Banchetto Vaygr

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    Sconfitti su tutta la linea, gli Svaringe insisterono ugualmente a sfidare l'autorità di Astrid e di sostenere che la temoriana da lei ospitata fosse una spia, una delle tante, ma vennero ulteriormente spenti dalla fiera Astrid. Per di più sembrava che Darina non aveva fatto una mossa saggia ricorrendo alla geomanzia per battere il proprio avversario, ma lei non amava spargere sangue. A quanto pareva lo stile dei Vaygr seguiva un'altra filosofia.
    Non finisce qui. Le si rivolse Lugos. La donna continuò a non mostrare alcuna espressione aggressiva. Stregoneria.
    Non avete idea di cosa sia la "stregoneria".
    Finalmente se ne andarono e la padrona di casa rinfoderò l'arma.
    Vi devo le mie scuse.
    Vanberk non si fece prendere dallo scontento e dopo essere tornato al suo posto si servì il dolce.
    Non ci deve nessuna scusa, mia signora. Il torto è tutto degli Svanrige e inotre ho garantito personalmente a chi di dovere per Darina: questa ragazza mi ha aiutato a sopravvivere in situazioni a dir poco oscure e, sebbene non conosca tutta la storia della sua vita, è una donna valorosa. Parlerò io con Brand prima di tornare al mio laboratorio e risolverò la faccenda prima dell'alba. Ma ora, per non vanificare la sua accoglienza, mangiamo quest'ultimo piatto e brindiamo al casato Bjorn, che segue fedelemente le leggi, come giusto che sia!-
    Darina rimase immobile a capo chino. Si sentiva così stupida. Per quanto le parole del fabbro le facessero piacere, aveva fatto una cazzata a presentarsi così sull'isola dal niente. Si vergognava per la situazione che aveva causato, ma non sapeva cosa dire. Rinfoderò i pugnali mestamente e si risedette, ma non riuscì a toccare cibo. Avrebbe partecipato al brindisi, tuttavia, se la padrona di casa avesse dato segno.
    All'improvviso sentì la stanchezza del viaggio come un'ondata e avrebbe solo voluto dormire e dimenticare i guai che aveva causato al suo compagno di avventure e alla sua ospite.
    Grazie. disse guardando sia Astrid che Vanberk. Aspettò che i due le dessero istruzioni. A quanto pareva aveva già fatto abbastanza danni.
     
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    La cena proseguì, più fredda dell'inizio. Nessuno sembrava intenzionato a discutere o a raccontare qualsivoglia storia di guerra e battaglie. Vanberk continuava a mangiare, osservando gli altri invitati: Astrid era più cupa del carbone della sua forgia mentre Darina sembrava affondare in un pozzo senza fondo. "Troppe responsabilità gravano sulle loro spalle" e scosse la testa, mentre spezzava una forma di pane per accompagnare gli ultimi bocconi di carne bollita. Non che lui fosse privo di pensieri, con la storia della Resistenza e i bellicosi piani per il futuro, ma almeno la sua famiglia non era ridotta ad un ombra nè era mai stato minacciato di spionaggio e altre diavolerie simili. Mentre finiva un brocca di birra da solo, pensò a come agire: appena conclusa la cena sarebbe andato da Brand a lamentarsi, poi di corsa al laboratorio per un paio d'ore di sonno ed poi completare le varie commisioni. Sospirò profondamente, ma d'altronde era abituato a ritmi di vita così irregolari. "Speriamo di recuperare il sonno sacrificato sulla nave che ci porterà al continente."
    Fece passare ancora qualche minuto, sperando in qualche ultima parola da parte della padrona di casa, ma nulla. Si alzò in piedi e si avvicinò a Darina, toccandole leggermente la spalle, Con la testa le indicò il corridoio d'ingresso e, mentre la ragazza si preparava, salutò Astrid con delle parole di sincero rispetto, forse l'unica cosa che la giovane guerriera desiderava davvero in quel momento - Era da tempo che non mangiavo ad una tavola così ricca e ben fornita. Il mio lavoro, ohimè, tende a ridurre drasticamente il tempo conviviale ma, grazie al vostro invito, ho potuto godere di vera e sana accoglienza Vaygr: i miei ringraziamenti.- Si inchinò, prima di lasciare la casa, accompagnati dallo strano servitore che, un volta raggiunta la porta, li fece uscire senza proferire parola. "Che dolore vedere una così antica famiglia ridotta a tali stati... ben presto arriverà il vostro momento, lo giuro".

    Darina sembrava ancora persa nei suoi pensieri quindi le pose una mano sulle spalle, invitandola a seguirlo nelle fredda notte. Fortunatamente la casa personale del capitano Brand non distava molto: il regolamento prevedeva che un ufficiale dormisse sempre nei quartieri della fortezza, per scopo difensivo, ma Brand era un vecchio e lamentoso guerriero e, come diceva lui, "Non ho ucciso più di 70 imperiali per soffrire il freddo e l'umido come una recluta." Per questo la sera tornava all'abitazione di famiglia, dove un intero stuolo di figli e nipoti era pronto a servirlo e riverirlo, come giusto per un veterano del suo calibro. Vanberk sbuffò divertito, pensandolo steso come una gallina in mezzo alla sua prole pigolante ma prima di bussare all'immensa parta in legno, si cancellò l'immagine dalla mente. meglio evitare di irritare altri nobili dell'isola, per quella serata. Bussò energicamente, per quattro volte, e un attimo prima che il suo pugno calasse una quinta volta, uno spioncino si aprì. Dalla parte opposta una voce femminile, giovanissima per di più, domandò le loro generalità e il motivo di una visita così a tarda notte. -Saluti, sono Vanberk Thyggorson. Cerco lo Jarl Brand per discutere di affari della massima urgenza. E digli pure che se non dovesse accogliermi la sua nuova armatura tornerà ad essere semplice metallo prima del sorgere del Carro di Luce.-.

    La ragzzina lasciò sfuggire un suono di sorpresa e sparì, i passi secchi sulla pietra mentre correva a cercare il padrone di casa. In poco meno di un minuto lo stesso Brand si presentò arrosato alla porta, mezzo vestito -Diavolo di un Orco! Se osi farmi aspettare oltre per la mia nuova armatura ti farò rinchiudere per...- Vanberk sbuffò -Taci, vecchio Orso e fammi entrare che la notte è più fredda del culo di un Ghirtarr.-. Brand si fermò subito, riconoscendo che la situazione dovesse essere davvero grave per spingere il fabbro ad utilizzare il grado che Brand ricopriva all'interno della Resistenza. Vennero accompagnati in una saletta secondaria, arredata da un piccolo tavolo e due sedie, resa calda da un braciere in ferro elevato da terra. Brand si sedette, guardando la coppia di visitatori con sguardo decisamente incuriosito -Vanberk perchè non mi presenti la donna che porti alla mia casa e mi spieghi esattamente cosa è successo?- -Ancora meglio, sarà lei a spiegarti tutto. Io ho bisogno di bere un pò di quel liquore al miele che tua figlia maggiore prepara in questo periodo. Su, non essere tirchio, ed offrimi un bicchiere colmo.-
     
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    Darina rimase in silenzio in attesa che la padrona di casa o il suo compagno d'avventure dicessero qualcosa, ma era evidente che a quel punto nessuno di loro era dell'umore per fare conversazione. Trattenne un sospiro e aspettò rassegnata che la cena finisse. Avrebbe voluto ringraziare Astrid per averla difesa pur non conoscendola che da qualche ora, ma ogni volta che nella sua testa formulava una frase che le pareva appropriata le moriva in gola prima che potesse articolarla. Dopo quello che sembrò un tempo interminabile Vanberk si alzò e le si avvicinò. Con un tocco sulla spalla e un cenno verso l'uscita le fece intendere che potevano andare.
    Era da tempo che non mangiavo ad una tavola così ricca e ben fornita. Il mio lavoro, ohimè, tende a ridurre drasticamente il tempo conviviale ma, grazie al vostro invito, ho potuto godere di vera e sana accoglienza Vaygr: i miei ringraziamenti.
    L'isolano si inchinò e Darina fece altrettanto. Dopo un'ultima esitazione finalmente riuscì a dire: Vi ringrazio per tutto.
    La temoriana avrebbe fatto volentieri a meno di tornare all'esterno, a quelle temperature così rigide per lei, ma era più che mai decisa a concludere la faccenda che aveva causato - insieme a quei folli che avevano fatto irruzione - sia ad Astrid che a Vanberk. Sperava che nessuno avrebbe dubitato di loro per la sua leggerezza.

    Quando finalmente arrivarono a destinazione, Vanberk bussò con decisione e poco dopo una voce femminile chiese chi fossero.
    Saluti, sono Vanberk Thyggorson. Cerco lo Jarl Brand per discutere di affari della massima urgenza. E digli pure che se non dovesse accogliermi la sua nuova armatura tornerà ad essere semplice metallo prima del sorgere del Carro di Luce.
    Ben presto un uomo si presentò trafelato alla porta: Diavolo di un Orco! Se osi farmi aspettare oltre per la mia nuova armatura ti farò rinchiudere per...
    Taci, vecchio Orso e fammi entrare che la notte è più fredda del culo di un Ghirtarr.
    Subito l'espressione dell'uomo, che Darina dedusse essere Brand, mutò e si interruppe. Li accompagnò in una stanza piccola ma confortevole e, per la gioia della shalariana, con un braciere. Avrebbe voluto tuffarcisi sopra, invece si trattenne e rimase immobile, in attesa di indicazioni.
    Vanberk perchè non mi presenti la donna che porti alla mia casa e mi spieghi esattamente cosa è successo?
    Ancora meglio, sarà lei a spiegarti tutto. Io ho bisogno di bere un po' di quel liquore al miele che tua figlia maggiore prepara in questo periodo. Su, non essere tirchio, ed offrimi un bicchiere colmo.
    Per un istante si sentì le ginocchia molli. Era certa che sarebbe stato il fabbro a parlare, lei non aveva mai incontrato quell'uomo e non era del tutto certa di saperlo convincere della sua innocenza riguardo le accuse degli Svaringe.
    Fece un respiro profondo e iniziò.
    Capitano Bran, mi chiamo Darina e vengo da Temora, nella regione di Shal'aira. Mi dispiace avervi disturbato a quest'ora, ma il mio imprevisto arrivo qui ha causato problemi che meritano la vostra attenzione. Cercò di guardare l'uomo negli occhi e di decifrare i suoi pensieri. Sono venuta qui per chiedere a mastro Vanberk, con cui ho combattuto in passato e di cui mi fido ciecamente, di accompagnarmi in un viaggio pericoloso che devo affrontare. Nella mia leggerezza ho pensato di venire di persona senza perdere tempo e ho ignorato il fatto che, con la guerra in corso, avrei potuto sembrare sospetta. Tuttavia mai avrei immaginato che coloro che mi avrebbero ospitata sarebbero stati a loro volta insultati e accusati di essere delle spie del vostro nemico. Un fuoco si accese nei suoi occhi, un fuoco di rabbia per un torto subito da due persone verso cui era debitrice. Se avete dubbi su di me, sono più che disposta ad essere interrogata e quant'altro riterrete opportuno. Io per voi non sono nessuno, ma mastro Vanberk e dama Astrid di certo sono qualcuno e non avrebbero dovuto ricevere una tale ingiuria.
    Come temeva, ciò che aveva in mente non fluì nel discorso che sperava di fare, ma d'altronde non aveva nulla da nascondere e quello era ciò che era successo e che lei pensava. Sentiva sulla pelle il tenue calore provenire dal braciere e sperò che Vanberk sostenesse le sue parole prima che suonassero peggio di come le aveva pronunciate.
     
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    A Darina , come ad un qualsiasi osservatore esterno, l'interesse di Brand sarebbe parso totale: chinato in avanti verso la giovane, lo sguardo fisso sul volto di lei. In realtà l'attenzione del capitano era concentrata anche nel dialogare segretamente con il robusto fabbro, appoggiato di schiena sull'unica finestra della stanza per nascondere i presenti. Entrambi stava conversando utilizzando determinati movimenti delle dita, sfruttando un codice elaborato dalla Resistenza per trasmettere informazioni nel modo pià sicuro e rapido possibile. Vanberk stava ancora apprendendo tale codice, per quello si era posto alle spalle dell'amica, per nascondere le sue imperfezioni nell'esecuzione; il capitano Brand invece era talmente abituato a tale pratica che perfino Darina avrebbe notato con difficoltà nulla, se non qualche movimento delle mani, giustificabile dal freddo gelido che lo mordeva, nonostante il conforto del braciere.

    "Una spia imperiale, dici? Hanno delle prove certe a tale proposito?" chiese Brand mentre la ragazza continuava ignara a raccontare l'episodio "L'hanno akkusata di aver parlato con un altra persona, ank'essa una spia. Lei ha ribatutto di aver parlato solo kon Haggar giù al porto... sappiamo niente di lui?". Brand si oscurò in volto mentre rispondeva più velocemente "Avevamo qualche dubbio sul ragazzo dopo alcuni viaggi a Benthus immotivati ma se quello che mi dici è vero lo farò controllare immediatamente dalle Pietre per capire se nasconde qualcosa. Per la tua amica qui non devi preoccuparti, nessuno può contestarle niente in base a coò che mi ha raccontato stasera. Anche se tutto il clan dovesse presentare reclamo hanno infranto loro la legge, presentandosi armati al casato Bjorn." "Grazie, Vecchio orso. (il movimento per la C era piuttosto problematico per Vanberk a causa di una vecchia ferita di lavoro. Riuscire almeno una volta a esprimerlo corretamente era già un enorme successo) Ma credo sia meglio allontanarla il prima possibile. Non ti ha menzionato l'aver steso uno dei figli di Goddard con della magia: sono sbiancati con il mare d'inverno a vedere i suoi poteri. Domani pomeriggio, con l'alta marea, ci imbarcheremo su una nave diretta al continente.".

    Brand commentò solo con un impercettibile movimento della testa, per accettare la decisione del fabbro. Poi, grattandosi un orecchio, si rivolse alla Temeriana - Interrogarti sarebbe una grossa scocciatura, giovanotta. Andrei ad aggiungere solo offese a chi ti ha onorevolmente protetta: ringrazia il buon nome di mastro Vanberk e del casato Bjorn. Giusto per garantire la pace della comunità però credo sia meglio che per il resto della nottata tu sia ospite della mia casa. Heine, prepara una stanza per la ragazza al piano superiore. Bene - disse alzandosi con un sonoro sbadiglio - buonanotte. E lasciò la stanza, rumoroso proprio come l'orso del suo titolo: Vanberk sbuffò divertito al siparietto appena conclusosi e si avvicinò all'amica - Bene direi che sei stata reputata innocua come un coniglio dal nostro valoroso Capitano. Tornerò domani a mezzogiorno, intanto goditi l'ospitalità di casa Skorlin - e lasciò la stanza, dopo aver salutato l'incantevole Heine, che gli rispose sorridendo civettuola.

    A Darina l'intera situazione forse sarebbe parsa davvero irreale ma sia il capitano che il fabbro dovevano correre a prepararsi: se Haggar era davvero una spia, non sarebbe vissuto oltre alla partenza della Temeriana.
     
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    Darina apprezzò l'interesse dell'uomo che sembrava prestare molta attenzione alle sue parole, facendo svanire il timore della ragazza di non venire considerata essendo estranea.
    Interrogarti sarebbe una grossa scocciatura, giovanotta. Andrei ad aggiungere solo offese a chi ti ha onorevolmente protetta: ringrazia il buon nome di mastro Vanberk e del casato Bjorn. Giusto per garantire la pace della comunità però credo sia meglio che per il resto della nottata tu sia ospite della mia casa. Heine, prepara una stanza per la ragazza al piano superiore. Bene, buonanotte. Si alzò e con un enorme sbadiglio uscì dalla stanza.
    Veramente io...
    Bene, direi che sei stata reputata innocua come un coniglio dal nostro valoroso Capitano. Tornerò domani a mezzogiorno, intanto goditi l'ospitalità di casa Skorlin.
    Vide il fabbro salutare la fanciulla e andarsene.
    Innocua come un coniglio? Avrebbe dovuto prenderlo come una cosa positiva?
    Non sono affatto innoqua come un coniglio...
    Signorina, da questa parte.
    La temoriana finalmente guardò Heine con attenzione. Dove pensate siano andati? le chiese fuori dai denti.
    Volevano affrontare gli Svaringe? Come avrebbero reagito, essendo convinti a tal punto di essere nel giusto?
    Avrebbe aspettato la risposta della ragazza e poi l'avrebbe seguita fino alla stanza destinatale.
    La stanza era fredda proprio come se l'era immaginata, anche se dopo aver dormito sulla nave sembrava una reggia più che una stanza. Si avvicinò al letto, evidentemente pensato per accogliere persone della stazza nordica. Lei avrebbe potuto perdercisi dentro.
    Potrei avere un braciere? Perdonatemi, ma non sono abituata alle vostre temperature. chiese trattenendosi a fatica dal battere i denti.
    La ragazza la guardò con un'espressione che sembrava un misto di simpatia e pena.
    Certo, ve lo porto subito. Posso chiedervi, signorina, che viaggio dovete fare per cui vi serve un Vaygr? chiese poi con tono leggero prima di uscire.
    Non mi serve un Vaygr, mi serve un amico. tagliò corto Darina, perplessa.
    La ragazza accennò un sorriso enigmatico ed uscì.
    Darina non sapeva come interpretare quella domanda. Che volesse raccogliere informazioni da fornire al padre? Eppure non andare per il sottile in quel modo sembrava poco furbo se fossero state quelle le intenzioni. Che volesse sapere qualcos'altro? Che cosa? Forse era semplice curiosità? Dopo l'apparizione degli Svaringe era allarmata e avrebbe sospettato di qualunque cosa. Cercò di scaldarsi un po' camminando avanti e indietro mentre aspettava che Heine tornasse con il braciere. Cosa stavano facendo Brand e Vanberk in quel momento?
    Finalmente la ragazza tornò con uno strano aggeggio in mano che certo non sembrava un braciere.
    Stia attenta, è bollente. Apra le coperte.
    Darina fece come richiesto e la guardò mentre infilava nel letto quella specie di scatola rotonda per poi sfilare il bastone con cui lo aveva retto.
    Qui dentro ci sono delle braci, vi scalderanno per un bel po'. Così dovreste dormire bene. Per qualsiasi cosa non fatevi problemi e chiedete pure. Verrò a svegliarvi domattina. Buonanotte.
    Fece un cenno del capo e sembrò aspettare per eventuali domande. Darina per un attimo fu tentata di non chiedere nulla, ma alla fine non resistette.
    Se insistete, ci sarebbero alcune cose che vorrei chiedere... Quella poteva essere una buona occasione per farsi spiegare bene come funzionavano le cose sulle isole, sarebbe stato sciocco non approfittarne.
    Heine sorrise cordiale, in attesa.
    Ecco...come avete sentito sono riuscita a creare una brutta situazione già solo comparendo qui. Temo che mi serva qualche suggerimento su come muovermi nelle vostre terre.
    Il sorriso di Heine si allargò, evidentemente apprezzando le parole della temoriana.
    Ci faccio portare un vero braciere allora, ci vorrà del tempo.

    Edited by Kinamy - 6/5/2017, 19:12
     
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    L'umore di Vanberk era precipitato sotto le suole degli stivali: la giornata era stata davvero... snervante. E si limitava a questo perchè era stato educato in un carte maniera: ricapitolando, aveva accettato di creare una nuova arma in metà del tempo necessario, acconsentito ad aiutare una conoscente giunta al suo laboratorio dopo giorni di viaggio, partecipato ad un combattimento contro una delle più antiche e prestigiose famiglie dell'isola e ora aveva tra le mani un possibile traditore "Non male per una sola giornata direi, ci manca solo che il laboratorio sia andato a fuoco", borbottò tra sè e sè.
    Giunto finalmente alla sua attività, aprì la serratura con un grossa chiave in ferro, che portava sempre con sè appesa alla cintura: l'interno della stanza era buio ma caldo, grazie al calore della forgia. Sotto uno strato spesso di cenere, che si premurò subito di rimuovere, decine di braci rilucevano come stelle e il fabbro si premurò di alimentarle gettandovi sopra grossi ciocchi di legna secca. Questione di minuti e la stanza venne illuminata a giorno dalle fiamme mentre Vanberk recupereva un sacchetto di tela dagli scaffali sopra il tavolo da lavoro. Al suo interno una polvere bianca opalescente, ricavata dalle corna dei cervi dell'isola: sciolta in acqua, il suo sapore amaro ricaricava le forze degli spossati, donando maggiore lucidità e prontezza di riflessi. Esagerare le dosi però causava grossi problemi al fisico, alterando i ritmi della giornata e negando la digestione di qualsiasi pietanza, per questo Vanberk ne versò poco più di una presa nel boccale colmo di neve sciolta. Subito i dolori a braccia e schinea svanirono mentre i dettagli che percepiva con i sensi si facevano più vivi. Soddisfatto si appoggiò a terra, la schiena sul muro in legno, in attesa di un rappresentante delle Pietre.

    Le Pietre era il corpo della Resistenza impiegato per lo spionaggio e controspionaggio: quanti membri contasse era un mistero per tutti, anche ai leader del movimento. Chiunque, dal vecchio mendicante al ricco rampollo, poteva esserlo: una volta ricevuta la pietra nera forata, il simbolo del gruppo, la persona era obbligata a accettare l'incarico. Poco altro si sapeva ma l'efficacia degli agenti era proverbiale ed il loro discreto lavoro aveva già protetto l'isola da molte minacce. Ma quando qualcosa sfuggiva al loro controllo, era la Resistenza ad occuparsene, sopratutto nei casi in cui si sospettava un Nordling. Vanberk non conoscenva questo Haggar ma le parole degli Svaringe dovevano essere confermate, nonostante tutto. Riposò a lungo, lo sguardo fisso sul fuoco quando la porta si aprì silenziosamente. Un ragazzino, avvolto da un ampio mantello di lana grigio, entrò nella stanza: nella mano destra portava una pergamena, chiusa da legacci e una pietra nera triforata, segno inequivocabile dell'origine della missiva. Vanberk allungò la mano e il ragazzino gli consegnò la pergamena senza proferire parola, si inchinò ed uscì dalla stanza, come un gatto nella notte. Aprendola la mente del fabbro era calma, pronta ad accettare ogni decisione: forse era Haggar la spia o forse lo era Darina, che abilmente lo aveva convinto del contrario.

    Niente dimostra che H. sia una spia nè che la donna arrivata sull'isola lo sia. L'agente di ruolo sulla nave non ha trovato nulla nel bagaglio della donna durante il tragitto che supporti l'accusa degli Sv. Tuttavia pare che membri degli Sv. siano stati coinvolti, in passato, con persone allontanate dall'isola per decisione della Resistenza.



    Il fabrro rilesse più volte la pergamena, confuso. Allora erano gli Svaringe a nascondere qualcosa: Vanberk sospirò sapendo bene cosa significava per lui quella missiva. Avrebbe dovuto indagare per conto sia della Resistenza che delle Pietre al riguardo, rischiando di inimicarsi una forza molto più grande di lui. -Poco male- disse a voce bassa -almeno Darina è innocente e nessuno dovrà rischiare la vita oggi.- Sollevato decise che prima di ripresentarsi da Brand era imperativo lavarsi via tutti gli odori del giorno passato, altrimenti il vecchio non l'avrebbe accolto nuovamente in casa.
     
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    Darina era rimasta piuttosto colpita dalla franchezza con cui la ragazza aveva iniziato a parlarle. Era evidentemente una caratteristica locale.
    ...E da allora mastro Vanberk lavora nella sua fucina mentre la madre vive nella casa di famiglia. È un peccato non abbia avuto altri figli, avrebbe compagnia. Mi dispiace sempre pensare ad una madre vecchia e sola.
    La temoriana si rabbuiò un po'. Era da molto tempo che non vedeva sua madre. Ma, se le cose fossero andate come dovevano, l'avrebbe rivista abbastanza presto.
    Quindi voi non siete insieme, giusto?
    Siamo capitati spesso nello stesso luogo allo stesso momento, senza dubbio, ma no, non siamo un gruppo o cose del genere.
    Heine continuò a fissarla.
    Intendo insieme
    Ah. No, decisamente no. Ma mi sembra piuttosto ovvio che no. Lui è così...io sono... cioè...no. Ma mi considero sua amica. E spero che lui si consideri altrettanto per me. È una delle pochissime persone all'infuori della mia famiglia di cui mi fido.
    E così avete combattuto fianco a fianco più volte. Penso che per un Vaygr potrebbe essere considerata una cosa piuttosto romantica, se mi concedi la parola. Ed è pazzesco che tu te ne vada in giro così per la tua strada, sembra davvero avventuroso.
    Darina arrossì appena, imbarazzata. Beh, voi combattere per la vostra terra. Di certo che è molto più pazzesco e, soprattutto, nobile rispetto al girovagare senza meta per il continente.
    Dici la guerra? Non è affatto pazzesca, o nobile. Non so più quante sono le persone che ho conosciuto e sono morte. Penso che non ci sia niente di nobile negli uomini che si infilzano. sospirò.
    Ma lo fanno per la loro famiglia, per la gente, la loro terra. Io penso che ci siano poche cose tanto nobili quanto questa.
    Ma che senso ha morire per qualcosa se poi non puoi vederla con i tuoi occhi o viverla sulla tua pelle? Quanti sono già morti per una libertà che potrebbe non arrivare mai?
    Darina rimase in silenzio senza sapere cosa dire. Dopo un momento Heine riprese a parlare.
    Ma quindi, se non sei con il fabbro, sei ancora...?
    È una cosa un po' personale da chiedere a una sconosciuta, non ti sembra?
    La shalariana nemmeno ricordava come fossero arrivate a darsi del tu.
    Heine sbuffò in una risata.
    Non so se ci hai fatto caso, ma noi Vaygr non andiamo molto per il sottile. Ma puoi non rispondermi, se preferisci.
    Darina rimase un attimo immobile, riflettendoci. Cosa mai poteva cambiare?
    Non è che avete una qualche legge per cui le donne non più vergini non possono girare da sole, vero? chiese con velato sospetto.
    Heine scosse la testa, divertita. Sei comunque una straniera, difficilmente una legge del genere si applicherebbe su di te.
    Darina sospirò. No, non sono più... anche se non lo trovo così importante. A me non interessa mettere su famiglia o legarmi ad un uomo come suo rifugio e angelo del suo focolare.
    E non ti senti sola?
    La temoriana fece spallucce, ma la sua voce si fece un po'più grave. Ci si abitua.

    Edited by Kinamy - 13/5/2017, 18:22
     
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    L'ora di alzarsi giunse troppo velocemente: il fabbro riuscì ad alzarsi solo con un enorme sforzo di volontà, la mente ed il corpo doloranti per la stanchezza accomulata ma incapaci di riposare del tutto a causa della polvere di cervo. Con calma recuperò la sacca da viaggio ed inizò a riempirla con tutto il necessario, già pronto e suddiviso tra i vari scaffali e mensole della camera. Utensili da campo, abiti in tessuto resistente, un sacchetto colmo di soldi imperiali, scarpe, etc.: mentre spostava gli oggetti in modo da poter incastrarci tutto all'interno sentì la porta del laboratorio aprirsi. Incuriosito allungò il collo per vedere chi poteva essere e il suo cuore sobbalzò: sua madre, Elana, lo fissò di rimando con un mezzo sorriso dipinto sul volto.
    -Madre! Siete decisamente mattiniera! Cosa vi ha spinto a...- Vanberk si rispose da solo, ancor prima di concludere la domanda.
    -La notizia che il proprio figlio abbia combattuto contro gli Svaringe, tesoro. Non da solo, per fortuna, ma al fianco di Astrid Bjorn... per difendere una probabile spia imperiale! Non pensi fosse il caso di rassicurarmi e spiegarmi davvero com'è andata, prima di ripartire per il mondo?-
    -... Scusate ma dopo aver parlato con il capitano Brand abbiamo deciso che prima la ragazza lascia l'isola meglio è. Inoltre le ho promesso il mio aiuto per risolvere un suo problema personale ma tranquilla! Si tratta di una donna di fiducia! Ho condiviso più di una battaglia e, nonostante l'origine della sua famiglia, sono sicuro di potermi fidare di lei!-

    A Vanberk non era mai piaciuto far preoccupare sua madre: la donna portava ancora il lutto anche dopo anni dalla morte del marito, in segno del forte amore che li legava, e Vanberk sapeva che, nonostante approvasse il suo spirito avventuriero, pregava sempre gli Antichi Dei affinchè tornasse a casa il più presto possibile. Il fabbro aveva pensato più volte di invitarla a risposarsi, in quallità di capofamiglia, ma sapeva che la madre avrebbe accettato più per amore del figlio che per sè stessa. Forse se lui si fosse accasato tutti i problemi si sarebbero risolti ma il giovane non sentiva ancora la necessità di legarsi stabilemente ad una sola donna: aveva frequentato varie ragazze in passato ma senza mai compiere l'ultimo passo...

    -Scusate ma devo andare, madre. Tornerò presto con nuovi racconti e un pensiero! Devo recarmi alla casa del capitano Brand e portare Darina il più velocemente possibile al porto e-
    -Bene, andiamo allora! Non vorrai far aspettare la tua compagna d'avventura!-
    -Come?!-
    -Mi sarà concesso il privilegio di vedere la donna la cui salvezza ti ha spinto a ingaggiare una faida con il clan degli Svanrige?-
    -... Certamente madre. Seguitemi.-

    Poco dopo, il fabbro bussò alla porta di Brand, chiedendo a gran voce di vedere il capitano e la "prigioniera". Alle sue spalle Elana, nel suo lungo abito rosso e avvolta in uan spessa pelliccia, sorrideva. Aveva tempestato di domande il figlio nel tragitto dal laboratorio a lì, esasperandolo con richieste di dettagli riguardo le avventure trascorse in compagnia di Darina, ed ora stava aspettando con gioia l'occasione di interagire con l'avventurosa Temeriana. Vanberk sospirò rassegnato: nonostante tutto, sua madre restava una donna dalle forze inesauribili, la stessa che anni prima sconfisse il futuro durante una rissa. Quando finalmente Darina li raggiunse, Vanberk le sorrise -Darina, buongiorno. Ti presento mia madre Elana, che ci accompagnerà al porto- poi, in un sussuro, aggiunse -Non preoccuparti non ti vuole far del male, solo stordirti con una valanga di domande.-
    Mentre le due donne iniziavano una fittisima conversazione, Brand lo invitò ad avvicinarsi per discutere il volere delle Pietre e della Resistenza. Gli consegnò una lettera, priva di sigilli, invitandolo a leggerla solo una volta imbarcatosi. Poi gli strinse l'avanbraccio, mentre Vanberk faceva lo stesso gesto, augurandogli buon viaggio.
     
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    Senza volerlo Darina e Heine rimasero a parlare quasi tutta la notte. Dopo aver rotto il ghiaccio, Darina scoprì di trovarsi pienamente a suo agio con quella schietta, giovane donna. La Vaygr spiegò a Darina molte cose e Darina a sua volta le raccontò della sua famiglia, del mestiere del padre e della sua stessa passione per le spezie, e poi descrisse a grandi linee Temora e Alkarna, e poi ancora Arcadia e della capitale Estheltia, Sumadea, Haven... Heine era curiosissima e la copriva di domande. La temoriana provava sempre più dispiacere: quella ragazza così curiosa e simpatica forse non avrebbe neanche mai lasciato quell'isola.
    Darò a mastro Vanberk un po' della migliore cannella perché te la porti, forse anche dell'ottimo cumino.
    Heine unì le mani con uno schiocco. Macché, devi venire tu a portarmeli! Per quando avrai finito le tue faccende le cose qui si saranno sistemate, ne sono sicura. La voce della giovane perse sicurezza a mano a mano che procedeva con la frase.
    Si scambiarono un mesto sorriso.
    Certo, di sicuro.
    Rimasero qualche istante in silenzio.
    Forse...dovremmo andare a dormire. Dev'essere piuttosto tardi e non voglio tenerti ancora sveglia.
    Un'altra pausa.
    Senti, la mia stanza è lontana da qui e dovrei attraversare la casa fredda, ti dispiace se...? si sfregò le mani e lanciò un'occhiata a quella nave di coperte che era il letto.
    Darina sorrise. Quella donna aveva la schiettezza e l'audacia dei ragazzini.
    E' casa tua. fece spallucce arrampicandosi verso l'altro lato del letto.
    Sì, è indiscutibilmente casa mia. concordò Heine ridacchiando.

    La mattina dopo Darina venne svegliata da qualcuno che le scosse una spalla.
    Ehi, su, sveglia!
    La temoriana aprì un occhio e si appallottolò ancora di più nelle coperte.
    Ti aspetto fuori dalla porta. Là c'è dell'acqua se vuoi lavarti la faccia.
    Darina fece un cenno di assenso e suo malgrado aprì anche l'altro occhio. Il solo pensiero di mettere un dito fuori dal calore la faceva rabbrividire, ma le questioni importanti chiamavano: Vanberk e Brand la sera prima erano usciti e Darina aveva tutte le intenzioni di carpire qualche informazione al riguardo. Se non altro per capire se avesse dovuto guardarsi la spalle da qualunque discendente della famiglia Svaringe per tutta la vita.
    Raggiunse Heine e insieme arrivarono nella sala dove altri uomini stavano mangiando e qualche donna portava cibo o biancheria dentro e fuori dalla stanza. Darina venne fatta sedere un po' in disparte e nonostante il cibo che le venne messo davanti sembrasse invitante, l'odore che emanavano e l'ansia non le resero facile nemmeno inghiottire il pane scuro che era riuscita a sbocconcellare.
    Finalmente ad un certo punto qualcuno entrò e fece un cenno ad Heine, che era rimasta accanto a Darina per tutto il tempo.
    Dobbiamo andare. Le sorrise incoraggiante.
    La temoriana scattò subito in piedi cercando di ignorare gli sguardi di sottecchi dei presenti e seguì la ragazza.

    Darina, buongiorno. Ti presento mia madre Elana, che ci accompagnerà al porto. Vanberk la salutò con un sorriso e subito le presentò la donna che lo affiancava. Dopodiché, con un non proprio impercettibile bisbiglio, aggiunse: Non preoccuparti non ti vuole far del male, solo stordirti con una valanga di domande.
    I suoi occhi si spalancarono di stupore. Subito si soffermarono sul volto della donna e poi di nuovo su quello del fabbro. Le sue labbra si allargarono a loro volta in un sorriso accompagnando il suo inchino.
    Dama Elana, è un vero onore fare la vostra conoscenza. Se era la schiettezza che i Vaygr volevano, beh, da quel momento l'avrebbero avuta. Buongiorno a te. Quindi partiamo già? E' tutto a posto? Aggrottò lievemente le sopracciglia, sperando in una risposta.
    Subito Elana le si avvicinò e iniziò un materno interrogatorio. Quindi viaggi da sola? E' così che hai conosciuto mio figlio? E sei venuta qui da sola per farti accompagnare da qualche parte? Spero non sia qualcosa di pericoloso... Mi raccomando, cerca di tenerlo d'occhio, gli uomini sanno essere davvero dei...
    Darina rispose con piacere alle sue domande, ma non seppe mai cosa sapessero essere gli uomini perché nel frattempo Vanberk e Brand si erano salutati e qualcuno, proprio alle sue spalle, aveva tossicchiato. Si voltò e vide che Heine era ancora lì. Copiando il gesto appena compiuto dai due uomini, Darina le si avvicinò e le prese l'avambraccio. Chinò con grazia il capo e sorrise sincera.
    Damigella Heine, vi ringrazio per le vostre premure. Dopo un attimo spostò lo sguardo su Brand. E ringrazio di cuore anche voi per la vostra ospitalità e la vostra protezione. Mi dispiace avervi creato trambusto.
     
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  10. BretonSaga
     
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    Mentre sua madre tempestava Darina con infinite domande, Vanberk si avvicinò a Brand passandogli la pergamena ricevuta dalle Pietre. Il comandante lesse il testo più volte, velocemente e con l'ampia fronte aggrottata - Esiliati? Si è vero! Dieci anni fa dovemmo allontanare il fratello minore del capoclan, Tarkim, per l'assassinio di un prigioniero imperiale. Non un qualsiasi fante ma un generale di brigata, catturato durante le ultime fasi della guerra. Era a conoscenza di moltissimi segreti bellici dell'impero ma Tarkim lo voleva morto per vendicare la promessa sposa, uccisa da questo generale sul campo di battaglia. Ovviamente il concilio degli anziani gli proibì di farlo finchè tutti i segreti non fossero stati scoperti ma, ahimè, era giovane e distrutto dal dolore... lo sguardo di Brand si perse nel vuoto, fissando l'agitato mare della baia - Lo sgozzò con un coltello tradizionale per sacrifici, quelli fatti un ossidiana, hai presente? E poi continuò ad infierire sul corpo finchè la lama non si spezzò in mille schegge, ferendolo. Credimi, la vista del suo volto bagnato di sangue fece tremare anche l mie ginocchia... Bene, dispiegherò immediatamente le mie spie e contatti per scoprire cosa sta tramando Tarkim, nel caso fosse ancora vivio ovviamente. Tu cosa farai, Vanberk?_.
    -Terrò fede alla parola data. Ho promesso a Darina di aiutarla col suo problema; una volta fatto, vedrò di raccogliere il numero maggior di informazioni sui movimenti imperiali, prima di tornare a casa. Magari lungo la strada ti comprerò un pensiero: che ne dici di un robusto bastone da passeggio, Vecchio orso? Mi sembra che le gambe ti tradiscano, dopo solo una notte insonne. - Il comandante non disse nulla ma lo colpì alla schiena con la mano aperta, producendo un forte impatto, che schioccò nel silenzio della baia. Il dolore non era forte come il rumore ma comunqe il fabbro venne sbalzato in avanti di qualche passo - Devo dire che le tue carezze sono rimaste uguali invece! Saluti, comandante.- concluse, stringendo l'amico in un forte abbraccio, restituendogli la pacca appena subita. Passò accanto a Darina e la prese sottobraccio, mentre salutava la madre con un inchino del capo ed un sorriso -Tornerò presto con un sacco di vestiti rotti ed inutili cianfrusaglie. Non annoiatevi troppo, mi raccomando.-. Lasciò il braccio della temeriana e salì la passerella della nave, il Sospiro del nord, pronta a partire.

    Una volta lasciata la baia si sedette su un barile chiuso vicino al timone, lontano dai marinai occupati a sistemare e risistemare le vele, il pesante zaino appoggiato accanto a lui e la sua azza tra le mani. Frugò nel suo bagaglio fino a trovare una boccetta di terracotta ed un panno decisamente sporco d'olio, con il quale iniziò a pulire l'arma da eventuali macchie di ruggine. Era un movimento meccanico più che una necessità: difficilmente la sua arma era mai sporca ma i movimenti ripetuti lo rilassavano, slegando corpo e mente e permettendogli di concentrarsi sui dubbi e misteri emersi dalla sera precedente. E mentre la nave scivolava sul mare, la sua mano ripassava ogni angolo dell'arma, senza mai fermarsi.
     
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    Dopo l'interrogatorio materno e le ultime questioni fra Vanberk e Brand, finalmente erano giunti alla baia. Con grande sorpresa (e sì, anche un lieve imbarazzo) di Darina, il fabbro la prese sottobraccio mentre salutava la propria madre. La temoriana cercò di non irrigidirsi e tentò un sorriso mentre a sua volta salutava la signora con un lieve inchino. Finalmente salirono sulla nave e Darina iniziò a chiedersi quanto ci avrebbe messo per interpretare a dovere la parte della promessa sposina di un Vaygr.
    Imbacuccata nelle pellicce mentre la nave iniziava a muoversi fuori dalla baia si rese conto che, seppur in modo tutt'altro che prevedibile, la sua missione fin lì aveva avuto successo: era riuscita a trovare qualcuno per farsi introdurre (e soprattutto farsi tirare fuori) da una Grande Casa. Non aveva voluto illudersi troppo riguardo Vanberk e la sua risposta, invece si era rivelato l'uomo d'onore e di fiducia che sperava. E mentre il vento gelido le sferzava il viso, non riuscì a trattenere un lieve sorriso di soddisfazione. Quasi le sembrava che la parte più difficile fosse passata.
    Per di più, quel viaggio si era rivelato piuttosto utile e istruttivo: aveva fatto conoscenza con dama Astrid, con Brand e con la figlia Heine, che le aveva raccontato molte cose sul suo popolo e sul fabbro che in quel momento era seduto su un barile, assorto nel ripulire la propria arma. Darina si trovò a sua volta un angolino dove non fosse d'intralcio e si limitò ad osservarlo mentre ripeteva mentalmente cosa avrebbe dovuto fare da quel punto in poi. Doveva solo farsi fare dal padre un documento di fidanzamento, raggiungere Alkarna, farsi introdurre in una Casa, restarci per un periodo sufficiente per studiare il loro funzionamento e uscire per "convolare a nozze" a Temora, dove il documento sarebbe stato stracciato e Vanberk avrebbe potuto tornare a casa dopo una specie di vacanza a Shal'aira. Chissà quanto ci sarebbe rimasta male la madre del fabbro se avesse saputo che si sarebbe fidanzato solo per finta. Chissà, forse grazie a quell'avventura il figlio avrebbe iniziato a riflettere sul mettere su famiglia. Forse quel favore che Darina gli stava chiedendo lo avrebbe reso un giorno un felice padre di famiglia circondato da robusti marmocchi. Per la gioia di dama Elana.
     
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    Scrittura 2 - Come sempre bene.
    Interpretazione 2 -Un pò anonima nella prima parte della ruolata, hai recuperato quando hai potuto.
    Strategia 0 -

    Breton 4 exp
    CITAZIONE
    Scrittura 2 - Qualche svista (spero), ma il risultato è comunque piacevole.
    Interpretazione 2 - Aiutato dal contesto familiare hai potuto esprimere discretamente il personaggio.
    Strategia 0 -

    Ashel 4 exp
    CITAZIONE
    Scrittura 2 - Come sempre bene.
    Interpretazione 2 - Hai tenuto le redini della ruolata fino a metà: mi è piaciuto il modo in cui hai descritto l'ambiente "decadente" in cui è immerso il castello dei Bjorn e più in generale l'intera città.
    Strategia 0 -

    Non assegno Gold a causa del contesto della ruolata.

    Valutatore: +2 exp + 100 Gold.
     
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26 replies since 9/10/2016, 10:01   361 views
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