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BretonSaga.
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Il sole stava calando all'orizzonte, tingendo le onde del mare di giallo, arancione e rosso. Uno spettacolo che Vanberk si stava godendo appoggiato sul parapetto di prua della "Sirena di Ghiaccio", la nave che lo stava riportando a casa, a Vaygrjord. Erano passati due mesi dalla rocambolesca avventura nella giungla di Sumadea e ormai le ferite riportate si erano sanate del tutto, tranne quella della nostalgia: erano passati all'incirca sei mesi da quando aveva lasciato la sua casa e la sua fucina e gli sembrava proprio il caso di mostrare il suo brutto muso a sua madre e agli amici, giusto per ricordargli che era ancora vivo! Aveva abbandonato le intricate foreste e con l'ausilio di pescatori e piccoli mercanti naviganti che facevano la spola tra le piccole isole del golfo, aveva raggiunto la città di Florentia, dove aveva facilmente individuato una nave diretta a Vaygrjord (bastava cercare i marinari più ubriachi di tutto il porto). Il capitano aveva rifiutato le monete d'oro offerte dal giovane, ritenendo un piacere aiutare un connazionale a tornare a casa. Erano in mare da un giorno e l'indomani, a notte inoltrata avrebbero raggiunto l'isola.
Il viaggio fu incredibilmente tranquillo: il mare era rimasto docile e collaborativo, regalando forti venti di poppa alla nave che aveva solcato le acque veloce come un gabbiano, anticipando così l'arrivo della nave al porto di Bravollr al calar del sole. Vanberk sarebbe potuto andare direttamente a casa ma per sdebitarsi col capitano preferì aiutare i marinari a scaricare le merci dalla nave. A lavoro concluso si accorse che era comunque molto tardi e piuttosto che irrompere in casa a quell'ora decise di fare una capatina al Cinghiale Felice, la migliore taverna della città (l'unica a dire il vero) per regalarsi un bicchiere di Rugiada di Mezzanotte, il suo liquore preferito. Sperava di trovare qualche volto conosciuto alla locanda ma dentro vi trovo solo il vecchio Johan, il proprietario, e un altro avventore, seduto su una panca accanto al fuoco intento a mangiare una scodella di zuppa: anche se la compagnia non era quella che sperava Vanberk ordinò comunque la bevanda, invitando il locandiere a berne un bicchiere con lui, e facendone versare un altro per l'altro avventore. Decise di portarglielo personalmente, per buona educazione, quindi si sedette accanto a lui allungandogli il bicchiere - Alla salute compagno! Alle avventure ma ancor di più al ritorno a casa!-. L'uomo lo guardò in silenzio ma prese comunque il bicchiere e dopo averlo bevuto in un solo sorso, come era giusto, lo ringraziò con un cenno del capo. Soddisfatto Vanberk fece per alzarsi ma l'altro, improvvisamente, lo afferrò per il braccio e gli sussurò-Mi spiace dover rovinarti l'umore, Vanberk Thyggorson, ma la Ribellione ha bisogno della tua collaborazione-. Vanberk lo guardò stupito ma il misterioso avventore scostò il mantello mostrando un medaglione col simbolo della Ribellione Vaygrjord, l'orso incoronato -Tieni questa pergamena, prenditi una stanza qui alla locanda e leggila. Io tornerò domattina per conoscere la tua risposta.-
Si alzò e lasciò la locanda, dopo aver lanciato uno sguardo d'intesa a Johan, che chiuse le porta dietro all'uomo -Vieni ragazzo, ho una stanza col fuoco acceso pronta per te.-. Vanberk seguì il locandiere al piano di sopra fino alla stanza preparata per lui e qui i due si salutarono: la stanza era illuminata dal chiarore del fuoco e il fabbro si sedette al tavolino accanto ad esso. Prese in mano la pergamena, sigillata da una bolla di ceralacca con il simbolo della Ribellione impresso, e si decise ad aprirla -Vediamo cosa vogliono da me i capi della Ribelliione! -Saluti, Vanberk Thyggorson
La Ribellione richiede il tuo aiuto in una faccenda della massima importanza per la lotta contro l'Impero. Alcuni mesi fa le nostre pattuglie hanno scoperto che le truppe imperiali hanno saccheggiato una necropoli dei nostri avi: dopo lunghe ricerche sui rotoli della tradizione abbiamo scoperto che in quella struttura era stata nascosta una spada appartenuta alla dinastia reale di Vaygrjord. Quella spada, oltre ad essere un potente manufatto runico, è un simbolo dell'indipendenza dell'isola dalle catene imperiali e pertanto dev'essere recuperata ASSOLUTAMENTE! I nostri informatori all'interno dell'Impero ci hanno informati che il carico non è mai arrivato a destinazione e contemporaneamente un rapporto da una spia presente ad Haven ci ha informato della presenza di "merce scottante" sull'isola. Abbiamo ragione di credere dunque che la spada si trovi ad Haven e pertanto vada recuperata prima che altri possano portarla via. La scelta è ricaduta su di te in quanto guerriero valoroso ma anche perchè non ancora inserito nei ranghi dell'organizzazione e quindi sconosciuto ai nostri avversari. Non neghiamo che la missione sia pericolosa ma facciamo appello al tuo senso del dovere e al tuo retaggio. Decidi di conseguenza.
E in fondo alla pergamena di nuovo l'orso incoronato. Il fabbro rilesse la pergamena diverse volte: il compito era chiaro e pericoloso ma questo non condizionò la sua scelta. Si svestì e si mise a dormire perchè erano mesi che non dormiva su un vero letto. Il mattino dopo scese a fare colazione e l'uomo della sera prima era al bancone, in attesa della sua risposta. Si sedette accanto a lui - Accetto. Ma chiederò l'aiuto a un altro guerriero di grande forza e abilità, in modo che la missione abbia più possibilità di successo. Fortunatamente oggi pomeriggio gli avevo promesso, tempo addietro, di cacciare assieme- -Dev'essere una persona fidata, figlio di Thyggor. Non possiamo rischiare di perdere la spada. A chi stai pensando?-
Più tardi quello stesso giorno Vanberk avrebbe salutato un uomo con degli incredibili baffi a manubrio -Giancarlo te la senti di aiutarmi in una missione pericolosa ma estremamente remunerativa?-
Edited by BretonSaga - 22/11/2015, 16:17. -
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-Non so cosa tu abbia in mente, ma conta pure sulla mia spada- rispose Giancarlo, il fiero Nord che Vanberk aveva conosciuto mesi prima nella difficile avventura a Shal'Aria. La sua forza, sia con l'immenso spadone che con le arti del fuoco, sarebbe stata molto utile nella missione segreta ma ancora più importante era la sua fiducia per cui Vanberk decise di non nascondergli nulla mentre lo informava della situazione: come sua abitudine non omise il più piccolo particolare della sua narrazione e alla fine fece leggere la pergamena all'amico, in modo che avesse un quadro chiaro e ben definito. Potendo contare sul suo aiuto si diressero assieme ai moli dove aveva appuntamento con un altro agente della Ribellione: le istruzioni dicevano che l'avrebbero riconosciuto per i numerosi improperi. Difatti trovarono un uomo seduto a pescare con un lungo filo ma col secchio delle prede vuoto, che commentava i suoi lanci sfortunati con epiteti coloriti.
-Non mi sembri molto fortunato coi pesci amico- ridacchiò il fabbro -forse dovresti cambaire metodo o zona-. L'uomo sospirò, evidentemente seccato dall'osservazione, si alzò in piedi e si allontanò spintonandolo. Poteva sembrare una cosa da gran maleducati ma Vanberk sapeva che era tutta una recita per sviare l'attenzione: infatti, mentre l'uomo lo spintonava in malo modo, aveva sentito qualcosa scivolargli all'interno della tunica, quindi si limitò ad insultarlo ed allontanarsi, seguito da Giancarlo. Qualche metro più in là, appoggiatosi a delle casse in modo da non farsi vedere, estrasse l'oggetto dalla tunica: era un altra pergamena, più piccola ma recante comunque il sigillo in ceralacca della Ribellione. L'aprì e lesse velocemente il contenutoVanberk Thyggorson se stai leggendo questa vuol dire che hai accettato l'incarico e già per questo hai i ringraziamenti della Ribellione Vaygr. Il tempo stringe quindi oggi pomeriggio ti imbarcherai sull "Iceberg Cremisi", che ti porterà ad Haven entro l'alba di domani. Il comandante è un nostro alleato e resterà a Tortuga finchè la missione non sarà completata. Una volta arrivato dovrai cercare la nostra spia, lo Sciacallo, per ottenere maggiori informazioni: quando lo incontrerete dovrà rispondere "Fa sempre più freddo lontano da casa" quando tu gli chiederai "Com'è il tempo oggi". Ma fai attenzione: nonostante sia alle nostre dipendenze è comunque un individuo pericoloso, un esiliato che abbiamo dovuto allontanare perchè troppo pericoloso per la stabilità dell'isola. Agisci in fretta e con gudizio e riporta la spada reale nelle mani dei suoi leggittimi custodi!
Passò poi la pergamena a Giancarlo e una volta finito di leggere si scambiarono uno sgaurdo d'intesa. Raggiunsero la nave dove un vecchio marinaio, con le gambe curve e la pelle rovinata dal sole, li fece salire senza dire una parola e appena entrambi i guerrieri furono a bordo fece salpare la nave lancianod ordini con una voce forte abbastanza da ammaccare una lastra di ferro. Il viaggio fu veloce come promesso e i due guerrieri lo passarono a parlare della missione, pensando di nascondere le proprie identità: Vanberk sarebbe stato un commerciante di metalli rari e Giancarlo la sua guardia del corpo. All'alba arrivarono nel porto di Tortuga: rispetto alle descrizioni che gli avevano fatto amici e conoscenti era anche peggio! Uomini di ogni nazionalità sciamavano come formiche intenti in affari più o meno leciti. Ma senza indugio lui e Giancarlo sarebbero scesi dalla nave per iniziare la propria missione!
-Ma prima... colazione!- disse Vanberk sorridendo -Troviamo qualcosa di caldo da mangiare e di fresco da bere!- ed entrarono nella prima bettola che trovarono: l'ambiente era saturo di fumo e urla, in egual misura, e diversi clienti si trovavano riversi in varie posizioni da sbornia. Vanberk non riconobbe nessuno ma Giancarlo avrebbe notato un uomo dal fisico imponente, a petto nudo, che beveva con una gigantesca ascia accanto a sè. Intanto il fabbro si sedette nel posto libero proprio accanto a quel energumeno e chiese a gran voce da bere e da mangiare.
-Forza Giancarlo avvicinati! Non vorrai lavorare digiuno?!-. -
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-Che mi venga un colpo! Cosa diamine ci fai tu qui baffone!?-. Una voce incredibilmente robusta scosse il torpore della bettola e l'uomo che aveva pronunciato quelle parole era altrettanto robusto. No, robusto era un eufemismo: anche se Vanber e Giancarlo spiccavano rispetto alle altre persone per l'altezza e il fisico temprato da pesanti attività fisiche quell'uomo era ad un livello superiore. Ogni muscolo del suo corpo era teso al massimo e la pelle era ricoperta di cicatrici di vari forme e dimensioni, a testimoniare che quell'uomo non solo era un buon combattente ma che aveva anche un invidiabile forza vitale. Fortunatamente sembrava essere in termini amichevoli con Giancarlo che rispose con gioia al saluto
-Niente di che aiuto un connazionale a recuperare un oggetto rubato. Tu invece?- Vanberk avrebbe preferito evitare accenni alla loro missione ma nessuno sembrava interessato al trio di Vaygr -Vanberk, vieni qua! Ti presento Ukon, compe puoi notare anche lui viene da Vaygr. Abbiamo fracassato qualche imperiale assieme. Prendiamo da bere e da mangiare e facciamo due chiacchere.- Giancarlo si rivolse sorridente al bancone -Oste portaci qualcosa da mettere sotto i denti. Anche qualcosa per brindare ovviamente.-. Vanberk si sedette accanto a Ukon e gli porse una mano, presentandosi - Vanberk Thyggorson, mercante di metalli rari occasionale e fabbro di lavoro. Sono contento di incontrare un altro connazionale in questo posto ma cosa vi porta da queste parti, guerriero?.
Per quanto si fidasse di Giancarlo non poteva dire lo stesso di Ukon: essere di Vaygrjord non significava automaticamente essere delle persone di fiducia. Lo stesso Sciacallo non era un esiliato e un criminale? Doveva studiare quell'uomo e capire se poteva essere un altro prezioso alleato oppure un ulteriore ostacolo al recupero della spada. Intanto l'oste avrebbe portato tre ciotole colme di zuppa di pesce e altrettanti boccali di birra agli uomini del Nord: la zuppa era ben cucinata ma la birra era acida, come se l'avessero fatta fermentare in catini di legna appena tagliata. Richiamò l'oste e gli disse -Birra fatta da persone capaci per cortesia. Non mi importa se costa di più, intesi?-. -
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Anche Ukon rimase sul vago riguardo ai suoi intenti ed era più che comprensibile: d'altronde si "conoscevano" soltanto da pochi minuti e si trovavano ad Haven, il più famoso conglomerato di ladri, assassini, ingannatori e quant' altro.
- Diciamo che mi serve una ciurma e questo è il posto che mi sembrava più adatto per raccattare velocemente gente folle e con poco da perdere. Ormai l’Arcipelago di Vaygr non è più un posto tranquillo dove poter girare in tutta libertà per uno come me -. Un affermazione interessante: quell'uomo doveva essere molto più pericoloso di quanto il suo aspetto non suggerisse! Vanberk si domandò quali potessero essere i suoi obiettivi, così gravi da spingerlo a cercare una ciurma proprio ad Haven, ma la frase successiva attirò ancora di più il suo interesse - Quei bastardi imperiali sono arrivati a mettere piede persino su Vaygrjord ed ormai non mi posso più fidare nemmeno di chi un tempo combatteva al mio fianco -. "Che parole forti! In effetti a giudicare dall'età deve essere abbastanza vecchio per aver partecipato all'ultima guerra contro l?impero... forse quest'uomo potrebbe essere utile... ma sarà disposto a collaborare?"
Il pensiero era allettante: un arma in più avrebbe facilitato la missione ma poteva fidarsi di quell'uomo? Giancarlo era convinto di si e anzi glielo ripetè sottovoce all'orecchio - Cosa ne pensi di arruolare anche Ukon per questa missione? Pensaci su la decisione è tua. -. Vanberk prese una decisione: dopo aver controllato che l'oste fosse abbastanza lontano e che il rumore della stanza fosse abbastanza alto da coprire le loro voci, si volse verso Ukom e gli consegnò la pergamena con le indicazioni per il recupero. Avrebbe aspettato che il guerriero finisse di leggere e avrebbe aggiunto - Questo affare forse non interessa ma sei un figlio del Nord forte e indomito e un aiuto da parte della tua ascia sarebbe alquanto utile. Neppure io sopporto l'Impero e le loro dannate pretese di controllare tutto, calpestando popoli, culture e vite altrui. Se ci aiuterai poi potrei considerare du aiutarti con il tuo problema. Che ne pensi?-. -
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-Ero sicuro che avresti accettato, brindiamo ragazzi!- esclamò a gran voce Giancarlo: in breve i piatti furono ripuliti e nei boccali non venne lasciata neppure una goccia della birra che contenevano. I tre nord avevano parlato molto ma mangiato ancor di più!
-Qual’è la prossima mossa fabbro?-. Vanberk, per rispondere, fece segno al locandiere di avvicinarsi e cavò fuori da una delle tasche due monete di oro grosso, lucide come uno specchio, e le pose rapido nella mano dell'uomo "Meglio evitare di attirare l'attenzione" si disse convinto. Poi mentre l'oste stava per allontanarsi, lo afferrò per il polso mente con l'altra mano traeva fuori un altra moneta d'oro, aggiungendo sottovoce -Due per il servizio e una per un indicazione: cerco lo Sciacallo-. L'uomo lo fissò con sirpresa ma raccolse la terza moneta veloce come un topo affamato -Sono in tanti che lo cercano ma nessuno mi paga abbastanza per avere l'informazione esatta: quelli che mi minacciano li mandò nei peggiori vicoli e chi crede di comprarmi col bronzo o l'argento lo faccio pestare dai miei cuochi. Tu sei il primo che mi offre così tanto, straniero, e quindi sarò sincero: quel diavolo bazzica la Sala della Fortuna Ambigua da mezzosole fino al calar della notte, quando di solito viene cacciato perchè troppo ubriaco.All'ingresso dì che ti manda Manfred il Guercio e ti faranno entrare. Quanto allo Sciacallo - e lo squadrò dalla testa ai piedi - sono sicuro che lo riconoscerai a colpo d'occhio.-SPOILER (clicca per visualizzare)( n.d.a. moto poetico per dire... mezzogiorno XD)
Bene ora avevano una meta e un orario preciso. Si rivolse ai due compagni facendo loro cenno di seguirlo e vedendo quelle montagne di metallo e muscoli ascoltare le sue parole lo riempì di orgoglio: non pensava che avrebbe mai avuto l'occasione di "comandare" altri guerrieri. Comunque uscirono dalla locanda per godere del magnifico clima di Haven: caldo e umido, ottimo per sudare come una fontana. Rigoli di sudore si formarono velocemente su tutto il corpo mente si muovevano alla volta della sala da gioco. Chiedendo a varie persone e perdendo più volte la strada raggiunsero in un ora circa la loro destinazione: una porta con spioncino e due enormi buttafuori dalla pelle scura, muscolosi come il trio nord ma con dei pesanti machete al fianco, silenziosi guardiani di quel luogo ingannevole. Prima di rivolgersi a loro Vanberk ripetè il piano ai compagni - Compagni stiamo per incontrare il nostro contatto: discrezione e armi nel fodero. Parlerò io mentre voi fate... i Nord insomma! Fatto qui vi prometto che potremmo sfogare la nostra forza sui colpevoli del misfatto senza grosse limitazioni, intesi? Bene!-.
Poi, con in volto la stessa espressione che riservava ai debitori, si rivolse ai guardiani - Vorremmo entrare. Ci manda Manfred il Guercio.-. I due uomini si guardarono a vicenda e assieme aprirono la porta, che dava su un corridoio buio, senza dire una parola. Lo Sciacallo e le informazioni necessarie erano lì dentro, in attesa di loro. -Andiamo compagni.- e si incamminò lungo il corridoio.. -
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Scusatemi ragazzi. Cmq breton posta ancora tu che non saprei cosa dire e non mi va di fare post tanto per allungare il brodo XD
Posto al prossimo giro cosi ce piu sostanza..