Un tesoro ambito

Quest Vanber, Giancarlo e Ukon

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    Eh no, quel che è troppo è troppo: prima quel vecchiaccio gli dava indicazioni grossolane ed ambigue e poi osava persino sottrarsi al dovere di accompagnarli al luogo della ricerca. Ukon oramai aveva perso ogni briciolo di pazienza nei confronti di quel fannullone e poi c’era da considerare che avevano promesso al proprietario della locanda che si sarebbero portati via con loro quel pezzente ubriaco. E così avrebbe fatto il nostro energumeno nordico che alla stregua di un buttafuori avrebbe preso il viscido ubriacone per la giacca e con modi rozzi e grotteschi lo avrebbe trascinato fuori di peso, intimandogli di camminare.

    Avanti, muovi il tuo flaccido culo!

    Tra strattoni e spintoni sarebbero quindi arrivati in prossimità del porto e non vi nego che più di una volta il colossale pelato aveva pensato di pestare a sangue quel vigliacco che preferiva rintanarsi nell’alcool invece che prendersi le responsabilità affidategli e fare da guida. E se le nocche dei suoi pugni non avevano ancora fracassato il naso di quello era proprio perché lo Sciacallo in un modo o nell’altro, tra una parola strasciacata e una minaccia, tra un passo barcollante ed uno spintone, alla fine li aveva condotti a quella che era la nave sopra cui si sarebbe dovuta trovare la refurtiva cercata. E a proposito di ciò: il luogo era una appunto nave, ma non una nave qualsiasi, bensì un vascello con vessillo imperiale. Il che fece subito insospettire Ukon. Dubitava fortemente che degli imperiali potessero trovarsi a Tortuga, città antimperiale per eccellenza, era più convinto che quella nave fosse stata rubata da qualche pirata alla flotta imperiale e poi condotta lì.

    In ogni caso non restava che una cosa da fare: salirvi a bordo. E lo avrebbero fatto in classico stile Vaygr, ossia usando forza bruta e muscoli. I tre vichinghi infatti si sarebbero fiondati contro le due esili guardie che sorvegliavano l’accesso alla rampa della nave con le loro mastodontiche armi. Ukon dal canto suo avrebbe menato un poderoso fendente con la sua fidata ascia contro l’altra guardia, quella che il Baffo gli aveva lasciato. Il Fabbro invece aveva mostrato una grande abilità riuscendo ad attaccare entrambe in un colpo solo.
    [Azione – Attacco Fisico]

    Ed una volta portata a termine l’offensiva, prima di salire a bordo, Ukon sarebbe tornato a prendere lo Sciacallo per portarlo sull’imbarcazione con loro. Non voleva lasciarlo da solo, c’era il rischio che attirasse sguardi sospetti o che facesse qualche mossa a loro sfavore. E poi ormai era passato un po’ di tempo ergo l’ubriachezza avrebbe dovuto presto passargli, si sperava che avrebbe potuto aiutare il terzetto nella lotto contro i ladri. E qualora si fosse rifiutato di collaborare o avesse fatto troppo rumore Ukon non ci avrebbe pensato due volte a sgozzargli la gola, tanto ormai il suo compito di guida lo aveva fatto, non serviva più.

    Vedi di non fare cazzate o ti apro in due.

    Gli avrebbe detto in maniera assai ostile e minacciosa. E questa volta non scherzava.



     
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