~Legenda Narrato Parlato Miya Parlato Altri ~Ragazzina in carriera
Miya era immobile, sull'attenti, proprio come la guardia che stava sostituendo avrebbe dovuto essere. Un uomo sulla trentina le si avvicinò, sospettoso. Sulla trentina, barba rasata e in tenuta ufficiale. Sul fianco destro teneva due piccole lame rinfoderate disposte a X. Non essendo neanche minimamente allenata a riconoscere i gradi degli ufficiali, Miya non lo salutò neanche e continuò quella sua improvvisata postazione di guardia.E tu chi saresti, scusa? L'uomo esordì così, infastidito, e finalmente Miya lo notò. Era serio, forte, affascinante. La ragazzina arrossì per un attimo, salvo poi riprendere la sua naturale sicurezza e spigliatezza.Piacere, sono Miya! Ho quattordici anni e sono la prima della mia classe: pensa che ieri ho preso un 'Ottimo' nelle prove fisiche, e sì che mi ero completamente dimenticata che i test sarebbero stati quel giorno! Comunque è andato tutto alla grande, non temere. Abito qui vicino, mio papà è un fabbro in pensione e mia madre invece Dov'è la guardia che dovrebbe stare qui? Miya rimase turbata da questa brusca interruzione. Perché nessuno voleva mai starla a sentire? Lei, se fosse stata un ufficiale, non avrebbe perso di certo l'occasione per parlare con una ragazza così bella e intelligente come lei. Senza contare poi le mille avventure che aveva da raccontare. Bah, Miya proprio non li riusciva a capire i maschi, specialmente se innamorati.Beh, stavo passeggiando qui e mi ha detto di sostituirlo perché doveva andare...al bagno. Ma dico, ti sembra normale chiederlo in un modo così sgarbato? Ok che si vede lontano un miglio che sono dieci volte migliore di lui a fare certe cose, però insomma... L'uomo si grattò il mento.Io non ho più parole per il comportamento dei nuovi soldati. Borbottò tra sé e sé.Guarda: neanche io. Comunque non ti preoccupare, mi piace dare una mano all'impero quando posso, anche se per ora non posso fare molto. Mi piacerebbe entrare in una scuola accademica imperiale e arruolarmi alla fine del percorso, ma mio padre non conosce nessuno. L'uomo si riprese e guardò Miya attentamente. La ragazzina arrossì nuovamente e rimase ferma non sapendo cosa fare.'Se aiuti l'Impero, l'Impero aiuta te'. Uno dei tanti cartelli che appendevano per le strade quando ero un bambino io diceva così. Ci credevo all'epoca. Forse ci credo anche adesso. Disse con tranquillità il tenente. Alla fine della frase un piccolo sorriso amichevole gli si dipinse in volto e ciò rassicurò enormemente Miya. L'uomo, inizialmente statuario e tutto d'un pezzo, aveva forse visto in Miya una versione di sé stesso quando era ragazzino: pieno di speranze, pieno di voglia di fare. Miya, imbarazzatissima, gli sorrise di rimando.Tu però devi imparare a tenere chiusa quella bocca. Aggiunse poi, glaciale. Miya rimase pietrificata. Vide nell'uomo forza e decisione e in lei solo insicurezza e stupidaggini. Lo aveva fatto forse arrabbiare? Proprio lei che era così bella e brava? Pensò a qualcosa da dire, ma non le venne in mente nulla. Realizzò improvvisamente di essere al cospetto di un ufficiale.Scusami... Balbettò."Scusatemi, signore" devi dire. E poi devi stare zitta. Il cuore, per qualche motivo, le batteva all'impazzata. Era terrorizzata. L'uomo la penetrava con il suo sguardo sempre uguale, fisso e di ghiaccioScusatemi, signore. Riuscì infine a dire. L'uomo mutò improvvisamente espressione e le mise una mano sulla spalla.Esatto, così. Dovrai imparare a comportarti bene quando sarai un soldato Imperiale. Dovrai rispettare i tuoi superiori e mandare giù rospi amari pur di proseguire nella tua carriera. Miya annuì piano. Stava capendo. Poi prese il coraggio a due mani e aprì bocca.Mi potete aiutare ad entrare per diventare come voi? Nei suoi occhi da adolescente solo tante speranze e sogni.....Signore. Aggiunse poi.***
Quindi in pratica è stato solo grazie a lui che sei entrata a far parte dell'esercito Imperiale, capisco. Disse Krey, un po' deluso e un po' pensieroso. In parte era così, lo sapeva anche Miya, ma a lei non piaceva vederla in quel modo.Le prove le ho passate io stessa, lui mi ha dato solo qualche aggancio. Poi rifletté un attimo sulla cosa. Pensò alle mattine in cui si era svegliata all'alba per andare a correre, le serate passate a studiare per i test e i compiti. Pensò alla felicità della madre il giorno in cui fu ufficialmente presa. Pensò al papà, sempre serio e calmo, a cui scese una lacrima sul viso. Vedeva finalmente un futuro più sicuro per la figlia adottiva, un futuro potenzialmente pieno di possibilità. Il pericolo era dietro l'angolo e con il carattere testardo e dirompente di Miya non sarebbe stato facile il percorso, ma era un ottimo inizio.Vedi, scemo... Iniziò la ragazzina, questa volta stranamente seria e solenne.Ogni tanto delle cose sembrano impossibili da fare anche se ci impegniamo tanto per raggiungerle. Sembrano proprio impossibili nonostante tutto. Poi però succedono all'improvviso, senza un motivo, forse anche senza un merito, e noi non sappiamo neanche bene se esserne felici o no. Krey la guardò, stupefatto. Non capiva. Non ancora, almeno. Forse non si capiva nemmeno Miya.Edited by Impulse - 7/10/2017, 21:03