Il losco duo si muoveva con rapidità in quelle affollate strade, sgomitando fra la massa con noncuranza proseguivano incappucciati: man mano che si avvicinavano alla destinazione la densità popolare calava sempre più. La direzione era un vecchio capanno abbandonato; fra quelle gelide mura si celava il magazzino degli schiavisti di Shiv, il luogo da cui buona porzione dei suoi guadagni proveniva. Sfruttando la distrazione del falso incontro il Manto-Grigio avrebbe posto fine a questa macabra attività, più si intricavano fra quelle vie e più una certa tensione turbava il ragazzo: se fin lì se l'era cavata nell'anonimato, un minimo fallimento ora lo avrebbe esposto alle peggiori sofferenze. E' corretto dire che, nel migliore del peggiore dei casi, Marcus sarebbe finito sulle liste nere di molti cacciatori di taglie. Spike dal canto suo non sembrava esser da meno, l'aria nervosa e quello sguardo paranoico caratterizzavano la sua bizzarra figura, l'imminente scontro poteva solamente inasprire quell'animo da furfante. Dopo una delle tante svolte poggiò una mano sul petto del fabbro con forza, tenendolo dietro l'angolo: cauto si affacciò per osservare. Due uomini stavano appoggiati ad un muretto affianco ad un vistoso e logoro cancello sbarrato da una spranga, si fumavano una sigaretta e il loro aspetto definiva il loro ignobile mestiere: entrambi ricoperti di pezzi di cuoio rinforzato e armati di una vistosa frusta chiodata sul cinturone. Certamente l'ingresso non era l'unico disponibile, scavalcando avrebbero potuto senza problemi entrare nel perimetro ma.."Potrebbero essere un problema.." Si voltò verso il ricettatore; il suo viso era a tratti crucciato mentre esaminava ogni possibile opzione"Cerco un accesso da quest'altro lato, ho bisogno di scoprire quanti uomini ci sono oltre il cancello e fuori dal capannone. Occupati di loro, ci vediamo là dentro!" Così indietreggiò e si dileguò con rapidità nei vicoli lasciando solo il Manto-Grigio. Il suo stile non era furtivo per forza di cose, troppo ingombrante per danzare fra le ombre con maestria. Tentò il tutto per tutto, attese un momento in cui i balordi alzarono la voce e balzò fuori dall'angolo: assortiti nei banali discorsi notarono il gigante a pochi passi da loro troppo tardi. Stavano ancora sul muretto, non appena alzarono lo sguardo il gigante li punì con un fendente laterale all'altezza dei crani. Non ebbero tempo di urlare, la lama colpì fatalmente non lacerando ma bensì rompendo entrambi i crani in un istante: raccolse l’arma a se e si acquatto lesto a terra. Si guardò intorno assicurandosi la mancanza di testimoni per poi silenziosamente sfilare la spranga e aprire il cancello, quel tanto che bastava per permettere alla sua possente figura di varcarlo. C’erano una ventina di metri al cancello, il vaygr si muoveva rasente alla recinzione in mezzo alla vegetazione, le foglie alte coprivano parzialmente i suoi movimenti e la notte contribuiva al resto. Era ancora abbastanza lontano da non farsi udire, tuttavia una fiaccola attirò la sua attenzione: si addentrò sempre più nelle prossimità dell’entrata al capannone e scorse un falò. Otto schiavisti sedevano nelle prossimità di esso riscaldandosi con il fuoco, ancora non era in grado di capire nulla fuorché borbottii. Muovendosi lentamente per emettere meno suono possibile il gigante si avvicinò rannicchiato in mezzo alle foglie, arrivando a dieci metri di distanza dai manigoldi. Un enorme porta scorrevole era l’ovvia entrata al magazzino degli schiavi: sicuramente molti uomini erano stati assoldati da Shiv per l’incontro alla fabbrica. La superiorità numerica poteva rivelarsi ostica, eppure i due avevano la fortuna dalla loro: avevano beccato tutti i mercenari in quello che sembrava essere un momento di pausa. E’ quando non si aspetta un attacco che fa più male: Marcus udì un sibilo fendere il vento ed in pochi istanti un coltello da lancio di Spike si conficcò nella nuca di uno dei criminali, il quale cadde incosciente con il viso a terra. Era il segnale. Il panico si scatenò nella combriccola, numerosi schiamazzi e via; in un rapido secondo balzarono in piedi sguainando le loro armi e assumendo una formazione. L’attenzione era vitale per il successo, dalle posizioni ci volle poco al Manto-Grigio per comprendere che avevano a che fare con uomini forgiati dalla guerra stessa e dunque molto esperti. Scorse qualche maggior dettaglio osservando il gruppo nel quale spiccavano i più possenti: un energumeno armato di una vistosa alabarda e tre spadaccini, uno munito di scudo. Più piccoli ma non meno pericolosi erano i rimanenti, due stazionavano più vicini rispetto agli altri e si assomigliavano: probabilmente dei fratelli,entrambi muniti di coltelli e fruste chiodate. Il caso volle che il più vicino al vaygr fosse l’unico arciere, che rivolgendosi agli altri”Gorn, vai avanti con lo scudo. Appena vedo questo figlio di puttana gli buco la testa!” Si separò dal gruppo posizionandosi nella boscaglia, pericolosamente vicino a Marcus stesso: aveva la freccia incoccata e non attendeva altro che un prossimo attacco. Il fabbro comprese il momento, il suo momento ormai giunto: estrasse lo spadone velocemente per poi scattare verso l’arciere. Trapassò il petto dell’ignaro arciere, il suono inconfondibile di quell’enorme lama che logora le interiora echeggiò nella testa della montagna di muscoli. Con cruentezza appoggiò un piede alla schiena del fu arciere, estraendo l’arma e notando che ormai l’attenzione del gruppo era rivolta solo a lui. Roteò l’arma spargendo schizzi di sangue a terra e posizionandola lateralmente di fronte a se, quasi chiudendosi in una posizione difensiva. Un’esorbitante quantità di coltelli vennero lanciati verso il gruppo dei guerrieri, l’ottima strategia si rivelo vana e futile, nessun arma andò a segno. Esposto ai suoi nemici ma pronto a rimediare, Spike emerse dal buio brandendo i pugnali e procedendo con piede di guerra. Gli schiavisti si divisero: due dei spadaccini, fra i quali Gorn, si posizionarono a quattro metri di distanza da Marcus; alle loro spalle ben protetti i due fratelli che volteggiavano la frusta pronti a colpire. Mentre l’energumeno e l’ultimo spadaccino rimasto si volgevano verso Spike, l’attenzione del fabbro venne attirata dallo scudo dell’avversario che aveva dinanzi: sembrava nuovo, era grosso quasi quanto il suo corpo e ne copriva gran parte a scapito della sua mobilità. I dettagli e le decorazioni della protezione stessa, così come il suo materiale, davano l’idea di un pregiato strumento di guerra: saccheggiato da qualche cavaliere defunto probabilmente.. Il prode Manto-Grigio si posizionò in guardia e non appena vide il nemico armato di scudo partire lo caricò di tutta risposta: con gran possanza sollevò l’enorme spadone menando un fendente che impattò contro la muraglia di ferro. Il suono distorto riecheggiò, di tutta risposta il difensore rispose con un fendente di spada. Il vigore di Marcus non cedeva, inclinando la spada e ancorandosi al terreno sui talloni bloccò quel colpo: la superiorità numerica giocò la sua parte quando una frustata colpì dritto allo zigomo il gigante, successivamente ferito da un affondo sull’addome. Indietreggiò di un metro con un balzo e venne avvolto da un immenso dolore, la corazza era stata nullificata e la lama lo aveva trafitto: la ferita doleva al vaygr, fortunatamente non era profonda. Concentrò rapidamente il chakra, focalizzò ed eseguì in pochi istanti: un invisibile campo magnetico creato dal guerriero che avrebbe reso tutti i suoi nemici più lenti in quanto muniti di armatura. La strategia del prode fabbro consisteva nell’attirare gli avversari a se e colpirli, sfruttando appunto la lentezza: non vistoso quanto una palla di fuoco o una sfera di acqua certo, ma efficace contro nemici..umani perlomeno. Osservò nuovamente l’avversario più vicino piombarsi con ferocia su di lui, con prontezza il Manto-Grigio produsse una scarica elettrica dalla mano sinistra colpendo lo scudo: ormai debilitato dall’attacco elementale, fu facile per il possente guerriero colpirlo con un fendente laterale. Impattò con forza sull’armatura, Gorn perse l’equilibrio ruzzolando a terra per poi venir finito terribilmente: in un attimo tutte le uccisioni eseguite da Marcus, tutti quei macabri spargimenti di sangue gli passarono dinanzi agli occhi. Credeva di non essere nato per un conflitto armato, per una impervia vita colma di battaglie; mai aveva pensato che un giorno avrebbe calato la falce sulle esistenze altrui come un tristo mietitore. Cominciava a comprendere di essere un vero vaygr.. un uomo dall’animo di ferro, un uomo che in fondo in fondo, di guerra combatte la sua. Con un grido calò lo spadone più volte sul cranio del fante, le grida di rabbia dei compagni sovrastavano quei disgustosi scricchiolii cranici. Nonostante l’aura magnetica attiva il secondo spadaccino si rivelava ancora una volta più rapido del nostro caro fabbro, si gettò su di lui in un vero e proprio scontro di lame: menava fendenti contro l’enorme spadone, tanta era la rapidità che Marcus non trovava tempo per contrattaccare. Con la coda dell’occhio notò i fratelli avvicinarsi a portata di frusta, non poteva reggere il confronto ancora a lungo; l’astuzia avrebbe guidato i suoi passi. Dopo l’ennesimo incrocio di spade forzò l’arma la sinistra, riuscendo ad inclinare di lato l’arma bianca: fu in quel momento che schivò indietreggiando un affondo di contrattacco e menò un colpo con il manico al mento del nemico. Una mossa alquanto azzardata, andò a segno ma la poca pratica in un colpo così particolare rovinò tutto: lo spadone scivolò di mano al vaygr. Disarmato e a distanza ravvicinata, nulla gli restava se non far valere la sua massa: menò un paio di pugni e afferrò l’uomo lanciandolo a terra poco più in là. Un sibilo preavvisò l’arrivo delle fruste, stavolta entrambe colpirono il vaygr al viso graffiandolo: i due erano dei cecchini, con facilità colpivano le zone scoperte minacciando l’incolumità del gigante. Di istinto si voltò sferrando un altro Thunder Blast, investì uno dei fratelli colpendolo al petto con la scarica. Si volse nuovamente allo spadaccino che stava provando invano a recuperare la sua arma: Marcus gli risparmiò la fatica, aggrappò l’arma bianca e la conficcò con forza nella sua schiena.”Adesso mi hai proprio stufato! Vai all’inferno!!! Gridò l’unico avversario del Manto-Grigio attualmente in piedi, ripose la frusta e calò la mano nel giacchetto estraendo un moschetto: la rapidità del pistolero fu disarmante. Un momento più unico che raro in una vita, il momento in cui sai che dopo un clic partirà un colpo su di te: la grande paranoia di ogni lavoratore illecito di Kalendor, la liquidazione dagli affari loschi per eccellenza. In questo importante momento il malcapitato non può far altro che chiudere gli occhi e contorcersi in una goffa espressione facciale, pronto così come NON pronto al peggio. In questo caso la peggior ipotesi si avverò: una forte botta la petto, seguita da un pallino in testa e un altro nuovamente sul petto. Completamente stordito il vaygr cadde all’indietro, con il corpo sdraiato affianco alla salma di Gorn. Cosa cazzo era appena successo? Aveva visto decine e decine di volte l’utilizzo di moschetti specialmente in mare.. la fregatura di quei così era il tempo di ricarica dannatamente lungo, ma questo figlio di puttana aveva appena sparato tre pallini uno dopo l’altro. Tanto forte fu la botta, specialmente quella in testa, che ancora non realizzava a pieno l’accaduto. Quello non era un moschetto qualunque; se i due gemelli erano dei pericolosi cecchini, ora erano i peggiori avversari che potesse trovarsi davanti Marcus. Si rialzò tastandosi quello che presto sarebbe evoluto in un enorme ematoma sulla fronte, i colpi al busto erano dolorosi quasi quanto l’affondo subito precedentemente. La visione del suo nemico pronto alla ricarica lo spronò a lanciarsi in un offensiva totale, conscio del fatto che concedendo distanza ai due avrebbe solo peggiorato le cose. Con una furia sanguinaria li raggiunse, costringendo il moschettiere a gettare la sua arma a distanza per sostituirla con un pugnale. Nulla che potesse impensierire l’ormai spavaldo vaygr, ingaggiò uno spettacolare incrocio di lame con il fratello armato di frusta: le catene d’acciaio riuscivano a parare i colpi dello spadone, eppure la dimensione dell’arma del gigante era di gran lunga superiore. Giocò il fattore a suo vantaggio e, proprio mentre la superiorità numerica stava per fargli uno scherzetto dimostrò il suo valore: con un fendente laterale fece passare la sua arma in mezzo a quelle corde metalliche, per poi strattonare con vigore lateralmente, disarmando così il nemico. Concentrando una discreta quantità di chakra roteò di 180° gradi menando due poderosi fendenti, sancendo la sua vittoria. Alzò fieramente il capo in quel bagno di sangue e volse subito l’attenzione al suo amico: stava recidendo la gola al massiccio schiavista, ultimo dei tanti a lasciare la vita in quel trasandato prato. Senza perdere tempo il duo si avviò all’entrata dell’enorme capannone, rivelando un triste scenario: una grande folla organizzata in quattro linee, tutti accumunati da un’enorme catena e bendati. I loro corpi erano vistosamente deturpati dalle torture, i loro volti vuoti e provati dalla schiavitù. Il gigante tratteneva le lacrime mentre spaccava con forza ogni congiunzione della catena e mentre toglieva le bende, rivelando quegli occhi spenti e privi di speranza. Un gruppo di bambini appena libero si fiondò sul gigante abbracciandolo, talmente piccola la loro statura che si limitavano a stringergli con forza le rotule. Dopo l’emozione del momento radunò tutti gli schiavi liberati fuori dal capannone per poi appiccare un incendio: osservava le fiamme espandersi nell’edificio gratificato. Si era bandito da solo da Haven per l’eternità e certo non gli sarebbe entrato nessun soldo nelle tasche a fine giornata.. ma non si era mai sentito così realizzato, in un certo senso anche la giustizia paga. Non è mai troppo tardi per la redenzione… questa giustizia marziale lo giustificava? Infondo si trattava di atti peccaminosi verso chi era stato non solo un peccatore ma un degno residente delle bolge infernali. Il Manto-Grigio e Spike scortarono con gentilezza la massa di persone, l’ultima ma ancor più ardua parte del programma era portarli alla salvezza. Un gruppo così grande di persone in movimento sarebbe risultato come un gigante gregge di pecore, troppi sguardi indesiderati: i vaygr divisero la massa in piccoli gruppetti, non attiravano troppa attenzione ma sempre meglio che rischiare di farli ritornare alla vita da schiavi di lì a poco, no? Assicuratisi dei piani seguiti, i due si diedero alla fuga: incappucciati e anonimati si diramavano per le vie in direzione delle coste, la paranoia si faceva sentire a ogni persona che incontravano e i cuori battevano più forti man mano che si avvicinavano. Fortunatamente i guai erano passati, i due erano ormai fuori dalla zona abitativa di Tortuga e nei pressi del canale interno all’isola.. alla visione della nave che li avrebbe scortati tirarono un sospiro di sollievo. Montarono sul ponte lanciandosi un’ultima occhiata dietro: nessuno li attendeva, il piano finale era stato un successo per i due”Che farai adesso Spike?” ”Bah, chi lo sa. Mi hai trascinato in un questa follia, ormai dovrò trovarmi un nuovo lavoro. L’imbarcazione è diretta a Shal’aira, dicono che le imponenti dune e le tremende tempeste di sabbia servano solo a celare corruzione e affari illeciti. Marcus gli lanciò un’occhiataccia, venendo subito ripreso”Mi dispiace bello mio, è come sono fatto. Puoi stare certo che questi trafficanti di persone mi repellono: prima di entrare nel giro mi assicurerò di conoscere ogni faccia della medaglia, farò un po di domande in giro.. è la mia specialità!” Concluse sorridendo; il Manto-Grigio riflesse sulla loro amicizia lungo gli anni e la loro crescita in quei loschi ambienti. Agli occhi di tutti due barbari nordici, ad un occhio più attento due veri e propri esemplari di dio: bruti in battaglia e pacati nella vita, entrambi ignoranti per il contesto nativo ma entrambi desiderosi di conoscenza e colmi di intelligenza.”Accompagnami sottocoperta.. cerchiamo il medico, dovrò farmi ricucire questi tagli!” FINE