Legenda
Parlato Pensato Narrato Parlato Mamma Parlato Papà
Haseo Kato
Capitolo 4 - Confessioni Passammo davanti i dormitori, alti palazzi raccolti in una pianta a struttura quadrata, precisa e ordinata in pieno stile militare. La piazza al centro, con la fontana che inumidiva l'aria, era ghermita di ragazzi. Alcuni mi guardarono, vedendomi passare col mio vecchio, verso l'amministrazione o almeno così aveva detto. Chissà cosa pensavano, mi domandai. Ad ogni modo, non potevo lasciare che mio padre prendesse quella decisione per me e per questo dovevo arrestare la sua corsa. Avrei visto un grande fossato, tutto cementato e dotato di spalti. Vi erano due strutture simili a case, ma probabilmente erano i posti riservati ai pezzi grossi. Alberi di ciliegio in fiore condivano i prati verdi che venivano separati da grandi statue in marmo di uomini intenti a tenere sospesa, sulla piscina esagonale posta al centro del complesso, una piattaforma circolare alla quale era possibile accedervi da un piccolo pontile in legno. Sembrava uno stadio simile a quello del Braxamundis, ma di tutt'altra fattura. Finsi, in parte, di essere attirato come un bambino da quel ben di dio in pietra, così corsi rapidamente verso il complesso situato proprio dietro il palazzo centrale che era possibile vedere all'entrata, quello oltre il pavimento in marmo.Hei Papà, di questo non ne sapevo nulla! Richiamai la sua attenzione, bloccandolo e distogliendolo dai suoi sogni di gloria per me. Mi rincorse in fretta e furia, urlandomi di tornare indietro e di non scappare via. Voleva davvero portarmi dentro quell'accademia a tutti i costi ma io non ero ancora Arrivai alla balaustra in legno, che impediva la caduta nel fossato, per poi guardarmi attorno per trovare un modo sicuro di scendere li sotto. Notai delle scale alla mia destra, poi mi guardai dietro, per vedere dove fosse mio padre. Era davvero molto lento in confronto a me, e questo mi dava un vantaggio sul mio piano: sarei sceso rapidamente, saltando qualche gradino e sfruttando tutta la mia agilità. Una volta sotto, avrei guadagnato il totale isolamento dal resto dell'accademia e da ogni persona che avrebbe potuto ascoltare la nostra conversazione.Haseo, fermati.. non serve correre così. Te l'avrei mostrato dopo.. fermati ho detto! Sarei arrivato alla fine della scalinata, con mio padre ancora a metà. Decisi così di raggiungere la statua davanti a me e di sedermi sul bordo dell'enorme scalino dove il terreno si abbassava di un altro paio di metri, per lasciar posto alla piattaforma dove la statua poggiava.Figlio mio, ho qualche anno in più di te.. non ti sembra un colpo basso questo? -disse ansimando- cosa c'è di così impressionante da farti correre come un ossesso? Non lo guardai e non gli risposi, continuando a fissare il vuoto di quell'arena sospesa. C'era pace in quel luogo, una pace simile a quella che avevamo tra le montagne ma... non gli apparteneva. La pace che sentivo, che percepiva il mio chi, non apparteneva a quell'arena. Il rumore scrosciante dell'acqua mi ricordava le giornate passate a meditare sotto le cascate che schiacciavano il mio corpo anche per giorni. I primi tempi non riuscivo nemmeno a restare con la schiena dritta, ma con il tempo avevo imparato a concentrarmi e ad estendere la mia mente tramite la meditazione. Ecco a cosa apparteneva quella tranquillità, ai miei ricordi. Chiusi gli occhi e presi un bel respiro, organizzando bene i pensieri prima di parlare, ma ricordando sfortunatamente la visione oscura che feci in occasione dello scontro con Yang-Shi, dove mi ritrovai da solo a fronteggiare le fiamme provocate dal demone stesso, nel suo intento di divorare tutta la luce del mondo umano. C'erano delle forze più grandi nel mondo, dei ninja e anche dello stesso Impero. C'era qualcosa nella mia testa che mi diceva di doverNon c'è niente di speciale.. volevo solo avere del tempo per parlare con te senza che orecchie indiscrete ci ascoltassero. Ecco, sai, sono stato al presidio imperiale dopo aver lasciato Chomandu. Ho assistito all'ultima battaglia dei ninja. Mio padre diveniva sempre più perplesso all'ascoltare le mie parole durante il mio flusso di pensieri, non riusciva a starmi dietro e chiese spiegazioni:Ok, immagino sia stato un bello spettacolo. So che hanno combattuto fino allo stremo e alla fine si sono uccisi a vicenda. Ma per dirmi una cosa del genere dovevamo finire dentro l'arena vecchia? Lanciai un'occhiataccia a mio padre, esterrefatto per ciò che aveva appena detto, lasciandomi comprendere a priori che c'era qualcosa che non era andata per il verso giusto quel giorno.Papà, chi ti ha comunicato questa informazione? -chiesi con ansia, afferrandolo per il collo della giacca- Figliolo che ti prende? -mi scansò la mano, che tremava per via di tutta la confusione che avevo in testa- E' ciò che i giornali hanno comunicato in tutta Kalendor, non lo sapevi? Fissai l'acqua nella vasca, scuotendo la testa a destra e sinistra con un ghigno stampato in faccia. C'era davvero qualcosa dietro a quell'evento, tutto aveva avuto una ragione e, come sospettavo, quello che era cominciato quel giorno volevano mantenerlo segreto al resto del mondo.No, no Papà ti sbagli. Non è andata affatto così. E' stato un giorno d'inferno. Un giorno di guerra e morte. I due Kage si sono scontrati all'inizio, per poi attuare il loro piano di fuga. Hanno dato vita ad una violenta ribellione che è partita dagli spalti, dei ninja nascosti tra la folla che era venuta numerosa per assistere al massacro finale della vecchia era. All'improvviso un drago rosso fuoco apparì sopra la testa della gente, liberando una violenta nube di fumo, per poi librarsi in volo e lanciare palle di fuoco su qualsiasi membro facente parte dell'esercito imperiale. Ha-Haseo, ma che razza di sogno hai fatto? Affatto, non è un sogno.. è pura realtà! Sono i ricordi indelebili di quella giornata di ferro e fiamme. L'esercito fece di tutto per cercare di proteggere l'incolumità dei cittadini presenti ma, all'improvviso, dal terreno vari criminali fuggirono dalle prigioni che a quanto pare erano sconosciute ai più. Soggetti di ogni tipo e un'energumeno dotato di una forza sovrumana che sembrava il soggetto di qualche esperimento cominciò a fare una strage di persone. A quella frase mio padre cambiò espressione, celando i suoi pensieri dentro un guscio emotivo. Il racconto stava per finire e ciò significava anche l'esposizione delle mie conclusioni: I Kage scapparono, inseguiti da due soldati, probabilmente i più abili del presidio. Gli altri elementi continuarono il massacro, fino alla sparizione del drago. Quello che ho visto.. non l'ho sognato! Mio padre era paralizzato dal modo in cui me ne ero uscito. Mi alzai in piedi, cominciando a bofonchiare e ad imprecare contro l'impero e tutto ciò che ne faceva parte: Come aveva fatto la più grande potenza mondiale a lasciare che quella cosa gli sfuggisse di mano e, soprattutto, perché quel combattimento? A che scopo.. tutto ciò era scontato prima ancora che avvenisse, ma qualcuno ha lasciato comunque che succedesse. Feci una pausa, per prendere fiato.Inoltre, le notizie divulgate per la nazione sono state falsate. Allora, il messaggio è chiaro e limpido: lo scontro aveva avuto la funzione di mandare un messaggio, direttamente alle varie organizzazioni di resistenza che si nascondono per tutta Kalendor.. un messaggio di sfida, per comunicare la totale sottomissione del vecchio mondo al nuovo mondo. I morti, i segreti nascosti agli occhi di tutti.. nessun abitante dell'impero ha importanza per i nostri politici? Per il nostro Messia?! Ero arrabbiato e preoccupato per quello che stava per accadere a me, alla mia famiglia e a tutti gli abitanti di Kalendor. Io, e chi c'era stato quel giorno, dovevamo fermare gli eventi che si sarebbero susseguiti da quel momento in poi.No, mi dispiace papà.. non voglio diventare l'ultima ruota di questo carro di infamia. Tu hai partecipato alla guerra, sai che cosa significa mettere la propria vita in gioco. Sento che il mio destino è tutt'altro che quello di diventare un soldato: c'è qualcosa di più in questo mondo che gira e mette in moto gli eventi.. forze misteriose e antiche, potenti tanto da permettere ad un piccolo manipolo di uomini di riuscire ad espandersi fino a controllare tutto il continente. Haseo, non credi di esagerare adesso? Stai blaterando di cose come spiriti e demoni, non pensavo che quei monaci ti avessero inculcato cose stupide come il timore delle cose che non esistono. Adesso sta calmo, capisco il tuo disappunto ma la realtà dei fatti è che, se la tua storia è vera, la manipolazione delle informazioni pubbliche è stata fatta ovviamente per non disseminare il panico e... -lo interruppi nuovamente, continuando a scuotere la testa, guardandolo dritto negli occhi- Ti sbagli papà i demoni esistono e ne ho combattuto uno, insieme ad altri giovani valorosi, posso anche portarne i segni: il suo potere di divorare la luce era, spaventoso. Un vero e proprio abominio papà, la magia occulta, quella che non riguarda gli elementi naturali, esiste ed è potente. La realtà dei fatti è che il vecchio mondo non è stato cancellato dal nuovo.. è quello nuovo che è l'evoluzione corrotta del vecchio e se i mostri che abitano l'inferno si stanno svegliando adesso, è perché qualcosa sta succedendo e io scoprirò cosa. Mi sarei voltato di spalle, guardando il cielo in direzione della torre rossa al centro del complesso, che avevamo superato prima. Mio padre assisteva al mio delirio da muto. Era evidentemente sconvolto dal mio modo di parlare. Forse si era reso conto che non mi conosceva come credeva, o meglio, non c'era nemmeno più un briciolo del ragazzino che aveva abbandonato tra le montagne anni prima. Ma quanto davvero erano servite alla fine quelle confessioni, per fargli capire che c'era qualcosa di più sotto tutta quella faccenda? Quello che mi aspettava.. quello.. che CI, aspettava.. era un futuro avvolto dalla nebbia del dubbio e sarebbe stato compito mio quello di dissiparlo. Tutto d'un tratto poi, mio padre mi inseguì e provò a darmi uno schiaffo in faccia, per farmi rinsanire, ma io lo fermai con la mia mano prima che la sua impattasse col mio viso. Il mio sguardo sarebbe stato freddo e convinto delle parole che sarebbero seguite.Ho preso la mia decisione Papà.. Voglio viaggiare per il continente e studiarlo, scoprire di più dietro i segreti della natura che ci circonda. Mi guadagnerò da vivere come cacciatore di taglie, le locande sono sempre piene di richieste d'aiuto. E inoltre il tuo nome in quanto soldato imperiale mi permetterà di ottenere favoritismi presso le taverne che frequentavamo quando ti seguivamo nelle tue spedizioni. C'è qualcosa che mi chiama papà, io lo so, lo sento! Sbuffò e allentò la presa sulla mano che avevo fermato, portandosela in faccia per poi diventare estremamente serio: Figlio mio... che cosa ti sei messo in testa.. dannazione.. -imprecò tra se e se, per poi poggiarmi la mano sulla spalla- Va bene, ti credo. In vita mia nessuno mi aveva mai trattato così tranne tua madre, sei proprio uguale a lei. Facciamo così, ne parleremo stasera quando saremo a casa, va bene? Adesso accompagnami, che devo sbrigare delle cose in ufficio e poi devo allenare le nuove reclute. Ti potrai gustare un po' di vita militare, anche se dici che non fa per te. Mi abbracciò, per la prima volta dopo tanti anni, compiendo un gesto che di rado aveva fatto sin dalla mia nascita: forse era davvero cambiato in quei cinque anni di lontananza? Lo abbracciai anche io, poi annuii alla sua proposta e insieme ci dirigemmo verso l'amministrazione. La giornata passò in fretta e dopo un paio d'ore in cui mio padre firmò carte su carte, parlò con qualche testa dell'accademia, finalmente scendemmo nella piazza principale, dove si sarebbero allenate le reclute. Combattei anche io, sfidando quello che mio padre disse essere tra i più promettenti, vincendo abbastanza facilmente grazie al mio dominio del vento. Alla fine mi guadagnai la fiducia e il rispetto degli altri ragazzi, che mi chiesero come mai fossi li e come avevo fatto a battere il loro collega. Restai abbastanza indifferente ma mi aveva fatto piacere ricevere tutte quelle attenzioni.[...]
Tornammo a casa in serata, ero stanco per aver combattuto ma contento per aver trascorso del tempo con mio padre. Mia madre quando ci vide entrare ci accolse con un'espressione un po' preoccupata, ma che sparì subito vedendoci riaccasare col sorriso in faccia. Cenammo e poi dopo un po' di tempo crollai sul divano della sala da pranzo, senza avere occasione di parlare con mio padre. La mattina seguente però, avrei ripreso le mie cose per partire verso nuove e sconosciute mete, scegliendo di inseguire il mio destino. Al mattino presto, mi svegliai infatti e mi preparai il più silenziosamente possibile, ma i miei genitori mi avevano preceduto e, anche se ancora in pigiama, erano davanti alla porta per intercettarmi.Haseo, amore mio -disse mia madre- quanto sei diventato grande.. non immagini quanto sono orgogliosa di te, per essere diventato un uomo vero. Tuo padre mi ha parlato della tua voglia di viaggiare e vedere il mondo dopo anni di clausura nei templi dell'aria. Quindi adesso va e vedi il mondo, basta che mi scriverai sempre ogni volta che ne avrai l'occasione. Ok? Guardai mio padre, che mi fece l'occhiolino per farmi capire di essersi limitato a certi dettagli, sapendo bene che mia madre si sarebbe opposta. Uscii di casa accompagnato con mio padre, ora era il suo momento dei saluti: Figlio mio, vieni qui e fatti stringere un'ultima volta.. -mi abbraccio, e io ricambiai, godendomelo fino in fondo. Poi parlò con tono serio e solenne- Sono mesi che la situazione politica non è chiara e tutte le alte sfere militari sono in stato d'allerta. Ho sentito qualche amico tempo fa e so che i reparti speciali sono impegnati in qualche operazione, ma nessuno sa niente. Purtroppo non ho più conoscenze in alto come un tempo, perché insieme a me hanno declassato tutta la prima guardia. Fondammo lo Shogunato con l'intento di portare in auge la nazione del nord che era rimasta schiacciata e dimenticata dal mondo ninja, consci del fatto che sarebbe servita la guerra per riuscire nell'intento. Non ci pentiamo delle nostre scelte ma non ci fa piacere aver sterminato decine di famiglie. Ad ogni modo, ora c'è qualcosa di oscuro che aleggia su tutti noi e se è oltre l'umana comprensione, né io né quelli della mia era sono in grado di fermarlo. Cercherò di tenerti informato ogni volta che potrò, tramite delle lettere, basta che mi farai recapitare la tua posizione. Annuii e con l'energia che mi trasmesse con il suo sguardo, fui ancora più convinto della mia scelta. Gli strinsi la mano, ringraziandolo per riporre in me la fiducia per salvare il mondo dall'oscurità che lo stava avvolgendo, poi... me ne andai, non potendo sentire le sue ultime parole di incoraggiamento, che mi mandò col pensiero guardandomi da lontano mentre percorrevo al contrario la via principale della capitale.Buona fortuna figliolo.. che possano i tuoi antenati proteggerti!
Edited by Trinciapolli - 19/11/2016, 21:02