[QUEST] Jack di Spade

BretonSaga - Kinamy - Impulse

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  1. Kinamy
     
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    GRAMMAR NAZI

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    Il quadretto si sciolse e Darina corse a farsi il meritato bagno prima di affondare in un sonno profondo e ristoratore, dopo tanta strada.
    Quasi tutta la notte sognò i viaggi in nave con suo padre e i suoi fratelli e quando si svegliò le sembrò fossero passati solo pochi istanti dall'ultimo, anziché anni. Quando raggiunsero la nave della loro missione, la giovane shalariana sentì una sensazione nuova nel suo petto: aveva l'impressione di rivivere un momento del proprio passato, come se avesse fatto un lunghissimo salto indietro nel tempo, ma con il corpo e la mente del presente, e le sue esperienze di quegli anni che l'alleggerivano da un lato e la schiacciavano un po' dall'altro. In quel momento aveva abiti diversi, un nome diverso e si sentiva diversa. Sentiva le cicatrici invisibili dell'esperienza, quelle lievi e quelle profonde, che a volte bruciavano ancora: l'amore perduto, ad Alkarna; la morte di un compagno di viaggio, a Sumadea.
    "Jack" indicò loro la via per arrivare all'alloggio, dopodiché chiese alla ragazzina di raggiungerlo una volta messa a proprio agio.
    Darina rabbrividì a quello strano invito. Si sfiorò la fronte e per un attimo guardò il porto, per poi seguire gli altri sottocoperta. Chissà quanto quei segni sull'anima si sarebbero mostrati come rughe sul suo volto. Quando l'avrebbero marchiata negli occhi spenti e il cinismo, come accadeva a tanti viaggiatori.
    Quando con i due colleghi raggiunse la stanza che era stata "preparata" per loro non si stupì, anzi, tutto sommato era più pulita di come si sarebbe aspettata.
    Mettiamo le cose in chiaro, signorino, se TU dormi IO sono sveglia, se IO dormo tu sei fuori la porta a fare amicizia con gli altri tuoi amici marinai.
    Darina si trattenne dal dirle che se avesse preso più sberle in bocca da (poco più) piccola non si sarebbe permessa di parlare in quella maniera, anche se le costò molta fatica: quell'esserino non aveva idea di chi aveva di fronte, ma non spettava a lei rimetterla al suo posto. Eppure la sorpresa non finì lì.
    Anzi, visto che siamo due giovani ragazze, perché non ci lasci la stanza in modo da avere la nostra privacy? Sarebbe un bel gesto no? Sono sicura che converrai con me che un gentiluomo lo farebbe senz'altro.
    Privacy? Darina fissò confusa la ragazzina. Non sapeva cosa fosse, ma se avesse dovuto scegliere se averla con lei o con Vanberk...beh, la scelta era facile. Fosse stato per lei, quella bimba non sarebbe nemmeno stata su quella nave.
    Per concludere in bellezza, la ragazzetta si scelse un letto e ci tenne ad annunciarlo in modo inequivocabile.
    Darina dovette far appello a tutta la propria pazienza per non aprire bocca: si sa, quando i bambini fanno troppo i protagonisti bisogna ignorarli.
    Cercò con tutta se stessa di dimenticare anche le parole del loro nuovo capo, ma continuavano a frullarle nella testa e non si sarebbe sentita a posto con la coscienza se avesse lasciato quella peste andare da sola nella stanza di uno sconosciuto mascherato dalla pessima reputazione.
    Decise che avrebbe raggiunto l'alloggio di "Jack" e sarebbe rimasta fuori, pronta casomai se ne presentasse la necessità e così fece, cercando di non dare nell'occhio.
    Raggiunse il primo marinaio che trovò e chiese dove si trovasse l'alloggio del "Jack". Se necessario sarebbe ricorsa ad un sorriso e ad una verosimilissima storiella: Sai, la mia giovane collega a volte parla troppo, vorrei scoprire sul momento se sbraiterà qualcosa che ci farà licenziare in tronco tutti e tre.
    Fu così che si appostò fuori dalla porta non appena Miya entrò nella stanza.
    Se la sento urlare, o qualcosa rompersi, sarò dentro in un secondo. pensò mentre le dita tamburellavano vicino alle impugnature delle sue lame.
     
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