[AUTOGESTITA] Nell'abisso

Autogestita -skull

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  1. -skullcrusher
     
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    Non molto tempo fa...

    E' una fredda giornata come al solito da queste parti, ci troviamo nel bel mezzo del mare dalle parti dell'arcipelago di Vaygrjord, immaginatevi navi che vanno e vengono trasportando di tutto: nella prima potreste vedere un bel gruppo di imperiali in ricognizione lungo le acque, dannazione se amano le ricognizioni in terreno ostile. Nella seconda nave perché no, un bel carico di alimenti e spezie pronte per la consumazione; un'altra potrebbe semplicemente trasportare civili per un viaggio di piacere. Il mondo è bello perché è vario in fondo no? Ecco perchè non verreste trovarvi su questa di nave: un enorme galeone dalla bandiera color bianco panna, nulla di sospetto dall'esterno perchè era così che si lavorava.

    Sottocoperta in una piccola stanza un curioso figuro parla:

    "Come sempre un buon lavoro, ce ne sono proprio a centinaia qui..

    Il capitano quasi trascinava quelle sue tozze e corte gambe per la stanza mentre scorreva la mano su quei borsoni pieni zeppi di strumenti di morte

    ..devo purtroppo ricordarti che io non sono il tuo capo e nonostante otterrai un bel compenso per queste, io ho bisogno di un bell'anticipo per il trasporto di questa merce.. sai come funziona, di questi tempi è roba che scotta ancora di più

    Dopo aver pronunciato questa frase squadrò ancora per qualche attimo i borsoni, per poi rivolgersi al suo interlocutore: visto la sua incredibile statura dovette completamente piegare il collo verso l'alto. Marcus per un breve attimo riconobbe quell'espressione, tipica di tuti quelli con cui aveva a che fare; una sorta di ghigno compiaciuto sotto i baffi, al solo odore del denaro a questi qui gli brillavano le pupille.
    Non c'era tuttavia alcun modo di dargli torto, l'attività illecita era tanto fruttuosa quanto pericolosa, specie ora che la carne sul fuoco era anch troppo.

    "Sempre il solito eh?"

    L'omone sorrise tirando una pacca amichevole sulla spalla del capitano e rapidamente estrasse una mazzetta dalla tasca, già pronta per quell'utilizzo. Egli prese il gruzzolo e se lo mise in tasca, sgranchendosi un attimo: indossava l'uniforme tipica della marina, sembra quasi un uomo per bene sto nanetto, pensò Marcus.

    "Solo affari bisteccone. Approposito, come mai questa volta sei venuto di persona? C'è qualche problema? Perché se tu devi fare a botte con qualcuno, non voglio perdermelo!"

    "Nessun problema, voglio solo andarmene via. L'aria qui nell'isola si è fatta pesante, la tensione è palpabile e.."

    Voleva aggiungere che questa non era la sua dannatissima guerra, ma restò in silenzio con lo sguardo un attimo teso verso il pavimento.

    "Beh, non aggiungerò altre domande. Hai contrabbandato le armi della tua isola di origine per anni e ora stai tagliando la corda, spero solo non ti abbiano pizzicato. Solo Dio sa cosa potrebbero farti quei pazzi guerrafondai se scoprissero il tuo tradimento!!"


    Edited by Silver Element - 18/10/2016, 08:51
     
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  2. -skullcrusher
     
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    Tradimento? E chi parlava di tradimento qui, la storia era tutt'altra:

    ---

    Non molti giorni addietro
    Marcus si trovava su una grande nave, la locazione precisa impossibile da stabilire ma in quelle acque fra l'arcipelago di Vaygr e Haven. La bandiera issata era nera come la pece, priva di particolari emblemi e sbrindellata qui e lì ma comunque un identificativo universale per un'imbarcazione pirata. Il Manto-Grigio si trovava sul ponte in quella fredda mattinata, in questo momento stava a braccia conserte mentre i suoi clienti guardavano quell'ammasso di ferraglia a terra: un arsenale bellico sufficiente ad assediare una cittadina. Il contrabbandiere era nervoso, quest'oggi non era la scorta di nessuno, tantomeno erano lavori di intimidazione a portarlo su quel rottame navigante: quando gli affari vanno bene e le armi cominciano ad essere anche troppe cosa può fare un giovane "imprenditore" se non allargare il suo giro? Era lì in proprio, per svolgere il suo affare.

    Il suo principale contatto era Shiv, un pirata non molto conosciuto ma dalla grande influenza in quell'area marittima: eri incriminato per un testimone oculare? Lui poteva farlo sparire. Ti serviva una dritta? Lui era il signore delle vie. Agli occhi di quelli che vivevano la vita criminale da quelle parti, lui era il maestro del sotterfugio. Sembrava in gamba per quanto ne poteva sapere il ragazzo, in realtà sapeva solamente che gli affari con lui erano conclusi sempre indisturbatamente.

    Purtroppo un capo non aveva tanto tempo libero e aveva appioppato questi quattro bifolchi a Marcus: tre di loro erano vestiti di stracci, tutti con un fisico forte e robusto e i volti ricoperti da cicatrici e tatuaggi, l'altro sembrava essere il capo dato il suo particolare cappello. Il Manto-Grigio ancora li scrutava con diffidenza, aveva sentito poco di tutti i presenti e a quanto pare erano delle punte di diamante nel giro di Shiv, ma erano altresì noti per atti di grande violenza per le strade di Tortuga.

    "Dunque ragazzo.." esordì il capitano con area superiore "..il prezzo è quello concordato no?"

    Il fabbro annuì brevemente, al che il pirata tirò fuori dalla tasca un borsello e incomincio con vanto a contare le sue monete d'oro, il Vaygr non poté però fare a meno di notare che mano mano l'operazione diventava sempre più lenta e lo sguardo del tipo si concentrava sempre di più sui suoi occhi. Si fermò completamente

    "In effetti, per meritarteli, potresti darci una mano con un lavoretto.. volse lo sguardo ai tre pirati che, ridendo, lo assecondarono Eh si, sei proprio un grande e grosso figlio di puttana! AHAHAHA
     
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  3. -skullcrusher
     
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    Sottocoperta,prego

    Disse il capitano con tono quasi imperativo, dando la precedenza a Marcus e ai tre bifolchi: mentre scendeva quelle scale il contrabbandiere incominciò a percepire l'odore di fetido, l'aria stantia quasi lo soffocava mentre poggiava i suoi piedoni che a malapena c'entravano in quella misera scalinata di legno.
    Una grande porta venne aperta da uno dei marinai e rivelò uno spettacolo scioccante al ragazzo: una grande stanza bella spaziosa colma di gente, ci saranno state una decina di donne, cinque o sei bambini e quattro di uomini. Nonostante l'ampiezza erano costretti agli angoli come topi in una gabbia, qua e là qualche ciotola sparsa nelle quali venivano evidentemente servite razioni insufficienti

    "Quei due uomini laggiù sono giorni che tossiscono e sputano sangue, probabilmente si sono beccati qualcosa"

    Probabilmente? Quando lasci qualcuno tra sangue e feci in una gattabuia che cazzo ti aspetti? Lo sguardo del Manto-Grigio era fisso su quella brutta faccia del capitano, sentiva qualcosa ardergli dentro, uno spesso nodo che gli risaliva nella laringe

    "Uno schiavo che non può lavorare mi è inutile, sono belli grossi e tu puoi aiutarci a buttarli in mare. Poi ho bisogno che sposti un paio di quelle donne sul letto e le "sistemi".. perché no, anche quelle due bambine laggiù potrebbero fare comodo!" e scoppiò in una risata malefica insieme ai suoi compari, i maledetti. Il fabbro era rimasto completamente immobile dalla visione di quella scena, il suo sguardo si era fossilizzato su quei poveri bambini che intimoriti giacevano nella loro nicchia, abituati alle violenze ripetute. Quell'enorme colonna muscolosa incominciò a tremare a più non posso, in pochi istanti gli occhi si erano irrorati completamente di sangue, tanta era la rabbia..

    --- Siate cauti con i Manto-Grigio, quegli uomini hanno il demonio dentro.. ---

    "Tanto sei uno a cui piace sporcarsi le mani no? ahahah.."

    Il capitano si volto e interruppe la fastidiosa risata capendo subito che qualcosa non andava, mentre il suo venditore per il nervoso incominciò a camminare lentamente, in direzione dei marinai

    "Si..sono uno.. a cui piace sporcarsi le mani!"

    Avanzò fino a trovarsi dinanzi uno dei tre di profilo, ancora era assorto nella risata con i suoi compagni e nella decisione della prossima vittima da stupro, quando con grande maestria Marcus estrasse lo spadone dalla fondina menando un fendente dall'alto verso il basso: l'enorme lama di metallo si abbatté sul cranio del malcapitato, aprendolo a metà come un'agrume. Grida di terrore provenivano dalle stesse fauci che poco prima si burlavano della loro posizione schiacciante contro i deboli. Ora erano loro deboli, delle pecore insignificanti in balia di un mastino.

    Nonostante la superiorità numerica dei pirati, il panico e il loro essere disarmati contribuì non poco alla riuscita del massacro, ma fidatevi che la furia era talmente implacabile che nemmeno dieci uomini avrebbero steso il fabbro ora. Balzò di lato atterrando come un macigno di fronte alla sua prossima preda, con un grido di battaglia infilò l'enorme spadone nella sua carne: lo fissava negli occhi trasmettendogli il suo odio mentre affondava quella lastra tagliente nel suo corpo, provocando la fuoriuscita copiosa di sangue ed interiora.

    Un rumore attirò la sua attenzione facendolo voltare di scatto, l'ultimo marinaio rimanente stava percorrendo con rapidità gli scalini per salire sul ponte e darsela a gambe, chissà cosa aveva potuto farlo illudere di scappare da quel mostro che era diventato il vaygr: bilanciò il suo peso corporeo e con tutta la sua forza eseguì una spazzata laterale dritta alle gambe del poveraccio: riuscì a vedere il suo bicipite femorale aprirsi a metà e gli arti inferiori dilaniarsi.
    Grida di dolore atroci sovrastavano ogni suono, il criminale si contorceva al suolo in quella lunga agonia sotto gli occhi freddi e impassibili del guerriero, che incominciò a cercare il capitano.
     
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  4. -skullcrusher
     
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    Una macabra esibizione quella del Manto-Grigio, quella stanza gocciava sangue ovunque, i marinai rimasti si contorcevano a terra per il dolore, l'ultimo colpito in particolare strisciava come un verme urlando a squarciagola. Gli bastò voltarsi per individuare subito il capitano, buttato a terra con le gambe che si contorcevano a più non posso in quei brividi di terrore, osservava fragile e impotente quel gigante avvicinarsi a brutto muso verso di lui.

    "C-c-c-cosa v-vuoi? rantolò, strozzando un sospiro e riprendendo "S-s-sono p-p-pieno di soldi, s-se è"

    Non c'era un minimo di ascolto da parte di Marcus che squadrava con sprezzo quel rifiuto umano; aveva fatto delle cose terribili, si era burlato delle sofferenze altrui e ora giaceva impaurito, incapace di prendersi le sue responsabilità. Questo fece imbestialire ancor di più il ragazzo che conficcò lo spadone a terra e si gettò sul comandante interrompendo le sue preghiere di salvezza, si mise sopra di lui con le ginocchia a terra e fissò per l'ultima volta gli occhi del pirata. Con quanta forza aveva in corpo, incominciò brutalmente a martellare il suo volto con gli enormi pugni, quasi fosse l'incudine, pestava infuriato mentre udiva ossa rompersi e vedeva tagli aprirsi lungo tutta la sua faccia, si fermò quando dopo più di trenta colpi gli sfondò letteralmente la faccia.

    Si alzò da terra fissandosi le nocche indolenzite e piene di sangue, una rapida occhiata al malcapitato bastò a disgustarlo: i colpi erano stati così forti da far schizzare via un occhio dal cranio, ogni parte dal labbro in su era completamente andata, il naso completamente piegato.
    I rantolii dei marinai erano terminati, il fabbro alzò lo sguardo e vide gli spettatori del massacro: i bambini piangevano disperati fissandolo mentre le madri tentavano di cullarli, i due uomini malati e sofferenti ridevano con le poche forze rimaste per la giuste sorte.

    Tutti. Fuori. disse con il capo chino, ma visto che in un paio di secondi non ottenne riscontri desiderati ADESSO!

    In un rapido secondo le donne si mobilitarono, aiutando i due infermi a rimettersi in piedi e ad andare sul ponte, quando richiusero la botola il silenzio piombò nella stanza esponendo il vaygr a quel turbine vorticoso di pensieri.
    Aveva ucciso un pezzo grosso negli affari di Shiv, se qualcuno avesse saputo che lui era l'autore della strage sarebbe stato ricercato a vita.. cosa doveva fare? Uccidere per la prima volta a sangue freddo quattro uomini non è cosa da niente, per non parlare della furia omicida che lo aveva spinto a fare ciò. Curioso come la giustizia sia arbitraria, fare la cosa giusta può mettere in luce come i metodi non rendano il paladino diverso dal criminale.
    Non questa volta. Un conto è trafficare armi, un conto è trafficare schiavi,picchiarli e stuprarli per il proprio piacere personale. Era fermo su questo ideale, aveva fatto bene; tuttavia l'esperienza burrascosa e i numerosi pensieri avevano disturbato il Manto-Grigio che, ahimè, si chinò al suolo e diede di stomaco.
     
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  5. -skullcrusher
     
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    Macchiò vistosamente a terra e, debole, strisciò verso l'unico angolo risparmiato da schizzi di sangue: come un infante il Manto-Grigio si rannicchiò all'angoletto. Si accorse di stare ancora tremando da prima mentre si guardava quelle grande mani con la carnagione di un cadavere, mentre il sudore freddo gli grondava dalla tempia elaborava un piano. Se l'incontro con Einar lo aveva messo in guardia di una possibile fuga, adesso tale era divenuta imminente. Non puoi sperare di ammazzare un tirapiedi di Shiv e passarla liscia. Dall'altra parte della medaglia il ragazzo si tormentava nel rimorso di aver accettato quel lavoro in primo luogo, doveva aspettarselo che anche il traffico di umani interessasse ai pirati.
    Questo non lo rimuoveva però dalla posizione pessima; ciò che era fatto ormai era fatto. Inutile versarsi lacrime addosso su scelte compiute anni addietro quando la giovane mente era attratta solo dal denaro, l'importante era fare tesoro di questa esperienza d'ora in poi.

    Non poteva, Marcus non riusciva ad accettare di far parte in un sistema in cui si sfruttavano persone stesse per fare soldi.. certo, le armi da lui trafficate venivano utilizzate chissà da chi per quale scopo, eppure non riusciva ad associarsi a questi crudeli individui.
    Nulla gli impediva di razziare il capitano e utilizzare il bottino per viaggiare dall'altra parte del mondo, eppure il suo istinto non lo spingeva a questo: si sentiva in parte responsabile di tutto ciò, soltanto il pensiero di prendere quei soldi lo repelleva, riflettendo bene sulla loro provenienza.

    Se fuggire non lo allettava, cosa allora? Fare il giustiziere era impossibile, era una semplice pulce in confronto a Shiv e al suo esercito di sgherri e malfattori. Se c'è qualcosa che una pulce può fare però è dar fastidio con la semplice presenza; dal suo canto il fabbro, seppure mantenendo stretta segretezza in ciò che lo faceva, era noto ad alcuni criminali i quali lo rispettavano. Poteva andare ad Haven e chiedere qualche informazione sul "signore delle vie"; non poteva annientarlo ma ciò non era una scusa per lasciarlo andare.
    Il motivo per cui affari come quelli del pirata prosperano discreti è grazie alla corruzione e all'indifferenza delle persone, la giustizia poi.. chi dovrebbe rendere giustizia? Gli imperiali, rinomati perché in quella costa, tre su cinque erano corrotti? Ciò che aveva in mente Marcus era una giustizia che nessuna guardia, giudice o tribunale stesso può applicare.




    Una volta ripresosi, il ragazzo salì le scale e arrivò sul ponte: notò tutti gli schiavi liberati che si riposavano stremati, un paio di donne avevano imbracciato delle armi presenti li a terra.

    "Giù le mani signore, quelle mi servono."

    Non appena avvistarono l'imponente uomo e udirono le sue parole, lasciarono cadere le spade nel mucchio di armi, mentre il vaygr si inginocchiò a terra: incominciò a raggruppare tutto l'equipaggiamento in un'unica, pesante sacca. Gli schiavi notarono ciò che stava facendo e lui era ormai certo che avessero capito la sua reale occupazione. Uno dei due uomini si fece coraggio e interloquì verso il guerriero

    "Cosa.. dobbiamo fare noi.. parlava lentamente, qualunque malattia avesse non gli restava molto da vivere senza cure adeguate ..adesso?"

    Non appena il Manto-Grigio terminò il raggruppamento si mise il borsone in spalla e si voltò verso il suo interlocutore. Aveva salvato quelle vite da una terribile sorte, ma non era suo compito trarli verso il loro futuro personalmente: non era la persona più adatta per rapporti umani di questo tipo.

    "Guardando la massa della nave, suppongo ci siano sufficienti scialuppe di salvataggio per tutti. Organizzatevi fra di voi per dove salpare ma, buon dio, non avvicinatevi ad Haven. per quanto gli dispiaceva indirizzarli verso il "nemico naturale" dei vaygr riprese ..vi consiglio di navigare verso acque imperiali, vi pregherei anche di far finta che il vostro salvatore.. non esista"

    Per quanto alcuni imperiali potessero essere corrotti, dovevano necessariamente essere discreti in questo, motivo per cui non potevano certo riconsegnare quegli schiavi ai pirati. Loro si che avevano gli occhi puntati addosso. Così, accompagnò il gruppo di schiavi alle scialuppe e li guardò salpare, mentre egli rovistava con furia nella stanza dei cannoni: dopo una breve ricerca riportò in superficie un po di pece e un moschetto, munito di un paio di colpi.
    Gettò pece lungo tutta la superficie, rendendola così infiammabile e prese la sua scialuppa personale. Remò allontanandosi a distanza sufficiente e, dopo aver poggiato il suo borsone prese la mira con il moschetto: bang! Vide il pallino piantarsi nel legno della nave ma mancare goffamente quell'ampia superficie ricoperta di nero.
    Una sonora risata gli scappò, questa roba meccanica non era decisamente fatta per lui.

    Dopo un paio di complicate ricariche, il proiettile colpì la superficie scatenando la reazione infiammabile, la quale avrebbe condotto il vascello nelle profondità marine in breve tempo.
     
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  6. -skullcrusher
     
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    I suoi occhi continuavano a fissare la bandiera nera che, lentamente, affondava nell'abisso.




    Si, è decisamente meglio che non fai domande. pensò fra se e se il contrabbandiere, guardando il capitano:

    "Ad ogni modo, ci stiamo avvicinando, queste acque sono rinomate per essere la rovina di molti quindi..se non ti dispiace"

    Con passo svelto, si allontanò su quelle gambe corte e tozze in brevi istanti tornando sul ponte.
    La maggior parte degli affari che Marcus aveva svolto erano in quelle zone: abbastanza vicino da poter scorgere entrambe le isole, anche se ciò che rendeva famigerato quel posto era il cunicolo fra di esse. Fra gli scogli e le vorticose correnti sorge Tortuga, una città in cui tutto è permesso, il controllo è conteso fra bande locali e l'economia pubblica si stabilisce su soldi "chiesti" agli abitanti. La prima volta che ci era stato, il Manto-Grigio stava per fare scattare una rissa, ma dalla seconda incominciò a capire che nessuno si lamentava, anche il più tosto criminale che potete trovare per quelle strade avrà pagato: è come un sistema, tu mi dai un 10% a me e tutti felici, contenti e soprattutto in silenzio.
    Mentre lo schema economico si reggeva così bene, appare impossibile mantenere ordine pubblico in una città così malfamata. Sembra strano ma a Tortuga riuscivano a convivere viandanti, ladri, falsari, assassini e chi più ne ha chi ne metta.. uno stretto codice di rispetto, tu vai per la tua strada io per la mia.

    Il Manto-Grigio avrebbe sfruttato il più possibile queste "usanze" del luogo per mantenere la sua visita in anonimato: aveva ancora almeno una decina di ore prima che qualcuno cominciasse a farsi domande riguardo a quel capitano sparito insieme ad un carico di armi.
    I suoi pensieri vennero interrotti da alcuni passi provenienti dalle scale, l'ometto ritornò:

    "Allora ragazzo, mancano pochi minuti all'arrivo.
    Ritornando agli affari.. un quarto di quel borsone e ti faccio entrare, liscio come l'o.."


    Si ammutolì quando il ragazzo senza esitare gli gettò una manciata di monete d'oro a terra, così tante da renderlo incredulo e indifferente alla mancanza di rispetto. Le prese dalla prima all'ultima come un avvoltoio e ritornò rapidamente al ponte
    Certo, il vaygr detestava quei soldi sporchi guadagnati con gli schiavi, ma non era in una condizione di poter sacrificare quelle poche sue monete; specialmente in visione del suo cambio di vita imminente. Aveva preso quello che bastava per una breve permanenza in questa città, il carico di armi d'altro canto gli serviva per rendere la sua presenza credibile.

    L'ancora venne lanciata mentre la nave si arrestava piano piano, mentre il Manto-Grigio pensava ciò incominciò ad elaborare il suo piano.. il piano che, anziché condurlo alla fuga, l'aveva portato come prima tappa nel posto dove non sarebbe mai dovuto andare. Non dopo ciò che aveva fatto.
     
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  7. -skullcrusher
     
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    Il grande uomo salì sul ponte e scrutò l'ambiente circostante: la luna rifletteva sulle scure acque, donando un'illuminazione naturale alla zona portuale. Il Manto-Grigio si mise il cappuccio e si dileguò rapidamente dalla nave, addentrandosi in stretti cunicoli verso il centro di Tortuga.
    Manteneva basso profilo e passo svelto senza indugiare, limitandosi a guardare qui e lì la: briganti armati fino ai denti agli angoli di strada, uomini misteriosi, ricconi, prostitute.

    Una bolgia infernale in terra; un girone di violenza e lussuria. L'esperienza di una sola visita a Tortuga ti impara a non fare l'eroe mentre il tipo di turno viene rapinato, a non lanciare occhiatacce qua e là: una figura in particolare catturò la sua attenzione, tanto da fargli alzare il capo.
    Un tintinnio di rumori metallici: un uomo grosso quasi quanto lui gli passò affianco, in una mano reggeva una pesante catena che imprigionava ben quattro schiavi, costretti a strisciare sulle ginocchia.
    Per un attimo gli parve di vedere un suo possibile futuro distorto in cui avrebbe accettato di fare lo schiavista, un futuro che lo avrebbe imbottito di denaro certo.. ma prosciugato di qualsiasi umanità. Non poteva intervenire in quel momento, un suo gesto sarebbe stato un intralcio al lavoro altrui; inutile dirvi che dalle parti di Tortuga tipi che creano grane sono disprezzati.
    Rimase muto, continuando a vagare in quelle strade sporche di peccati, si sentiva come una flebile luce nel buio: era conscio di essere un umano migliore di chiunque in quelle strade, ma non splendeva abbastanza da dimostrarlo.

    Marcus aveva ormai raggiunto il centro della città, la densità popolare era incrementata a dismisura, diventava difficile sgomitare fra la folla. Doveva racimolare qualche notizie sulla sua situazione, quanto tempo mancava prima che qualcuno si facesse qualche domanda sul suo conto, così entro in una locanda.
    Aprì la porta e lo spettacolo lo travolse: armoniche squillanti, percussioni picchiate a ritmo e pezzi di vetro che si infrangono. Era entrato nel pieno della rissa: era sempre impossibile capire il perché o il come, qualcuno si azzuffava e all'improvviso TUTTI si azzuffavano.

    Fissò per un pò quelle facce contorte in espressioni di rabbia, tutti quei criminali che scatenavano la loro furia repressa a vicenda. Schivando i cocci e i vetri volanti, percorse la stanza verso i tavoli più in fondo, la sua distanza dall'epicentro dello scontro e la sua massa imponente lo avevano tenuto lontano dal combattimento. Arrivò e appoggiò il pesante borsone su una sedia al suo fianco, mentre prese anche lui posto: in pochi attimi arrivò una ragazza che servì una bottiglia al fabbro. Non stupitevi se non l'ha ordinata, in molte zone della città ti vengono imposti acquisti se entri in locali: l'avete capito no? Qua funziona un po tutto così.

    Esaminò il recipiente non riuscendosi a spiegare cosa ci stesse dentro, poco ma sicuro era alcolico, l'odore così forte da essere pungente.. non era mai stato un bevitore accanito, nemmeno si era mai ubriacato ma diamine dopo quello che aveva fatto un bicchiere nemmeno dio in persona poteva negarglielo.

    Mentre si dissetava, guardando verso l'entrata vide tre loschi figuri avvicinarsi al bancone..
     
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  8. -skullcrusher
     
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    I tre si avvicinavano in gruppo compatto e minaccioso verso il bancone: in testa alla formazione c'era quello che evidentemente era il capo, un semplice elemento nel crimine superiore alla manovalanza. Un uomo alto sul metro e ottanta, vistose cicatrici sparse su quel volto degno di foto segnaletica: sguardo quasi omicida e chioma castana raccolta in una lunga coda, il Manto-Grigio era riuscito a scorgere un paio di pugnali nella sua cintura.

    Gli altri due erano poco più alti di lui, uno calvo ed uno biondo, la loro posa minacciosa e stazionaria onorava il loro "lavoro". Erano probabilmente i suoi sottoposti, lo scortavano scrupolosamente, uno di loro si poggiava sul trapezio una vistosa mazza di legno.

    Marcus sorseggiò nervosamente l'intruglio mentre li osservava, provare ad udire in mezzo a quella rissa da salgono era proibitivo, gli bastò tuttavia osservare le espressioni facciali per ricostruire i fatti. Tre bifolchi erano venuti lì a chiedere il pizzo, nulla di nuovo, tuttavia non se ne andarono dopo aver usurpato il bottino.
    I due protettori, entrambi armati, si avvicinarono alla folla di picchiatori, rimanendo ancora a distanza sicura. Un impavido pirata, accinto nella sua lotta, indietreggiò per evitare una sediata: proprio in quel momento dalle spalle, senza un briciolo di onore, il biondo gli suonò un gancio destro. L'espressione del poveraccio si contorse in una smorfia grinzosa quando le nocche impattarono sulla sua tempia mettendolo al tappeto.

    Un grido di entrambi i tipi, alimentato dal fomento della situazione, li fece partire: il calvo si getto nella mischia con il bastone, menandolo qui e là facendo valere la sua sleale superiorità. Inutile dire che in pochi secondi gli animi si erano calmati: chi era ancora lucido era scappato dalla mischia in tempo, chi era troppo ubriaco per farne parte era ormai andato giù.

    BARISTA! Un bruciabudella all'istante! gridò minacciosamente il biondino. Entrambi soddisfatti della vittoria si diressero nuovamente al bancone pronti a scolarsi dio solo sa quanta roba.

    Il degrado sociale di Haven era confermato da scene come queste, se è vero che il sistema si basa sulla corruzione ma funziona senza molti intoppi, è vero pure che la legislazione di quest'isola è campata in aria. Regolamenti di conti portavano a risse come quella, la gente si univa perché aveva voglia di darle e sfogare la rabbia: quando entravano in gioco i teppisti cambiava la situazione.
    Questo posto è come un dado con decine di facce, non puoi sapere cosa ti capita: basta trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
    Esattamente mentre il giovane rifletteva su queste parole vide il gruppo riorganizzarsi e vagare nella locanda: ora che la rissa era terminata, era facile udire anche a media distanza, complice lo schiamazzare di quei cretini.

    Volete offrire a chi protegge queste strade? disse il capo a un tavolo piuttosto popolato, nella meschinità delle sue parole era chiaro che la sua non era una domanda. Tutti erano terrorizzati, nessuno si oppose e il Manto-Grigio notò come i tre proseguivano di tavolo in tavolo, avvicinandosi sempre di più alla sua posizione: gli mancavano ancora tre tavoli, poteva farcela.
    Stava per afferrare il borsone e celarlo sotto al tavolo o dove meglio poteva ma venne notato, in pochi attimi incrociò lo sguardo con i delinquenti: camminavano spediti in sua direzione, i due ancora con la mazza a portata di mano.

    E chi abbiamo qui! Buona sera allo scimmione! esordì sprezzante incrociando il suo sguardo Ci paghi la bevuta?

    Rimase indifferente, non voleva problemi finché non risolveva ciò che lo aveva portato lì se poteva evitarli. Calò una mano nelle tasche e afferrò la sacca di monete, ne afferrò una manciata e li mise nel recipiente postogli. Erano forse anche più di quello che chiunque dava, eppure non poté fare a meno di notare che il gruppetto non si era mosso e non gli staccavano gli occhi di dosso.

    Scherzi? Questi non bastano campione.
    E' da ieri che un affare è andato male, al capo serve la grane ed è incazzato, io sono ancora più incazzato di lui.
    Per esempio.. darci quella borsa?


    Il gigante ritrasse il borsone a se mettendoselo in spalla e si alzò dalla sedia: si erse dinanzi a quel volto deturpato da chissà quali scontri e incrociò lo sguardo con lui a distanza ravvicinata. Quel bastardo capellone non sembrava togliergli lo sguardo di dosso, le sopracciglia aggrottate ostilmente

    Mi piacerebbe ma.. non oggi. Avete avuto quello che volevate, mi sembra abbastanza.

    Quelle armi gli servivano ancora a tutti i costi: forse quei tre non avevano capito le sue passate mansioni, forse erano solo cani che sentivano padroni del mondo. Sta di fatto che il capo rispose con un grugnito all'affermazione della montagna e, alzando con rapidità il braccio tirò un forte schiaffo sul viso del vaygr.
     
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  9. -skullcrusher
     
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    Quasi inerme il bestione osservò la mano schiantarsi sulla sua guancia, rivoltandogli il viso. Veloci ed euforiche note di pianoforte echeggiavano nella stanza da un pianoforte, al nostro qui presente nemmeno era dato sapere da dove arrivassero.
    Spremeva il suo acume in quel poco tempo che gli rimaneva, concentrandosi al massimo: doveva attingere alle esperienze guadagnate in tutte le risse passate. Lasciò a terra il borsone tenendolo vicino a lui, allargò le gambe stando sugli avampiedi e osservò il capellone ridersela fragorosamente assieme ai manigoldi che lo squadravano dall'alto verso il basso

    "Più grossi sono e più stanno a cuccia!
    Magari ci renderesti da schiavo...."
    e scoppiò in un'altra risata, a tratti isterica. Fece un passo in avanti e cercò di sferrare un calcio frontale al nordico che di risposta indietreggiò, mantenendosi strettamente vicino al carico di armi. Da dietro avanzò uno dei criminali armato di bastone cercando di caricare Marcus che, con un movimento laterale, si portò fuori dalla traiettoria del colpo e sferrò due diretti mandibola del malcapitato che sfondò un tavolo cadendo.

    Prima regola del fight club.... resta sempre in movimento, per bontà di dio!
    E' quello che il contrabbandiere si limitò a fare: velocemente afferrò l'arsenale e incominciò ad indietreggiare nella locanda mentre quei due gli correvano dietro imbufaliti. Allungava la mano libera qua e là rovesciando sedie e tavoli a terra, rendendo ostica la sua "cattura". Arrivato in uno spiazzo più largo vicino all'entrata poggiò a terra il borsone e si rimise in guardia affrontando il capo.
    Tentò un gancio sinistro al viso del capellone, con destrezza schivò il colpo tirando un colpo d'incontro al viso del Manto-Grigio; l'altro teppista infierì con una mazzata sulle costole.

    Aveva incassato quei colpi rimanendo in piedi, d'altronde la sua conformazione gli garantiva una notevole stabilità. Il capo si aggiustò la frangia in tutta la sua superbia e si posizionò in guardia da pugile, di gran lunga superiore a quella del nordico stesso: gli si riavvicinò e cominciò a menargli velenosi diretti al viso, molti vennero parati e solo due lo colpirono, uno gli ruppe il labbro.
    Non poteva continuare, per quanto fosse grosso la superiorità numerica lo metteva a rischio. Se il pugile dinanzi a lui era più rapido di lui, c'era decisamente un netto divario fra la potenza fisica dei due: dopo aver parato l'ennesimo colpo il gigante si abbassò sulle ginocchia e afferrò saldamente l'avversario, con rapidità lo alzò e con quanta forza aveva in corpo lo scagliò su un tavolo diversi metri più in là.

    Furioso, rivolse lo sguardo verso l'unico rimasto in piedi che non demordeva: macinava la distanza che li separava brandendo la mazza di legno. Stufo di tanta insolenza, il Manto-Grigio estrasse con maestria lo spadone tranciando a metà l'arma. La ripose nella fondina con altrettanta manualità e sorrise a ciò che ormai non rappresentava alcuna minaccia per lui: intercettò una sua ultima carica con un calcio a spazzata e, una volta a terra, lo colpì con una bottigliata sul viso. Un ultimo fastidioso rumore provocato dalla rottura di ciò, le ultime note allegre pian piano si spegnevano nel silenzio piombato nella sala: la montagna di muscoli si mise il cappuccio e riprese il borsone in spalla, mentre lanciava occhiate alla folla.

    Molti sembravano sorpresi della sua vittoria, alcuni erano rimasti indifferenti tutto il tempo, ormai abituati alle risse quotidiane in quella locanda. Nessuno si era messo in mezzo per fomentare altra violenza, tantomeno per cercare di sottomettere Marcus: ci fu tuttavia qualcuno che si permise di frapporsi fra lui e il capellone che giaceva a terra tossendo.

    "No! Noo! Ti prego non ucciderlo!! Farò qualsiasi cosa tu vuoi!!""

    Una voce che in quella disperazione riusciva comunque ad essere angelica, una bellissima ragazza poco più grande si era messa a un paio di metri da quello che era evidentemente il suo amante e giaceva a terra. Non era una prostituta del locale, sembrava essere una abitante locale: nonostante fosse vestita di stracci e indumenti rattoppati quegli splendidi occhi risplendevano. Una candida e pura luce in un girone infernale: possibile che un delinquente da quattro soldi riuscisse ad attrarre una persona così innocente?
    Il gigante avanzava piano piano fissandola, provava pietà per lei che cercava di difendere così lealmente il suo uomo.

    In questi momenti ad Haven si rivela ciò che realmente tu sei, forgiando la tua esistenza permanentemente : qualsiasi criminale o trafficante al solo udire di quel "qualsiasi" avrebbe già preso una camera e stuprato la ragazza, magari per poi schiavizzarla tutta la vita. I più sadici e spietati le avrebbero tagliato la gola solamente per l'intromissione. Sulle enormi spalle di Marcus pendeva l'ago della bilancia: come abbiamo già ribadito questo ragazzo non è uno stinco di stanco, ma suvvia..lasciate in pace questo povero diavolo!

    Passò al fianco della donna che piangeva e singhiozzava sempre più in pena senza urtarla e si avvicinò al capellone, era ancora cosciente e strisciava a mò di lumaca. Quella presa lo aveva devastato, sicuramente incrinandogli un paio di costole; il fabbro si abbassò piegando le ginocchia e afferrò per il colletto del vestito il teppista

    "Che cosa sai dell'affare andato male?" chiese minacciosamente, dopo un breve istante aggiunse "Ti consiglio di non mentirmi, perché ho poca pazienza e non sarò clemente!"

    Addolorato e senza ormai opporre resistenza, parlò "Pare che il capitano Marvinson doveva rimediare un carico di schiavi e armi.. non si hanno sue notizie"

    "Di chi sospetta il capo??"

    Alzandolo con più forza, quasi stesse tenendo un gatto per la collottola:
    "Credi sia stupido? Sospetta di te.."

    Marcus incrociò un'ultima volta lo sguardo con quell'angelo di ragazza. Ritornando al discorso precedente, Haven può mostrare degrado e squallore; è tuttavia in un ambiente così malfamato e opportunista che il ragazzo si rese cosciente della sua personalità. Credete che per essere buoni bisogni essere eroi? Predicatori? Paladini? C'è una linea così sottile fra le due cose, specie qui ad Haven dove il sotterfugio e la società si abbracciano.
    Se da una parte è vero che bisogna saper stare dal bene, dall'altra è vero che i cattivi sono tali perché vincono sempre: è un dato di fatto, il Manto-Grigio non era nulla per fermare lo schiavismo, la corruzione e i mali del mondo, ma nel suo piccolo poteva cercare di cambiare le sorti.
    Se da una parte la giustizia è comprata all'asta.. dall'altra parte si devono usare metodi più duri, veri e propri pugni di ferro per ottenerla. Sbattete un criminale in prigione ed entro un paio d'anni ritornerà sulla piazza, potendo fare solo quello nella vita: accusatelo e denunciatelo, per poi osservare i testimoni assassinati e una giuria manipolata. Questa la chiamate giustizia?
    Con forza afferrò il pugile, stavolta per i capelli, alzò il suo viso dal suolo affinché potesse fissarlo negli occhi

    "Oggi tu puoi scegliere.
    Puoi tornare dal tuo capo più in fretta che puoi e dirgli che Marvinson è sbarcato, si è ubriacato, ha discusso con il fabbro per poi ucciderlo e ti ha ridotto così quando gli hai chiesto spiegazioni sui soldi. Se tu non lo fai


    Notando la sua faccia già dipingersi quasi in un sorriso maligno, rivolse di nuovo lo sguardo alla sua ragazza

    "Io vado di là da quel bel visetto, mi ci diverto un paio d'orette e poi la squarcio in mille pezzi!" nulla di cui sarebbe mai stato capace o volente, ma per intimorire uno stronzo devi essere cattivo. Non un cattivo, IL CATTIVO. Osservò la sua espressione contorcersi e gli tappò la bocca prima che potesse urlare

    "Pensi di poterlo fare??" Annuì nervosamente, percepì il suo sudore freddo appiccicarglisi alla mano "..bene. Ah, un'altra cosa"
    Mentre lo alzava per i capelli mettendolo in posizione eretta:

    "Se ti rivedo in giro un'altra volta ad Haven ti taglio la gola. Vai dal tuo capo e sparisci da quest'isola.
    Gli diede un calcio nel didietro mandandolo alla sua donna, velocemente si incamminò con il suo borsone verso l'uscita del locale, era meglio evitare altre attenzioni.

    Non ci sarebbero stati problemi in quanto alla notorietà, non aveva ucciso nessuno e aveva utilizzato lo spadone solamente per disarmare. I combattimenti e i regolamenti di conti erano pane quotidiano in tutte le locande del posto; le orecchie e gli occhi dei presenti all'avvenimento avevano visto tutto e, allo stesso tempo... non avevano visto niente.
    Alla luce di questi eventi i lettori si saranno fatti qualche domanda su Marcus, ma permettete un un'ultima domanda: pensate che un banalissimo processo giudiziario avrebbe garantito giustizia effettiva tanto quanto il suo intervento?
     
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  10. -skullcrusher
     
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    Non era fiero delle orrende parole che aveva pronunciato ma era conscio che, sebbene lui non si sarebbe mai macchiato la coscienza con atti così tanto malvagi, la sola minaccia era bastata. Non riusciva a spiegarsi però la furia incontrollabile che lo aveva spinto a quei terribili omicidi, forse è meglio dire che non trovava un modo per giustificare le sue azioni. Quei marinai erano probabilmente le persone più viscide che avesse mai incontrato, mutilarli e giustiziarli lo rendeva meglio di loro? Sicuramente non potevano più fare del male del mondo, il peso sulle spalle del prode gigante però incrementava sempre più.

    E sulla sottile linea fra bene e male, giusto e sbagliato, si incamminava il vaygr. A passo svelto passava in mezzo alla folla avvicinandosi sempre di più al pieno centro di Haven, più paragonabile a un bassofondo che a un centro stesso. La popolazione sguazzava sempre più in quel folle mare di tormento: prostitute, gruppi di mercenari, schiavisti con le loro merce, ladri che cercavano pesci piccoli come prede e venditori abusivi con banchetti di merce, sicuramente ricettata.
    Qualche poveraccio qui e là nei vicoli veniva picchiato o rapinato mentre inerme, l'imponente uomo non poteva far altro che guardare e passare: imboccò nel primo vicolo libero e incominciò a percorrere le varie diramazioni, guardandosi da gruppi numerosi di persone e dai sospettosi mendicanti. Doveva raggiungere la casa di Spike, un suo vecchio e caro amico di infanzia che come lui in età giovanile aveva ceduto al canto delle sirene del denaro: la sua casa non distava molto da lì.

    Diverse volte quel ragazzo era venuto a Vaygrjord partecipando di persona agli affari, essendo un ricettatore di grande abilità era riuscito a puntarsi addosso gli occhi di Shiv e di conseguenza ad entrare nel giro. Era ora di far fruttare quell'arsenale da guerra che si era portato fin lì: salì le scalinate e percorse il cortile per poi presentarsi dinanzi alla porta del suo amico. Busso ben otto volte, segno di riconoscimento prestabilito dai due tempo addietro, in poco tempo si aprì la porta dove, con non poca difficolta, l'enorme uomo entrò.

    Sorridente come sempre lo attendeva il suo amico, anch'egli alto e piazzato, non enorme quanto Marcus ma nemmeno lontanamente magro. Quelle forzute mani però non avevano mai lottato, erano troppo impegnate a svuotare tasche

    "Cosa ti porta qui Marcus?"

    chiese subito il biondo dopo aver fatto accomodare il Manto-Grigio mentre preparava un infuso caldo, tradizioni/abitudini di vivere a temperature molto basse. Si schiarì la voce e parlò cauto, c'era molto da dire

    "Ho avuto problemi con il pirata Marvinson. Mentre facevamo l'affare.. hanno detto di non volermi pagare se non schiavizzavo alcune persone ed è sfociato un combattimento.."

    Mentire lo confortava, ancora non riusciva ad accettare la realtà figurarsi spiegarla

    "E sei venuto qui subito?? Ti hanno seguito???" sbraitò nervosamente avvicinandosi alla finestra, spiando fra i pannelli di vetro "Sei in guai belli grossi amico mio! L'aria si è fatta pesante, Shiv è incazzato per i carichi persi e sta muovendo tutti i suoi sgherri!

    "Ne sono consapevole ma no, non sono nei guai. Ne ho incontrati un paio e li ho.. persuasi a rivelare la mia morte a Shiv, per mano di Marvinson per giunta. Qui entra in gioco il tuo aiuto..
    Ho bisogno che organizzi un incontro con il capo per restituire queste.."
    si alzò in piedi avvicinandosi al compaesano e gettò a terra il borsone aprendone parte, rivelando quell'ammasso di ferraglia da guerra: notò la sua espressione stupida e si compiacque. Il suo piano era talmente creativo che nemmeno un mastro del sotterfugio come Spike poteva comprendere

    "Tu dovrai dirgli che Marvinson ti ha detto ciò.. e giusto per rendere ciò credibile.." afferrò rapidamente la testa del suo amico e con un po di forza gli sbattè il volto sul muro

    "AHIA! BRUTTO BASTARDO!"

    Si voltò menando un istintivo gancio verso Marcus: eluse il corpo indietreggiando con tutto il corpo e si riavvicinò con un diretto d'entrata sullo zigomo. Conosceva perfettamente le sue reazioni da quando erano ragazzini, l'aveva colpito dove poteva lasciargli più segni ma fargli meno male. Un bell'occhio nero avrebbe convinto sicuramente

    "Fa sempre male, dannato scimmione!"
    non era una vera e propria lotta, doveva solamente rendere il suo piano credibile.. il suo grande piano!!
     
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  11. -skullcrusher
     
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    Massaggiandosi il volto che si andava pian piano tumefacendo, Spike si rivolse nuovamente al suo compagno, stavolta con l'animo calmo.

    "Ci conosciamo da una vita Marcus.. cosa ti ha detto la testa? Ammazzi un pirata sottoposto a Shiv e lo derubi? Chiamate lo sceriffo signore e signori!" alzando il tono di voce e gesticolando nervosamente.
    Il contrabbandiere non rispose subito, si rimise lentamente a sedere e chinò lo sguardo verso un punto fisso

    "Comincio a pensare che abbiamo sbagliato, entrambi.
    Mentre i nostri compatrioti muoiono in guerra, noi sfruttiamo la polveriera lasciata da essa: abbiamo tirato su una bella fortuna vendendo strumenti di morte. Considerando che, da qui a poco, potremmo diventare "famigerati" per i nostri traffici, attireremmo notorietà. Di conseguenza l'astio di bande rivali, pensi che a Shiv freghi qualcosa di noi??"


    "In realtà devi ammettere che.."

    Con una presa di posizione Marcus lo interruppe alzandosi di scatto, in posizione eretta

    "Ma se vuoi procedere ad una vita di affari con trafficanti di bambini fa pure!
    Ma dammi un vero motivo per continuare. Entrare in un circolo vizioso di corruzione soldi e damigiane?"
    anch'egli alzò il tono di voce, cercando di far sentire all'amico ciò che pensava realmente .."Un infinito ciclo di vite e morti, non era questo ciò da cui cercavamo di fuggire un tempo Spike?"
    Sapeva in cuor suo che nonostante l'avidità, il compagno gli era leale; quelle parole lo avevano colpito nel profondo e restava a occhi sbarrati ad ascoltare il gigante.

    "Un ultimo grande spettacolo e leviamo le tende domani stesso."

    Non appena notò Spike annuire gli spiegò tutti i dettagli per poi passare la notte su uno scomodo divano




    Sono le nove del mattino, qui ad Haven è ancora relativamente presto: le ore di sonno per chi aveva passato la notte a razziare o in stato di ebbrezza erano ancora poche. Il sole batteva sui palazzi lasciando ancora le strade poco illuminate, i due vaygr si erano separati per prepararsi alla loro grande operazione: mentre il ricettatore raggiungeva Shiv, il possente Manto-Grigio si ritrovava nuovamente in un vicolo. Dinanzi a lui c'era un senzatetto molto particolare; le leggende narravano di vari saccheggi da lui eseguiti in avamposti militari senza spargere una goccia di sangue. Un vero e proprio "maestro della strada", un ricettatore che si nasconde volontariamente in mezzo agli scarti della società per mantenere contatti ancor più saldi insospettabilmente.
    Da una tasca tirò fuori una bottiglia di vetro, simile a quella di rum ma completamente ripiena di una sostanza grigia e polverosa: una quantità industriale a vedersi.

    Senza nemmeno dire una parola porse l'oggetto velocemente al vaygr che lo infilò in una tasca nel mantello stesso, gli porse una grande manciata dei denari rimasti e ne aggiunse un'altra porzione molto abbondante:

    "Tu non mi hai mai visto"

    Un cenno di intesa fra i due e un bel "a mai più rivederci".
    Dopo aver ottenuto l'ingente quantità di polvere da sparo vagò per un altro paio d'ore nel centro senza una principale meta, si muoveva senza dare nell'occhio e tendeva l'orecchio dove poteva: gli bastò sentire due volte di una presunta morte (ovvero la sua) per terminare l'investigazione.
    Con fretta si dileguò da quelle spregevoli vie e ritornò nell'abitazione del suo amico, egli lo attendeva dopo la porta stessa fiero di comunicargli l'esito positivo: Shiv credeva di vedere Marvinson e le sue armi allo scoccare della mezzanotte.

    Avevano molto tempo ma svolgere il tutto il prima possibile era la scelta più saggia. Aprì il borsone permettendo a Spike di armarsi: essendo un ricettatore non era adatta al suo lavoro un'armatura, al massimo un fido pugnale. Nonostante l'arsenale da battaglia disponibile sembrò rimanere fedele a uno stile leggero: prese due coltelli gettando quel suo stuzzicadenti nella borsa, uno svariato numero di pugnali da lancio e qualche protezione. Mancava solo il posizionamento delle armi e l'attesa della mezzanotte.
     
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  12. -skullcrusher
     
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    "Hai stabilito Quella postazione per lo scambio?"

    Spike annuì mentre l'0mone versava tutta la bottiglia sulle armi, macchiandole e intridendole di grigio. Il suo compagno ultimò il piano estraendo dalle tasche uno strano gingillo, agli occhi ignoranti del Manto-Grigio era incomprensibile la sua utilità, altrettanto difficile era la sua descrizione. Poteva solo domandare, il ricettatore gli rispose che era un artefatto di tecnologia misteriosa che, in qualche modo, riusciva a comprendere e utilizzare il chakra; l'importante era che..

    "Chiunque apra questa borsa dopo di noi.. mentre la chiudeva per l'ultima volta ""..salterà in aria!"

    La passò a Marcus che se la caricò in spalla: il suo amico, come un avvoltoio, aveva avvinghiato la fortuna di tutti quei criminosi anni in numerosi sacchi. Tuttavia non li prese, non era ancora il momento: assieme varcarono la porta e come delle ombre si incamminarono per la città in direzione del luogo di scambio.
    Shiv era venuto a conoscenza poco meno di un'ora fa di codesto appuntamento, la postazione entrò un paio d'ore sarebbe stata inespugnabile e brulicante di mercenari, l'intervento dei ragazzi fu rapido e tempestivo.
    In poco meno di dieci secondi arrivarono ai piedi di quell'altura che si affacciava sulle rocciose sponde del canale: in cima vi era un altrettanto imponente edificio dall'aria malconcia. Una vecchia industria abbandonata con un che di inquietante: forse quelle grandi ciminiere o l'oscurità in sé che avvolgeva quel posto.
    Entrare senza far notare il proprio passaggio era difficile, un enorme portone sigillava quel posto; qui entrava in gioco Spike. I due incappucciati con fare losco si avvicinavano, cauti di non essere seguiti o osservati in quel cumulo di rovina: vari pilastri di ferro giacevano qua e là inutilizzati, macchinari spenti e ormai obsoleti.

    Pochi metri li separavano da quella porta e il ricettatore deviò direzione incominciando ad andare verso il lato del posto, verso il dirupo.
    "Il mio controllo del vento mi permetterà di entrare senza sfondare la porta. Dammi il borsone, lo lascerò nell'edificio.

    Così Marcus fece per poi osservare il suo amico sparire dalla propria vista e ritornare qualche minuto dopo libero del pesante carico: il primo passo era completato, restava solamente la parte del piano elaborata per lo più dal Manto-Grigio e a dir poco.. folle.

    Con un altrettanto breve tragitto ritornarono nella casa, passando il resto della giornata a prepararsi: Spike per lo più vagava qui e lì in armatura e pantofole, nervoso in vista del combattimento in arrivo e altrettanto in foga per il raccatto di ogni cosa di valore nella sua abitazione. Il possente vaygr invece affilò il suo spadone e rifinì la sua corazza per poi concedersi riposo corporeo.
    Dopo la cena Marcus era più carico che mai, quando ormai solo trenta minuti rimanevano alla mezzanotte, i due lasciavano per l'ultima volta la casa
     
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  13. -skullcrusher
     
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    Il losco duo si muoveva con rapidità in quelle affollate strade, sgomitando fra la massa con noncuranza proseguivano incappucciati: man mano che si avvicinavano alla destinazione la densità popolare calava sempre più. La direzione era un vecchio capanno abbandonato; fra quelle gelide mura si celava il magazzino degli schiavisti di Shiv, il luogo da cui buona porzione dei suoi guadagni proveniva.
    Sfruttando la distrazione del falso incontro il Manto-Grigio avrebbe posto fine a questa macabra attività, più si intricavano fra quelle vie e più una certa tensione turbava il ragazzo: se fin lì se l'era cavata nell'anonimato, un minimo fallimento ora lo avrebbe esposto alle peggiori sofferenze. E' corretto dire che, nel migliore del peggiore dei casi, Marcus sarebbe finito sulle liste nere di molti cacciatori di taglie.

    Spike dal canto suo non sembrava esser da meno, l'aria nervosa e quello sguardo paranoico caratterizzavano la sua bizzarra figura, l'imminente scontro poteva solamente inasprire quell'animo da furfante. Dopo una delle tante svolte poggiò una mano sul petto del fabbro con forza, tenendolo dietro l'angolo: cauto si affacciò per osservare.

    Due uomini stavano appoggiati ad un muretto affianco ad un vistoso e logoro cancello sbarrato da una spranga, si fumavano una sigaretta e il loro aspetto definiva il loro ignobile mestiere: entrambi ricoperti di pezzi di cuoio rinforzato e armati di una vistosa frusta chiodata sul cinturone. Certamente l'ingresso non era l'unico disponibile, scavalcando avrebbero potuto senza problemi entrare nel perimetro ma..

    "Potrebbero essere un problema.."

    Si voltò verso il ricettatore; il suo viso era a tratti crucciato mentre esaminava ogni possibile opzione

    "Cerco un accesso da quest'altro lato, ho bisogno di scoprire quanti uomini ci sono oltre il cancello e fuori dal capannone. Occupati di loro, ci vediamo là dentro!"

    Così indietreggiò e si dileguò con rapidità nei vicoli lasciando solo il Manto-Grigio. Il suo stile non era furtivo per forza di cose, troppo ingombrante per danzare fra le ombre con maestria. Tentò il tutto per tutto, attese un momento in cui i balordi alzarono la voce e balzò fuori dall'angolo: assortiti nei banali discorsi notarono il gigante a pochi passi da loro troppo tardi.
    Stavano ancora sul muretto, non appena alzarono lo sguardo il gigante li punì con un fendente laterale all'altezza dei crani. Non ebbero tempo di urlare, la lama colpì fatalmente non lacerando ma bensì rompendo entrambi i crani in un istante: raccolse l’arma a se e si acquatto lesto a terra.
    Si guardò intorno assicurandosi la mancanza di testimoni per poi silenziosamente sfilare la spranga e aprire il cancello, quel tanto che bastava per permettere alla sua possente figura di varcarlo.

    C’erano una ventina di metri al cancello, il vaygr si muoveva rasente alla recinzione in mezzo alla vegetazione, le foglie alte coprivano parzialmente i suoi movimenti e la notte contribuiva al resto. Era ancora abbastanza lontano da non farsi udire, tuttavia una fiaccola attirò la sua attenzione: si addentrò sempre più nelle prossimità dell’entrata al capannone e scorse un falò.
    Otto schiavisti sedevano nelle prossimità di esso riscaldandosi con il fuoco, ancora non era in grado di capire nulla fuorché borbottii. Muovendosi lentamente per emettere meno suono possibile il gigante si avvicinò rannicchiato in mezzo alle foglie, arrivando a dieci metri di distanza dai manigoldi.

    Un enorme porta scorrevole era l’ovvia entrata al magazzino degli schiavi: sicuramente molti uomini erano stati assoldati da Shiv per l’incontro alla fabbrica. La superiorità numerica poteva rivelarsi ostica, eppure i due avevano la fortuna dalla loro: avevano beccato tutti i mercenari in quello che sembrava essere un momento di pausa.
    E’ quando non si aspetta un attacco che fa più male: Marcus udì un sibilo fendere il vento ed in pochi istanti un coltello da lancio di Spike si conficcò nella nuca di uno dei criminali, il quale cadde incosciente con il viso a terra. Era il segnale.

    Il panico si scatenò nella combriccola, numerosi schiamazzi e via; in un rapido secondo balzarono in piedi sguainando le loro armi e assumendo una formazione. L’attenzione era vitale per il successo, dalle posizioni ci volle poco al Manto-Grigio per comprendere che avevano a che fare con uomini forgiati dalla guerra stessa e dunque molto esperti. Scorse qualche maggior dettaglio osservando il gruppo nel quale spiccavano i più possenti: un energumeno armato di una vistosa alabarda e tre spadaccini, uno munito di scudo. Più piccoli ma non meno pericolosi erano i rimanenti, due stazionavano più vicini rispetto agli altri e si assomigliavano: probabilmente dei fratelli,entrambi muniti di coltelli e fruste chiodate.
    Il caso volle che il più vicino al vaygr fosse l’unico arciere, che rivolgendosi agli altri

    ”Gorn, vai avanti con lo scudo. Appena vedo questo figlio di puttana gli buco la testa!”

    Si separò dal gruppo posizionandosi nella boscaglia, pericolosamente vicino a Marcus stesso: aveva la freccia incoccata e non attendeva altro che un prossimo attacco.

    Il fabbro comprese il momento, il suo momento ormai giunto: estrasse lo spadone velocemente per poi scattare verso l’arciere. Trapassò il petto dell’ignaro arciere, il suono inconfondibile di quell’enorme lama che logora le interiora echeggiò nella testa della montagna di muscoli.
    Con cruentezza appoggiò un piede alla schiena del fu arciere, estraendo l’arma e notando che ormai l’attenzione del gruppo era rivolta solo a lui.

    Roteò l’arma spargendo schizzi di sangue a terra e posizionandola lateralmente di fronte a se, quasi chiudendosi in una posizione difensiva. Un’esorbitante quantità di coltelli vennero lanciati verso il gruppo dei guerrieri, l’ottima strategia si rivelo vana e futile, nessun arma andò a segno.
    Esposto ai suoi nemici ma pronto a rimediare, Spike emerse dal buio brandendo i pugnali e procedendo con piede di guerra.

    Gli schiavisti si divisero: due dei spadaccini, fra i quali Gorn, si posizionarono a quattro metri di distanza da Marcus; alle loro spalle ben protetti i due fratelli che volteggiavano la frusta pronti a colpire. Mentre l’energumeno e l’ultimo spadaccino rimasto si volgevano verso Spike, l’attenzione del fabbro venne attirata dallo scudo dell’avversario che aveva dinanzi: sembrava nuovo, era grosso quasi quanto il suo corpo e ne copriva gran parte a scapito della sua mobilità. I dettagli e le decorazioni della protezione stessa, così come il suo materiale, davano l’idea di un pregiato strumento di guerra: saccheggiato da qualche cavaliere defunto probabilmente..

    Il prode Manto-Grigio si posizionò in guardia e non appena vide il nemico armato di scudo partire lo caricò di tutta risposta: con gran possanza sollevò l’enorme spadone menando un fendente che impattò contro la muraglia di ferro. Il suono distorto riecheggiò, di tutta risposta il difensore rispose con un fendente di spada.
    Il vigore di Marcus non cedeva, inclinando la spada e ancorandosi al terreno sui talloni bloccò quel colpo: la superiorità numerica giocò la sua parte quando una frustata colpì dritto allo zigomo il gigante, successivamente ferito da un affondo sull’addome.

    Indietreggiò di un metro con un balzo e venne avvolto da un immenso dolore, la corazza era stata nullificata e la lama lo aveva trafitto: la ferita doleva al vaygr, fortunatamente non era profonda.
    Concentrò rapidamente il chakra, focalizzò ed eseguì in pochi istanti: un invisibile campo magnetico creato dal guerriero che avrebbe reso tutti i suoi nemici più lenti in quanto muniti di armatura. La strategia del prode fabbro consisteva nell’attirare gli avversari a se e colpirli, sfruttando appunto la lentezza: non vistoso quanto una palla di fuoco o una sfera di acqua certo, ma efficace contro nemici..umani perlomeno.

    Osservò nuovamente l’avversario più vicino piombarsi con ferocia su di lui, con prontezza il Manto-Grigio produsse una scarica elettrica dalla mano sinistra colpendo lo scudo: ormai debilitato dall’attacco elementale, fu facile per il possente guerriero colpirlo con un fendente laterale.
    Impattò con forza sull’armatura, Gorn perse l’equilibrio ruzzolando a terra per poi venir finito terribilmente: in un attimo tutte le uccisioni eseguite da Marcus, tutti quei macabri spargimenti di sangue gli passarono dinanzi agli occhi.

    Credeva di non essere nato per un conflitto armato, per una impervia vita colma di battaglie; mai aveva pensato che un giorno avrebbe calato la falce sulle esistenze altrui come un tristo mietitore. Cominciava a comprendere di essere un vero vaygr.. un uomo dall’animo di ferro, un uomo che in fondo in fondo, di guerra combatte la sua. Con un grido calò lo spadone più volte sul cranio del fante, le grida di rabbia dei compagni sovrastavano quei disgustosi scricchiolii cranici. Nonostante l’aura magnetica attiva il secondo spadaccino si rivelava ancora una volta più rapido del nostro caro fabbro, si gettò su di lui in un vero e proprio scontro di lame: menava fendenti contro l’enorme spadone, tanta era la rapidità che Marcus non trovava tempo per contrattaccare.
    Con la coda dell’occhio notò i fratelli avvicinarsi a portata di frusta, non poteva reggere il confronto ancora a lungo; l’astuzia avrebbe guidato i suoi passi.

    Dopo l’ennesimo incrocio di spade forzò l’arma la sinistra, riuscendo ad inclinare di lato l’arma bianca: fu in quel momento che schivò indietreggiando un affondo di contrattacco e menò un colpo con il manico al mento del nemico.
    Una mossa alquanto azzardata, andò a segno ma la poca pratica in un colpo così particolare rovinò tutto: lo spadone scivolò di mano al vaygr.
    Disarmato e a distanza ravvicinata, nulla gli restava se non far valere la sua massa: menò un paio di pugni e afferrò l’uomo lanciandolo a terra poco più in là.
    Un sibilo preavvisò l’arrivo delle fruste, stavolta entrambe colpirono il vaygr al viso graffiandolo: i due erano dei cecchini, con facilità colpivano le zone scoperte minacciando l’incolumità del gigante.

    Di istinto si voltò sferrando un altro Thunder Blast, investì uno dei fratelli colpendolo al petto con la scarica. Si volse nuovamente allo spadaccino che stava provando invano a recuperare la sua arma: Marcus gli risparmiò la fatica, aggrappò l’arma bianca e la conficcò con forza nella sua schiena.

    ”Adesso mi hai proprio stufato! Vai all’inferno!!!

    Gridò l’unico avversario del Manto-Grigio attualmente in piedi, ripose la frusta e calò la mano nel giacchetto estraendo un moschetto: la rapidità del pistolero fu disarmante.

    Un momento più unico che raro in una vita, il momento in cui sai che dopo un clic partirà un colpo su di te: la grande paranoia di ogni lavoratore illecito di Kalendor, la liquidazione dagli affari loschi per eccellenza. In questo importante momento il malcapitato non può far altro che chiudere gli occhi e contorcersi in una goffa espressione facciale, pronto così come NON pronto al peggio.

    In questo caso la peggior ipotesi si avverò: una forte botta la petto, seguita da un pallino in testa e un altro nuovamente sul petto. Completamente stordito il vaygr cadde all’indietro, con il corpo sdraiato affianco alla salma di Gorn. Cosa cazzo era appena successo? Aveva visto decine e decine di volte l’utilizzo di moschetti specialmente in mare.. la fregatura di quei così era il tempo di ricarica dannatamente lungo, ma questo figlio di puttana aveva appena sparato tre pallini uno dopo l’altro.

    Tanto forte fu la botta, specialmente quella in testa, che ancora non realizzava a pieno l’accaduto. Quello non era un moschetto qualunque; se i due gemelli erano dei pericolosi cecchini, ora erano i peggiori avversari che potesse trovarsi davanti Marcus.
    Si rialzò tastandosi quello che presto sarebbe evoluto in un enorme ematoma sulla fronte, i colpi al busto erano dolorosi quasi quanto l’affondo subito precedentemente. La visione del suo nemico pronto alla ricarica lo spronò a lanciarsi in un offensiva totale, conscio del fatto che concedendo distanza ai due avrebbe solo peggiorato le cose. Con una furia sanguinaria li raggiunse, costringendo il moschettiere a gettare la sua arma a distanza per sostituirla con un pugnale.

    Nulla che potesse impensierire l’ormai spavaldo vaygr, ingaggiò uno spettacolare incrocio di lame con il fratello armato di frusta: le catene d’acciaio riuscivano a parare i colpi dello spadone, eppure la dimensione dell’arma del gigante era di gran lunga superiore.
    Giocò il fattore a suo vantaggio e, proprio mentre la superiorità numerica stava per fargli uno scherzetto dimostrò il suo valore: con un fendente laterale fece passare la sua arma in mezzo a quelle corde metalliche, per poi strattonare con vigore lateralmente, disarmando così il nemico.
    Concentrando una discreta quantità di chakra roteò di 180° gradi menando due poderosi fendenti, sancendo la sua vittoria.

    Alzò fieramente il capo in quel bagno di sangue e volse subito l’attenzione al suo amico: stava recidendo la gola al massiccio schiavista, ultimo dei tanti a lasciare la vita in quel trasandato prato. Senza perdere tempo il duo si avviò all’entrata dell’enorme capannone, rivelando un triste scenario: una grande folla organizzata in quattro linee, tutti accumunati da un’enorme catena e bendati. I loro corpi erano vistosamente deturpati dalle torture, i loro volti vuoti e provati dalla schiavitù.
    Il gigante tratteneva le lacrime mentre spaccava con forza ogni congiunzione della catena e mentre toglieva le bende, rivelando quegli occhi spenti e privi di speranza.

    Un gruppo di bambini appena libero si fiondò sul gigante abbracciandolo, talmente piccola la loro statura che si limitavano a stringergli con forza le rotule.
    Dopo l’emozione del momento radunò tutti gli schiavi liberati fuori dal capannone per poi appiccare un incendio: osservava le fiamme espandersi nell’edificio gratificato. Si era bandito da solo da Haven per l’eternità e certo non gli sarebbe entrato nessun soldo nelle tasche a fine giornata.. ma non si era mai sentito così realizzato, in un certo senso anche la giustizia paga.
    Non è mai troppo tardi per la redenzione… questa giustizia marziale lo giustificava? Infondo si trattava di atti peccaminosi verso chi era stato non solo un peccatore ma un degno residente delle bolge infernali.

    Il Manto-Grigio e Spike scortarono con gentilezza la massa di persone, l’ultima ma ancor più ardua parte del programma era portarli alla salvezza. Un gruppo così grande di persone in movimento sarebbe risultato come un gigante gregge di pecore, troppi sguardi indesiderati: i vaygr divisero la massa in piccoli gruppetti, non attiravano troppa attenzione ma sempre meglio che rischiare di farli ritornare alla vita da schiavi di lì a poco, no?

    Assicuratisi dei piani seguiti, i due si diedero alla fuga: incappucciati e anonimati si diramavano per le vie in direzione delle coste, la paranoia si faceva sentire a ogni persona che incontravano e i cuori battevano più forti man mano che si avvicinavano. Fortunatamente i guai erano passati, i due erano ormai fuori dalla zona abitativa di Tortuga e nei pressi del canale interno all’isola.. alla visione della nave che li avrebbe scortati tirarono un sospiro di sollievo.
    Montarono sul ponte lanciandosi un’ultima occhiata dietro: nessuno li attendeva, il piano finale era stato un successo per i due

    ”Che farai adesso Spike?”

    ”Bah, chi lo sa. Mi hai trascinato in un questa follia, ormai dovrò trovarmi un nuovo lavoro.
    L’imbarcazione è diretta a Shal’aira, dicono che le imponenti dune e le tremende tempeste di sabbia servano solo a celare corruzione e affari illeciti.


    Marcus gli lanciò un’occhiataccia, venendo subito ripreso

    ”Mi dispiace bello mio, è come sono fatto. Puoi stare certo che questi trafficanti di persone mi repellono: prima di entrare nel giro mi assicurerò di conoscere ogni faccia della medaglia, farò un po di domande in giro.. è la mia specialità!”

    Concluse sorridendo; il Manto-Grigio riflesse sulla loro amicizia lungo gli anni e la loro crescita in quei loschi ambienti. Agli occhi di tutti due barbari nordici, ad un occhio più attento due veri e propri esemplari di dio: bruti in battaglia e pacati nella vita, entrambi ignoranti per il contesto nativo ma entrambi desiderosi di conoscenza e colmi di intelligenza.

    ”Accompagnami sottocoperta.. cerchiamo il medico, dovrò farmi ricucire questi tagli!”

    FINE

     
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    Scrittura: 1
    Una marea di errori, che sfociano da periodi troppo lunghi, tempi verbali incorretti (passi dal presente al passato e nuovamente al presente) ed errori di natura sintattica. Nel complesso il testo si fa leggere, sia chiaro, ma c'è da lavorare abbastanza su questi punti. L'unico modo è continuare ad esercitarsi e magari leggere qualche libro di quelli belli pengi (Terry Brooks bne ha un'infinita e personalmente ne vado matto).

    Interpretazione: 1
    Uh, qua ero davvero insicuro se darti il massimo o meno. E voglio dire, DAVVERO insicuro. Alla fine ho optato per darti un bonus diverso, che leggerai dopo. Perchè? Perchè sono convinto che ci sia un margine di miglioramento su quello che si può fare su Marcus. Voglio dire, prende e spacca facce a destra e manca, uccide a sangue freddo nonostante sia la prima volta e poi se ne pente. Il che ci sta, sia chiaro, mi piace l'aspetto "barbarico" che ha. Ricorda però di non esagerare in questo "GODMODE ON", dopotutto se prendi a martellate la faccia di qualcuno come minimo ti spacchi qualche nocca, se non peggio.
    In definitiva, molto bene. Marcus mi piace, ma cerca di ridimensionarlo un pò. Sono curioso di vedere cosa succede in una quest più articolata e che coinvolge altri PG.

    Strategia: 0
    Niente combat.

    Bonus: 1
    Infine, ti do un punto bonus per la lunghezza. Alcuni post sono più corposi di altri, ma comunque hai quasi superato una pagiuna di role da solo e senza sfruttare truccheti del tipo "testo in grande" o "impaginazione stretta". Bravo

    Skullcrusher: 3 EXP

    Valutatore: 1 EXP + 100 GOLD
     
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13 replies since 18/10/2016, 06:34   140 views
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