non poteva considerarsi mite, nonostante i venti sferzanti non fossero più così tanto gelidi da rendere le temperature rigide come quella invernale. Poco male, ci era cresciuto tra quei monti e quelle valli pertanto patire il freddo non era mai stato un problema e poi con il colossale corpo che si ritrovava era come essere rinchiusi in una roccaforte inscalfibile ed impenetrabile.

    Erano passati anni dall'ultima volta che aveva deciso di rimettere piede nella civiltà, ma aveva una missione da compiere e per portarla a termine era disposto anche ad entrare in contatto con altre persone. Ormai era da anni che non parlava più con nessuno. Le uniche cose che uscivano dalla sua bocca erano grugniti e poderosi ruggiti di carica e rabbia che emetteva quando andava a cacciare animali di grossa stazza per sostentarsi. Solo un paio di volte era sceso in qualche piccolo agglomerato di baracche in cui vivevano cacciatori e contadinotti per fare i rifornimenti e mai era stato visto di buon occhio da quei mezzi analfabeti che lo consideravano un bruto ed incivile barbaro. Figurarsi quindi come avrebbero potuto considerarlo gli abitanti della benestante Neithlung o della lussuosa Bentus, soprattutto ora che quelle isole non erano più abitate solo dai Vaygr ma anche da gente proveniente da altre parti dell'Impero.

    Da quando era sopravvissuto all'ultimo assalto che i Vaygr avevano teso alla capitale imperiale, si era rifugiato nelle isole attorno a Neithlung per sfuggire alla cattura dei soldati imperiali e per far riprendere il suo fisico dalle tremende ferite e percosse che aveva ricevuto, ferite tutt'ora visibili sul suo mastodontico petto sotto forma di crude cicatrici. La schiena comunque era rimasta immacolata, segno che sino all'ultima goccia di sudore e di sangue che aveva in corpo, aveva combattuto il nemico faccia a faccia, senza pietà ne timore. Aveva passato anni tra quei monti che conosceva meglio dei palmi delle proprie mani e delle righe sulla sua fronte, nascondendosi ed allenandosi in segreto per diventare più forte e raffinare la sua distruttiva tecnica combattiva: quando i suoi consanguinei avrebbero avuto di nuovo bisogno di lui per ammazzare e travolgere quei bastardi imperiali, non avrebbe dovuto farsi trovare impreparato.

    Vivo per miracolo, doveva ciò all'uomo che con il suo enorme scudo per più di una volta gli aveva protetto le spalle in quella drammatica e sanguinolenta battaglia. E quello scudo lo aveva portato via dal campo come cimelio di ricordo assieme alla targhetta che quell'omaccione, suo fratello d'armi, portava al collo. E proprio su quella targhetta da un lato vi era inciso il nome di sua moglie e di quello che probabilmente doveva essere suo figlio, dall'altro c'era disegnato il tipico simbolo che contraddistingue l'isola di Bentus, ergo era lì che probabilmente si trovava la sua dimora. Per ripagarlo del suo eroico sacrificio, Ukon, incredibile a dirsi, si era promesso che avrebbe riportato quello scudo sfondato, ultimo ricordo di un padre partito per proteggere la sua famiglia, a quella moglie e a quel figlio che invano avevano atteso il suo ritorno a casa. Voleva narrargli le gesta gloriose di quel marito e di quel padre che impavido era partito da casa per garantire un avvenire migliore ai suoi affetti e che non aveva pensato due volte prima di mettere la propria vita a protezione di un suo compagno d'armi, a protezione di Ukon.

    Non che si sentisse responsabile della sua morte, sia chiaro, perchè in battaglia tutto può succedere e l'Eterno Falciatore attende con astuzia all'ombra dei cadaveri il momento opportuno per trascinare con sè un'altra anima nell'al di là, tuttavia nutriva grande rispetto per quell'uomo, Tron il suo nome, e si sentiva orgoglioso ed onorato nell'aver combattuto accanto a lui, fianco a fianco, proteggendosi le spalle a vicenda nonostante non avessero mai lottato insieme prima di allora. Sapeva che gli dei immortali gli avevano offerto un posto nel loro phanteon divino, così come sapeva che adesso la sua anima stava banchettando e vegliando sulla sua famiglia. Per questo voleva rasserenare la famiglia di quell'uomo e portare al figlio lo scudo, simbolo di coraggio, audacia ed onore, caratteristiche che quel ragazzo avrebbe dovuto coltivare se avrebbe voluto diventare un guerriero valoroso come suo padre.

    Certo, rasserenare forse è una parola esagerata, infondo difficilmente un omone della sua stazza e con la sua cruda e bruta "finezza" poteva rasserenare una vedova ed un bambino senza padre, ma per lo meno voleva portare i suoi tributi e mostrare tutta la sua reverenza.





    Edited by mrxxx - 18/10/2015, 13:35
     
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    Bentus era un'isola a nord di Neithlung ed era senza ombra di dubbio la città più ricca e benestante di tutto l'arcipelago, luogo ove i guerrieri Vaygr più valorosi e potenti avevano posto la loro dimora dopo una vita passata a saccheggiare, razziare e combattere. Per questo motivo quando tutto l'arcipelago cadde sotto l'Impero, quest'ultimo fece di Bentus il suo baluardo ed avamposto più controllato ed importante, proprio per accaparrarsi il beneplacito dei suoi abitanti considerati eori o leggende viventi dal resto degli abitanti della regione. Non si stupiva affatto che il suo vecchio compagno d'armi avesse abitato proprio lì. Il problema era che a Bentus non era affatto facile entrare, non lo era mai stato, figurarsi ora. E combattere o rischiare di avere addosso tutte le guardie imperiali della città, per quanto potenzialmente eccitante ed emozionante, non era tra i suoi piani. Questa volta non avrebbe potuto fare affidamento sui suoi muscoli, ma avrebbe dovuto agire d'astuzia, il che non gli andava molto a genio dato che da sempre aveva preferito agire d'istinto. E a proposito di muscoli, non farsi notare mentre chiedeva informazioni o mentre passeggiava per le vie cittadine sarebbe stato certamente un problema data la sua mastodontica mole.

    Analizzando la situazione aveva davanti due possibilità: o provava a raggiungere le coste di nascosto con la sua imbarcazione, magari sfruttando l'oscurità della notte, oppure provava ad entrare in città assieme a qualche mercante. A Bentus infatti erano benaccetti solamente mercanti che portavano qualcosa di alto valore all'interno della città. Tuttavia dubitava che qualcuno gli avrebbe dato un passaggio a gratis e purtroppo non aveva con se soldi per corrompere un mercante, inoltre andare con la propria imbarcazione era fuori discussione in quanto troppo pericoloso. Non restava dunque che una cosa da fare: infiltrarsi illecitamente su qualche nave mercantile, o meglio, prendere il controllo di una nave mercantile.

    Il piano era semplice. Al calar del sole si sarebbe piazzato a largo delle coste di Bentus ed avrebbe attesto l'arrivo di una nave di medie dimensioni, in modo da essere sicuro di trovare abbastanza spazio dove nascondersi ed allo stesso tempo essere sicuro non trovare troppa resistenza armata sulla nave stessa. Agganciato il suo bersaglio dunque, si sarebbe avvicinato con la sua piccola imbarcazione e con velocità, domando le correnti ventose, avrebbe effettuato un poderoso salto per portarsi sulla nave più grande. Così sarebbe cominciato il suo assalto ed una volta a bordo, a colpi d'ascia e pugni stretti avrebbe sottomesso il misero ed impreparato equipaggio, uccidendo senza troppi rimorsi chi si sarebbe opposto.

    P-prendi tutto quello che vuoi se sono i soldi ciò che vai cercando...

    No, non mi interessano ne soldi ne il vostro carico. Siete voi che mi avete attaccato prima che io potessi spiegare chi sono e cosa voglio. Io mi sono solo difeso, ora ascoltatemi bene se non volete fare la stessa fine dei vostri compagni...


    Che poi era una balla, era salito lui a bordo con fare minaccioso, ma nessuno osò contraddirlo.
    [...]
    Tutto andò secondo i piani. Preso possesso dell'imbarcazione avrebbe minacciato il capitano della stessa che avrebbe ucciso lui e tutta la sua ciurma, nonché distrutto il suo prezioso carico di reperti archeologici, qualora avesse osato rivelare o segnalare il qualsiasi modo la sua presenza a bordo una volta raggiunte le porte di Bentus. In pratica chiedeva il favore di essere coperto e nascosto in cambio delle loro vite. Un patto più che ragionevole secondo quel vecchio commerciante.





    Edited by mrxxx - 18/10/2015, 13:32
     
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    Ricoperto da un lungo mantello marrone con tanto di cappuccio, camminava per le vie cittadine più trafficate, attirando comunque lo sguardo delle persone dato che pareva più una montagna con i piedi che una persona normale. In ogni caso in pochi osavano reggere il suo sadico e malefico sguardo e tornavano a fare ciò che stavano facendo. Inoltre Ukon cercava sempre di passare il più lontano possibile dalle guardie cittadine, cercando di mimetizzarsi, per quanto possibile, tra la folla. Non sapeva dove si trovasse esattamente la casa del suo amico, ma sapeva dove iniziare a cercare: il fabbro cittadino. Lui certamente doveva conoscerlo.



    Arrivato alla sua bottega, gli mostrò lo scudo bucato nel centro e la targhetta con i nomi della moglie e del figlio.

    Non c'è alcun dubbio... E' il suo scudo, lo riconoscerei tra mille. L'ho fabbricato con le mie stesse mani e ti giuro sulla mia lunga barba da vecchio fabbro che questo è uno degli scudi più resistenti ed impenetrabili che io abbia mai costruito in vita mia. Mi stupisco che un'arma possa averlo bucato e trapassato in questa maniera, con questa semplicità.

    Disse ad Ukon il vecchio e barbuto omaccione mentre metteva il cimelio in controluce e con gli occhi studiava ogni singola crepa ed incrinatura nel pesante acciaio.

    Gli angoli attorno al buco sembrano quasi sciolti, il metallo pare fuso, come se qualcosa di caldo lo avesse squarciato, come se... come se la materia di cui è composto fosse stata disgregata. Cos'è stato esattamente a ridurlo in questo stato?

    Chiese incuriosito mentre le sue ruvide ed esperte mani passavano tutt'attorno a quell'arma che un tempo aveva costruito con tanta dedizione e che ora guardava addolorato e negativamente stupefatto.

    Sono state le speciali armi degli imperiali. Da molto non le vedo in giro, probabilmente ora che la situazione si è stabilizzata ed il loro dominio si è fatto saldo non le utilizzano più, tuttavia durante la guerra erano lame impregnate di un particolare tipo di chakra, non saprei nemmeno come descriverlo, ma era un chakra capace di fare danni serissimi a qualsiasi altra arma o protezione in metallo. Ricordo ancora che ogni volta che le nostre armi entravano in contatto con le loro era come se perdessero la loro originaria resistenza, era come se il metallo che le componevano si facesse più debole, leggero, fragile...

    Ascoltò con molta attenzione quelle parole, perchè aveva già sentito di quella storia tempo orsono.

    Capisco. Mi dispiace molto per Tron, lo conoscevo da molti anni. Era un audace ed abile guerriero oltre ad essere un uomo dai sani principi. Un Vaygr purosangue come pochi ne sono rimasti. Io stesso mi vergogno di me stesso adesso, perchè sono troppo vecchio per combattere. Mi sono addirittura abbassato a fabbricare armi per gli imperiali quelle sporadiche volte che me le chiedono, anche se quasi sempre gli lascio la lama smussata a quegli imbecilli ed ovviamente non fabbrico per loro nessuno dei miei famigerati manufatti. Vuoi che rimetta a posto questo scudo? Lo farei a gratis per te...

    Il gigante pelato scosse la testa.

    No, non ti preoccupare. Voglio riportarlo così alla sua famiglia e se suo figlio vorrà portartelo ad aggiustare allora fagli un lavoro come si deve. A proposito...

    Il vecchio colse al volo...

    Sì, so dove abitano. Conoscevo di persona la signora Neisse ed il figlio Faolan. Devi andare a sud se vuoi incontrarli...





    Edited by mrxxx - 18/10/2015, 13:37
     
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    Parlare con il fabbro era stato illuminante ed ora era già in marcia verso la zona residenziale a sud dell'isola, tuttavia, ormai era tarda sera e presentarsi a casa di sconosciuti a quell'ora, soprattutto di una vedova, non era educato. Lo sapeva persino lui. Non volveva ne spaventarla ne intimorirla, sapendo già che le avrebbe dato grandi dispiacerei facendole rammentare la morte del marito. Era meglio lasciarla dormire sogni tranquilli almeno per questa notte. Avrebbe cercato ristoro in una qualche locanda: non aveva i soldi per pagarsi una stanza, ma per lo meno aveva i soldi per un umile pasto. E se anche non avesse chiuso occhio per tutta la notte poco importava, stare sveglio per più di ventiquattr'ore non sarebbe stato un problema.

    Scelse una bettola abbastanza diroccata ed indiscreta, entrò, si tolse il cappuccio dal capo ed ordinò del formaggio con del prosciutto, ma proprio mentre stava per assaporare il suo primo boccone, qualcuno lo interruppe.



    Che mi venga un colpo! Si si non ci sono dubbi, tu devi essere il grande Ukon Rejus... Com'è che ti soprannominavano quelli del mio clan? Ah si, lo "Spaccaossa" perchè eri l'unico in grado di tenerci testa, dico bene? Sai che dovrei arrestarti vero?

    Non li aveva notati quando era entrato poiché erano seduti dietro ad una colonna, in un posto inombrato, ma c'era un gruppo di tre soldati imperiali in quella locanda ed a parlare era stato un suo vecchio compagno d'armi, uno con cui aveva combattuto fianco a fianco nella guerra, uno che aveva partecipato persino all'ultimo grande assalto alla capitale Aethernia e che come lui era saltato giù dalla nave di ritorno prima che questa entrasse nelle acque antistanti la Fortezza di Vaygrjord. Il colosso si voltò incredulo.

    Ronan, pezzo di merda! Cosa diavolo ci fai con la tenuta dei soldati imperiali!!?

    Era assai confuso Ukon, perchè quel ragazzo, all'epoca della guerra appena ventenne, era cresciuto assieme ai più volorosi guerrieri Vaygr, tra cui Ukon stesso, i quali gli avevano inculcato i principi dell'onore e del rispetto, nonchè gli avevano insegnato come adoperare al meglio le proprie abilità. Ora invece se ne stava li a banchettare come se nulla fosse assieme a due nemici, assime a coloro che qualche anno prima avrebbe conficcato senza pietà con le sue ossa.

    Non fare quella faccia. Sono anche io un soldato imperiale adesso, che ti aspettavi!? Che passassi tutta la mia vita a combattere per una guerra persa sino in parteza!? Io voglio stare con i vincitori, non con i perdenti. Sai, dovresti prendere il mio esempio ed unirti anche tu all'Impero. Ci sono un sacco di vantaggi che potresti ricav-...

    Traditore! Gli occhi del gigantesco guerriero si riempirono di rabbia, ripudio e sdegno, mentre il suo colossale corpo stava già scattando in avanti senza nemmeno finire di lasciar parlare quel biondino spavaldo che se ne andava in giro con gli scintillanti emblemi imperiali. Come una furia, lo prese prese per il collo, lo sollevò letteralmente da terra con due mani e poi lo scagliò il più lontano possibile contro ad un tavolo, provocandone l'irrimediabile rottura. E mi riferisco non solo alla rottura del tavolo, ma anche delle ossa del bastardo opportunista. Nonostante ciò, il giovane si rialzò quasi subito. Il suo volto era rilassato e per nulla intimorito, mentre con la sua mano si grattava la nuca: una qualsiasi altra persona ci avrebbe messo parecchio tempo a riprendersi da un trauma cranico di simil portata.

    Ehi guarda che fa male lo stesso anche se sono in grado di rigenerare le mie ossa!

    Sbraitò verso Ukon. Ronan era un guerriero appartenente al clan degli Skjoldr, uno dei clan più antichi, potenti e temuti di tutto l'arcipelago. Era raro trovare degli adepti in quanto erano un clan piuttosto chiuso e piuttosto indifferente alle vicende del mondo, ma ricordava che in battaglia erano micidiali, macchine da guerra perfette, inarrestabili, inscalfibili. Possedevano abilità al di fuori dal comune ed Ukon, quando ancora era un giovane, soleva allenarsi con questi guerrieri i quali gli avevano proprio conferito quel soprannome di "Spaccaossa" che lui con tanto orgoglio si portava dietro. Ronan però, per quel poco che lo aveva conosciuto, era abbastanza diverso dagli altri. Aveva anche lui grandi doti combattive, ma invece che essere dedito al piacere della lotta era particolarmente interessato ad ottenere successo e fama. Arrogante e spavaldo, non temeva nessuno ed usava le sue doti, sia fisiche sia oratorie, per ottenere ciò che voleva. Era un tipo scaltro e furbo, ma mai si sarebbe aspettato che avesse tradito con tanta spudoratezza la sua gente, i suoi consanguinei.

    Pazienza, io un tentativo l'ho fatto, sei tu che non hai accettato la mia offerta. Vuol dire che questa sarà l'occasione adatta per mostrare all'Impero la mia dedizione ed il mio valore. Voi due, andate a chiamare i rinforzi! Io lo tengo occupato.



     
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    Ukon era un fascio di muscoli contratti e nervi tesi. Le vene sul suo collo erano gonfie e pulsavano sangue, i denti erano serrati, gli occhi, incavati ed accigliati, guardavano quel traditore con fare sadico e vendicativo, la mano impugnava saldamente la sua enorme ascia. Era una belva furiosa ed affamata pronta a scattare. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da uno dei 666 guerrieri con cui era partito all'assalto di Aethernia.

    TRADITORE! Come hai potuto venderti al nemico!? Come hai potuto tradire i tuoi fratelli d'armi!? Hai infangato il nome del tuo grande e glorioso clan!

    Ruggì, mentre le pareti della locanda tremavano. Repentina fu la risposta del biondo ed indifferente Vaygr.

    Non dire sciocchezze Ukon! Odi l'impero ma non sai nemmeno il motivo, non sai nemmeno cosa l'impero stia tentando di fare! In una guerra, in un combattimento o in una qualsiasi sfida qualcuno perde e qualcuno vince, questo è inevitabile, ma noi Vaygr non abbiamo mai ascoltato cosa avevano da dire i nostri avversari. Abbiamo inutilmente sparso del sangue e mandato a morire i nostri fratelli, tuttavia non mi aspetto che un ottuso e bigotto come te possa comprendere certe cose. Tu meni le mani solo per il piacere di farle andare, sei come gli altri Vaygr, conservatori e rudi, che colgono ogni occasione buona per pestarsi solamente perchè si sentono i migliori. Solo che questa volta abbiamo perso. Dovresti informarti di cosa accade al di fuori delle nostre fottute terre e non dovresti opporti al progresso che avanza.

    E mentre parlava gli altri due soldati cercavano di sgattaiolare al di fuori della locanda per andare a chiamare i rinforzi, peccato però che il bestione pelato se ne accorse e con un poderoso fendente spaccò letteralmente in due la faccia di un soldato il quale cadde come un macigno a terra in una pozza di sangue.

    Da qui non si passa!

    Intimidito ed impaurito, l'altro soldato cadde a terra all'indietro. Sul suo volto si dipinse un'espressione di terrore ed angoscia profonda alla vista di quel bruto che con un solo colpo aveva ucciso e deturpato il volto del suo compagno.

    Cagasotto...

    Pronunciò con disgusto e ribrezzo per poi voltare lo sguardo in direzione del suo ex compagno d'armi.

    Non chiamarli fratelli! Non sei degno di essere ancora considerato un guerriero di Vaygr! L'Impero vuole solamente impossessarsi delle terre e delle ricchezze che i nostri avi si sono guadagnati faticosamente sul campo di battaglia! Questa è la verità, il resto sono solo stronzate!

    A dare una via di fuga a quel soldato intervenne però Ronan che, evitando di rispondere a quella che considerava una causa persa, rapidissimo si avventò contro il bruto barbaro impugnando uno spadone di ossa, dando così una chance di fuga al suo commilitone. Dal canto suo, Ukon, accortosi della carica del suo ex-compagno, si mise in una posizione difensiva, pronto a riceverlo.

    Vediamo se oltre al cervello ti sei fottuto anche le mani, Ronan!

    [Action: Charge] + [Attacco Fisico]

    RONAN

    Action: Charge!
    [Azione]
    Una carica in rettilineo di 10 metri. E' possibile sferrare un attacco fisico alla fine di tale carica pagando solo uno slot Rapido.
    [Cooldown 3 turni]



     
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    L'impatto tra le due grosse armi fu poderoso. Il contatto generò una sorta d'onda d'urto eterea che rese l'aria acre e pesante, come se l'ambizione e l'aggressività dei due guerrieri stessero prendendo forma, come se le loro energie fossero talmente intense da essere percepibili ad occhio nudo. Era un momento straodinariamente perturbante. Ukon aveva parato quel colpo verticale frapponendo orizzontalmente la sua ascia, i suoi piedi si erano ancorati al suolo, tant'è che nonostante la potenza generata dallo scontro non si mosse di un millimetro, anzi, con estrema abilità fece una rotazione su se stesso per divincolare la sua arma e sferrare contemporaneamente un fendente orizzontale a braccio disteso, un fendente così rapido e preciso che si schiantò sulla faccia giovane e pulita del biondo sfidante, rompendogli la mascella e facendogli pericolosamente contorcere il collo, oltre che a lasciargli un grosso e profondo squarcio sulla faccia.

    [Stance: Heavy Guard] + [Action: Parata Pesante] + [Recupero] + [Skill: Deathbound]

    Dovresti saperlo che colpi del genere non funzionano con me...

    Una persona normale a quel punto sarebbe svenuta a terra e non sarebbe più stata in grado di parlare, probabilmente nemmeno di mugugnare spasimi di sofferenza, invece per un guerriero Skjoldr una frattura era una cosa di poco conto. Ronan infatti facendo semplicemente leva sul suo volto si rimise la mascella in posizione come se nulla fosse successo. Inquietante certo, ma tremendamente efficace in battaglia per spaventare i nemici, non Ukon però, non lui, che già in passato aveva avuto l'onore di incontrarli. Sapeva infatti che nonostante il ragazzo ostentasse la sicurezza e la fierezza tipica di ogni guerriero Vaygr, provava dolore quando si "aggiustava" il proprio sistema scheletrico. Con voce roca e ricolma di rabbia rispose malignamente.

    Continuerò a spaccarti le ossa sino a quando non avrai più la forza di rialzarti!

    E intanto le sue mani stavano già menando un fendente dal basso verso l'alto, un fendente apparentemente a vuoto, ma che compresse l'aria dinnanzi a se in maniera talmente improvvisa tale da rilasciare una corrente vontosa avente proprietà taglienti. L'eterea lama tagliente colpì il ragazzo sotto al mento, lasciandogli un altro squarcio verticale che andava dal pomo di adamo sino alla punta del mento. In pochi attimi il suo volto si era completamente coperto di sangue e lo stesso avrebbe cominciato a gocciaolare pesino sulla sua armatura e sul pavimento.

    Nelle tue vene scorreva il sangue purissimo dei tuoi antenati Vaygr. Ora quel sangue non ti appartiene più, ridallo alla tua terra d'origine!

    [Skill: Wind Shyte]

    Ma Ronan non era di quell'avviso. Dai pochi punti che la sua armatura lasciava scoperti iniziarono a fuoriuscire degli agglometari di ossa che si sarebbero ancorati all'armatura stessa, come a formare una sorta di esoscheletro, inoltre, avvicinandosi lentamente ma con passi decisi e con lo sguardo che assumeva più ferocia man mano che avavnzava, avrebbe mutato le ossa del suo cranio in modo tale da formare una specie di martello per poi tirare una testata in pieda fronte ad Ukon, il quale, completamente impreparato all'effetto sorpresa del colpo, ne venne assai stordito e consequentemente venne scaraventato via dal colpo di spada dello sfidante. Il titanico vichingo finì contro il bancone della locanda, travolgendolo e spaccandolo completamente. Si ritrovò in mezzo ad un mucchio di assi di legno con la testa indolenzita e la vista che gli girava, tant'è che portò una mano al capo quasi volesse stoppare quell'odioso girotondo che imperava nella sua mente. Stordito e scombussolato, si guardo il portentoso petto ferito dalla spada dell'avversario: quelle ossa potevano anche essere taglienti come la sua lama, ma lo spirito di quell'approfittatore e doppiogiochista non avrebbe retto alla furia omicida di una montagna di muscoli!

    [Skill: Exoskeleton] + [Skill: Hammer] + [Skill: Swipe Away]

    UKON

    Stance: Heavy Guard
    Il guerriero si concentra per essere sempre in guardia e rispondere prontamente all'offesa. Se non si ha attaccato con arma pesante durante lo scorso turno, la parata con arma pesante costa slot rapido.

    Action: Parata Pesante
    [Azione]
    Il guerriero effettua una parata con la propria arma pesante. Può parare gli attacchi portati con qualsiasi arma.
    E' possibile parare attacchi fisici diretti ad un altro bersaglio se la distanza che li separava è sotto i 5 metri.
    Se la distanza è di 5 metri, si può parare tale l'attacco pagando uno slot rapido ulteriore.

    Skill: Deathbound
    [Azione]
    Il guerriero effettua un potente colpo portato con il taglio della propria arma pesante. Applica BLEED.
    [Danno: +30]
    [Chakra: 10]

    Skill: Wind Scythe
    [Rapido]
    Focus: Offensivo
    Una folata di vento molto concentrata dalla pressione altissima e tanto localizzata da essere tagliente. Gittata 15 metri.
    [Danno: 20]
    [Chakra: 10]
    [Cooldown 1 per turno]

    RONAN

    Skill: Exoskeleton
    [Rapido]
    Focus: difensivo
    Il corpo del possessore si ricopre di placche osse esterne e visibili sul viso, spalle, arti, addome e schiena. Conferisce +30 in resistenza fisica. Ottiene immunità da CRIPPLE, STUN, SHOCK, BLEED fin tanto che la Vita del possessore è sopra il 30%. Dura 2 turni escluso il primo o fino a quando non si cambia STANCE.
    [Azzera il movimento senza costo]
    [Cooldown: 1 turno dopo la disattivazione]
    [Chakra: 50]

    Skill: Hammer
    [Rapido]
    Focus: Utilità
    Crea un pesante strato osseo sul capo, spalle o arti. Il prossimo attacco corpo a corpo portato con tale parte del corpo sortirà danno migliorato di 20 e provoca STUN se il bersaglio è sotto il 40% di Vita.
    [Chakra: 20]

    Skill: Swipe Away
    [Azione]
    Focus: Offensivo
    Il guerriero carica un poderoso colpo con la propria arma verso un bersaglio singolo che infligge danno di attacco fisico e respinge l'avversario colpito per 15 metri, o 10 se indossa armatura pesante. Applica SHOCK. Se parato con armi bianche, applica solo la respinta.
    [Chakra: 15]
    [Cooldown 2 turni]



     
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    Ci volle qualche secondo prima che Ukon potesse riprendersi e mettersi in piedi. Sulla testa aveva un bruttissimo livido violaceo che presto si sarebbe trasformato in un doloroso gibollo. Gocce di sangue gli colavano tra gli occhi ed il rosso aumentava la sua distruttiva inquietudine interiore. Se voleva giocare a distruggere più cose possibili, lo avrebbe accontentato. Con violenza inaudita caricò con entrambe le mani la sua ascia sopra la testa per poi lasciarla cadere al suolo con altrettanta veemenza. L'arma impattò il terreno talmente impetuosamente da riuscire a spaccarlo e creparlo in più punti, generando una sorta di onda sismica che smosse i piloni portanti della locanda, semplici piloni in legno che nel momento in cui la pavimentazione venne fracassata, essi cedettero facendo così crollare addosso al nemico tutto il piano superiore della locanda. Ronan si ritrovò coperto da una pioggia di macerie e detriti.

    [Skill: Smash'em]

    Muori! Bastardo!

    Sotto un peso del genere, anche un guerriero che poteva rigenerare le proprie ossa sarebbe stato impossibilitato a muoversi, ergo era questione di un minuti prima che sarebbe morto schiacciato per asfissia. Ukon era quasi pronto a mettersi l'ascia in spalla e darsela velocemente a gambe prima che i rinforzi del traditore potessero arrivare, tuttavia non riuscì ad effettuare nemmeno uno spostamento in quanto venne letteralmente inchiodato al suolo: uno sciame di lunghe ossa spuntò improvvisamente dal terreno, come una sorta di foresta di spuntoni, uno dei quali gli trapassò in pieno il piede sinistro ancorandolo in quel punto, mentre il resto delle bianche punte si conficcarono in diverse zone delle sue gambe. Il suo sguardo contorto ad un'espressione di dolore lancinante si rivolse immediatamente al cumulo di macerie. Possibile che quello Skjoldr fosse ancora vivo?

    [Skill: Spike Surge]

    Vedeva che i detriti lentamente si muovevano. I pezzi di legno e di pietra venivano a fatica spostati da un uomo che, inarrestabile, cercava di fuoriuscire da sotto quell'inferno, risorgendo. Ne venne fuori un Ronan assai affaticato ed ansimante, oltre che completamente sporco ovviamente. Camminava a stento, ma aveva la forza per alzare la mano di fronte a se, parallelamente al suolo, con l'indice puntato. E proprio da quel dito avrebbe sparato una falange che avrebbe penetrato la spalla destra di Ukon.

    [Skill: Finger Bullet]

    La situazione era drammatica.

    UKON

    Skill: Smash'em
    [Azione]
    Focus: Offensivo
    Il guerriero sferra un potente fendente a terra che causa un onda d'urto e danno fisico a tutti gli avversari presenti nell'area dell'attacco. Raggio 10 metri.
    [Danno: 60]
    [Chakra: 20]
    [Cooldown 2 turni]

    RONAN

    Skill: Spike Surge
    [Azione]
    Focus: offensivo
    Produce degli spuntoni di ossa che fuoriescono di 120cm dal terreno in un'area di 10 metri di diametro entro una distanza di 30 metri. Infligge 50 danni fisici e applica BLEED. La perforazione ignora le armature leggere ed eventuali immunità.
    [Cooldown: 2 turni]
    [Chakra: 50]

    Skill: Finger Bullet
    [Rapido]
    Focus: Offensivo
    Scaglia dei proiettili dalle dita delle dimensioni di una falange, utilizzando il chakra come spinta propulsiva fino a una distanza di 20 metri. Infliggono 10xRank danni fisici. Difendersi da questo attacco costa uno slot rapido ulteriore.
    [Chakra: 10]



     
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    Il bestione urlò dal dolore, ma quel ruggito di strazio si sarebbe presto trasformato in un urlo agguerrito di carica e voglia di rivalsa. Avrebbe avvolto il suo corpo di corrente ventosa in modo da poter spiccare un salto che lo avrebbe portato al di fuori di quella distesa di ossa e a diretto contatto con il nemico, al quale avrebbe scagliato l'ennesimo poderoso fendente d'ascia.

    [Skill: Leap] + [Skill: Vile Assault]

    Solo che questa vola fu il biondo vichingo a parare il colpo con il suo spadone d'ossa. I due si ritrovarono per l'ennesima volta faccia a faccia, naso a naso, con le bocche serrate e contratte dalle sforzo. Cercavano di spingersi a vicenda, ma Ukon doveva ammettere che quel piccoletto possedeva una forza disumana, una forza paragonabile alla sua. Ci pensò l'oste della locanda ad interrompere il contatto serrato tra i due. Egli infatti scagliò una bottiglia di vetro che si infranse sulla testa di Ronan.

    Ehi tu dovresti essere un soldato imperiale! Dovresti proteggere la popolazione non contribuire a distruggere la mia locanda! Andate via di qui! Avete già rasato al suolo metà del mio locale!

    Ronan sembrò infastidito e si mise a sbraitare contro il ciccione locandiere.

    Ma che cazzo ti salta in mente!? Sono un soldato imperiale, dovresti colpire questo buffone non me!

    Quella fu l'occasione giusta per Ukon per fuggire. Non aveva mai abbandonato il campo di battaglia e dare le spalle al nemico lo riteneva un disonore più alto ed infamante della sconfitta, soprattutto se si trattava di un nemico con cui aveva un conto personale in sospeso. Non era nemmeno preoccupato dell'arrivo imminente dei rinforzi andati a chiamare dal soldato che era sfuggito dalle sue grinfie, tuttavia era venuto a Bentus con un altro scopo, uno scopo che aveva la priorità assoluta sulla sua sete di sangue. Era sopravvissuto all'ultimo assalto contro Aeternia per un motivo e non avrebbe sprecato il suo tempo e le sue forze combattendo con inutili ed insignificanti canaglie, ne avrebbe rischiato di farsi catturare dall'Impero solo perchè doveva sistemare un traditore. Ci avrebbe pensato in futuro a lui, ma adesso doveva pensare al resto, aveva altre priorità. In un certo senso era persino stupito da se stesso e dal modo in cui stava ragionando: per tutta la vita aveva seguito minuziosamente ciò che gli suggerivano il suo istinto animalesco ed il suo orgoglio combattivo, fregandosene del resto, tuttavia questa volta sembrava combattere per degli scopi e non solo per il piacere di farlo. Se una volta non avrebbe nemmeno contemplato i risvolti delle proprie azioni, questa volta doveva fare i conti con qualcosa che andava ben oltre l'edenico piacere si fracassare le ossa del nemico.

    Approfittando del momento di distrazione del suo avversario, si divincolò dalla posizione di stallo e velocemente fuggì dal retro della locanda, sfruttando tutto il polverone non ancora diradatosi che il cedimento parziale dell'edificio aveva generato. Ronan cercò di inseguirlo immediatamente, ma dovette fare i conti con un paio di clienti, ubriachi e completamente storditi per via del crollo, che si misero sulla sua strada, dando così un vantaggio non indifferente al colossale vichingo. Le truppe di supporto arrivarono proprio in quel momento ed assieme allo Skjoldr si misero all'inseguimento del burbero ed irruento gigante.

    Cazzo... Così non li seminerò mai.

    Perdeva sangue dal piede sinistro e dal petto, le gocce cadevano a terra segnando così il suolo e rendendo i suoi spostamenti rintracciabili. L'unica soluzione era dirigersi verso la casa della moglie di Tron, sperando che lei, riconoscendo lo scudo del marito, gli avrebbe dato protezione.

    UKON

    Skill: Leap
    [Rapido]
    Focus: Utilità
    Un salto in avanti di 10 metri, o in alto di 5 metri.
    [Chakra: 10]
    [Cooldown 3 turni]

    Skill: Vile Assault
    [Azione]
    Focus: Offensivo
    Il guerriero ricopre la propria arma di un aura di chakra, sferrando un potente attacco causando danno e applicando STUN, ignorando l'immunità della parata con protezioni.
    [Chakra: 15]
    [Cooldown 2 turni]

    RONAN

    Action: Parata Pesante
    [Azione]
    Il guerriero effettua una parata con la propria arma pesante. Può parare gli attacchi portati con qualsiasi arma.
    E' possibile parare attacchi fisici diretti ad un altro bersaglio se la distanza che li separava è sotto i 5 metri.
    Se la distanza è di 5 metri, si può parare tale l'attacco pagando uno slot rapido ulteriore.



     
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    Si muoveva tra le stradine di Benthus cercando di seminare gli inseguitori. Non era facile, ma per fortuna la casa di Neisse era vicina. Non poteva di certo bussare alla sua porta come su nulla fosse in quanto non c'era abbastanza tempo per spiegarle chi era e soprattutto così facendo l'avrebbe immischiata nel pericolo. Optò dunque per fare il giro lungo e buttarsi direttamente nel piccolo bivacco sul retro della casa che aveva intravisto. Solo che Ukon non era di certo un tipo delicato, anzi, assomigliava più ad un rinoceronte alla riscossa, per questo fece un trambusto infernale quando si infilò in quella specie di stalla ove Neisse teneva il suo cavallo. Ed il rumore provocato unito ai nitriti dell'animale fecero inevitabilmente allarmare la donna, la quale, svegliatasi di colpo nel cuore della notte, scese nel suo giardino impugnando un forcone e dopo essere entrata nella baracca di legno lo puntò minacciosamente contro l'intruso. Il gigante pelato dal canto suo frappose tra se e le punte dell'arnese lo scudo del marito, uno scudo che la donna riconobbe alla prima occhiata. Da minaccioso e scontroso il suo sguardo pian piano si sciolse sino a che lasciò letteralmente cadere la forca a terra.

    Mi spiace piombare in casa in questo modo, ma sto avendo una serie di problemi con le guardie cittadine ed avevo fretta di riportarle questo...




    Cercò di essere il più delicato possibile o forse sarebbe meglio dire il meno irruento e spaventoso possibile. La donna prese in mano e sollevò con un leggero sforzo lo scudo, guardandolo come se nello stesso fosse riflessa l'immagine del suo defunto marito. Una lacrima gli rugò il viso. Era una donna con un carattere forte ma la perdita dell'uomo che amava l'aveva irrimediabilmente segnata e la faceva emozionare ogni qual volta un pensiero su di lui riaffiorava nella sua testa, soprattutto se si trattava di un cimelio a lei molto caro. Non aveva ancora superato questa fase. Così come non aveva chiesto ad Ukon di presentarsi nonostante non l'avesse mai incontrato prima in quanto era ovvio che si trattasse di un compagno di suo marito, aveva l'aspetto prettamente nordico. Il guerriero rispettò in silenzio il momento di sensibilità della donna. Lui non aveva famiglia e non era mai stato innamorato, se non della sua ascia e delle lande selvaggie dove viveva forse, per questo non poteva comprendere sino in fondo ma comunque immaginava di quale dolore il suo cuore potesse essere pervaso. Era lo stesso dolore che lui aveva provato vedendo i suoi fratelli d'armi perire agonizzanti ad uno ad uno per mano del nemico.

    Un rumore in lontananza arrestò quell'attimo di rimpianto per la perdita dei propri cari. I due si guardarono negli occhi e Naisse colse al volo. Si asciugò le lacrime agli occhi, ridiede lo scudo ad Ukon e con fare deciso, quasi intimidatorio, gli impose di stare zitto e fermo. Quella donna, nonostante apparentemente sembrasse esile e carina, non era spaventata dal colosso tatuato, forse perchè era stata sposata con qualcuno non meno grosso e dall'aspetto non meno barbaro e grottesco. A passo deciso tornò in casa dirigendosi alla porta di ingresso. Avevano bussato: si trattava di Ronan con al seguito quattro guardie cittadine. Avevano il fiatone.

    Mi scusi per la tarda ora madame, ma abbiamo motivo di credere che qualcuno si sia intruffolato nella sua proprietà. Le chiediamo gentilmente di aprirci la porta e farci strada per dare un'occhiata e garantire la sua incolumità.

    Ma la donna li fulminò sia con lo sguardo che con le parole.

    Come osate piombare a casa di una vedova di notte fonda e spaventarla con queste inutili fesserie! Casa mia è sicura ed immacolata altrimenti sarei stata la prima ad avvisarvi, non credete!? Ed ora andatevene a fare il vostro lavoro e lasciatemi riposare! Ho già un bambino a cui badare, ma voi sono sicura che non abbiate di certo idea di quanto sia faticoso stargli dietro. Non ho bisogno di stare dietro anche ai problemi di idioti in armatura! Buonanotte!

    Disse in tono scocciato sbattendogli la porta in faccia. Ronan fu indispettito, scosse la testa e pronunciò qualcosa sulle donne tra se e se. Fecero anche qualche altro giro di perlustrazione nelle vie vicine, ma alla fine dovettero desistere poichè il fuggitivo sembrava essersi veramente volatilizzato nel nulla.





    Edited by mrxxx - 26/10/2015, 22:14
     
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    Venne invitato ed accolto in casa da una donna con una spiccata personalità ed estremamente alla mano, ma allo stesso tempo dai caratteri e dai lineamenti tipicamente nordici. Bionda, occhi azzurri, intimò ad Ukon di mettersi comodo mentre lei con una bacinella d’acqua e delle bende si adoperava per medicargli le ferite riportate alle gambe ed alla spalla. Accurata e precisa passava le sue mani attorno a quel corpo levigato e muscoloso sapendo con esattezza cosa doveva fare.

    Sai, Tron tornava spesso a casa in queste condizioni anche se si vantava che il suo scudo lo aveva protetto da danni ben più gravi. Faceva tanto il duro fuori di casa, ma quando era tra le mie braccia era come un cucciolotto barbuto che si lamentava tutto il tempo delle ferite riportate. Quanto mi manca…

    Si tirò su il naso. Non stava piangendo ma aveva i lacrimoni agli occhi, sebbene continuasse a medicare Ukon come se nulla fosse, un Ukon che non aveva mai subito trattamenti simili da mani tanto delicate e graziose. Tron era stato un uomo fortunato. Non tutti possono vantarsi di avere al proprio fianco una donna tanto bella quanto meticolosa e sensibile. Non osò dire nulla, ma anche il suo cuore di ghiaccio da gigante delle nevi sembrava parzialmente sciogliersi nel vedere una donna emotivamente distrutta per la perdita del marito. Lui che la guerra l’aveva sempre presa come un macabro e tremendo gioco e che vedeva nella morte sul campo di battaglia il modo più glorioso per lasciare questo mondo, non aveva mai pensato circa questi rivolgimenti familiari. Forse perché lui una famiglia non l’aveva mai avuta. Non osò nemmeno fiatare. Serio e composto quanto più possibile restava in un silenzio di rispetto.

    Dunque come conoscevi mio marito? E come fai ad avere il suo scudo?

    Ukon non voleva farla soffrire più del dovuto facendole rammentare l’uomo che lei aveva amato, ma allo stesso tempo Neisse necessitava risposte come giusto che sia. Restò abbastanza spiazzato ma alla fine con un po’ di impaccio e cercando di restare calmo riuscì a spiccicare parola. Trovare le parole adatte non gli era mai riuscito facile, figuratevi dopo essere stato in isolamento per anni, dove le uniche parole uscite dalla sua bocca erano stati grugniti incomprensibili e ruggiti di carica.

    I-io, non credo che voi dobbiate ascoltare questa storia adesso. F-forse sarebbe meglio che..

    Cercava di essere onesto, ma lei lo interruppe guardandolo negli occhi.

    Ti prego, raccontami tutto. Devo sapere. Ho aspettato queste risposte per anni. So che soffrirò nel sentire le tue parole, so che ad un certo punto non sarò più in grado di trattenere le lacrime negli occhi, ma ti prego di andare avanti e continuare il tuo racconto anche se mi vedrai piegata dal dolore della perdita e riversa in una pozza di lacrime. Tu sei un guerriero Vaygr, in te scorre il sangue di eroi prodi ed indomiti, ergo sei abbastanza forte da sopportare la vista di una donna piangente e lamentosa. Quindi ti prego Ukon, raccontami tutto, ogni singolo dettaglio.

    E non poté esentarsi da quella richiesta. Iniziò il suo racconto circa quella lunga, nefasta e sanguinolenta notte. Un racconto epico e tragico allo stesso tempo. Un racconto raccapricciante ed orribile, un racconto che non era nemmeno facile da esternare per qualcuno che a quegli avvenimenti aveva veramente partecipato. Lei in tutto questo non fece una piega, solo qualche lacrima la tradì, ma ascoltò quasi tutto guardando il suo interlocutore negli occhi. Ukon le narrò di come il suo uomo lo avesse difeso valorosamente e di come fosse morto sacrificandosi per lui, non era facile da ammettere, ma Ukon gli doveva la vita.

    No Ukon, non devi pensare che avresti dovuto morire al posto suo. Tron era conscio delle sue scelte. Lui da sempre aveva preferito combattere difendendo i suoi compagni di battaglia invece che attaccando il nemico. Della difesa faceva il suo vessillo. Se fosti morto davanti ai suoi occhi senza che lui avesse fatto niente per salvarti, conoscendolo, probabilmente non se lo sarebbe perdonato per il resto della sua vita. Amavo ed amo quell’uomo ma sono contenta che si sia morta in questo modo, sono contenta che sia morta per salvare la vita ad un uomo onesto, leale e valoroso come te. Grazie di tutto Ukon.

    Pochissime volte in vita sua aveva ricevuto un riconoscimento, un complimento, uno sguardo di stima e fiducia che riguardasse i rapporti interpersonali. Una lacrima gli cadde dall’occhio, non sapeva nemmeno il perché, non sapeva nemmeno come, ma sembrava più pesante del suo colossale corpo. E mi fermo qui, perché a volte le parole non riuscirebbero comunque a descrivere certe emozioni perturbanti, capaci di sconvolgere la natura e l’essenza di un uomo.



     
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    Quella notte emozionante, dove ricordi di tempi nemmeno tanto lontani erano in grado di far vacillare l’animo del più freddo e spietato dei guerrieri, sembrava simile a quell’alba passata sull’unica nave salvatasi dopo l’ultimo e famigerato assalto dei Vaygr ad Aethernia. Una nave piena di guerrieri forti e muscolosi feriti nel corpo ma soprattutto nell’orgoglio. Fiumi di lacrime e sangue erano sgorgati su quel vascello che scappava verso l’unica Fortezza che li aveva sempre protetti, lacrime che mai ci si sarebbe aspettati da uomini apparentemente tanto rozzi e rudi. Barbari li chiamavano, ma forse era quello un appellativo dato da gente che non li conosceva abbastanza, gente che li reputava freddi come le terre glaciali dalle quali provenivano ma che non realizzava che anche loro erano esseri umani fatti di carne ed ossa, ma soprattutto sentimenti.

    La maggior parte di noi, i sopravvissuti, decisero di nascondersi nella Fortezza di Vaygr, mentre io e pochissimi altri decidemmo di scendere prima. Mi sembrava inutile rinchiudersi in una roccaforte a marcire ed aspettare che qualcuno venisse in nostro soccorso. Probabilmente nessuno si sarebbe aspettato una disfatta simile, per questo preferirono passare del tempo lontano da tutto e da tutti in un luogo che noi guerrieri consideriamo sacro ed inespugnabile, così come io passai anni tra le vette aspre e nevose ove ho passato gran parte della mia vita. Avevamo bisogno di sicurezze, di nasconderci dalla vergogna della sconfitta, di riprendere fiducia in noi stessi e soprattutto di far riposare le nostre membra. Anche se siamo sopravvissuti, abbiamo riportato tutti quanti ferite immonde e cicatrici che ancora bruciano solamente a guardarle. E non avevamo nessuno che avesse le tue delicate mani ad aiutarci e a prenderci cura dei nostri corpi.

    Fece una pausa, constatando effettivamente come le medicazioni appena effettuate dalla donna fossero di ottima fattura.

    E poi io personalmente avevo una missione da compiere, dovevo riportarti indietro lo scudo e la targhetta appartenuti a tuo marito come tributo e omaggio per il suo sacrificio. Mi sembrava doveroso. E già che ci sono vorrei darti anche un’altra cosa..

    Tirò fuori un libro, o forse sarebbe meglio dire un piccolo mucchio di pagine inumidite e scialbe tenute insieme da una copertina di cuoio. Lo porse alla donna la quale con cura lo prese tra le sue mani quasi fosse il regalo più prezioso che si potesse ricevere al mondo.

    Non sono uno scrittore, ma durante il mio lungo periodo isolamento ho scritto questo. E’ la storia che ti ho appena raccontato a voce, è la storia dell’ultima avventura dei Vaygr, del loro ultimo assalto ad Aetherina. E’ scritto nella nostra lingua antica e preferisco lo tenga tu sia perché sei l’unica che potrebbe apprezzarne il contenuto, sia perché in mano mia non durerebbe ancora a lungo. Spero solo tu riesca ad interpretare la mia calligrafia..

    Disse ghignando e grattandosi la nuca. Un uomo che era andato contro la sua natura per tramandare qualcosa alle sue genti. Ed è incredibile se si pensa che Ukon era un colosso incivile e solitario che riusciva a malapena a tenere in mano una piuma imbevuta di inchiostro con quelle manone che si ritrovava. Lei sorrise pacatamente e fece un cenno positivo con il capo.

    Mi prenderò cura di questo libro, te lo prometto, così come ti prometto che quando ritornerai a trovarmi questo libro sarà nuovo e completamente rilegato, in modo tale che tutti quanti possano sapere come sono andate le cose quella notte e quale sia il vero valore dei Vaygr. Hai reso un grande servizio alla nostra civiltà Ukon, ma dimmi, sono curiosa, cosa avresti intenzione di fare adesso?

    Una domanda più che lecita visto che aveva passato gli ultimi anni in auto isolamento ed era rientrato nella civiltà solamente per consegnare alla donna quei cimeli.

    Da quello che ho notato qui a Benthus, molte persone si stanno ormai abituando piano piano alla presenza imperiale, molti guerrieri valorosi stanno passando al loro lato, attratti dalle ricchezze e dai vantaggi che offrono e dimenticandosi al contempo delle loro origini spartane e vichinghe. Soldi e promesse di grandezza riescono a comprare e corrompere un uomo più velocemente di quanto si possa pensare. Per questo devo agire in fretta, prima che la nostra civiltà ed il nostro onore di guerrieri venga inesorabilmente oscurato e compresso. Il mio obiettivo è raccogliere nuovi alleati, anche oltreoceano se necessario, per ricostruire un gruppo ancor più numeroso e ripartire all’assalto di Aethernia. Solo così potremo riprenderci il pieno dominio delle nostre lande. Ma devo sbrigarmi perché più il tempo passa e più il tempo passa e più l’Impero consolida i suoi domini.

    Lo interruppe la donna.

    Louyhong ti dice nulla?

    I loro sguardi, seri, si incrociarono. Lui scosse la testa.

    Lo immaginavo dato che sei stato fuori dal mondo per tanto tempo. E’ una città che si trova a nord-ovest, tra Ephiora e Sumadea. Se ricordi è stato uno dei primi avamposti imperiali di tutta Kalendor. Io ho appreso la notizia dai giornali e dai mercanti quasi per caso, ma credo sia una fonte vera in quanto mi è stata confermata più volte. Ebbene, lì si trova un’arena chiamata Braxamundis dove vengono fatte combattere persone sino alla morte. Si tratta per lo più di prigionieri di guerra e criminali e guarda caso, qualche settimana fa, tra questi prigionieri c’era proprio una persona che ha combattuto al tuo fianco e a quello di mio marito: il nostro ex comandante supremo!

    Lui quasi saltò dalla sedia. Incredulo guardò la donna con occhi ancor più accigliati. Come detto, lei non era una sprovveduta ne una che credeva alla prima cosa che le dicevano. Era una donna alla mano, parsimoniosa ed in gamba, pertanto se gli stava dando quella notizia significava che l’aveva controllata e ricontrollata e sapeva fosse vera al cento per cento. Lui comunque osò sottolineare.

    S-Sei sicura di quello che stai dicendo?

    Non un filo di dubbio si poteva intravedere nella persona di lei.

    Certamente, ho fatto molte ricerche. Kyle Koga e Subuza Shinitama, due tra i più grandi rappresentanti del sistema pre-imperiale sono stati messi l’uno di fronte all’altro per uno scontro all’ultimo sangue.

    Gli occhi del pelato si dilatarono, era tutto orecchie, come una bestia all’erta sul punto di scattare. Voleva sapere.

    L’esito tuttavia è stato incerto in quanto si dice che sia stato interrotto da un attacco terroristico proveniente dagli spalti, anche se non posso confermare questa notizia, così come non posso confermare che i due sfidanti siano morti, anche se è facilmente presumibile. Il punto è..

    Si intromise lui, ormai fremente.

    Il punto è che se loro due sono stai risparmiati e tenuti in vita, potrebbero esserci anche altri Vaygr in catene e torturati ma vivi. E io devo fare di tutto per andare a salvarli perché loro avrebbero fatto lo stesso per me! Inoltre, se l’attacco dagli spalti fosse confermato, significherebbe che ci sono molte più persone anti imperiali di quante crediamo disposte a sacrificarsi in prima persona e ad attaccare l’Impero in maniera diretta e sfacciata ad un evento di massima importanza tenutosi in una delle loro roccaforti ove detengono un controllo ed un dominio strettissimo. Il che vuol dire alleati che necessitano solamente di qualcuno che li vada a cercare e li raduni! Si, ho deciso, Louyhong sarà la mia prima meta!

    Tutto adesso era più chiaro, quella donna era stata illuminante. Il sangue gli ribolliva nelle vene, l’adrenalina scorreva veloce nel suo corpo mandando la sua eccitazione a mille. Un sorriso impavido si dipinse sul suo volto mentre il suo animo audace si era già messo in cammino.

    Louyhong è quasi dall’altra parte del mondo, non potrai arrivarci da solo, anche perché dovrai attraversare il mare o al più circumnavigare il continente. Dove credi di trovare gente abbastanza folle e spericolata da seguirti?

    Una sola parola gli imperava e rimbombava nella mente.

    Tortuga!



     
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    Scrittura: 1
    Hai un bello stile di scrittura, ma quello che ti penalizza è la punteggiatura. Voglio dire, la maggiorparte delle frasi sono lunghe chilometri e , anche con la presenza di numerose virgole, affaticano il lettore. Lavora su questo aspetto perchè è fondamentale. Il ritmo di narrazione sembra quasi infinito e, con la mole di testo che riesci a produrre, non gioca a tuo favore.
    Pochi errori di battitura qua e là, come è normale che succeda. Per il resto, molto bene.

    Interpretazione: 1
    Ukon, il grande guerriero del nord. Come concept è davvero ben studiato, ma probabilmente ci sono delle reminescenze di NS nel tuo modo di interpretare il pg. Mi riferisco al fatto che non puoi "spaccare letteralmente in due la faccia di un soldato". Non sei dio in terra, anche se si tratta di un soldato semplice e se lo ruoli tu. Questo vale sia fuori dal combat che in combat, ma per l'ultimo punto vai decisamente meglio. Voglia per il sistema di combattimento o quant'altro, ma lì non strafai come in ruolata semplice.
    Un'altra piccola incongruenza che ho notato è il fatto che questa montagna di muscoli, grossa e cattiva, non riesca a spiccicare parola ad una piccola donna indifesa. Vale solo per l'inizio, ma mi è sembrato un pò fuori dal personaggio che hai intenzione di costruire.

    Strategia: 0
    Come in quasi tutte le autogestite, non c'è molto di cui discutere. Bella l'idea di distruggere la locanda, ma a conti fatti si sono trattati di attacchi buttati lì quasi a casaccio. Il che ci sta, conoscendo la natura furiosa del pg.
    Detto questo, lo 0 sta ad indicare l'impossibilità di valutare uno scontro, seppur breve, senza la presenza di un master che lo gestisca in maniera diversa (come ad esempio darti un margine per contrattaccare, o quant'altro)

    Bonus/Malus
    + 1 Originalità
    + 1 Lunghezza

    Ukon: + 4 Exp
    Valutatore: + 1 Exp + 100 Gold
     
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    "spaccare letteralmente in due la faccia di un soldato"
    Non so se tu abbia mai preso un'ascia in mano e sentito quanto pesa: realisticamente parlando basta un colpo per aprirti la faccia a metà e romperti naso, scatola cranica e tutto il resto.
    Teoricamente anche un pugno ben assestato può spaccarti mandibola, denti e mascella insieme. Io ne so qualcosa per esperienza.
    Questo parlando realisticamente, poi ovvio questo è un gdr quindi quando faccio la sfida "seria" come hai notato anche tu ho evitato queste cose. Ma il punto è che non è che faccio del mio pg un dio, semmai è il contrario: faccio una cosa realistica, come dovrebbe essere nella realtà, ossia che se a uno schianti un'ascia di almeno 15 kg in faccia gli spacchi tutto e lo fai secco. E' in questo gdr che i combattenti anche dopo 4 coltellate stanno in piedi, ma nella realtà se ti becchi 4 coltellate anche di striscio a fatica resti in piedi. Ricordatelo.

    PS: Ho scritto pubblicamente questa cosa perchè deve essere chiara a chi legge la role. Per il resto ho un pm per te.
     
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    CITAZIONE (mrxxx @ 11/11/2015, 18:22) 
    "spaccare letteralmente in due la faccia di un soldato"
    Non so se tu abbia mai preso un'ascia in mano e sentito quanto pesa: realisticamente parlando basta un colpo per aprirti la faccia a metà e romperti naso, scatola cranica e tutto il resto.
    Teoricamente anche un pugno ben assestato può spaccarti mandibola, denti e mascella insieme. Io ne so qualcosa per esperienza.
    Questo parlando realisticamente, poi ovvio questo è un gdr quindi quando faccio la sfida "seria" come hai notato anche tu ho evitato queste cose. Ma il punto è che non è che faccio del mio pg un dio, semmai è il contrario: faccio una cosa realistica, come dovrebbe essere nella realtà, ossia che se a uno schianti un'ascia di almeno 15 kg in faccia gli spacchi tutto e lo fai secco. E' in questo gdr che i combattenti anche dopo 4 coltellate stanno in piedi, ma nella realtà se ti becchi 4 coltellate anche di striscio a fatica resti in piedi. Ricordatelo.

    PS: Ho scritto pubblicamente questa cosa perchè deve essere chiara a chi legge la role. Per il resto ho un pm per te.

    Se dobbiamo scendere a livello prettamente realistico, dovremmo studiare anche il movimento, la forza impressa, l'angolo di inclinazione di braccia e gambe, il punto di impatto e le varie forze cinetiche e non che entrano in campo in un attacco del genere. Senza contare come la muscolatura influisce sul tutto, e come il pg abbia ottenuto tali capacità.
    Non stiamo tanto a questionare, Mrx. Non puoi prendere ed accoppare gente come se nulla fosse e senza il minimo sforzo, questo è il succo del discorso.

    Lascio questo messaggio in Pubblico. Se vuoi continuare la discussione, vieni in MP, teniamola fra noi senza sfociare in flame vari.
     
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