Di Nuovo Tra Le Montagne

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    Haseo Kato
    Capitolo 3 - Leaves made of Blood
    07NijcQ
    Ephiora - Chomandu
    Arrivammo dopo tre giorni e mezzo di galoppo alle pendici del sentiero montano che costeggiava i lati delle montagne, fino ad arrivare all'alto monastero di Chomandu. Ovviamente, quella strada connetteva anche tutti i templi minori e quindi non saremmo giunti a destinazione tanto in fretta. Ad ogni modo, quelli collegati, quelli pubblici in poche parole, erano di un numero di molto inferiore rispetto ai piccoli tempietti nascosti nelle vallate interne, dove i monaci si raccoglievano in sedute segrete per prendere ogni genere di decisione. C'era tutto un'altro ecosistema lassù e io forse ero uno dei pochi stranieri ad esserne a conoscenza. Non direttamente, purtroppo, ma una volta sorpresi i miei maestri scomparire durante la notte per addentrarsi tra picchi poco conosciuti. Purtroppo i ricordi che ho si fermano a io che li vedo in lontananza camminare verso uno di questi luoghi nascosti, quando mi beccarono fuori dal letto durante il coprifuoco. Mi feci un mese senza cena e in cella d'isolamento come punizione. Tuttavia, rimase solo un caso isolato.. sono sempre stato un tipo che cerca sempre di evitare i problemi, se può farlo.

    Il mercato dove decidemmo di sostare era gremito di persone, vista l'ora, e le urla della gente si potevano udire sin dalle pendici delle montagne. Era l'ora di pranzo quando ci fermammo a mangiare ad un piccolo ristorantino che conoscevo, gestito da un amico che, al contrario mio, era nato e cresciuto li ed aveva deciso spontaneamente di diventare un monaco guerriero. Legammo i cavalli alla staccionata messa fuori il locale e poi entrammo.

    Così, lasciammo il putiferio del mercato all'ora di punta, gli odori delle spezie tipiche del posto e dell'aria di montagna, per addentrarci al caldo nel ristorante di Toghe. Paffutello e dalla testa pelata, Toghedamaru era un giovane e simpatico monaco che si era sempre distinto nella cucina. Quando io arrivai al tempio lui era già li da cinque anni, quindi si allenò per un tempio doppio al mio, e sin da quando era bambino. Tuttavia, fu l'unico che, all'inizio, si avvicinò per farmi compagnia e per non farmi sentire escluso: ero lo straniero abbandonato dal padre che, per di più, era un generale dell'Impero. Non era pensabile che tutti i bambini o tutti i monaci fossero d'accordo con la decisione di accogliermi, ma lui, da quando arrivai lì, non mi mollò un secondo per farmi sentire come un suo fratello. Tant'è che alla fine i genitori mi presero con loro, facendomi sentire parte della famiglia.

    Lui era ovviamente in cucina, ma questa era totalmente "a vista" e quindi potei vederlo all'opera mentre affettava tranci di pesce per il sushi.
    TOGHEEEEE! -esclamai arrivando al bancone e sbattendo la mano sul tavolo per richiamare la sua attenzione, e così fu- HASEO! -mi rispose puntando il coltello sul ripiano, per poi prendere un'asciugamano per pulirsi le mani- Qual buon vento ti porta qui fratello? Non riesci proprio a fare a meno di noi eh!

    Gli strinsi la mano e poi ci abbracciammo. Mi era mancato davvero quel ciccio-pelato.

    Sono tornato perché devo vedere il maestro Quon-Shing. E nel risalire le montagne non potevo venirti a trovare. Ti vedo in forma, hai perso anche qualche kilo eh? Come stanno i tuoi?

    Si mise a ridere, mettendosi poi a braccia conserte: Mi fa piacere la tua visita. In questo anno senza di te non c'era mai nessuno con cui fare davvero qualche risata fratello. I miei stanno bene, anche se mio padre comincia a sentire qualche acciacco dell'età. Noi cresciamo e loro invecchiano, così è la vita. Ad ogni modo, so che il maestro Shing è stato via per un po' anche lui. Strano che sia tornato ora che lo cerchi. Che cosa devi fare?

    Annuii quando mi parlò dei suoi, ma comunque stavano bene quindi non c'era di che preoccuparsi. Poi dovetti pensare rapidamente come rispondere alla sua domanda.. non potevo di certo dirgli che avevo delle visioni catastrofiche del mondo immerso nelle fiamme provocate da chissà quale orrenda creatura. Così, optai per la seconda scelta, che in realtà era diventato un motivo abbastanza valido per tornare tra quelle montagne.

    Ho deciso di tornare ad allenarmi, voglio migliorare nel combattimento corpo a corpo. Visto che ho cominciato a viaggiare ho dovuto racimolare qualche soldo facendo commissioni qua e la. Purtroppo non è andato sempre tutto rose e fiori e affrontato avversarsi difficili, dove i soli pugnali non sempre hanno dato il loro contributo. Fortunatamente non sono mai stato solo per questo anno e anzi, molte volte mi sono spesso ritrovato con vecchi amici che mi hanno coperto le spalle. Tuttavia, io non sono abbastanza forte per coprire le loro e quindi voglio diventare più forte.

    Toghedamaru fece una faccia buffa e curiosa, come se sospettasse qualcos'altro, ma non parlò e si limitò a commentare: quindi ti sei messo a fare il mercenario eh? Bhà, davvero non ti capisco. Non volevi arruolarti nell'esercito e seguire tuo padre?

    Mi misi una mano dietro la testa e cominciai a passarmela tra i capelli, come se fossi imbarazzato per quella domanda: Beh ecco.. le cose sono andate leggermente diversamente. Ho capito che la carriera militare non faceva per me. -poi cercai di aggirare la domanda il più possibile, presentandogli Patty- Comunque lei è Patrizia, la mia beh ecco.. ragazza eheh..

    Pat allungò la mano e disse con un sorriso: Piacere, chiamami pure Pat, o Patty. Haseo mi ha parlato tanto di te!

    Fortunatamente almeno lei mi aveva capito al vole e ebbe l'idea di proseguire il discorso, evitando altre domande scomode. Me l'ero scelta sveglia eh?

    Hahahah, e quindi ti sei sistemato eh.. Piacere mio signorina. Toghedamaru al suo servizio. Le porto qualcosa da mangiare?

    Beh, siamo qui anche per questo no? -rispose lei, ridendo e lasciando che i brontolii dei nostri stomaci parlassero per noi- Sedetevi pure allora, vi faccio servire immediatamente!

    Toghe rientrò in cucina dopo la breve pausa di cinque minuti, cominciando a dare ordini agli altri assistenti per velocizzare il lavoro della cucina rallentato in sua assenza. Era diventato davvero bravo a gestire il locale di famiglia ed ero veramente orgoglioso di lui.

    Almeno tu hai trovato il tuo posto amico mio..

    [..]


    Io presi del ramen e Pat del sushi con riso e manzo. La cucina di Toghedamaru era la più buona di tutta la regione secondo me, mai avrei gustato un ramen più buono di quello preparato con le sue mani. Comunque, dopo il sostanzioso pranzo salutai il mio amico e riprendemmo il viaggio verso Chomandu. Ci avremmo messo un'oretta per risalire tutto il fianco della montagna fino alla strada per il monastero-fortezza, ma l'attesa e i panorami che si potevano scorgere per i fianchi del sentiero montano erano da togliere il fiato e la mia giovane signora ne restò estasiata.

    Wao Hase, ma non mi avevi detto che c'era uno spettacolo del genere qui! -disse vedendo gli alberi dalle folte chiome rosse che si stagliavano tra la nebbia montana- Cosa c'è la sotto? -chiese- Mmm, quelle che vedi dovrebbero essere le foglie degli alberi del sangue. Sono chiamati così perché la loro resina è rossa come il sangue e infatti le loro foglie vanno tutte da una colorazione tra il rosso molto chiaro e il bordeux. Se ne trovano parecchi qui, ma credo che questa sia la stagione in cui esplodono letteralmente, infatti i colori sono vividi anche se c'è tutta quella nebbia.

    Riflettei un po', pensando alle parole di Toghe sul maestro, riguardo al fatto che era tornato da poco ed era partito per un po'. Come al solito troppe coincidenze e, ormai, cominciavo a credere sempre meno al caso. Quindi spronai il cavallo, per accelerare il passo: comunque sbrighiamoci, siamo quasi arrivati. Hop hop!


    Dopo un'altra mezz'ora arrivammo finalmente al villaggio sottostante il tempio-fortezza. Il sole era prossimo al tramonto e il gioco di luci e ombre tra le montagne e le piccole casette in legno e pietra, dava a quel luogo un'aria unica, quasi sovrannaturale. Sorrisi vedendo la fortezza e il tempio della Tempesta da lontano. Forse era proprio vero, una volta che il vento ti era entrato dentro, non c'era modo di farlo uscire.

    Maestro Shing, sto arrivando.



    Edited by Trinciapolli - 6/12/2016, 21:24
     
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    Haseo Kato
    Capitolo 4 - Bugie a fin di bene
    Arroccata sul pendio si stagliava l'enorme, ma non troppo, città-fortezza di Ephiora. Riconosciuta come da tutti gli altri villaggi minori autonomi come "capitale" della regione, a Chomandu c'era sempre un gran via-vai di persone: primi fra tutti monaci e studiosi, che si recavano costantemente nelle enormi e maestose biblioteche scavate nella pietra, dove si dicesse vi fossero pergamene e tomi contenenti storie e magie di secoli antichi, mai tramandati per la sicurezza di tutti. Difatti tutt'oggi restano una leggenda, anche se l'idea di un'ala segreta della biblioteca non è mai stata abbandonata. Dopo queste prime categorie, ovviamente i combattenti che si cimentavano nella lotta tradizionale, per apprendere le tecniche di combattimento delle arti marziali, ormai andate perdute dopo l'era dei ninja. Per ultimi, ma non meno importanti, commercianti e turisti, che tenevano viva l'economia del luogo con traffici di ogni tipo... restando ovviamente nel legale.

    la calma, la tranquillità e la pace erano le uniche vere leggi di quel luogo. Niente doveva essere fatto per arrecare fastidio agli altri, ognuno ha un proprio compito da svolgere e deve portarlo a termine nel migliore dei modi. L'armonia doveva regnare sovrana, per questo Chomandu aveva l'unica milizia "armata" tra tutti i villaggi: gli stessi monaci guerrieri si prodigavano a fare da guardia alle varie zone della città sottostante e nelle sale interne della fortezza. Comunque, per chi ci veniva la prima volta, ammirare la sua maestosità era sempre uno spettacolo non da poco.

    Lasciammo i cavalli alla fine della via principale della cittadella, dove c'erano centinaia di stalle fatte apposta per tutti quei pellegrini che venivano a visitare il luogo. La via sarebbe continuata infatti con una serie interminabile di scale, che conducevano direttamente alla porta gigante del monastero, unica entrata per Chomandu.

    Eccoci arrivati Pat. Sei pronta per l'ultima fatica del viaggio? -sospirò, per poi rispondere- Non mi aspettavo qualcosa del genere, ma se tu dici che ne vale la pena.. spero solo di non perdere un polmone per arrivare fino in cima.

    Scoppiai a ridere e cominciai ad incamminarmi: aveva ragione, la scalinata era difficoltosa e infatti rappresentava il primo degli ostacoli che i monaci mettono a difesa della propria roccaforte. Scolpita nella montagna stessa, a ridosso del picco più alto nel raggio di cento kilometri, tonnellate su tonnellate di marmo e legno erano state posate, e altrettante prelevate dalla montagna, per ergere la maestosa fortezza che racchiudeva al suo interno il Tempio della Tempesta. E proprio li mi sarei infine diretto, incontro al mio destino.

    [...]


    Cinque minuti di fatica e finalmente arrivammo sulla piazza antistante il portale in legno, dalle spesse mura di ghisa. I lati della montagna erano scavati con i volti dei monaci che avevano dato la loro vita per quella città, oppure che l'avevano resa grande, facendola crescere fino a come la si poteva osservare in quel momento. Personalmente, credevo che una commemorazione del genere se la meritarono decisamente.

    Oddio.. non ce la faccio più, mi manca l'aria! -disse ansimando Pat- Tu come fai ad essere così fresco dopo una cosa del genere?

    Beh mia cara.. come credi che siano riusciti ad educare un piccolo stupido, irrequieto ed irrispettoso come ero io, in una persona in grado di poter vivere in mezzo a tutta questa calma, per cinque lunghi ed interminabili anni? Da escluso, questo mi è toccato all'inizio."Solo quando sarei riuscito a percorrere tutti i quattromila e cinquecento scalini senza versare nemmeno una goccia, potrai varcare le porte del tempio". Il maestro Pao mi ripeteva ogni mattina sempre la solita frase.

    Eppure vedo che non ti è servita a nulla in tutti questi anni, se non fosse stato per il tuo spirito caparbio non avrei superato nemmeno la prima delle prove a cui ti abbiamo sottoposto. Ad ogni modo, mio giovane apprendista, bentornato tra noi. -esitai per un secondo, poi mi voltai verso le porte, che si erano aperte lasciando uscire un'individuo- M-Maestro Pao!

    Corsi verso di lui, fermandomi poco prima per inchinarmi e porgergli i miei ossequi: Grazie di averci accolto. Le presento Patrizia, la mia fidanzata, mi ha accompagnato nel viaggio. Cercavo lei e il maestro Shing, sa dove si trova?

    Mentre io parlavo col mio vecchio maestro, Patty si era ricomposta e si era finalmente incamminata verso noi due. Fortuna che mi ero offerto di portargli lo zaino e che lasciò lo spadone alla stalla, visto che le leggi imponevano questa restrizione per chi non aveva il permesso di portare armi, altrimenti non sarebbe mai riuscita ad arrivare in cima viva. Ad ogni modo, ascoltando per la seconda volta il pronome "mia" accanto alla parola "fidanzata" arrossì più di quanto non fece durante la camminata.

    Piacere signore. Hem, maestro!! Mi chiamo Patrizia Rosenberg, vengo da Nasradeva. Disse inchinandosi.

    Vedo che ti sei dato da fare appena hai lasciato la città eh? Sempre il solito impetuoso ragazzino di quando tuo padre ti lasciò qui. -sbuffò- va bene, entrate pure.. fortuna che vi ho visti arrivare dalla torre di vedetta, altrimenti non avreste avuto nessuno ad aprivi le porte. La guardia è a casa malata, le influenze stagionali colpiscono anche i monaci più duri. Ma d'altronde la natura anche questo è. Piacere mio comunque signorina Patrizia. Adesso andiamo che è quasi ora di cena. Lasciate pure le vostre cose nella tua stanza, è rimasta vuota dal giorno in cui te ne sei andato. Come ti abbiamo sempre detto, per te ci sarà sempre posto caro Haseo. Parleremo a cena del motivo della tua visita e farò in modo che il tuo Maestro sia presente.

    Lo ringraziai e si incamminò per primo, lasciando che noi lo seguissimo fino all'entrata e poco oltre, per poi separarci per dirigerci verso gli alloggi mentre lui si incamminava verso i piani alti della fortezza, dove c'erano gli uffici e gli alloggi dei monaci più anziani; probabilmente proprio per contattare il maestro Quon-Shing.

    Il maestro Pao era l'addetto al coordinamento delle attività all'interno di tutta Chomandu. La sua pazienza sconfinata e la sua risolutezza lo rendevano l'uomo perfetto per organizzare tutta la vita della città a livello burocratico e pratico. Come monaco anziano ovviamente insegnava anche ai più giovani e la sua natura calma e riflessiva ovviamente era devota alla meditazione e per mia fortuna, in parte, capitai proprio io sotto la guida congiunta con il maestro Shing. Tuttavia, anche se l'amavo come persona, tra me e il maestro Shing si creò un'empatia troppo forte e per questo lui decise dopo il primo anno di prendermi sotto la sua custodia, trattandomi come un figlio. Infatti abbandonai la casa di Toghe, pur continuandola a frequentare occasionalmente, per stabilirmi definitivamente nel suo appartamento ai piani superiori. Era una cosa permessa all'interno della cittadella, lo stabiliva anche il consiglio, ma mai nessuno capì perché uno dei maestri più promettenti dell'ultimo secolo scelse proprio un forestiero come suo discepolo diretto.

    [...]


    Le camere distavano parecchio dall'entrata principale: la struttura infatti essendo costruita su vari livelli necessitava di una disposizione ad hoc per fare in modo di rendere gli spazi raggiungibili quasi da ogni angolo della fortezza. Questo tuttavia creava delle situazioni abbastanza complesse a livello logistico e mnemonico, visto che ogni volta dovevi ricordarti esattamente dove fosse la tua camera. Non sarei andato ovviamente in quella del maestro, vista anche la presenza di Pat, ma proprio nel mio piccolo appartamentino dove abitai saltuariamente per il primo anno. Per arrivare al dormitorio ci mettemmo più o meno dieci minuti, visto che sbagliai strada per due volte, ma alla fine riconobbi la mia porta ed entrai. Vi starete chiedendo ovviamente se fosse chiusa a chiave, e la verità è che ogni porta di quel dormitorio era aperta.

    No cioè scusa, ma se c'erano le tue cose perché non è chiusa?

    Pat, qui non ci sono ladri. Tutti conoscono tutti e tutti sono fratelli con tutti. E' per questo che la regione anche se non offre tutte queste opportunità è riuscita a progredire così tanto: la gente del luogo è fatta così, io ti aiuto e tu aiuti me e, insieme, aiutiamo chi è più in difficoltà di noi. Capisco che è una mentalità difficile da apprendere e metabolizzare, sembra quasi un sogno, però è la pura e semplice verità.

    Sistemammo le cose e ci facemmo una doccia, la prima dopo tre lunghi giorni di marcia sostenuta giorno e notte. Purtroppo il tempo a disposizione non era moltissimo e così ci ritrovammo in doccia insieme, ma purtroppo, a parte qualche bacio e toccatina qua e la non successe niente. Altrimenti avremmo rischiato di non arrivare in tempo per la cena. Due kimono freschi e puliti ci aspettavano per essere indossati in vista per la cena: erano semplici, entrambi gialli e lunghi fino alle ginocchia, dove poi dei pantaloni in cotone bianchi avrebbero contribuito a nascondere il resto.

    Dopodiché ci avviamo alla sala grande, dove finalmente avremmo potuto cenare. Questa volta però non potei sbagliarmi, visto che eravamo circondati dagli altri monaci che si accingevano a consumare la loro cena.

    [...]


    Lunghi tavoli di legno, candele ai lati, pavimenti in parquet e tanto, tanto rumore: questa era la sala grande. Ogni tavolo teneva al centro grandi contenitori in alluminio dove i cibi venivano tenuti al caldo e potevano essere presi ogni volta che ve ne era voglia. Ovviamente c'era anche frutta e verdura in gran quantità, oltre che carni e legumi.

    All'entrata della sala, il maestro Pao ci avrebbe atteso con la sua solita pazienza e il suo sguardo pacato: Ben arrivata signorina, Haseo. Prego, seguitemi da questa parte, per oggi niente sala grande per voi. Siete ospiti del maestro Quon-Shing e, ovviamente, anche miei. Andiamo adesso, per 'stasera anatra all'arancia. Non voglio mangiarla fredda!

    E così riprendemmo a camminare; ogni cinque minuti Patrizia faceva domande su quanto fosse grande la fortezza e anche quali segreti nascondesse. Ovviamente, solo la calma del maestro Pao poté far fronte a cotanta insistenza e, infatti, la giovane donna ottenne tutte le risposte alle sue domande.
    Ad un certo punto però, riconobbi il corridoio che conduceva alle stanze del maestro e non riuscii a trattenermi dalla gioia di rivederlo!

    Prego, entrate pure -disse Pao- Grazie Maestro Pao!

    Aprii la porta e lasciai entrare Patty per prima, per poi seguirla e lasciare che il maestro Pao la chiudesse. L'appartamento di quaranta metri quadri era esattamente come me la ricordavo: camino al centro del salotto, tavolo rotondo davanti, pavimento in ardesia e arredi tipici. L'odore di arancio nell'aria ti entrava fin dentro i polmoni, riempendoli totalmente e lasciando che lo stomaco sognasse di poter provare le stesse sensazioni, infatti sentii un certo brontolio anche e sopratutto dalla pancia del maestro Pao.

    Una voce dalla cucina poi ci invitò a sederci al tavolo imbandito con della verdura condita e varie brocche d'acqua e vino.

    Prego ragazzi, sedetevi pure. L'anatra arriva subito!

    Rumori vari di pentole che sbattevano, precedette l'uscita del maestro Shing dalla cucina, che portava con i guanti la cloche che conteneva al suo interno l'anatra preparata da lui: era la sua ricetta speciale e ne andava parecchio fiero. La poggiò sul tavolo e si levò i guanti, buttandoli su tavolinetto li di fianco.

    Allora, pronti per la cena?

    [...]


    Cominciammo a mangiare subito dopo aver presentato Patty al maestro. I due cominciarono a parlare, trascinati da un'argomento dietro l'altro: Il maestro Shing era un chiacchierone e aveva trovato pane per i suoi denti. Shing mi chiese anche come andò la chiacchierata con mio padre, visto che sapeva che la prima tappa una volta lasciata Ephiora sarebbe stata casa mia e fu felice di sapere che la questione si era risolta, ma serbai alcuni dettagli bollenti per dopo. Ad ogni modo, quando la cena finì e il maestro ci servì anche il dolce, una fetta di crostata al cioccolato (ogni tanto anche i monaci si concedono qualche vizio), cominciammo a parlare seriamente di "questioni di vitale importanza".

    Allora Haseo, cos'è che ti ha spinto a tornare tra queste montagne, ti sei già stufato del mondo?

    Eh eh, no maestro, affatto. Sono tornato perché dovevo parlarvi di alcuni avvenimenti importanti nei quali sono rimasto coinvolto. -dissi passando ad uno sguardo e ad un tono decisamente più serio. Feci un grande respiro e poi tornai a parlare- Quando lasciai Ephiora e Chomandu, un'anno fa, venni coinvolto nel presidio di Louyhong da uno strano individuo, un monaco di un monastero minore, andato distrutto, alla caccia di un qualcosa che uccise tutti i suoi fratelli. Anche altri giovani guerrieri si cimentarono nell'impresa e io, da bravo stupido, mi fiondai a capofitto nella cosa senza sapere chi o cosa avessi affrontato.

    Mh, capisco.. e ci hai messo un'anno per decidere di tornare qui dopo quell'evento? -disse ridendo il maestro Pao- No maestro.. però mi sembrava giusto cominciare la storia dall'inizio...

    E così cominciai a raccontare, nuovamente, tutto quello che mi accadde da quel giorno in poi: Di Yang-shi, della visione che ebbi quando venni in contatto con lui, di cosa aveva comportato la mia scelta di viaggiare per il mondo, della mafia del deserto che mi dava la caccia e anche del drago di ghiaccio, che mi aveva mostrato il suo inconscio. Ovviamente, non poté mancare poi la ciliegina sulla torta: il draco sanguinis.

    E così, quando toccai il Draco Sanguinis-non nominai il nome del monile fino a quel momento, destando poi l'attenzione di Pao, mentre il maestro Shing rimase immobile ad ascoltare- il sangue con cui il drago di ghiaccio mi aveva infettato si risvegliò entrando in circolo, ma quando il mandante della missione lo attivò, per salvarci la vita, venimmo catapultati indietro nel passato. Da quel momento ho iniziato ad avere delle visioni.. delle visioni molto particolari.

    Gli raccontai anche della visione dell'albero e, al nominare la maestra di Pat, il maestro Shing si mise in piedi, sbuffando ed interrompendo la domanda che Pao stava per farmi.

    Haseo, scusami per la farsa.. ma ci sarebbe qualcuno che vorrebbe parlarti.. -disse incamminandosi verso la porta, per poi aprirla e lasciar entrare gli ultimi due ospiti della serata che, sinceramente, non m'ero aspettato così lunga- Come ti avevo promesso Haseo, ci saremmo rivisti presto! -disse l'uomo- Ciao Patty, quanto tempo che è passato! -disse la donna- Sapevo già tutto dapprima del tuo arrivo. Tisifone mi contattò non'appena notò che l'albero del sigillo cominciò a perdere le forze e Kenan mi avvertì della tua venuta. Mi dispiace che questo fardello sia toccato proprio a te, ma il tuo cuore puro è l'unico che può sostenere il carico maggiore di tutta questa storia. Adesso andate a dormire, noi grandi dobbiamo organizzarci. Da domani comincerà il tuo allenamento e, purtroppo, non sarò clemente con te.

    Il gelo era calato su tutta la stanza: Patty che guardava con gli occhi spalancati la sua maestra, io che non credevo a quello che vedevo o sentivo, constatando la reale presenza del Maestro di Kung-Fu, accanto al mio. Quon-Shing camminò poi verso di me, fissandomi dritto negli occhi, per poi darmi un colpo alla base del collo per farmi svenire. Ma, prima di "addormentarmi" capii una cosa: non esistono le coincidenze nel mondo, tutto fa parte del nostro compito su questa terra.


    Edited by Trinciapolli - 9/12/2016, 15:42
     
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    Haseo Kato
    Capitolo 5 - Rivelazioni
    Quando mi svegliai il mal di testa mi colse impreparato e mi misi subito una mano alla tempie per cercare di massaggiarle. Poi mi guardai intorno, non capendo dove mi trovassi: Ero sulla riva di un fiume, sicuramente Ephiorese a giudicare dai monti che avevo intorno e dalla temperatura dell'aria. Il terreno in prossimità del fiume era umido e composto da ciottoli, tipico dei fiumi del nord. Davanti a me avevo un grande tempio in muratura, che si affacciava proprio su quel fiume. Grandi alberi coprivano i tetti e rendevano l'atmosfera ancora più mistica. Salii la scalinata, cominciando a riprendermi dal colpo ricevuto la sera prima.

    Che cazzo significa tutto questo e perché sono qui? Che sia un sogno?

    Sentii delle voci, arrivando all'entrata del tempio. C'erano tutti i presenti della sera prima, compresa Pat.
    Ben svegliato Haseo -disse il maestro Shing- Spero ti piaccia il tempio, perché ce ne staremo qui per un po! -rise per poi lasciare la parola al maestro Pao- Sappiamo quali sono le tue domande e stai tranquillo che risponderemo a tutte tra poco. Nel frattempo andiamo dentro, dobbiamo sistemare ancora un paio di cose.

    Patty mi corse incontro e mi abbracciò, stringendomi forte, per poi mettersi a parlare con la sua maestra, raccontandosi le vicende degli ultimi quattro anni in cui non si erano viste: l'aveva abbandonata perché era dovuta andare a controllare la situazione degli altri sigilli sparsi per Kalendor, constatando una situazione prossima a declino più totale. A quanto sembrava, l'albero di Tazin era uno di quelli messi meglio e, anche se non ci capivo ancora molto, non era un dettaglio incoraggiante. Intanto io li seguivo senza capire cosa stessimo facendo in quel posto abbandonato, anche se ormai ero sicuro che non fosse un sogno.

    Tutti, tranne Shing, avevano uno sguardo serio, ma lui fondamentalmente era così: diventava serio solamente quando si iniziava a combattere.

    Dopo la porta in legno, si presentò un grande salone in legno d'ebano ospitante parecchi bonsai ai lati e, dall'altra parte della sala, un grande albero di ciliegio, illuminato da una qualche forma di luce sovrannaturale.. come se alla base del suo tronco fosse stato imprigionato un fulmine.

    Almeno siamo ancora ad Ephiora?

    Si, siamo ancora ad Ephiora, più precisamente questo è uno dei sette templi segreti che Chomandu nasconde nella sua vallata segreta, accessibile solo tramite un corridoio nella biblioteca. In particolare siamo nel tempio dello Spazio e del Tempo. Come saprai, ci sono molte cose che nascondiamo qui tra le montagne e se c'è un motivo se la biblioteca non contiene tomi segreti, è perché non abbiamo bisogno di nasconderli nella biblioteca, anche perché non ne avremmo lo spazio.

    Ci fermammo alla fine della sala, davanti l'albero di ciliegio levitante, in cerchio. Poi il maestro Pao continuò: Se ti stai chiedendo quali sono gli altri templi, il secondo è quello dedicato al aole e alla luna e quindi alla luce e all'oscurità, mentre ovviamente gli altri cinque sono quelli dedicati allo studio degli elementi. In particolare quello della Tempesta che abbiamo all'interno di Chomandu è un'imitazione di quello dell'Aria. Magari un giorno potresti avere il permesso di entrarci, ma dovrebbe essere l'Occhio dell'Aquila a lasciarti entrare. Ad ogni modo, adesso solleva la manica della tua uniforme e mostraci il tuo braccio destro.

    Mentre allungavo il braccio al centro del gruppo, il maestro continuò: Le tue visioni sono cominciate quando la tua linea temporale è stata alterata e il potere che il drago aveva infuso in te si è risvegliato. Ciò che hai provato a fare con l'albero, forzando l'avvento di una di queste tue.. premonizioni, ha allertato subito Tisifone che, essendo una ninfa, ha avvertito subito una vibrazione nell'energia mistica dell'albero che gli ha dato la vita.

    La guardai con sguardo curioso e lei si limitò ad annuire con un sorriso. Intanto, il maestro mi toccava il braccio, come se stesse cercando qualcosa.

    E così lei è riuscita ad entrare nella tua visione, fintanto che sei rimasto in contatto con Pat che ha fatto da tramite per il vostro collegamento mentale. Il maestro Kenan invece è uno dei tanti maestri che abbiamo sparsi in giro per tutto il continente, per raccogliere costantemente informazioni da ogni parte di Kalendor. La sua copertura è quella di insegnante di Kung-Fu, ma lo fa talmente tanto bene che è stato costretto ad avviare una propria attività per mantenerla. Come ti aveva detto il maestro Shing, è stato lui ad avvertirci del tuo ritorno.. in realtà ti spiava sin da quando avevi messo piede a Tazin, ma questi sono dettagli.

    Non sono molto rassicuranti questi dettagli maestro e.. -tolsi di corsa il braccio- che cosa sta facendo al mio braccio?

    Haseo.. non essere impaziente e allunga di nuovo quel braccio. -feci un lungo respiro- Voglio solo sapere che cosa ci facciamo realmente qui!

    Il maestro Shing intonò serio: Sta calmo ragazzo mio, ascolta e ti sarà tutto più chiaro. Prego Maestro Pao, continui pure.

    Grazie. Il motivo per qui ci troviamo qui è duplice caro Haseo. Il primo.. te lo spiegherò adesso.. eccolo qui.. -spinse con forza il pollice al centro del mio avambraccio, irrorandolo di chakra e facendo apparire lo strano simbolo- Ma che.. HAAAA, FA MALE!

    Lo strano simbolo a forma di drago si illuminò, cominciando a brillare in maniera eccessiva e circondando il mio braccio di strani fulmini rossi. Il dolore al braccio che avevo provato dopo aver toccato l'albero tornò, ovviamente, e persi la mobilità dell'arto.

    Metti la mano dentro la radice dell'albero, il dolore passerà.


    Mi strinsi il braccio all'altezza del bicipite, con l'avambraccio totalmente paralizzato dal dolore. Guardai Il maestro Shing ma poi, ormai senza speranze e senza capire il motivo di così tanto mistero, avvicinai la mano al centro del cumulo di radici, dove c'era quella che sembrava una sfera d'energia, come vi avevo anticipato prima. Quella "cosa" mi lasciò entrare con il braccio, accogliendolo come fosse una bolla d'acqua.

    Quando il braccio entrò, ebbi una rapida visione di un paio di occhi verdi, dalle iridi a fessura, in un volto contornato da scaglie rosse. Poi una voce profonda e tetra sussurrò: finalmente mi hai raggiunto.. ce ne hai messo di tempo, ragazzo.

    Ripresi coscienza e la luce azzurrina diventò immediatamente rossa, oscurando tutta la sala. Una scossa di terremoto fece tremare tutto il luogo, mentre dalla base dell'albero levitante un raggio di luce rossa venne proiettato verso l'alto, liberando una successiva onda d'energia che fece cessare il dolore al braccio. Sentivo il mio corpo totalmente stremato, come se l'onda d'energia avesse totalmente portato via le mie forze, sparpagliandole all'aria. Tolsi la mano dalla sfera d'energia, che ormai era colorata di rosso, per poi cadere sulle ginocchia, ansimando pesantemente. Il maestro Shing si prodigò ad aiutarmi, tirandomi su e poggiando il mio corpo sul suo.

    Haseo... l'hai visto, non è vero? -chiese con impazienza- S-si.. due occhi verdi e... delle scaglie rosse. Ho sentito una pressione schiacciante e poi.. è esploso tutto.. che cosa mi avete fatto? -il maestro non mi rispose e continuò invece con il maestro Pao- Pao, avevamo ragione quindi.. possiamo passare alla seconda fase. Kenan, prendi l'ambrosia presto.

    Il tozzo maestro di kung-fu mi porse una ciotola con una pasta dorata all'interno che sembrava ed odorava di miele, ma aveva un sapore molto più dolce e la consistenza era più morbida. Mi sentii subito rinvigorito e pieno d'energie, tant'è che mi spostai dal maestro per mettermi seduto da solo.

    Prima.. quella cosa che ho visto, era un drago vero? -gli sguardi dei quattro maestri si incrociarono e poi Tisifone parlò- Si Haseo, quello che hai visto era un drago. Adesso però, finisci di ascoltare il maestro Pao.

    Guardai Pat, cercando nei suoi occhi la forza per resistere alla confusione che avevo in testa, poi il maestro: Ok allora.. continuiamo.

    Il maestro si allontanò per parlare, cominciando a muovere le braccia nell'aria, avvicinando ed allontanando le mani attraverso delle azioni circolari, come fossero formule magiche, creando cerchi dorati d'energia nell'aria che poi unì in un unico e grande cerchio, scaraventandolo infine verso la parete a destra dell'albero, creando una porta dal nulla, come se prima ci fosse un'illusione.

    Haseo, comincia guardandoti il braccio. Il segno che avevi, non c'è più. Tuttavia non è sparito: prima, quando c'è stata l'esplosione, è stato spostato dal tuo braccio alla tua schiena e si è potuto sviluppare. Il che significa che le nostre teorie erano confermate, ma su questo ci torneremo dopo. Devi sapere che il luogo in cui siamo.. il tempio dello Spazio e del Tempo, è il tempio che contiene più magia tra tutti e sette i templi, ed è anche il più antico. Questo albero di ciliegio, per esempio, ha almeno tremila anni e risale al tempo in cui i draghi popolavano il nostro mondo. Millenni fa infatti uomini e draghi coesistevano sulla stessa terra, anche se la razza umana è stata sempre il loro burattino. Tuttavia, nonostante gli evidenti conflitti di interessi tra le due specie, i draghi in quanto entità perfette dalla saggezza e dalle conoscenze infinite, non sterminarono mai la razza umana, che consideravano la più inferiore tra tutte quelle che popolavano la terra, per il semplice fatto che erano loro stessi a rispettare l'ordine naturale delle cose. Infatti, qualche drago condivise le sue conoscenze e il suo potere con gli uomini, tramandati fino a noi. -disse mentre terminava il suo spettacolino, facendo apparire la porta- Questa conoscenza è stata tramandata nei secoli solamente a pochi eletti, e non tutti furono in grado di padroneggiarla a dovere. Adesso seguitemi, il resto del tempio ci aspetta.

    Mi alzai e, mano nella mano con Patty ci muovemmo con il resto del gruppo. Lei non sapeva cosa dirmi, ma dal suo sguardo capivo che mi era vicina.
    Ma maestro, ancora non capisco allora cosa ha a che fare tutto questo con me. E' vero, sono venuto a contatto con un drago, e quindi?

    Arrivati nella sala della conoscenza ti potrò spiegare meglio. Comunque, questo tempio in particolare, è stato il primo a venir costruito, proprio grazie alla collaborazione tra esseri umani e draghi. L'albero che c'è nella sala all'entrata, rappresenta il sigillo che è stato imposto su questo luogo millenni fa, dopo che i draghi tornarono nella loro dimensione d'origine dopo una terribile guerra contro un nemico ormai dimenticato. L'unico modo per poter accedere alle conoscenze di questo luogo e poterle sfruttare per far fronte al male che incombe è stato quello di rilasciare il sigillo, ma soltanto un drago è in grado di farlo e quindi arriviamo a te, Haseo. Nessuno aveva mai potuto provarci prima, ma le procedure e i rituali tramandati fino a noi così recitavano e ne abbiamo avuto la conferma proprio oggi. Cominci a capire adesso perché tutto questo?

    Certo che iniziavo a capire. La mia mente elaborò in fretta i fatti che erano appena saltati fuori dal racconto del maestro e le conclusioni furono abbastanza ovvie: il sangue che avevo assorbito quella volta, risvegliato poi dal draco sanguinis, aveva costituito un passepartout per il resto del tempio, anche se in realtà la nostra chiave, cioè io, era un falso.

    Quindi abbiamo ingannato il sigillo a protezione del tempio con questo trucchetto? Ha risvegliato il sangue con il suo chakra e poi abbiamo abbassato la barriera sul tempio?

    Esatto, in un certo senso è andata così. Ma ora veniamo alla seconda motivazione per la quale siamo qui. Siamo arrivati!

    Entrammo in una sala buia, piena di scaffali colmi di libri. Delle candele si accesero subito nel momento in cui entrammo, rivelando la vastità della sala e la quantità smodata di tomi. Un corridoio conduceva fino al centro della biblioteca, dove un'altare circolare ripartiva tutte le diverse sezioni e, sopra al quale, vi era una struttura metallica che sorreggeva diversi e grossi tomi che "brillavano" di luce propria.. nel verso senso della parola: avevano al loro centro un cerchio di pochi centimetri di diametro che brillavano di diversi colori a seconda del tomo. Il maestro Pao ne prese uno e lo aprì sull'altare.

    Qui, vi è scritto il secondo motivo per il quale siamo qui. Questo è il libro del Tempo. Il potere e la conoscenza rinchiusi in esso sono pressappoco illimitati, messi per inscritto grazie alla volontà di Ophiuco, il drago che per primo tra i suoi simili decise di dare una possibilità alla razza che per prima tra gli animali aveva sviluppato un'attaccamento al loro tempo speso su questa terra. Come forse avrai capito, il nemico che costrinse i draghi ad allearsi con gli umani sta tornando dalle viscere della terra. Purtroppo non conosciamo il motivo, ma pensare alla causa di questo ritorno non risolverà il problema, ovviamente. Adesso la mia parte è praticamente finita, lascio il resto te Quon-Shing.

    Il maestro Shing si mosse dal gruppo per mettersi di fianco al maestro Pao: In questo tempio, secondo quello che sappiamo, c'è una stanza speciale, dove il tempo scorre in maniera più lenta di quella in cui viviamo noi, ed il tempo, stando a quanto ci ha detto Tisifone è l'unica cosa che non abbiamo. Sappiamo che Ophiuco costruì questo luogo al momento della morte, sigillando il suo stesso corpo all'interno dell'umano che gli fece da compagno nel suo periodo di permanenza in questo mondo, continuando a sopravvivere al suo interno non solo come spirito, ma trovando nuova vita. I due si fusero in un'unico essere, dando la possibilità all'umano di trasformarsi a piacimento in drago, acquistando i poteri del Drago del Tempo. Tuttavia, Ophiuco aveva preparato il suo compagno per tutta la sua vita per istruirlo ai suoi nuovi poteri, ma purtroppo il fato con noi è stato meno clemente sotto questo aspetto. Non sappiamo se la cosa sigillata nel tuo corpo è nostra amica, ma sperando che lo sia, non sappiamo quanto tempo ci metterai per convincerla a prestarti la sua forza quando ne farai richiesta. L'unica cosa che possiamo fare è sfruttare gli strumenti giunti a noi sin dal passato, per aiutarti nell'impresa.

    Troppe, troppe informazioni in una volta sola. Il mal di testa si affacciò di nuovo da dietro l'angolo, ma questa volta mi decisi a parlare seriamente: Quindi dentro di me ci sarebbe un drago sigillato in chissà quale occasione e dovremmo chiedere il suo aiuto per combattere qualcosa che non sappiamo nemmeno se esiste.

    Sbraitai un po' quindi, per cercare di avere ulteriori spiegazioni, ma poi decisi di continuare a parlare: Io ho cominciato a viaggiare per cercare di capire cosa stesse succedendo a questo mondo. Ho avuto a che fare con creature magiche e fantastiche ma.. non riesco a credere ad una cosa del genere.. Le visioni come abbiamo detto prima sono provocate da un alterazione della mia linea temporale, non perché c'è uno spirito al mio interno!

    Il maestro Pao sbuffò e si avvicinò a me, mettendomi poi una mano intorno alla testa e posizionando il pollice sulla mia fronte.

    Haseo, lascia che ti mostri che quello che diciamo è vero. Poi starà a te crederci. Sappiamo che quello che ti abbiamo detto avrà poco senso per te, ma non pensare che ne ha di più per noi. Siamo solamente stati preparati ad affrontare questa situazione, ma i dati che abbiamo a nostra disposizione non sono poi così tanti.
    Creò un cerchio sulla mano sinistra, mentre mi teneva la testa con la destra, colpendo poi con il palmo il mio petto per proiettare la mia mente in chissà quale posto. Vidi il mio corpo allontanarsi, tutto lo spazio intorno a me si faceva sempre più rarefatto, fino a quando non diventò tutto confuso e tutta la materia si ridusse a livello atomico. La mia mente si trovava in uno stato di trance, dove nubi d'energia mi vorticavano attorno e strani lampi di luce apparivano in maniera del tutto casuale. Ero immobilizzato e non sentivo nessuna parte del mio corpo, se non la mia stessa voce.

    Dove.. dove mi trovo? C'è qualcuno che può sentirmi? Maestro Shing, Maestro Pao.. Patrizia!

    All'improvviso apparve dal nulla una figura dalla pelle rossa, incatenata, che si avvicinò piano piano con il suo viso a me. Corna d'energia e ali che contenevano al loro interno stelle e galassie. Era un vero e proprio drago, ma leggermente diverso da quello che mi era apparso prima in visione. La paura cominciò a salire, non potevo muovermi e non riuscivo nemmeno più a parlare.


    Sta calmo ragazzo.. questa è la tua mente, anche se dovrei dire... la nostra. Non sono qui per farti del male, anche se non potrei neanche se volessi, visto che sei tu a comandare qui. Adesso però, le catene che ho qui.. mi rallentano abbastanza. Quindi.. perché non mi liberi?

    Disse il drago rosso avvicinandosi a me. Mi calmai, riacquistando la capacità di parlare: avevo affrontato un drago e, anche se non ero da solo, ne uscii vincitore. Non potevo lasciare che mi incutesse timore e dovevo riacquistare il controllo del mio corpo!

    Questa è... la mia mente? -il drago dalla voce cupa annuì, avvicinando il suo muso alla mia faccia- E qui dentro hai tu il controllo. Anche se a me sembra che tu abbia qualche difficoltà nel muoverti. I tuoi amichetti si sono dimenticati di spiegarti come funziona la proiezione astrale eh? Beh, ti aiuto io, se tu aiuti me.. quindi adesso.. LIBERAMI!

    Disse ruggendo e lanciandosi con il suo muso verso di me, come per mangiarmi, ma venendo poi istantaneamente fermato dalle catene, che si illuminarono. Nemmeno il tempo di aver scoperto che quella cosa fosse dentro di me, che già voleva scendere a patti. E allora pensai che se quella era un'estensione della mia mente, allora dovevo solamente pensare di fare delle cose per... farle.

    Non credo che mi serva il tuo aiuto, se questa è veramente... -dissi mentre provai a concentrarmi, pensando di muovere il mio corpo e riuscendoci anche se a scatti- La mia mente!

    Di colpo, quello spazio oscuro si aprì con un forte rombo, come se un tuono squarciasse il cielo. Tutte le nubi vennero spazzate via e un vento forte cominciò ad invadere quel posto con una forza dirompente, spazzando via tutta l'oscurità e riempendola di luce bianca. Quello che potevo vedere del mio corpo, che era praticamente trasparente, tornò a prendere sostanza. Il corpo del drago si riempì anch'esso di nuove energia, mostrando le sue reali fattezze: era più grande, più muscoloso e la sua pelle rossa era ricoperta di squame del medesimo colore. Adesso gli occhi si colorarono di verde come nella visione e piume crebbero su quelle ali spettrali. Lui rise, e cominciò a parlare.

    HEHE, e bravo il ragazzo, sei sveglio. Ci divertiremo molto io e te!

    Sentivo il mio corpo rinvigorito, come se avessi acquisito nuova forza. Poi, tutto finì e venni catapultato nuovamente all'interno del mio corpo. Il maestro Pao aveva levato il pollice dal centro della mia fronte. Cominciai a sudare freddo a causa dello shock fisico e mentale. Sentivo la nausea, ma strinsi i denti e trattenei il conato di vomito. Il fiato corto ormai era diventata una caratteristica peculiare delle mie avventure ed avevo cominciato a farci l'abitudine.

    Ok... il viaggio è stato abbastanza convincente. Quando cominciamo?

    [...]


    Quando tornai nel mio corpo, sentii che qualcosa dentro di me era cambiato, di nuovo. Sentivo la mia schiena e le spalle bruciare, come se fossi stato graffiato a fondo.. no, anzi, marchiato a fuoco. Quella giornata si concluse con un'altra lezione del maestro Pao, che mi aiutò a capire che cosa avessi visto. Disse che in realtà dentro ognuno di noi c'è qualche spirito animale, una sorta di reminiscenza delle nostre vite passate. Chi riusciva a dominare questi spiriti, acquisiva una forza senza pari, derivata dalla metamorfosi del proprio corpo in quello dell'animale in questione, grazie al chakra naturale che la stessa terra produce spontaneamente: l'Alma, l'energia della vita, o della morte.

    Andare a dormire quella sera non fu affatto semplice per tutti quanti. Sopratutto per me, il fulcro di tutta quella storia. Il maestro Pao ci mostrò il resto della struttura, con dormitori annessi: qualche stanza con dei materassi di paglia, niente di regale. Ad ogni modo, per quella notte non chiusi occhio, nonostante ci provassi.
    Mi misi a passeggiare lungo il fiume allora nella speranza di scacciare via tutti quei pensieri che avevo nella testa, quando sentii che anche qualcun'altro aveva problemi a dormire quella notte, mi girai verso le scale di marmo, vedendo a chi corrisposero quei ticchettii sugli scalini.

    Hey.. non riesci a dormire? -dissi- Bella la luna vero? Chissà che cosa c'è nel tempio dedicato a lei, secondo me un planetario gigante.
    Disse lei ridendo, mentre faceva un'ampio gesto con le braccia. La sua presenza mi rassicurava e non potei fare a meno di abbracciarla, per poi cingerla in vita con le braccia, mentre lei aveva messo le sue intorno al mio collo, guardandoci dritti negli occhi- Già, lo credo anche io. Come mai ancora sveglia?

    Ormai mi sono abituata ad averti accanto quando dormo. All'improvviso non ti ho sentito più e sapevo di trovarti qui... come ti senti?

    La testa ancora mi fa male per tutti quegli strani discorsi, ma soprattutto per lo scherzetto che mi ha fatto il maestro Pao alla fine. Non so cosa ho visto di preciso, ma era sicuramente quello che ho visto pochi attimi prima quando sono entrato con il braccio nella sfera. Poi ho le spalle e il dorso che mi fanno malissimo, sento come dei tagli profondi, però non sanguino. Prima il maestro Pao ha detto che il marchio che avevo ha ricevuto energia ed è cresciuto, finendo sulla mia schiena. Non è che potresti vedere?
    Mi tolsi la giacca del kimono, sentendo il fresco pungente dell'aria di montagna direttamente sulla pelle, per poi venir accarezzato da Pat lungo le spalle, provocandomi un leggero fastidio: Allora, che ho?

    Lei esitò a rispondere, cercando di capire bene quello che avevo per poi descrivermelo: Sulle spalle hai quelle che sembrano dei tagli mentre sulla schiena.. E' come.. un cerchio. Un cerchio rosso, sembra tatuato sulla tua pelle. Solo che non è chiuso e ha degli strani dettagli che sembrano.. zampe ed ali. Prova ad avvicinarti all'acqua, forse con il riflesso potresti vederlo.

    La guardai in maniera confusa, ma poi mi avvicinai all'acqua e, con un po' di operazioni di sistemazione per cercare di vedere meglio, potei capire cosa intendeva Patty con quella descrizione. Sembrava proprio il disegno stilizzato di un drago.

    Mio dio.. quindi è vero, il maestro intendeva questo con "si è potuto evolvere". L'ennesima cosa di cui preoccuparsi.. come se avere sulle spalle il peso della razza umana non fosse sufficiente. -dissi alzandomi e mettendomi di spalle a Pat- Come hanno detto prima i grandi, a che serve perdere tempo per preoccuparsi delle cause di qualcosa che non riusciamo a spiegarci, invece di impegnarci a risolvere i problemi che abbiamo?

    Mi iniziò a baciare tutta la schiena, allungando anche la lingua ogni tanto. Mi face venire la pelle d'oca e, continuando a baciarmi, arrivò a sussurrarmi all'orecchio: Adesso vieni dentro che domani sarà una lunga giornata. Ti aiuterò io a fare mente pulita dei tuoi problemi, almeno per farti andare a dormire.

    E così entrammo dentro il tempio, dirigendoci in camera per.. vabé avete capito. Patty si impegnò parecchio per farmi rilassare ma anche quando finimmo, ci misi parecchio ad addormentarmi. Possibile che fossi davvero io la chiave di volta di tutta quella storia?
     
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    Haseo Kato
    Capitolo 6 - MetamorphosisLa mattina che seguì fu abbastanza turbolenta: Venimmo svegliati tutti all'alba dal maestro Pao, che era rimasto alzato tutta la notte per studiare il libro e il tempio alla ricerca della stanza segreta. Le sue ricerche avevano dato esito positivo, a discapito di uno stato mentale abbastanza alterato e un bel paio di occhiaie nere e profonde. Tornammo inizialmente i biblioteca, sempre su ordine del maestro che avrebbe dovuto farci vedere delle cose prima di farci vedere la stanza.

    Dopo aver letto il primo libro del Tempo stanotte, ero talmente tanto curioso che dovetti leggere anche gli altri quattro. -disse sbattendo i libri sul ripiano circolare e parlando molto velocemente, come se si fosse fatto una dose di caffeina direttamente nel cervello- Questi libri nascondono segreti su altre dimensioni, universi paralleli e manipolazione del tempo. C'è anche la formula per la vita eterna, ma nemmeno io che sono stato addestrato sin da bambino sono stato in grado di comprenderla. Ad ogni modo, nel terzo e nel quinto libro si parla della stanza segreta di questo tempio. E' un vero e proprio rifugio al di là dello spazio e del tempo: si tratta di una bolla all'interno del continuum spazio-temporale, dove il primo guardiano del tempio e Ophiuco si allenarono per combattere la grande guerra. Le magie racchiuse al suo interno sono potenti, talmente potenti che solamente un drago del calibro di Ophiuco poteva essere in grado di padroneggiare e, forse, altri pochi della sua specie. -terminò aprendo il libro e generando un disco d'energia verde davanti il suo palmo, muovendolo davanti il libro- Ho trovato una magia potente, anche se molto limitata. Sembra quella che usano alcuni maghi legati al meta-elemento. Ed usandola sul libro ho potuto vedere una pagina nascosta, che rappresentava proprio il nostro caro e vecchio alleato!

    All'improvviso un bagliore verde si alzò dal libro, mostrando un'immagine eterea, che sembrava fatta con del fumo colorato. Vedemmo un grande e grosso drago violaceo dal petto chiaro. I suoi occhi azzurri incutevano timore anche da una foto e trasmettevano fiumi di conoscenza solamente guardarli. Se ci fosse lui sarebbe tutto più facile, pensai: con la sua conoscenza sconfinata potrebbe aiutarmi a dominare i miei poteri ed indicarmi la via da seguire per fermare la battaglia ancora prima che questa cominci. Ma come sempre i sogni il più delle volte restano solo sogni...

    Questo sarebbe..

    Si, è Ophiuco -interruppe Pao- ma soltanto una sua immagine riflessa ovviamente, non ho trovato da nessuna parte se lui abbandonò questo mondo dopo la guerra oppure restò fino a quando anche il suo compagno morì.. ammesso che sia morto e invece non vagabondeggi tra il tempo e lo spazio. Nel libro c'è scritto come manipolare lo spazio in relazione al controllo del tempo, ma purtroppo il libro a volte sembra come se mischiasse le parole, per non farmi sapere il reale contenuto delle sue pagine. Ad ogni modo, come vi avevo anticipato, non è stato così per il sancta sanctorum: sappiamo praticamente tutto di questa stanza segreta, al suo interno il tempo scorre in relazione alla volontà e alla razza che la occupa. Gli umani, l'unico nome che sono riuscito a capire, possono stare al suo interno un massimo di un giorno che, secondo la magia che regola il tempo dentro questo luogo, corrisponde ad un'intero anno..

    In che senso un giorno corrisponde ad un anno? -chiese Tisifone- Chi entra dentro la stanza dello Spirito e del Tempo vivrà una condizione temporale velocizzata rispetto a chi ne resta fuori. In termini ancor più semplici e pratici, un giorno per chi sta fuori dalla stanza equivale a trascorrere un'anno all'interno di essa.

    E per i bisogni di prima necessità? -ribatté Kenan- Nella stanza tutto quello che si desidera si riceve. Nei limiti del possibile ovviamente. Sto parlando infatti di ogni tipo di cibo e comodità.. al suo interno c'è un'armadio dove basta desiderare qualcosa ed aprirlo, per trovarla al suo interno. C'è un letto, un bagno e la temperatura si può regolare semplicemente pensando. Le pareti sono indistruttibili, il che permette di potersi allenare senza alcun limite e la forma che assume riflette i ricordi di chi ci entra, anche se questa parte non è spiegata molto bene

    Non so Pao, tutto troppo bello per i miei gusti. Dev'esserci qualche prezzo da pagare, altrimenti non ci sarebbe motivo per tenere sigillato proprio questo tempio e non gli altri sei.

    Sbuffò il maestro Pao quando Quon-Shing si intromise nel suo discorso esplicativo, annuendo sulla parte dei rischi.

    Infatti è così fratello mio. I rischi derivanti dalla permanenza in quella stanza, oltre alla totale perdita di se, sono molteplici: primo fra tutti c'è il rischio che il corpo umano rigetti l'ambiente in cui si trova. Siamo esseri viventi e, come tali, ci adattiamo al mondo in cui cresciamo. Quello è un posto creato artificialmente tramite la magia, non è possibile prevedere in che modo il corpo umano si adatti alla stanza e se sia in grado di sopravvivere al suo interno. C'è scritto anche che la stanza cambia le persone una volta che passano del tempo al suo interno: lo stesso guardiano del tempio necessitò dell'aiuto di Ophiuco per addestrarsi in quel luogo, perché rischiò di diventare pazzo, ma forse per via della solitudine. L'ultimo punto è il tempo limite per sostare all'interno della stanza: come vi avevo detto prima il libro indica quello di un giorno intero, quindi ventiquattro ore per guadagnare trecento sessantacinque giorni. Non sono descritti gli effetti sulla mente e sul corpo di chi supera il tempo limite.

    Avevo ascoltato tutto in silenzio fino a quel momento, ma era arrivata l'ora di parlare. Avevo riflettuto sulla cosa e cominciavo a sentire un ticchettio martellante all'interno del cervello, che mi spingeva a parlare e a dire quello che avevo in mente. Continuavo ad avere sprazzi di visioni, con quei due occhi verdi che mi fissavano costantemente e una voce che mi sussurrava: La stanza è il tuo unico modo per salvare il tuo mondo. Posso aiutarti a sostenerne il peso per cinque giorni, ma potrebbe significare anche la tua fine, per come ti conosci fino ad ora, sei disposto a farlo.. ragazzo?

    Cinque giorni! -dissi spiazzando tutti- Passerò cinque giorni dentro quella stanza.

    Ma Haseo, ti ho appena detto che il limite imposto è di uno solo..

    Non mi interessa! Ho detto che trascorrerò cinque giorni li dentro. Il tempo non è dalla nostra parte e ce ne serve parecchio. Sento di potercela fare. Io mi sono fidato di voi fino a questo momento.. voi fidatevi di me da ora in poi.

    Me ne sarei andato da quella biblioteca, sentivo l'aria che cominciava a mancare e una fottuta paura di affrontare il mio destino. Patty mi seguì nello spiazzale che dava sul resto del panorama del tempio. La luce del sole illuminava quel posto rendendolo davvero romantico ed incantevole ed una leggera nebbiolina si era alzata per via del cambio di temperatura tra il giorno e la notte.

    Hase.. sei sicuro di sapere quello che stai per fare? -la guardai negli occhi, conscio di avere un'espressione veramente brutta- No.. non ho idea di cosa significherà entrare li dentro.. ma non posso continuare a vivere la mia vita così, come un bambino viziato che deve essere sempre tenuto per mano in ogni cosa che fa, sennò ha paura di sbagliare. Questa volta ho deciso che si fa come dico io.

    [...]


    Quello stesso pomeriggio, dopo aver concordato le ultime cose per l'uso della stanza dello Spirito e del Tempo, ci riunimmo all'ultimo piano del tempio, dove c'era un balcone con degli strani cerchi sopra. La porta che dava sul balcone, secondo i ritrovati del maestro Pao, era anche la porta che conduceva alla stanza magica.

    Il piano sarebbe stato di farmi rimanere cinque giorni in quella stanza. Il primo giorno sarebbe entrato Kenan, con il quale mi sarei addestrato per un anno nell'arte marziale del kung-fu, rafforzando il mio corpo per renderlo duro come come una roccia, ma anche fluido come l'acqua, almeno così diceva lui. Durante il secondo, sarebbe arrivato il maestro Shing, con il quale mi sarei allenato per rafforzare il mio spirito, per estendere la mia mente. Lui era il più qualificato tra tutti, visto che era un metamorfo, anche se l'avevo scoperto solamente in quella circostanza. Il suo spirito guida era una tigre, forse per quello portava sempre un cinturone che la raffigurava ed amava le anatre. I restanti tre giorni, sarei rimasto da solo nella stanza, cercando di comunicare con il drago al mio interno, per farmi prestare i suoi poteri. I maestri quindi si sarebbero sacrificati per aiutarmi a rafforzare il mio corpo e la mia mente, per non lasciarmi schiacciare dalla cosa che avevo al mio interno. Ma ce n'era veramente bisogno?
    La creatura che avevo visto nella mia proiezione astrale, quel drago rosso, aveva veramente intenzioni ostili nei miei confronti? Riflettei parecchio quella mattina su questo dettaglio. Mi aveva spinto ad entrare nella stanza, trascorrendo cinque anni li dentro, di cui tre da solo... ma perché così tanto? Cosa mi sarebbe successo una volta rimasto da solo in quel luogo, totalmente alla sua mercé?

    Sapevo che non avrei dovuto fidarmi delle sue parole.. d'altronde il suo scopo primario sarebbe stato quello di uscire dal mio corpo, e come biasimarlo? Era un'entità potente, chissà quanto antica ed era nel mio corpo senza averlo voluto.. o almeno così avevo pensato. Ancora una volta tante domande e mai una riposta. Fidarmi delle voci nella mia testa, prendendo quella decisione, era l'unica chance che avevo per cercare di risolvere il casino che avevo in testa.

    Alla fine il momento di entrare arrivò; il maestro cominciò pronunciando formule magiche, aiutandosi con uno dei libri, facendo alzare tanta polvere da quel balcone. Scintille si vennero a creare tutt'intorno a noi e poi, con un grosso movimento delle braccia, il maestro cominciò a far aprire il portale per la dimensione segreta della stanza dello Spirito e del Tempo. Un forte rombo scosse tutti quanti i presenti e all'improvviso le pareti intorno a noi vennero deformate, ripiegate su se stesse ed allontanate dalla porta magica che si stava creando.

    Entrate adesso! -urlò il maestro Pao per superare il fragore della materia che si ripiegava su se stessa intorno a noi- Come abbiamo stabilito, tra ventiquattro ore riapriremo il portale per permettere a Shing di uscire e a Kenan di entrare. Buona fortuna Haseo, crediamo tutti in te!

    Strinsi per l'ultima volta la mano a Patty, la baciai e l'abbracciai: ci vediamo tra cinque giorni.. mi mancherai..

    Sarò con te con il mio cuore... adesso va, e diventa l'eroe che sei destinato ad essere!

    Per evitare di ripensarci, chiusi gli occhi e con un filo di lacrime in viso cominciai a correre verso il portale, spronando il maestro Shing. Saltammo insieme all'interno del portale: la sensazione che provai fu come quella di buttarmi in uno specchio d'acqua molto denso, per poi tornare nuovamente in superficie. Quello che ci trovammo davanti una volta superato il portale fu una stanzetta buia, che dava su una scalinata che portava ad una piccola costruzione, simile al tempio che c'era dall'altra parte. Sembrava davvero una specie di riproduzione del mondo reale, come un tempio in una vallata naturale circondata su tutti i lati da montagne innevate. Anche l'aria che si respirava la dentro era fresca e frizzante come quella delle montagne ephioresi.

    Certo che non potevamo desiderare di meglio. -disse il maestro di arti marziali- Saliamo le scale e vediamo cosa ci riserva questo luogo. Ci alleneremo sin da subito!

    L'esplorazione durò veramente poco, anche se ci limitammo alla struttura principale dove eravamo approdati. Era come un piccolo tempietto nostrano, con la stessa architettura anche. Ci sistemammo velocemente, per poi cominciare a lavorare. C'era un grande porticato all'entrata della struttura più grande, subito dopo lo scale, perfetto all'allenamento. La prima lezione fu una filippica abbastanza pesante che vi riassumerò il più brevemente possibile.

    Haseo, devi sapere che il kung-fu è un'arte marziale antica, che nasce proprio tra i monasteri del nord. Chi lo pratica da anni è in grado di comprendere e controllare il proprio corpo attraverso allenamenti fisici e mentali, che rafforzano il proprio animo. Il primo passo per cominciare a praticarlo è quello di decidere di impegnarsi con esso. E' un'arte marziale complessa, che lavora su tutti i fronti. Come dissi anche agli altri miei allievi a Tazin, devi essere come l'acqua: leggero, morbido, fluido come un dolce fiume, ma anche violento, duro ed impetuoso come un mare in tempesta. Sarò severo con te, quindi preparati.

    Maestro Kenan, bando alle ciance, cominciamo! -lo feci ridere e poi ribatté- Questo è lo spirito giusto!
    E il primo anno passò così, tra estenuanti allenamenti di resistenza e forza fisica, tecniche di combattimento e massaggi da parte del maestro Kenan per rimettere apposto il mio povero fisico. Durante gli ultimi giorni di quel primo anno, i nostri corpi sembravano visibilmente provati, ma soprattutto quello del maestro, forse a causa dell'età più avanzata. Per chi se lo stesse chiedendo, dal giorno in cui varcai la soglia di quella stanza non percepii mai più la presenza del drago rosso dentro la mia testa. La sua voce aveva smesso di parlare, ma io sapevo che in realtà osservava in silenzio, e questo non mi piaceva affatto. Tuttavia non ebbi nemmeno un giorno di tempo per riflettere su questa cosa, perché Kenan non mi lasciò veramente un secondo di tempo, ma alla fine l'allenamento aveva dato i suoi frutti.

    Riuscimmo a tenere il tempo grazie ad un pratico abaco leggermente modificato, che aggiornavamo ogni mattina all'alba, quando cominciavamo ad allenarci. Il sole e la luna si alternavano costantemente in quel luogo, come se fossimo nel mondo reale, permettendoci di non perdere il senno; non esplorammo mai il resto della radura intorno a quella struttura, ma non sentimmo mai un rumore di qualche animale, quindi eravamo veramente da soli in quel luogo.

    Vidi il maestro scomparire dentro quella porta, quando si cominciò ad illuminare, constatando l'apertura del portale dal mondo esterno. Dopo qualche istante arrivò poi il maestro Quon-Shing, con la sua bellissima espressione sempre sorridente.

    Wao, ti vedo cresciuto Haseo.. hai messo su parecchi muscoli eh..

    Lo accompagnai dentro la struttura, facendogli vedere il posto e come funzionava quel luogo mistico. Il suo allenamento sarebbe stato di preparazione per il mio spirito, per comprendere i segreti del chakra naturale e capire come controllarne la forza. Avrei dovuto imparare a dominare i miei istinti e ad espandere la mia coscienza per cominciare a comunicare con l'essere al mio interno.

    Beh maestro, diciamo che Kenan non ci è andato leggero con me. Ogni mattina corsa sulle scale e via di flessioni, addominali, esercizi a corpo libero per potenziare i muscoli e, ovviamente, tecniche su tecniche di combattimento.

    Anche con lui cominciammo subito. All'inizio il maestro mi spiegò cosa significasse mettersi in contatto con l'energia naturale: l'alma, l'energia all'interno degli esseri viventi, è una forza potente, che non si disperde mai ma si trasforma ogni volta, cambiando la sua conformazione. Quando una pianta o un'animale muore, l'alma torna alla terra e dalla terra torna al prossimo essere vivente al momento della sua creazione, che sia questa il processo di gemmazione delle piante o del concepimento per gli uomini. Era tutto uno scorrere infinito di energia, come un cerchio chiuso, che prima o poi ricomincia sempre dall'inizio.

    Passammo giornate intere a meditare, con l'obiettivo iniziale di percepire l'energia naturale, oppure a combattere allenando costantemente il nostro sistema circolatorio del chakra, espandendolo in ogni punto del nostro corpo durante tutto l'arco del combattimento, per incrementarne l'intensità. Successivamente poi, la meditazione ebbe lo scopo di aiutarmi a creare uno spazio mentale tutto mio, dove riversare la mia coscienza come se fosse una scatola protetta all'interno della mia mente: uno spazio sicuro, per mantenere sempre viva la mia personalità. Diceva che era la parte più importante per diventare un metamorfo in grado di non perdere la propria umanità.

    Erano allenamenti più estenuanti di quelli con il maestro Kenan, ma un giorno successe uno strano evento, durante uno di questi allenamenti a mani nude:

    Avanti Haseo, spingi di più il chakra sui tuoi pugni -urlò Quon, ansimando per la fatica- ormai sono sette mesi che ci alleniamo, non perdere la concentrazione. So che hai già trascorso un'anno qua dentro e che il tuo corpo è stremato, ma non puoi arrenderti ora! AVANTI!

    Parai un colpo, ma il secondo entrò e mi prese in pieno tutta la faccia. Finii per terra, atterrando sulle braccia e sulle ginocchia.

    TIRATI SU! Non abbiamo ancora finito per oggi.. -disse sempre ansimando- se ti butti giù così per un pugno in faccia sarai inutile nelle battaglie che verranno. Come pensi di poterci guidare, EH!?
    Improvvisamente il cerchio sulla mia schiena cominciò a brillare, sempre più intensamente, liberando anche diverse scariche d'energia scarlatte intorno a me. Le linee sulle mie spalle si allungarono notevolmente ricoprendo il torso nudo e i miei capelli divennero improvvisamente rossi. Gli occhi divennero ambrati e le iridi si assottigliarono diventando come due fessure. Una voce cupa nella mia testa risuonò:
    Haseo.. mi senti? -non risposi- Haseo.. so che puoi sentirmi, avanti.. lascia che ti mostri cosa puoi fare grazie al mio potere! Non ti farò del male, sono solamente stufo di sentirlo urlare visto che dormivo così bene, ha ha ha ha -cercai di resistere al suo richiamo, ma più mi concentravo su me stesso più sentivo il mio corpo bruciare e andare in pezzi- N-non posso.. non ti lascerò prendere il mio corpo!

    Il maestro Quon-Shing, udendomi farneticare, si avvicinò: Haseo.. che succede, cos'è quella cosa rossa che hai addosso?

    Cominciai a tremare, a causa del grande sforzo muscolare. Alzai la testa lentamente, guardando il maestro negli occhi, mentre la voce continuava a dirmi di lasciarmi andare e di farlo entrare nel mio spazio protetto. Cercai di focalizzarmi su esso: una distesa infinita di acqua, con me stesso nel centro della sua superficie intento a meditare nel vuoto più totale.




    Poi, una goccia cadde dal cielo, scuotendo quel velo piatto d'acqua cristallina, provocando delle onde concentriche che si fecero sempre più alte, spazzando via tutta la distesa d'acqua, rivelando l'interno di una grotta immensa, con un'apertura in alto dalla quale proveniva della luce, che aveva permesso a delle piante di crescere su quelle che pensavo fossero stalagmiti. Dei fiumi irrigavano quel luogo, diviso da un baratro senza fine da una piccola lingua di roccia che si affacciava su quel posto. Io mi trovavo proprio su quella lingua, tutto da solo. Mi alzai, cercando di guardarmi intorno ma senza trovare vie d'uscita a parte quell'apertura. I movimenti erano difficoltosi, perché ero finito nuovamente nella mia proiezione astrale e ancora dovevo farci l'abitudine, anche se ero migliorato dalla prima volta che c'ero entrato.
    Ad ogni modo, quella non era la mia scatola di protezione, non era quello che mi ero sempre immaginato per mantenere la calma. Udii un forte ruggito provenire dal foro illuminato, che spezzò la proiezione mentale, riportandomi nel mio corpo. Intanto il maestro si era allontanato, preparandosi ad affrontare qualsiasi cosa mi stesse succedendo.

    Sta perdendo il controllo di se stesso. Lo stress mentale e fisico ha fornito una breccia al drago per entrare nella sua mente, probabilmente ha modificato anche la sua gabbia di protezione. E va bene, vedremo se sarà più forte la tigre o il drago! -allargò le gambe per creare una base stabile, per poi incrociare le braccia davanti a lui e, dopo un'ampio giro, portare i pugni ai fianchi, concentrando il chakra naturale in tutto il suo corpo e risvegliando il suo spirito guida- UHAAAAAA!

    Un ruggito felino mi fece guardare davanti a me, verso il maestro: un sottile strato di pelo cominciò a crescere sulla sua pelle e la conformazione del suo volto cambiò assumendo dei tratti felini, simili ad una tigre, con tanto di coda che si agitava da dietro.
    Il maestro si lanciò all'attacco, con l'intento di stordirmi per resettare il mio cervello e bloccare l'accesso che il drago aveva trovato, ma purtroppo durante il suo assalto, non so con quale capacità e forza, mi alzai leggermente in piedi e tirai un pugno in controtempo al maestro mentre questo saltava per assalirmi, provocando una frattura nello spazio-tempo, dove entrò il maestro tornando sul balcone del tempio. Un'aura scarlatta aveva cominciato a circondarmi, mentre dalla fessura potei vedere tutti gli altri che con sguardo stupito vennero colti da quella scena. Poi, vidi Patrizia.

    H-haseo, ma che ti sta succedendo? -disse sconvolta, vedendo il maestro trasformato- STATE TUTTI INDIETRO, STA PERDENDO IL CONTROLLO! Pao, tieni aperta la fessura!

    NO! -dissi dall'altra parte, con voce doppia, come se quella del drago si fosse sovrapposta alla mia- STATENE FUORI, ADESSO ME LA VEDO IO!

    Guardai Patty, poi notai la mia mano, dotata di artigli: Ti amo Pat.. dissi portando gli artigli al mio petto, trafiggendomi in profondità. L'aura rossa si fece sempre più grossa, mentre si cristallizzava intorno a me, formando un bozzolo di cristallo scarlatto. La fessura si chiuse poco prima che Quon-Shing riuscisse ad oltrepassarla nuovamente, bloccandoli tutti fuori. Svariati tentativi vennero fatti dal maestro Pao per riaprire la porta, ma questa era stata bloccata da chissà quale forza. Probabilmente tanto potente quanto quella che avevo rilasciato io forzandone l'apertura.
    Haseo, puoi sentirmi? -una voce calda di uomo mi svegliò, in quell'oscurità che mi aveva avvolto dopo che mi ero trafitto- Chi sei, dove mi trovo? Sono morto?

    No, non sei morto. Il tuo istinto di conservazione ha fatto la cosa giusta, facendoti trafiggere con i tuoi stessi artigli. Il chakra in eccesso derivato dalla tua crisi si è cristallizzato ed ha formato un bozzolo per la tua metamorfosi.

    Bozzolo per la metamorfosi? -chiesi- Adesso svegliati, ti spiegherò tra poco.

    All'improvviso aprii gli occhi, trovandomi sdraiato su delle mattonelle polverose, chissà in che posto. Era una stanzetta piccola, con delle statuine dalla forma strana e altri dettagli che non saprei come descrivervi. La luce non c'era, però si riusciva a vedere lo stesso, come se il cielo fosse nuvoloso. Uscii dalla stanzetta, arrivando in una piazza molto grande, con delle fiaccole di marco accese e quello che sembrava un dojo in profondità. C'erano degli alberi dalla corteccia bianca tutti intorno, con degli striscioni rossi sui rami, che però erano totalmente statici vista l'assenza di vento in quel luogo. Sembravano gli stessi alberi di sangue che Patty aveva visto sul pendio, ma le foglie non c'erano né sugli alberi né per terra, quindi non ne ero certo.
    E così tu saresti quello che dovrebbe difenderci -disse la voce di prima- La razza umana è davvero spacciata allora.
    Mi guardai intorno, cercando di capire da dove provenisse la voce e di trovare quest'uomo: Dove sei, fatti vedere!
    Una mano mi toccò la spalla e una persona mi passò accanto, paralizzandomi. Il torso nudo e le spalle tatuate con un disegno particolare: Sono sempre stato qui con te Haseo, non c'è bisogno di urlare. Scusa se il posto non è di tuo gradimento, non lo uso da qualche millennio.

    Millennio? Ma che cazzo dice questo tipo? Chi sei tu, che cosa mi hai fatto, perché non mi muovo? E soprattutto.. dove mi trovo?

    Sta tranquillo ragazzo. Non ti sto facendo niente di speciale. Ho semplicemente inibito i tuoi movimenti. Non voglio che scappi, abbiamo un po' di cose di cui parlare noi due. Intanto, risponderò alla tua domanda, ma dovresti averlo capito. Io sono..

    L'umano che cedette il suo corpo ad Ophiuco. -interruppi- Oh, ma che bravo. Si, sono io, il primo guardiano e costruttore del tempio del Tempo. E ovviamente il primo metamorfo della storia, grazie al trucchetto che quel vecchio pazzo escogitò per donarmi la vita eterna. Questo è il piano inferiore della stanza dello Spirito e del Tempo, accessibile solamente mentalmente. L'ho creato per permettermi di entrare ed uscire in questa stanza semplicemente con il pensiero. Ovviamente solo noi possiamo farlo, anche se il tuo maestro è bravino. E' stato sveglio ad innescare lo spirito del tuo inquilino per attivare le porte del tempio.

    Un momento, vita eterna? Anche il maestro Pao ne aveva parlato. Questo spiegherebbe la sua giovane età nonostante fosse il Guardiano. Ma non era lui che stava per morire? -si mise a ridere e poi continuò- si beh ecco.. diciamo che la storia raccontata nel secondo libro non è del tutto vera. Alcune parti le cambiammo per non destare troppo scalpore tra quelli della mia era. Qualche bugia a fin di bene, quando sarai più grande capirai.. eh eh eh..

    Il Guardiano si mise a ridere, guardandomi mentre la mia faccia diventava sempre più corrucciata: Non mi interessa la tua biografia. Voglio che mi spieghi che cosa mi sta succedendo! Se sei davvero il Guardiano, hai anche combattuto contro l'oscurità che tremila anni fa vide draghi e umani uniti no? Aiutami a controllare lo spirito al mio interno! -lui sbuffò, scuotendo la destra a sinistra e a destra, portandosi poi la mano sinistra tra i capelli neri, lunghi fino a metà schiena- Non funziona così caro Haseo.. dentro di te non c'è mica uno spirito animale come in quello del tuo maestro. Dentro di te c'è un drago in carne ed ossa. Non puoi pretendere di assoggettarlo al tuo volere come un deterrente da usare per acquisire potere. Devi imparare a comprenderlo e diventare tutt'uno con lui. Devi poterti fidare di lui e lui deve potersi fidare di te, ma se continui a respingerlo, il tuo corpo e la tua mente esploderanno.. letteralmente caro mio.

    E quindi che cosa dovrei fare? Ogni volta che ha trovato il modo di entrare nella mia mente l'ha fatto con violenza, volendo prendere il controllo del mio corpo.

    E' normale, è un drago giovane, come te. E' impetuoso, irascibile, ma anche molto potente. Tuttavia Ophiuco mi ha detto che si è offerto di prestarti la sua forza mentale per permetterti di resistere nella nostra stanza, quindi non pensi anche tu che non voglia per forza distruggerti dall'interno? Io non posso aiutarti nello stringere il legame necessario con lui, quella è una cosa che riguarda voi due. Io e Ophiuco possiamo insegnarvi come incontrarvi e come mettere in comune le vostre menti e i vostri corpi, per avviare permettervi di fondervi in un unico essere. Però il lavoro grosso dovete farlo voi. Ti abbiamo spiato sin da quando Kokotàiko ti ha mostrato i suoi ricordi, con il Draco Sanguinis il tuo compagno è potuto entrare dentro di te, perché sei un bravo ragazzo e il tuo cuore è puro e per questo non mi aspettavo avessi bisogno del mio aiuto ma, visto che è andata così, adesso la domanda è: sarai in grado di trasmettere il tuo io?

    All'improvviso il mio corpo tornò a muoversi. Mossi le dita delle mani perché si erano indolenzite mentre ero bloccato, riacquistando la circolazione. La domanda che mi aveva lanciato il Guardiano mi lasciò veramente spiazzato e dovetti pensare parecchio prima di rispondergli. Era un tipo un po' eccentrico, e forse era diventato veramente pazzo, ma dai suoi occhi usciva la stessa saggezza che percepii guardando l'immagine residua di Ophiuco dal libro.

    Come posso incontrarlo? -mi ero calmato molto rispetto a quando ero arrivato, anche perché non avevo altre opzioni. Dovevo avere la sua fiducia- Continua sempre dritto e supera quella porta li in fondo. Non spaventarti se non vedrai più niente, tu continua a camminare fino a quando non giungerai in una foresta, con un'albero di ciliegio sopra una collina. Raggiungilo e tutto ti sarà chiaro.

    Così mi incamminai, come mi aveva detto il Guardiano. Non mi aveva detto il suo nome, ma non aveva importanza ora, magari glie l'avrei chiesto dopo, se l'avessi rivisto.

    Che cosa dovrei dirgli quando lo vedrò? -si mise nuovamente una mano nei capelli per pensare e poi disse- Perché non cominci chiedendogli il nome?

    [...]


    Superai un lungo corridoio nero arrivando in una foresta scusa, illuminata da un cielo stellato e, da una luce strana, rosea, proveniente da un grosso albero di ciliegio, che si stagliava al centro di una collina. Sembrava la versione in fiore dell'albero piazzato al centro della prima sala del tempio.

    Andiamo..

    Cominciai a correre in direzione dell'albero, sentendo che più mi avvicinavo più una presenza cresceva dentro di me. La pressione su tutto il mio corpo aumentò, rendendo sempre più difficoltoso raggiungere la cima di quella collina. Allora cominciai a spingere, sempre, sempre di più su quelle gambe che diventavano sempre più pesanti, fino ad arrivare finalmente all'albero con un ultimo slancio, toccandolo, per venire risucchiato in un vortice che mi trasportò nuovamente in quella caverna dalla quale ero fuggito dopo aver udito un ruggito.

    Allora ti sei deciso a tornare, ragazzo. -di nuovo quella voce- Avanti, fatti vedere. Sono venuto a prenderti!

    Un ruggito squarciò l'aria e un'ombra rossa si proiettò giù dall'apertura in alto, atterrando su quelle stalagmiti. Era il drago che avevo visto il giorno prima, dopo che avevo preso controllo della mia mente: scaglie rosse, una chiama ambrata e degli occhi verdi come smeraldi. Le ali piumate gli davano un'aspetto veramente regale: era bellissimo, senza parole. Tuttavia, delle catene dorate apparvero nel momento in cui si fermò.

    Vedo che ancora non sei riuscito a levarti quelle catene di dosso. -scosse la testa e le sei ali piumate- E tu invece vedo che hai imparato a muoverti.

    Si, ho avuto qualche buon consiglio. A te piacerebbe levarti quelle cose di dosso? -ruggì, assumendo una posizione ostile e generando un forte vento con le ali- Se io ti do quello che vuoi, tu mi darai quello che voglio io? Però ti avverto, sono parecchie le cose che voglio eh!

    Cercai di puntare sulla simpatia, ma forse non funzionò molto: [color=#00A4A4]<b>Tu comincia a levarmi queste cose, poi vediamo..


    Schioccai le dita, liberando una ad una le catene che legavano il drago al collo e alle zampe. Subito dopo che l'ultima catena si spezzò, egli partì all'attacco verso di me, aprendo le fauci con l'intento di mangiarmi. Ero conscio di andare incontro a questa eventualità, ma non mi mossi, perché sapevo di avere la meglio in quel luogo. Era la mia mente e li, comandavo io!

    Saltai in alto di svariati metri, molti più di quanto sarei mai stato in grado di fare nella realtà. Schivai totalmente il suo corpo e gli atterrai in testa. Si girò, voltandosi con il muso per scacciarmi, cercando di colpirmi anche con una zampa, ma con scarsi risultati. Mi avrebbe trovato levitante a mezz'aria, tra l'uscita della caverna e la piccola lingua di roccia. Il drago rosso tornò alla carica, sollevandosi in volo, nel tentativo di colpirmi con una delle sue zampe.

    Perché non cominci dicendomi il tuo nome?! -gridai, provocando l'eco della caverna- HUAAAA, perché lo vuoi sapere?! mi hai tenuto chiuso qui dentro, senza neanche tenermi in considerazione e adesso vuoi sapere il mio nome?

    Continuò a ruggire, menando zampate a destra e a sinistra, scuotendo le ali e la coda. Cercava vendetta per essere stato trattato male, chiuso come un'animale in gabbia. Mi sentivo veramente male per lui, ma come potevo fare per farmi perdonare e placare la sua ira?

    E va bene, se la guerra che vuoi, l'avrai! -fermai un suo colpo con una mano, per poi afferrarlo con l'altra e con una rotazione del corpo scaraventarlo addosso alle stalagmiti sotto l'apertura, formando una conca col suo enorme corpo. Poi gli andai nuovamente sopra il muso, prendendone la punta tra le mani e poggiandogli la mia fronte addosso- scusa.. mi dispiace!

    Le sue ali, tutte irrigidite per la collera si abbassarono, come se fosse stanco di lottare; anche i muscoli del suo collo si rilassarono e i suoi occhi verdi divennero sempre più lucidi. Poi disse: Non ho scelto io di prendere possesso del tuo corpo, gli anziani hanno deciso di mandare me, quando apristi il portale nella tua mente. Mi dispiace averti creato problemi.. ho solo settecento anni, a volte non so regolarmi. Il mio nome è Vaelynor.. (velinor) l'evoca-tempeste.

    Aspettai a rispondere, cercando di trovare le parole esatte, ma poi... mi misi a ridere: hahahahaha.. HAHAHAH!

    Che cosa c'è di così tanto divertente? -disse- Se tu a settecento anni sei giovane, io sono ancora un neonato! Non piangere adesso.. siamo piccoli ancora, la vita ha ancora molto da darci, quindi... come mi ha detto una persona più saggia di me: non pensiamo alle cose che ormai non possiamo risolvere e pensiamo a come fare meglio per il futuro!

    Avevo la sensazione che non comprese a pieno le mie parole, però quando gli feci una proposta allettante, lui non poté fare a meno di accettare: Vaelynor, ti va di farmi vedere cosa c'è la fuori?

    Mi misi sul suo dorso, afferrai due tranci della sua chioma, per poi lasciarmi trasportare in volo fuori dall'apertura. Il cielo era azzurro, con qualche nuvola a sprazzi. Una montagna si ergeva sopra quella caverna, mostrando delle piccole case arroccate. Era una vera e propria montagna levitante, con una cascate enorme. Era davvero uno spettacolo per gli occhi. Lasciai piano piano la chioma rossastra, allargando le braccia, per godermi il a pieno quel momento. Sapevo che non era reale, ma la sensazione del vento sulla pelle era decisamente impressionante.. bellissimo.

    WHOO HOOOOO! -urlai- Tieniti forte, aumento la velocità! -disse Vaelynor, facendomi prendere nuovamente i suoi capelli- Vai, quando vuoi!

    Scosse le ali, provocando un boato, sparandoci ad una velocità assurda, facendomi quasi volare via, ma mi bastò pensare di restare incollato al suo capo, per non essere spazzato via dal vento. Avevo guadagnato la sua fiducia, era un vero e proprio giocherellone.. non aveva voluto lui tutto questo, quindi stava a me fare in modo di fargli vivere nel migliore dei modi quella situazione.
    Atterrammo su un'isolotto levitante, che si collegava con delle scale alle altre. Scesi dal suo muso, guardandomi intorno. Alla fine gli avevo creato un bel posto per vivere, anche se non ne ero conscio.

    Haseo, ti aiuterò nella tua missione, visto che è anche la mia. Da quando sono uscito dall'uovo, mi hanno cresciuto ed educato ad essere amico degli uomini, quindi spero che non avrai più paura a lasciar fare a me quando perderai il controllo del tuo corpo. La mia vita è la tua vita.. disse chinando il muso.

    E la mia vita.. è la tua vita.-continuai chinando la testa, ma guardandolo sempre negli occhi- Sarai mio amico in questa odissea irta di ostacoli? -spalancò le ali e disse- Con le nostre forze unite, non ci saranno ostacoli sulla nostra strada.

    Terminò con un ruggito, rendendo il tutto molto epico: eravamo pronti a prendere il posto del Guardiano, come protettore della terra.


    Passarono tre giorni nel mondo reale. Per me furono tre anni di intenso e duro allenamento con il guardiano. Sputai sangue insieme a Vaelynor per tre lunghi anni, per comprendere i segreti della metamorfosi e anche quello che ci avrebbe aspettato dal momento che saremmo usciti da quella stanza. Andammo oltre i limiti fisici del mio corpo giorno dopo giorno, fino a trasformarlo in una vera e propria arma umana. I capelli mi erano cresciuti a dismisura, tutti rossi, come il sangue e i segni sulle mie spalle mi ricoprirono totalmente la schiena, come era stato per Takashi, il guardiano.
    In quegli anni cambiai molto, a causa di cose che il guardiano e Ophiuco mi mostrarono, che purtroppo non sarei in grado di raccontarvi. Capii che la vita eterna, come osservatore della terra, non era sempre stata bella per lui: vedere le persone a te care sfumare sotto le tue mani, senza che tu possa fare nulla per salvarle, guerre succedersi una dopo l'altra a causa del desiderio di vendetta umano. Eppure mai mi fermai dalla voglia di capire e di conoscere, mettendo anche a repentaglio la mia mente nello spingermi così in la con la manipolazione del mio potere di vedere attraverso passato e futuro.

    Quando poi il Guardiano e Ophiuco mi ritennero pronto per lasciare quel luogo, aprirono un varco per me, per permettermi di tornare dalla mia Patrizia e dai miei maestri. Non sapevo se avrebbero riconosciuto l'Haseo che ero diventato, ma ormai aveva poca importanza. Da quel momento in poi, la mia vita sarebbe stata segnata, avrei avuto il destino della terra sulle spalle e avrei dovuto trainare tutti gli altri che avrebbero voluto cimentarsi nell'impresa di rappresentare il baluardo dell'umanità.




    Edited by Trinciapolli - 10/12/2016, 23:21
     
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    Ruolata carica di eventi (forse troppi!) e ben strutturata, sicuramente non manca di fantasia e tutto sommato ai descritti il tutto con accuratezza. Avrei preferito maggiore approfondimento verso la fine, dove hai premuto sull'acceleratore per concluderla a tempo di record, ma il risultato è lo stesso apprezzabile.

    CITAZIONE
    Scrittura 3 - Eccellente.
    Interpretazione 2 - Haseo presente e ben delineato durante tutta la narrazione, con reazioni credibili e con prese di posizioni degne dell'eroe di turno. Il personaggio sta crescendo e lo si percepisce durante tutta la role; avrei preferito più approfondimento psicologico e maggiori dettagli all'interno degli ultimi post di allenamento, specialmente maggiore spessore durante la discussione con il drago.
    Tuttavia quanto letto fin'ora è abbastanza per conferirti il massimo.
    Strategia 0 - Non hai combattuto.
    Bonus
    Lunghezza/Descrizione 1 Nonostante siano pochi post, la ruolata è ben curata ed ogni post è corposo; inoltre gestire tutti quei png non dev'essere stato facile e hanno reso più vivido il passato di Haseo.

    Haseo: +6 exp +1 PA (bonus)*
    *Non so se posso assegnarlo liberamente come un admin, ma secondo me lo meriti.

    Valutatore: +1 exp +100 Gold.
     
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    Scrittura 2 - Di errori ce ne sono veramente pochissimi. La forma è molto lineare e semplice, aiutata anche dall'utilizzo della prima persona che conferisce a tutta la ruolata un tocco personale e intimo, ma appunto il tutto si presenta come un racconto colloquiale senza troppe pretese. Ottima prova comunque.
     
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