Ragazzina in carriera

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  1. Impulse
     
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    ~Legenda
    Narrato
    Parlato Miya
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    ~Ragazzina in carriera



    Ma quindi sei un pezzo grosso all'interno dell'Impero? chiese Krey, mettendosi comodo vicino alla cugina.
    Non mi piace essere definita 'pezzo grosso', ma effettivamente è proprio quello che sono, se vogliamo pensarci su
    Miya si distese sull'enorme poltrona dei suoi zii mentre il suo cuginetto la guardava, estasiato, mangiando la merenda. Ogni tanto lo andava a trovare: sapeva bene che senza Miya come figura di riferimento il bambino sarebbe stato perduto.
    Ma è perché hai ucciso il drago che sei diventata un pezzo grosso? O forse per quella ciurma di pirati che hai sconfitto tutta da sola?
    Miya sbuffò.
    Credevo di avertelo raccontato, Krey, perché non mi ascolti mai? Quello è successo DOPO! Ero dell'Impero già da prima!
    Il bimbo, abbassò lo sguardo, intristito.
    Se vuoi posso raccontarti la storia un'altra volta...
    Lo incalzò Miya, sapendo di suscitare per certo la sua attenzione. Come era ovvio, chiunque avrebbe pagato oro per ascoltare una delle sue meravigliosi storie!
    Trey immediatamente sorrise alla cugina, entusiasta.
    Sì, ti prego! Me lo racconti allora?
    Miya si mise a braccia conserte fingendo di dover pensare alla risposta.
    Va bene, però dovrai darmi un pezzo della tua merenda
    Uffa però. E va bene...


    ***



    Sedici anni. Questa l'età in cui l'impero iniziava a prendere in considerazione l'idea di averti sotto la sua ala protettrice. Miya, però, ne aveva solo quattordici.
    I suoi genitori, in realtà adottivi, riuscivano a vivere e ad arrivare a fine mese per un pelo a causa delle spese sempre crescenti e anche a causa dei costi dell'istruzione della figlia. Sua madre, casalinga, ogni tanto aiutava qualche vicino o qualche amica di famiglia aggiustando vestiti o calzature, mentre il padre, ex fabbro ormai in pensione, arrotondava continuando a fare dei lavori di carpenteria a chiamata.
    Tutto sommato la famiglia non se la cavava male e Miya riusciva avere sempre tutto il necessario, anche se il superfluo non era mai contemplato.
    La scuola dove andava era una delle affiliate dell'impero e i genitori l'avevano scelta proprio per quel motivo. Gli studenti più meritevoli intellettualmente e fisicamente potevano venire scelti al loro sedicesimo compleanno ed essere inseriti in classi specifiche al cui termine si entrava direttamente a far parte delle schiere imperiali.
    Queste classi di cadetti spesso avevano una carriera decisamente più veloce e brillante rispetto alle reclute adulte volontarie. Erano considerati i "pupilli" dell'impero e Miya non poteva non essere considerata la pupilla anche di tutta la nazione.
    Possibile che tu non conosca neanche un ufficiale imperiale disposto a mettere una buona parola per me e farmi entrare già in una classe speciale?
    Il padre, mangiando lentamente la sua zuppa di piselli, guardò perplesso la figlia. Ogni sua azione era lentissima, ogni sua parola pronunciata con una calma che faceva semplicemente impazzire Miya.
    No, piccola. Papà non conosce nessuno.
    Disse, poi riprese a mangiare.
    Non ricominciare a mangiare, sa'!
    Urlò lei, alzandosi da tavola. Sia la mamma che il padre la guardavano con un misto di terrore e stupore.
    Con le mie capacità superiori alla media posso senz'altro passare tutti i test imperiali. Possibile che non lo capiate?
    Miya urlò, poi scappò in camera sua.
    Stai tranquillo caro, lo sai che la nostra piccola Miya è fatta così.
    Bisbigliò la madre. Il padre annuì, poi riprese nuovamente a mangiare. Purtroppo per lui queste scene erano destinate a diventare quotidiane.
    Non lo faceva per particolari aspirazioni, Miya. Voleva solamente aiutare i suoi genitori e sapeva che entrando nell'Impero ciò sarebbe stato possibile. Un posto fisso, possibilità di carriera: i genitori non avrebbero desiderato altro per lei! Miya invece era più attratta dalle occasioni che le si sarebbero presentate: sarebbe stata messa sempre alla prova e grazie alle sue indiscutibili qualità in ogni campo sarebbe risultata immediatamente la migliore. Avrebbe girato il mondo, esplorato zone misteriose, compiuto imprese incredibili!
    Senti, ragazzina, puoi prendere un attimo il mio posto qui davanti e assicurarti che non entri nessuno? Io devo andare un attimo...come dire...a svuotarmi.
    Miya guardò malissimo la guardia di turno davanti all'ufficio di smistamento postale.
    Beh, io veramente avrei molto da fare: sai com'è, la scuola, gli impegni sportivi...
    Senza contare contare poi che ero uscita per fare una commissione decisamente importante che mia madre mi ha rac-

    Dai che me la sto facendo nei pantaloni! Solo un minuto! Poi ti darò anche qualche moneta, ok?
    La guardia non ascoltò neanche la risposta e fuggì dietro una delle case vicine. Miya rimase ferma qualche istante, poi prese il posto lasciato vacante dall'uomo nerboruto.
    Che schifo e che modi! Possibile che questi maiali non sappiano neanche chiedere 'per favore' ad una ragazza così fine ed elegante come me? E' davvero uno scandalo!

    ***



    Ed è lui quel tenente di cui mi parli sempre?
    La incalzò Krey, interrompendo il racconto.
    Miya sbuffò.
    NO! Possibile che tu non riesca a startene zitto per un minuto? Quella era solo una guardia rozza e schifosa! Il Tenente Joir è di tutt'altra caratura...
    Le si illuminarono gli occhi.
    Comunque l'ho conosciuto proprio in quel frangente, sì. Mentre svolgevo già in maniera incredibile il mio compito di sostituta-guardia chi ti vedo arrivare? Proprio il tenente! Ho ovviamente subito capito che si trattava di un uomo di un certo spessore, sai? Le donne si accorgono di tutto in un baleno, poi io in particolare...
    E cosa è successo a quel punto? Ti ha chiesto dove fosse la guardia?
    Miya incrociò le braccia e fece ampi gesti con la mano.
    Beh, è chiaro questo: è un uomo ligio al dovere.
    E tu cosa gli hai detto?



    Edited by Impulse - 6/10/2017, 20:37
     
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    Miya era immobile, sull'attenti, proprio come la guardia che stava sostituendo avrebbe dovuto essere.
    Un uomo sulla trentina le si avvicinò, sospettoso. Sulla trentina, barba rasata e in tenuta ufficiale. Sul fianco destro teneva due piccole lame rinfoderate disposte a X.
    Non essendo neanche minimamente allenata a riconoscere i gradi degli ufficiali, Miya non lo salutò neanche e continuò quella sua improvvisata postazione di guardia.
    E tu chi saresti, scusa?
    L'uomo esordì così, infastidito, e finalmente Miya lo notò. Era serio, forte, affascinante. La ragazzina arrossì per un attimo, salvo poi riprendere la sua naturale sicurezza e spigliatezza.
    Piacere, sono Miya! Ho quattordici anni e sono la prima della mia classe: pensa che ieri ho preso un 'Ottimo' nelle prove fisiche,
    e sì che mi ero completamente dimenticata che i test sarebbero stati quel giorno! Comunque è andato tutto alla grande, non temere. Abito qui vicino, mio papà è un fabbro in pensione e mia madre invece

    Dov'è la guardia che dovrebbe stare qui?
    Miya rimase turbata da questa brusca interruzione. Perché nessuno voleva mai starla a sentire? Lei, se fosse stata un ufficiale, non avrebbe perso di certo l'occasione per parlare con una ragazza così bella e intelligente come lei. Senza contare poi le mille avventure che aveva da raccontare.
    Bah, Miya proprio non li riusciva a capire i maschi, specialmente se innamorati.
    Beh, stavo passeggiando qui e mi ha detto di sostituirlo perché doveva andare...al bagno. Ma dico, ti sembra normale chiederlo in un modo così sgarbato? Ok che si vede lontano un miglio che sono dieci volte migliore di lui a fare certe cose, però insomma...
    L'uomo si grattò il mento.
    Io non ho più parole per il comportamento dei nuovi soldati.
    Borbottò tra sé e sé.
    Guarda: neanche io. Comunque non ti preoccupare, mi piace dare una mano all'impero quando posso, anche se per ora non posso fare molto. Mi piacerebbe entrare in una scuola accademica imperiale e arruolarmi alla fine del percorso, ma mio padre non conosce nessuno.
    L'uomo si riprese e guardò Miya attentamente. La ragazzina arrossì nuovamente e rimase ferma non sapendo cosa fare.
    'Se aiuti l'Impero, l'Impero aiuta te'.
    Uno dei tanti cartelli che appendevano per le strade quando ero un bambino io diceva così.
    Ci credevo all'epoca. Forse ci credo anche adesso.

    Disse con tranquillità il tenente. Alla fine della frase un piccolo sorriso amichevole gli si dipinse in volto e ciò rassicurò enormemente Miya. L'uomo, inizialmente statuario e tutto d'un pezzo, aveva forse visto in Miya una versione di sé stesso quando era ragazzino: pieno di speranze, pieno di voglia di fare.
    Miya, imbarazzatissima, gli sorrise di rimando.
    Tu però devi imparare a tenere chiusa quella bocca.
    Aggiunse poi, glaciale.
    Miya rimase pietrificata. Vide nell'uomo forza e decisione e in lei solo insicurezza e stupidaggini.
    Lo aveva fatto forse arrabbiare? Proprio lei che era così bella e brava?
    Pensò a qualcosa da dire, ma non le venne in mente nulla. Realizzò improvvisamente di essere al cospetto di un ufficiale.
    Scusami...
    Balbettò.
    "Scusatemi, signore" devi dire. E poi devi stare zitta.
    Il cuore, per qualche motivo, le batteva all'impazzata. Era terrorizzata.
    L'uomo la penetrava con il suo sguardo sempre uguale, fisso e di ghiaccio
    Scusatemi, signore.
    Riuscì infine a dire.
    L'uomo mutò improvvisamente espressione e le mise una mano sulla spalla.
    Esatto, così. Dovrai imparare a comportarti bene quando sarai un soldato Imperiale. Dovrai rispettare i tuoi superiori e mandare giù rospi amari pur di proseguire nella tua carriera.
    Miya annuì piano. Stava capendo.
    Poi prese il coraggio a due mani e aprì bocca.
    Mi potete aiutare ad entrare per diventare come voi?
    Nei suoi occhi da adolescente solo tante speranze e sogni.
    ....Signore.
    Aggiunse poi.


    ***



    Quindi in pratica è stato solo grazie a lui che sei entrata a far parte dell'esercito Imperiale, capisco.
    Disse Krey, un po' deluso e un po' pensieroso.
    In parte era così, lo sapeva anche Miya, ma a lei non piaceva vederla in quel modo.
    Le prove le ho passate io stessa, lui mi ha dato solo qualche aggancio.
    Poi rifletté un attimo sulla cosa. Pensò alle mattine in cui si era svegliata all'alba per andare a correre, le serate passate a studiare per i test e i compiti.
    Pensò alla felicità della madre il giorno in cui fu ufficialmente presa. Pensò al papà, sempre serio e calmo, a cui scese una lacrima sul viso. Vedeva finalmente un futuro più sicuro per la figlia adottiva, un futuro potenzialmente pieno di possibilità. Il pericolo era dietro l'angolo e con il carattere testardo e dirompente di Miya non sarebbe stato facile il percorso, ma era un ottimo inizio.
    Vedi, scemo...
    Iniziò la ragazzina, questa volta stranamente seria e solenne.
    Ogni tanto delle cose sembrano impossibili da fare anche se ci impegniamo tanto per raggiungerle. Sembrano proprio impossibili nonostante tutto.
    Poi però succedono all'improvviso, senza un motivo, forse anche senza un merito, e noi non sappiamo neanche bene se esserne felici o no.

    Krey la guardò, stupefatto. Non capiva. Non ancora, almeno. Forse non si capiva nemmeno Miya.




    Edited by Impulse - 7/10/2017, 21:03
     
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    Quello che accadde poi è, in qualche modo, storia. Con una ridicola ma dignitosa valigia Miya si trasferì all'accademia imperiale di Neagora, dove trascorse i successivi due anni.
    Mai poté dimenticare il giorno in cui andò via da casa. La madre pianse come se la figlia stesse per andare in guerra e il padre le sparò in faccia un paio di frasi ad effetto prima di salutarla. Un addio in grande stile, non c'è che dire, che durò poco però: ogni fine settimana poteva tornarsene a casa e stare con i suoi genitori fino al lunedì successivo.
    Con i compagni si trovò subito male. Tutti erano estremamente diversi da lei, anche le ragazze.
    C'era chi era estremamente rimbecillito con la propaganda imperiale e viveva esclusivamente, già da quell'età, per donare la sua vita all'imperatore. Facevano ogni cosa come se fosse una questione di vita o di morte e sembravano allenarsi più per voler arrivare tra i primi del gruppo che per imparare qualcosa.
    Altri, invece, si erano arruolati solamente perché non avevano null'altro da fare. Nessun progetto o sogno particolare, nessun talento, nessuna voglia. Le lezioni e gli eventi scorrevano loro addosso e tutto scivolava come privo di significato.
    Sembri sempre guardarci con aria schifata: se nulla di questo posto ti va bene perché ci sei entrata?
    Le aveva detto, velenosa, una sua compagna di corso tra le più snob e fastidiose.
    Per dimostrarvi quanto sono meglio di tutti quanti voi.
    Le aveva risposto Miya.
    Non le pesò più di tanto aver passato quei due anni senza aver fatto amicizia e in una quasi eremitica solitudine.
    Forse era l'abitudine, forse già si stava formando una sorta di meccanismo emotivo per cui ogni vuoto Miya era in grado di colmando mettendoci dentro sé stessa. Aveva sé stessa come amica, sé stessa come nemica, sé stessa come consigliera, sé stessa come compagna di pensieri.
    Lei era tutte le cose allo stesso tempo e quando, l'ultimo giorno di accademia, i cadetti furono messi in fila per la consegna dei diplomi, Miya non guardò in faccia nessuno.
    Ogni nome di ogni suo collega con cui fino a poco prima aveva condiviso esperienze e tempo le suonavano estranei. Chi erano quelle persone? Possibile che non ricordasse nessun dettaglio o nessun episodio su di loro? Possibile che quei due anni fossero finiti senza che neanche una delle persone lì presenti fosse riuscita a donarle qualcosa, qualsiasi cosa?
    Miya
    Annunciò il preside dell'accademia.
    Solo a quel punto la ragazzina si risvegliò dal suo torpore. Prese il diploma e strinse la mano dell'uomo. Forse quello gli disse "complimenti", forse aggiunse anche "sarà l'inizio di una gloriosa carriera all'interno dell'Impero", o forse diceva quelle due frasi a tutti. Lei però non lo ascoltò e tornò al suo posto piano con lo sguardo fisso nel vuoto.
    Anche l'inizio dell'accademia era in teoria l'inizio di un grande cammino. Ma a lei sembrava di non aver fatto assolutamente nessun passo. Era cresciuta di poco, rimanendo sempre tra le più piccoline e meno sviluppate come donne, aveva lo stesso carattere di quando era ragazzina, sicura di sé e viziata, aveva ugualmente nessun nuovo interesse. Ugualmente non aveva nessuno.
    Un glorioso inizio
    Disse Miya al cuginetto. Strinse il pugno e lo sbatté sul bracciolo della poltrona.
    E' questo, Krey, che devi cercare di avere.





    CITAZIONE
    Richiedo che questa breve ruolata mi sia valutata come background e lore per la professione Imperiale.
     
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    Mya ~ Impulse

    CITAZIONE
    Scrittura: 1
    Il tuo è un bello stile, sia chiaro. A tratti ben curato e ricercato, ma noto ancora una serie di errori sintattici, ripetizioni e via discorrendo. Magari prova a rileggere i post un paio di volte. Sia chiaro, non ti penalizzo in maniera critica, ma voglio che questo sia uno stimolo per spingerti a fare di meglio. Sono sicuro che con un pò più di attenzione potrai migliorare, senz'altro.

    Interpretazione: 2
    Urco cane. All'inizio Mya mi sembrava la classica ragazzina spavalda, so-tutto-io e fortemente incentrata sul meta-play. Adesso, invece, comincio a capire che effettivamente è questa l'idea che si vuole dare del personaggio: uno spirito fortemente sicuro di se e che esterna questo suo modo di essere, molte volte anche in maniera pesante. Molto bene anche l'idea del "racconto" al cuginetto, che stravede per la sedicenne. I miei complimenti.

    Strategia: 0
    N.D.

    Mya ~ Impulse : 3 EXP ~ Professione Imperiale SBLOCCATA!



    Valutatore: 1 EXP + 100 Gold
     
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