L egendaNarratoPensato Parlato Parlato Altri Questione d'Onore - Visite Inaspettate La vittoria su Olga nell'arena aveva fruttato a Nia una discreta fama come combattente e più di qualcuno si era dimostrato interessato al suo talento, alla sua origine, alla sua storia. Tuttavia la solita diffidenza della giovane aveva fatto rapidamente raffreddare gli animi dei curiosi e allontanato anche i più persistenti. Così come si era rapidamente acceso, l'interesse riguardo la nuova fiamma dell'arena si era spento. Aveva sperato di attirare l'attenzione della Legione Imperiale durante il suo incontro e sembrava esserci riuscita, ma nessun soldato o militare si era avvicinato a lei o le aveva chiesto di presentarsi in caserma. L'avevano rifiutata la prima volta che si era presentata come volontaria; non l'avevano ritenuta idonea, e ora nonostante avesse dimostrato le sue capacità loro continuavano ad ignorarla. A detta di Kirian era un bene, e meno si era invischiati negli affari dell'Impero, in particolare nella politica militare, e meglio era. Il monaco non faceva certo mistero di non amare i militari, in particolare quelli aldarensi, ma Nia non riusciva a capirne il motivo. Lei era cresciuta con l'idea che l'Impero era un alleato forte con il quale bisognava collaborare, ma senza perdere la propria individualità. Capiva che ad Ephiora le cose fossero ben diverse e che in quelle terre lo stendardo imperiale non fosse ben accolto, tuttavia nelle sue parole non c'era odio vero e proprio, ma qualcosa come una animosità malcelata. Ripensandoci, Kirian era sembrato a suo agio sia a Neagora e Aldaresia, come sei quei luoghi li conoscesse molto bene. All'inizio aveva attribuito quella sua capacità di riconoscere la strada giusta o le persone giuste con cui parlare ad il semplice fatto che fosse una sorta di monaco itinerante, ma se non fosse stato quello il motivo? Kirian non parlava mai del suo passato, e le rare volte in cui lo faceva parlava sempre solo del monastero di Pax Whuan e del motivo che lo aveva spinto ad allontanarsi. Con quelle storie in testa Nia aveva supposto che l'uomo fosse nato e cresciuto in quel luogo, ma era davvero così? L'aura azzurrina di cui era ammantata crepitò lievemente e si interruppe. Le era bastato quel singolo istante di distrazione per perdere la concentrazione. Inspirò ed espirò lentamente. Poi aprì gli occhi e si ritrovò a fissare l'enorme sagoma di Kirian che la scrutava con occhi severi. Seduto a gambe incrociate in una posizione di meditazione l'uomo la osservava e monitorava i suoi progressi nell'addestramento. Aveva acconsentito ad aiutarla ad affinare le sue abilità di combattimento e insegnarle qualcosa di nuovo, ma in quegli ultimi giorni la concentrazione e determinazione di Nia sembrava venire meno sempre più spesso. La ragazza inspirò nuovamente e si preparò a riprendere la meditazione, ma Kirian si alzò da terra. - Per oggi basta così. - Nia lo guardò di traverso per qualche istante. Aveva capito bene? Non era da lui farle interrompere l'allenamento in quel modo, non dopo solo due fallimenti, tuttavia non osò ribattere e si alzò a sua volta. Sapeva perfettamente che Kirian avrebbe voluto dirle che non poteva fare alcun miglioramento se non riusciva a mantenere la concentrazione, ma stranamente non disse nulla. Per contro il monaco si avvicinò alla stufa su cui il bollitore da tempo aveva preso a fischiare, si versò l'acqua calda in una ciotola e ci mise dentro alcune foglie di tè. Il profumo aromatico delle foglie triturate riempì immediatamente l'aria, e a sua volta Nia si avvicinò al tavolo e prese posto servendosi una tazza di quella bevanda speziata. La mistura che l'uomo aveva messo nella sua ciotola era qualcosa che aveva preparato lui e che difficilmente mancava in quella casa da quando vi erano arrivati. Nia non ne sapeva quanto sua sorella riguardo alla flora, ma era certa di riconoscere tra i sapori quelli della menta e di un'altra erba più dolciastra di cui non riusciva a ricordare il nome. Sorseggiando l'infuso, le ritornò in mente come anche quella casa in cui alloggiavano fosse stata misteriosamente affittata da Kirian, e di come lui non le chiedesse alcun aiuto economico per pagare l'affitto. Ormai erano da quasi un mese ad Aethernia, e le sembrava strano che non avessero mai pagato una singola retta per quella casa. Era situata in una zona periferica, dove però non mancavano i servizi e si poteva giungere al centro della capitale imperiale in poco meno di mezz'ora a piedi, seguendo la strada giusta. Quando vi erano entrati per la prima volta l'avevano trovata già arredata, seppur piena di polvere, come se qualcuno l'avesse abbandonata da parecchio tempo. Nia non aveva indagato oltre, poiché Kirian aveva detto che si sarebbe occupato lui dell'alloggio, e che gli avrebbe fatto piacere avere la compagnia della giovane arcadiana in casa. Sapeva che anche lui era venuto ad Aethernia per un motivo, ma non aveva mai saputo quale fosse. Si era fidata di lui; si fidava da quando lo aveva incontrato per la prima volta sulla strada per Neagora, quando le aveva ceduto il suo posto sul carretto. Non sapeva perché, ma di lui poteva fidarsi senza riserve. Forse era la sua aura di "buonuomo" o il suo modo di fare "genuino" che la mettevano a suo agio, ma non aveva mai avuto dubbi che Kirian non avrebbe mai potuto farle alcun male. Si era sbagliata? Un piccolo dubbio irrisolto poteva causare molto più male di un pugno in faccia, e lei lo sapeva molto bene. Proprio a causa di qualcosa di non detto e non chiaro era finita esiliata dalla sua terra natia. - Kirian, posso farti una domanda personale? - chiese infine dopo aver preso una lunga sorsata di tè. L'uomo non rispose subito, limitandosi a fissarla per qualche istante serio. Poi appoggiò a sua volta la tazza sul tavolo, incrociò le braccia e si lasciò andare sullo schienale della sedia che scricchiolò minacciosamente sotto il suo peso. - Solo se posso fartene una io a mia volta. - Nia ponderò per un attimo la situazione. Dopotutto Kirian sapeva quasi tutto di lei, dunque non aveva molto da temere riguardo alla sua domanda. Non gli aveva nascosto nulla, nemmeno il suo crescente interesse per l'Impero. - Affare fatto. Perché sei venuto con me ad Aethernia? - chiese senza attendere. - Motivi personali. Devo incontrare una persona. - Beh, non poteva essere più vago. - Motivi personali ? - ci scherzò sopra la giovane, lasciando sottintendere qualcosa di malizioso. - Affari di famiglia se preferisci. - A quell'affermazione il sorriso di Nia si spense. Che ci avesse visto giusto allora nel pensare che Kirian potesse non essere nativo di Ephiora? Che legami poteva avere con Aldaresa allora? Che fosse qualcosa di legato al suo passato, qualche evento che lo avesse portato ad odiare l'Impero? Con quei pensieri in testa Nia si maledisse per essersi lasciata andare alla curiosità. Il monaco aprì la bocca per porre la sua domanda quando qualcuno bussò alla porta. I due si guardarono senza dire nulla per alcuni istanti. Nuovamente qualcuno batté con forza contro la porta d'ingresso. Non c'erano dubbi, avevano visite. Il problema era che non aspettavano nessuno quel giorno e Nia aveva concluso tutti i contratti da mercenaria per quel mese. Con calma la giovane si alzò e si avviò verso l'uscio. Fece girare la chiave nella toppa che fece scattare rumorosamente la serratura. Poi aprì la porta. Davanti a lei c'erano tre Guardie Imperiali in uniforme e pochi passi più indietro una quarta figura avvolta in un pesante mantello e con un cappuccio calato sul capo in modo da coprirne il volto. Nel vedere la ragazza aprire la porta le guardie esitarono e si lanciarono un'occhiata perplessa, ma poi una di loro si fece coraggio e disse: - Stiamo cercando Kirian Zadriel. E' in casa? - Lo sguardo di Nia si spostò rapidamente dal quartetto che attendeva sull'uscio all'enorme figura del monaco ancora seduto al suo posto. Decisamente quei visitatori erano qualcosa di inaspettato. Link Scheda Nia Canterra Edited by Silver Element - 24/9/2017, 14:38