Bashir Al'Aemaa

pg di Randez-vous

Nome: Bashir Al'Aemaa
Luogo di Nascita: Dalereuth - Shal'Aira

Descrizione Fisica: Un uomo dalla carnagione olivastra alto poco meno di un metro e ottanta centimetri, dal peso di settantacinque kilogrammi, corti capelli ricci di un bel colore nero lucido così come le sopracciglia e l'accenno di barba che gli cresce sul volto. Gli occhi non hanno il dono della vista, sono quindi di un bianco perlaceo. Il fisico del venticinquenne è aitante, snello e robusto abbastanza; muscoli elastici con ossa resistenti. Indossa vesti per lo più leggere di colore bianco, utilizza molti copricapi e una bandana al volto per poter evitare di respirare l'arida aria del deserto se si deve spostare al di fuori delle città - cosa comunque rara. Nonostante la sua cecità ha un buon controllo del corpo anche se non ottimo come un normale uomo dotato di vista.

Descrizione Psicologica: Bashir ha un buon senso dell'umorismo e dell'autoironia, scherza spesso sul suo handicap senza offendersi se qualcuno ci ride su. Per lo più è una persona calma e dedita al dialogo, rifuge la lotta per la maggior parte del tempo preferendo di fatto la parola come arma. Non ama particolarmente i sbruffoni o coloro che si accaniscono contro quelli più deboli di loro ma non si mette direttamente in mezzo, preferisce passare su strade più sicure come le guardie cittadine o piccoli bluff da mercante, una sorta di "volpe del deserto".
E' raro vederlo arrabbiato e non ha un forte senso dell'onore, un colpo basso va più che bene se è per una giusta causa ma non è mai stato incline al detto "il fine giustifica i mezzi".
Per il resto soffre di tutti i pro ed i contro emotivi della razza umana.

Background: Bashir nacque venticinque anni fa nella Capitale sul Mare: Dalereuth. In realtà non era la vera capitale, tantomeno il porto più importante ma per la sua posizione strategica, con conseguente possibilità di scambio merci tra esterno del deserto e l'interno le aveva fatto guadagnare un epiteto tanto altisonante. Una città che tuttosommato non aveva nulla da invidiare al primo porto della regione, Temora .
Era il secondogenito di una famiglia di rispettabilissimi mercanti di stoffe e tappeti, non i più ricchi né i più bravi ma gente comunque che riusciva a tirare avanti senza troppi problemi, non era di certo una famiglia di ceto basso quella di Bashir. Fin dalla sua nascita era chiaro che il ragazzo avrebbe trascorso una vita difficile e di sacrificio, poiché non aveva come la maggior parte degli uomini il dono della vista: due iridi bianche e due pupille sterili albergavano nei bulbi oculari del pargolo che però era sano per tutto il resto.
C'era comunque qualche cosa di particolare in lui, sin da subito fu chiaro: riusciva in un modo o nell'altro ad evitare piccoli ostacoli o "guardare" la direzione in cui alcune persone erano in casa, la disposizione di alcuni oggetti che venivano appoggiati. Riusciva a "vedere" in una maniera a lui sconosciuta e naturale; per chi nasce in condizioni simili il non vedere è la normalità e tutto il resto è altrettanto. Ascoltare meglio, percepire un odore nell'aria, riconoscere una spezia con il gusto, saggiare le trame di filato diverse in un tappeto: questo e tanto altro lo facevano comunque un buon mercante. Svelto di lingua e piuttosto simpatico riusciva a strappare sorrisi colpevoli quando lui stesso scherzava della propria cecità.
Una di queste volte conobbe un uomo, tale Yusuf si prodigò sul ragazzino che all'epoca aveva circa undici anni nell'insegnargli qualche "trucco" per migliorare la sua esistenza, assicurando ai genitori del cieco che avrebbe aiutato il loro figlio nel superare ancora di più quel suo difetto.
Yusuf era un monaco piuttosto anziano ma con un corpo resistente, ferreo e dalla voce calma che instillava sicurezza quando parlava; insegnò quindi al suo nuovo allievo come sfruttare il proprio corpo come un'arma e come il Deserto potesse essere suo amico, rivelandogli i segreti del dominio della terra.
La terra era calma, ferma ed immobile, paziente in attesa di qualche cosa che nemmeno lei sapeva da dove dovesse arrivare. Eppure, immota attendeva e non si spostava.
Pazienza, calma e resistenza furono le tre parole che Bashir impresse nella propria mente e nel proprio corpo, sfruttando come meglio poteva la percezione tellurica che aveva guadagnato grazie agli insegnamenti del suo maestro, in più l'arte del combattimento corpo a corpo gli aveva insegnato a conoscere meglio come era fatto e come rispondere ad un'offesa o evitarla del tutto.
Ma il giovane cresceva e diventando uomo sognava avventure ed esplorazioni, accrescere il suo bagaglio culturale e di esperienze per diventare un uomo migliore, indeciso ancora se vedere l'Impero di "buon occhio" o meno. Intanto suo fratello si era sposato con una delle Dame di Alkarna, comprata da loro padre, cortigiana in tutto e per tutto che aveva strani comportamenti, trovandosi improvvisamente catapultata in un universo totalmente diverso da quello delle Grandi Casate. Ebbero anche due figli, rispettivamente maschio e femmina che però rimasero nella capitale sul mare; ereditò anche il negozio di tessuti e tappeti dove tutta la famiglia di Bashir lavorava.
Era inutile dire che Bashir, conosciuto come "Al'Aemaa" ossia "il cieco" non aveva gran voglia di fare quella vita e cominciò i preparativi per andarsene verso lidi più esotici di quelli conosciuti.