Personaggio di KamenTeacher
Nome: Kenji Swift
Luogo di Nascita: Shal'aria Descrizione Fisica:
Kenji è un ragazzo di appena vent'anni dal fisico molto atletico, ma non troppo possente. E' alto all'incirca un metro e ottanta per un peso netto di settantacinque chilogrammi. Lunghi capelli neri e lucidi gli coprono la testa e a loro volta sono spesso raccolti in una treccia che gli scorre serpentina per la schiena fino a metà lunghezza. Il color nero e profondo degli occhi è solitamente coperto alla visuale altrui da un grosso cappello circolare fatto di paglia intrecciata, esso è fissato al capo mediante un nastro di tessuto legato a livello del sottomento. Questo accessorio gli è molto utile nell'ambiante in cui vive perché lo scherma dagli aggressivi raggi del Sole e lo protegge durante le improvvise tempeste di sabbia. Veste anche una sorta di vecchia tunica smanicata di color non tanto più bianco legata alla vita da un nastro arancione che, con più giri, gli assicura l'aderenza dell'abito e dei pantaloni allo stesso tempo. Questi ultimi sono anch'essi vecchi e larghi per garantire l'adeguata comodità negli spostamenti sulle dune. I pantaloni sono a loro volta fissati a livello degli stichi agli stichi stessi da un lungo e resistente nastro di tessuto marrone. Infine, ai piedi calza delle scarpe di cuoio ricavato dalla pelle di un cammello, hanno una suola un po' più larga per camminare meglio sulla sabbia.
Descrizione Psicologica:
Essendo cresciuto in un ambiente tanto ostile e pericoloso, ha sviluppato un'innata diffidenza verso il prossimo. Non ama molto la compagnia e non sopporta chi cerca di legarsi a lui in qualsiasi maniera. E' taciturno e riflessivo, parla solo se è necessario. Non avendo avuto un'infanzia molto serena non ha appreso la bellezza del gioco e non ha sviluppato nessun hobby particolare se non quello della lotta ed il piacere dell'allenamento fine al miglioramento fisico atto al combattimento.
Background:
Rugya, città di enorme importanza economica per i giacimenti minerari e di gemme preziose. Queste materie prime hanno un costo enorme sia in termini economici che di vite. Infatti un gran numero di uomini viene impiegato nelle miniere dal momento che questa è una delle poche risorse che quella arida terra può produrre. La corporazione mineraria governa sull'intera città. L'opinione pubblica è divisa a metà tra chi sostiene che si tratti di una vera e propria dittatura e chi invece venera questi personaggi in quanto salvatori, gli unici in grado di proteggerli dai banditi e garantire loro un lavoro e quindi un pasto per le proprie famiglie. La città non è molto estesa ed è sviluppata ai piedi d'un monte che la protegge da un lato quando improvvise tempeste investono la zona. La popolazione risiedente è di gran lunga inferiore alla popolazione e capienza effettiva in quanto i minatori vengono spesso mandati per lunghi periodi nel deserto alla ricerca di nuovi filoni di metalli preziosi o per l'estrazione stessa della materia prima. Si formano così degli accampamenti senza nome e senza locazione cartografica. Per quanto i minatori siano esperti scavatori capita che, per via di incidenti o imprevisti, intere squadre perdano la vita nel sottosuolo. A causa dei decessi sul lavoro e della continua domanda di uomini, accade di frequente che molte persone si rechino a Rugya in cerca di un posto da minatore. Spesso la loro presenza in città è effimera, dopo un paio di giorni dall'assunzione vengono subito mandati sul campo a rimpinguire le squadre già impiegate sottoterra. Il trasporto di minerali alla città e i viveri dalla città è a carico di numerose carovane formate da esperti conoscitori del deserto e una guardia della corporazione col compito di difendere la carovana stessa dai predoni delle dune.
Kenji era orfano di madre a causa di una malattia incurabile che la colpì fulminea quando il figlioletto aveva solo 3 anni. Il bimbo crebbe con l'unico genitore che gli rimase, il padre: Hermes Swift. Quest'ultimo era un soldato devoto alla corporazione mineraria. Esperto di combattimento a cortissima distanza ed era famoso in città come guerriero dai piedi alati, per la velocità con cui si portava a ridosso dell'avversario e da lì lo colpiva con combinazioni di pugni e calci. Kenji ammirava molto il padre e per lui era un esempio da eguagliare. Tanto era convinto delle sue ambizioni che all'età di sedici anni si arruolò nell'accademia della corporazione atto a diventare un soldato dedito alla missione di proteggere la città ed i suoi abitanti. Tuttavia un giorno ebbe notizia che il padre, nel turno di ronda notturna attorno al perimetro della città, venne assassinato. Le circostanze erano sospette: non vi era notizia di assalto da parte di predoni né tanto meno potevano essere stati gli abitanti considerando che era ben voluto da tutti. La morte dell'uomo abbatté totalmente lo stato d'animo del ragazzo, era distrutto. Covava in sé tanta rabbia e risentimento, tuttavia non sapeva su chi sfogarsi. Colto da istinti vendicativi, decise di fare luce sulla situazione ed andare a domandare agli ufficiali che si erano occupati della parte investigativa del caso. Si recò nei loro uffici, ma nulla ottenne da loro se non una marea di informazioni forvianti e confusi sull'accaduto. Uscendo dall'edificio fu avvicinato da un uomo incappucciato. Kenji si mise subito sulla difensiva portandosi immediatamente a distanza con uno scatto fulmineo.
Non temere ragazzo. Non ho cattive intenzioni...
Disse l'uomo col viso celato dall'ombra del cappuccio mentre sollevò le mani tenendole in bella vista. Con passo molto lento cercò di avvicinarsi al ragazzo che impassibile manteneva alta la guardia.
Chi sei? Rivela il volto!
Intimò Kenji mentre pian piano l'altro continuava ad avvicinarsi.
Non ti dirò chi sono... non perché non possa, ma per la tua incolumità. Sono qui solo per dirti che tuo padre...
Cosa sai di mio padre!!!
Lasciami finire ragazzo. E' meglio per te che ti dia il messaggio il prima possibile, prima che ci vedano assieme... ascolta.
Tuo padre è stato ucciso da una persona a lui molto vicina... ti consiglio di guardarti le spalle d'ora in avanti. Magari un giorno mi tornerai utile, ma per ora pensa ad allenarti e quando sarai abbastanza forte sarò io a venire da te.
Ma... ma cosa stai... cosa stai...
Kenji fu totalmente traumatizzato da quelle parole, così tanto da non riuscire a rispondere.
Mentre il ragazzo stava ancora cercando di ribattere, l'uomo incappucciato diede un colpo al terreno con una pedata. Dal punto d'impatto si espanse un'onda d'urto che alzò un enorme polverone nel quale l'uomo scappo celandosi alla vista. Nel tragitto dalla sede militare della corporazione alla propria abitazione, Kenji, si fermo circa una ventina di volte per quanto fosse sconvolto e per riflettere sull'accaduto, su ciò che gli era stato detto e soprattutto su chi glielo aveva detto. Solo un dettaglio, due dettagli gli erano chiari: aveva intravisto una sorta di tatuaggio o marchio sulla mano destra dell'incappucciato e che avrebbe dovuto continuare ad allenarsi per diventare ancora più forte.
Il marchio che aveva intravisto quando l'uomo alzò le mani era di forma circolare e di color nero, rappresentava qualcosa. Un qualcosa che il povero Kenji non era riuscito ben a distinguere causa lo shock, ma sicuramente era un dettaglio non trascurabile. Era essenziale rintracciare quell'uomo. Egli sembrava sapere dettagli che a Kenji erano essenziali per la vendetta.
Sapeva bene oramai che non poteva fidarsi più di nessuno, nemmeno di chi sembrava essergli amico. Continuò a frequentare l'accademia, ma come gli era stato riferito dell'incappucciato si guardò bene le spalle. Dopo quattro lunghissimi anni Kenji si diplomò ed entrò a tutti gli effetti nella schiera dei soldati della Congregazione. Voleva sfruttare questa sua posizione per indagare a sua volta nella vicenda che vide come vittima il proprio padre.
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