[AUTOGESTITA] Cattive Compagnie

Ruolata per la segreta

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    Come ho fatto ad arrivare a questo punto...

    L'ennesimo boato scatenò un'altra pioggia di sabbia e pietrisco. Mykko scivolò via allarmato, sollevandosi da terra e prendendo a correre con la testa bassa, costeggiando il muro di quello stretto vico. Più che un vico effettivamente sembrava un intercapedine tra le due case, essendovi scarsi due metri di distanza tra le mura.

    Rischiò di inciampare due volte a causa del tremore della terra, il suo obiettivo era rimanere coperto sfruttando la densità di abitazioni in quella zona e non finire arrostito.

    Questa qui era davvero vicina! Sbraitò girando l'angolo. Tutt'intorno non c'era più nessuno, forse erano scappati via spaventati dai crolli e dalle ripetute esplosioni. Sarebbe andato via anche lui da un pezzo, se non fosse per paura di essere centrato da una di esse. In fondo, quelle esplosioni avevano il solo scopo di stanarlo. O beccarlo direttamente, era per questo che si facevano sempre più intense e sempre più vicine.

    Avantiiii ♪ Vieni fuori piccoletto! Tra poco non ci sarà posto in cui nasconderti che non sia diroccato. Risparmiami la fatica, stai solo rimandando l'inevitabile! Solo uno strambo tizio in rosso si aggirava saltellando per i vicoli di quella città desertica, agitando a destra e manca le braccia in sincronia con la serie di esplosioni.

    Una maschera bianca era fissa sul volto, il che gli dava un aspetto ancor più inquietante. Alle sue spalle v'era una schiera di edifici ormai ridotti in macerie, la puzza di fumo e terra bruciata aveva impregnato ogni cosa e persino respirare sebbene all'aria aperta era faticoso. Ma il folle non sembrava risentirne, continuando ad avanzare lungo la via principale, nemmeno preoccupandosi troppo di controllare le viuzze che si affacciavano su quel tratto di strada dato che gli bastava uno schiocco di dita per farle saltare.

    Mykko svicolò nuovamente, un paio di secondi prima che l'edificio su cui era poggiato esplodesse. Ormai aveva il fiatone e i suoi movimenti, bruschi e rapidi per via della paura, stavano diventando meno lucidi.



    Dove diavolo si sarà cacciato Hopper...


    * * * *


    No, non sto cercando di "fotterla" Questo è un'autentica scaglia rocciosa strappata via ad una Morsicatrice adulta. Possibile che nessuno qui sia in grado di riconoscere la sua autenticità? Sbraitò il ragazzo sbattendo nuovamente il pezzo di roccia sul banco. Effettivamente, a primo sguardo non sembrava nulla di che. Ma chiunque avesse un minimo di affinità elementale riusciva a percepire al suo interno le venature biologiche dove una volta fluiva il chakra e non faticava a credere che qualche alchimista fosse in grado di trarne qualche utilizzo figo, studiandola un po'.

    Bah ragazzino, gira al largo. Non ho tempo da perdere con questa immondizia. Il mercante spinse vie il masso di roccia, rischiando di farlo cascare sui piedi di Mykko che dovette scansarsi per non farsi male. Il ragazzo fissò l'uomo pieno di rabbia. Era sempre la stessa storia, tutti si sentivano in diritto di fare i prepotenti e nessuno lo prendeva mai sul serio. Se fosse stato un bruto alto due metri, sicuramente il mercante ci avrebbe pensato due volte prima di trattarlo in quel modo.

    Sfilò il grosso zaino e lo poggiò a terra, quindi raccolse la grande pietra e con fatica ve la infilò dentro. Quella era l'ultima bottega di reagenti che gli avevano suggerito i colleghi cacciatori prima di congedarsi da lui. La loro carovana passava vicino a quel villaggio e lui era stanco di viaggiare nel deserto, dormire in tende e potersi lavare una volta ogni 10 giorni.

    Magrahib era un modesto villaggio, qualche centinaia di anime e un commercio abbastanza sviluppato da concedere un minimo di comodità. Sarebbe stata l'ideale per fermarsi qualche giorno, riposarsi e pensare al da farsi. Lì i cacciatori avevano assicurato che sarebbe riuscito a vendere le scaglie senza problemi, evidentemente non avevano messo in conto quanto ottusi poteva essere i mercanti e i loro pregiudizi.

    Si infilò nuovamente lo zaino a tracolla e si incamminò verso casa. Aveva trovato alloggio in una modesta casa di una coppia di mezz'età. Non era certo un albergo, ma chiedendo in giro della gente gli aveva detto che da poco l'unico figlio dei padroni di casa era andato all'estero e loro intendeva affittare la sua camera a qualche persona per bene. Il fitto era molto economico e i due sembrarono entusiasti di poter offirgli ospitalità. Probabilmente avevano pensato a Mykko come un valido rimpiazzo per il loro figlio, tanto che lo invitavano ogni giorno a cenare con loro senza chiedere nulla in cambio e anche l'affitto era sospettosamente basso, probabilmente gli avevano fatto un grosso sconto.

    "Come fa un ragazzino come te a viaggiare tutto solo. I tuoi genitori non dicono niente?" La donna aveva chiesto immediatamente e Mykko sapeva di non poter glissare sull'argomento. Non voleva si spargesse la voce che veniva da Neagora, non poteva prevedere come la notizia di uno straniero tanto particolare potesse essere colta ed elaborata dagli abitanti del villaggio. Disse che veniva da Dalereuth, che era un orfano e che lavorava per una compagnia di carovanieri che gli avevano detto di attendere un carico lì a Magrahib. La scusa tenne e la storia dell'orfanello li aveva ancora di più inteneriti, risultando in migliori trattamenti nei suoi confronti.

    Non si sentì per niente in colpa. Per una volta il suo aspetto "adorabile" gli avrebbe procurato qualche vantaggio e poi effettivamente la storia era vera, sebbene per metà. Per quanto lo riguardava, lui non aveva un vero padre, quindi autodefinirsi orfano non era una vera e propria bugia.

    Si trovò finalmente sull'uscio di casa, ancora con quel pesante carico sulle spalle. Stava perdendo le speranze ormai, è vero che aveva ricevuto una paga niente male per il lavoretto con le morsicatrici, ma sapeva di poter ricavare almeno il doppio se qualcuno avesse riconosciuto la preziosità della scaglia di roccia che si portava appresso. Purtroppo quell'unica caccia gli sarebbe bastato a malapena per comprarsi da mangiare, qualche oggetto utile per eventuali altri lavoretti e l'affitto che comunque doveva pagare. Era venuto a Shal'aira con l'intenzione di mettere rapidamente qualcosa da parte e tornare a Neagora con un gruzzoletto tale da far cambiare almeno quartiere alla sua famiglia, ma di quel passo non ci sarebbe riuscito nemmeno in due anni.

    Sconsolato imboccò la scalinata sul lato esterno della casa che portava direttamente al primo piano. Non aveva intenzione di affrontare nuovamente una conversazione di circostanza con quei suoi "genitori adottivi". Non che avesse qualcosa contro di loro, era riconoscente nei loro confronti per quel che facevano per lui, solo che gli dava fastidio dover fare da ripiego emotivo per degli estranei. Aveva sempre mantenuto le distanze, anzi aveva sempre limitato i contatti con tutti al villaggio, tenendo sempre in mente il proprio obiettivo di levare le tende il prima possibile.

    Ma quando ci sarebbe riuscito, se le cose avessero continuato a girare in quel modo?

    BlackDesert


    Edited by Ryuk* - 17/5/2018, 17:30
     
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    Era di nuovo sveglio. Erano diverse notti da quando era a Shal'aira che continuava a svegliarsi senza motivo nel cuore della notte e non riusciva più a riprender sonno. Per qualche ragione, fermo immobile sul letto, solo con i suoi pensieri, non riusciva a non smettere di pensare alla propria famiglia a Coppervein. Chissà come se la stavano cavando la madre e le sue sorelle. Rhona lavorava dalla signora Tummer in pianta stabile e Shaila, sebbene poco più che adolescente, era in grado di aiutare la madre con le faccende domestiche in modo che non le pesassero i doppi turni alla fileria. Quanto al padre... avrebbe fatto bene a tenere le sue luride manacce lontano da loro o altrimenti al suo ritorno Mykko gli avrebbe rotto quella zuccaccia vuota una volta per tutte.

    Continuava a chiedersi se avesse fatto bene a lasciarle da sole. Ormai non poteva tornare più a Coppervein, lì le autorità lo avrebbero rimandato al collegio di Neagora. Una volta schedato non aveva molte possibilità di continuare a passare inosservato e la madre avrebbe continuato ad insistere per fargli ottenere un'istruzione migliore. Ma rinchiuso in quella scuola a studiare chissa che non sarebbe stato mai d'aiuto alla propria famiglia. Lui aveva bisogno di soldi ora, non tra chissà quanti anni dopo essere diventato un topo di biblioteca. Quindi il piano era il seguente: scappare il più lontano possibile dai tutori e le forze dell'ordine Neagoresi per poter racimolare qualche soldo, abbastanza da far trasferire la sua intera famiglia e vivere una vita tranquilla. Sua madre non avrebbe più dovuto rovinarsi le mani e la vista in quell'orribile filiera, le proprie sorelle avrebbero potuto trovare un lavoro che amavano e non fare le sguattere per pochi centesimi. E il padre non avrebbe più alzato un dito contro di loro, mai più.

    La carovana per Shal'aira fu una scappatoia di fortuna, tuttavia il deserto non era poi troppo male. Intanto lì era sicuro di potersi muovere senza essere coperto: qualsiasi altra regione controllata dall'Impero gli sembrava rischiosa per un piccolo fuggiasco come lui. Non che i soldati non avessero meglio da fare che dare la caccia ad un orfanello ribelle, ma dopo aver causato quell'incidente al collegio non era sicuro di essere solamente un innocuo teppistello per loro. Non sapeva nemmeno se Ronnie fosse sopravvissuto, e anche questo era qualcosa che lo tormentava di notte.

    Tutti questi pensieri cominciavano a frullargli in testa non appena si trovava da solo sul letto e questo era il motivo della sua insonnia ricorrente. Quella notte però si rifiutò di rimanere inerme supino a lasciare che i brutti pensieri lo tormentassero fino all'alba. Decise di fare una camminata, una boccata di aria fresca avrebbe aiutato a calmarlo e forse a ritrovare un po' di sonno. Dopotutto era in giro tutto il giorno, un minimo di stanchezza la provava anche lui.

    Sollevò il busto fino a mettersi seduto mentre ruotava il bacino per tirare giù le gambe dal letto. Fu in quel momento che la vide. Un ombra appollaiata in mezzo alla propria camera da letto, ricurva su quello che doveva essere il suo zaino.

    Il cuore gli rimbalzò in gola mentre emetteva un gemito involontario. L'ombra si voltò di scatto a guardarlo: due bulbi oculari di un verde luminescente di posarono su di lui mentre la luce verdastra che illuminava quel viso lasciò intravedere un sorriso storto che si allargava sempre di più. Alla fine l'ombra parlò con voce roca e sinistra. Sono proprio le scaglie di una Morsicatrice adulta!

    Uaaaaaah!



    Urlò Mykko dallo spavento mentre richiamava velocemente il chakra. La pietra di cui era fatto il pavimento della sua stanza tremò leggermente mentre tre frammenti di roccia venivano plasmati e lanciati contro l'ombra che ne evitò due, ma fu colpita da terzo. Rapido, quell'intruso ficcò la scaglia nello zaino, se lo mise tracolla e si fiondò verso la finestra aperta, gettandosi di sotto.

    Solo in quel momento Mykko comprese di essere stato derubato e vinto lo spavento iniziale si gettò all'inseguimento del lestofante, scorgendo a malapena la figura nera dileguarsi tra i vicoli di Magrahib, vagamente illuminati dalla flebile luce notturna. L'altro era veramente veloce, dopo qualche secondo di inseguimento Mykko comprese di non essere abbastanza veloce da raggiungerlo. Quelle scaglie non gli avevano procurato altro che insulti per tutta la giornata ma se quel ladro si era preso la briga di venire fin dentro la sua stanza per rubarle, si vede che portandole dalla persona giusta poteva ricavare un vero e proprio gruzzoletto.

    Il ragazzo svoltò per l'ennesimo vicolo, seguendo la fuga del ladro, finchè non si sentì un po' stufo di affannarsi tanto. Quando si trovò in una strettoia abbastanza lunga, decise che era il caso di porre fine a quell'inutile spreco di energia. Frenò di colpo mentre preparare il chakra e quindi poggiò le mani a terra per creare due colonne di roccia che si serrarono alla fine della strettoia, creando un vicolo cieco.

    Il ladro dopo aver rallentato inizialmente, decise di non fermarsi e spiccando un salto cominciò ad arrampicarsi sulle colonne orizzontali che sbarravano la strada. Con lo zaino carico di pietre anche un furfante come lui incontrò difficoltà ma dopo la difficoltà iniziale riuscì a raggiungere i tetti delle case laterali per continuare la sua fuga lassù. Mykko si fermò proprio sotto alle colonne che lui stesso aveva creato, cercando di capire come fare a raggiungerlo la sopra.

    Il furfante si sistemò lo zaino sulle spalle convinto ormai di aver seminato il povero ragazzo, rallentando la sua corsa mentre avanzava sui tetti, dirigendosi probabilmente verso il proprio covo. Raggiunse quasi il delimitare del tetto, prendendo una piccola rincorsa per balzare su quello più vicino quando fu costretto a fermarsi, rischiando quasi di cadere per via di un nuovo tremore. Da quel lato del tetto una grossa mano rocciosa sbucò da sotto, appoggiandosi sul parapetto e aiutando a far risalire il resto di un grosso colosso di pietra.

    L'elementale si piantò di fronte al ladro che rimase basito di fronte a quell'apparizione. Quindi si curvò lievemente in avanti e dalla sua sommità apparve Mykko che scivolando sulla curvature del collo del gigante di terra atterrò proprio di fronte al ladro, con le braccia incrociate ma con l'evidente fiatone.

    Restituiscimile, subito! Intimò Mykko facendo tremare lievemente il tetto su cui si trovavano e le scaglie rocciose dell'elementale. Non sapeva se sarebbe riuscito a muovere un altro singolo sasso per impedire la fuga dell'altro ma se non altro poteva tentare di intimidirlo.

    Quell'altro rimase impalato senza più alcuna intenzione di muoversi, questo era vero, ma non sembrava per niente intimorito. Anzi guardava il colosso di roccia con quella che sembrava ammirazione. I rotondi e giganteschi bulbi verdi vennero sollevati sulla fronte, rivelandosi essere solo degi occhiali luminescenti. E il volto del furfante si rivelò essere quello di un giovane ragazzo per nulla minaccioso ad un primo sguardo.

    Che forza... sei un geomante? Chiese il ladro, apparentemente non rendendosi conto di essere ancora in possesso di qualcosa che non gli apparteneva e del crimine che stava commettendo. Mykko lo guardò stranito, non considerandolo più un pericolo, tuttavia era ancora intenzionato a riprendersi le scaglie di Morsicatrice e, anche se non era ancora sicuro di questo, a dare una lezione a quel lestofante.

    Non te lo ripeterò di nuovo... E fece fare un metro in avanti all'elementale fino a posizionarlo alla propria destra. Ridammi subito le mie scaglie e forse ti lascerò andare via senza ritorsioni! Sapeva di non risultare troppo intimidatorio senza la propria maschera, ma stava cominciando davvero a spazientirsi e, paradossalmente, ora desiderava solo tornarsene a casa e riprovare a prendere sonno. Dopo tutta quella corsa a notte fonda si sentiva finalmente stanco al punto da voler tornare a dormire.
     
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    Per gli dei, cosa diavolo è questo baccano!

    Sul tetto! Cos'è quella cosa?!

    Ilham! Ilham chiama gli altri!


    Ovviamente tutto il baccano generato dai due non era passato inosservato. Specialmente Mykko che per generare l'elementale e intimidire il piccolo ladruncolo aveva fatto tremare ripetutamente la terra, per non parlare dei quintali di terra che ora si agitavano sopra il tetto di quella casa. La povera famiglia al suo interno era stata svegliata di soprassalto dai rumori e anche dalle case circostanti sempre più gente veniva fuori, imbracciando lampade ad olio e lance rudimentali.

    Direi che hai fatto un bel po' di casino.. Disse soghignando il farabutto, incrociando le braccia divertito. Il suo atteggiamento strafottente e infantile dava troppo sui nervi a Mykko che però ora aveva un nuovo problema da affrontare.

    IO!? Se tu non avessi-

    C'è qualcuno sul tetto! Gridò un ultima voce mentre la piccola folla cominciava ad accumularsi attorno al casolare. Mykko si zittì immediatamente, cominciando a preoccuparsi sul serio. Non poteva lasciare che lo vedessero, se ciò fosse successo non sarebbe più potuto rimanere in quel villaggio e sarebbe dovuto andare via chissà dove. Quello era il posto più comodo che aveva rimediato da quando era arrivato in quella merda di deserto. Il ragazzo si acquattò per evitare che da sotto lo individuassero, sporgendosi solo un minimo dietro il proprio elementale per rendersi conto dell'entità della folla. La vista di un paio di moschetti lo fece trasalire.

    E' la tua ultima occasione.. Disse a denti stretti mentre tornava al centro del tetto, rivolgendosi a quel maledetto ladro. Dammi subito-

    Ma quello era sparito nel nulla. Mykko stava per lasciarsi andare in una cruda imprecazione quando si rese conto della propria borsa, lasciata a terra a pochi passi da lui. Si avventò rapido su di essa per controllarne il contenuto: le scaglie c'erano tutte.

    Sollevò il capo ancora più confuso, cercando intorno a sè tracce del mascalzone, ma capì quasi immediatamente che se l'era data a gambe.

    E ciò era quello che avrebbe dovuto fare anche lui, se non voleva finire in mille guai.

    Proprio mentre una scala rudimentale di legno veniva poggiata al margine del tetto, un pesante ammasso di terra si mosse dalla superficie del tetto, rivelando alle persone a terra una spaventosa figura oscura fatta completamente di terriccio. La figura spalancò quella che sembrava un immonda bocca mentre si sporgeva oltre il parapetto, una mano terrosa si sollevò verso la folla. La povera gente lasciò andare delle grida spaventate, un paio di proiettili furono scagliati verso l'ammasso di terra, invano. Poi improvvisamente, la figura prese a sfaldarsi, sbriciolandosi come il più fragile dei castelli di sabbia e riversando sabbia e terreno al lato della casa in un cumulo inanimato.


    ---


    Il diversivo aveva funzionato alla grande, era riuscito a sgattaiolare via mentre tutti erano concentrati sugli ultimi istanti di vita del proprio golem. Sperò che la piccola frana non avesse travolto nessuno. Almeno in quel modo avrebbe dato la colpa di quei rumori a quella strana creatura poi distruttasi da sola (o grazie ai colpi sparati da quei bambocci, nel migliore dei casi)

    Mykko aveva disposto le scaglie davanti a sè, sul pavimento, tre rocce ruvide, piatte e leggermente curve. Troppo irregolari per farle passare per antichi reperti lavorati. Troppo grosse per rifilarle a qualche negozio d'alchimia, ammesso ve ne fossero in quel posto dimenticato da dio.

    Si trovò a ripensare a quel maledetto ladruncolo. Ora il sonno gli era passato del tutto, mentre si continuava a chiedere perché mai darsi tanto disturbo a rubargli le scaglie per poi lasciarle sul tetto e scomparire nel nulla.

    Immaginò che queste dovessero avere un valore molto più alto di quanto aveva stimato, tuttavia non riusciva a capire da dove diavolo fosse saltato fuori quel ladruncolo da strapazzi, a cosa mirava e soprattutto chi diavolo era.

    Forse qualcosa gli doveva essere sfuggito.

    Sicuramente aveva intuito che quelle che aveva con sè erano delle Scaglie autentiche. Doveva averlo visto fallire miseramente nel tentativo di venderle al mercato, il giorno prima. Era lì che deve aver pianificato il furto. Lo avrà sicuramente seguito fino a casa, aspettando poi notte fonda per intrufolarsi nella sua stanza e rubare le reliquie. Non poteva certo prevedere che l'insonnia cronica di Mykko gli avrebbe messo i bastoni tra le ruote.

    Comunque, sapeva muoversi fin troppo bene tra i vicoli della città. Se non era di Magrahib, doveva essercisi stabilito da diverso tempo. Doveva avere il suo "nascondiglio" da qualche parte lì intorno. Chissà se era di quelle parti, o come lui era uno straniero stabilitosi lì per chissà quale motivo?

    A prima vista sembrava solo un ragazzo, proprio come lui. Magari era il figlio irrequieto di qualche povera famiglia del posto, ma ciò comunque non spiegava come facesse a sapere tante cose che gli abitanti del luogo ignoravano. Come riconoscere delle fottute scaglie di morsicatrice, per esempio.

    O come riconoscere la magia che Mykko aveva usato per animare l'elementale. Lo aveva immediatamente riconosciuto come geomante, sebbene Mykko conoscesse solo i rudimenti della manipolazione dei minerali. Sembrava addirittura affascinato dal suo golem, prima di venire entrambi bruscamente interrotti.

    Mykko si grattò nervosamente la nuca mentre si tormentava su quesiti che probabilmente non avrebbero avuto più risposta.

    Raggruppò le tre scaglie per rimetterle a posto. Una cosa era sicura, avrebbe dovuto trovare un buon nascondiglio dove tenerle per evitare un altro tentativo di furto.

    Afferrò anche la borsa vuota, per riporvi gli oggetti rocciosi al suo interno, ma quando la sollevò, qualcosa rischiò di fargli venire l'ennesimo infarto.

    *BZZZZZZZZZZZZZ!*



    Un fastidioso ronzìo riempì la stanza mentre un coso luminoso si livrò in volo come un grosso insetto, prendendo a volteggiare all'impazzata tutto intorno a Mykko.

    Disorientato e allarmato, il ragazzo saltò in piedi cercando di seguire con lo sguardo lo strano fenomeno. La luce di quel coso impazzito sembrava artificiale e man mano che lo guardava meglio, sebbene ne seguisse i movimenti a fatica, si rese conto che era una piccola sfera regolare che si librava in volo tramite il chakra, probabilmente.

    Rendendosi conto del rumore generato da quel coso, Mykko prese a rincorrerlo estendendo nevroticamente le mani in tentativi multipli di catturarlo.

    *SBONK*



    Balzò goffamente in sua direzione, urtando con la coscia la sedia che cadde rumorosamente.

    Sempre più spazientito, prese un'altra rincorsa per poi spiccare un salto ancor più convinto, riuscendo a raggiungere l'aggeggio con la mano sinistra e cadendo (fortunatamente) sul letto.

    Una voce sopraggiunse dal piano inferiore attraverso la porta chiusa. Mykko? E' tutto a posto?

    Il ragazzo aveva la fronte sudata e il fiatone, più per lo spavento che per lo sforzo fisico. Tentò di riprendere il controllo di sè stesso e rispose simulando una voce assonnata. Si, signora Hashem. Ho sbattuto contro la sedia mentre andavo in bagno....

    Fortuna che il bagno era effettivamente adiacente alla propria camera e la casa era massiccia, riducendo al minimo la propagazione delle vibrazioni e del rumore. Beh, dei rumori più deboli.

    Passarono diversi secondi di silenzio dove il sudore di Mykko diventò gradualmente gelido, per poi lasciare spazio ad un sospiro di sollievo. Va bene, stai attento. Se hai bisogno di qualcosa, siamo qui...

    E poi il silenzio definitivo.


    La sfera metallica tra le sue mani continuava a buzzare, vibrando energicamente nel tentativo di liberarsi. Fortuna che non opponeva chissà quale resistenza, Mykko riusciva a rinchiuderla tra le proprie mani col minimo sforzo.

    Si avvicinò alla scrivania dove c'era una lampada ad olio e una scatola di fiammiferi. Facendo attenzione a non farsi sfuggire il piccolo prigioniero, accese un fiammifero (con qualche difficoltà) e illuminò la stanza con la luce della lampada. Era evidente adesso, sotto quella luce calda e fioca, che l'oggetto era un piccolo marchigegno artificiale. Le linee lungo la superficie e la superficie quasi perfettamente liscia non lasciavano dubbi.



    Una piccola fonte di energia doveva essere stata riposta al suo interno ed era responsabile della locomozione e del bagliore ripetuto. Riconobbe nel principio di funzionamento della sferetta quello di alcuni marchigegni che aveva visto a Neagora, ma che senso aveva trovarne in quel posto sperduto?

    L'unica risposta non tardò ad affacciarsi nella mente del ragazzo.

    Doveva appartenere al piccolo delinquente. Doveva averla lasciata di proposito nella sua borsa quando l'aveva abbandonata sul tetto, per qualche strano motivo.

    E mentre la stringeva con entrambe le mani e con presa salda, Mykko vagliò le possibilità.

    Se l'aveva lasciata di proposito e se apparteneva a lui, c'era solo una risposta sensata a quell'azione senza senso.

    Dopo essere rimasto in silenzio, fissando attentamente la sfera, il ragazzo arrivò ad una conclusione.

    Fece un bel respiro e poi separò le mani, liberando la sfera.
     
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    Erano diverse le congetture a cui aveva dato forma.

    Una volta lasciata libera, la sonda non lo aveva più lasciato. Nemmeno quando, ancora nella propria stanza, Mykko aveva spalancato la finestra per vedere cosa avrebbe fatto. Aveva deciso che in caso di sua fuga, l'avrebbe seguita ipotizzando che avrebbe tentato subito di tornare dal suo padrone originario.

    Invece quella continuava a fluttuare attorrno a lui, come una falena attorno alla luce, seguendone ogni piccolo movimento.

    Pensò che fosse un dispositivo usato da quel ladruncolo da strapazzo per spiarlo e quindi da quel momento cominciò a guardarsi bene attorno quando camminava per le vie del villaggio.

    Teneva l'aggeggio nel suo borsone (dopo aver speso la solita mezzoretta per catturarlo) e faceva ben attenzione a non lasciarselo sfuggire. Stava riuscendo piano piano a far accettare la sua presenza alle persone del posto, non servivano altre stranezze che potessero rovinare il lavoro di settimane.

    Aveva anche pensato a distruggerlo, quando la propria paranoia si faceva più insistente, ma poi ragionò che quella cosa era l'unico indizio che lo avrebbe potuto ricondurre a quello strano sconosciuto.

    Probabilmente sarebbe stato meglio per lui non averci più nulla a che fare, quell'impiastro poteva significare solo guai e lui non poteva permettersi distrazioni circa il suo principale obiettivo.

    Tuttavia c'erano giorni in cui si sentiva incredibilmente solo e l'idea di avere un amico lo solleticava di tanto in tanto, anche se per la maggior parte del tempo non gli dava retta convincendosi che stare solo fosse meglio.

    Aveva conosciuto qualche ragazzo del villaggio ma li aveva trovati estremamente sempliciotti e cocciuti. Un po' si sentiva arrogante nel disdegnare la compagnia di persone diverse da lui, ma non poteva farci nulla. Per lo più si annoiava con i loro passatempi e quindi capì che gli stimoli che aveva a Neagora un po' gli mancavano.

    Gli mancavano le lezioni elementali con la sua insegnante. Gli mancava esercitarsi con la magia con i suoi compagni di corso durante la sua breve parentesi al collegio. Gli mancava persino di alcuni libri specializzati sul chakra e il controllo elementale.

    Lui che alla scuola era sempre stato allergico, si scoprì affamato di conoscenza e di stimoli alla sue capacità. E cosa ancor più sorprendente, questa consapevolezza di sè lo rendeva stranamente soddisfatto.

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    Non arrivavano carovane dal deserto da giorni ormai. I beduini che si fermaravano a Magrahib di solito portavano con loro notizie dal deserto, qualche avventuriero interessante ma soprattutto proposte di lavoro. Era così che aveva sentito delle morsicatrici la prima volta. Ma una volta partiti gli stranieri, il villaggio rimaneva disperatamente isolato dal resto del mondo.

    Forse qualche carro di approvigionamenti arrivava al villaggio, ma i cocchieri erano antipatici ed esasperati dal sole del deserto. Non osava dargli tutti i torti, comunque.

    La sfera continuava a ronzargli intorno, quando la lasciava libera nell'intimità della propria stanza. Fu sdraiato sul suo letto in preda alla noia più pura che decise che avrebbe cercato di studiarla, per capirne il funzionamento.

    In fondo Coppervein era una città abbastanza sviluppata quando si trattava di meccanica e lui qualche rudimento lo aveva imparato osservando da adolescente il lavoro svolto nelle officine. Sempre guidato dalla sua innata curiosità.

    Senza pensarci due volte, preparò il borsone per uscire, spendendo un'altra decina di minuti per riacciuffare la sfera. Borraccia, uno spuntino di carne essiccata. Ormai i suoi padroni di casa nemmeno gli chiedevano più dove andasse, tanto era sempre fuori per la maggior parte del tempo.

    Si mise addosso la mantella e portò con sè la maschera. Il vento del deserto ti buttava addosso la sabbia tagliente come rasoi, era necessario coprirsi se si teneva alla pelle.

    Si allontanò dal villaggio, erano rare le volte in cui lo faceva. Si diresse verso delle formazioni rocciose abbastanze alte che offrivano un buon riparo dal sole e da occhi indiscreti, nonché una posizione elevata per orientarsi nell'evenienza che una tempesta di sabbia gli facesse smarrire la strada di ritorno.


    GIORNO DI TEST 1

    Escludendo la possibilità che all'interno della sfera ci fosse qualche forma di intelligenza artificiale (e che quindi fosse controllata da remoto dal suo originario propietario) Mykko ipotizzò che questa reagisce in qualche modo agli stimoli esterni.

    Ricordando i congegni che aveva visto a Neagora, concluse che probabilmente era il chakra lo stimolo a cui la sfera reagiva. Posò il borsone a terra e lo aprì per liberare la sferetta. Questa schizzò via con la solita velocità, librandosi in volto a circa 2 metri di altezza.

    Come al solito, rimaneva intorno alla figura di Mykko senza accennare ad allontanarsi.

    Il ragazzo la osservò per qualche secondo, pensando a come condurre il suo primo esperimento.

    Chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi sulla propria energia interiore. Provocò involontariamente dei tremori nella sabbia circostante, ma ignorò l'accaduto. Focalizzò sulla mente sulla propria mano invece che sul terreno circostante come soleva fare, attingendo dall'elemento acqua per creare un piccolo flusso concentrato di liquido che vorticasse intorno al proprio palma.

    La sfera si mosse non appena ebbe dato forma al flusso, avvicinandosi alla sua mano fino ad arrivarle molto vicino.

    Mykko aggrottò le sopracciglia.

    Mosse la mano con movimenti lenti e graduali, da destra verso sinistra, e notò come la sfera seguiva il movimento, come attirata dalla fonte di energia.

    Un sorrise comparve sul suo volto.


    GIORNO DI TEST 2

    Era arrugginito.

    Il suo controllo del chakra era grezzo e viscerale, faceva affidamento sulle emozioni forti che provava nel momento del bisogno, tipo in missione o quando affrontava situazioni improvvise. In quel caso era come se spegnesse una parte del cervello cosciente e il proprio subconscio trasformasse la propria volontà in flussi diretti. Insomma, non aveva mai fatto uno sforzo cosciente e ponderato per manovrare il chakra.

    Due giorni interi gli servirono solo per plasmare il flusso che aveva creato inizialmente e farlo fluttuare nell'aria seguendo percorsi definiti.

    Come aveva ipotizzato, la sfera seguiva il flusso visibile di chakra e lui riusciva a fargli percorrere una linea retta per una decina di metri. Poi però allontanandosi da sè il flusso perdeva intensità e la sfera si fermava, tornando mestamente a fluttuare intorno a lui.

    Evidentemente doveva raffinare il proprio controllo del chakra prima di poter provare con esperimenti più complessi.


    GIORNO DI TEST 6

    C'era voluto del tempo, ma ormai riusciva a controllare il chakra con maggiore precisione e a distanze più lunghe.

    Era uscito quattro giorni di fila da casa, stava via dalla mattina per poi tornare prima che il sole cominciasse a calare. La padrona di casa gli fece qualche domanda sommaria, ma lui svicolò. Niente di eclatante, era sempre stato riservato con loro. Un minimo si sentiva in colpa, la coppia era stata molto gentile e a volte sembravano soffrire di nostalgia. Ma farsi coinvolgere emotivamente era l'ultima cosa da fare per uno che aveva intenzione di ripartire non appena possibile.

    Tornando all'esperimento, adesso la sfera seguiva in maniera dettagliata le linee a mezz'aria che Mykko disegnava con il chakra. Era chiaro comunque da giorni che era quello ciò che la faceva scattare, era probabilmente anche quello il motivo per cui gli rimaneva attorno. Non aveva fatto passi in avanti, se non quelli di migliorare il proprio controllo del chakra.

    Doveva osare di più se voleva capire qualcos'altro circa la sua natura.


    GIORNO DI TEST 7
    Mykko era fermo nel mezzo di un ampio spiazzo. Gli occhi erano chiusi, le mani giunte di fronte a sè. La sfera fluttuava a mezz'aria attorno a lui, pigramente.

    Inspirò profondamente tre volte, quindi si chinò tuffando le mani sulla sabbia. Riversò la propria energia per entrare in risonanza con la sabbia. Migliaia di granelli si mossero, magnetizza e intrisi del suo chakra, agglomerandosi a cinque passi da lui.

    Un grosso cumulo di sabbia compatta si innalzò di fronte a lui, separando poi in masse distinte che diedero forma a quattro arti robusti.

    L'elementale sollevò l'enorme testa, innalzandosi in piedi in tutta la sua altezza. Era alto quasi il doppio del suo creatore, ma per il momento Mykko non riuscì a fargli compiere chissà quali movimenti.



    Ciò che lo lasciò davvero basito fu la reazione della sferetta.

    Come impazzita prese a ronzare rumorosamente, aumentando il proprio calore interno. Improvvisamente, dal centro della sfera si originò un picco di energia che sparò un raggio di puro chakra verso il colosso di sabbia. Il danno sulla superficie compatta fu minimo, ma il congegno non si fermò a quello.

    Dopo aver smitragliato diversi colpi contro il golem, Mykko non potè fare a meno di rilasciarlo, facendolo tornare un cumulo informe di sabbia scompattata.

    Solo allora la sferetta si calmò e Mykko rabbrividì.

    Una fortuna che non abbia mai reagito così nei suoi confronti.


    GIORNO DI TEST 10
    Per qualche motivo la sferetta aveva considerato l'elementale una minaccia.

    Quindi a qualcosa serviva, doveva essere un meccanismo di difesa personale o qualcosa del genere. Era anche chiaro che al suo interno produceva energia, altrimenti non si spiega come fosse in grado di sparare i suoi dardi incandescenti.

    Mykko ripetè l'esperimento, questa volta compattando dei semplici proiettili elementali della grandezza di un pugno. Li intrise per bene di chakra, quindi li lanciò in aria verso la sferetta, ovviamente facendo attenzione a non colpirla.

    Ottenne reazioni simili: il congegno sparava con una precisione disarmante, colpendo i proiettili a mezz'aria e vaporizzandoli.

    Il ragazzo si esercitò in questo modo per tutta quella giornata, dosando la velocità e la grandezza delle sue creazioni per studiare il modo in cui la sferetta reagiva. I risultati di quegli esperimenti lo affascinavano sempre di più, ma rimaneva ancora una volta con più domande che risposte.


    Il sole era quasi tramontato del tutto mentre era sulla strada di ritorno. Decise di lasciare libera ancora un po' la sferetta, osservandola mentre lo seguiva fino a casa.

    Era chiaro che il suo chakra interiore l'attirava in qualunque posto andasse. E' anche chiaro che fonti di chakra con determinate caratteristiche vengono riconosciute come nemici e scaturiscono una reazione aggressiva. Tuttavia non capiva ancora per quale motivo quel furfantello gli aveva lasciato il suo congegno addosso.



    All'improvviso, come un lampo, un'idea si affacciò nella sua mente.

    Lasciò cadere il borsone, guardando attentamente la sfera. Poi chiuse di nuovo gli occhi, cercando nuovamente la massima concentrazione.

    Assopì lentamente la propria energia interiore, sperando di sapere bene o male come fare. Semplicemente rilassò il corpo, cercando di calmare anche il proprio respiro e così anche il resto delle sue percezioni. Avvertì il chakra dentro di sè scorrere sempre più lento fino a quando sentì di non poter fare più di così.

    Aprì gli occhi, per individuare nuovamene la sfera.

    Questa s'era fermata, rimanendo immobile nel cielo. Non si era allontanata, ma avvertì immediatamente che il suo comportamento era diverso.

    Si mosse in una direzione totalmente casuale, come persa. Mykko trattenne il fiato.


    Poi tutto insieme, schizzò via in una direzione del tutto nuova, nella direzione opposta della città.

    La bocca di Mykko si allargò in un sorriso enorme mentre riprendeva il borsone e si gettava all'inseguimento del congegno.
     
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    Mykko aveva indossato la sua maschera, gli era indispensabile da quando era arrivato a Shal'aira non solo per nascondere la propria giovane età (apparente) quando necessario ma anche per proteggersi dalle sferzate di sabbia che il vento tagliente del deserto era solito regalare.

    La sfera lo stava conducendo attraverso un intricata formazione di pareti rocciose, distrincandosi all'interno dei passaggi createsi tra queste a causa dell'erosione del vento o, chissà, di antichi corsi d'acqua ormai scomparsi. Mykko sollevò lo sguardo mentre correva per non rischiare di perderla, il fiato cominciava a mancargli e la distanza tra se e il marchingegno continuava ad aumentare.

    Inseguirla attraverso l'aperto deserto era stato facile, lo scintillìo metallico della sfera era più che evidente nel crepuscolo ormai inoltrato. Ma in quel posto rischiava di perderla ad ogni svolta. Se avesse guadagnato quota poi, l'avrebbe sicuramente persa del tutto.

    Ed è proprio quello che accadde. Ad un certo punto quasi accelerando la sfera si tuffò lateralmente sparendo all'interno di una delle aperture.

    No!

    Sussultò Mykko. Era ancora troppo lontano, sentiva le gambe sempre più pesanti mentre si alternavano sulla sabbia compatta all'ombra di quelle rocce. Strinse i denti e i pugni, attingendo a tutta la propria forza di volontà per un ultimo sprint. Non poteva perderla d'occhio, non dopo aver corso per mezzo deserto.

    Arrivò alla svolta dove la sfera era scomparsa e il piede destro calciò il vuoto. Il terreno improvvisamente si tuffava in quella apertura e Mykko ruzzolò inerme lungo la discesa che proseguiva in avanti per una decina di metri. Dopo un bel pò di giri su se stesso, il borsone si sganciò dalla sua spalla e lui continuò la sua corsa fino in fondo alla discesa.



    Rimase a terra a lamentarsi per... tanto tempo. Non tanto per il dolore in sè, ma perché era arrivato al limite dello sforzo fisico in quella corsa tra le dune e ora doveva per prima cosa riprendere fiato per sperare di potersi rimettere in piedi.

    Gradualmente si voltò per finire supino a terra, poi gradualmente tirò su il busto raccogliendo le gambe e mettendosi a sedere. Quando ebbe alzato lo sguardo finalmente lo vide.

    Laggiù, sepolto tra quelle rocce erose dal tempo, c'era qualcosa di antico e dimenticato, qualcosa che lasciò Mykko a bocca aperta, facendogli dimenticare per il momento qualsiasi dolore fisico.

    bcusr0K



    Si mise in piedi senza rendersene conto, continuando a fissare quella cosa con espressione inebetita. La prima cosa che saltava all'occhio era l'enorme testa riversa in avanti, come sul cadavere di un morto. Era incastonata in un enorme corpo apparentemente metallico, parzialmente ricoperto da sabbia e ruggine.

    Fu solo dopo un poco che il ragazzo riconobbe le sembianze di un gigante scuro, sepolto nel terreno dallo sterno in giù, con solo un braccio che fuoriusciva dalla sabbia e protendeva una mano in avanti. Solo la parte visibile era alta quanto un palazzo a 5 piani, era qualcosa che incuteva timore nonostante fosse evidentemente immobile da un numero imprecisato di anni.


    Cosa diavolo è quello?

    Non sembrava una semplice "scultura". Sembrava un costrutto addormentato. O distrutto. Mykko rabbrividì all'idea che qualcosa di così grosso potesse animarsi e muoversi come qualsiasi costrutto elementale.

    Rimase ad osservarlo ancora per un poco, ancora troppo sorpreso per compiere qualsiasi azione, quando un bagliore in prossimità del gigante sepolto, appena distinguibile nella penombra di quelle "grotte", catturò la sua attenzione.

    La sfera!

    Esclamò in un soffio precipitandosi subito verso la struttura, dimenticando improvvisamente il timore verso l'enorme figura inerme.

    Quando fu arrivato in prossimità del gigante, si rese conto dell'apertura presente sotto l'ascella destra del braccio fuori dal terreno. La sfera non era visibile ma il suo ronzìo rimbombava all'interno dell'enorme cassa toracica metallica. Mykko esitò nuovamente di fronte all'idea di doversi addentrare dentro il corpo di quel "coso".

    *clink* *CLANK*



    Una serie di scatti e rumori metallici lo fecero trasalire di colpo. Il ronzìo della sfera si era fermato. C'era effettivamente qualcosa lì dentro e lui aveva un'idea specifica di "cosa" potesse essere. O forse sarebbe meglio dire "chi".

    Senza pensarci oltre, si addentrò all'interno del colosso con uno scatto deciso, trovando improvvisamente in un ambiente quasi totalmente buio.


    *SBLAM!*



    Fu immediatamente investito da un proiettile energetico incadescente che lo sbalzò all'indietro, ricacciandolo nuovamente fuori dalla struttura e gettandolo a terra.

    Ancora con la maschera sul volto, Mykko sollevò il capo da terra per osservare diritto di fronte a sè.

    Un essere fuoriuscì a sua volta dall'apertura, con forme vagamente umane. Riconobbe due gambe e due braccia, una statura non troppo alta, ma il capo era ricoperto da qualcosa di non meglio precisato e attorno alle spalle era ricoperto da delle placche grosse e metalliche.

    Con un colpo di reni Mykko fece una capriola all'indietro per ritrovarsi acquattato di fronte alla nuova minaccia (?) Posò una mano a terra e il suolo tremò, pronto a rispondere ai suoi comandi.





    Edited by Ryuk* - 17/5/2018, 13:04
     
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    Chi diavolo se-

    Un altro raggio incadescente partì dalle spalle della figura, questa volta Mykko schivò di lato mandandolo a vuoto.

    Questa volta il ragazzo riconobbe il tipo di attacco e sollevando lo sguardo la vide: la sferetta metallica che roteava attorno alla figura dalle strane orecchie metalliche.

    Un pensiero fulmineo cominciò a prendere forma nella sua mente ma dalla sferetta partirono un'altra serie di scariche che lo tennero nuovamente impegnato. Scattò verso destra mandando a vuote ogni singolo dardo energetico fino a posizionarsi dietro una roccia.

    Nel frattempo cominciò ad incanalare il proprio chakra, poggiando la mano aperta sulla roccia al suo fianco e sgretolando 3 proiettili accuminati che fece fluttuare attorno a sè.

    Quando la sfera vorticando per aria superò la roccia dietro cui era nascosto Mykko per colpirlo, il ragazzo scagliò tutti e tre i proiettili a ripetizione su quella, mandandola in mille pezzi.

    Mi dispiace piccoletta, ma sei passata dalla parte sbagliata...

    Mormorò fra sè. Aveva passato quasi due settimane assieme a quell'affarino cercando di scoprirne i segreti, distruggerlo arbritrariamente in quel modo senza essere riuscito ad approfindirlo era un terribile spreco.

    I suoi frantumi giacevano a terra, attraversati da qualche scarica statica residua. Mykko stava per tirarsi fuori dal nascondiglio, pronto a contrattaccare, quando udì uno sfrigolìo improvviso provenire dai resti del costrutto.

    Vide i resti reagire a qualche forza sconosciuta e facendo capolino da dietro il riparo notò che era il suo avversario la fonte di tutto ciò. Gradualmente i pezzi si aggregarono nuovamente, seguendo uno schema preciso.

    Contemporaneamente, anche la piccola corazza che copriva le spalle del tipo fu colta dalla stessa energia, disgregandosi e ricomponendosi rapidamente. Il tipo rimase scoperto eccezion fatta per l'elmo dalle orecchie a punta, ma adesso due sferette fluttuavano attorno a lui, pronte come nuove per riprendere l'attacco.

    Mykko capì immediatamente che le cose si sarebbero messe male di lì a poco, inspirò quindi profondamente facendo appello a tutta la propria energia e la concentrò verso la roccia su cui era appoggiato.

    La pietra compatta tremò profondamente, rilasciando un rombo che pervase l'intero ambiente. Come magnetizzata assieme alle altre rocce, si sollevò fino a sfiorare i tre metri di altezza, dando vita a un colosso di pietra dall'aspetto minaccioso.

    Immediatamente le sferette presero a smitragliare il costrutto che goffamente portò quello che sembrava un grosso arto di fronte alla parte centrale del tozzo corpo.

    Mykko sbucò da sotto le sue gambe con un sorriso trionfante ancora nascosto dalla maschera, proiettandosi contro il proprio avversario. Quello sembrava completamente pietrificato dalla vista del golem di terra, non riuscendo a reagire prontamente.

    Con tutta la forza della rincorsa, Mykko investì l'avversario balzandogli addosso, intenzionato a bloccarlo per chiedere spiegazioni.

    Entrambi finirono a terra, maschera davanti a maschera, con Mykko sopra l'altro mani sul suo colletto.

    Fine dei giochi! Tuonò Mykko sperando che questo bastasse a porre fine alle ostilità. Si era reso conto solo adesso che l'altro aveva pressapoco il suo stesso fisico, cosa che rafforzò ancor di più la propria convinzione circa l'identità dell'avversario mascherato.

    Questo con un ultimo gesto, sollevò una mano richiamando tramite il chakra la sferetta più vicina per posizionarla sopra Mykko e prendersela con lui, ma il neagorese sollevò a propria volta una mano, ormai consapevole di come funzionasse il marchingegno.

    Cercando di indirizzare una fonte di chakra più intensa che poteva come aveva fatto durante i suoi esperimenti, prese il controllo della sferetta lanciandola con un gesto repentino verso il corpo vicino dell'enorme struttura metallica, mandandola in frantumi.

    Quasi nello stesso momento, l'elementale riuscì a colpire con un arto di roccia l'altra sferetta, mettendo fuori gioco le difese dell'avversario a terra.

    Tu... tu sei il geomante.

    Mykko udì l'altro dire mentre abbandonava le braccia al suolo smettendo ogni intento ostile.

    Sicuro che la situazione fosse ormai calma, il neagorese tolse la propria maschera rivelando i suoi capelli castani e la benda sull'occhio all'altro.

    E tu sei il ladruncolo di qualche giorno fa.

    Rispose Mykko poco contento ma soddisfatto di averlo finalmente agguantato. La sferetta quindi era sua, proprio come aveva immaginato. Seguendola era riuscito a trovare dove si nascondeva, tuttavia la fine di questo viaggio aveva portato più domande che risposte.

    Chi era questo strano ragazzo? Che diavolo erano questi marchingegni con cui si circondava? E cosa aveva a che fare lui con quell'enorme colosso di metallo sepolto in mezzo a quelle rocce?


     
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    Mykko girava e rigirava l'elmo dalle lunghe orecchie tra le mani.

    Il ladruncolo si chiamava Hopper e probabilmente aveva la sua stessa età. Veniva anche lui da Neagora ma a differenza di Mykko sembrava essere un pezzo grosso. Era un specie di ragazzino prodigio esponente di spicco di un centro di ricerca neagorese per lo studio e l'implementazioni di nuovi modi per utilizzare l'energia delle corestone.

    Di base Mykko sapeva cosa fossero le corestone, insomma molta dell'energia utilizzata dagli stabilimenti industriali di Coppervein proveniva da questi strani cristalli. Erano l'invenzione del momento, ma la sua conoscenza si fermava pressapoco lì.

    Hopper invece sembrava sapere tanto sull'argomento e gli aveva spiegato che le corestone erano alla base del principio di funzionamento dei marchingegni. Se uno è abbastanza pratico nel manipolare l'energia prodotto dai cristalli, può rimodellare le parti meccaniche dei "trinket" (così li aveva chiamati) per vari scopi e utilizzi. Quello che Hopper aveva usato contro Mykko era l'assetto di battaglia anche se il biondo ladruncolo non era stato particolarmente bravo ad utilizzarlo.

    Aveva l'aria più di un patito per la meccanica che di un soldato, pensò Mykko, probabilmente con un po' di esercizio si poteva fare molto più di quanto l'altro aveva osato.



    Hopper lo aveva invitato all'interno del colosso metallico, convicendolo che non aveva niente da temere. Una volta dentro, notò che all'interno c'era un ampio spazio vuoto che Hopper stesso si era ricavato smontando la meccanica interna del gigante inerme. Aveva detto che il suo compito era studiarlo e così aveva fatto, ricavandosi al suo interno una vera e propria casa.

    L'illuminazione era fornita da diversi cristalli luminescente posizionati qua e la e lo spazio nonostante fosse chiuso non era angusto da risultare claustrofobico. Tuttavia Mykko non capiva ancora molte cose riguardo quella faccenda.

    Mykko: Quindi sei uno scienziato inviato qui a studiare questo pezzo di ferraglia? E ti hanno lasciato tutto solo in mezzo al deserto?

    Hopper: Beh... non esattamente. Diciamo che nessuno sa che sono qui a parte te.


    Il biondino pronunciò quelle parole con leggerezza, continuando ad armeggiare con i propri trinket per ripararli dopo i danni inflitti da Mykko.

    Mykko lo guardava stranito, ancora confuso.

    Mykko: In che senso nessuno sa.. Non è stato il centro di ricerca a mandarti qui?

    Hopper lasciò perdere un attimo il trinket per rispondere all'altro. Un sorriso stranamente compiaciuto era sul suo volto.

    Hopper: Quei babbei? Ma figuriamoci. Quelli non si smuoverebbero dalle loro biblioteche nemmeno se un meteorite di corestone gli cascasse sulla zucca. Il merito della scoperta è tutto mio! Un gruppo di amici hanno sborsato bei soldi per rimetterlo in sesto e quindi mi sono stabilito qui dentro, per poterci lavorare comodamente!

    Mykko lo guardò incerto. Qualcosa gli diceva che la faccenda era più contorta di quanto il biondino volesse far credere ma decise di non obiettare per il momento. La sensazione comunque era che quel piccoletto incosciente stava giocando con cose più pericolose di quanto immaginasse, considerando il tutto come una specie di gioco.

    Mykko: Almeno sai già di cosa si tratta? Non credo di aver mai visto niente del genere nemmeno sui libri di fantascienza..

    Commentò Mykko senza nascondere una certa preoccupazione nel tono della propria voce, mentre alzava lo sguardo osservando l'interno di quel coso.

    Hopper aveva afferrato la fiamma ossidrica e si sistemò su di un piano da lavoro.

    Hopper: Ma certo che lo so, che domande. Questo è un protomecca, uno molto grosso anche. Almeno il doppio di quelli che abbiamo trovato a Neagora- attento non guardare.

    Mykko si voltò mentre l'altro armeggiava con la fiamma per saldare. Attese che il rumore provocato dall'altro si attenuasse per controbattere. La cosa sembrava sempre più pericolosa.

    Mykko: Un protomecca... qui a Shal'aira... non sapevo ce ne fossero di sparsi in giro per Kalendor. Credevo che il sito dove sono stati rinvenuti i primi fosse l'unico del continente..

    Hopper: Oh no, ce ne sono altri. Alcuni ipotizzano che ce ne siano in tutta Kalendor. Sono il lascito di una cività molto antica e potente, si pensa avesse il controllo di tutto il continente grazie alla propria tecnologia avanzata. Un po' come l'impero, ma molto più pericolosa. Immagina cosa erano in grado di fare con questi giganteschi guerrieri.. non oso nemmeno immaginarlo!


    Il rumore riprese e Mykko cominciava ad innervosirsi. Quello ne parlava come se si trattasse di un gioco ma lui aveva cominciato a capire che si trattava di una cosa seria. Sapeva che a Neagora un gruppo di ricercatori studiava giorno e notte per utilizzare la tecnologia dei protomecca. Qualche prototipo è stato persino realizzato, ma tutto era ben lontano da poter essere utilizzato... in battaglia per esempio.

    Se davvero quel protomecca dentro qui loro stavano allegramento cazzeggiando era il più grande mai ritrovato, sicuramente avrebbe fatto gola a molti. Impero in prima linea, ma non soltanto...

    Mykko: Senti Hopper... questi amici che ti hanno promesso un sacco di soldi...

    Hopper: Non promesso, pagato! Ho chiesto pagamento in anticipo o niente da fare!

    Mykko: Ok, questi amici che ti hanno pagato un sacco di soldi... sono imperiali?

    Hopper: Ma ti senti quando parli? Credi davvero che l'impero pagherebbe un ragazzino per farsi mettere a nuovo un protomecca? Con tutti gli scienziati (incompetenti) nel loro libro paga? Figuuriamoci!


    Un brivido percorse la schiena di Mykko.

    Mykko: ...E chi sarebbero questi amici?


    Improvvisamente il colosso vibrò, non violentemente ma in maniera ben udibile. Gli attrezzi metallici sul piano di lavoro vibrarono assieme ad esso e qualche rivolo di sabbia cadde dal "soffito" dell'ambiente in cui stavano.

    Hopper: Cos'è stato?

    Un'altra vibrazione, questa volta accompagnata da un boato, molto lontano come un temporale a chilometri di distanza.

    Mykko fece qualche passo tendendo le orecchie e non emettendo più alcun suono. I boati e le vibrazioni continuarono, alternati da qualche secondo di pausa, ripercuotendosi attraverso piccoli sismi fino all'enorme colosso inerme.

    Il ragazzo si voltò verso il biondino, l'ombra di un terribile sospetto sul giovane volto.

    Mykko: L'altra notte sei venuto a Magrahib, sapevi benissimo che ero in possesso di quelle scaglie. Come hai fatto?

    Hopper strinse candidamente le spalle.

    Hopper: Vado spesso a Magrahib, sai per rifornirmi di cibo, attrezzi... Al mercato mi conoscono bene, non ci ho messo molto a saperlo, tu l'hai praticamente offerta ad ogni singolo mercante del villaggio.


    Il volto di Mykko sbiancò.

    Mykko: Dobbiame andare....




    Edited by Ryuk* - 18/5/2018, 10:58
     
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    9B03Kyg



    Quando arrivarono alla città uno spettacolo terribile si presentò davanti ai loro occhi. La colonna di fumo nero era stata visibile da kilometri, ma la vista da distanza ravvicinata era ancora peggio.

    Molte case erano diroccate, gran parte della gente era scappata via verso il deserto mentre la città continuava ad essere messa a ferro e fuoco da continue esplosioni. Era come se qualcuno la stesse bombardando con delle macchine da guerra, solo che non v'era traccia d'assedio.

    I due erano ormai tra le vie della città, le esplosioni si erano interrotte per qualche secondo e adesso si udiva chiaramente il fragore degli edifici crollanti, l'imperversare delle fiamme ormai alte e l'urla delle ultime persone che scappavano dal villaggio.

    Mykko: Che diavolo sta succedendo qui...

    Procederono in avanti disorientati, entrambi aveva rimesso la maschera e le due sfere metalliche di Hopper fluttuavano intorno ai due in cerca di indizi.

    Ad un certo punto il biondino si fermò senza preavviso, il casco sul capo rendeva difficile capire il perché. Mykko si voltò mettendosi subito in all'erta.

    Mykko: Che c'è?

    Hopper: Siamo nella merda.



    In quel momento lungo la strada che stavano percorrendo una figura apparve da dietro le cortine di fumo. Era un tizio alto, coperto da un mantello completamente sgualcito di colore grigio fumo. Reggeva una specie di grossa falce e sul volto aveva una maschera bianca incorniciata dal cappuccio alzato.

    Mykko fece appello al proprio chakra pronto a difendersi. Chiunque fosse, era lui il responsabile della distruzione della città, e forse non l'unica fonte di pericolo nei paraggi.

    Hopper: Dobbiamo andare via subito!

    Mykko si voltò a guardare il biondino con espressione interrogativa.

    Mykko: Lo conosci?

    Hopper: Ricordi gli amici di cui ti avevo parlato prima?

    Mykko: ...evidentemente io e te abbiamo una concezione molto diversa della parola amici.

    Hopper: Quel che ti pare, ma ora dob-

    Mascherato: Huuuhuuhu da quando ho cominciato a vederci doppio?! ♪

    Hopper: Beccati...



    L'incappucciato fece roteare giocosamente la falce nelle proprie mani, fermandosi a una ventina di passi da loro. Le esplosioni se non altro era cessate, segno che era proprio lui il responsabile. Mykko rimase in silenzio, cercando di farsi un'idea su cosa diavolo stesse succedendo.

    Mykko: Allora è uno dei tuoi mandanti si o no??

    Chiese sussurrando verso Hopper. E Hopper rispose a sua volta sussurrando.

    Hopper: E' più un sicario dei miei mandanti...

    Mykko: Sic... Per gli dèi Hopper, che diavolo hai combinato???

    Mascherato: Cosa c'è, gemellini, il gatto vi ha mangiato la lingua??? Avanti non ho tempo da perdere, far saltare in aria la città non è più divertente. Chi di voi due è quel maledetto ladruncolo??

    La voce dell'incappucciato era stridula e malsana. Che tutti e tre indossassero qualche specie di maschera rendeva il tutto un po' surreale, ma Mykko capì subito che le cose non si stavano mettendo affatto bene. Finché teneva su la maschera, sarebbe potuto benissimo essere scambiato per Hopper e fare una brutta fine assieme a lui. Era il momento di prendere le distanze, dopotutto lui quel ragazzetto lo conosceva appena, non vedeva perché dovesse finire invischiato nei suoi casini.

    Mykko: Un momento, io-

    Hopper: DOVRAI SCOPRIRLO DA SOLO, PAGLIACCIO!!


    Lo anticipò Hopper sgattaiolando verso il vico alla propria destra mentre le due sferette saettavano contro il sicario, smitragliandogli contro una pioggia di proiettili energetici.

    Mascherato: Brutti-

    *BOOM* *BOOOM* *BAM*



    Una serie di esplosioni minori circondarono la figura dell'assassino, inglobando le sferette e facendone cadere i frammenti fumanti tutti intorno a lui.

    Mykko fu pervaso dall'inefrenabile istinto di darsela a gambe ma decise di controllarsi ragionando che tutto sommato non aveva nulla da temere. Lui non aveva fatto niente a quelle persone, avrebbe dovuto solamente chiarire la situazione e tornarsene tranquillamente a casa. Sempre se fosse ancora intatta.

    Mykko: I signori Hashem....


    Il pensiero dei poveri coniugi che gli avevano dato gentilmente vitto e alloggio per quei mesi gli balenò nella mente. Aveva visto tanta gente scappare via terrorizzate mentre la loro città e le loro case venivano fatte saltare in aria e date alle fiamme. Chissà se qualcuno era rimasto vittima dell'opera di quel folle.

    Lo guardò rimanendo immobile mentre il fumo delle ultime esplosioni che aveva usato per difendersi dalle sfere di Hopper si diradava. Anche il sicario era fermo, dietro alle fessure della maschera bianca si intravedevano due punti di un rosso incadescente.

    Aveva un'aria folle e spietata. Probabilmente non gli importava di trucidare innocenti nelle sue esplosioni ed era ancor più probabile non avrebbe esitato a far fuori anche lui, solo per essere amico di Hopper.

    Non poteva semplicemente tirarsene fuori o scappare via. Ne andava delle sorti di quella povera città.

    Strinse i pugni provando disgusto verso quel maledetto, cominciando a meditare di fargliela pagare.

    Mykko: Hopper mi ha detto che vi deve dei soldi. Se lui ve li restituisse, lascerete in pace questa gente?

    Il mascherato esplose in una fragorosa risata e per un attimo il bagliore dietro ai fori della maschera sparì.

    Mascherato: Troppo tardi, piccoli bastardi! E' stato Hopper a volere i soldi in anticipo, conosceva bene le scadenze. Quel farabutto ha cazzeggiato con le persone sbagliate e ora deve pagare!

    Il neagorese maledisse quel biondo inconsciente dentro di sè ma si tenne concentrato sul sicario.

    Mykko: D'accordo ma cosa c'entra questa gente innocente? Perché distruggere un intero villaggio?

    Mascherato: Kweehhehe... Diciamo che ci serviva un diversivo e io cominciavo ad annoiarmi. Questo posto dimenticato dagli dèi era di una noia mortale. E poi avevamo bisogno di stanare quel piccolo bastardo in qualche modo, non potevamo certo farlo saltare in aria con il prezioso gigante di ferro. Sicuramente avrà disseminato il suo covo di trappole... proprio in questo momento gli altri sono al sito di scavamento per disotterrare il gigante e portarlo al nostro quartier generale!


    Mykko sbarrò gli occhi da dietro la maschera, un senso profondo di odio e indignazione continuava ad aumentare dentro di lui. Se non fosse stato per lo scalpitìo delle fiamme tutto intorno, sarebbe stato ben distinguibile un boato profondo diffonderse dal terreno intorno a lui.

    Mykko: ...Diversivo?? E che dire di tutte le povere persone vittime dei tuoi giochetti? Non te ne frega nulla che ci vada di mezzo qualche innocente!?

    Il mascherato abbassò di poco il volto, i due punti rossi adesso ben visibili.

    Mascherato: Innocente... come te??

    Sollevò repentinamente un braccio e schioccò le dita e Mykko percepì un improvvisa fonte di calore sotto i propri piedi. Fece appena in tempo ad evocare prontamente una barriera d'acqua attorno a sè prima che il punto dove si trovava eruttasse, proiettandolo all'indietro per l'onda d'urto ma lasciandolo quasi illeso se non per la botta presa con la caduta.

    Mascherato: Kyahahahaha!

    Era chiaro che il sicario era una sorta di maniaco omicida a cui non interessava nulla della vita umana. Era inoltre capace di far saltare in aria le cose semplicemente schioccando le dita, che razza di diavoleria era mai quella?

    Mykko fece in tempo ad alzare lo sguardo inorridendo rendendosi conto che il tizio gli era già addosso, l'enorme falce stretta con entrambe le mani pronta a calare su di lui.

    Lesto piantò entrambe le mani al suolo, generando una colonna rocciosa che lo intercettò con violenza, respingendolo all'indietro. Il pazzo omicida emise un roco lamento ruzzolando a terra in malo modo per essere stato preso alla sprovvista.

    Mascherato: TU! PICCOLO IMPIASTRO!

    Avvertì nuovamente l'aria intorno a sè farsi tremendamente incadescente motivo per cui si rialzò di corsa cercando di allontanarsi. Dal sicario partì un'esplosione infuocata circolare che avrebbe inglobato tutto, non lasciandoli scappo.

    Un istante prima di finire travolto si voltò per schiantare un piede al suolo e innalzare con quell'impulso di chakra una parete rocciosa sufficiente a riparare la sua figura.

    La roccia finì in frantumi ma aveva limitato enormemente i danni. Sfruttando l'onda d'urto che lo aveva proiettato lontano, continuò la sua corsa immettendosi in uno dei tanti vicoletti, prendendo a sgattaiolare via nella direzione opposta delle esplosioni.

    Come ho fatto ad arrivare a questo punto...

    Riprende da qui


     
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    *BOOOM*



    Un ultima esplosione sbriciolò la parete contro qui era poggiato, proiettandolo in avanti. Senza pensare all'ennesima botta rinvenuta, Mykko scattò via, il cuore che continuava a battergli all'impazzata e gli impediva di trovare una soluzione a quella fuga disperata.

    Dalla distanza udiva lo sghignazzare di quel pazzo scatenato, di questo passo non sarebbe più rimasto nulla della città. Si trovò a pensare di non avere scampo, se fosse uscito fuori da Magrahib sarebbe stato facilmente individuabile in pieno deserto, un bersaglio facile. Tuttavia, andando avanti in questo modo non avrebbe avuto più nessun riparo dietro cui nascondersi, sempre se qualche esplosione non lo avesse beccato prima.

    Se davvero era la fine, forse non aveva senso scappare. Forse avrebbe dovuto solo affrontarlo, anche se non aveva speranze contro quel tipo. Tanto valeva finirla subito, se fosse morto forse il sicario avrebbe risparmiato quel che restava del villaggio.

    Stava lì lì per prendere una decisione in merito quando svoltando l'angolo sbattè la zucca contro qualcosa, finendo a terra dolorante.

    Hopper: Ahio! Ma che combini!

    Mykko strabuzzò gli occhi, osservando Hopper a terra di fronte a sè che si massaggiava la fronte.

    Senza preavviso gli si fiondò addosso come la prima volta nel deserto, afferrandolo per il colletto fuori di sè.

    Mykko: Sei qui, razza di stupido! Ti rendi conto della cazzata che hai fatto!? Per colpa della tua stupidaggine questa povera gente ci sta andando di mezzo!

    Hopper: Lasciami! Lasciami andare!


    Tutti e due sussurravano anche se con veemenza. Alla fine Mykko, osservando il biondino che si lagnava perse molta della rabbia che aveva nei suoi confronti. In fondo era solo un marmocchio viziato, il vero pericolo era la fuori che continuava a far saltare in aria tutto.

    Mykko: Va bene va bene..

    Il biondino si massaggiò il collo, sembrava molto spaventato.

    Mykko: Credevo... credevo te la fossi data a gambe.

    Hopper: Era quello il piano, prima che tu decidessi di affrontarlo. Che ti dice il cervello!?

    Mykko: Ah adesso sarei io il problema? Ti voglio ricordare che se non ti fossi messo a cazzeggiare con quegli assassini ora non-


    Sospirò, rinunciando all'idea che Hopper potesse capire dove fosse il problema.

    Mykko: Non ho intenzione di abbandonare queste persone a loro stesse. Se vuoi scappare via fa pure... Ormai ho deciso di affrontarlo. Se dovessi morirci, almeno la città sarebbe risparmiata..

    Si alzò, le esplosioni e le grida del pazzo erano abbastanza lontane, per il momento lo avevano seminato. Ma Mykko guardò in direzione dei boati, prendendo ad incamminarsi attraverso quel vico per andargli incontro.

    Hopper: Aspetta.

    Mykko si fermò senza voltarsi.

    Mykko: Che c'è?

    Il biondo esitò ancora un momento.

    Hopper: Forse... forse in due possiamo farcela. Credi di riuscire a distrarlo mentre preparo i miei trinket?

    Il neagorese si voltò verso il biondo con sguardo dubbioso. Quello gli passò senza preavviso un piccolo oggetto metallico che Mykko fece giusto in tempo ad afferrare.

    Un sorriso determinato comparve sul suo volto.






    *BOOOOOOOM*



    Mascherato: Brutti impiastri... hanno davvero intenzione di farmi demolire tutto. Devo averli già uccisi e ora sono sepolti da qualche parte... che spreco, speravo di vederli saltare in ari-

    Il rumore proveniente dalle ultime macerie diroccate catturò l'attenzione del sicario. I detriti si muovevano in modo strano e continuo, d'accordo che aveva fatto crollare l'intero palazzo ma quello continuava a muoversi e in maniera inusuale.

    Mascherato: Ma cosa-

    *SBLAM*



    Un arto di roccia sbucò fuori dal cumulo di detriti, colpendo il sicario in pieno petto.

    Quello finì proiettato a terra per un paio di metri, riuscendo a malapena a mantenere la presa sull'arma. Quando si rese conto di quel che stava accadendo, vide una cumulo di rocce innalzarsi vicino a lui, rivelando un enorme elementale di terra.

    Mascherato: E tu da dove sbuchi fuori ♪

    Ovviamente l'elementale non rispose ma si fece avanti caricando a testa bassa l'incappucciato. Il pugno roccioso si schiantò al terreno mentre il mascherato schivava con una capriola molto atletica. Un altra serie di colpi lenti ma potenti andarono a vuoto, schiantandosi rumorosamente sulla strada e sulle pareti.

    Mascherato: Sei lento!

    Dopo l'ultima schivata, il tipo si fece avanti riafferrando la falce e irrorandola di chakra infuocato. Un unico colpo fu sufficiente a spaccare il colosso a metà, in un esplosione di polvere e cenere.

    Mascherato: E' stato un piacevole diversivo, se non altro.

    Mykko: Allora ti piacerà ancora di più questo!


    Un getto d'acqua esplose dal terreno sotto il sicario, sparandolo via contro la parete alle sue spalle.

    Da dietro la polvere di detriti provocata dalla distruzione dell'elementale sbucò Mykko, la pelle rinforzata da uno strato di placche rocciose, uno scudo acquatico che vorticava intorno a sè e una specie di busto metallico e spalline che prima non aveva.

    Il sicario incappucciato non rispose, rimettendosi subito in piedi. La botta l'aveva subita ma non sembrava darvi troppa importanza. L'acqua della tecnica che lo aveva colpito cominciò ad evaporare vistosamente mentre la mano si stringeva ermeticamente contro la falce.

    Mascherato: Hai fatto un grosso errore a venir fuori dal buco in cui t'eri nascosto.

    La voce non era più stridula ma roca e incazzata. Mykko cercò di non sembrarne intimorito.

    Mykko: Sei tu ad aver passato il segno. Ultima occasione: lascia in pace la città e tornatene nel circo da dove provieni.

    I due punti luminosi ebbero un picco di intensità.

    Mascherato: SEI MORTO!

    Il sicario si scagliò urlando a squarciagola, facendo saettare la lama della propria falce verso il collo di Mykko. Quello riuscì a schivare per un soffio l'attacco ed indietreggiò di un paio di passi, ma l'altro era già pronto a colpirlo con un secondo colpo che fortunatamente impattò sulle placche metalliche provocando solo un effetto respinta. La botta comunque la sentì tutta e si rese conto di dover rispondere.

    Una colonna di terra colpì il mascherato dal fianco destro, sbilanciandolo e trascinandolo via, ma quello in un nuovo impeto la distrusse e fu di nuovo addosso a Mykko. Compì una doppia rotazione su se stesso provando a tranciare Mykko letteralmente a metà, ma questa volta il ragazzo innalzò una lastra di roccia che riuscì ad evitargli il peggio, per poi andare in frantumi sul secondo colpo e costringerlo ad indietreggiare ancora una volta per la botta.

    Mykko si preparò a creare un secondo elementale dopo aver messo una decina di passi tra sè e l'assassino, ma quello scattò nuovamente in avanti cominciando a brillare di una luce rossa e incadescente.

    Mykko: Maledizione...



    *BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM*

    9B03Kyg


    Si era fatto saltare in aria.

    Se non fosse stato per la protezione acquatica, ci avrebbe rimesso la pelle.

    Si rialzò tossendo istericamente, sollevando solo il busto da terra. Il mascherato era rimasto a distanza, la falce che roteava da una mano all'altra. Stava gongolando. Sapeva che Mykko non sarebbe stato in grado di rialzarsi.

    Mascherato: Hai del fegato, ragazzino. Hai reso la caccia se non altro interessante, per questo accetta il mio regalo: una morte rapida e indolore!

    Dalla mano libera del mascherato cominciò a formarsi un globo di pure fiamme di un intensità senza precedenti. Il globo cominciò ad aumentare di dimensioni e Mykko ne percepì il calore bruciante anche da quella distanza. I suoi occhi non potevano fare a meno di guardarne la bellezza e la potenza mentre cresceva di intensità fluttuando sul palmo aperto del sicario.

    Mascherato: Addio!

    Con un gesto repentino scagliò il globo infuocato contro Mykko che chiuse gli occhi, un po' per il fastidio un po' per la rassegnazione.


    *SBROOOOOOOOOOOOOOOOWM*



    Una grossa nube di polvere e fiamme si espanse attorno alla figura del piccoletto, ma il sicario sapeva che qualcosa era andato storto.

    Quando riuscì a vedere cosa fosse successo, vide due strutture metalliche piantate come una muraglia davanti a Mykko. La magia infuocata le era esplosa contro, lasciando illeso il ragazzo a terra. Da dietro la muraglia, fece capolino un altro tappetto, quel farabutto di Hopper.

    Mascherato: Che momento toccante! Voi due non ne volete proprio sapere di morire!

    Disse il sicario con voce stridula ed esaltata.

    Il biondo si voltò verso Mykko, porgendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi. Adesso erano entrambi in piedi, dietro alle torrette tecnomantiche. Entrambi con una maschera sul volto che fissavano lo spietato assassino.

    Mascherato: Cosa c'è? Credete davvero che quei giocattoli possano difendervi da me????


    Le ultime parole furono pronunciate a squarciagola mentre gettava la falce a terra. Il chakra infuocato richiamato poi dal sicario aveva qualcosa di spaventoso. Continuò a convergere attorno alla sua figura mentre persino l'aria sopra di lui si arrossava per il calore. Stava generando qualcosa sopra la sua testa, una magia dal cielo in grado di distruggere l'intero villaggio se avesse voluto.

    Mykko e Hopper non si scomposero, rimanendo immobili dietro la barriera di torrette hex.

    Hopper: No, non abbiamo intenzione di difenderci. Mykko!

    L'altro ragazzo tirò fuori il congegno metallico mentre una visibile flusso energetico lo avvolgeva. Gettò il trinket verso gli altri due mentre ne manipolava la struttura, fino a quando una terza torretta non prendeva forma, aumentando le dimensioni del muro.

    Mascherato: Un altra barriera??

    Mykko: La tua fine!


    CITAZIONE
    Skill: Hexcannon
    [Azione]
    Focus: Offensivo
    Se è attivo un DEVICE: Hexturret e la barriera energetica rimane attiva 1 turno intero, durante l'ATTACCO successivo è possibile convogliare il chakra nell Turret, consumare la barriera, e rilasciare un proiettile elementale neutro verso un bersaglio.
    E' possibile far sparare contemporaneamente più Turret se le condizioni per ciascuna di esse sono soddisfatte, pagando un ulteriore 20 Chakra per ogni Turret aggiuntiva.
    [Danno: 70]

    Le tre torrette brillarono di una luce sfolgorante prima di proiettare contro il sicario un raggio congiunto di pura energia. Il tizio mascherato ebbe solo il tempo di rilasciare la magia che stava per compiere, reindirizzando la sua potenza. Nel momento esatto in cui fu investito dal raggio, esplose in un boato incompleto ma eccezionalmente distruttivo.

    Mykko e Hopper finirono coinvolti nell'esplosione, proiettati all'indietro dalla sua violenza. Un cratere di diversi metri di raggio si formò dove prima c'era la figura dell'assassino, che si era fatto saltare in aria in un ultimo istante di follia.







    qgHCyZS



    Non seppero stabilire con certezza quanto tempo erano rimasti a terra. L'uno era a due passi dall'altro, ansimanti con il corpo ricoperto da abrasioni e ustioni. Tutto intorno si continuava ad udire lo screpitìo delle fiamme ma se non altro le esplosioni erano cessate.

    Per sempre.

    Hopper: E' stato figo però...

    Mykko ridacchiò, tossendo convulsamente nel mentre e così fece il biondo, prima che il dolore diffuso lo costringesse a smettere.

    Entrambi rimasero lì a guardare il cielo, incapaci di rialzarsi o fare alcunche.

    Gli abitanti del villaggio sarebbero tornati dopo qualche ora, trovandoli sopra le macerie e prendendosi cura delle loro ferite.

    Sarebbero ripartiti una settimana dopo, senza rivelare mai a nessuno di essere stati i responsabili della distruzione di Magrahib.

    Se non altro seppero in seguito che nessuno aveva perso la vita, ma questa era solo una magra consolazione. Avrebbero dovuto lasciare di corsa quella zona di Shal'aira, prima che gli amici di Hopper tornassero a completare la vendetta.

    Con loro altrove, se non altro il piccolo villaggio di Magrahib avrebbe avuto di nuovo pace e chissà, con un po' di buona volontà, ritornare alla normalità come se nulla fosse successo.

     
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    Ryuk - Mykko

    Base: 2

    Scrittura: 2
    Scorrevole e curata come sempre. Qualche errore di battitura, ma niente che pregiudichi la valutazione. Ho trovato lo stile della narrazione intrigante, soprattutto l'inizio in medias res e mi sono stupito di come sei riuscito a collegare tutto, tirando fuori una trama davvero interessante. Avrei voluto saperne di più su questi criminali e sul giovane Hopper; magari in futuro salteranno fuori di nuovo.

    Interpretazione: 2
    Inizialmente il carattere di Mykko mi risultava un po'confuso, ma poi mi sono reso conto che non era una cosa necessariamente negativa perché lo stesso personaggio era indeciso su come agire in certe situazioni (fidarsi dei vecchietti che lo hanno accolto o fidarsi di Hopper in seguito). Alla fine però il suo carattere esce davvero negli ultimi post rivelandosi per quello che è: un giovane incosciente che però ce la mette tutta per difendere i propri principi.

    Strategia: 0
    Impossibile da valutare, ma ho apprezzato come hai inserito la segreta nel combat finale.

    Bonus: +1 Originalità
    Mi è piaciuta molto la storia dietro le vicende e soprattutto come hai portato Mykko a conoscere l'arte segreta in tutto questo e per questo mi sento di premiarti.

    Mykko: +7 Exp + 1 PA per l'Arte Segreta, un Merito e 200 Gold per la vendita delle Scaglie.
    CITAZIONE
    Piantagrane Mascherato [Shal'aira]
    Mykko ha osato un po'troppo durante il soggiorno a Magrahib infastidendo persone che sarebbe stato meglio lasciare in pace. Fortunatamente ha agito a volto coperto, dunque nessuno conosce la sua identità. Tuttavia c'è una bassa probabilità che se dovessi capitare nuovamente in certe zone di Shal'aira per svolgere incarichi "diversamente legali" qualcuno potrebbe anche cominciare ad associarti con gli eventi accaduti a Magrahib.
    A discrezione del Master chiamare in causa eventuali sicari in eventuali Quest a Shal'aira.

    Valutatore: +1 Exp + 100 Gold
     
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10 replies since 20/10/2017, 11:26   149 views
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