[QUEST] Jack di Spade

BretonSaga - Kinamy - Impulse

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    La pericolosità tra le varie zone di Haven lasciava Vanberk sconcertato: dopo aver frequentato le zone più malfamate su ordine della Resistenza si era abituato a percorrere le strade rasente ai muri, due mani sempre pronte a difendersi e, strano ma vero, nascondere il denaro nelle mutande, l'unico punto dove poteva effettivamente accorgersi delle subdole mani dei tagliaborse, sempre pronte ad allegerire chiunque. Nonostante questo aveva perso molti soldi durante il suo soggiorno (rubati o spesi per coprire i costi non indifferenti del vivere quotidiano). Ed ora, spinto dalla necessità di rinpinguare la borsa per pagarsi il viaggio di ritorno fino alla sua isola, aveva deciso di cercare lavoro nelle bacheche: escludendo tutte le richieste di omicidio o rapimento, la scelta ricadeva su un lavoro di pescatore di anguille-drago, nei mari a nord di Haven. "Ah beh... il nome è tutto una promessa. Non c'è nulla di civile per un povero Nord onesto e senza un soldo?". Sconsolato si diresse alla Sirena Rapita, la bettola migliore della zona: piena di tagliagole e ladri, certo, ma all'interno di quel locale si rispettavano delle regole minime di convivenza quindi ci si poteva rilassare senza temere una coltellata tra le costole.

    A metà mattinata la stanza era semideserta a parte quattro persone: l'oste e la sua guardia d'ingresso, due orsi infilati a forza nelle pelli di uomini, Vanberk e due avventurieri, facilmente identificabili per l'equipaggiamento e le divise sporche e lacere in vari punti. Al momento del suo ingresso nella stanza i suddetti avventurieri, già ubriachi, stavano discutendo animatamente riguardo un lavoro: dato che i toni si stavano via via scaldando l'oste e la guardia tenevano già in mano delle grosse mazze di legno stagionato, sporche di sangue residuo dei precedenti (e numerosi) piantagrane. Quando i coltelli volarono fuori dai foderi le mazze calarono ripetutamente sui due sventurati ubriachi finchè non caddero esanimi sul pavimento d'assi con un tonfo sonoro: Vanberk non intervenne perchè quelle erano le regole del posto e non aveva intenzione di farsi cacciare dall'unico posto che serviva birra pulita. Ma la sua attenzione venne attirata da un foglio in pergamena, stretto nelle mani di uno degli avventurieri, che sembrava redatto con la pergamena e lo stile delle richieste di lavoro. Si avvicinò con calma ai due avventurieri, percependo lo sguardo dell'oste sulla sua schiena, attento a garantire la sicurezza dei suoi clienti che non avevano ancora saldato il conto: raccolse il foglio dalla mano tremante e lo lesse con attenzione. -Bene bene, sembra che almeno un lavoro quasi rispettabile ci sia ancora da queste parti-. Pagò il boccale e lasciò il locale cercando un passaggio verso Altaria, la gemma di Florentia.

    Due lunghi giorni dopo, grazie alla barca dei pescatori di anguille-drago (pagati con le ultime monete d'oro rimaste), sbarcò sulla città di Altaria: la differenza era strabiliante già a livello visivo. Ordine e pulizia regnavano incontrastati e le strade brulicavano di mercanti, guardie e gente da bene, tutti indaffaranti nelle loro faccende anche a quell'ora. La presenza di picchetti imperiali era un deterrente per ladri, tagliaborse e prostitute che magari volevano approffitare delle tenebre incombenti per lavorare, ma la vista dei suoi nemici irritava Vanberk "Sangue ghiacciato per adesso, dobbiamo procurarci del denaro, non causare una rissa". Mentre i marinari della nave consegnavano il prezioso carico di pesce chiese indicazioni per la locanda Barbarossa e in poco tempo raggiunse l'esterno del locale: anche se all'esterno si presentava come una normalissima locanda Vanberk non tardò a scoprire che tipo di sollievo si comprava all'interno delle sue stanze. Appena entrato diverse ragazze, più o meno vestite, gli rivolsero sguardi e paroline d'apprezzamento alle quali lui rispose con un sorriso e un cenno universale della mano, che dimostrava il suo disinteresse per le loro proposte. "Ho a malapena i soldi per una birra, non credo di potermi permettere la compagnia di quelle signorine".
    Mentre beveva un boccale di idromele appoggiato all'ampio bancone delle locanda udì delle urla molto acute: una ragazzina molto agitata pretendeva di entrare nel locale, dichiarando di far parte dello spettacolo. Persino la guardia all'ingresso non riuscì a fermarla ed una volta entrata si diresse con rabbia al bancone: richiamò l'attenzione dell'oste e chiese dell' Asso di Picche a gran voce. L'oste disiorentato non comprendeva cosa volesse quella furia in gonnella ma alla fine, dopo ulteriori chiarimenti, l'accompagnò attraverso la stanza, sotto gli sguardi incuriositi dei vari avventori. Una volta tornato al bacone Vanberk gli rivolse la parola "Io invece sto cercando il Jack di Spade. Oppure ho sbagliato carta?". L'oste lo guardò con stupore e sogghignando per la battuta gli indicò con la mano la stessa strada che aveva appena percorso. Vanberk pagò quanto dovuto e lo ringraziò con un cenno del capo e ripercorse la stessa strada della ragazzina. Salite delle scale giunse in un privè con delle comode sedute in velluto rosso e dei divanetti: lì una figura solitaria, con una vistosa amschera sul volto, centellinava da un bicchiere di vetro mentre la ragazzina di prima lo fissava, dando le spalle al Nord. Vanberk raggiunse i due e sprofondò in un divanetto particolarmente largo e comodo e, spezzando il silenzio, si presentò - Vanberk Tyggorsson. E lei dev'essere il Jack di Spade, presumo.-

    Edited by BretonSaga - 22/9/2016, 17:37
     
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