Nodai Nioù

Personaggio di Ellia

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  1. Ellia
     
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    Personaggio di Ellia

    Nome: Nodai Nioù
    Luogo di Nascita: Aldaresia


    Descrizione Fisica: "L'incarnato è tendenzialmente sfumato al bianco, nonostante le temperature a cui è costretta - tipiche desertiche - la maggior parte del tempo trascorso in miniera le concede la stereotipità di pelle che si adatta ad ogni Aldarese. Lunghi, i capelli assumono la tonalità Bionda della cenere e si sciolgono fino all'attaccatura dei glutei che, come gran parte delle proprie forme - ereditate dalla bellezza molto elegante, quale quella materna - prorompono soltanto nelle zone più attaccate alla sensualità. Il fisico pertanto, si presenta nel complesso, connotato da un equilibrio personale che intreccia la prorompeza delle forme alla dolcezza della sagoma di fianchi e corpo. Una particolarità certo degna di nota si evidenzia nel colore d'occhi - particolarità che vede il termine sottolinearsi, dal momento che sembra essere stata trasmessa via paterna; essi, di un rosato molto intenso, raccolgono a livello di consistenza la durezza lucida di pietre preziose, sfumando su un taglio dell'occhio più morbido e delicato, orientale. Non essendo una personalità ad agio di controversia, il proprio abbigliamento è scelto per incarnare quanto più possibile la femminilità nella propria andatura. Non mancano mai ombrellino rosa parasole, stivale a tacco alto, con il quale la rapidità di moto con gli anni è entrata in tutt'uno con esso - ed un fiore colto ogni mattina, nuovo, tra i capelli. Si tratta pressochè di un rituale scaramantico, motivo per il quale, il principio di una giornata in assenza di tali accessori viene da lei considerato come il preannunciarsi di una catastrofe. Abiti, vari e di colori differenti - predilezione per il castano ingrigito, umili - generalmente lunghi fino oltre le ginocchia con differenti spacchi e scollature ad esaltazione di corpo, sono di gran lunga i propri prediletti. Un metro ed Ottanta per 60 Chili di peso, tuttavia, non compensano di certo ad un ampio addestramento - si nota a colpo d'occhio questa sua linea bassa di muscolatura evidente. In verità, nonostante non manchi di esercizio, la sua scelta alimentare è la principale causa del dimagrimento corporeo costante : vegetariana e dal metabolismo estremamente veloce, non è raro che perda di finezza durante i pasti - che completa generalmente dopo ore di masticazione, inglobando circa tre volte quanto un uomo prestante potrebbe mai sognare di arrivare ad ingurgitare. In ultimo, mi preme far presente che, a causa di un incidente da cavallo quand'era adolescente - ad oggi, sono ventisette gli anni che porta con sé - una profonda cicatrice alla gamba destra è stata coperta da Questo Tatuaggio - opera della madre e raffigurante il suo stesso volto, quello materno, in un divenire di ali - ispirazione ad un grifone - e decorazioni arabe - al fondo, il nome Darlie - quello della cavalla - compare a modo di firma. [ A seguito dell'incidente lei divenne Ippofobica, pertanto, alata, marina o terrestre che sia, le possibilità che monti su una creatura di sua spontanea volontà sono praticamente pari a zero. ]

    Descrizione Psicologica: "Avevo da sempre avuto l'impressione, codesta che giaceva in cinesi ai miei pensieri, che tutto quel che accadeva potesse in qualche modo permeare nella mia coscienza. Amavo lasciare un ricordo di me, qualche segno d'un incontro che potesse stupire e concedere l'altrui parte alla riflessione. Tendevo, pertanto a considerare chiunque uguale a se stesso. Desideravo concepire di me l'idea ch'avrei avuto forza sufficiente per potermi dire in grado di comprendere persino il peggiore dei mali. Vivevo nella consapevolezza ch'ogni origine di questo mondo fosse concessa a noi per mantenerci stabili ed ogni nostra azione al suo seguito, aveva il dovere di insegnare questo concetto, proprio delle proporzioni. Così come nella terra ciò' che scompare in voragini di vuoto si fossilizza, divenendo per noi materiale prezioso, così amavo credere riguardo l'andamento delle cose. S'ero per lasciar correre gli eventi sulle mie spalle? Ovvia, signori, son pur sempre una donna dell'Impero, potrei mai sedere su di una scalinata ad osservazio la giustizia degli stolti? Permettere loro di far da padroni ai miei piedi? Così come natura creò questo cerchio, noi ivi abitiamo, istituendo le regole necessarie a metterlo in moto. A queste ed a quelle del deserto io mi adeguo, tentando, per volontà e per bisogno, di sospingerle a ruotare nella direzione che io comando. Non vi riesco sempre, dite? Eppure, dove il Lavoro Nobilita l’uomo, l’impegno lo avvicina sempre più alla vittoria destinandolo, nella morte, a veder protratte quelle sensazioni di onore all’orgoglio che non sarebbero totali se la miseria dell'anima potesse uccidere l'uomo ed il proprio dovere, insieme. Siamo donne Aldaresi nate per vincere e vincere da lontano: non dimentichiamo mai, pertanto, che nella peggiore delle ipotesi questa dignità non è passibile al fallimento. Come dite? Ah, giovani ragazzi, non ho bisogno di dover leggere molti libri per saper derivare dalla mia vita i giusti concetti. E' una mia grande passione la lettura, ve lo concedo, eppure il tempo è stretto per dedicarvisi. Bisogna che si impieghi gran parte della vita a vivere e non a riciclare seduti il riassunto delle esperienze di altri; togliete la speranza di possibilità al lettore ed il vostro universo, giovani scrittori, crollerà com'un castello di carte e sabbia tra le vostre ingenue mani d'artisti. Semplicemente; pensate, riflettete, fatelo costantemente ed in continuazione. Vedrete, poi, che nulla vi potrà accadere dal momento che coraggio e strategia saranno al vostro fianco. I passi di uomini grandi e piccoli si sentono nelle coscienze di chi li ricorda, non trovate? Fosse per una generazione di figli, fosse per una generazione di mondo, l'anima di chi si desidera, fiero e la forza di chi crede di non sapere altro che tentare, capace, condurrà le nostre memorie verso l'eterna lode delle Dee più Buone. Se ne esistono di differenti poi, basterà fermarsi da loro a salutare. E' da molto tempo che detengo la voglia di realizzare un'idea. Potrei quasi suggerire che sia un desiderio di vita eppure, questa mia passione per l'arco mi porta sempre a riflettervi a riguardo; adoro profondamente le caratteristiche degli uomini. Dall'area di tiro li scruto, sindaco di una morte incosciente; Sono così molteplici, identici e differenti nell'identità che assumono... mi stupiscono sempre. La strategia dei nostri pensieri si colora sui corpi dei passanti ed anche uno sconosciuto che si presenta come tale, non può' fare a meno di rivelarsi in un solo incontro d'occhi - diventando per noi amico o vittima sacrificale. Avete mai pensato quante cose dicono di noi, i nostri soli gesti, immaginate quanto può' uno stile di lotta. Esso, riesce quasi a parlare, muovendosi insieme al suo proprietario e se solo ci si fermasse un istante per comprendere quel magnifico linguaggio.. ci si stupirebbe di quanto sia in grado di raccontare di noi. Che dite, sto riuscendo ad entusiasmare le vostre menti? Ascoltate, quindi. Esistono, al mondo, soggetti che non si dedicano alla mera conquista di beni e popoli. Noi d'Aldaresia, infatti, non abbiamo accontentato questo solo nostro capriccio. L'abbiamo evoluto, l'abbiamo sperimentato, quasi fecondato a tal punto diffuso; è questo che l'uomo deve concedersi nella vita, il pregio di pensare con i propri occhi, attraverso ciò' che più' si ama delle tradizioni lasciate per noi, al fine di rimetterle negli altri con dolcezza. Forse che, se al di là del deserto non vi fosse libertà, al di qua di questa saremo felici? Dobbiamo saper varcare gli orizzonti più lontani per assicurarci che anche nella più piccola fetta di mondo isolato, chi sia in grado di vivere e desiderare possa riuscire a farlo. Siate dunque i più coraggiosi degli uomini o i più fieri tra i pensatori ma non sottraete mai un evento della vostra capacità d'azione. Lasciate il vostro segno ovunque andiate e non dimenticate mai d'Insegnare tutto a chi incontriate il significato del silenzio e dell'ascolto; del'attenzione. Fate in modo che li dove andrete per poi partire, Li dove vivrete per poi morire, venga ad essere sentito il potere della vostra volontà. D'altronde, la certezza che tutti i minatori dello Shal'aria sanno guardare dove prima di loro, qualcuno perdendosi, ha lasciato dietro sé una scia di memorie ed avvertimenti, sarà la vostra più fedele compagna di vita.

    Background: "A meridione dei Monti Aldaresi, dove confini di specchi deserti ricalcano, raffermi, il velo di sabbia di Shal'aria, io che qui vedo m'accingo altresì a raccontare. Codesta distesa di terra arida ricopre, per la sua nascita, un ruolo d'origine e d'evoluzione segnato dagli spostamenti di mandrie golose di minerali. Vidi di lei ogni cosa, nella nascita il pianto, della crescita l'affermazione in ogni forma di merito e concessione; invero, ciò che maggiormente di lei mi persi ad ammirare, volle il caso fosse codesta meta di sentimenti affini che tanto la legarono alla mia natura da non poter in alcun modo ritrarmi al fine di soggiungere neutra all'occorrere degli eventi. Il nostro racconto ha origine qui; alla pendice dei monti, in quel profondo sud che taglia il confine con la tremenda natura di Shal'aria. Una linea inesistente tagliava le abitudini della terra in quella faglia che s'estendeva rigorosa e crudele a perforare la legittimità dell'Impero; in questa sponda di continente e nell'altra sua gemella, gli uomini godevano della sua libertà. Una Madre ed un Padre incarnavano quell'empia lungimiranza rigorosa e devota; dedicata essa, li rappresentava nella mediocrità di una forza lavoro che s'accompagnava con perseveranza e fierezza ai bisogni costanti di elezione al dovere. Servire l'Impero in qualità di minatore l'uno, di guaritrice l'altra; nulla più che un luogo comune per alcuni, diveniva per me che guardavo da questi miei occhi lontani, un'aspirazione quotidiana e meccanica. Il rivederla in ogni sospiro di fiato senza scopo, era una condanna all'intelligenza. Così l'osservarla per la prima volta in una sua cavalcata invernale, primogenita di sette fratelli maschi; la passione che ardeva nei suoi modi era tutt'altro che comune, mi colpiva. Ella aveva un profumo totalmente genuino, l'istruzione e le pressioni famigliari non pesavano a quella propria natura, le montava - così come in questa cavalcata - con la più spettacolare dolcezza. Come poté, in questo frange di benestare stanco, codesta sua figura, amalgamarsi ed apprendere senza venir in alcun modo turbata dal codice ferrato della sua educazione, fu uno di quei quesiti che ancora non m'addormentano la notte. Nell'andatura serale, il buio avvicinava le sue mani; nemmeno quello osava toccarla. Ella era per me qualcosa di unico e passionale, un'esaltazione alla forza comprensiva del libero arbitrio congelato nell'Idea di bellezza e di forza e di debolezza che la rappresentavano. Una comune di minatori, la vidi crescere nei suoi meandri. Delicata e prima di una progenie molto ampia e faticosa di figli maschi. Non la toccava, con quella mano aperta a raccoglierli nei loro tentennamenti, un bacio alla fronte per consolarne i lineamenti più arrendevoli. Era la forza portante d'una famiglia di uomini mediocri e seppur tali, in grado di dar vita alla sua forma più uguale e più differente rispetto a se stessa. Dalla madre, ereditò forme capelli, nel padre gli occhi e la coscienza piena di bisogni e affermazioni. La vidi crescere, con la famiglia prodigarsi al sostentamento in antri spogli di accampamenti concitati e migranti. Si chiamava Jule Die ed era un agglomerato urbano nomade gestito da imprenditori di Aldaresia, codesto suo luogo di nascita ed evoluzione. Genti frammiste, fattispecie differenti, migravano da giacimento in giacimento alla ricerca di nuovo materiale per il commercio. Fieri dei propri aspetti più comunitari, lusingati dalla forza lavoro che da ere ormai, concedeva il giusto sacrificio al senso civico, erano uomini e donne dagli ideali del vecchio tempo, forti di sentimenti e militari nelle maniere. La direzione generale del campo giaceva nelle mani del suo mentore - Falha delle Terre del Nord, uomo ambito ed amato; profondamente devoto al suo popolo così come al suo governo. La sua famiglia, ch'io vidi crescere nelle sue generazioni più antiche, mai acquisì gloria quanta ne ottenne tra i suoi lavoranti. Nel carisma di un leader recuperato genetica dopo genetica, egli rappresentava da tempo, il cardine della comune - considerato, pertanto alla stregua di un Maestro. L'affezione che io nutrivo per quell'essere, quello di lei, veniva pertanto trasmessa alle coscienze dei più fino a raggiungere anche il tocco paterno dei Grandi, come lo era egli per lei. Falha e Nodai: inseparabili. Sosteneva, quest'uomo, quello stesso che io sostengo - mi ritrovo a ripensare che potessi benissimo essere io stessa la sua voce e lui stesso la mia essenza - nell'averla veduta crescere per quasi trent'anni tra le dune dei deserti minerari. I suoi incarichi, unici privilegi. Le giornate di lei, si concedevano spesso, quella pausa gioco tra le tende della sala d'appostamento, una colonna difensiva spoglia, dove si era soliti ritirarsi a pensare. Lo trovava sempre li, l'imprenditore affaccendato, intento talune volte più, talune meno, nell'inerpicarsi di qualche nuovo avvistamento, smottamento nel terreno; la ricerca e la fortuna erano i suoi oneri migliori. Crebbe pertanto, sotto l'effige di una guardia privata per la difesa dei minatori scesi in miniera: il lavoro di squadra non dava problemi alla sua persona. Affabile, delicata, non v'era padre che non nutrisse invidia per il proprio carisma, la fierezza negli occhi formali e anafettivi dei genitori era tenuta stretta, con il massimo dei rispetti, all'attaccatura del cuore. Soffriva, io lo sapevo, la sentivo morire senza lacrime per orgoglio, eppure la crescita di una donna senza carezze era un abominio che riteneva onorevole; non pesava a nessuno, per questo, la proprio primogenitura femminile. Così, nonostante le donne si dedicassero solennemente alla cura delle case, alle attività di lettura pomeridiana - un paradiso di benestare e duro lavoro di manodopera - lei accompagnava con fedeltà le richieste dell'imprenditore, sviluppando abilità che, con il tempo, furono lasciate a dilungamenti personali e di perseveranza. La passione per l'arco nacque tra le grotte di sabbia nell'impiego di messa in sicurezza delle cave, per le scorte verso le loro profondità e non esisteva nessuno in grado di non essere strappato ad un momento di noia da un suo sorriso. Cresceva tanto in fretta da divenire alta e meravigliosa quanto la propria cavalcatura. Già; ancora non dimentico quel giorno. Un focolare acceso ed una cavalcata notturna, il frenare di briglie tese e poi il silenzio. Nei suoi occhi, il riflesso della non volontà di accettare quella morte era tanto forte che l'urlo nella sera si diffuse contorcendosi al pianto, alle mani sul viso, ad una gamba spezzata. La propria cavalcatura era la migliore delle sorelle che non ebbe mai, quel canto di voce animale in grado di superar i limiti umani nella loro prima stesura. Quella libertà era tanto amara che l'idea di doverla lasciar andar via le costò settimane di lamenti.
    E' soltanto una cavalla. Te ne compreremo un'altra.
    Dicevano i mediocri; ciò che non comprendevano forse, era quell'attaccamento sensibile, quel bisogno di relazione, quella voglia di vedersi ripetere il passato; non sarebbe mai più tornata. Un predatore notturno, aveva falciato via la vita di un innocuo, risparmiando in questo modo quella di lei. Nel complesso dei suoi sedici anni, all'indole introspettiva del dovere che attacca come peste le menti aldariane, lei, iniziava a fondervi quel tocco di sensibilità forte che si insinua soltanto al sopraggiungimento del primo dubbio. Come vivere? Perché vivere ed anche se, con chi?
    Se vuoi sapere cosa è necessario per sopravvivere; cibo, acqua, una convinzione ti basteranno. Tuttavia, se mi chiedi cosa, invece, è necessario per non morire; un'idea, il tuo bisogno di lei, la sua voglia di trasmettersi e la conoscenza, non saranno mai abbastanza.
    Falha aveva da sempre, questo modo molto paterno di approccio. Metaforico e duro, componente detraibile da chi giunse fin qui sotto il nome di uno stemma, prendeva quella notte ad accarezzarla cominciando così quella relazione in un rapporto che li avrebbe condotti a sperimentare insieme verso una nuova prospettiva di linguaggio. La creazione nell'Alchimia ed il talento per le arti della guarigione sono da sempre, l'uno il mestiere dei rifugiati, l'altro il gioco preferito dai ricchi collezionisti di pietre.

    Quel che vorrei, soltanto, se mi sarà concesso; domanderesti mai, per me, alla morte perché si muore Darlie?






    Edited by Ellia - 24/12/2015, 21:20
     
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    Edited by ~ y a s u - 26/3/2016, 00:07
     
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