Risveglio

Ruolata Introduttiva Taka

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Il Nulla


    Per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva leggero, quasi fluttuare. Takashiro non riusciva ad aprire gli occhi, non ce la faceva per quanto si sforzasse, come se le palpebre fossero congelate dalla paura, di vedere cosa lo circondava.

    Gli sembrava di dormire, ma da troppo tempo a quella parte i suoi sogni erano carichi di scene di violenza ed immenso dolore. Non stavolta. Sentiva solamente la tranquillità, nient'altro: né gioia, né tristezza, né odio o qualsiasi altra emozione. Non ricordava nemmeno dov'era qualche minuto prima, troppo impegnato a capire dove fosse ora.

    Restò così immobile per minuti interi, forse ore... senza fare nulla, semplicemente crogiolandosi in quella sensazione di nulla più totale, di sicuro meglio della cruda realtà. Facendo più attenzione, si rese conto di non sentire più le estremità del corpo, stesso poteva dirsi degli arti e dei muscoli, e dei suoi organi. Possibile di stare semplicemente svanendo nel nulla?

    Persino mettere insieme un pensiero troppo articolato era impossibile, ma non provava spavento o sofferenza, un perfetto niente.

    Era questo che si prova quando si muore?

    Non voglio.

    Volere è potere, nessuna frase aveva più valore per il testardo Uchiha. Ogni volta, specialmente nelle situazioni più disperate, quando sembra la fine, una scossa direttamente dal suo cervello inebria il corpo, donando la forza di reagire anche quando il dolore è troppo da sopportare... tuttavia i suoi muscoli non percepivano alcuno stimolo.

    Il non sapere cosa gli stava succedendo gli provocava delle reazioni mai provate prima (o forse già vissute, ma dimenticate). Non avere il controllo della situazione lo rendeva nervoso e sfruttò quel sentimento come una molla per svegliarsi, per aprire gli occhi e vedere.

    Perchè non c'è nulla?

    Ciò che vide o più probabilmente non vide, lo scosse ancora di più, rompendo la tranquillità di qualche minuto prima. Era sicuro di aver aperto gli occhi, era certo di non sognare... e allora perchè tutto era oscuro?
    Tentò di muovere gli arti, ma non c'era sensibilità; provò a scandire qualche parola, udire suoni ed annusare, ma il suo cervello non elaborava nulla. Quindi aveva combattuto così strenuamente per questo? Il niente.

    Sentì montare nuovamente l'ira dentro di se (o in ciò che rimaneva di lui), come quando si viene traditi da qualcuno, ma quel senso di disagio scemò fuori di lui, come se qualcuno lo avesse risucchiato via. Lasciando solamente soddisfazione e calma.
    Quell'innaturale senso di completezza lo turbò ancora di più, ma tutto rimase statico, o meglio, inesorabilmente scivolava verso il basso e non se ne rendeva conto.

    Senza arrendersi cercò di fare appello ai suoi ricordi, cercando di non dimenticare: Il suo amato villaggio, la sua famiglia e tutte le persone incontrate fin'ora. Tutti persero di valore, non essendo altro che immagini o suoni indistinti.
    Di nuovo il vuoto, nessuna emozione e perfino il ricordo di se stesso, dello shinobi determinato, mai piegato davanti a nulla, nemmeno alla nuova realtà, scomparve.

    ...

    Finalmente sentì qualcosa, il suo corpo finalmente sembrava muoversi (inaspettatamente senza alcun attrito), ma non respirava. Cercò di mettersi in una posizione più eretta possibile, anche se era difficile distinguere il basso dall'alto in quello spazio buio.
    La lenta caduta era cessata e forse rimbalzando su un ipotetico fondo, aveva raggiunto le stelle.

    Sono stelle queste?

    Takashiro si era reso conto solo in un secondo momento di vedere di nuovo. Comunque quella visione era qualcosa di pazzesco prima d'ora, un cielo notturno a distanza molto ravvicinata rispetto alla prospettiva terrestre, talmente grande da avvolgerlo completamente; sotto non aveva la solida terra su cui poggiare, ma semplicemente aria, vuoto o qualunque cosa fosse.
    Si guardò attorno spaesato, inspiegabilmente felice; tentò di muoversi, ma non sapendo come fare decise di portare pazienza e rimanere dov'era. Se adesso poteva nuovamente percepire qualcosa, non era la sua ora, ma quel paesaggio alieno lo scoraggiava ogni attimo di più; per quanto avrebbe aspettato lì?

    Lo shinobi alzò lo sguardo, rimanendo a bocca aperta dallo stupore, di fronte a lui vi era un’entità inenarrabile: un gigantesco essere umanoide dai contorni poco chiari (forse frutto di una suggestione), lo sovrastava totalmente. L’immenso essere abbassò il capo, probabilmente per rivolgersi al minuscolo interlocutore.

    yIRYBUo



    Questo è il tuo momento.

    Momento per cosa?

    L'Uchiha avrebbe voluto ribattere così, magari con tono alterato, ma non uscì una parola dalla sua bocca, sebbene avesse articolato la frase perfettamente. Non respirava e quindi non poteva nemmeno parlare, giustamente.

    Per un attimo lo sconforto riprese il sopravvento; con i suoi occhi cercava una via di fuga, ma non sapeva da dove cominciare. Il significato di quelle parole diveniva ogni momento più chiaro, ma non si sarebbe lasciato andare, ovunque volessero condurlo dovevano trascinarcelo con la forza ed in ogni caso avrebbe scalciato ed urlato (se gli fosse stato possibile).

    La figura astrale sollevò la mano a pugno chiuso, portandola dietro la spalla, come se volesse colpirci qualcosa. Takashiro di nuovo sentì sudare freddo, forse quella era la sua meta finale, sarebbe stato polverizzato da un pugno in un minuscole particelle (a giudicare dalla grandezza della mano e dalla forza in grado di sprigionare). Tuttavia quell'essere se ne stava immobile, solo una cosa era cambiata: puntava lo sguardo verso l'orizzonte già da un pò.

    Il minuscolo Uchiha fece lo stesso, non vedendo niente di concreto, solamente stelle e nubi colorate senza ordine o forma precisa. Si voltò nuovamente verso quella figura e quest'ultimo un attimo dopo fece risuonare nuovamente la sua voce distaccata.

    Non è ancora il tuo momento.

    ?!

    Non è ancora il tuo MOMENTO!

    Il tono sembrò alzarsi e diventare man mano più greve mentre pronunciava quella frase, tinto con un accenno di sdegno. L'immenso essere accelerò la mano chiusa verso il basso, come per colpire qualcosa.
    Prima di rendersi conto di tutto, Takashiro venne solamente sfiorato ed il pugno si scontrò con qualcosa di invisibile sopra di lui, provocando un assordante rumore, ma allo stesso tempo confortevole; l'onda d'urto scaturita dall'impatto gli fece perdere conoscenza e lo scagliò lontano...






    Citazioni


    Finalmente, dopo tempo immemore, torno a ruolare un pochettino anche Taka.
    Come arco temporale si colloca prima del Braxamundis.


     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    La (Dura) Realtà


    L'aria riempiva di nuovo i polmoni, mai sensazione fu più piacevole e dolorosa allo stesso tempo.
    Taka alternò respiri profondi e affannosi, a gemiti più o meno forti, prima di riacquistare il solito autocontrollo; cercò di rimettersi in posizione eretta, ma non appena i muscoli ricevettero lo stimolo, urlò a causa degli spasmi provocati.
    Si adagiò nuovamente su quel giaciglio, non rendendosi conto di cos'era accaduto mentre 'dormiva'; ricordava a stento un sogno appena vissuto, ma presto le ultime reminiscenze svanirono, lasciando soltanto vuoto al posto di quelle immagini confuse.

    L'ultima immagine nitida nella sua testa era nel bel mezzo di una battaglia: fiamme e spade, urla e sangue, una scena che sarebbe stata definita da molti una bolgia infernale.
    Come di consueto in quelle situazioni lo shinobi fece appello ai suoi sensi.

    Vista inservibile...

    Si concentrò perciò sugli altri. Il tatto indicava la presenza di una coperta morbida e sotto un pavimento di legno, l'ambiente sembrava chiuso; mentre l'olfatto avvertiva un profumo di bollito e un leggero puzzo di legno bagnato, niente poteva ricondurre ad un campo di battaglia.
    Infine l'udito percepì chiaramente passi di una persona, frettolosi per giunta e oltre indistinti suoni di una foresta o forse un campo coltivato, con un ruscello nelle vicinanze.

    ?: Ti sei svegliato finalmente, pensavo non ce l'avresti fatta.

    Quella voce aveva qualcosa di familiare, assomigliava a quella del suo defunto amico Leon, ma più pacata. L'Uchiha stava per rispondere in malo modo, ma decise di trattenersi, dopotutto doveva un pò di rispetto a chi lo aveva portato fin lì.

    Sono passato a miglior vita?

    Mi spiace deluderti, ma sei ancora tra i vivi.

    Rispose irriverente a quella domanda, suscitando il disappunto dell'interlocutore; resosi conto delle condizioni del paziente, il monaco assunse un atteggiamento più serio, scusandosi immediatamente per il sarcasmo fuori luogo.

    Non volevo prenderti in giro, dopo quello che hai passato nessuno sarebbe in vena di scherzi.

    Takashiro distese i lineamenti del viso, rivolgendosi con tono ancora leggermente alterato per la risposta precedente, al misterioso salvatore.

    Chi sei e dove mi trovo?

    Gli venne in mente che poteva essere un imperiale e forse era stato catturato e portato in una delle loro caserme per essere prima curato, poi torturato ed infine condannato a morte di fronte a tutti; tuttavia dopo molto tempo aveva un buon presentimento, maturato non solo grazie all'utilizzo dei suoi sensi, ma ad una specie di intuito.

    Mi chiamo Yamato Kobeyoshi, sono un monaco errante e non hai nulla da temere da me, se te lo stavi chiedendo.

    Per quanto riguarda al dove ci troviamo... dovremmo essere ad Arcadia o forse a Neagora. Più precisamente in una capanna in mezzo ad una risaia.


    La voce era rassicurante e non percepiva menzogna, perciò l'Uchiha si rilassò e si accomodò per quanto riusciva su quel giaciglio.

    Perchè hai deciso di salvarmi?

    Quella domanda spiazzò l'interlocutore (nel frattempo tornato ad occuparsi del cibo). Avrebbe voluto rispondere con la solita spensieratezza come di consueto, ma quella risposta non poteva essere pronunciata con un tono allegro.

    Ti ho trovato circondato da centinaia di cadaveri, in quella battaglia tu sei stato l'unico a sopravvivere. Non potevo lasciarti lì a morire senza tentare nulla, sarebbe stato un insulto alla tua determinazione di vivere.

    Sulla bocca dello shinobi si dipinse un sorriso compiaciuto, non perchè era riuscito a sopravvivere, ma a farlo ridere era l'impresa di aver sconfitto un esercito da solo. Yamato non si curò molto di quel sorriso, credendo fosse per la felicità di essere scampato alla morte, continuando a cucinare lo stufato.

    Non posso muovermi per il momento, né vedere. Spero vivamente che l'impero abbia perso le mie tracce o meglio mi creda morto, così potrò riprendermi con calma... dopodiché continuerò la mia guerra.

    Cosa mi dici di te?

    Aspettava quella domanda da un momento all'altro. Cosa poteva dirgli di vero? Aveva già capito di aver salvato un ninja, oppure credeva fosse un imperiale?
    In quella circostanza doveva pronunciare la risposta esatta, non c'era possibilità di potersi difendere se il monaco lo avesse identificato come un nemico... oppure doveva semplicemente essere sincero?
    Dopotutto il suo salvatore pareva una persona caritatevole e non incline a qualsiasi tipo di violenza, magari avrebbe compreso la sua condizione; cosa certa non avrebbe rivelato di essere il mostro capace di massacrare un intero esercito, sia per non spaventarlo, sia per non inimicarselo.

    Sono uno shinobi... o per meglio dire: lo ero un tempo.

    Yamato non fiatò, si limitò ad assaggiare il contenuto della pentola sul fuoco, portando il mestolo alla bocca. Il monaco non mostrò alcuna emozione, ma questo Takashiro non poteva saperlo, rimase in silenzio per ascoltare ciò che aveva da dire l'uomo alle sue spalle.

    Sai già la storia no? L'Impero ha cominciato ad invadere i paesi limitrofi ed imporre le sue leggi, non lasciando scelta ai grandi villaggi ninja.

    A quelle parole il Kobeyoshi sembrò destarsi, ma rispose sempre in maniere pacata, anche se il tono era leggermente più freddo rispetto a prima.

    C'è sempre più di una scelta, potevate sempre accordarvi su un trattato di pace soddisfacente per entrambe le parti; ma la smania di combattere di entrambi i lati ha prevalso... come sempre.

    Yamato sospirò, evidentemente non era felice della piega presa dagli eventi. Quella guerra tra due grandi fazioni si era protratta per diversi anni, mietendo un immenso numero di vittime, non solo tra i militari, ma anche tra i civili e solamente grazie all'inganno dello shogunato finì in un tempo relativamente breve.
    All'Uchiha dispiaceva veramente per tutti i civili coinvolti, ma per quanto riguarda i soldati la pensava molto diversamente, considerandoli alla stregua di feccia, senza riservare alcuna pietà per loro.

    Nemmeno io avrei mai voluto scendere in guerra, ma conoscendoli ci avrebbero ucciso lo stesso, anche se ci fossimo prostrati di fronte a loro.

    Se lo avreste veramente fatto, probabilmente sareste ancora vivi e i vostri villaggi ancora integri. Se veramente vi avrebbero ucciso dopo che vi foste arresi, allora tutti avrebbero visto la vera faccia dell'Impero e sarebbero insorti contro il tiranno.
    Invece di dichiarare immediatamente guerra (sicuri di vincere), vi foste fatti da parte, ora sarebbero loro i carnefici; tuttavia il vostro orgoglio vi ha guidato alla rovina, adesso voi shinobi siete considerati i carnefici e gli imperiali degli eroi che vi hanno sconfitto.


    Quel ragionamento aveva senso, di certo anni fa nessuno aveva preso in considerazione la possibilità di perdere la guerra, né tanto meno l'opzione di arrendersi senza combattere. Purtroppo avevano pagato a caro prezzo quella leggerezza, sottovalutando il proprio nemico. Per la prima volta dopo troppo tempo Taka non sapeva come rispondere, si sentiva uno sciocco; per tutto il tempo lui e tutti gli altri avevano fatto il gioco del proprio nemico, poteva sentire le grasse risate fatte dai generali dello shogunato mentre gli shinobi si scavavano la fossa da soli.

    Non ti incolpo di nulla, sei solo un altro pesce trascinato dalla corrente. Spero solamente che non tornerai a combattere, altrimenti salvare la tua vita non avrebbe avuto alcun senso.

    In quel momento Takashiro perse tutta la sua voglia di lottare contro l'Impero. Fin'ora non aveva solamente tolto vite senza uno scopo, perfino l'attacco di Aethernia è stata la riprova del fallimento della loro strategia di base; per sconfiggere quel nemico non serviva la forza, ma semplicemente l'astuzia. Sarebbe stata dura trovare una strategia vincente, ma aveva a disposizione molto tempo per studiarla nei minimi dettagli e forse aveva incontrato qualcuno capace di aiutarlo.

    Il pranzo è pronto, spero ti piaccia la minestra.




    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    La Convalescenza


    Coi giorni Takashiro era riuscito a alzarsi dal suo giaciglio, dimostrando grande forza di volontà, ma ogni movimento gli costava immenso sforzo e sofferenza. Purtroppo era ancora costretto a portare la benda sugli occhi, duramente compromessi; secondo le stime del guaritore ci sarebbero volute settimane o addirittura mesi prima di poter tornare a vedere.
    Per uno come lui, completamente dipendente dalla vista e soprattutto dalla sua arte oculare, non poter vedere così a lungo era una condanna... non avrebbe potuto allenarsi, né difendersi e nemmeno sopravvivere... non voleva di certo scroccare vitto e alloggio a Yamato per mesi, senza la possibilità di riscattarsi.
    Fin'ora il suo fisico aveva risposto bene e forse entro due settimane si sarebbe ripreso completamente, quindi il monaco (senza più obblighi morali) poteva scaricarlo tranquillamente per strada, in balia degli eventi.

    Non sopravviverei un giorno...

    Hai detto qualcosa?

    Stavo pensando ad alta voce. Secondo te quanto tempo ci metteranno i miei occhi a tornare quelli di un tempo?

    L'Uchiha aveva posto quella domanda almeno un centinaio di volte ed anche la pazienza di un monaco aveva un limite; quest'ultimo intuito dove voleva andare a parare l'infermo, rispose con tono seccato al suo pedante interlocutore.

    Te l'ho già detto cento volte, ci vorranno almeno quattro settimane prima che tutti i tessuti si rigenerino sufficientemente, in tre mesi dovresti tornare quello di un tempo.

    Stai tranquillo, non ti lascerò per strada finché non riuscirai a cavartela da solo, altrimenti ti avrei salvato la vita inutilmente.


    Lo Shinobi grugnì qualche ringraziamento, per poi coricarsi di nuovo. Non era stanco, ma rimanere in piedi o seduto provocava dolore e per quanto non riuscisse a rimanere fermo un minuto, dopo un pò doveva cedere. Approfittava di quel tempo per migliorare il suo controllo sul chakra, o meglio per perfezionarlo ulteriormente, data la sua già ampia maestria; sfortunatamente non era bastata per celarsi agli occhi dei suoi inseguitori, ma se c'era una cosa che Takashiro sapeva far bene era dileguarsi senza lasciar traccia, grazie alla sua specializzazione nell'arte dell'assassinio... per tutto quel tempo come avevano fatto a braccarlo senza dargli tregua?

    L'unica soluzione sembrava che avessero un sensor eccezionale, ma l'Uchiha si assicurava di uccidere chiunque fosse nelle vicinanze ogni volta che veniva aggredito, quindi doveva esserci un'altra spiegazione. In ogni caso non aveva più i soldati imperiali alle calcagna e questo era buon segno.
    Tuttavia se mai fosse tornato di nuovo a combattere e magari tentare di assassinare il Messia o chiunque sia al comando, la presenza di un 'sensitivo' molto dotato poteva essere un problema non di poco conto.

    Posso oltrepassare qualsiasi ronda di guardia e sistema di sicurezza, ma solamente se non si accorgono del mio arrivo. Devo scoprire di più sulla faccenda.

    Oh finalmente sei tornata, stavamo quasi per finire le scorte di cibo. Fatto buona caccia?

    ?: Nulla di che, solo lepri e fagiani. Misere prede, chi è lo sfortunato stavolta?

    Quella voce nuova, lo shinobi sentì una specie di fitta al cuore per lo spavento. Non si era minimamente accorto dell'arrivo di quella ragazza (a giudicare dalla voce). Possibile?
    Eppure gli altri sensi incominciavano ad acuirsi, alle volte sentiva rumori insignificanti come quelli prodotti dagli insetti svariati metri fuori dall'abitazione.

    Si chiama Takashiro e quanto pare è un ex-shinobi.

    Passò molto tempo prima che la cacciatrice rispondesse, come per cercare le parole giuste nella testa e lasciando trasparire disappunto. Anche se non poteva vedere, Takashiro percepiva uno sguardo ostile provenire da quella ragazza, come una naturale antipatia nei suoi confronti.

    Piacere di conoscerti.

    Con una mossa brusca posò la cacciagione sul tavolo, per poi uscire di nuovo dalla catapecchia.

    Il suo nome è Izumi... devi scusare la sua freddezza, ha avuto brutte esperienze con i ninja in passato, per questo non li vede di buon occhio.

    Era una soldatessa imperiale?

    No, proviene dalla mia stessa regione, Ephiora. Purtroppo un gruppo di shinobi ribelli ha attaccato il suo villaggio natale ed è rimasta gravemente ferita, grazie all'intervento del monastero più vicino non ci sono stati morti, ma un'esperienza del genere lascia il segno.

    Per questo ha deciso di seguirti?

    Parleremo di questo un'altra volta.

    Come vuoi.

    L'Uchiha non era interessato al passato delle altre persone e non voleva forzarle a parlare; certo, nella sua condizione avrebbe preferito fare quattro chiacchiere con qualcuno invece di annoiarsi parlandosi nella sua mente, ma il suo unico interlocutore non sembrava dello stesso parere.

    Si porta dietro una persona veramente capace, doveva essere una specie di cacciatrice o un'apripista di talento, sicuramente è lei che provvede al mantenimento e la protezione di Yamato.

    Le sue era solamente supposizioni dettate dal suo istinto, non sapeva nemmeno com'erano fatti quei due, né cosa lo circondava. Solo non riusciva ad immaginare una persona così buona di cuore come quel monaco con una spada in pugno a tentare di uccidere un altro uomo; le premure dimostrate da Yamato nell'assisterlo facevano pensare ad una persona che non alzerebbe un dito su nessuno, nemmeno se avesse davanti la peggiore carogna di questo mondo.

    ...

    Attanagliato dalla noia, Takashiro decise di alzarsi e sgranchirsi un pochino. Il dolore se non altro teneva occupata la sua mente e scacciava la sonnolenza. Superando gli iniziali spasmi, si alzò lentamente, sorreggendosi alla parete di legno, in una scena pietosa agli occhi di qualsiasi combattente.
    Avanzò a tentoni per il percorso già fatto le precedenti volte, incamminandosi verso la porta della casupola (da cui provenivano gli spifferi di vento); aprì la porta e fece qualche passo all'esterno, ma pochi passi dopo aver superato l'uscio, la debolezza della sua condizione si fece nuovamente sentire e solamente grazie all'intervento di Izumi, lo shinobi evitò una rovinosa caduta.

    Sta più attento la prossima volta.

    Il tono era sempre serio, ma un pò meno freddo di prima; imbarazzato per la circostanza Taka cercò di scostarsi, ma senza curarsi della volontà di quest'ultimo, la cacciatrice lo alzò di peso per riportarlo al giaciglio. L'intera scena venne osservata dal sorpreso monaco che non si aspettava di vedere di un uomo grande e grosso portato in spalla da una ragazza come fosse un pargoletto.

    Già che ci siamo... potresti portarmi a pisciare?

    Izumi inizialmente rimase allibita, se le circostanze fossero diverse lo avrebbe scagliato fuori dalla finestra, ma trattenendosi per il bene del convalescente lo posò delicatamente sul pavimento; mentre Yamato, non riuscendo a trattenersi, scoppiò una fragorosa risata.

    Fattela addosso.

    Il tono della cacciatrice era tutt'altro che amichevole, ma non nascondeva imbarazzo.

    Sono stufo di farmela addosso! Se potessi ci sarei andato con le mie gambe.

    Non preoccuparti, appoggiati a me, ti porterò fuori... sono stufo di cambiarti.

    Cosa vi aspettavate, non esistevano mica i cateteri e per quanto l'ex-shinobi avesse l’abilità “controllo perfetto della vescica”, dopo qualche giorno cedono tutti.

    ...



    I due viandanti che lo avevano soccorso erano gentili «Izumi non tanto» e altruisti... ma non erano i suoi vecchi amici.
    In quei giorni avevano pensato poco al loro destino, a causa del male fisico provocato spesso dal semplice respirare; ma le ferite pian piano si stavano rimarginando e la mancanza di compagni fidati si stava facendo sentire. Taka in cuor suo sperava che si fossero salvati e probabilmente ci sarebbero riusciti se avessero smesso di combattere... ma se non l'aveva fatto lui «fino alla fine» perchè gli altri avrebbero seguito una strada diversa?

    Non erano dei pazzi come me... chiunque sano di mente avrebbe abbandonato la guerra dopo quegli spaventosi eventi.

    L'Impero non avrebbe mai permesso a tali individui di sopravvivere, a causa dell'odio nei loro confronti, ma soprattutto per la paura di una loro futura riorganizzazione.

    Chiunque con un minimo di cervello sarebbe fuggito oltre i domini imperiali... sempre se il mondo intero non appartenga a loro.

    Lo shinobi non sapeva fin dove si fossero spinte le rimanenti legioni imperiali, ma quella alle sue calcagna l'aveva veramente inseguito fino al limite del mondo conosciuto... e probabilmente anche oltre.

    Non devo pensare al peggio... non potrei sopportare di essere rimasto l'unico.

    L'assenza di notizie dall'esterno lo faceva impazzire, per ora poteva solo "supporre" cosa stava succedendo; tuttavia le possibilità erano molteplici ed una peggio dell'altra. Nella sua situazione era già tanto se riusciva a camminare, figuriamoci mettersi a cercare delle sfuggevoli ombre quali erano gli ex-ninja.
    Taka odiava attendere e quel riposo forzato lo rendeva nervoso, non sarebbe riuscito a resistere ancora a lungo...




    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Sosta nella Locanda


    Ci hai messo davvero poco tempo a guarire...

    Sono sempre stato il migliore in tutto, questa ne è la conferma.

    Seriamente, nonostante le medicine usate non saresti stato in grado muoverti per almeno un mese... invece dopo dieci giorni sei capace di camminare tranquillamente.

    Tranquillamente è un parolone.

    Taka sentiva ancora delle fitte di dolore, ma nulla in confronto alle sensazioni provate qualche giorno fa; si stava quasi abituando a quello stato di perpetua sofferenza. Nel frattempo Izumi aveva già fatto i bagagli ed erano pronti a partire, non avevano granché, ma portare tutto in spalla per diversi chilometri sarebbe stato sfiancante, specialmente per lo shinobi.

    Non avete un cavallo?

    Credo di averti già menzionato che siamo poveri... non preoccuparti, tu non dovrai portare uno zaino.

    L'ex-shinobi tirò un sospiro di sollievo, anche se vedere quei due stracarichi di roba lo faceva vergognare non poco. Era già un miracolo che fosse in grado di stare al passo, figuriamoci trasportare pesi sulla schiena.

    Quando potrò togliermi questa benda?

    Se tutto va bene fra un mese.

    Poteva muoversi, ma non poteva ancora vedere; questa era una grossa limitazione, ma poteva almeno difendersi decentemente... a patto che le ferite non si fossero riaperte.

    Mi sembra di essere come un vaso fatto a pezzi e poi ricomposto con la colla...

    Sei pallido, vuoi attendere ancora qualche giorno?

    La gentilezza di quel monaco iniziava a diventare sfiancante, ma proveniva dal profondo del cuore ed era impossibile rispondergli in malo modo. Gli doveva molto, l'avrebbe sopportato ancora un pò.

    Quando sarò stanco mi fermerò a riposare.

    Liquidò l'interlocutore con una secca affermazione, non voleva rimanere un minuto di più in quella casupola nel bel mezzo del nulla.

    Faremo tappa nel villaggio più vicino per vendere la cacciagione e comprare dell'altro.

    ...



    Non ricordavo che camminare fosse così difficile.

    Come gli aveva ripetuto milanta molte volte Yamato, non erano ferite normali e ci sarebbero voluti mesi per guarire completamente. In quel momento non era più forte di un qualunque contadinotto, senza contare la temporanea cecità.
    L'Uchiha appoggiò la mano sul muro di una bettola; aveva il fiatone e le gambe indolenzite, non poteva continuare.

    Se non altro siamo riusciti ad arrivare in paese senza soste.

    Io andrò al mercato. Izumi, accompagna Taka dentro quella locanda, tornerò fra poco.


    Mentre il guaritore si addentrava nel paesino, i due entrarono nella bettola alla loro destra.

    Che puzza di birra... ed anche di pessima qualità.

    L'ex-shinobi si sentiva ridicolo a doversi sostenere ad una ragazza per colmare qualche metro di distanza tra l'entrata ed una sedia, per giunta sotto gli occhi di tutti; inoltre era preoccupato di attirare l'attenzione di qualche malintenzionato, debole com'era.
    Sentirsi indifeso era una condizione che cominciava ad odiare più di qualsiasi altra cosa.

    Finalmente posso poggiare il culo da qualche parte.

    Fortunatamente nessuno parlava di lui o di Izumi, almeno per quello che poteva origliare con il suo udito.

    Dei passi. Chi si sta avvicinando?

    Chiese sottovoce alla ragazza; quest'ultima bisbigliò immediatamente la riposta.

    L'oste.

    Oste: cosa posso portarvi?

    Allor... Due minestre calde.

    Volete qualcos'altro?

    S... No.

    L'oste se ne andò senza proferir altra parola, mentre Taka gesticolava in maniera scomposta versa la cacciatrice.

    Ti devo ricordare che siamo poveri?

    Di fronte a quella domanda retorica non c'era modo di rispondere; l'Uchiha abbandonò immediatamente l'intenzione di discutere, rassegnandosi alla minestra.

    Cambiando discorso: perchè siete in viaggio?

    Izumi non rispose subito, rimanendo pensierosa.

    Ho detto qualcosa di sbagliato?

    No, è solo che... non dipende da me.

    Quell'ambigua affermazione alimentò la curiosità di Taka, distogliendolo dai suoi soliti pensieri.

    Quindi dovrei chiedere a Yamato?

    Immagino che prima o poi scoprirai la verità...

    La ragazza esitò un istante, per poi discorrere a voce più confidenziale.

    ... Yamato è stato bandito dal suo monastero a causa di un grave peccato da lui commesso, per espiare quella colpa ha iniziato ad aiutare le persone dovunque ce ne fosse bisogno.

    Riguardo a me: non potevo lasciarlo, sarebbe morto di fame dopo due settimane oppure ucciso da qualche tuo amico.


    I ninja non sono miei amici!

    Le ultime parole della cacciatrice avevano irritato non poco l'ex-shinobi, nonostante non avesse notizie di quello che accadeva da molto tempo, poteva ben immaginare la piega presa dagli eventi; sapeva da tempo del fratricidio dei diversi villaggi e si trattò di un brutto colpo per Taka.
    Si accorse solo dopo di aver alzato un pò troppo la voce e cercò di ricomporsi.

    Almeno non più.

    Scusa.

    Tuttavia era troppo tardi per qualsiasi tipo di pentimento, qualcuno aveva udito quelle parole e distoglieva lo sguardo per paura di quella parola. Nella locanda il vociare era diminuito drasticamente, mentre qualcuno abbandonava il tavolo su cui era seduto.

    Un errore da dilettante: si vede che sono troppo vecchio per fare lo shinobi.

    C'era poco da scherzare in quella situazione.

    Oste: le vostre minestre.




    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Guai


    Bastò un attimo per intendersi ai due viaggiatori: non appena l'oste poggiò sul tavolo le due ciotole, bevvero la poltiglia al suo interno in un sorso; pagando quanto dovuto ed alzandosi dal tavolo.

    Quello lì ha un bel coraggio di chiamare quella sbobba "minestra"?

    Si tenne per se quelle considerazioni, in quel momento non voleva inimicarsi anche l'oste. La cacciatrice prese per mano l'ex-shinobi per forzare un'andatura più veloce, ma sulla soglia della locanda vi era un uomo con il chiaro obiettivo di ostacolarli.
    Purtroppo l'Uchiha non capiva se si trattasse di un soldato o di un ficcanaso; per qualche secondo il tempo sembrò fermarsi, all'interno della locanda non volava nemmeno una mosca.

    ?: Ehi bellezza, perchè non lasci qui quell'orbo e vieni con me in un luogo appartato?

    ...

    Entrambi rimasero un pò increduli all'affermazione di quel cascamorto... di certo non si aspettavano di essere fermati a causa della ragazza. L'Impero doveva aver promesso delle ricompense per chiunque fornisse informazioni su ninja, anche se in quel momento Taka poteva considerarsi più debole di un paesano.

    Izumi...

    Sussurrò alla cacciatrice.

    ... ti avevo sempre immaginata brutta.

    Già, perchè da quando si era svegliato non aveva potuto nemmeno vedere i volti di chi l'aveva salvato, come non poteva rendersi conto che all'interno di quella taverna vi era una sola ragazza. Questo poteva significare che non era un luogo adatto a delle donne, probabilmente a causa di alcuni clienti... come il bellimbusto di fronte a loro.

    Non molto distante dalla loro posizione si alzò qualcun altro, tagliando l’unica via fuga possibile; il complice esordì in maniera altrettanto grezza.

    Fatti da parte "talpa" se non vuoi diventare anche zoppo.

    Nonostante gli atteggiamenti aggressivi di quei tipi loschi, come combattenti non sembravano granché: innanzitutto a parte un misero coltellaccio non avevano armi, inoltre i segni dell'età ed il fisico tozzo non incutevano molto timore. Normalmente la cacciatrice avrebbe potuto sistemarli senza troppi problemi... ma dovendo badare anche a Taka in quelle condizioni, rendeva il tutto più difficile.

    Allora?! Dobbiamo usare le maniere forti?!

    Incalzò il malvivente davanti alla porta. La situazione sembrava seria ed all'interno della locanda nessuno si azzardava ad intervenire; il proprietario se l'era svignata immediatamente, lasciando a loro stessi i clienti.
    Taka si avvicinò alla ragazza, sussurrandogli le sue intenzioni.

    Il mio fisico è debole, ma posso ancora utilizzare i miei ninjutsu: ne basterebbe uno per metterli al tappeto entrambi.

    Fuori discussione. Ci bollerebbero come ricercati e gli imperiali non ci lascerebbero un attimo di tregua.

    Allora come intendi sbarazzarti velocemente di questi idioti?

    Non lo so, se conoscessi qualche disciplina magica forse...

    Mi spieghi che differenza c'è?!

    Ti sembra il momento adatto?!

    La conversazione sottovoce si protrasse abbastanza a lungo da far perdere la pazienza ai due criminali; entrambi caricarono urlando con il pugnale alla mano. La cacciatrice mutò immediatamente espressione e senza pensarci due volte spinse via la palla piede in maniera indelicata, ma risparmiandogli una pugnalata alla schiena.
    La ragazza impugnò immediatamente la spada corta che nascondeva dietro la schiena e con un solo movimento mandò a vuoto l'affondo di uno, mentre con la lama deviò l'affondo dell'altro.

    Non voglio farvi del male, ora lasciateci in pace.

    Uno dei due uomini si ricompose ed ostentando sicurezza rispose a tono alla richiesta della cacciatrice.

    Non hai capito con chi hai a che fare.

    Indicando nella direzione in cui aveva spinto l'ex-shinobi. Quest'ultimo era stato preso come ostaggio da un terzo complice, armato anch'esso di coltello.

    Non siamo semplici ubriaconi, ma trafficanti di umani.

    Ora se non vuoi che al tuo amico gli succeda nulla di male, getta l'arma e vieni con noi.


    Izumi per non far trapelare debolezze si era nascosta dietro una maschera di inespressività, ma la rabbia iniziava a corroderla all'interno. Non poteva tradire gli ordini di Yamato e lasciare indietro Taka.

    Hai dieci secondi per decidere!

    La ragazza si girò in direzione dell'ex-shinobi: quest'ultimo non aveva alcuna intenzione di arrendersi e gli stava facendo intendere a gesti di voler utilizzare un ninjutsu per tirarsi fuori da quella situazione.
    Il tempo scorreva inesorabile ed allo scadere dell'ultimatum del criminale, la ragazza stava per lasciare la presa sull'elsa.

    Oste: Ti avevo avvertito Karl! Non tollererò più le tue malefatte!

    Taka poteva udire chiaramente il tintinnio delle fasce di acciaio di cui erano composte le armature dei soldati imperiali; lo conosceva troppo bene quel suono, per molto tempo quel suono lo riportava bruscamente alla terribile realtà quando tentava di dormire.
    I passi pesanti dei soldati facevano scricchiolare leggermente il pavimento di legno e si avvicinavano inesorabilmente verso il loro bersaglio... e questa volta non era lui.
    Intervenne uno dei soldati, il più alto in grado probabilmente.

    Gettate le armi e seguiteci senza fare storie: ora!

    L'Uchiha aspettava solamente un'occasione del genere per entrare in azione: sfruttò la disattenzione del malvivente per assestargli una testata sul mento e mordergli la mano che lo tratteneva, liberandosi in maniera impeccabile anche nelle sue condizioni.
    A quel punto i fanti imperiali intervennero con la forza, disarmando ed immobilizzando i tre trafficanti di uomini; finalmente Izumi poteva tirare un sospiro di sollievo.

    Non male per un cieco ed una ragazza, ci avete reso la cattura molto più semplice del previsto.

    Taka non degnò della minima considerazione il comandante della pattuglia accorsa in soccorso, mentre la cacciatrice si limitò ad un semplice inchino di circostanza, levando subito dopo il disturbo, seguendo l’infermo.
    La mancanza della vista in quel frangente aveva aiutato l'ex-shinobi a non perdere la calma; sapeva che aveva di fronte a se dei nemici, ma stranamente il suo cervello non li aveva identificati come una minaccia. Non che potesse sperare di avere la meglio su di loro in quelle condizioni, nemmeno utilizzando ninjutsu.

    ...



    Siete sconvolti, cos'è accaduto?

    Un gruppo di idioti ci voleva uccidere o rapire, ma poi si è risolto tutto.

    Gradirei qualche dettaglio in più...

    Avrai i tuoi dettagli quando mi toglierai questa benda dagli occhi.

    Rassegnato, Yamato lasciò stare il suo scontroso paziente ed il terzetto si avviava verso l'uscita di quel villaggio.

    Come sono andati gli affari?

    Meglio di quanto credessi: ho ottenuto quel che mi serviva senza indebitarmi, soprattutto grazie ai soldi ricevuti dall'esercito per aver curato i soldati feriti.

    L'ex-shinobi non batté ciglio a quell’affermazione: ormai la sua guerra contro i “soldatini” era finita, sebbene non avrebbe mai dimenticato gli orrori visti in quei terribili anni.
    Nonostante tutto in quella situazione la milizia imperiali gli aveva fatto comodo, difficilmente se la sarebbero cavata senza il loro intervento, ma non li avrebbe mai considerati come degli alleati e quella sarebbe stata la prima e l’ultima collaborazione involontaria.




    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    La Via della Spada


    Finalmente!

    La prima cosa che vide dopo un mese fu una luce accecante, talmente insopportabile da costringerlo a chiudere le palpebre.

    Avevi detto che ero guarito.

    Sei stato al buio per un mese, cosa ti aspettavi... ah ed un'altra cosa: non sforzare gli occhi o potresti riportare danni permanenti.

    L'ex-shinobi riavvolse la benda intorno alla testa, sbuffando per la delusione.

    Dovrò aspettare fino a stanotte.

    Non vedi proprio l'ora di andare per la tua strada, non capisco il perché di tutta questa fretta.

    Te l'ho già detto: devo andare alla ricerca dei miei compagni... devo pur sapere se sono ancora vivi.

    Celò a stento l'angoscia in quella sua parole, man mano che il tempo passava assomigliava sempre meno ad un ninja e più ad un comune teppista.
    Yamato capiva lo stato d’animo dell’interlocutore, la sua pazienza non avrebbe retto a lungo: lo shinobi come un uccello in gabbia avrebbe tentato di fuggire prima del previsto, la sua impulsività gli sarebbe costata cara in un mondo come quello; d’altra parte quel desiderio lo avrebbe corroso dall'interno, rendendolo sempre più impaziente ed incauto.
    Nonostante Taka faticasse ad ammetterlo le sue capacità non erano quelle di una volta ed essere sul punto di morte ha ridimensionato di molto perfino la sua riserva di chakra.

    Da dove vorresti cominciare la tua ricerca?

    L'ex-shinobi ci aveva pensato molto in quei giorni, ma non era venuto a capo di nulla: purtroppo non si parlava di ninja di basso rango, ma di veri esperti nella mimetizzazione, capaci di integrarsi perfino in territorio ostile.
    Conosceva bene il loro modo di fare, tuttavia conoscerlo non lo avrebbe aiutato affatto; anzi lo avrebbe condotto ad esporsi molto durante le sue ricerche, col rischio di venir preso di mira dagli imperiali.

    Gli shinobi per nascondersi ai loro nemici, se non possono fuggire da nessuna parte, tentano di amalgamarsi con i civili: quindi il luogo più sicuro in cui farlo sono le città ed i villaggi. Mischiandosi tra la gente comune costringono i propri nemici ad una capillare "caccia alle streghe" persona per persona e molto spesso riescono a passare senza problemi i controlli.

    Ciò li rende praticamente "invisibili", però non permette ai propri alleati di rintracciarli; in una situazione normale lascerebbero prove per essere recuperati... purtroppo tutti i grandi villaggi sono stati distrutti, senza una casa a cui tornare, continueranno a condurre una vita “normale” per sempre.


    Yamato ascoltava attentamente l'interlocutore, ma fin'ora non stava facendo altro che confermare le sue preoccupazioni.

    Non possiamo pedinare tutte le persone del continente per scoprire la verità, purtroppo dovremmo affidarci alla fortuna e trovarci nel posto giusto nel momento giusto.

    Il monaco alzò un sopracciglio, sperava in qualche brillante idea, rimanendo deluso dalla soluzione proposta dall'Uchiha.

    Mi aspettavo di più da un ex-shinobi.

    Sono sempre stato una frana negli inseguimenti o nello stanare i nemici... però ero bravo a far casino e passarla sempre liscia.

    Non capisco dove vuoi arrivare.

    Chiese con rinnovata curiosità.

    Attendere il momento giusto potrebbe richiedere anni, preferivo crearlo il momento giusto: mettendo in pericolo di vita una persona, quest'ultima utilizzerà tutte le risorse a propria disposizione per salvarsi la vita e trattandosi di ninja, saranno costretti ad esporsi utilizzando i jutsu.

    I soldati non possono ricorrere a mezzi così estremi per stanare i loro nemici, specialmente nelle grandi città... ma non potrebbe essere pericoloso per gli innocenti?

    L'Uchiha non sapeva come rispondere. Ci aveva pensato a lungo a quell'eventualità, ma non aveva trovato risposta: l'unica possibilità era intervenire in prima persona, ma in quel caso sarebbe stato lui a scoprirsi e mettersi in pericolo in prima persona.

    Per il momento mi limiterò ad una blanda ricerca, anche volendo non riuscirei a creare un casino abbastanza grosso da costringere un mio collega ad usare tutte le risorse per salvarsi la vita.

    Il monaco restò pensieroso, lasciando l'ex-shinobi sulle spine.

    Mi hai convinto... ma ti accompagnerò nelle tue ricerche.

    Mentre darò assistenza a chi ne ha bisogno, tu sarai libero di agire... senza superare certi limiti ovviamente.


    Sul volto di Taka si dipinse un genuino sorriso, un'espressione persa dal suo viso da troppo tempo.

    C'è un'altra cosa: voglio che ti alleni con Izumi come riabilitazione.

    Oltre ad essere un'ottima cacciatrice, è anche una brava schermitrice. Un po' di pratica ti gioverà dopo molto tempo, ne sono certo..


    Dopo molto tempo gli occhi dell'Uchiha si illuminarono di nuovo, anche coperti dalla benda. Non chiedeva di meglio, fino a quel momento non aveva fatto altro che camminare e soprattutto non gli era permesso portare alcuna arma.

    Quindi riavrò la mia spada?

    A quella domanda il volto del guaritore s'incupì improvvisamente, tuttavia rispose sempre in maniera pacata.

    Purtroppo no, si tratta sempre di un allenamento, non voglio che vi feriate in un eccesso di foga.

    Vi allenerete con dei bastoni, anche quelli fanno male.


    In realtà c'era un altro motivo dietro a quel no: la katana trovata addosso al corpo straziato dell'Uchiha emanava un'energia maligna davvero potente, oltre ad essere un'arma dalle straordinarie capacità, molto probabilmente portava una maledizione con se, ingigantita dalle vittime mietute e dall’astio del suo ultimo possessore.
    Da quel giorno quell'artefatto è rimasto sigillato magicamente, sotto stretta sorveglianza di Yamato; quest'ultimo non avrebbe permesso all'ex-shinobi di riprendersi quella spada, almeno non così presto.

    ...



    La sera stessa...

    Vedo tutto opaco.
    TKvi5gH


    Non sei guarito del tutto, ci vorrà ancora altro tempo.

    Intanto puoi mostrarci la tua tecnica con la spada.


    A quella richiesta Taka scoppiò a ridere, si era ricordato quando Rachel anni fa gli aveva posto la stessa domanda.

    Ho detto qualcosa di buffo?

    Domandò leggermente infastidito il monaco.

    No, è che non ho una vera e propria tecnica di spada: ho sempre combattuto come più mi aggrada.

    Vi mostrerò quel che so fare... nel limite delle mie possibilità.


    Taka impugnò un bastone nella vicinanze e con movimenti veloci e precisi mostrò quel che sapeva poteva fare.

    Basta così... è un pugno in un occhio vederti combattere.

    Grazie, pensavo peggio.

    L'Uchiha rispose in maniera sarcastica e con tono irrisorio, era abituato a quel tipo di commenti fin dall'accademia, ma aveva continuato a fare di testa sua.

    È davvero così male? Devi tener presente del periodo di convalescenza.

    Immagino che a piena potenza e velocità sia efficace, ma la tecnica è veramente scarsa: il tuo stile di combattimento è grezzo e l'influenza di una scuola sconosciuta è intermittente.

    Domani ricominceremo dalle basi... e tieni la benda sugli occhi, forse ti farà concentrare di più sui movimenti.


    L'ex-shinobi grugnì qualche parola, ma alla fine doveva sottostare agli ordini della sua nuova maestra.
    I viaggiatori si coricarono poco dopo, lasciando il fuoco consumarsi lentamente da solo, per scaldarsi ancora un pò prima di addormentarsi all'interno delle tende.




    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Vite Perse


    Sbagliato. Riprova.

    Il tono della cacciatrice era aspro e forse non era nemmeno il primo rimprovero ricevuto da Taka.

    Mi esercito sui fendenti da mezza giornata, stavolta mi sembrava buono.

    Rompi la postura durante il movimento, ne consegue meno stabilità e meno forza durante l'impatto.

    Nonostante i continui richiami l'Uchiha non demordeva ed avrebbe portato a termine quello stupido allenamento senza lamentarsi; purtroppo la benda sugli occhi complicava la sua percezione invece di aiutarlo, concentrandosi troppo sul mantenere l'equilibrio e non mettendo tutto il suo impegno nell'esercizio.
    Izumi se ne rese conto solo in quel momento; decise perciò d'interrompere l'allenamento, per riprenderlo quando Taka fosse stato a suo agio.

    Lasciamo stare, continueremo quando farà buio. Nel frattempo cercherò di cacciare qualcosa, tu torna al campo.

    Amareggiato, l'Uchiha lasciò il luogo dell'allenamento per tornare da Yamato, aiutandosi con il bastone che poco prima aveva usato come spada; voleva chiarire alcune questioni con lui, ma era preoccupato dalla sua possibile reazione.

    ...



    Com'è andato l'allenamento?

    Sono stanco morto.

    Rispose Taka, sedendosi per terra vicino al monaco.

    Potresti accendere?

    Senza aggiungere parola l'ex-shinobi compose qualche sigillo, per poi espellere dalla bocca una fiamma controllata verso i ciocchi di legno ammassati di fronte a lui. Fortunatamente in mezzo al nulla poteva ancora sfruttare il suo retaggio da ninja senza alcun pericolo.

    Cuocere delle zuppe non è mai stato così facile.

    Possibile che non conosci alcuna arte magica?

    Chiese stupito l'Uchiha a Yamato.

    No, e chiunque le conosca probabilmente non le userà mai più e verranno dimenticate tra qualche generazione... tuttavia esistono delle discipline capaci di emularne gli effetti, una per ogni elemento.

    Qual'è la differenza? A parte i sigilli ovviamente.

    Una domanda lecita a cui molti non avrebbero saputo rispondere.

    La differenza probabilmente sta nel come si manipola il chakra, si tratta di magie più semplici: diciamo che si possono distinguere istintivamente l'uno dall'altro, non saprei come spiegarlo.

    Non ci ho capito molto, ma per evitare guai, per il momento, non manipolerò elementi in pubblico.

    Non soddisfatto Taka decise di continuare la conversazione, ponendo stavolta una domanda personale al suo interlocutore.

    Izumi mi ha accennato qualcosa riguardo al tuo passato, purtroppo quella discussione si è troncata subito per cause di forza maggiore, mi chiedevo...

    Per quale motivo sono stato cacciato dal mio tempio?

    L'abitudine del guaritore di anticipare le parole dell'interlocutore iniziava a scocciare l'Uchiha; ma in quell'occasione non disse nulla a riguardo, si limitò solo ad annuire.

    Beh, sai come sono i monasteri ad Ephiora...

    No, non lo so.

    Interruppe con schiettezza.

    Diciamo che non sono così aperti verso gli stranieri, almeno la maggior parte. Purtroppo quello a cui appartenevo non permetteva alcun contatto con l'esterno: si tratta di una regola molto antica ed odiosa, ma parte della tradizione del tempio... e difficilmente una tradizione viene cambiata all'interno di un monastero.

    Per quanto quel dogma fosse sgradito più o meno a tutti, nessuno lo trasgrediva, mantenendo in totale isolamento dal mondo esterno, fino a quell'incidente...


    L'espressione del monaco si fece più cupa, quasi sofferente; dopo una breve pausa riprese con tono più serio.

    Vi era un villaggio alle pendici della montagna su cui era costruito il nostro tempio, abitato perlopiù da contadini ed allevatori; nonostante la vicinanza le due comunità non erano mai entrate in contatto. Purtroppo la guerra appena conclusa giunse anche in quelle terre all'estremo nord del continente: un numeroso gruppo di ninja in fuga chiese ospitalità e risorse al villaggio; gli abitanti, spaventati da una possibile rappresaglia, negarono loro ogni aiuto.

    Sfortunatamente gli shinobi non presero bene quel rifiuto e tornarono la notte stessa per depredarlo. Molti monaci del tempio intervennero in sostegno del villaggio, scacciando i ninja dopo una notte di intensi scontri... tra questi monaci vi ero anch'io.

    Il monastero guadagnò l'eterna gratitudine di quel piccolo insediamento; tuttavia gli anziani, costretti a far rispettare le regole, dovettero esiliare gran parte dei monaci intervenuti in difesa del villaggio: sebbene avessimo adempiuto ad uno degli insegnamenti fondamentali del nostro ordine, siamo stati banditi a causa di un'altra regola, ironico non credi?


    Taka rimase impressionato da tale racconto, in special modo dalle capacità dei monaci in combattimento, visto che superavano persino quelle dei ninja.

    Izumi era un'abitante di quel villaggio a cui hai salvato la vita, vero?

    Già, mi sono preso una freccia al suo posto. Ha preso quel gesto un pò troppo seriamente per seguirmi fin qui.

    So difendermi da solo, ma probabilmente non ce l'avrei fatta ad arrivare fin qui senza di lei.


    Taka poteva dire la stessa cosa dei suoi ex-colleghi e dei suoi amici: in quell'orribile mondo, per quanto tu sia forte, non puoi farcela da solo.
    Imparare questa semplice lezione gli era costata quasi la vita.

    Non ti manca casa tua? I tuoi amici?

    L'ex-shinobi non faceva altro che pensare alla sua patria distrutta ed ai compagni persi, ma anche Yamato aveva perso un luogo a cui tornare e tutti i suoi vecchi compagni.

    Mi mancano, certo... tuttavia non c'è speranza che mi riammettano nell'ordine e molti dei miei colleghi hanno preso la loro strada, da soli. Invece di rimanere ancora al passato ho deciso di trovare un nuovo scopo e stringere nuovi legami: tu sei uno di questi.

    La tristezza dal viso del monaco sembrò scomparire, lasciando il posto ad un sorriso. L'Uchiha aveva dato per scontata l'amicizia con lo strano monaco, non sapendo come reagire: abituato ad agire nell'ombra e compiere omicidi non si era mai trovato di fronte ad una situazione simile dalla sua infanzia.

    Apprezzo il tuo consiglio... ma non posso lasciarmi alle spalle tutto: alcuni dei miei ex-compagni potrebbero essere ancora vivi, non posso semplicemente pensare che siano tutti morti, per avere la coscienza in pace devo trovarli.

    Hai fatto la tua scelta, ti sarò vicino finché sarà necessario.

    Spero che un giorno verrai a cercare anche me con tale determinazione.





    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Arcadia


    Passarono alcune settimane di ricerche nelle terre di Arcadia e Taka cominciava a dare segni di miglioramento...

    Finalmente posso vedere alla luce del sole, ma da ancora fastidio agli occhi.

    È pur sempre un miglioramento, fra qualche mese tornerai quello di un tempo.

    Lo spero, non ne posso più di andare in giro con questo stupido cappuccio.

    Disse indicando la cappa nera sulla sua testa.

    Come vanno gli allenamenti?

    Benone, ma per qualche assurda ragione devo ripassare ogni giorno i fondamentali...

    Esatto: se ogni mattina eseguirai mille fendenti diventerai ogni giorno più forte.

    Izumi s'intromise nel discorso, ricordando le parole di un famoso samurai proveniente dalla sua terra.

    Io non noto tutta questa differenza.

    L'esercizio fa bene alla memoria ed aiuta ad evolvere lo stile di combattimento.

    Ho afferrato il concetto, ma continuerò a lamentarmi in ogni caso.

    Il terzetto proseguiva su un percorso in terra battuta all'interno della fitta boscaglia verso il prossimo villaggio; lì Taka sperava di trovare un suo ex-collega, tuttavia si trattava di una speranza che man mano andava affievolendosi. Fin'ora non era riuscito a reperire nemmeno un'informazione utile, rischiando più di una volta di attirare troppo l'attenzione dei soldati e suscitando sospetti nei civili.

    Sembra proprio che la fortuna mi abbia voltato definitivamente le spalle...

    0tULMkG



    Verso mezzogiorno giunsero finalmente al villaggio: in realtà si trattava di poche case accostate l'una all'altra, un centro abitato troppo piccolo per essere definito tale, ma doveva pur esserci qualcuno disposto ad ospitarli in cambio di denaro.
    La strada non aveva pavimentazione ed era costituita perlopiù da terra e fango; le case erano fatte solamente in legno, risorsa abbondante da quelle parti, ed era totalmente sprovvisto di mura di cinta. Tuttavia l'ambiente pareva tranquillo, un'oasi di pace all'esterno del mondo, alle pendici dei monti a Nord di Arcadia.

    Mm... non sembra esserci nemmeno l'ombra di una locanda da queste parti, sarà meglio chiedere il giro.

    Per le strade vi erano poche persone, soprattutto bambini intenti a giocare e qualche anziano seduto all'esterno; Yamato prese l'iniziativa e si diresse verso uno di loro, l'unico sveglio tra quelli presenti.

    Salve buon uomo, saprebbe indicarmi la locanda di questo villaggio?

    Il vegliardo scrutò per un pò lo straniero con l'unico occhio buono, prima di dargli l'informazione.

    Non c'è mai stata una locanda da queste parti, più avanti c'è un altro villaggio... lì dovrebbe esserci.

    Dove fate alloggiare gli stranieri di passaggio?

    L'anziano rispose in maniera un pò infastidita alla successiva domanda.

    Potete sempre chiedere al capo della comunità, è da quella parte, la casa più grande...

    Disse indicando verso la destra.

    ... ed ora smammate.

    I tre fecero un cenno di ringraziamento e si diressero verso l'edificio più grande del villaggio: non si trattava di una costruzione molto più grande delle altre ed era costituita dei medesimi materiali poveri. Taka bussò alla porta con decisione, rischiando di rompere le assi che la costituivano; pochi secondi dopo un uomo di circa trent'anni aprì con foga la porta.

    Eccomi, non c'è mica bisogno di sfondare la porta!

    Siete giunti qui dopo aver perso la strada?


    Niente di tutto ciò: siamo in viaggio e cercavamo ospitalità in questo villaggio per un pò.

    La risposta del capo villaggio non si fece attendere.

    Purtroppo non abbiamo una locanda e tutte le case sono occupate. Potete fermarvi qui e comprare viveri, ma dovrete dormire in tenda.

    Ah… benone, ho sempre amato dormire sotto le stelle e sentire gli insetti camminare sotto il culo.

    Rispose con sarcasmo Taka. Almeno l’ironia dell’ex-shinobi era tornata quella di un tempo senza dover faticare troppo.
    All’udire quelle parole il capovillaggio si fece scuro in volto, particolare sfuggito all’ex-shinobi, ma non a Yamato; cercando immediatamente di fare ammenda per le parole irriverenti del suo compagno di viaggio.

    Lo scusi, è in convalescenza dopo una brutta esperienza e non si è ripreso del tutto, soprattutto nell’animo.

    Disse il monaco lanciando un’occhiataccia a Taka come ammonimento a metterli di nuovo in imbarazzo di fronte a degli sconosciuti. Tuttavia il capovillaggio non sembrava turbato dal tono irriverente di Taka e diede una risposta di circostanza.
    Non preoccupatevi, a nessuno fa piacere dormire all’addiaccio...

    L’uomo s’interruppe per un secondo, stranamente dubbioso sul da farsi. Riprese pochi secondi dopo con tono più socievole.

    In via eccezionale potrei ospitarvi per la notte in casa mia, ma dovrete dormire nell’ingresso e non garantisco per l’intimità.

    Quel cambio d’opinione così repentino stupì i tre, quell’affermazione puzzava di marcio; tuttavia non aveva senso rifiutare l’ospitalità a quel punto. Anche fosse stata una trappola per derubarli o peggio, probabilmente sarebbero riusciti a cavarsela.

    Accettiamo la vostra ospitalità. Se c’è qualsiasi cosa in cui possiamo esserti utile, non hai che da chiedere.

    Il capovillaggio si distese improvvisamente e grattandosi la barba sul mento volse lo sguardo verso la foresta.

    Se siete forti come sembrate potete tentare di uccidere l’orso che abita in queste foreste, è una vera spina nel fianco per il bestiame.

    Altrimenti potete pulire la stalla qui dietro… oggi è il mio turno e non voglio puzzare di letame fino a sera.





    Citazioni


    ---




    Edited by Isawa - 6/2/2018, 02:13
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Il Predatore


    L’indecente proposta di prima aveva assunto un senso: uno scambio di favori.
    Indovinate un po' chi si occuperà della stalla?

    Preferivo gli insetti nelle chiappe...

    Così impari a stare zitto.

    Yamato riprese con tono duro il loquace interlocutore, a quanto pare anche il guaritore detestava il tanfo tipico delle stalle.

    Quindi anche il rigoroso monaco Yamato ha un punto debole: non sopporta le montagne di merda.

    Se non la smetti di dare fiato alla bocca ti costringerò a pulire il pavimento con la lingua.

    Nella foresta intanto...

    L'impronta è simile, ma non si tratta di un orso. Probabilmente il capovillaggio non ha mai visto una creatura simile... a dir la verità nemmeno io.

    Nelle terre selvagge era facile incontrare bestie feroci, talvolta non si trattava di bestie "convenzionali" a cui tutti erano abituati; queste creature solitamente venivano accostate al sovrannaturale e spesso finivano per diventare il super predatore di una regione. Tuttavia una semplice impronta indurita nella fanghiglia secca e qualche capo di bestiame sbranato non poteva dire molto, se non: le dimensioni approssimative e la voracità rispetto ad un comune orso.

    Un cacciatore non deve far lavorare la fantasia, ma affidarsi ai fatti e per il momento non ne ho. Tuttavia ho un brutto presentimento a riguardo.

    Cacciatrice esperta o meno, la prima regola quando si fronteggia un bersaglio "ignoto", è sempre necessario osservare prudenza. Un'accortezza durante le battute di caccia diventata quasi filosofia di vita per Izumi, applicabile in ogni situazione; ironicamente la pazienza distingueva uno shinobi da un comune assassino mercenario, elevando i primi ad un grado di efficienza superiore rispetto ad un tagliagole, ma privandoli di una parte di umanità.
    Essere così simile a ciò di cui si ha più paura, ma non rendersene nemmeno conto... almeno lei conservava più emozioni umane rispetto ad ninja.

    La cacciatrice avrebbe proseguito con l'arco in pugno e la freccia già incoccata verso una zona più montuosa, la foresta era più rada e permetteva di vedere con più facilità gli animali; di contro, i predatori potevano vedere più facilmente.
    Izumi salì in tutta fretta su un albero, non era molto alto, tuttavia permetteva di avere una buona visione della zona: inaspettatamente non vide nulla, se non qualche lepre in perenne movimento in cerca di un rifugio.

    Scese dalla sua posizione d'osservazione e proseguì, non riuscendo a scorgere tracce esaustive, dovette affidarsi agli altri sensi; brancolò senza nessun segno per diversi minuti, fino al cambio repentino della direzione del vento. Un forte ed acre tanfo la investì, conosceva bene quell'odore.

    Decomposizione.

    Corse in quella direzione prima di perdere quell'unico indizio, ma non ci volle molto prima di trovarsi di fronte una carcassa spolpata.

    Un cervo...

    Alcune delle ossa erano spezzate in più punti, oltre ad avere la testa completamente separata dal corpo; ancora vi era la pelle attaccata in alcuni punti, quindi non doveva risalire a molto tempo fa. Sull'erba vi erano ancora tracce di trascinamento e sangue.

    Deve averla cacciata altrove e portata qui per mangiarla, ma non è una tana. Inoltre dovrebbero esserci altre carcasse, forse si tratta di una specie sempre in movimento.

    A poca distanza dalla carcassa, nell'erba sporca di sangue, Izumi rinvenne un grosso aculeo; lo guardò con estrema attenzione e provò a romperlo utilizzando la sua spada, con scarso successo. Finita la sua ispezione, decise di girare i tacchi e tornare da dov'era venuta... la sensazione di essere osservata non gli permetteva di restare oltre.

    ...



    La stessa sera, al villaggio.

    Ho la schiena a pezzi.

    Questo perchè sei troppo precipitoso e non dosi le energie.

    Discorso interessante, ma adesso lavatevi, puzzate come la stalla.

    Li interruppe schiettamente il capovillaggio, indirizzandoli verso una specie di bagno all'aperto dietro l'abitazione. Effettivamente non è bello andare in giro coperti di escrementi, specialmente se si considera che uno era un monaco ed l'altro un ex-shinobi.

    ...



    Mi chiedo quando Izumi farà ritorno, sono un pò preoccupato per lei.

    Yamato per risposta gli tirò una secchiata d'acqua in faccia.

    Quello che mi chiedo è se sei sempre stato un tipo paranoico o ci sei diventato durante l'infermità.

    Non preoccuparti per lei, sa badare a se stessa.


    Nonostante Taka fosse rimasto male per la secchiata d'acqua fredda, non poteva fare a meno di preoccuparsi per la cacciatrice; durante la guerra conosceva persone in gamba morte a causa della natura spietata. Concentrarsi troppo su qualcosa, in quel caso particolare gli esseri umani, si perde di vista tutto il resto intorno a se. Qualcosa di simile era successa anche all'ex-shinobi: mettere tutto se stesso nella missione di sconfiggere il nemico, senza accorgersi del mondo in pieno mutamento.
    Per ricambiare alla scortesia di prima Taka tirò a sua volta una secchiata d'acqua al monaco.

    Ad interrompere quel teatrino ci pensò proprio Izumi senza un minimo d'imbarazzo di fronte ai due uomini nudi, illesa e di ritorno dalla foresta.

    Mettetevi qualcosa addosso, ho qualcosa da mostrarvi.

    I due rimasero di sasso dalla freddezza con cui li aveva apostrofati, concludendo mestamente la pulizia e mettendosi dei vestiti puliti (gentilmente offerti dal padrone di casa) addosso.

    Poco dopo, durante la cena, il capovillaggio fu il primo ad interrogare la cacciatrice riguardo l'orso.

    La caccia ha avuto fortuna?

    Purtroppo no. Non ho trovato nessun orso.

    Seguì un breve silenzio, rotto nuovamente dalla voce cupa della ragazza.

    Chi sta uccidendo il vostro bestiame non è un orso; forse un tempo c'era un orso da queste parti, credo sia stato divorato anche lui dal responsabile degli assalti.

    Calò il silenzio nella sala: perfino i bambini smisero di far rumore e giocherellare col cibo, rimanendo a bocca aperta ed osservare con gli occhietti curiosi il viso inquieto della cacciatrice.
    Il solo il solito cafone aprì bocca con noncuranza, spezzando la tensione di quella rivelazione.

    Che roba è? Quanto è grosso?




    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Superare il Limite...


    Per uno abituato a fare i conti con evocazioni e costrutti giganteschi come draghi e golem, un orso morto non significava assolutamente nulla; poteva essere qualsiasi cosa e quel qualsiasi cosa non l'avrebbe scampata... almeno una volta. Ora indebolito nel fisico e senza le sue tecniche preferite la musica cambiava radicalmente, ma è difficile rendersene conto.
    La cacciatrice stentò a mantenere il controllo, lo fece perlopiù per rimanere credibile nei confronti del padrone di casa.

    La grandezza è più o meno quella di un orso, ma quello che mi preoccupa sono le sue capacità: sono sconosciute, ma di sicuro sono simili ad un predatore della sua stazza. Inoltre ho trovato degli aculei avvelenati in prossimità delle carcasse delle sue prede, probabilmente utilizza anche quelli per cacciare e difendersi.

    Ma da questi pochi fattori non posso ipotizzare la specie o il suo stile di caccia.


    Nel frattempo la moglie del capovillaggio portò a nanna i bambini, così i quattro riuniti al tavolo al centro del soggiorno potevano discutere con più calma ed escogitare una strategia per affrontarlo.

    Nel villaggio nessuno è capace di usare un arco in maniera decente e non abbiamo armi adatte alla caccia, solo zappe, forconi e pale. Niente di affilato, pesante o maneggevole.

    Quindi siamo solo noi tre?

    Il contadino rimuginò un attimo tra se e se, rispondendo con determinazione.

    Per la mia famiglia questo ed altro. Da giovane ero molto forte e lo sono ancora.

    Mostrando con orgoglio il grosso bicipite come garanzia per le sue parole.

    Possiamo occuparcene da soli, non serve rischiare la sua vita per...

    Non si preoccupi: non sono uno sciocco, so quando darmela a gambe... e poi non voglio lasciare solo a voi il merito dell'abbattimento di quella bestia, non me lo perdonerei mai.

    Quelle parole non rassicurarono Yamato, ma non poteva forzare una persona a fare il contrario della sua volontà. D'altro canto la cacciatrice accettò di buon grado ulteriore aiuto contro l'ignoto predatore.
    Taka, invece, nutriva curiosità sulle capacità di quel nerboruto campagnolo, voleva vederlo in azione.

    Se vuoi partecipare non ho nulla in contrario, ma come pensi di ucciderlo?

    Esordì l'ex-shinobi con tono insolitamente sbruffone. Il capovillaggio non attendeva altro; alzandosi di scatto dalla sedia e corse fulmineo nel ripostiglio, uscendo qualche secondo dopo con una grossa ascia ed una coppia di accette legate alla cinta.

    Chi pensi l'abbia costruita una casa così grande? Tutto da solo!

    Sbraitò con un sorriso da copertina e gonfiando il petto. Taka non era ancora particolarmente convinto, ma quella grossa ascia non sarebbe stato capace neanche lui di usarla per spaccare la legna, figuriamoci in un vero combattimento.

    Apprezzo l'entusiasmo: sei di nostri.

    Anche perchè non ci sarebbe stato verso di fargli cambiare idea...

    Per cominciare sarebbe buona cosa preparare qualche trappola, va bene di qualsiasi tipo: dalla semplice buca con pali appuntiti, a quelle dei tronchi elastici. Sarebbe opportuno preparare qualche riparo di legno.

    Per la strategia opterei per le seguenti: attirarlo verso le trappole, se si dimostra aggressivo; debilitarlo con le frecce ed aspettare il dissanguamento, nel caso sia veloce; circondarlo e colpirlo con la forza bruta, se è lento e resistente.


    Se invece è intelligente, resistente e veloce?

    Pregate che non vi scelga come prima vittima.

    Dopo quella risposta secca e glaciale gli altri non vollero ascoltare più nulla, preferendo la calde e (più o meno) morbide coperte del proprio giaciglio; la mattina gli sarebbe toccato un gravoso lavoro per preparare una calda accoglienza.

    ...



    La sera successiva avevano già ultimato i lavori: le parole del capovillaggio Shin (questo il suo nome) non erano solo ostentazioni, ma aveva tagliato e lavorato il legno in tempi record. In confronto Yamato e Taka fecero una magra figura a causa della scarsa pratica in quel tipo di lavori.

    Stando alle mie stime il predatore potrebbe farsi vivo anche stanotte: monterò io il primo turno di guardia.

    I tre uomini rimasero a dormire in sacchi a pelo nelle vicinanze, dietro ad una paratia di legno.
    Ci vollero diverse ore prima di intravedere del movimento nel buio, la fioca luce della luna di quella notte non rendeva facile vedere, ma qualcosa di grosso si stava muovendo. Passarono interminabili minuti prima della sua entrata in scena ufficiale, il predatore infatti si prese tutto il tempo necessario, tanto le prede non sarebbero andate da nessuna parte.



    Occhi vitrei azzurri, sfumatura di colore inusuale per un animale al buio, invece del solito verde pallido o arancio chiaro; questo nella maggior parte dei casi era segno di grossi guai. Il corpo somigliava a quello di un orso, ma aveva tratti più felini; ricordava un leone, ma il muso era completamente diverso e le ali membranose sopra la schiena facevano pensare a tutt'altro. Ultimo tratto peculiare ad apparire fu la coda: snodata e composta da più sezioni, identica a quella di uno scorpione; sulla sua sommità aveva il tipico pungiglione e diversi aculei più piccoli, probabilmente era con quelli che uccideva le prede selvatiche.

    Izumi attese che la creatura ignota facesse altri passi avanti, prima di allertare gli altri. Poi con estrema cautela incoccò una freccia e la rilasciò in direzione dell'ignota creatura. Quest'ultima si accorse immediatamente del proiettile e senza batter ciglio utilizzò la coda corazzata per deviarla, rispondendo con un lancio di aculeo nella stessa direzione, anch'essa senza trovare bersaglio.

    Ci sta ignorando.

    Sussurrò a denti stretti la ragazza, era la prima volta che una bestia evitava con tale facilità un tiro a sorpresa.

    Perchè non hai acceso il fuoco?

    Guarda meglio: ha le ali.

    Dettaglio importante perso dalla scarsa vista dell'ex-shinobi. Questo cambiava completamente le carte in tavola, si erano preparati a tutto come meglio potevano, ma non avevano pensato a tale eventualità. Una creatura lascia impronte e trascina in terra le sue prede non può volare, avevano dato per scontato un dettaglio imprevisto.

    Per noi è comunque difficile vederla, tanto vale illuminare la zona, magari spaventandola potremmo riuscire a trovare un'apertura.

    Taka utilizzò un fiammifero per attivare la prima delle loro trappole, quella che secondo loro doveva "limitare i movimenti" della creatura. Le fiamme non sembravano turbare quella chimera, avanzava con cautela tenendo d'occhio la ragazza con l'arco.
    I tre uomini colsero il momento adatto per sparpagliarsi e circondare la creatura, impegnata dalle frecce della cacciatrice.
    Il primo a tentare la fortuna fu Shin: utilizzò una delle sue accette come arma da lancio, mirando alle ali. Con un'agile balzo evitò la pesante, ma lenta arma. Il capovillaggio la recuperò immediatamente con un filo legato su quest'ultima, espediente già visto dall'Uchiha in passato.
    Proprio quest'ultimo avrebbe tentato una sortita a zig zag verso il predatore, caricando un fendente; la lama demoniaca (riconsegnata da Yamato in via eccezionale) squarciò l'aria e come punizione chi l'impugnava ricevette una zampata in pieno petto, scagliandolo diversi metri più indietro.
    La fiera stava per avventarsi sull'incauto ragazzo, ma le zampe posteriori erano congelate in una morsa di ghiaccio: Yamato aveva colto quell'occasione immobilizzare la creatura.

    Mentre Taka strisciava mestamente dietro un riparo, il capovillaggio lanciò nuovamente una delle proprie asce, mancando clamorosamente il bersaglio. Tuttavia il filo si attorcigliò alla base dell'apertura alare, formando un nodo ed impedendo alla creatura di poterle usare.
    Presa dal panico la bestia utilizzò il grosso pungiglione per liberarsi dal ghiaccio; celere come un ghepardo, Izumi tranciò di netto le ali membranose con un fendente e finendo con una capriola dietro una paratia. Purtroppo la chimera non lasciò impunito quel gesto, lacerandole il fianco con gli artigli.

    Fin'ora il gruppo se l'era cavato egregiamente: due membri erano feriti, ma avevano riadattato le loro strategie per far fronte all'imprevisto, togliendo il vantaggio del volo alla manticora.

    Ecco come si chiamava quella creatura: manticora... gli calza a pannello.

    Considerazioni personali a parte, l'ex-shinobi le aveva solamente sentite nominare, ma se potesse utilizzare le sue arti magiche liberamente quello scontro probabilmente sarebbe già finito. Invece era costretto a mantenere la facciata da persona normale ed attaccare come un comune fante; per quella stupida messinscena si era fatto perfino colpire, non riusciva a sopportare quel vincolo.
    Irrorò ancora una volta i suoi occhi di chakra e finalmente si sentì di nuovo se stesso, ripartendo alla carica con ritrovata fiducia in se stesso.

    La manticora furiosa per il danno appena subito, ingaggiò una furiosa battaglia con Takashiro. Lo scambiò di colpi era alla pari: se creatura vedeva ogni sua offensiva sventata dalle capacità innate dell'umano, d'altro canto la velocità di quest'ultimo non era abbastanza per competere con quella del predatore.
    Yamato ed Izumi preoccupati per le condizioni del compagno di viaggio, intervennero come meglio potevano: il primo dando man forte con le proprie magie d'acqua, mentre l'altra con tiri dalla distanza. Nonostante i tre mettessero tutto loro stessi nel colpire la manticora, la suddetta non dava segni di cedere; anzi aveva tutto il tempo per prendere la mira ed incalzare i propri attaccanti con gli aculei.
    Sembrò chiaro ai presenti che il loro prossimo obiettivo sarebbe stata la coda, ma solo uno di loro disponeva di abbastanza forza per tagliarla: Shin.

    Il contadino rimaneva immobile, shockato alla vista delle capacità oculari dello straniero. Sapeva bene chi era in grado di fare una cosa simile: gli shinobi.
    Rimase interdetto per diverso tempo, pensando alle conseguenze di aiutare un reietto ricercato dall'Impero; ma i dubbi sparirono quando pensò alla sua famiglia. Ci sarebbe stata una sola occasione per sistemare quel mostro e doveva coglierla senza ripensamenti.

    Corse in aiuto degli altri con in mano la sua grande ascia, ma non appena fu a portata della coda della manticora, essa si attorcigliò addosso all'asta dell'arma e minacciò di scagliare i dardi velenosi con un leggerò tremolio della punta. Shin lasciò appena in tempo la presa, impugnando una delle asce più piccole ancorate alla vita, sferrando un colpo: la lama era affilata, ma non pesante come l'altra e perciò non penetrò la corazza chitinosa.

    Prima ancora che le imprecazioni vennero fuori dalla bocca del capovillaggio, gli occhi vermiglio di Taka incrociarono il suo sguardo. In un attimo la lama dal color indaco in mano all'ex-shinobi saettò in direzione dell'uomo appena disarmato; Shin non mancò l'occasione ed afferrò la spada demoniaca e con un fendente orizzontale tagliò di netto la coda della creatura. Quest'ultima ruggì dal dolore e si scatenò col primo alla sua portata, disinteressandosi di tutto il resto.

    Taka stava per sfoderare una delle sue arti ninja, quando il dolore insopportabile agli occhi, fece perdere la concentrazione necessaria. Si trovava in balia di quella feroce bestia, senza nulla che potesse fare... improvvisamente fu il buio.




    Citazioni


    ---


     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    Legenda

    Narrato - Pensato - Parlato



    Ritrovo e Addio.


    Yamato provò ad intervenire, ma il tutto accadde troppo velocemente. Izumi per quante frecce potesse scoccare, nessuna avrebbe raggiunto in tempo Takashiro.

    Doton!

    Tuonò una voce inaspettata.
    Le fauci e gli artigli della manticora incontrarono un duro strato di rocce, invece delle carni ben più morbide ed appetitose dell'ex-shinobi. In quel momento Takashiro tirò un sospiro di sollievo ed annaspò in direzione opposta alla creatura.

    A fronteggiarla rimase solamente il capovillaggio, con le mani giunte in posizione della serpe; l'uomo guardava la bestia con soddisfazione per il suo salvataggio in extremis, pronto a ingaggiare battaglia forte di un ritrovato entusiasmo.
    Quella sensazione piacevole durò poco, in quanto venne trafitto dal grosso aculeo sulla coda ormai mozza, ma ancora in grado di muoversi: il veleno mortale entrò in circolo rapidamente e tolse il sorriso sul volto di Shin, costringendolo a terra dolorante.

    Non farai altro male!

    Il monaco esperto nella manipolazione dell'acqua e del ghiaccio, formò un sottile strato di ghiaccio sopra la creatura; perse l'equilibrio e scivolò per tutta la lunghezza seguendo la pendenza del terreno, carambolando scompostamente all'interno di una trappola scavata il giorno prima: la manticora morì poco dopo infilzata dai pali di legno, dopo aver agonizzato qualche minuto per la copiosa perdita di sangue.

    ...



    Bevi.

    Esortò con una certa urgenza Shin; il nerboruto uomo con le sue ultime forze bevve un intruglio di sapore peggiore del piscio, stizzendo platealmente.

    Farà effetto in pochi secondi, per tua fortuna sono riuscito a prepararne una dose.

    Il giorno precedente, il monaco preparò un antidoto con il poco veleno rimasto all'interno dell'aculeo rinvenuto dalla cacciatrice: si trattava solamente di una dose, ma in questo caso era come la manna.

    Alla fine ne è valsa la pena.

    Grazie...

    Aggiunse con un filo di voce il capovillaggio, rivolgendo poi il suo sguardo verso Takashiro.

    Domani mi dirai tutta la verità.

    Proferì con tono solenne l'ex-shinobi al suo ex-collega.

    ...



    ... e così sei Shintomaru Ozuki... sei cambiato parecchio dall'ultima volta che ti ho visto.

    Non avrei mai immaginato di ritrovare il capitano Takashiro proprio qui! Saranno passati quattro o cinque anni! Ti credevo morto!

    I toni del discorso erano rilassati e nostalgici, dopotutto erano due amici che non si vedevano da anni.

    Lo credevo anch'io, ma sono stato salvato da quest'uomo... credo che la sua lista di debitori sia infinita e si allunga ad ogni posto in cui mette piede.

    I due scoppiarono a ridere, mettendo in imbarazzo il monaco. Ci volle un pò prima di smettere di ridere, ma finalmente ripresero un pò di contegno e proseguirono la chiacchierata in maniera più seria.

    Hai combattuto fino alla fine?

    Già... era come lo avevo immaginato: nessuna via di fuga, ridotto allo stremo, contro un numero superiore di nemici. Li ho sconfitti tutti...

    Rispose freddo.

    Non ho guadagnato altro che un biglietto di sola andata per l'altro mondo. Tutto quel dolore, la rabbia, il tener duro e superare l'impossibile: non sono serviti a niente. Ho sprecato la mia vita.

    Il discorso si era fatto dannatamente serio. Shin non sapeva come rispondere, perciò ci pensò Taka a rassicurarlo.

    Hai fatto bene a ritirarti, cercare un luogo appartato e vivere in pace. A volte la risposta ai problemi è voltargli le spalle ed ignorarli, purtroppo nei quesiti filosofici sono sempre stato una frana.

    Cercò di sdrammatizzare con un sorriso amaro.

    Per te era diverso: tu sei nato nel villaggio, era quella casa tua. Io invece sono nato qui, nelle foreste e sono stato strappato da casa mia con la forza. La nostra lealtà al villaggio era su due piani completamente diversi.

    Non è questione di lealtà... sapevo solo combattere, non sapevo fare altro. Perciò ho continuato a lottare fino all'ultimo respiro, finché ogni nemico non fosse morto per mano mia.

    Shin mise una mano sulla spalla all'amico, cercando di consolarlo.

    La colpa non è nostra: siamo stati cresciuti con la violenza, allenati fino a spezzarci e forgiati come un'arma estremamente tagliente,
    ma fragile. Col solo scopo di essere lanciati in guerre, a combattere per gli interessi della nazione, in una spirale di violenza senza uscita.

    Conoscevamo solo il conflitto e vivevamo per esso; i nostri insegnanti ci avevano tolto una vita pacifica e normale, rimpiazzandola con ideali guerrafondai, gli stessi ideali ci hanno condotto alla rovina...


    Si prese una pausa, resosi conto di aver sovraccaricato l'interlocutore.

    Scusa per questo sproloquio, io...

    Hai ragione.

    Interruppe secco Takashiro.
    Essere cresciuto per diventare un assassino non ti permette di vivere una vita normale, per quanto da adulti cercassero di mantenere un barlume di umanità; agivano come macchine assassine, uccidevano e superavano il rimorso in poco tempo. Per quanto valori come l'amicizia e l'amore erano presenti, venivano sporcati dagli ideali corrotti che erano costretti a seguire.
    Nemmeno i barbari avevano una mentalità così malvagia e per rendersene conto gli shinobi dovettero assaporare il sapore amaro della sconfitta e delle morti dei propri cari.

    Tu invece ti sei ripreso bene, hai anche una moglie e due marmocchi.

    Shin sorrise, il discorso si stava spostando da argomenti angosciosi ad altri più felici.

    Tre, mia moglie è rimasta in cinta tre mesi fa.

    Poter discutere liberamente di quegli argomenti, senza il dover guardarsi le spalle e moderare ogni parola; ridere tranquillamente senza lo spettro di un conflitto alle porte, era qualcosa d'impensabile fino a qualche anno fa. Forse i ninja sopravvissuti, i più intelligenti, dovevano essere grati all'Impero per quella seconda occasione concessa; tuttavia gli orrori della guerra e ben prima l'addestramento, avevano lasciato un segno indelebile nelle menti degli ex-shinobi.

    ...



    Non te l'ho mai chiesto per paura del tuo silenzio... ma i tuoi ricordi... no, i traumi passati, ti tormentano ancora ora?

    Seguì un lungo silenzio da parte di Takashiro, nonostante fossero nel bosco, in un luogo appartato faticava a rispondere a quella domanda.

    Si, cerco di non pensarci, di distrarmi... ma ogni poco rivedo la morte dei miei compagni, rivivo la sofferenza e vedo le facce dei nemici uccisi e le loro urla. Non facevo nemmeno caso a queste cose, ma il mio cervello le ha registrate e le rivedo ogni volta.

    Mi tormentano perfino nei sogni: durante le battaglie riesco a vedere persino me stesso, la mia espressione mentre falcio quei corpi... e mi chiedo. Come ho fatto?


    Contrariamente a Shin, lui provava gusto nell'uccidere e quando poteva, rompeva la copertura e si gettava all'assalto assetato di sangue. Cosa lo spingeva ad uccidere con tanta veemenza?

    Non rimuginare sul passato, ma trova una via per il futuro e sfrutta a pieno il presente.

    Non sono solo le parole di un saggio, ma sono l'ancora di salvezza per coloro che rimuginano a lungo sui loro sbagli.


    Taka ascoltò le parole di Yamato, senza aggiungere nient'altro.

    Non ti ho salvato per buttare la tua vita, ricordi?

    Fece una pausa per consentire all'interlocutore di assimilare e formulare una risposta.

    Cosa farai una volta guarito?

    Andrò alla ricerca dei miei vecchi compagni, Shin mi ha dato degli indizi; e poi ho deciso di trovare un modo per vivere in questo mondo.

    Replicò con ritrovata serenità alle domande del monaco. Quelle immagini orribili non sarebbero mai sparite dalla sua mente ed il senso di colpa non avrebbe mai smesso di consumarlo; ma poteva superarli affiancandoli a nuove esperienze ed una vita migliore.
    Il monaco sorrise e si alzò in piedi, aggiungendo queste parole prima di andarsene.

    Va per la tua strada, spero che un giorno ci incontreremo di nuovo.

    L'ex-shinobi salutò con un cenno della mano e si incamminò verso il villaggio per preparare l'imminente partenza.




    Citazioni


    Ed una è andata ;)


     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,804

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Valutazione
    Exp totale: 7 exp

    Scrittura 2: Ottimo come sempre. E lo stile è molto accattivante, mi ha tenuto incollato dall'inizio alla fine.

    Interpretazione 2: La parte iniziale è molto immersiva, trasporta Taka dall'oblio della sua ultima battaglia alla convalescenza della sua nuova condizione. Hai ruolato bene il recupero e la frustrazione. Ho apprezzato anche i ruolaggio dei png che, anche se sono rimasti marginali rispetto al protagonista, sono stati resi con giusta cura. Anche il post dedicato alla cacciatrice che segue le tracce e quello dedicato alla storia del monaco, tutti scritti in maniera egregia. Anche l'ultimo personaggio è stato reso con esperienza, descritto in maniera tale da non destare sospetti sulla sua vera natura ma, dopo il colpo di scena, ogni singola caratteristica del tizio è sembrata plausibile (come sia riuscito a costruire la città da solo in breve tempo, il fisico nerboruto e le espressioni facciali all'incontro con i tre. Nonché la propensione ad accogliere in casa propria tre estranei dall'aspetto nemmeno troppo rassicurante)

    Strategia 1: Non hai usato quote ne tag, ma ho apprezzato l'impegno con cui è stata descritta la battaglia con il mostro. Ogni personaggio ha trovato una collocazione attiva e la strategia è stata ben resa. Unica virgola, hai descritto talmente bene la bestia da rendermela terrificante. Le mie aspettaive sono salite troppo e alla fine sebbene abbiano faticato, ho sentito di aver sopravvalutato la manticora (specie per la facilità con cui hanno tagliato subito le ali)

    Bonus
    Ambientazione +1:
    Hai reso benissimo il punto di vista non solo del tuo pg (che vive il passaggio da vecchia a nuova ambientazione) ma anche di un altro ninja che ha preso il cambiamento in maniera completamente diversa. Non solo, ma hai giustificato ogni angolazione diversa con immersione totale. Bravo.
    Intreccio +1: Ho apprezzato, oltre all'evoluzione della storia fino ad arrivare al colpo di scena finale, il fatto che ti sia preso il tempo per descrivere la degenza di Taka. Non era un compito facile, la tentazione poteva essere quella di skippare il prima possibile per scrivere la parte più movimentata e interessante, invece tu ti sei preso il tempo giusto per rendere la sofferenza e l'insofferenza del protagonista. E dico il tempo giusto perché potevi facilmente cadere nella trappola di rendere il tutto tedioso per il lettore, e invece alla fine è risultato immersivo e interessante.

    Nota: Non ho capito se Taka è un pg o un png. Non ho trovato schede. Fammi sapere, forse mi è sfuggito qualcosa. Se è un png, l'exp è dimezzata e arrotondata per difetto.
     
    Top
    .
11 replies since 18/1/2018, 16:56   147 views
  Share  
.