Al Pesce Dorato

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    Yorke
    A differenza della vicina Tortuga, questa piccola città non è frequentata solo da criminali e gente poco affidabile, ma anche da persone di tutt'altro rango provenienti da tutte le parti del mondo. La ragione risiede nel fatto che Yorke non è una bettola di case di legno ma una vera e propria città fortificata ed alquanto moderna situata su un isoletta. Qui si trovano alcune banche molto influenti, come la Raimak. Si pensa che alcune delle famiglie mettano qui i propri soldi derivanti dai guadagni illeciti e ci finanzino persone anche molto importanti, queste a loro volta rifinanziano le famiglie in una sorta di circolo vizioso che fa arricchire tutti quanti, facendo aumentare prestigio e potere. L'Impero non è ancora riuscito a capire esattamente lo spostamento di questo denaro, ma in ogni caso ha dichiarato Yorke territorio neutrale sebbene la tenga costantemente sott'occhio. Annualmente, in uno dei palazzi della città si tiene una delle più grandi aste mondiali su beni antichi, reperti preziosi ed oggetti rari ed introvabili. La particolarità di quest'asta è che vi si possono trovare anche oggetti teoricamente banditi che provengono dal mercato nero. Milionari di tutto il mondo arrivano per cercare di accaparrarseli.


    La locanda era di certo molto diversa da quelle che aveva visitato a Tortuga, era evidente che quella città era di tutt'altra natura. C'era un senso di ordine e rispettabilità che permeava l'aria e Darina, appena rientrata da una missione, non aveva di certo un aspetto abbastanza decoroso per il posto. Non che si struggesse per la cosa.
    Era ancora mattina presto quando entrò e chiese di avere una stanza. Anticipò parte della somma e venne guidata da una ragazzina al secondo piano dell'edificio.
    Prego, signorina, entri pure.
    La temoriana ringraziò ed entrò trascinando appena i piedi. Sì richiuse la porta alle spalle e si gettò con gioia sul letto. Dopo non poche difficoltà aveva recuperato ciò che le aveva chiesto il suo mandante e, con del nuovo denaro in tasca, era ben felice di farsi una meritatissima dormita.
    Quando si svegliò non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma si rese conto che aveva ancora addosso i vestiti del viaggio che non si era presa la briga di levarsi, e che aveva bisogno di un bagno.
    Suo malgrado si alzò e, essendo solo sera, riuscì a farsi portare un grosso catino di acqua calda e del sapone per lavarsi.
    Togliere gli abiti puzzolenti fu un'altra piccola gioia e potersi finalmente togliere di dosso la sporcizia la fece sentire subito rinvigorita.
    Una volta pulita le sembrò quasi un peccato rimettersi a dormire senza concedersi un buon pasto con il denaro appena a guadagnato, così si mise addosso qualcosa di pulito, si rinfilò la cintura con i pugnali e scese nella sala al piano terra.
    Lì già c'era musica, ovviamente, e un profumino forse di zuppa di pesce che sembrava rendere l'aria densa e senza dubbio molto invitante.
    La ragazza si sedette ad un tavolo vuoto e ordinò zuppa e birra scura. Si soffermò a guardare i due suonatori mentre aspettava di essere servita.

    Edited by Kinamy - 13/5/2017, 09:33
     
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    Il possente vaygr, in seguito agli avvenimenti di Sumadea si era ritrovato più scombussolato che mai; colmo di denaro ed armi ma privo di nuovi lavori. Un tortuoso viaggio di numerosi giorni logorò psicologicamente Marcus, ormai abituato a sopravvivere da solo in ambienti sconosciuti.
    Il tragitto non era stato particolarmente pericoloso, l'esperienza da cacciatore di bestie del ragazzo incrementava e pochissimi umani avevano il coraggio di provare a rapinarlo: il grande problema era lo scarso senso dell'orientamento del ragazzo.

    Tenendosi lontano dai centri urbani di Arcadia si tenne lontano da qualsiasi problema diplomatico, la nuova regione in cui si trovo, seppur per poco tempo, gli causò non poco disagio: un immenso acquitrino, culla di morte e malattie. C'era qualcosa di davvero strano in Nasradeva, una costante sensazione che quella zona palustre tenga lo sguardo fisso su di te.
    Con non poca fatica, riuscì ad imbarcarsi clandestinamente in una imbarcazione dalla destinazione sconosciuta: la sua vita era affidata all'ignoto. Eppure, seduto fra quelle casse di legno, pensava fiero a ciò che era diventato. Un abitante del mondo, capace di riconoscerne i lati negativi e non farsi influenzare. La sua missione? Solo il tempo l'avrebbe svelata..

    [...]

    Il Manto-Grigio trascorse il viaggio nella stiva, rubando i viveri lì conservati nella minima quantità per saziarsi: quando senti la nave attraccare, balzò in piedi come un felino, acquattandosi nelle prossimità della porta. Non appena parte dell'equipaggio entrò, furtivamente Marcus sgattaiolò andando a terra insieme alle altre persone.
    Iniziò a guardarsi intorno, doveva prendere precauzioni su quello che conosceva del luogo, visto che a impatto visivo non gli ricordava nulla e.. con estrema sorpresa, scoprì di essere ad Haven.

    La cittadina si presentava molto differente rispetto a Tortuga; decisamente meno cupa e più benestante, gli edifici assomigliavano a castelli in miniatura, la popolazione stessa era visibilmente più tranquilla. Anzi, si sentiva già qualche occhio addosso, con quel randello di metallo equipaggiato sembrava lui l'unico vero cattivone.

    [...]

    Malgrado il giovane si fosse impegnato per cercare annunci, non sembravano esserci incarichi disponibili.. o, perlomeno, incarichi adatti al guerriero, tuttavia la necessità di risparmiare l'oro per una nuova armatura lo costringeva ad avere costanti fonti di guadagno.

    Marcus passò un paio di giorni lavorando in una delle locande di Yorke, il suo compito era preparare e servire da bere ai tavoli in cambio di vitto, alloggio e un debole salario. Che palle.. era il pensiero fisso del gigante, talmente annoiato da fissare il suo riflesso nei boccali che lucidava continuamente. L'atmosfera era allegra, nonostante non si fosse mai sentito così al sicuro in quella regione, quella musica non lo distraeva dalla noia: era conscio che questa non era la vita che lo attendeva, ma per il momento non poteva far altro che accontentarsi

    "Marcus, porta questa zuppa e una birra scura al tavolo in fondo!"

    Con rapidità riempì un boccale e, dopo aver afferrato la ciotola di zuppa si avvicinò all'angolo della sala

    "A lei, signorina"

    Si rivolse cordialmente e sorridendo alla donna, che guardò subito dopo averla servita: spiccavano i suoi occhi di un colore particolarissimo e il suo fisico, visibilmente temprato da battaglie e allenamenti, proprio come il suo cinturone con le armi leggere.
    In quelle numerose ore di noia era la prima persona interessante che vedeva: rimase fermo per un breve istante nella sua posizione, si rivolse poi nuovamente alla ragazza.
    Non era affatto tipo da provarci con le ragazze, a meno che non vedeva particolari attenzioni dalla loro parte, ma sentiva che un po di compagnia l'avrebbe sollevato da quel mortorio

    "Ti dispiace se mi metto qui vicino?.. indicando una sedia, nelle vicinanze ma abbastanza lontana da concedere quei metri di spazio personale "..E' che non sono di queste parti, ci si può annoiare velocemente dietro a quel bancone..

    Marcus
    Altezza: 1,98 cm
    Peso: 123 kg
    Colore capelli/occhi: Castani/Celesti

    Note: Marcus non indossa la sua armatura e non è equipaggiato di alcun'arma, indossa una maglia a maniche corte e degli abiti lavorativi fornitigli dal proprietario della locanda
     
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    La shalariana continuò a guardarsi intorno e gettare di tanto in tanto uno sguardo distratto ai musicisti, sempre meno coinvolta dalla musica. In quel momento uno dei due stava intonando una canzone su un marinaio che lascia l'amata per vivere sempre in mare. La ragazza cercò di scacciare il proprio fastidio prima che le oscurasse il buonumore. Aveva terminato un'altra missione e non voleva farsi rovinare il momento da una stupida canzone.
    Da quando aveva salutato il committente e intascato i soldi non vedeva l'ora di festeggiare a modo suo: mangiare qualcosa di caldo, gustarsi della birra e farsi una bella dormita: in viaggio beveva solo acqua e non mangiava niente di troppo complicato da preparare per non perdere tempo utile. Quanto al dormire, un letto sarà sempre meglio della sola terra. Sì, anche per lei.
    Finalmente venne distratta dalla musica da un omone che si avvicinò e le servì la cena con un sorriso. A lei, signorina. La ragazza sorrise di rimando e si accorse che era più giovane di quanto le era sembrato ad un primo sguardo.
    Dopo aver posato piatto e boccale l'uomo indicò la sedia vicino a lei. Ti dispiace se mi metto qui vicino? E' che non sono di queste parti, ci si può annoiare velocemente dietro a quel bancone.
    La ragazza si prese un istante per soppesare la cosa. Non era da lei dare, o accettare, tanta confidenza da uno sconosciuto. Poi ripensò al proposito di non rovinarsi quel buon momento e alla fine scosse la testa.
    Certo che no, prego. Capisco, penso che io non resisterei nemmeno un quarto d'ora. disse orripilata al pensiero di dover sorridere a perfetti sconosciuti ed essere gentile con i cafoni tutto il santo giorno. Con un lieve gesto gli fece segno di accomodarsi. Dunque, aggiunse prendendo il cucchiaio e soffiando sulla zuppa bollente, ti sei trasferito per affari?
    Sperava che quella sua domanda non suonasse ironica, perché non lo era, e non avrebbe saputo cos'altro chiedere in risposta al "E' che non sono di queste parti".

    Edited by Kinamy - 13/5/2017, 18:18
     
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    Una richiesta ambigua quella del ragazzo, in altre zone di quella regione quella domanda poteva portarti all'obitorio. La ragazza dall'aspetto trasmetteva sicurezza, se fosse stata molto cauta avrebbe potuto rifiutare bruscamente Marcus. Dopo qualche secondo di attesa, scosse la testa e rispose al vaygr comprendendo la noia che lo aveva spinto lì.
    Adagio si mise a sedere, la ragazza stava lì lì per gustarsi la zuppa quando aggiunse

    "Ti sei trasferito per affari?"

    Il Manto-Grigio attese qualche istante, alzando lo sguardo verso il soffitto per un attimo

    "Diciamo che gli intenti erano quelli" sorrise, pensando all'ironia della questione. Poteva fidarsi? Nemmeno lo sapeva, ma incominciava a sentire la mancanza di qualcuno con cui parlare, se non in una situazione di pericolo. In più, c'era qualcosa di strano riguardo quella combattente dai tratti occidentali, come un presentimento del vaygr. Ricominciò a parlare..

    "Sto viaggiando per Kalendor da un bel po di tempo, racimolando come posso quello che mi serve per andare avanti. Si tratti di questo.. dipingendo un che di goliardico sul suo viso "..o di cacciare pericolose creature. Dopo aver passato gli ultimi due mesi nel deserto di Shal'aira e nelle pericolose foreste di Sumadea, sono venuto qui cercando un lavoro e.. eccomi qui."

    Sorrise nuovamente alla ragazza
    "Di te che mi dici? Sembri una donna che sa farsi valere sul campo di battaglia.."
     
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    Il ragazzo le spiegò di aver viaggiato per Shal'aira e Sumadea di aver cacciato diverse bestie pericolose e, in mancanza di meglio, essersi ritrovato lì per guadagnare qualcosa.
    Di te che mi dici? Sembri una donna che sa farsi valere sul campo di battaglia.
    La ragazza assaggiò un'altra cucchiaiata.
    Mh...beh, sono ancora viva, quindi direi che so fare la mia parte. rispose facendo spallucce.
    Che bestie pericolose hai cacciato? Io ho avuto una brutta esperienza con un Frograrius e da allora non ho più accettato compiti del genere. Era così puzzolente che... la ragazza arricciò il naso, poi scosse la testa e mangiò di nuovo. Non lo augurerei a nessuno.
    La zuppa era davvero buona e le scendeva bollente giù per la gola. Dopo solo qualche boccone si sentiva già scaldare da quel piattone fumante. Forse ne avrebbe ordinato un secondo.
    Ah, ma che maleducata, io ti sto mangiando davanti e tu non hai nemmeno da bere. si rese improvvisamente conto la ragazza.

    Edited by Kinamy - 14/5/2017, 11:28
     
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    Il prode guerriero si aspettava molto dalla prossima risposta della ragazza, perlomeno avrebbe potuto provare ad intuire il suo carattere. La ragazza non si vantò della sua forza e si mantenne sul vago, dicendo che se fino a quel momento era rimasta in vita, era certa di saperci fare.
    Marcus sorrise alla sua affermazione e alle sue spallucce, continuando ad ascoltare la guerriera: gli chiese quali bestie pericolose avesse cacciato, aggiungendo una sua pessima esperienza con delle creature puzzolenti

    "Ah, ma che maleducata, io ti sto mangiando davanti e tu non hai nemmeno da bere."

    "Non preoccuparti. Sono due giorni che lavoro dietro quel banco. si prese una leggera pausa sorridendo ..se fossi una persona dalle dimensioni normali sarei svenuto per tutto quell'alcool!"

    Lasciandosi scappare una risata, nonostante tutto la shalariana avrebbe potuto notare l'estrema sobrietà del Manto-Grigio: da dove proveniva lui, l'alcool si dava anche ai bambini. Quel bruciore intenso nella gola e nel petto aiutava a resistere a quelle ondate di vento gelido, che passavano oltre qualsiasi muro.

    "Sembra un bel problema! esclamò riferendosi al Frograrius "Nel deserto di Shal'aira abbiamo lottato con una sorta di tartaruga delle sabbie gigante.. morsicatrici, così le chiamano.
    Se posso chiedere, cosa ti porta da queste parti? Non sembra un luogo adatto alle nostre professioni..o sbaglio?"
     
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    Non preoccuparti. Sono due giorni che lavoro dietro quel banco...se fossi una persona dalle dimensioni normali sarei svenuto per tutto quell'alcool!
    Darina in effetti aveva notato che aveva una corporatura tutt'altro che piccola, e aveva incontrato uomini di quella stazza solo...
    Il ragazzo riprese a parlare e la temoriana interruppe le sue riflessioni.
    Nel deserto di Shal'aira abbiamo lottato con una sorta di tartaruga delle sabbie gigante...morsicatrici, così le chiamano.
    Tartarughe giganti? Ne ho sentito parlare in qualche storia, ma pensavo fossero una leggenda. Cavoli.
    Mangiò un altro boccone e bevve un sorso di birra mentre l'uomo le faceva a sua volta una domanda.
    Se posso chiedere, cosa ti porta da queste parti? Non sembra un luogo adatto alle nostre professioni...o sbaglio?
    La shalariana alzò per un attimo lo sguardo dal boccale e trattenne un sorriso.
    In verità la mia professione è piuttosto flessibile: finché mi pagano bene faccio quasi qualsiasi cosa. Qui non c'è molto lavoro per me, infatti non ci resterò a lungo, ma qualcuno voleva recuperare qualcosa di prezioso e non poteva andare da solo a riprenderselo, quindi...
    Si stava sforzando di essere socievole e quella volta almeno sembrava riuscirle senza troppe difficoltà. Il buonumore in contanti le faceva bene, a quanto pareva.
    Tu per quanto pensi di restare qui? Aspetti che ti raggiunga qualcuno? Un collega? Darina cercò di portare avanti la conversazione mente continuava a mangiare e sorseggiare la birra.

    Edited by Kinamy - 15/5/2017, 19:00
     
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    La ragazza si trattenne dal suo boccale e rispose al Manto-Grigio: spiego che ciò che faceva era variabile, l'importante era una buona paga. Ciò che la portava Yorke oggi era una missione, doveva recuperare un oggetto.

    Il mandante è sicuramente ricco pensò fra se e se il gigante; nei pochi giorni in quell'isola aveva sentito parlare di esposizioni di rari cimeli, molte persone benestanti del luogo ne erano invaghiti. Era strano, per un vecchio criminale come lui, osservare così tanto denaro circolare ad Haven intorno ad affari leciti.

    "Tu per quanto pensi di restare qui? Aspetti che ti raggiunga qualcuno? Un collega?"

    Chiese la shalariana a Marcus, mentre continuava il suo pasto, soffiando sulla calda zuppa e sorseggiando dallo scuro boccale

    "Beh.." prendendosi una brevissima pausa di riflessione, quasi istantanea. Ciò che stava facendo non aveva ormai alcuna utilità, aveva tirato su la somma necessaria a mangiare un altro paio di giorni senza spendere un singolo quattrino dai suoi risparmi.
    Forse.. pensava fra se e se il giovane.. tanto valeva provare, con eloquenza, a domandare

    "In realtà sono da solo. Dopo oggi pensavo di andarmene via in cerca di qualche lavoro, maggiormente retribuito" sorridendo alla shalariana "Ti serve una spalla per questo lavoro?"

    Dopo la risposta, avrebbe atteso qualche secondo che la ragazza non stesse mangiando o bevendo, per poi porgergli la sua massiccia mano
    Piacere, il mio nome è Marcus.
     
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    L'uomo le sorrise: Beh... per un istante si interruppe, come soppesando la sua domanda. In realtà sono da solo. Dopo oggi pensavo di andarmene via in cerca di qualche lavoro, maggiormente retribuito. Ti serve una spalla per questo lavoro?
    La ragazza deglutì, si asciugò la bocca con la mano in modo più discreto possibile e il suo sorriso si incrinò.
    Purtroppo l'ho appena concluso. In effetti sto cercando di decidere dove andare ora. Forse tornerò ad Arcadia. spiegò rigirando il cucchiaio nella ciotola di zuppa, ormai quasi vuota.
    Il ragazzo le tese la mano, per niente scoraggiato dalle sue parole. Piacere, il mio nome è Marcus.
    Darina fece soffermare per un istante i suoi occhi dorati sulla mano dell'uomo. Lasciò cadere il manico del cucchiaio sul bordo di terracotta e tese a sua volta la mano. Per un istante non seppe cosa dire e il suo primo istinto fu quello di dire il suo secondo nome, Thereza, che nessuno usava né conosceva. Ma la nonne, si sa, ci tengono a certe cose.
    The...emora, sono Darina da Temora. sorrise stringendogli la mano con energia. Neanche tu sei esattamente dei dintorni, ho indovinato? chiese poi riafferrando il proprio boccale con entrambe le mani e facendone ondeggiare il contenuto. Di uomini di quella stazza ne aveva vista praticamente solo di origini Vaygr, e quegli occhi azzurri sembravano lasciare pochi dubbi al riguardo. Lei stessa aveva una nonna Vaygr, proprio Thereza, la madre di sua madre. E quel pensiero le fece venire in mente: chissà il fabbro cosa sta combinando a quest'ora, sono quasi stupita di non averlo incrociato anche qui...
     
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    La risposta della ragazza fu molto semplice, spiegò che aveva portato un incarico a breve e non sapeva cosa fare, aggiungendo che probabilmente sarebbe ritornata ad Arcadia. Strinse con forza la mano del gigante, esitando per un attimo mentre si presentava..

    "The...emora, sono Darina da Temora"

    La carnagione della ragazza era certamente più chiara della popolazione estremamente occidentale, tuttavia le sue parvenze erano finalmente chiare al Manto-Grigio: la provenienza della donna erano le calde ed ostili terre di Shal'aira.

    "Neanche tu sei esattamente dei dintorni, ho indovinato?"

    Un accenno ad un sorriso a labbra chiuse si dipinse sul suo volto mentre iniziò a parlare

    "Vengo da Vayrgjord, ho passato lì la mia infanzia lavorando all'incudine con mio padre. Un paio di anni fa mi sono trasferito a Tortuga.." osservò la ragazza seriamente. Si rese conto solo in quel momento che non voleva realmente dirlo, stava solamente prendendo troppa confidenza, complice il fatto che non parlava con qualcuno da molto tempo: si ricompose, il suo passato criminale non era certo affar di Darina.

    "Puoi immaginare che una di quelle baracche costi poco e sia l'ideale in un periodo di carenza di soldi."

    Si prese una leggera pausa, allungando gli occhi verso l'uscita e concludendo con un vero e proprio sorriso.
    "Non ho una casa attualmente. Sono in balia di questo affascinante e crudele mondo"
     
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    Marcus strinse le labbra e accennò un sorriso prima di rispondere alla sua domanda.
    Vengo da Vayrgjord, ho passato lì la mia infanzia lavorando all'incudine con mio padre. Un paio di anni fa mi sono trasferito a Tortuga... Puoi immaginare che una di quelle baracche costi poco e sia l'ideale in un periodo di carenza di soldi.
    L'uomo rivolse un breve sguardo all'ingresso e quando si voltò di nuovo stava sorridendo.
    Non ho una casa attualmente. Sono in balia di questo affascinante e crudele mondo.
    La shalariana scostò il piatto ormai vuoto.
    Già...per mia fortuna con me non è stato così crudele, ma sono d'accordo con te. Asciugò con le dita la traccia d'acqua lasciata dalla ciotola.
    Qualcuno rovesciò un boccale e d'istinto si voltò verso il rumore. All'improvviso il suo sguardo cadde su un tizio che sembrava fissarli da sopra il proprio calice. Darina non ci aveva fatto davvero caso fino a quel momento, quando aveva incrociato il suo sguardo. Era sicura di non averlo mai visto prima, ma quello sguardo le parve troppo intenso per essere casuale e non le piacque affatto. Aveva gli occhi scuri e la fronte leggermente aggrottata, la barba nera che nascondeva parte della mascella squadrata e le labbra di colore stranamente acceso. Distolse lo sguardo in attesa della risposta di Marcus, ma suo malgrado iniziò ad innervosirsi.
    Sai, ho avuto un compagno di viaggio di Vayrgjord, proseguì mascherando la lieve tensione, ma non gli ho mai chiesto come fosse. A parte fredda, quel dettaglio l'avevo intuito da sola, rise fra sé e sé ripensando all'amico, anch'egli di stazza tutt'altro che minuta. Ti manca la tua terra? chiese infine sorridendo a sua volta.
    E a lei mancava la sua terra? Non se lo chiedeva spesso e anche quando ci pensava, non era certa di cosa rispondersi.
     
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    La donna comprese il ragazzo, commentando con empatia la breve storia di Marcus.
    I suoi ultimi anni non erano certi stati passati in difficoltà economiche, ma la povertà si era insidiata nel suo animo portandolo sulla strada sbagliata. Un mare di risentimenti per un giovane ragazzo che tante ne aveva viste e, stringendo i denti e la sua arma a se, aveva combattuto contro tutto il mondo.
    Troppi drammi in una vita troppo corta avevano reso Marcus quel freddo omuncolo, che nel suo silenzio comprendeva quel macabro mondo in cui si trovava.

    Un rumore distrasse il giovane che si voltò di scatto verso l'origine del suono: come la sua compagna, anche il suo sguardo incontrò il misterioso figuro. I grandi occhi scuri puntavano i due, la barba nera copriva quasi interamente il volto dello sconosciuto, mascherando qualsiasi sua espressione.
    Lo fissò per un paio di secondi e notava che l'uomo non sembrava voler interrompere il contatto visivo

    "A volte mi dimentico della regione in cui mi trovo"

    Pensò il giovane, che si voltò nuovamente verso la donna. Non cercava alcun problema e non aveva alcun interesse nel fomentare una reazione con sguardi, se la situazione persisteva i suoi pugni avrebbero parlato in quanto responsabile della locanda temporaneamente

    Sai, ho avuto un compagno di viaggio di Vayrgjord, ma non gli ho mai chiesto come fosse.. a parte fredda, quel dettaglio l'avevo intuito da sola.

    Quando chiese al ragazzo se mancava la sua terra, non sapeva onestamente cosa rispondere. Un disertore non era visto da alcuna parte con elogio, molti compaesani l'avrebbero squartato per l'abbandono della sua patria

    -E' una bella domanda. Mi manca la mia famiglia, mi mancano i freddi paesaggi e mi manca quelli che erano giorni di pura giovinezza ed inconsapevolezza riprese dopo una breve pausa -Non riesco a dire di esserne orgoglioso. Questa guerra ha spazzato via le persone con cui sono cresciuto e discriminato il nostro popolo. Nascendo in altre parti del mondo.. chissà..

    si bloccò, ma ciò che realmente pensava era che le sue radici erano così forti da costringerlo a terra. In qualsiasi caso fosse andata la vita del ragazzo, anche se esistessero centinaia di Kalendor parallele, il risvolto della sua vita non poteva che essere una battaglia. Tanto vale combattere la mia battaglia

    -Di te cosa mi dici? Sono stato molto a Shal'aira, è una terra quanto affascinante quanto ostile, tanto quanto la mia..-
     
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    Darina non poté trattenere un sorriso sentendo il nome della sua terra.
    Sì, Shal'aira è affascinante e...complicata.
    Le sfuggì una mesta risatina. Come ogni bella donna, oserei dire. E purtroppo proprio le donne erano le vittime di quella complessità.
    Io comunque sono figlia di un mercante, quindi ho avuto la fortuna di avere un'infanzia facile rispetto alle persone che ho incontrato nei miei viaggi. Ma sono felice di essermene andata. Non sopportavo più di vivere in quella realtà, anche se fingermi un ragazzo mi ha concesso comunque più libertà...
    Distolse lo sguardo dal boccale. Ma sto divagando. Shal'aira è una regione magica, se ti interessa viaggiare. Il deserto è un'esperienza che chiunque dovrebbe fare nella vita, proprio come il mare.
    Tentò di ignorare lo sguardo dello sconosciuto che ancora sentiva su di sé e forse la stanchezza, forse l'alcol, era sempre più tentata di piazzarglisi davanti e chiedergli che problema avesse.
    Mascherò con l'ennesimo sorriso il proprio fastidio.
    E anche a me manca la mia famiglia, spero di tornare presto a salutare, ma non mi fermerò...sento di aver intrapreso un cammino che non posso interrompere.
    Voleva diventare più forte, più indipendente, conoscere di più, provare di più. Le mura di una casa, per quanto grande, non avrebbero potuto contenere la sua curiosità e sete di avventura. Una volta lasciata i suoi fratelli e cugini ed essersene andata da Alkarna aveva vissuto cose che si era solo immaginata e che sentiva sempre più come la vita che faceva per lei.
    Se prima di allora pensava che fare la moglie segregata non fosse per lei, ora ne era certa. Solo al pensiero di quella possibilità la disturbava così tanto da farla arrabbiare e dispiacere così tanto che lei stessa ne restava stupita.
    E lei era stata fortunata, ma quante altre donne provavano quello che aveva provato lei? Quante dovevano assecondare il sistema in cui erano nate?
    Darina non dimenticava mai, neanche un giorno, che la sua libertà era un dono più unico che raro.
     
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    Ogni avventuriero delle lande di Kalendor incontrato fino a quel momento, persino compaesani, erano fieri della propria patria e solamente a sentirla nominare gioivano. Il Manto-Grigio non era più uno di quelli, ma la ragazza che aveva dinanzi sembrava non esserne mai stata fiera.
    Ostentò un sorriso e una breve risatina

    -Shal'aira è affascinante e.. complicata. Come ogni bella, oserei dire.

    Si aprì poi al giovane vaygr, spiegandogli parte della sua storia: essendo la figlia di un commerciante era riuscita a sfuggire da quella che era la cruda realtà a Shal'aira, una discriminazione sessista tramandata quasi tradizionalmente. La donna non sentiva nostalgia della sua terra, era contenta di esserne fuggita e si era addirittura fingere un uomo per riuscirci. L'espressione stupita di Marcus sarebbe stata impossibile da non notare per Darina. Dopo una fugace occhiata a quel misterioso uomo che li puntava, rispose all'interlocutrice

    -Ti ringrazio per il consiglio ma sono stato poco fa a Shal'aira e.. si prese una pausa, ancora era scosso da quell'avvenimento. Si sentiva strano, estremamente cambiato, tuttavia non riusciva a spiegarsi perché: cosa ancor più preoccupante, non ricordava cosa era realmente successo.
    -Non credo di tornarci. Una tribù mi ha salvato la vita e accolto per una settimana: vivono in piccoli accampamenti ben difesi e cercano di resistere contro l'impero. Sono diversi da tutti i locali che ho conosciuto, le donne hanno uno dei ruoli più alti nella loro piccola società.-

    Si prese un'altra pausa, pensava all'impero più di quanto doveva. Nella sua vita aveva pensato troppo in piccolo, abbandonando il suo paese in guerra per poi trovarsi dinanzi a un mondo in guerra, ma non erano altro che errori impossibili da non commettere per il giovane e sciocco Marcus.

    -Comprendo il tuo dolore. So cosa vuol dire vedere odio, razzismo e corruzione dilagare, dando tutto a pochi che non lo meritano e.. lasciando noi a questo!-
    Sorrise sarcasticamente, guardandosi nuovamente intorno e stavolta, incrociando lo sguardo con il misterioso figuro..
     
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    GRAMMAR NAZI

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    Darina ascoltò attenta le parole del ragazzo. Era sempre curiosa dei racconti di viaggio altrui.
    ... non credo di tornarci. Una tribù mi ha salvato la vita e accolto per una settimana: vivono in piccoli accampamenti ben difesi e cercano di resistere contro l'impero. Sono diversi da tutti i locali che ho conosciuto, le donne hanno uno dei ruoli più alti nella loro piccola società.
    Mi fa piacere sentirlo. Disse riferendosi alla parentesi sulle donne. Sei stato molto fortunato, ad ogni modo. "La fortuna aiuta gli audaci", certo, ma il deserto, come immagino anche il freddo, non perdona. Se ti fossi imbattuto in qualcun altro, o in qualcos'altro... Pensò al santuario della sua prima missione, e si chiese per un attimo che fine avesse fatto Dienyah. Si stiracchiò trattenendo uno sbadiglio e la sua espressione seria mutò in un lieve sorriso. Però, dimmi: non è stato interessante essere in mezzo al nulla, solo con le stelle sulla testa?
    Il deserto era un'esperienza unica, forse la più bella che avesse mai provato nella sua terra. Adorava guardare le stelle, farsi inondare dalla notte e dalle luci tremolanti.
    Sai, vorrei fare un giro per conoscere un po' meglio la città. Cambiò discorso. Se domani hai del tempo, posso chiederti di farmi da guida? So che Yorke non è Haven, ma immagino che anche da queste parti sia meglio muoversi in due... aggiunse lanciando un altro sguardo al tizio barbuto che li fissava ...che da soli.
     
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