[FREE ROLE] La crescita nella fede

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    ~ Cittadini di Estheltia, ascoltate bene le mie parole, perché sono qui a raccontarvi la verità. La somma Ysabeth, sempre sia benedetta, mi è testimone. Non c'è più da temere: la belva è stata uccisa e questa ne è la prova. Che la sovrana della foresta ci preservi sempre! ~

    Con queste parole mi presentai alla capitale, luogo in cui vivevo e praticavo la professione di cacciatrice. Passai per il mio capanno di caccia unicamente per posare le pelli che avevo ricavato dal jaguaro, andandomene dritta verso la città, superando delle guardie piene di sgomento e preoccupate per il mio stato di salute. Sorrisi loro, ancora con una lacrima che non voleva asciugarsi dal mio viso.
    Una lacrima di tristezza, perché se da una parte ero riuscita a ristabilire l'ordine naturale delle cose e a permettere ai miei fratelli e sorelle di continuare a cibarsi di selvaggina, dall'altra avevo ucciso un animale sacro alla mia dea, un grande felino. Non riuscivo a togliermi di dosso questo pensiero che mi provocava più malessere delle artigliate che mi erano state inferte.
    Ma quello che avevo fatto non potevo più cambiarlo, non era possibile tornare nel passato, quindi a testa alta camminai lungo le vie della città, fino a trovarmi in quella che era la piazza principale, ponendomi al centro di esso, attirando così tutti quelli che potevo incrociare con lo sguardo e coloro che avevano intenzione di udire la mia voce.

    ~ Non è stato facile, ma ce l'ho fatta. ~

    Alzai la testa dell'animale con tutta la forza che mi era rimasta in corpo, per tanti minuti quanto riuscivo a tenerla, seppure non mi era rimasta troppa forza in corpo. Le gambe cominciavano a tremare, mentre le ginocchia cedevano sotto il peso del mio stesso corpo... Ma il braccio, teso sempre verso l'alto, reggeva la testa mozzata senza tremare.

    ~ Sì, è un grande felino, un animale amato dalla nostra dea. Ma tutti voi sapete cosa stava succedendo: gli altri predatori si erano fatti più minacciosi per via della carenza di carne, così noi eravamo in continuo esposti in un costante pericolo, oltre al fatto che è venuta a mancare anche la fonte primaria per il nostro sostentamento. Sì, questo sarà stato anche un grande felino, ma come poteva godere della benedizione della dea? La natura ha parlato, decretandomi vincitrice. Lode a Ysabeth! ~

    Dissi, cercando di convincere anche me stessa, mentre le forze cominciarono a diminuire drasticamente, fino a quando non vidi più in maniera nitida, ritrovandomi, infine, a terra, più bianca che mai.
     
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    Mi risvegliai con fatica in un letto che non era il mio, ritrovandomi a fissare un soffitto che non conoscevo. La luce che entrava attraverso la finestra era qualcosa di davvero accecante... Ma lo sarebbe stato per chiunque, dopo svariate ore di sonno e con ferite che ancora si dovevano rimarginare, mentre la testa sembrava essere appoggiata su un incudine, in attesa di subire martellate.
    Martellate che arrivavano a ritmo di alcuni secondi.

    ~ Finalmente ti sei svegliata, mia piccola Shiavera. ~

    Una voce assai riconoscibile, che non mi sarei mai aspettato di sentire in quella stanza. Mi sforzai di mettere meglio a fuoco le immagini, cercando di nuovo di abituarmi ai colori e alle figure che vedevo.

    ~ Salute a voi, madre. A cosa devo l'onore della vostra visita? ~

    Affermai, con l'intento, nel frattempo, di tirarmi un poco su con il corpo. Impossibile da fare, visto che era intorpidito dal collo in giù.

    ~ Suvvia, perché dici così? Sei pur sempre mia figlia e appartieni alla casata degli Sharmandir. È normale che mi ritaglio momenti per venirti a trovare. Soprattutto dopo quel tuo spettacolino in piazza e le ferite che hai riportato. Ovviamente non preoccuparti: la testa l'ho fatta imbalsamare, così che potrai appenderla come un trofeo. ~

    Tentai di prendere la parola ma fu tutto inutile: me lo impedì, iniziando a bombardarmi di rimproveri su come mi ero comportata, che una cacciatrice non si comportava in quella maniera, che una preda si onorava e rispettava, soprattutto visto la tipologia della mia vittima.
    Ma di due cose fu fiera di me: di come ne ero uscita vincitrice e sul fatto che avevo ragione riguardante quel jaguaro.
    Chiunque possiede atteggiamenti che minano il ciclo naturale delle cose e leniscono alla natura va eliminata.

    ~ Immagino tu abbia versato lacrime. Spero però che il tuo senso di colpa se ne sia andato. Adesso vado: come matriarca ho ancora molto da fare. Riprenditi al più presto, figlia mia. ~

    La ringraziai per le sue parole e la sua compagnia, riprendendo a piangere... Un pianto liberatorio, come non avevo mai fatto prima.
    Almeno attesi che mia madre uscisse dalla stanza, prima di versare nell'acqua come una bambina.
     
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    Dopo pochissimo tempo, non appena riuscii a muovermi e a reggermi in piedi, lasciai l'ospedale, tornando nella mia casa, dal mio dolce micetto per avere la sua dolce e miagolosa compagnia, per curarmi secondo il ciclo naturale delle cose e riprendendo il mio lavoro. La benedizione di avere una madre che, tutto sommato, si preoccupa ancora per me è stato vedere come mi aveva portato avanti il lavoro: le pelli si erano seccate abbastanza da essere lavorate e rimaste morbide per non ridurle a dei classici tappeti. Trattai i tessuti con meticolosità, facendo in modo che potessero essere riutilizzabili in qualsiasi modo per la giusta occasione; già stavo pensando di utilizzare parte del mio trofeo per utilizzarlo in una fabbricazione di un arco particolare, come impugnatura, oppure per darlo a qualcuno che potesse farci un'armatura leggera, o magari una bella imbottitura.
    I modi per usarli ce ne erano, anche molti... Dovevo solo pensarci su.
    Intanto il tempo passava ed il mio lavoro non terminava mai; ormai rimessa dalle mie ferite, tornai ad impugnare nuovamente l'arco, andando alla ricerca di selvaggina per me stessa e per la mia adorata capitale.
    Dopo le mie classiche preghiere, uscii con il mio fidato arco, muovendomi per la macchia agilmente, cercando prede che potessero soddisfarmi e, magari, sfruttare anche per le mie successive lavorazioni.
    E dopo svariate ore di ricerca, un meraviglioso cinghiale nero zannuto si presentò a quasi trenta metri di distanza, indaffarato a mangiare a terra. Quello era un animale particolarmente aggressivo e pericoloso, ben consapevole della sua dura pelle e della sua stamina incrollabile.
    Ma era una preds perfetta: tutti amavano la carne di cinghiale, era grande abbastanza da poter essere venduta bene e le sue zanne erano trofei che per nessuna ragione al mondo avrei lasciato ad altri.
    Tirai fuori l'arco, mettendomi in guardia e lasciando scorrere altro tempo, iniziando a canalizzare il chakra per richiamare le mie abilità legate all'arte del vento. Concentrato e mettendomi in condizioni mentali di prepararmi ad attaccare una bestia aggressiva se minacciata o attaccata, iniziai a incoccare la freccia con più forza del necessario, così da infliggergli quanti più danni possibile.
    E la cosa che mi metteva su di giri era che non sembrava essersi accorto di me, mentre la freccia si scagliava a gran velocità, andando a ferire gravemente l'animale, facendolo sanguinare copiosamente.
    E quello fu solo l'inizio.
    Lui, in tutta risposta, partì alla carica, macinando il terreno che ci distanziava con una velocità incredibile, mentre io, dalla mia, mi allontanavo da lui quanto più velocemente potevo, intralciato dalla natura. Comunque non mollavo e riuscivo sempre a prenderlo con almeno una freccia, fino a quando non lo feci sanguinare nuovamente alla zampa anteriore dentro, facendo diminuire la sua avanzata.
    Quando mi arrivò a quasi dieci metri di distanza, lo aspettava solamente la morte. Seppure era riuscito a schivare la prima freccia, i successivi due entrarono nel suo cranio, ferendolo mortalmente.
    Rimasto questa volta illeso, contai i dardi che mi erano rimastibe decisi, fiera di me stessa, di tagliare gli attributi della mia preda per non far prendere alla carne un cattivo sapore e di tornare nel mio capanno, cercando di ottenere dal cinghiale il più possibile.
    O per lo meno un po' di oro per la vendita della carne, sperando di massimizzare la sua resa, mentre, con gli attrezzi giusti, avrei potuto tirare fuori i resti migliori per la fabbricazione di oggetti artigianali.
     
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    CITAZIONE
    Bella ruolata, corta ma concisa. Apprezzo il fatto che tu ti sia voluto allacciare alla Hunt appena intrapresa. Pochi si dedicano a ruolare i propri pg nei passaggi intermedi tra una role e l'altra. Aiuta molto ad approfondire il carattere e migliorare l'interpretazione. Veniamo ai numeri.

    Scrittura: 1 {Sei da 2, ma son tre post non particolarmente lunghi. Avessi approfondito il dialogo con la madre forse potevo ancora darti 2 punti. Scegliere di abbreviarlo in due frasi narrative ha tolto molto a quello che poteva essere un buono scorcio del rapporto madre-figlia, che mi pare di aver capito sia importante per la pg.}
    Interpretazione: 2 {Lasci intravedere buon potenziale. Potevi lasciare in versione integrale il dialogo con la madre in modo da far vedere come interagiva Shiavera con lei e farci capire meglio i suoi sentimenti, ma voglio comunque darti 2 punti di buon auspicio a miglioorarti.}
    Strategia: 0 {Anche se hai messo uno squarcio di combattimento col cinghiale, è stato molto vago.}

    Bonus:
    Originalità: +1 {Hai affrontato il ruolo di cacciatrice come nessuno ancora nel gdr. Bravo, ho apprezzato l'argomento e lo stile.}

    TOTALE
    + 4 exp
    + 1 Drop Ferale {Zanna di Cinghiale Nero}
     
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3 replies since 30/11/2017, 20:13   53 views
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