[QUEST] La Tigre Sacra

La morte di Aang avvenuta per colpa sua poco prima, era ancora una ferita aperta da cui sgorgavano sentimenti contrastanti e oscuri. Rabbia per essere così debole, il senso di completa inettitudine ed abbandono per non essere riuscito a proteggere Aang, si sentiva una persona inutile e la rabbia che gli bruciava dentro desiderava davvero scagliarla contro uno di quei bracconieri senza cuore, ma orami avevano gettato le armi ed ucciderli lo avrebbe solamente fatto sentire peggio. Ma appena udii Sherkan ruggire, la sua rabbia poteva trovare uno scopo, un bersaglio da colpire ed abbattere, probabilmente era arrivato un nuovo bracconiere. Raccolse l’arco da terra, era accanto a lui, quando lo prese inizio a stringerlo così forte da far sbiancare le nocche della mano che vi si erano avvolte, con il viso distorto in una maschera di rabbia e dolore ancor prima di girarsi sbraito ” B******, non ne avete avuto abbastanza? Ebbene preparatevi a ripagare con il vostro sporco sangue la morte di Aang” [/font]. Appena si volse verso la direzione in cui aveva sentito ruggire Sherkan però, vide un semplice ragazzo a torso nudo che stava venendo loro incontro. Vedendolo e pensando a cosa stava per fare da lì a poco, il sangue gli si raggelò nelle vene, le braccia gli caddero lungo i fianchi e un grosso interrogativo gli si scrisse nella mente, cosa ci faceva un monaco così giovane e solo su quelle montagne. Continuando a guardare nella sua direzione esordi balbettando [color=Limegreen]” Perdonami io non volevo”.
Aveva perso completamente il controllo. Si sentiva come uno specchio d’acqua scosso da un grande vento pieno di increspature, doveva ritrovare la serenità e ridiventare uno specchio d’acqua calmo e riflettere solamente ciò che gli si affacciava senza esserne turbato o disturbato. Si sarebbe allontanato dagli altri di un paio di metri doveva calmare la mente. Poco più in là intravide ciò che gli serviva, un vecchio albero oramai morto era il bersaglio ideale. Allungo la mano per prendere una freccia dalla faretra, appena incoccata la scagliò senza troppe riflessioni carica di rabbia, questa però invece di colpire l’albero impatto con una roccia poco lontano. La roccia era abbastanza grande e quando la punta vi impatto delle piccole scintille scaturirono dallo sfregamento, mentre tutto il resto della freccia si distrusse in moltissime schegge di legno. In un bagliore dì consapevolezza capi che rimanere arrabbiato non avrebbe portato a nulla se non alla sua completa distruzione, con minimi danneggiamenti verso cui la sua ira era rivolta. Prendendosi del tempo cerco di ritornare al suo respiro, con calma. *inspira* *espira*, di nuovo *inspira* *espira* con più attenzione, si iniziava a sentirsi meglio, ancora una volta *inspira* *espira* sentì il tuo cuore che batte, e si sentì finalmente di nuovo centrato. Ora che sei rilassato avrebbe ripetuto il gesto di poc’anzi ma questa volta lo fece con movimenti lenti. Raccolse una nuova freccia dalla faretra la incocco e prese di mira un ramo quasi spezzato, appena ebbe rilasciato la freccia, si giro e torno verso gli altri, non guardò nemmeno dove fosse andata la freccia già lo sapeva aveva centrato il bersaglio. In effetti alcuni secondi dopo un tonfo riverberò per la vallata, era il ramo spezzato che si abbatteva a terra. Finalmente ripresosi abbastanza, si scuso nuovamente con i presenti, ed avvicinandosi a loro chiese al monaco da dove arrivasse e come mai si trovasse da quelle parti, il luogo non era di certo adatto per una persona e per giunta per una così giovane. Il fatto che avesse tutte quelle scimmie che gli giravano attorno per un attimo fece tornare in mente al cacciatore lo scontro avvenuto al tempio qualche tempo prima, ed un brivido lo percorse in tutto il corpo. Stava per aprire bocca, ma si fermò, era un’idea stupida quella che gli era venuta in mente come poteva trattarsi dello stesso uomo che avevano scacciato quasi rimettendoci la vita. In niente gli era uguale a parte quelle scimmie, ma avendo anche parlato con Sherkan poteva far parte di quei popoli che riescono a creare un legame con le altre creature. Poi il suo sguardo si volse nei pressi del muro e vedendo lo squarcio nel terreno, guardò Darina con aria di stupore e magnificenza e disse indicando la faglia ”Sapevo che sei forte, ma questa volta hai superato te stessa.” poi i suoi occhi ricaddero su Aang e Sherkan e di nuovo la tristezza si impadronì di lui, ma rimase calmo. Infine pieno di curiosità torno a guardare lo strano monaco attendendo qualche risposta se mai fosse stato possibile.

Avrebbe tanto voluto capire come riuscisse a comunicare con tanta naturalezza il giovane monaco con Sherkan, ma i suoi pensieri rimasero tali, in quanto l’ultimo arrivato dopo aver parlato con la regina della montagna, faceva cenno loro di allontanarsi da lì e seguirlo. Riconoscendo le abilità del monaco e senza forze per far nulla lo segui. Appena furono alla debita distanza, un nuovo ruggito equiparabile a quelli uditi prima fece nuovamente tremare la montagna, ma il timbro di questo ruggito era diverso, aveva qualcosa di ancestrale si ma donava anche calma e una certa sensazione di pace, come un abbraccio materno, era ancora avvolto da questa sensazionale shervarash quando accadde. Vicino a Sherkan iniziavano a fluttuare piccole sfere di luce sempre più definite è sempre più grandi, che le vorticavano attorno. Agli occhi increduli del cacciatore la tigre ed il corpo di Aang iniziavano ad illuminarsi di questa strana luce, che aumentava sempre più di intensità, ad un certo punto la luce era così forte che faceva male anche solo guardare nella sua direzione. Uno strano vento in corrispondenza del momento di massima luce avvolse l’intera vallata. Quando il vento raggiunse l’apice esplose in un potente boato, e d’improvviso una strana calma discese tutt’attorno
non c’era più il vento o una luce abbagliante, anzi a dirla tutta non c’era più nemmeno Sherkan. Ma ciò che fece strabuzzare gli occhi all’arciere, era il fatto di vedere Aang che si metteva seduto a gambe incrociate toccandosi la dov’è fino ad un attimo prima c’era solo una squarcio mortale al posto della sua pancia. Preso dallo sconcerto più totale Shervarash non sapeva che dire o che fare, e guardando prima Aang poi l’altro monaco e alternando lo sguardo tra i due riesci a dire solo ”come diavolo è possibile tutto ciò?”. Pochi attimi prima Aang era riverso a terra in una pozza di sangue vermiglio, edil cacciatore aveva ancora il suo sangue addosso sia sulle mani che sui vestiti, es ora invece il monaco era lì davanti a loro in piedi come se nulla fosse accaduto. Shervarash lo osservava mentre si rialzava in piedi, nel monaco c’era molto di diverso ora rispetto a prima, partendo appunto dal fatto che la vita aveva ripreso a scorrere in lui. Altre caratteristiche, che avrebbe scorto Shervarash riguardavano l’aspetto fisico proprio del monaco, ovvero gli occhi sembravano due fessure, molto simili agli occhi di un gatto ed anche i denti sembravano diversi da quelli di una persona normale, ma la cosa che più lo sconvolse fu la percezione che ebbe di Aang. Rispetto al timido riservato è insicuro ragazzo di prima, ora sembrava decisamente più sicuro, affidabile e conscio delle sue potenzialità e del suo posto nel mondo, ma quando i loro occhi si incrociarono, tutto si dissolse in un istante. E Shervarash non sapeva se stesse sognando o meno. Avrebbe voluto saperne di più ma non sapeva a chi avrebbe potuto porgere le sue domande. Quindi rimase lì mezzo imbambolato a fissare Aang con un sorriso ebete sulla faccia felice che fosse ancora vivo.

Shervarash osservò la scena da un certo distacco ancora cercando di intuire cosa fosse davvero successo, non che non fosse felice che Aang stesse bene. Ma il non vedere Sherkan lo turbava abbastanza. La voce del monaco dai lunghi e folti capelli corvini però riportò la sua attenzione a ciò che lo circondava, rizzando bene le orecchie ascolto con attenzione cil che aveva da dire. "Pochi occhi umani hanno potuto dire di avere la fortuna di assistere al miracolo cui avete assistito oggi. Il mio nome è LiangXu, figlio di queste terre. Ero un monaco, proprio come il vostro amico, prima di ricevere il dono a cui avete appena assistito." LiangXu aveva preso a muoversi verso di loro, e le scimmiette che gli erano vicine continuavano a seguirlo come se egli fosse la loro guida, continuando comunque a parlare aggiunse "Esistono dieci spiriti guardiani, incarnazioni animali che vegliano proteggono queste montagne e la natura in essa presente. Il loro compito è proteggere anche gli uomini, finché questi vivono in armonia con la natura e con spirito puro. Quando ciò non è così, i guardiani hanno il compito di proteggere gli uomini da loro stessi, punendoli quando necessario per la loro malvagità. Hòuzi, lo spirito scimmia, era uno di questi. Così come Sherkan. Come anche Qizhonji, Jingshe, Feihua e così via. Voi non mi avete riconosciuto perché quando ci siamo conosciuti non avevo questo aspetto. Assomigliavo più ad una grossa scimmia incavolata." Un lampo passò negli occhi del giovane arciere, LiangXu era l'uomo scimmia? Era davvero possibile una cosa del genere? Che fosse davvero lui quello che qualche giorno prima aveva preso a calci Shervarash e gli altri che erano stati assoldati per scacciare le scimmie dal monastero? La voragine allora forse era opera sua, si dev'essere così. Venendo a conoscenza dei dieci guardiani di cui LiangXu e Aang né facevano parte a sentirlo parlare, Shervarash venne percorso da un fortissimo brivido che percorse tutto il suo intero corpo, se dapprima era qualcosa che lo gettò nello sconforto più nero e totale, perché aveva potuto saggiare la potenza di uno di loro, alla fine l'adrenalina e il desiderio di battersi con mostri sacri come quelli prese il sopravvento e un grosso sorriso si dipinse sul suo volto. La strada per diventare il miglior cacciatore di tutti i tempi era una strada lunga e tortuosa, e non si limitava al cacciare e guadagnarsi il rispetto delle creature cacciate, ma ora c'erano anche questi dieci guardiani da raggiungere e oltrepassare. Mentre il cacciatore si perdeva nella sua via il giovane monaco continuava a parlare aggiungendo "Quando uno spirito guardiano trova un umano meritevole, egli può decidere di dargli in dono la sua essenza affinché l'umano diventi la sua incarnazione. Hòuzi lo fece con me, quando la incontrai circa 10 anni fa. E Sherkan lo ha fatto con Aang." Il tutto fu confermato dal cenno di assenso fatto da Aang stesso. Tutto ciò aveva davvero dell'incredibile, e la fine del suo discorso non fu da meno "Quando ciò accade, non si è più la stessa persona. Non si è più solo Aang o LiangXu, ma si diventa qualcos'altro, i due spiriti si fondono per formare una nuova essenza, che è in parte umano in parte guardiano." Aang che fino a quel momento sembrava anche più taciturno del solito, alzando lo sguardo verso Darina che gli stava a pochi centimetri da lui disse "Ora sono finalmente sereno, Darina. Non porto più dentro di me il peso delle mie indecisioni, non sento più la colpa che mi condannava per quanto successo a mio fratello anni fa. Finalmente ho un posto a questo mondo. Prima volevo proteggere Sherkan perché mi sentivo debitore verso di lei, ora so che esiste un intera terra che ha bisogno del mio aiuto e sono pronto a svolgere questo compito con coraggio." Shervarash nelle parole del monaco sentì davvero qualcosa di diverso, una pace interiore e una fermezza nelle parole che invidiava, era davvero un altra persona ma rimaneva anche il monaco che aveva conosciuto in quei giorni. Poco dopo Aang sposto lo sguardo da Darina a Shervarash e disse "Amico mio, mi dispiace non avremo possibilità di misurarci ma sono sicuro che troverai comunque il modo di diventare il migliore cacciatore di tutta Kalendor." Quelle parole colpirono profondamente il cacciatore, e capì solo allora ciò che aveva detto davvero LianXu, ovvero che la persona che entrava in contatto con un guardiano non era più ne uno ne l'altro, capiva che quelle erano le parole della regina della montagna. E li per li rimase un pò spiazzato perché non si aspettava certo di sentirsele dire. Il monaco subito dopo colmò la breve distanza che li separava e alzando la mano sinistra verso il suo petto, la strana luce che aveva avvolto Aang e Sherkan qualche attimo prima ricomparve. Inizialmente convito di poter sostenere lo sguardo su quella luce cercò di ripararsi con il braccio, ma alla fine la luce fu così accecante ed abbagliante che Shervarash dovette arrendersi e girare la testa di lato chiudendo gli occhi. La voce del monaco, "Voglio comunque farti un dono per il tuo coraggio. Questo è un frammento della mia anima. Quando avrai bisogno di me, ti basta avvicinarlo al cuore e io verrò in tuo aiuto.", fece si che Shervarash si tornasse a girare verso il suo interlocutore aprendo piano gli occhi. Il bagliore dalla mano a poco a poco si affievoliva lasciando un dente di ambra al suo interno. Inizialmente titubante, il cacciatore allungo la mano per afferrarlo ed appena lo fece Aang/Sherkan aggiunse "
Esistono anche altri guardiani, persino più potenti di me... se la tua voglia di migliorarti non ti fosse passata.". Shervarash poco dopo intravide un canino da tigre comparire all'interno della bocca di Aang, mentre si legava la collana attorno al collo provò una strana sensazione di calore e protezione mentre il dente di ambra si appoggiava alla sua pelle nuda. Guardando dritto negli occhi di Aang, cercando gli occhi di Sherkan, perché voleva rivolgersi un ultima volta alla tigre prima di congedarsi da lei e capire che oramai Aang e Sherkan erano una cosa sola disse: "Infine un'altra volta mi hai sconfitto, e non potrò più combattere con te. Accetto la sconfitta", avrebbe interrotto la frase a metà mentre tornava a guardare Aang/Sherkan, "ma sappi che non mi riterrò soddisfatto fino a che non ci saremo battuti e sarò stato in grado di sconfiggerti. Ed ora che sei diventata un tutt'uno con Aang riesco a comprenderti e comunicare meglio con te. Molto mi separa ancora da voi, ma migliorerò e appena l'avrò fatto verrò qui, su questa montagna e mi prenderò la mia vittoria, e poi andrò a cercare gli altri guardiani così da poter diventare il miglior cacciatore. Per cui fareste meglio a non trascurare i vostri allenamenti, perché nemmeno io lo farò. E per quella volta vedrò di essere degno del dono che mi avete elargito". Con un grande sorriso sul volto abbraccio infine il monaco felice per quel nuovo strano legame di amicizia che aveva stretto. Alcuni attimi dopo anche Darina si aggiunse all'abbraccio, e bofonchiando disse "Non azzardatevi a morire prima di essere vecchi come il cucco, capito? Dobbiamo rivederci di nuovo, almeno una volta". "Le nostre strade si incroceranno di nuovo, questo è molto probabile." penso il cacciatore mentre passava lo sguardo tra Darina ed Aang, poi con la coda dell'occhio vide LiangXu, e si ricordo che c'era anche lui li con loro e dopo aver capito per certo che era l'uomo scimmia che avevano affrontato, si sarebbe diretto verso di lui solamente per avvertirlo parlando a voce abbastanza alta così che potessero sentire anche Darina ed Aang, "Quando ci rincontreremo, il nostro incontro non finirà come la volta scorsa. Prima batterò, Aang e Sherkan e poi mi confronterò e sconfiggerò anche voi LiangXu e Hòuzi". Con un sorriso simile a quello di un bambino senza nessuna preoccupazione, Shervarash si sarebbe infine buttato sull'erba, per assaporare quell'attimo di calma e pace così surreali e magici che pervadevano quello che fino a pochi attimi prima era un orribile campo di battaglia, su cui si era dipinta una tela orribile.