Cattivi soggetti

Ruolata libera con Silver

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    Gatta..buia(?)

    Te ne starai qui buono buono fino a quando non avremo scoperto chi sono i tuoi tutori. Cerca di non combinare altri guai se non vuoi passare la notte in cella.

    *CLANG*

    La cancellata scorrevole venne chiusa dal gendarme che aveva appena accompagnato il ragazzo alla sua cella. Egli rimase immobile dopo aver fatto solo due passi all'interno della stanza. Le mani erano chiuse a pugno e il capo abbassato. I capelli gli coprivano interamente la fronte e anche gli occhi così che gli altri non potessero scorgerne la benda sull'occhio destro. Odiava quando le persone la fissavano.

    Sì, c'erano anche altre persone nella cella, anche se guardandola meglio più che una cella sembrava un salottino in confronto a quelle che avevano giù a Coppervein. Le mura erano in mattoni rossi immacolati, non una crepa nè una scritta. Il pavimento certo non era lucido, ma nemmeno lurido. Ai lati delle tre mura c'erano delle panche di legno sulle quali erano disposti i presenti in attesa di chissà cosa. Sulla quarta parete non vi era un muro, ma le sbarre alte dell'unico ingresso o uscita della cella.

    Persino le prigioni di quel posto gli facevano venire il latte alle ginocchia. Tutti politicamente corretti, dediti all'ordine e al progresso. Preoccupati di tutte le cose al mondo eccetto le cose davvero utili, come dare una vita migliori a chi viveva nella miseria. Era facile essere perbenisti nei comfort delle loro grandi città con le loro luci e le loro prigioni pulite.

    Sempre più arrabbiato, dopo qualche secondo di esitazione, si cercò un angolo sgombro e lontano da chiunque altro, incamminandosi verso di esso senza guardare nessuno e mantenendo il volto basso e nascosto.

    Era sicuro che Mr. Ronham lo stava già cercando, questione di minuti e se lo sarebbe trovato dall'altra parte delle sbarre a fargli la solita lavata di capo. Era lì solo da una settimana, ma gli era sembrata un mese intero. Cominciava a perdere le speranze di farsi mandare di nuovo a casa propria comportandosi male. Forse non c'era davvero modo di sottrarsi a tutto quello.

    Mykko

    Descrizione Fisica: Un ragazzo magrolino alto 1,70 m e sfiorante i 60 kg. Porta i capelli castani lunghi poco sopra le spalle che di solito coprono la fronte e ricadono parzialmente davanti agli occhi verde chiaro. Possiede lineamente sottili e delicati che a volte gli conferiscono un aspetto più giovane rispetto alla sua reale età. Viene infatti spesso cambiato per un ragazzino, con suo grande disappunto dato che effettivamente è molto vicino alla maggiore età. Porta una benda nera sull'occhio, perso durante un incidente quando era solamente un bambino. Indossa un mantellino rattoppato e sgualcito sopra ad abiti nuovi e semplici, datigli dai suoi tutori a Neagora.
     
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    Cattivi Soggetti - In Cella
    Nia era immersa nei suoi pensieri quando una serie di voci e rumori la riscossero dal torpore mentale in cui si era rintanata, facendola ritornare al presente.
    Era in cella; di nuovo. Durante il suo ultimo incarico come mercenario si era lasciata prendere dall'entusiasmo e le cose erano degenerate rapidamente. Quella che sarebbe dovuta essere una semplice caccia all'uomo si era rapidamente tramutata in una fuga a gambe levate quando inavvertitamente aveva dato fuoco ad un grosso albero secco rivelando la posizione ai soldati.
    Addio taglia, ma in compenso non si faceva mancare nulla. Celle di prima qualità ed ottima compagnia: stupratori, assassini, ma anche persone per bene come altri mercenari come lei.
    L'arrivo di una donna nella cella aveva fatto drizzare le orecchie, e non solo, ai residenti dell'angusto spazio quadrato di mattoni rossi. Alcuni avevano tentato di allungare le mani su di lei, ed erano stati fortunati ad averle ancora attaccate al corpo dopo aver dato sfoggio di tale coraggio, o incoscienza. Dopo un paio di altri tentativi falliti, qualche fondoschiena bruciacchiato ed alcune dita rotte, quasi tutti i presenti si erano rassegnati ed avevano lasciato perdere ogni iniziativa.
    Le guardie si erano immediatamente precipitate a controllare la situazione, ma vedendo una donna piuttosto arrabbiata ed in grado di manipolare il fuoco che teneva a bada mezza dozzina di mascalzoni nella cella avevano nascosto un sorriso e si erano tenuti in disparte ammirando la scena.
    Il chiavistello scattò ed un secondino spinse oltre le sbarre quello che ad una prima occhiata sembrava un ragazzino; destinato probabilmente a diventare il nuovo giocattolo dei mascalzoni presenti entro poche ore.
    Nia osservò il nuovo venuto con occhio critico dalla penombra in cui era seduta. Indossava degli stracci, o almeno quella specie di mantello rattoppato che aveva sulle spalle non poteva essere considerato altro che una pezza da usare per pulire a terra. I capelli lunghi fino alle spalle le impedivano di vedere chiaramente il suo viso o i suoi occhi, ma di certo non poteva essere maggiorenne. Come potevano rinchiudere in cella un minore?
    Alzandosi si rese conto che il ragazzo era più alto di lei, che dall'alto del suo metro e sessanta cercava di non lasciare mai che gli sguardi che le lanciavano dall'alto al basso la infastidissero. Come si sarebbe sentito lui vedendosi rivolgere la parola da una come lei? Che sguardo avrebbe avuto?
    Perdersi in quelle domande le fece perdere per qualche istante la cognizione del tempo. Qualcuno si stava già avvicinando al ragazzo, e non sembrava proprio uno dei più simpatici elementi della cella. Doveva intervenire prima che la cosa degenerasse.
    - Hei. - disse avanzando e rivolgendosi al nerboruto uomo che sembrava interessato al nuovo venuto. - Lascialo stare. -
    Per un attimo il tempo all'interno della cella sembrò fermarsi. Gli sguardi di tutti i presenti si diressero su Nia che era ferma al centro della cella e sosteneva tutte quelle occhiate con il suo sguardo ambrato nel quale sembrava ardere un piccolo e minaccioso fuoco.
    L'eterno attimo ebbe fine quando l'omone si ritirò non prima di aver sputato a terra in segno di disappunto. La ragazza fece scorrere ancora il suo sguardo sui presenti, come per assicurarsi che avessero capito che non era il caso di provare oltre la sua pazienza. Era anche vero che se avessero attaccato tutti assieme sarebbe stato un bel guaio. Per quanto Nia fosse addestrata al combattimento non era in grado di affrontare più di uno, massimo due avversari per volta senza rischiare di soccombere. Doveva far leva sulla paura che loro avevano delle sue minacce e del fuoco, oltre che delle dita che già aveva spezzato in precedenza.
    - Cosa diavolo ci fai tu qui? - disse a voce alta, ma poi proseguì sottovoce, in modo che solo il giovane potesse udirla. - Il nome è Nia. Fai finta di conoscermi, parlando con me attirerai meno la loro attenzione; e fidati, quella è l'ultima cosa che vuoi. -
    Gli occhi ambrati di Nia fissavano il ragazzo con una inespressa supplica. Se fosse stato abbastanza svelto da capire la situazione e stare al gioco forse entrambi avrebbero potuto passare almeno una notte di sonno tranquilli.
    Da quando era entrata in quella cella Nia non era riuscita a dormire serenamente a causa di tutte quelle persone che continuavano a fissarla come se non avessero mai visto una donna prima d'ora. Chiudeva gli occhi, ma cercava di rimanere vigile, pronta ad ogni evenienza. Aveva messo le cose in chiaro sin da subito, ma gli uomini erano brutte bestie e difficilmente capivano al primo schiaffo.
    Erano passate solo ventiquattro ore dal suo ingresso nella prigione. Mai come in quel momenti si era affidata a qualcun'altro, ma pregò perché il buon Kirian riuscisse a raggiungerla quanto prima; ed ovviamente tirarla fuori di li.
    Dietro di lei un vociare sommesso la mise in allerta. Evidentemente le sue parole non erano andate a genio a qualcuno dei presenti, e questo con la complicità degli altri non intendeva fargliela passare liscia.
    Doveva uscire di li, e in fretta; possibilmente portando il ragazzo con sé. Non poteva chiamarlo un vero e proprio istinto materno, ma semplicemente buon senso. Non poteva permettersi di lasciare un minorenne in cella con quella gente.


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    Edited by Silver Element - 15/2/2016, 21:58
     
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    Non aveva fatto caso all'omaccione che aveva cattive intenzioni. Si limitava a guardare il pavimento, poi i propri piedi che faceva penzolare oltre la panca, poi distrattamente qualche movimento occasionale al di là delle sbarre. Il ciuffo nascondeva il suo viso agli altri ma altresì nascondeva gli altri dal proprio campo visivo. Li sentiva bruciare addosso, sempre, gli sguardi altrui, specie di quei perbenisti a Neagora. Pronti a giudicarlo per il proprio aspetto, per i propri abiti. Per la benda.

    Solo che non aveva considerato che lì dentro non c'erano i soliti signorotti intellettuali che aveva conosciuto nell'ultima settimana. Nessuno aveva intenzione di giudicarlo con aria di superiorità, forse nella loro mente criminale altri propositi sorgevano, intenti per nulla amichevole.

    Ma Mykko era del tutto ignaro di tutto questo, ritornando alla realtà solo al suono della voce di Nia che richiamò tutti all'attenzione. Non comprese subito fosse riferito a sè ma fu comunque indotto a sollevare e voltare il capo, notando la giovane avvicinarglisi.

    Non sembrava una snob di Neagora, tutt'altro. Il suo aspetto gli ricordò la gente comune di Coppervein. Ebbe quasi il dubbio se anche lei non venisse dal sobborgo, quasi stava per chiederglielo, ma immediatamente desistè. Era molto più probabile si trattasse della propria volontà di incontrare un viso amico in quel posto tanto strano.

    Sembrava intenzionata a proteggerlo dagli altri. Fu in quel momento che Mykko si raddrizzò sulla panca, quasi allarmato. Si voltò per guardare gli altri e si accorse che tutti li stavano guardando. Odiava quando la gente lo faceva, odiava essere al centro dell'attenzione.

    Si alzò lentamente, guardando Nia adesso. Che cosa vogliono? Chiese con voce pressochè bassa e scontrosa. Le sopracciglia aggrottate e un senso di astio crescente, non aveva capito fino a quel momento di essere in pericolo e averlo compreso ora lo aveva agitato.

    Il tizio che poco prima aveva tentato di avvicinarlo e che era stato fermato da Nia si alzò di nuovo con un ghigno malsano, trovando forse coraggio nell'aspetto smarrito e disorientato di Mykko. Niente ragazzo, solo fare un pò di conoscenza. Dopotutto dobbiamo tutti rimanere qui per un pò di tempo, tanto vale fare in modo che passi in maniera piacevole no?

    E un brusio sghignazzante di sottofondo si diffuse per via delle parole beffarde del malvivente. Tutti continuavano a guardare Mykko e Nia, cominciando a pensare che forse insieme potevano dare prima una lezione alla ragazza e poi divertirsi col ragazzo. Non capitava mai di trovare qualcuno ancora così innocente su cui mettere le mani.

    Non voglio conoscere nessuno di voi. Disse il ragazzo stringendo i pugni ma mantenendo il viso nascosto dalla mantella sgualcita e dal ciuffo. Fece senza rendersene un passo indietro. Si sentiva minacciato ma non aveva paura. Era solo agitato e per niente a suo agio.

    Oh, andiamo. Vedrai che una volta rotto il ghiaccio possiamo essere persone piacevoli.
    Soghignò il criminale facendo un paio di passi avanti.

    In quel momento un profondo rombo sordo tuonò nella cella, quasi fosse una scossa di terremoto sebbene il pavimento non tremasse più di tanto. Della polvere cadde dal soffitto e la lanterna alimentata dalle corestone lampeggiò un paio di volte. Tutti ne sarebbero stati sorpresi eccetto il ragazzo che anzi scosse il capo per rimuovere lievemente i capelli davanti agli occhi. Forse qualcuno di loro avrebbe potuto vedere la benda che gli copriva l'occhio destro.

    Fu in quel momento che il criminale esitò, smettendo di avvicinarsi.

    No. Ripetè il ragazzo, completamente irrigidito e teso come una corda. I pugni stretti quasi tremavano ma per il resto non si sarebbe mosso di un centimetro. Voleva solo uscire da lì, lontano da quelle persone strane. Voleva solo uscire da lì e basta.

    Mykko

    Descrizione Fisica: Un ragazzo magrolino alto 1,70 m e sfiorante i 60 kg. Porta i capelli castani lunghi poco sopra le spalle che di solito coprono la fronte e ricadono parzialmente davanti agli occhi verde chiaro. Possiede lineamente sottili e delicati che a volte gli conferiscono un aspetto più giovane rispetto alla sua reale età. Viene infatti spesso cambiato per un ragazzino, con suo grande disappunto dato che effettivamente è molto vicino alla maggiore età. Porta una benda nera sull'occhio, perso durante un incidente quando era solamente un bambino. Indossa un mantellino rattoppato e sgualcito sopra ad abiti nuovi e semplici, datigli dai suoi tutori a Neagora.


    Edited by Ryuk* - 14/2/2016, 14:35
     
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    Cattivi Soggetti - Fiducia
    Il ragazzo non era sveglio; almeno non abbastanza da capire che lei gli stava dando la possibilità di evitare incontri spiacevoli. Che avesse scambiato la sua frase per qualcosa che in realtà non era: una finta cortesia? No. Lui l'aveva guardata, ma l'aveva vista davvero oppure aveva solo alzato gli occhi verso la fonte del suono?
    Forse era proprio quello che era accaduto, e questo le fece ricordare improvvisamente quando lei stessa si comportava in quel modo. Si sentiva diversa, e cercava di non mostrare la propria diversità; guardava gli altri, ma non li vedeva davvero. Annuiva, ma non capiva il senso delle frasi. Era isolata nel suo mondo, in un mondo in cui gli altri non pensavano che lei fosse diversa, ma solo schiva.
    Quanto tempo era passato dai quei giorni? Un'infinità ormai, ed era stato grazie ad Yves se era riuscita a superare quelle barriere psicologiche ed entrare a far parte delle Guerriere, addestrandosi nel combattimento. Tuttavia continuava ad essere diversa, ed era stata proprio quella diversità ad allontanarla dalla sua patria.
    Il ragazzo non sembrava turbato, ma il tono di voce non era amichevole. Poteva comprenderlo, non era mai piacevole finire in cella, men che meno assieme a discutibili compagni di quello spazio vitale.
    Prima che Nia potesse rispondere alla domanda una voce sarcastica alle sue spalle si fece sentire. La donna voltò la testa quanto bastava per scorgere il volto del mascalzone pelato contorcersi in un ghigno di soddisfazione e malcelata malizia. Seguirono altre risa, indubbiamente sarcastiche.
    - Non voglio conoscere nessuno di voi. - rispose il ragazzo mettendosi sulla difensiva.
    Nia riportò lo sguardo sul giovane. A chi era rivolta quella frase? Anche a lei? Stava mettendo le distanze anche da lei che aveva provato a dargli una via di scampo?
    Era chiaro che il ragazzo non avesse fiducia nel prossimo, ben meno di quanta ne avesse Nia stessa nel prossimo. La differenza era che lei era adulta ed in grado di distinguere le varie situazioni e persone; poteva dire lo stesso del giovane? Non poteva certo biasimarlo per quella presa di posizione, ma non si sarebbe data per vinta. Se ne sarebbe andata da quel luogo, ed avrebbe portato lui con se.
    - Oh, andiamo. Vedrai che una volta rotto il ghiaccio possiamo essere persone piacevoli. - disse sghignazzando nuovamente il pelatone.
    - L'unica cosa che possiamo rompere qui è il tuo naso. - sibilò Nia voltandosi e dando ora le spalle al giovane.
    Allargò le braccia davanti a sé e come aveva già fatto in precedenza si lasciò pervadere dal suo potere, richiamando sul propri palmi delle piccole sfere infuocate. Era disposta a combattere, ma sperava che la minaccia fosse sufficiente a far desistere i presenti da qualsiasi azione.
    Sfortunatamente per lei questi avevano preso a scambiarsi delle occhiate d'intesa tra di loro e non ci volle molto a Nia per capire che cosa stavano pensando quelle loro teste bacate: in gruppo sarebbe stato più facile mandare al tappeto lei e poi prendersi anche il ragazzo.
    "Peccato che non cederò così facilmente." pensò mentre si concentrava per prepararsi all'inevitabile scontro.
    Il pelato fece alcuni passi verso di loro e in quell'istante si udì un rombo sordo. Il pavimento e soffitto della cella presero a tremare lievemente, giusto quanto bastava per far lampeggiare un po'la lampada e smuovere la polvere dai mattoni in alto.
    Il criminale esitò, e Nia si chiese se avesse solo immaginato quella sensazione di tremore oppure fosse accaduta veramente.
    Alcuni passi risuonarono dal corridoio, ed istintivamente la donna estinse le fiamme e si voltò verso le sbarre. Nonostante le guardie in precedenza avessero riso dei malcapitati in cella che dovevano vedersela contro i suoi ceffoni fiammeggianti, l'avevano ammonita di non ricorrere alla violenza se non in casi di estrema necessità. Ovviamente era inutile dire che aveva continuato a farsi giustizia da sola e dimostrare a quei depravati che non temeva le loro malsane attenzioni, e che poteva anche essere "focosa" se necessario.
    Al suono dei passi e tintinnio di chiavi, i presenti lasciarono perdere ogni desiderio di scherzare e ripresero la loro posizione lungo i lati e panche della cella.
    Assieme alla guardia in armatura e colori tipici di Neagora sopraggiunse anche una persona che in un solo istante riuscì ad illuminare il volto teso e preoccupato dell'arcadiana. Com'era riuscita ad affezionarsi e riporre una fiducia quasi incondizionata in quell'uomo in pochi mesi dal suo esilio? La verità era che non si poteva non riporre fiducia in quel metro e novanta per novanta chili di muscoli coronati da una faccia perplessa immersa in una folta barba scura.
    - Kirian! - esclamò Nia avvicinandosi alle sbarre e stringendole con forza.
    - Bambina. Che guaio hai combinato stavolta? - il tono dell'uomo poteva suonare esasperato, ma celava una nota di affetto.
    L'imponente personaggio aveva degli strani occhi azzurro-grigio ed indossava una semplice tunica che praticamente urlava la sua provenienza. Il capo pelato come imponeva l'ordine dei monaci di cui faceva parte dava ancora maggior risalto ai due punti tatuati sulla fronte.
    - Storia lunga, poco tempo. - tagliò corto la donna. Era impaziente di andarsene.
    - Avrai mai tempo per imparare dai tuoi errori? -
    - Non ora. Tirami fuori di qui. Sei qui per questo no? - disse alzando le sopracciglia. Doveva essere li per quel motivo, per quale altro motivo sarebbe andato a cercarla altrimenti?
    Erano successe un sacco di cose da quando si erano incontrati, quando Nia era appena stata esiliata da Arcadia. Inizialmente non era riuscita a dare fiducia a Kirian, ma i suoi modi semplici, diretti e privi di qualsiasi secondo fine l'avevano subito rassicurata. Non aveva mai dato segno di avere a cuore la sua sicurezza se non per il semplice fatto di essere sicuro che stesse bene.
    Aveva trovato fiducia in una persona che non avrebbe mai creduto esistesse proprio quando aveva perso completamente la fiducia nelle persone.
    - Ah, si. Dobbiamo portare anche lui con noi! - disse indicando il ragazzo alle sue spalle.
    Per un istante il volto di Kirian si tese in una espressione seria, che si rilassò solamente dopo qualche istante di attenta analisi della situazione. Annuì e si voltò verso la guardia che fino ad allora aveva atteso inespressiva.
    - Ho già pagato la cauzione per la mia amica, tuttavia ritengo opportuno che anche il ragazzino presente in cella sia rilasciato. - attese qualche istante prima di proseguire il discorso. - Questo non è un posto adatto per un minore. -
    La guardia si sarebbe voltata verso Kirian osservandolo attentamente per qualche secondo. Senza lasciar trapelare le proprie emozioni rispose in modo conciso e formale.
    - Questo giovane sarà rilasciato solo sotto custodia del suo tutore legale. -
    Il monaco sospirò e si portò una mano al volto e cominciò ad accarezzarsi la barba con fare pensoso.
    - Forse il mio aspetto vi trae in inganno, ma conosco piuttosto bene le leggi aldarensi; e credo che se qualcuno venisse a sapere che avete trattenuto un minore in una cella comune invece di mandarlo all'istituto di rieducazione le cose potrebbero farsi un po' più complicate. - avrebbe poi atteso che quelle parole facessero presa sulla guardia.
    Di fatto non erano menzogne. Kirian era nato ad Aldaresia e da giovane aveva studiato legge e diritto prima di rinnegare le sue origini e ritirarsi ad Ephiora. Il monaco sapeva quello che stava dicendo, ed anche la guardia sapeva quanto fossero vere quelle parole.
    - Pertanto mi offro di scortare il ragazzo all'istituto corretto. Conosco i suoi tutori e so per certo che verranno a cercarlo li e non qui. -
    Nia nascose il viso tra le mani sentendo quella bugia uscire dalle labbra dell'omone. Perché era una bugia, non poteva essere altrimenti. Oppure davvero conosceva il giovane che lei aveva tentato di proteggere dalle indesiderate attenzioni dei presenti?
    Quale che fosse la verità era certa che Kirian avesse afferrato la gravità della situazione. Non potevano lasciare un minore in quella cella, men che meno in compagnia di quei loschi figuri. Lo avrebbero riaccompagnato a casa, quello era certo, anche a costo di tramortire la guardia e prendere il giovane con la forza.
    "Questo sarebbe più da me." ammise Nia. "Non credo che Kirian riuscirebbe a pensare a qualcosa di così drastico e contrario alle leggi."
    Che cosa avrebbe risposto ora la guardia, così messa alle strette dalle parole del monaco?


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    Edited by Silver Element - 23/2/2016, 10:59
     
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    All'arrivo delle guardie, Mykko spostò il suo sguardo apatico su loro, senza però abbassare la guardia verso i malviventi dentro alla propria cella. In un primo momento temette che fossero venuti per lui a causa del lieve movimento sismico che aveva provocato involontariamente, ma si rivelarono invece essere lì per tirare fuori la ragazza. Un grosso omaccione barbuto era venuta per tirarla fuori.

    Quando la ragazza convinse il suo amico a tirare fuori anche lui, Mykko colse al volo l'occasione per svignarsela prima che i suoi tutori arrivassero, quindi si avvicinò alle sbarre senza dire nulla, per capire se le guardie lo avrebbero permesso.

    La guardia sembrò titubante dopo aver sentito le rimostranze del monaco. Sembrava un tipo serio e corretto, il tipo di persona che non ci avrebbe pensato due volte ad appellarsi agli organi amministrativi e questo era il genere di situazioni che potevano mettere a rischio il proprio posto di lavoro.

    Dopo aver sentito la richiesta dell'uomo di accompagnare il ragazzo personalmente a chi di dovere, la guardia sembrò ritrovare coraggio dato che la situazione comunque non gli quadrava del tutto. E lei è, mi scusi?

    Domanda concisa, rivolta con una certa diffidenza. Un conto era lamentarsi per il trattamento riservato a un minore, un altro era accollarsene la responsabilità e le guardie non potevano certo affidare un minore, appunto, in custodia al primo che passava. L'uomo non sembrava certo un rispettabile borghese Neagorese e il suo aspetto anzi era poco rassicurante, sebbene la sua parlantina e il suo comportamento fossero ineccepibili. Inoltre, la guardia dubitava davvero che l'uomo conoscesse il ragazzo o i suoi tutori, cosa ancor più grave e sospetta perché significava che quell'individuo stava mentendo.

    Lui è Kirian Feng-Shui. Improvvisamente affermò Mykko che era venuto vicino alle sbarre, dissimulando convinzione. E' uno dei nostri benefattori all'orfanotrofio. Viene dal monastero Roghanuyt di Ephiora ed ha molte amicizie influenti, viene spesso a farci visita insieme al Precettore... o Questore... comunque un tizio in divisa e molte stelle sul petto. Continuò a dire guardando la guardia, la naturalezza con cui riuscì a dire tutte quelle baggianate senza fare una piega poteva risultare disarmante.

    Comunque io non ci vengo con lui! Non ci voglio tornare in quel posto da schifo! Alla fine disse il ragazzo incrociando le braccia e tornando in fond alla cella per sedersi con calcata scontrosità. Gli altri presenti assistevano alla scena perplessi, senza capirci ancora molto. La guardia osservò il comportamento del ragazzo senza sapere cosa pensare, tornando infine a guardare gli altri due.

    Mykko

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    Cattivi Soggetti - Piano di Fuga?
    Il ragazzino dimostrò un certo interesse alle parole di Nia e Kirian, avvicinandosi alle sbarre per, probabilmente, valutare se effettivamente poteva uscire di li in qualche modo.
    Nonostante tutto la retorica del monaco sembrava aver fatto un buco nell'acqua stavolta, poiché la guardia non sembrava convinta, anzi sembrava essersi fatta coraggio chiedendo le generalità all'enorme omone.
    - Kirian... - cominciò lui, ma fu interrotto dal ragazzo che, con sorpresa di Nia, improvvisò una storia per coprire il bluff davvero niente male.
    - Lui è Kirian Feng-Shui. -
    Il monaco stava per dire qualcosa, ma Nia gli lanciò uno sguardo piuttosto eloquente. Per ora doveva solo stare al gioco e limitarsi a non dire o fare stupidaggini preso da improvviso buonismo.
    Il ragazzo con le sue parole dipinse un bel quadretto del monaco come benefattore dell'orfanotrofio, tra l'altro con una naturalezza tale che se la ragazza non avesse davvero conosciuto Kirian avrebbe anche potuto credere alla descrizione che ne stava facendo il giovane. D'altronde anche osservandolo bene aveva un aspetto calmo e posato, come ci si sarebbe aspettato da un monaco, ma rifletteva anche le sue origini aldarensi.
    - Comunque io non ci vengo con lui! Non ci voglio tornare in quel posto da schifo! - concluse il giovane allontanandosi dalle sbarre e mettendo un broncio che avrebbe fatto invidia a quelli che Yves si ostinava a fare quando le cose non andavano come aveva programmato.
    L'improvviso ricordo della sorella le fece quasi male fisico, ma si costrinse a non pensarci ora perché comunque non avrebbe potuto fare nulla per alleviare il dolore della lontananza. Era in esilio, e forse non avrebbe comunque più rivisto il volto di Yves sorriderle come aveva fatto quell'ultima sera nelle celle di Estheltia.
    La guardia spostò nuovamente lo sguardo dal ragazzo al monaco, ancora indecisa sul da farsi. Poteva davvero fidarsi di quei due? Ma dopotutto il ragazzino aveva detto di conoscere almeno uno dei due, e questo si era proposto di riportarlo all'orfanotrofio dove avrebbe incontrato i suoi tutori. Era la verità?
    - Poche storie, bricconcello che non sei altro. - borbottò Kirian avvicinandosi ulteriormente alle sbarre e fissando il giovane dritto negli occhi, o almeno provandoci.
    - Tu verrai con me fino all'istituto, dovessi anche portartici in spalla legato come un salame. - proseguì con una veemenza che non sembrava di fatto possedere. - Pensi che i tuoi tutori non siano in pensiero? A me piange il cuore a vederti dietro le sbarre, ma credo che loro si sentano ben peggio non trovandoti dove in realtà dovresti essere. Saranno disperati. -
    Nia dovette voltarsi e soffocare un sorriso. Era proprio da Kirian ragionare in quel modo. Era preoccupato, ma non stava mentendo, ci teneva davvero al portare il ragazzo con sé, almeno fino a quando non fosse riuscito a ritrovare i suoi tutori. Eh, il buon vecchio Kirian non si smentiva mai: il bene prima di tutto.
    Nia squadrò per un attimo ancora il giovane imbronciato, il monaco che stava perdendo la pazienza e la guardia che osservava scettica tutto ciò. Ormai c'era poco spazio per poter trattare. Se l'a guardia si fosse bevuta tutta quella storia avrebbe fatto uscire il ragazzo con loro, altrimenti Nia avrebbe dovuto improvvisare, come sempre.
    Non aveva intenzione di causare guai all'interno delle celle, ma non si sarebbe tirata indietro se fosse stata costretta dalla necessità. Era imperativo far uscire il ragazzo, in un modo o nell'altro.
    Si riavvicinò alle sbarre e cercò lo sguardo del secondino.
    - Dunque? Possiamo andare? - chiese.
    Dopo qualche istante di titubanza l'uomo, sbuffando, afferrò il mazzo di chiavi che teneva alla cintura e fece scattare la grossa serratura. La porta prese a scorrere sulle guide lentamente e con un cigolio poco rassicurante.
    Nia avanzò e si portò oltre l'inferriata, fermandosi a fianco del monaco. Si voltò indietro cercando di incrociare lo sguardo con quello del ragazzo.
    - Avanti, cosa aspetti? - disse poi rivolgendosi al giovane.
    Non sapeva ancora se la guardia avesse o meno accettato l'idea di lasciar andare il ragazzo con loro, ma anche solo il fatto che avesse aperto la cella per farla uscire aveva già cambiato le carte in tavola. C'erano molti modi per portarlo via, se la persuasione avesse fallito nuovamente, ma ora tutto dipendeva solamente dalla scelta della guardia; una scelta che avrebbe potuto davvero cambiare le sorti della giornata.


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    Andare via con degli sconosciuti o rimanere lì dentro assieme a quei loschi individui? Come se ci fosse bisogno di chiederlo, non avrebbe speso un secondo in più in quella cella, l'unico suo interesse era tirarsene fuori una volta per tutte.

    Che pallee! Esclamò il ragazzo continuando a recitare, portando le mani dietro la nuca per trascinarsi fuori dalla porta. Gli altri galeotti guardarono la scena infastiditi, avevano appena rovinato loro la festa e la possibilità di dare una sonora lezione a quei ragazzini impertinenti.





    Suppongo che adesso vi aspettate un ringraziamento. Commentò apatico il ragazzo che camminava tenendosi un paio di passi più indietro rispetto agli altri due. Il classico ciuffo castano gli copriva metà del volto e la benda sull'occhio mentre la maggior parte del corpo era coperta da quella mantella sgualcita. Il suo aspetto era l'opposto di un ragazzo agiato e poteva dare persino l'impressione di provenire proprio dalla strada, come un vagabondo.

    Si voltò per guardare indietro prolungatamente, ancora col dubbio che qualche guardia li stesse seguendo per accertarsi della veracità delle loro dichiarazioni di poco prima al comando di polizia. Giudicò che fosse ancora troppo presto per allontanarsi una volta per tutte da quei due sconosciuti, anche se certo non li accompagnava con piacere.

    Non appena saremo abbastanza lontani vi libererò dal peso di tenermi tra i piedi, non vi preoccupate. Commentò ancora, guardando altrove con maschera scontrosa, sperando che quelli non avessero cominciato a socializzare in qualche modo. Che perdita di tempo per tizi che non avrebbe più rivisto, pensò.

    Mykko

    Descrizione Fisica: Un ragazzo magrolino alto 1,70 m e sfiorante i 60 kg. Porta i capelli castani lunghi poco sopra le spalle che di solito coprono la fronte e ricadono parzialmente davanti agli occhi verde chiaro. Possiede lineamente sottili e delicati che a volte gli conferiscono un aspetto più giovane rispetto alla sua reale età. Viene infatti spesso cambiato per un ragazzino, con suo grande disappunto dato che effettivamente è molto vicino alla maggiore età. Porta una benda nera sull'occhio, perso durante un incidente quando era solamente un bambino. Indossa un mantellino rattoppato e sgualcito sopra ad abiti nuovi e semplici, datigli dai suoi tutori a Neagora.
     
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    Sbuffando il giovane seguì Nia e Kirian fuori dalla prigione. Le guardie non dissero nulla, ma lanciarono comunque occhiate dubbiose all'enorme monaco che si era fatto da garante per entrambi i prigionieri. Non capitava tutti i giorni di vedere una persona del genere, evidentemente straniera, portare via ben due persone. Tuttavia anche all'uscita l'uomo si rivolse alle guardie sempre con tono cortese, salutandole com'era d'usanza nei territori dell'Impero. Che avessero mal giudicato quella persona?
    Lungo le affollate strade di Neagora il terzetto camminava in modo spaiato: davanti Kirian e Nia, e qualche passo più indietro il giovane dai capelli castani evidentemente ancora scettico sulla situazione.
    Nia dovette ammettere che per essere un ragazzino ci sapeva fare. Era riuscito a mentire davanti ai carcerieri senza troppo sforzo e ora era evidente che si comportasse in quel modo per cercare di non dare sospetti. Tuttavia sia lei che il monaco erano abbastanza certi di non essere seguiti, ma le guardie comunque pattugliavano le strade e se si fossero separati prima di arrivare all'istituto rieducativo la notizia sarebbe di certo giunta alle prigioni, e le cose si sarebbero potute complicare ulteriormente.
    Kirian, nonostante fossero passati parecchi anni da quando aveva messo piede l'ultima volta a Neagora, sembrava muoversi attraverso le vie e vicoli con discreta disinvoltura, tanto da doversi di tanto in tanto voltare per controllare dove fossero Nia e il ragazzino.
    Dal canto suo l'arcadiana era rimasta zitta da quando avevano lasciato le celle. Stava riflettendo sul da farsi, e quello che le si prospettava all'orizzonte non era piacevole. I suoi contatti a Neagora le avevano tirato un brutto scherzo e ormai l'eventuale reputazione come mercenaria in quelle zone era rovinata. Cambiare aria era inevitabile, ma le scocciava parecchio poiché si era appena abituata a quel posto.
    Aveva cominciato con il piede sbagliato a Neagora, lavorato per delle persone poco raccomandabili e come ricompensa era finita in cella. Nonostante la sua innata diffidenza era riuscita a farsi fregare. Sembrava davvero non esserci altra soluzione, se non lasciare quella città il prima possibile; ma dove sarebbero potuti andare?
    - Hei. - disse Nia voltandosi e rivolgendosi al ragazzino. - Almeno ce l'hai un nome? -
    Il ragazzo era intelligente, e glie lo aveva dimostrato nella cella, ma per qualche motivo non si fidava di loro. A ben pensarci, forse nemmeno lei si sarebbe fidata di una tizia che poteva dare fuoco alle cose e a un tipo grande quanto un armadio.
    - Io sono Nia Canterra, mi sono già presentata alla prigione, mentre lui... - disse indicando il monaco che camminava qualche posso avanti a lei. - ...è Kirian Zadriel. -
    Si stava presentando ufficialmente questa volta, ma non aggiunse nulla di relativo alla loro provenienza o al perché fossero a Neagora. Poteva immaginare che anche se glie lo avesse detto, probabilmente al giovane non sarebbe importato più di tanto.
    - Tranquillo. - lo rassicurò. - Appena saremo arrivati abbastanza vicini all'Istituto Rieducativo, o in qualunque posto stiamo andando, potremo tranquillamente andarcene ogniuno per la propria strada. -
    - Stai scherzando spero. - borbottò Kirian senza voltarsi.
    - No, perché? -
    - E' un minore! Non possiamo lasciarlo andare in giro da solo, e io ho dato la mia parola che... -
    - Il bimbo è in grado di badare a sé stesso. - lo interruppe secca Nia. - Probabilmente se non fossimo riusciti a convincere le guardie a lasciarlo uscire con noi avrebbe trovato da solo un sistema per farlo. Se la caverà. -
    Il monaco non rispose e si limitò a sospirare. Scene di quel genere erano all'ordine del giorno.
    Camminarono ancora per qualche tempo fino a raggiungere una grande piazza gremita di persone. Attorno alla piazza sorgevano numerosi edifici, principalmente negozi di piccoli artigiani e qualche locanda. Si fermarono circa al centro della piazza e si voltarono a guardare il ragazzo.
    Era venuto il momento di dirsi addio, e Nia sperava almeno di sapere il nome di quel giovane con cui aveva condiviso la cella a Neagora. Se era così in gamba come sospettava, non dubitava che lo avrebbe incontrato ancora in futuro.


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    Udendo quelle presentazioni Mykko si impose inizialmente di ignorarli, non essendo molto propenso a rivelare il proprio nome, specie ad estranei. Aveva l'impressione che a Neagora i grandi non si facessero i fatti propri, sempre pronti a ficcanasare sulla tua vita. "Che ci fai qui tutto solo?" "Dove sono i tuoi genitori?" "Ti sei perso, piccolo?" Tutte domande che gli facevano girare le scatole, specie perché lui era quasi maggiorenne sebbene forse dimostrasse sui 15 anni.

    Lasciò che i due si discutessero senza proferir parola, fino a quando udì la ragazza chiamarlo "bimbo" e allora non potè più trattenersi, voltandosi di colpo con un aria arrabbiata. A chi hai dato del bimbo!? Guarda che io ho quasi 18 anni e non ho certo bisogno del tuo permesso..

    Si voltò a guardare Kirian puntandogli il dito contro. E nemmeno del tuo, per andarmene per i cavoli miei, intesi??

    Lasciò andare tutto insieme, la frustrazione di quella situazione assieme alla consapevolezza che cose del genere potevano solo continuare ad accadere nei giorni a venire. Neagora non era certo il posto ideale per tentare fortuna con quello che aveva appreso dalla propria insegnante, troppo ordine e sicurezza, troppi occhi pronti a reprimerti.

    In più, se avesse mostrato ad anima viva le sue reali capacità, sicuramente sarebbe stato notato dalle istituzioni e costretto a frequentare qualche collegio di saputelli per imparare ancora di più sulle arti magiche. Lui però non voleva abbandonare in quel modo la propria famiglia, loro avevano bisogno più di tutti del suo aiuto.

    Resta il fatto che non poteva aiutarli fin quando rimaneva a Neagora. Forse la soluzione era andare via dalla città, andare in giro e guadagnare bei soldoni svolgendo qualche lavoro su commissione. Aveva visto più volte dei volantini di caccia al mostro o altri lavoretti simili. Tutto stava nel capire qual'era il modo più veloce per lasciare Neagora, in fondo lui non era mai stato fuori da quella città.

    ... Si calmò tornando a guardare quegli estranei. Non sembravano del luogo, specie il gigantone. Forse forse, in fin dei conti, potevano fare al caso suo...

    Mykko

    Descrizione Fisica: Un ragazzo magrolino alto 1,70 m e sfiorante i 60 kg. Porta i capelli castani lunghi poco sopra le spalle che di solito coprono la fronte e ricadono parzialmente davanti agli occhi verde chiaro. Possiede lineamente sottili e delicati che a volte gli conferiscono un aspetto più giovane rispetto alla sua reale età. Viene infatti spesso cambiato per un ragazzino, con suo grande disappunto dato che effettivamente è molto vicino alla maggiore età. Porta una benda nera sull'occhio, perso durante un incidente quando era solamente un bambino. Indossa un mantellino rattoppato e sgualcito sopra ad abiti nuovi e semplici, datigli dai suoi tutori a Neagora.
     
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    Cattivi Soggetti - Il Tempo degli Addii
    - A chi hai dato del bimbo!? Guarda che io ho quasi 18 anni e non ho certo bisogno del tuo permesso; e nemmeno del tuo, per andarmene per i cavoli miei, intesi?? - sbottò il ragazzo ad un certo punto prendendosela con Nia e Kirian.
    La ragazza sospettava che il giovane avesse un bel caratterino, ma vederlo scoppiare in quel modo la lasciò sorpresa; piacevolmente sorpresa. Se non fosse stato in grado di mostrare gli artigli quando era il momento sarebbe rimasto sepolto nella società in cui viveva senza avere alcuna possibilità di tirarsene fuori prima che fosse troppo tardi.
    Nia non aveva idea di che cosa avesse passato quel ragazzo, ma il suo modo di fare le ricordava fin troppo il proprio. Forse non avrebbe potuto aiutarlo più di quanto non aveva fatto fin'ora facendolo uscire di prigione, ma non poteva non provare una certa empatia per lui. Era diffidente, scorbutico e testardo, tuttavia rivedeva sé stessa in lui; e non poteva permettergli di fare i suoi stessi errori.
    Le loro strade si sarebbero comunque presto divise. Loro erano in partenza, o almeno Nia lo era e non poteva certo parlare per Kirian. Il monaco l'aveva seguita costantemente dal loro primo incontro, ma probabilmente solo perché la sua meta era Neagora, luogo dove i due avevano trascorso un mese assieme, lei alla ricerca di lavoro e lui in apparente meditazione.
    Poteva affidare il ragazzo alle cure di Kirian? Certo, ma il giovane non ne sarebbe stato particolarmente felice. Poteva sempre proporgli di seguirla verso Aldaresia, ma avrebbe accettato? No, il vero problema era: sarebbe stata capace di badare ad un'altra persona? Kirian era grande, grosso e capace di badare a sé stesso, ma il ragazzo? Prima aveva detto che sembrava in grado di cavarsela, ma tra il sembrare ed essere c'era una grande differenza.
    Nonostante le parole dure il giovane continuava a spostare lo sguardo dalla ragazza al monaco, come in attesa di qualcosa.
    Nia scrollò le spalle. - Tempo degli addii. - disse rivolgendosi poi a Kirian. - Vado ad Aldaresia. -
    Per qualche istante l'espressione dell'uomo rimase immutata, per poi cambiare rapidamente in uno sguardo perplesso e preoccupato.
    - Aldaresia? -
    - Si, voglio cimentarmi nell'Arena. Potrebbe anche fruttarmi un bel gruzzolo di monete dato che al momento sono quasi al verde. -
    - Non sei ancora pronta per affrontare l'Arena. - ribatté severo l'uomo.
    A quelle parole il viso di Nia si contrasse in una smorfia di rabbia e il suo tono accondiscendente passò immediatamente ad aggressivo.
    - E chi saresti tu per decidere se sono pronta o meno? -
    Kirian sostenne lo sguardo fiammeggiante della giovane senza spostarsi di un millimetro e alla fine, dopo qualche istante, fu proprio lei a dover desistere dal mostrarsi così belligerante. Scosse il capo e si passò una mano tra i capelli cercando di calmarsi.
    Non voleva litigare con Kirian, ma odiava quando qualcuno decideva per lei. Forse stava sbagliando, ma doveva imparare dai suoi errori con le proprie forze. Non voleva più essere di peso per nessuno, e trovare a modo suo la strada da percorrere.
    - Beh, ci si vede. - disse infine alzando un braccio per salutare sia il monaco che il giovane senza nome.
    - Vengo con te. - rispose Kirian senza mostrare alcuna emozione particolare.
    Questa volta fu Nia a rimanere perplessa a quelle parole. Non aveva motivo di dubitare di lui, né delle sue intenzioni, che come spesso le aveva dimostrato erano semplicemente disinteressate.
    - Ho degli affari da sbrigare ad Aethernia, dunque possiamo fare quel pezzo di strada assieme. - aggiunse poi l'uomo.
    Nia alzò le spalle. Quella risposta le bastava. Proseguire in compagnia di Kirian di certo non le avrebbe dato fastidio, e doveva ammettere che riusciva a vedere la figura di quell'uomo un po'come una solida montagna che la proteggeva. Non aveva bisogno di essere protetta o curata, ma la sensazione di pace che provava nella compagnia di Kirian era qualcosa di cui ora non avrebbe fatto a meno.
    Si voltò per guardare il giovane.
    - Quasi diciotto anni eh? - disse poi la ragazza assumendo una faccia seria.
    Si passò la mano sul mento fingendosi pensierosa, ma lo stava solamente prendendo in giro un pochino.
    - Non sei certo un bimbo, questo l'ho capito, ma almeno evita di cacciarti nei guai come faccio io di solito. Le tue sole forze non saranno sempre sufficienti per tirarti fuori da ogni situazione... -
    Si voltò nuovamente. Stavolta era davvero il momento di andare. Il tempo degli addii era giunto.


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    Arena. Monete. Aldaresia non era nemmeno troppo lontana da lì. In effetti poteva essere un idea per cominciare, un posto simile a Neagora, non particolarmente pericoloso e dalle buone possibilità dal punto di vista del guadagno. E poi avere un lasciapassare come quella ragazza poteva far comodo, viaggiare in gruppo avrebbe suscitato meno domande e si sarebbe risparmiato l'attenzione indebita di guardie e forze dell'ordine che di solito attirava andandosene a spasso da solo.

    Sembrare un sedicenne non aiutava molto, specie se si frequentano luoghi decisamente più adulti e poco raccomandabili e alla fine finisci o per essere snobbato dai "grandi" perché ritenuto un moccioso inetto o perseguitato dalla legge etichettato come piantagrane. Sicuro come la morte lo avrebbero preso per un ragazzino qualsiasi scappato di casa e questo era una noia inimmaginabile.

    No, aveva deciso che avrebbe colto al volo quell'occasione, quindi attese che la ragazza e il monaco terminassero la loro discussione per infilarsi a sua volta e provare ad aggregarsi all'allegro gruppetto.

    Nia una volta messasi d'accordo con l'omaccione si rivolse proprio a lui, facendo una sorta di paternale sullo stare attenti e non cacciarsi nei guai. Mykko ignorò ampiamente il fastidio che di solito provava quando qualcuno gli diceva cosa fare o si sentiva in diritto di fare raccomandazioni solo perché era più vecchio di lui. La propria intenzione era quella di farsi accettare come compagno di viaggio, quindi regolò i toni ed eliminò la scontrosità che fino a quel momento lo aveva contraddistinto rispondendo all'altra. Credo che tu abbia ragione. In effetti...

    Roteò gli occhi involontariamente guardando di lato con aria innocente. Anche io avevo in programma di andare ad Aldaresia uno di questi giorni. Volevo andare a trovare i miei nonni che abitano lì, ma nessuno ha mai voluto accompagnarmi. Penso che sia una buona idea, sempre se a voi sta bene, viaggiare insieme. Insomma, tre teste sono meglio di due, no?

    Cercò di sembrare amichevole e ingenuo, probabilmente riuscendoci abbastanza bene. Non essendoci motivi particolari per cui gli altri due dovessero rifiutare, i tre quindi partirono alla volta di Aldaresia, ognuno per motivi diversi ma accomunati da quella strana serie di avvenimenti che li avevano portato a conoscersi quel giorno a Neagora.

    Mykko

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    Role carina di conoscenza, situazione un pò inusuale per conoscersi, in futuro da questo duo mi aspetto qualche ruolata "seria".

    Ryuk 4 exp.

    CITAZIONE
    Scrittura 2 - Bene come sempre, non ti assegno 3 a causa dei pochi post.
    Interpretazione 2 - Personaggio originale, un'adolescente perennemente incazzato con la società, con lo scopo di aiutare la famiglia in difficoltà; nonostante cerchi di diventare indipendente, finisce sempre con l'essere trattato da bambino a causa del suo aspetto fisico. Sei riuscito a renderlo bene nei post, sono curioso di scoprire "cosa" diverrà in futuro.
    Strategia 0 - 0 combat.

    Silver 4 exp

    CITAZIONE
    Scrittura 2 - Come sopra.
    Interpretazione 2 - Nia è una ragazza dal carattere focoso ed indipendente (come la definisci tu stessa durante la scena), tuttavia si intravede anche l'stinto materno nei confronti dei più deboli (similmente a Yves); azzeccate le interazioni tra Nia e Kirian.
    Strategia 0 - 0 combat.

    Valutatore: 1 exp + 100 gold.
     
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