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.SubuzaSPOILER (clicca per visualizzare)Per amor di narrazione, inserirò particolari riguardanti la vecchia ambientazione solo in questo primo post per potermi riallacciare alla vita attuale di Subuza.
Mi sono reso conto di non essermi mai preso il tempo per parlare di come Subuza sia sopravvissuto alle vicissitudini tragiche che hanno sconvolto il mondo negli ultimi 5 anni. Guerre decennali, morte, distruzione e odio hanno imperversato terribili nel paese cancellando migliaia di vite e interi sistemi politici fino a modellare Kalendor come la conosciamo oggi. Le forze in gioco si sono assestate e la situazione oggi è di certo meno infuocata sebbene i carboni sotto la brace continuano ad ardere di risentimento e desiderio di vendetta, tuttavia pochi sono coloro che possono vantare di essere sopravvissuti alla spaventosa crisi che il paese ha vissuto senza esserne stati profondamente marchiati, sia nel corpo che nello spirito.
La maggior parte dei ninja che Subuza conosceva è rimasto ucciso nella guerra suicida che ha visto i vari villaggi scontrarsi tra loro, mentre quei pochi che erano sopravvissuti non sono mai più riusciti ad andare avanti. Non poteva mai dimenticare l'espressione che aveva visto sul volto di Kyle quel giorno a Braxamundis. Lui, il cinico e calcolatore mercenario, ridotto in quel modo, ad esibirsi in un arena per pochi esaltati, neutralizzando i propri avversari per risparmiargli la vita.
Immaginò di poter comprendere cosa poteva essere scattato nella sua testa dopo la schiacciante sconfitta che li aveva visti protagonisti. Dopo il grande incendio a Konoha, l'esplosione a Suna e l'affondamento della flotta kiriana, assieme a quelle migliaia di persone tra ninja e civili era morto un ideale. Era morto tutto ciò che il sistema rappresentava, tutto il mondo che avevano giurato di proteggere con i loro villaggi nascosti di un tratto non aveva più bisogno di loro e li osservava bruciare lentamente e sparire dalla faccia della terra senza versare nemmeno una lacrima.
Quel giorno, dopo che si era fatto catturare di proposito per farsi mettere faccia a faccia contro Kyle nell'arena di Braxamundis, dopo che erano riusciti a dissimulare la propria morte per mano di quei due imperiali, dopo che avevano assunto mentite spoglie per sgattaiolare via da quell'arena ormai liberi, lo aveva guardato negli occhi, quel mercenario senza più qualcosa per cui combattere, e allora capii. Non era stata la morte dei suoi uomini, mandati a morire contro le flotte dello shogunato, a ridurlo così.
Non il tradimento di Suna e Oto, diventate avversari inaspettati per dei già stremati Konoha e Kiri, portando i ninja ad uccidersi l'uno con l'altro conferendo un enorme vantaggio agli invasori del nord. Non era stato nemmeno la prolungata assenza di Subuza, che poteva essere benissimamente incolpato del precipitare degli eventi per non essere stato lì insieme alla resistenza ad organizzare il proprio villaggio. No, niente di tutto ciò avrebbe potuto scalfire lo spirito di Kyle e questo Subuza lo sospettava.
E' stato il modo sublime con cui lo shogunato aveva deposto il proprio condottiero, giustiziandolo di fronte al popolo per essere stato responsabile, assieme ai ninja, del peggior massacro bellico della storia del paese. E' stato il colpo di genio che aveva ripulito in un secondo le mani dei loro carnefici, ergendoli a fari nell'oscurità e difensori della vera giustizia e pace. E' stata l'idea dell'impero, fulgida, perfetta e inattaccabile, ad aver fatto crollare il suo sistema nervoso.
E guardandolo un ultima volta andare via, travestito da medico, zoppicante per via delle ferite, capì il vero motivo per cui una cosa del genere lo aveva distrutto. Era stato perché una idea del genere non era venuta a lui.◊ ◊ ◊ ◊
Dal braxamundis era passato un anno e qualcosa in più. Un mistero per tutti, persino per Kyle, è il passato di Subuza durante la guerra e successivamente. E' sempre stato il tipo di persona che pensa al proprio tornaconto personale, che sceglie astutamente le proprie battaglie e che non metterebbe mai a rischio la propria vita per un bene migliore. La realtà era che doveva ancora trovare qualcosa di più prezioso della propria vita per cui sacrificarsi, ecco perché tra le sue fissazioni era sempre presente quella di trovare ogni modo per prolungarla.
Aveva girato un pò là e un pò qua per il paese, riuscendo maledettamente bene a far perdere qualsiasi traccia della sua presenza dopo gli avvenimenti del Braxamundis. L'aveva vista come una liberazione, lui, tutta quella distruzione. Non aveva più responsabilità e vincoli, non doveva più dar conto della vita di migliaia di persone sotto la propria responsabilità. Per come la vedeva lui, i più intelligenti avevano abbandonato quella causa persa prima che fosse troppo tardi, tutti quelli morti nel mentre erano semplicemente stati troppo stupidi per riconoscere la verità.
La verità che un sistema come quello poteva solo portare morte, odio e divisioni. Promuovere cieca obbedienza e ignoranza fino a quando, come accaduto, non si fosse autodistrutto. Egli stesso era rimasto affascinato da quello che l'impero era riuscito a creare ma possiamo dire che, per il momento, esso conservava un posto in secondo piano nei suoi interessi.
L'interesse principale adesso era di nuovo la sua ricerca della conoscenza assoluta, della verità circa la natura del vero potere. Dopo aver perso miseramente contro quel monaco sulle montagne di Ephiora, Subuza doveva trovare un altro modo per raggiungere tale scopo, motivo per cui con la stessa silenziosa cura che il suo predecessore aveva usato era apparso nella biblioteca, nello stesso settore in cui Shikaku si trovava, ignaro di non essere solo in quell'ala vuota dell'edificio.
Completamente sereno, cominciò ad aggirarsi tranquillo tra i corridoi, canticchiando qualcosa distratto. Atteggiamenti differenti di anime simili con un passato gemello, ma anime agli antipodi, come il giorno e la notte. Due demoni, certo, finalmente a confronto dopo anni oscuri senza luce.. -
.CITAZIONEOvvimanete le tecniche citate sono solo per rendere meglio l'idea di ciò che succede.
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.Subuza
Cercava qualcosa in particolare? Non avrebbe saputo dirlo nemmeno lui. Dubitava che la stessa copia del libro di Eldritch si trovasse nella libreria di Neagora, persino in quell'ala sgombra del seminterrato. Se davvero in tutto l'edificio ce ne fosse una copia, sarebbe nella libreria personale del direttore o qualcosa del genere. Non che quei bifolchi ignoranti comprendessero appieno la pericolosità di quel libro, quanto il fatto che al mercato nero le uniche copie rimaste erano quotate decine di migliaia di monete d'oro, per via del grande rogo degli scritti di Eldritch e l'uccisione di Eldritch stesso durante la grande inquisizione di quasi cento anni prima.
Bruciare vivo qualcuno per la semplice sete di conoscenza, comportamento tipico dell'essere umano. Non c'era bisogno del potere di Eldritch per corrompere l'animo di un uomo, per quello bastavano il potere e il desiderio di ricchezze, erano quelli i veri mali dell'uomo, non certo la passione per l'occulto e le stregonerie.
Divagava in questo modo col pensiero mentre scorreva il dito sulla superficie delle copertine dei libroni riposti, osservando distrattamente i titoli. Qui c'era qualche trattato di medicina, con qualche accenno di necromanzia, sicuramente niente di importante se tali libri erano tenuti tanto in vista su quegli inutili scaffali.
Ebbe solo il tempo di posare lo sguardo sul buco lasciato da un libro mancante per rendersi conto di non essere solo. Una figura incappucciata era dall'altra parte dello scaffale e incrociò lo sguardo con il suo. Un unica parola ululata si schiantò contro il petto di Subuza, facendo prendere un bello spavento, mentre tentava di sollevare le braccia e di impastare il chakra più velocemente possibile per reagire all'aggressione repentina.
Tutto quello che gli riuscì fu espellere instintivamente una grossa onda d'urto che avrebbe limitato qualsiasi azione offensiva avesse in mente l'altro. Ciò che invece lo raggiunse però non fu una lama, bensì un brulicante ammasso di filamenti neri come il loro creatore, che lo avvinghiò costringendolo irrimediabilmente.SPOILER (clicca per visualizzare)Skill: Meditation Blast New
[Azione]
Focus: Difensivo
Se non si sono compiuti movimenti extra, talenti o attacchi fisici durante il precedente attacco, questa skill costa Rapido.
L'utilizzatore emette un impulso d'aria che si espande come una bolla ed emette un forte boato. La sfera ha raggio 2 metri.
Riduce il danno fisico subito di 10+[10xRank]
Può essere eseguita due volte nello stesso turno, in tal caso il cooldown viene applicato dopo la seconda esecuzione.
[Cooldown 2 turni]
[Chakra: 20]
L'onda d'aria comunque si rese più utile di quanto pronosticato, perché fu sufficiente a sbilanciare l'intera libreria che li divideva proiettandola contro Shikaku e schiantandosi contro quella alle spalle dell'ex hokage, bloccandolo per il momento.
Si! Esclamò Subuza, pronto a guizzare via da quella spinosa situazione fino a quando non avesse compreso con chi aveva a che fare, ma si rese conto subito che qualcosa non quadrava. Non era possibile rendersene conto nell'oscurità di quello stanzone, ma si sentì vincolato al suolo, i propri movimenti irrimediabilmente bloccati. Erano passati diversi anni da quando era caduto in un trucchetto simile e riviverlo ora gli regalò una terribile sensazione.
Un Nara. Si lasciò scappare mentre il pensiero già viaggiava più veloce del proprio corpo, pronto a rielaborare il piano. Piegò le falangi della mano artigliata formando una specie di conca mentre il chakra assorbiva e comprimeva una grande quantità d'aria al suo interno, dirigendola verso la sagoma nera che intravedeva attraverso gli scaffali. Parte dei libri erano crollati dalla sua parte, ma con questa nuova mossa la libreria ne sarebbe stata completamente svuotata mentre in un boato assordante l'aria veniva rilasciata per stordire l'avversario.SPOILER (clicca per visualizzare)Skill: Compression
[Azione]
Focus: Utilità
Aumenta improvviamente la pressione atmosferica attorno alla testa di un avversario, applicando STUN e assordandolo per il turno successivo.
La schivata per questa Skill costa uno slot rapido in meno.
[Chakra: 20]
[Cooldown 2 turni]
La mano che aveva lasciato partire il colpo fu abbassata mentre l'altra si alzava, spalacando il palmo verso l'alto facendovi apparire un libro luminescente e fluttuante. Codex Surgo, lux animae levate! Esclamò la vipera, mentre un aura luminescente, opposta a quella che aveva avvolto Shikaku, si levò improvvisamente attornò a lui, condensandosi in spire eteree e candide che si dilinearono in maniera sempre più definita fino a dare forma a una grossa serpe che guizzò attraverso gli scaffali, tentando di mordere Shikaku alla base del collo.SPOILER (clicca per visualizzare)Action: Codex Surgo
[Gratuito]
Equippa o disequippa un oggetto di tipo Libro presente nella propria scheda.
[Cooldown 1 volta per turno]
Skill: Inspiration
[Rapido]
Attiva una Summon dell'utilizzatore su di un bersaglio entro i 15 metri (anche se stessi). Ogni attacco fisico del bersaglio consegue un attacco della summon (se la summon è a portata, difendersi dall'attacco del bersaglio si applica anche all'attacco dell'evocazione) Il primo attacco andato a segno attiva il Potere della Summon a favore del bersaglio ispirato. La Summon dura 2 turni incluso quello di casting.
L'Action: Veni e l'Aura: Summoning Circle non hanno effetto su tale summon e questa Skill non influenza il cooldown delle Summon, nè il Bonus di tale Summon può essere attivato.
[Chakra: 40]
Skill: Summon Pure Soul *
Livello I
Evoca uno spirito candido e giusto [la descrizione fisica è a discrezione dell'evocatore]
Potere: Il bersaglio colpito infligge il 50% di danni fisici in meno verso l'evocatore per i prossimi 2 turni.
[Chakra: 30]
Contrariamente a quanto poteva pensare, il morso della serpe non avrebbe causato un avvelenamento letale nell'avversario, bensì un intorpidimento di spirito che avrebbe reso lui meno pericoloso e Subuza in una posizione di vantaggio, mentre tentava di capire che diavolo stesse succedendo. Evidentemente noi due ci conosciamo, anche se non ho ancora capito con chi ho il dispiacere di "parlare". Sicuramente un NARA che non conosce affatto le buone maniere, è buona creanza presentarsi prima di aggredire qualcuno all'improvviso, non te lo ha mai insegnato nessuno?
Subuza, inchiodato al suolo e mezzo avvinghiato da quei filamenti neri, non era per niente tranquillo in quella situazione. Essere alla mercè del controllo di qualcun altro era una sensazione che non sopportava, tuttavia come suo solito non gli avrebbe dato alcuna soddisfazione, ostentando calma e freddezza fino all'ultimo.
Edited by Ryuk* - 9/11/2016, 16:39. -
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.Subuza
Poche erano le cose al mondo in grado di sorprendere Subuza, ormai. Sin dall'accademia ninja veniva inculcato il pensiero che nulla è mai come sembra e che bisogna sempre cercare di prevedere l'impensabile in ogni situazione. Ad Oto probabilmente questo concetto veniva esasperato, dato che in un determinato periodo tradimenti e sotterfugi erano fin troppo comuni soprattutto tra i propri alleati e confratelli. Da giovane, paranoie e incubi lo avevano tormentato a lungo, costretto a temere per la propria vita ogni singolo giorno.
Dovendosi districare in un simile rete di serpi, Subuza arrivò a prendere una semplice e ovvia decisione: diventare la serpe più velenosa e infida di tutte al fine di prevalere, al fine di sopravvivere e di non dover temere più alcunché da nessuno. All'epoca lo faceva guidato da un unico chiodo fisso che rincorreva con dedizione maniacale. Un'ossessione che grazie al cielo era riuscito a scrollarsi di dosso man mano che la sua veduta della vita in generale maturava con l'esperienza.
Era stato per troppo tempo un semplice ragazzino viziato, anche dopo essere riuscito a far tremare chiunque al mondo al semplice udire il suo nome. Ora, nel sentirlo pronunciare da uno degli spettri di quel passato sepolto, ebbe un fremito.
Non riconobbe il volto, non aveva mai sentito la voce, ma dalle sue parole associò immediatamente un nome. Shikaku, il numero uno di Konoha, era in piedi di fronte a lui. Lo scaffale riverso all'indietro ancora li separava ma per lui era come averlo ad un palmo dal naso, mentre gli vomitava addosso tutto il suo rancore e il suo odio.
Già visto, non era il primo "sopravvissuto" che incontrava e, sebbene si contassero ormai sulle dita quelli che non avevano fatto perdere definitivamente le loro tracce, non avrebbe scommesso sarebbe stata l'utilma.
Tuttavia Shikaku fu il primo ad accusarlo direttamente di essere stato una delle cause della loro sconfitta. Aveva udito tanto da Kyle del fantomatico paladino biondo del paese del fuoco. All'epoca, sentirne la descrizione gli faceva venire in mente un Koike nei suoi anni migliori. Tutti con lo stampino questi ninja prodigio, pensò mentre collocava il Nara in un posto di sufficienza nella propria mente.
Vederlo lì, vivo e vegeto, segnato nell'animo e nel corpo ma pur sempre vivo, ad infuocarsi ancora per una causa persa, gli fece rivalutare la prima impressione avuta tanti anni prima. Congelò il suo viso in un'espressione plastica e impenetrabile, non gli riuscì nemmeno di fare il suo classico sorriso irrisorio dietro cui soleva nascondersi quando veniva insultato o accusato, colpa la sorpresa di un incontro tanto inaspettato.
E questo ci riporta al perché Subuza risultò spiazzato da quella situazione. Non tanto perché aveva dato per morto l'hokage ormai da tempo, e nemmeno per via delle accuse contro di lui. Era quell'ardore con cui pronunciava quelle parole, lo stesso ardore che aveva visto estinto negli occhi di Kyle, l'ardore ormai perso che aveva condotto Sebastian Cruelstaker al suicidio. L'ardore che lui aveva scelto di dimenticare.
Nakashima era più simpatico. Eccolo il suo sorriso, una smorfia goliardica che però non aveva lo stesso sapore velenoso di un tempo. La nostalgia attecchisce anche un cuore come il suo, evidentemente, anche se effettivamente c'erano diversi motivi dietro a quell'atteggiamento inusuale. Motivi che custodiva gelosamente dietro la sua solita maschera di distacco.
Fece per muoversi, verso il corridoio su cui affacciava lo scaffale. Buona parte dei suoi sensi erano impiegati a capire se quel frastuono avesse allerato qualcuno e per il momento sembravano non correre pericolo. Vide la trasformazione del Nara attenuarsi e lui si forzò a sorvolare sulla manifestazione di quel potere, fingendo di non notare la somiglianza con quello che aveva visto fare a Sebastian tre anni prima.
In risposta, fece sparire la serpe candida che fino a quel momento l'avvinghiava, soddisfatto di aver indotto timore (o perlomeno cautela) anche a una persona del calibro di Shikaku. "Sei persino più abile di quello che dicono" colpì il punto debole di Subuza, il suo ego, per cui si rilassò un poco in più di quanto avrebbe fatto normalmente nel ritrovarsi di fronte una persona con pensieri tanto ostili nei suoi confronti.
Il biondino meritava altre risposte come ricompensa di quell'ardore che, sotto sotto, Subuza gli invidiava. Continuò a osservarlo, interessato nella sua figura più di quanto lo fosse stato riguardo qualsiasi cosa negli ultimi due anni, pensando alle parole che aveva proferito. I demoni, amico mio, non muoiono mai del tutto. Possono sparire, per qualche tempo, annidarsi in qualche angolo buio, ma stai pur certo che prima o poi riusciranno a trovarti per finire il lavoro.
Citò le parole di un libro letto tanto tempo prima, gli sembrarono sufficientemente ad effetto per quella circostanza sebbene non riuscì a scacciare un brivido mentre le pensava. Alla fine abbassò il capo, addolcendo il sorriso tagliente che fino a quel momento aveva avuto, preferendo partire dall'ultima domanda nel rispondere.
No, comunque. Riferito alla domanda "Possibile che tu non ti chieda ogni giorno cosa avresti potuto fare per evitare lo sfacelo?" Non più, perlomeno. Ho smesso quando ho capito che non c'era proprio nulla che potessimo fare per evitare la fine di un sistema tanto malvagio.
Fece una pausa, ormai aveva raggiunto l'altro lato dello scaffale ma rimaneva ad almeno 5 passi ampi da Shikaku. E mi sorprende che uno come te, dopo tutto quello che è successo, dopo il modo in cui è successo, non ci fosse arrivato molto prima del suo triste epilogo.
Risollevò lo sguardo, il viso s'era rabbuiato ma un lato della bocca rimaneva piegato in una specie di sorrisetto che tradiva una certa saccenza. Avrebbe infastidito Shikaku, questo era certo, ma quando mai Subuza si era mai preoccupato di non provocare un proprio interlocutore?
Edited by Ryuk* - 15/9/2017, 17:01. -
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Edited by mrxxx - 15/9/2017, 19:49. -
.Subuza
Shikaku lo sorprese ancora, questa volta nell'arrendersi tanto presto alla semplice risposta di Subuza. Quell'ardore che prima aveva visto nel suo viso scemò quasi immediatamente fornendo la prova dell'instabilità del giovane. Questo erano diventati, tutti loro. Un branco di "dèi" caduti, divenuti loro malgrado improvvisamente mortali e incapaci di proseguire una vita lontano dall'olimpo. Alle volte credeva non si trattasse delle perdite né delle morti, quanto il riscoprirsi inadeguati a vivere in quel nuovo mondo a destabilizzare completamente l'individuo. In effetti, il retaggio dei ninja era radicale, con una forma mentis specifica e poco flessibile adatta a vivere solo in quel mondo fatto di intrighi e sotterfugi.
Già, poteva risultare difficile se non impossibile per simili individui riadattare il proprio pensiero al mondo che l'impero aveva creato e una prova di ciò era proprio il fatto che due dei migliori esponenti del vecchio mondo riuscissero a reincontrarsi e conversare solo nelle ombre di un luogo dall'accesso ristretto, mentre tentavano di evitare di venire scoperti.
Tuttavia il biondo fece luce su di un quesito irrisolto su cui effettivamente Subuza non aveva ancora avuto modo di soffermarsi, stranamente. L'ex kokage si trovava lì in cerca di qualche indizio insperato dopo la brusca battuta di arresto che aveva subito la sua ricerca, ma cosa invece poteva cercare uno come Shikaku nei reparti chiusi al pubblico della biblioteca Neagorese?
Ri... Mugugnò Subuza non riuscendo a nascondere un'espressione stranita. Risurrezione?
Subuza sgranò gli occhi per qualche istante, cercando di carpire cosa diavolo significasse una domanda tanto assurda. Lo sguardo cadde poi sul libro che Shikaku gli stava mostrando mentre ancora cercava un senso a quella richiesta.
Aggrottò le sopracciglia ma non allungò la mano per prendere il libro. Le iridi si spostarono di lato mentre metteva insieme i pezzi. Shikaku Nara, il condottiero di una intera nazione, sconfitto nel corpo e nello spirito, cercava libri proibiti in grado di fornirgli informazioni riguardo alla resurrezione.
Ma certo, aveva ammesso anche davanti a Subuza il proprio fallimento e la propria inadeguatezza di fronte alla fine del proprio mondo e del proprio popolo. Aveva anche tradito un insostenibile senso di colpa che lo attanagliava, il passo successivo più logico era uno solo: redenzione.
Cercava un modo per porre rimedio al proprio fallimento, cercando di revertire quanto di più ineluttabile esisteva al mondo.
Sul serio. Risurrezione. Ripetè abbandonando la propria espressione scioccata adesso che aveva dato un senso a quella richiesta. L'espressione assunta non nascondeva una sfumatura derisoria oltre che scettica, decorata da un sorriso incredulo.
Sospirò notando nel viso convinto del suo interlocutore la risposta ai propri dubbi. Abbassò lo sguardo, valutando cosa rispondere. Esistono porte che non vanno aperte e domande che non vanno poste, Shikaku. Poche, per nostra fortuna, ma estremamente pericolose. Per coloro che vi si avvicinano esiste un solo destino: oblìo.
Pronunciava quelle parole con calma atipica ed estrema serietà, facendole risuonare come un vero e proprio avvertimento, tuttavia non riuscì a trattenere il resto di quel che venne poi, figlio di una delusione latente per l'ingenuità del proprio interlocutore.
Ma di certo non troverai mai la chiave per una di quelle porte in questi insulsi fascicoletti, ammesso esistano. Il tono si fece nuovamente derisorio, sebbene non fosse ancora sua intenzione offenderlo. Risollevò lo sguardo, sistemandosi una ciocca di capelli ai lati della testa. Se non altro, se ne rese subito conto e tentò di rimediare, a suo modo.
Perdonami se sorrido, davvero, ma è da ingenui credere che esista sempre un rimedio ai propri errori. E cercarne disperatamente una anche di fronte all'ineluttabile è semplicemente... Ecco, ora doveva moderarsi. Non era necessario essere brutale, tuttavia in quel frangente Shikaku aveva bisogno che qualcuno gli facesse affrontare la realtà... Sciocco?
Scosse il capo allargando le braccia, come chi dice "mi dispiace ma così stanno le cose", lasciando poi ricadere le braccia sui fianchi. Alle volte bisogna semplicemente accettare le conseguenze dei propri errori, prenderne atto, rimboccarsi le maniche e andare avanti.
Lo guardò abbandonando l'attenggiamento derisorio. Quel che stava dicendo era una verità a cui lui stesso era giunto, tanto tempo fa. Ciò che è perso per sempre non deve essere disturbato.
Edited by Ryuk* - 16/9/2017, 23:10. -
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.Subuza
Come già detto, non era la prima volta che Subuza incontrava qualche sopravvissuto che gli dava contro con una certa veemenza a causa della sua estraneità riguardo gli ultimi avvenimento del mondo ninja che avevano portato al suo annientamento. E come detto, tali accuse venivano accolte da Subuza con freddezza che man mano che questi episodi si moltiplicavano scivolava sempre più verso l'insofferenza. Non doveva giustificarsi con nessuno al di fuori di sè stesso e trovava fastidioso che gli si venisse recriminato qualcosa riguardo all'evolversi delle vicende, tanto più che praticamente i ninja si erano miseramente autodistrutti l'uno contro l'altro prima ancora di riuscire ad affrontare fisicamente le armate del Nord.
Ad Oto avevano preso le proprie scelte anche senza di lui e loro erano responsabili per le loro scelte tanto quanto lui lo era per le proprie. In qualsiasi momento una delle parti in gioco avrebbe potuto tirarsi indietro e fermare quel massacro insensato ma nessuno lo aveva fatto, anche di fronte all'autodistruzione. Quindi mi dispiace signori, ma a Subuza non riusciva proprio di sentirsi in colpa per quegli sciocchi e tantomento potevano aspettarsi una qualche forma di empatia da parte sua.
Quanto a Shikaku, tirare fuori la storia della distruzione di Oto per mano di Subuza fu decisamente un colpo basso, seppure dettato dalla rabbia. Ma stranamente all'ex kokage riusciva meglio immedesimarsi in tali sentimenti di odio e rancore che in quelli altruistici e umani, motivo per cui la prese con filosofia, notando con soddisfazione come anche quel paladino dalla lucente armatura fosse in grado di vomitare veleno se lo si toccava nei suoi nervi scoperti.
Meglio, pensò. Sarebbe stato più facile averci a che fare.
Quando estrasse la spada però, Subuza fu colto da un fremito rendendosi conto di non essere pronto per fronteggiare un'improvvisa aggressione. La mente tentò di trovare un'immediata risposta alla nuova minaccia ma per un paio di secondi non riuscì a concretizzare nulla, giusto il tempo per permettere a Shikaku di accoltellarsi crudamente, di fronte ad un esterrefatto Subuza.
Spiegato il motivo della propria angoscia, Subuza con le sopracciglia aggrottate e un espressione stranita, spaziava con lo sguardo tra il sangue a terra e la lama insanguinata, la ferita rimarginata e il volto del biondino. Aveva le sue riserve riguardo all'affermazione "Non posso morire." traducendola più come "Per me morire è più difficile che per gli altri" tuttavia si poteva dire tranquillamente che adesso Shikaku aveva la sua più totale attenzione.
E quindi si arrivò al nocciolo della questione, la morte della sua amata in un drammatico momento strappalacrime. Ora che le condizioni mentali ed emotive dell'altro erano spianate davanti a lui come un libro aperto, Subuza si ricompose prendendo nuovamente il totale controllo di sè, chiudendo il viso in un espressione seria e meditabonda ma non ancora accondiscendente. Dopotutto, era stato offeso e questo non era qualcosa che poteva essere semplicemente ignorato.
L'unico motivo che gli impediva di infierire sull'altro fu l'evidente instabilità in cui versava, instabilità che Subuza accoglieva di buon grado come fragilità sfruttabile, anche se non aveva ancora idea sul come. Di fronte all'ultima domanda disperata, Subuza fu chiamato in causa mentre era ancora indeciso su come ribattere al furente interlocutore. Sostenne lo sguardo con invidiabile imperturbabilità, aspettando il tempo necessario perché l'altro riprendesse un minimo di controllo, dando già con quel silenzio inscalfito una prima risposta a tutto quel furore.
Sei completamente annientato, Shikaku, se non altro questo dovrai pur ammetterlo. Cominciò a dire Subuza, la sua voce ancora bassa e calma, sfumatura che lo rassomigliava a chi cerca forzatamente di mantenere la calma di fronte a un offendente.
Non puoi permettere al passato di offuscarti in questo modo. Lo sai anche tu di non avere l'esclusiva sulla sofferenza interiore nel mondo, non sei né il primo né l'ultimo ad aver dovuto affrontare una perdita simile e credere di poter aggirare qualsiasi legge a motivo del tuo dolore è da arroganti, oltre che essere da deboli. Questa volta non v'era nota derisoria nè intenzione di abbattere. Sapeva di poter parlare così con uno come lui, questo era il genere di discorsi che Subuza sapeva potevano affrontare solo persone simili a sè stesso. Perciò, parlandoti con simile franchezza Subuza ti stava facendo un complimento, Shikaku. Chissà se te ne saresti accorto, dietro tutta quella disperazione.
Ma cosa posso saperne io, che non ho mai conosciuto l'amore e non me ne sono mai fregato di niente e di nessuno, dico bene Shikaku? Sorrise ma in maniera strana, allargando le braccia e stringendo le spalle come per suggerire un "purtroppo per me" ironico. Poteva sembrare quasi simpatia quella che stava esprimendo, ironizzando sulla considerazione che Shikaku aveva dell'ex kokage, la stessa considerazione che avevano avuto qualsiasi altra persona lo avesse conosciuto, la reputazione che lui si era sforzato di costruirsi con impegno e dedizione in tutti questi anni. Perchè, cari lettori, per essere invincibili non è necessario essere privi di punti deboli. Bastava far credere al tuo avversario di non averne.
Con quelle ultime parole prese commiato, voltandosi mentre pronunciava il nome "Shikaku" e prendendo ad incamminarsi verso l'uscita. Da quel che mi hai fatto capire, hai già ben chiaro in mente quello che devi fare, quale dev'essere il tuo obiettivo. E' fin troppo chiaro inoltre che sei fermamente convinto del fatto che io non possa capire la tua situazione e che non hai bisogno di un egoista come me a farti la paternale, né tantomeno è mia intenzione fartela, dopotutto.
Faceva già tre passi lenti, mani giunte dietro la schiena. Ma posso assicurarti una cosa, caro il mio ex kage. Fece una pausa, questa volta esprimendo più una personale rivincita che una frase calcolata. Come un sassolino che finalmente si toglieva dalla scarpa, gettato addosso al suo interlocutore con una nota di asprezza. Son andato vicino più io a combinare qualcosa, negli ultimi giorni del nostro mondo morente, che tutti voi messi insieme.
Ecco, lo aveva detto finalmente.. -
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.Subuza
Subuza gli rivolgeva le spalle. Un po' sperava di aver stuzzicato la curiosità di Shikaku con quella sua ultima affermazione, in effetti poteva essere stato fatto di proposito, un'esca al quale il biondo aveva subito abboccato. Il motivo per cui l'aveva lanciata?
Probabilmente il bisogno che gli venisse riconosciuto finalmente almeno un merito in tutta quella faccenda. Non gli era mai interessato dell'opinione negli altri circa l'argomento, anzi passare per il viscido strafottente che aveva abbandonato la barca prima che affondasse voltando le spalle a migliaia di persone gli era sempre convenuto, come detto. Se il tuo nemico è convinto che tu non abbia sentimenti, non tenterà mai di far leva su di essi per tenderti una trappola. Sei un passo avanti in ogni caso.
Ma stavolta qualcosa era cambiato. Subuza s'era ormai rassegnato all'idea di essere rimasto l'ultimo esponente del suo rango in vita. Kyle s'era dato alla macchia, chiuso nella propria depressione. A Suna nessuno aveva mai raggiunto anche solo lontanamente la caratura di Matsuura e persino Sebastian s'era ammazzato.
Shikaku non era mai finito veramente nei propri radar ma ora che lo aveva davanti, riusciva a percepire il valore che una volta splendeva sul suo volto, sebbene adesso fosse duramente provato. Shikaku avrebbe potuto riconoscere merito in ciò che Subuza aveva fatto, mettendo da parte le solite stronzate sentimentali dei buonisti mediocri.
Gli dava ancora le spalle ma si era fermato al suono delle domande dell'altro. Come al solito, era il caso di partire dall'ultima domanda, la vera domanda da porsi effettivamente, con il vantaggio del senno di poi.
La risposta, anche se può sembrare strano, era ben chiara nella mente di Subuza, cristallina come un faro nella notte, una luce che lo aveva guidato quando egli stesso, anni prima, s'era trovato a raschiare il fondo a propria volta. A quel tempo era lui quello in lacrime, sconfitto nello spirito, incapace di trovare una direzione alla propria esistenza.
La risposta risiedeva in un nome, che probabilmente il mondo oramai aveva dimenticato, cancellato assieme ad un intero popolo e un'intera era.
Tu conosci chi era Koike Matsuura? Chiese, il tono era tornato pacato, una sfumatura calda quasi nostalgica fuoriuscì assieme a quella domanda, prologo di quanto sarebbe venuto poi.
Edited by Ryuk* - 19/9/2017, 17:23. -
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Edited by mrxxx - 21/9/2017, 00:51. -
.Subuza
Antefatto
Subuza si voltò gradualmente nel sentire quanto Shikaku sapesse riguardo al defunto kazekage. Era molto più di quanto egli credesse possibile, a dirla tutta, tanto che per qualche secondo rimase spiazzato nel constatare quanto il biondino sapesse riguardo alla morte di Koike e i successivi avvenimenti.
Risentendo il triste racconto circo la sua improvvisa follia e l'angusta decisione presa dai tre kage, nella gola dell'ex kokage cominciò a formarsi un piccolo nodo, che egli si impose di sciogliere immediatamente schiarendosi garbatamente la voce. Udire di quel Zero poi riportò a galla ricordi più recenti ma non meno intensi, riguandando essi la persona di Subuza molto da vicino.
Vedo che Kyle ti ha spiegato ogni cosa, non avrei mai potuto immaginarlo. Constatò alla fine del discorso di Shikaku, un pò indispettito dal fatto che il suo ex collega avesse rivelato un informazione tanto delicata ad una persona che non poteva conoscere bene fino in fondo. Tuttavia, ogni cosa era ormai acqua passata per poi Subuza, con un'aria stranita sul volto, vi sorvolò sopra. Immagino che fosse necessario per non rischiare di perdere un'alleanza preziosa col vostro paese.
Fredda constatazione dei fatti in realtà, ma il punto in questione era un altro. La decisione, seppur obbligata, fu devastante, per tutti noi. Nei mesi successivi mi sentii completamente annientato, ogni obiettivo che prima di quel giorno mi sembrava importante d'un tratto mi sembrò privo di significato.
Non guardava più Shikaku, le mani si erano sollevate ad altezza busto per abbracciare le proprie braccia quasi a difendersi proprio fisicamente dal gelo provocato dai ricordi di quel periodo. Il tono era confidenziale e lugubre, quasi recasse tributo alla morte di quell'uomo anche dopo tutto quel tempo. Ho inseguito molte cose nella mia vita, molte col tempo si sono rivelate solo effimeri sogni di uno sciocco, deliri di onnipotenza dalla triste inutilità. Ma Koike...
Un sorriso maliconico comparve sul suo volto pallido. Sin dal nostro primo incontro, il mio animo insicuro si scontrò con una volontà di ferro. Koike non aveva un dubbio nella propria vita, sapeva ciò che era giusto, sapeva cosa non lo era e andava combattuto e si era forgiato per riuscire ad abbatterlo, personalmente, fino a plasmare il mondo come lo voleva lui, come era giusto per tutti.
Tradire una sorta di ammirazione non era da Subuza, ma qui non si trattava più del suo maledetto ego e delle manie di controllo. O meglio, forse un pò sì, dato che probabilmente anche quell'improvvisa confidenza concessa a Shikaku aveva uno scopo, tuttavia le emozioni non riuscì a lasciarle fuori, come non era riuscito a fare sin dalla scomparsa di Koike.
Guardò Shikaku, finalmente, dato che questa parte del discorso lo avrebbe riguardato. Immagino che voi due non siate così diversi. Forse Koike, quando cominciò da Kage, ti somigliava molto. Il sistema dei villaggi nascosti e dei loro signori, i Daymo, non sarebbe mai stato perfetto, forse, ma lui sapeva che qualcuno doveva pur cominciare a cambiare le cose, così come ne eri convinto anche tu. E tutto non per la propria esaltazione, bensì per offrire un posto migliore alla propria gente.
Sbattè le palpebre e spostò lo sguardo verso un punto imprecisato alle tue spalle, perso nel vuoto. Un sorriso amaro ricomparve sul suo volto. Suppongo che niente a questo mondo possa rimanere candido e puro in eterno.
Rimase perso in chissà quale pensiero per qualche secondo, quindi chiuse gli occhi, sollevò le sopracciglia e sospirò pesantemente, quasi fosse necessario a farlo ritornare al presente. Riaprì gli occhi per guardare Shikaku. Il suo sguardo improvvisamente serio, l'espressione quasi solenne quasi volesse prepare il biondo a ciò che avrebbe detto poi. Abbandonai la mia carica di Kage due mesi dopo la sua morte. Koike credeva che il compito di un kage non fosse solo quello di essere il più forte al fine di proteggere il proprio popolo e stabilire la giustizia. Egli credeva che il principale obiettivo di un kage fosse quello di ispirare gli altri a migliorarsi, imitarlo, e nell'ispirazione una nazione sarebbe potuto diventare migliore e così, come in una catena continua, tutto il mondo si sarebbe migliorato.
Fece una pausa, le frasi ora uscivano in maniera più dura e concitata, come un resoconto schietto di quanto accaduto. Alla sua morte il mio primo pensiero fu quello di rendergli onore, portando avanti in qualche modo il suo obiettivo per quanto mi fosse possibile. Compresi però che non avrei mai potuto fare lo stesso ad Oto, non dopo quello che avevo fatto a quella gente. Per cui, trovai qualcuno che fosse in grado di sostituirmi e lasciai il paese in buone mani, per fare la mia parte ma a modo mio.
Si mosse, quasi se ne avesse bisogno per continuare il racconto. Stava scavando, non voleva tralasciare nessun particolare. Non perché Shikaku meritasse tutta la verità in qualche modo, ma perché probabilmente era l'unica persona al mondo, oltre Subuza, a poterla reggere. E Subuza, fin dall'inizio dell'incontro col biondo, aveva cominciato a sentire l'oppressivo peso di quella storia, che ormai era condannato a sopportare da solo. Mi mossi nell'oscurità, a caccia di un informazione dopo l'altra. Conosci il tuo nemico, è il primo imprescindibile passo prima di affrontare una battaglia. Gli aldaresi certo non erano comparsi dal nulla, ma l'improvviso acuirsi della guerra dopo la morte del Leviatano (e di Koike) mi lasciò quasi senza fiato, al punto che ogni volta che scoprivo qualcosa di nuovo, qualcos'altro di inaspettato e cruciale accadeva nel mondo, rendendo impossibile preparare una nuova mossa.
Respirò, lo sguardo si spostava involontariamente mentre ricordava. Adottai metodi più crudeli, sono bravo con queste cose, è il mio marchio di fabbrica. Oto passava al nemico, Suna faceva dietro front. Era chiaro che la guerra si stava sviluppando al di fuori del campo di battaglia e ad un certo punto compresi che c'era una persona dietro tutto questo. Per settimane mi trovai ad inseguire un fantasma, fino a quando quello spettro ebbe un nome: Zero.
Strinse le braccia per incrociarle, nel suo spostarsi si era trovato di fronte ad una delle finestre, mentre guardava fuori distrattamente. Scoprii quello che lo stesso Zero rivelò anche a te. Che era un allievo di Koike che cercava di vendicare il tradimento di cui noi tre ci eravamo macchiati ma, come fu ben chiaro, Zero stava facendo anche molto più di questo. Stava portando a termine il sogno di Koike, voleva onorarlo creando finalmente il mondo che lui sognava.
Guardò Shikaku, a questo punto il biondo avrebbe dovuto intuire la terribile verità dietro la fine del loro mondo, nuda e cruda. Comunque, avrebbe continuato a raccontare, perché c'era ancora una storia che pochi sapevano e che Shikaku doveva ascoltare. Esatto. Fu Zero ad orchestrare ogni cosa. Dal tradimento di Oto alla traviazione di Suna. E così i grandi villaggi ninja assieme ai loro Daymo finirono per farsi guerra da soli e senza che l'esercito del Nord dovesse fare troppa fatica.
Altra pausa, l'epilogo della storia lo conosceva tutto il mondo. Alla fine, il sogno di Koike s'era avverato. Il mondo era stato liberato dal sistema corrotto, non era più diviso dagli avidi confini imposti da ingordi oligarchi. Zero c'era riuscito, alla fine.
Si voltò a guardare il biondo, più serio che mai.
Ma a che prezzo? Chiese, senza trattenere il proprio disgusto.
Migliaia di vite, giovani che credevono in un ideale. Come te, Shikaku. Ed è per questo che ti sto raccontando tutto questo. Sciolse le braccia, facendo un paio di passi verso l'altro.
Forse avrebbe avuto un senso, adesso. La freddezza con cui Subuza parlava del passato, la sua apatia verso il dolore che dicevi di provare, la consapevolezza con cui ormai affrontava il nuovo mondo. Non era da tutti riuscire a sopportare una simile verità, dopotutto. Kyle ne era uscito distrutto, lui il grande stratega beffato dalle azioni di un fantasma. Quel genere di rivelazioni erano un battesimo di fuoco. Potevi uscirne o annientato o rinato, non v'erano vie di mezzo.
L'ideale di un uomo buono denudato della propria umanità e traviato in quella mostruosità. Realizzai che era questo il pericolo di attaccarsi troppo ad un ideale, per quanto fulgido possa essere. Di fronte alla resa dei conti, quell'ideale non riuscirà a proteggerti, ma sarà il macigno che ti porterà ancora più a fondo, irrimediabilmente. Disgressioni filosofiche di un Subuza più profondo, che aveva speso quegli ultimi anni ad elaborare quella tragedia, per trarne forza.
Fissò Shikaku, cercando di capire adesso quale effetto la verità avrebbe avuto sull'ex hokage. Il viso era velato da una certa diffidenza, ma in fondo, sapeva che l'altro possedeva il cuore necessario per affrontare la realtà.
Ho inseguito Koike per tanto, troppo, tempo. Aggiunse improvvisamente, ma non era più nostalgico nel suo modo di parlare. Anzi, quell'ultima parte stava assumendo la forma di un monito. Nel momento stesso in cui mi resi conto di non poterlo emulare, ne fui quasi ossessionato. Era migliore di me sotto qualsiasi aspetto. Ma è stato proprio lui a condannare il nostro mondo... e io ho smesso di cercare le mie risposte negli altri.
Cercò lo sguardo del suo interlocutore, per concludere. L'unica soluzione per sopravvivere, è trascendere.
Alla fine, il discorso di Subuza per quanto rivelatorio sembrava celare qualcos'altro, tra i dettagli omessi e retroscena non svelati. Il nocciolo della questione comunque era ben chiaro ed era lì, di fronte a Shikaku che si trovava a reggere improvvisamente una verità che pochi altri al mondo avevano conosciuto.
Edited by Ryuk* - 21/9/2017, 15:52. -
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