Per uno abituato a fare i conti con evocazioni e costrutti giganteschi come draghi e golem, un orso morto non significava assolutamente nulla; poteva essere qualsiasi cosa e quel qualsiasi cosa non l'avrebbe scampata... almeno una volta. Ora indebolito nel fisico e senza le sue tecniche preferite la musica cambiava radicalmente, ma è difficile rendersene conto.
La cacciatrice stentò a mantenere il controllo, lo fece perlopiù per rimanere credibile nei confronti del padrone di casa.
La grandezza è più o meno quella di un orso, ma quello che mi preoccupa sono le sue capacità: sono sconosciute, ma di sicuro sono simili ad un predatore della sua stazza. Inoltre ho trovato degli aculei avvelenati in prossimità delle carcasse delle sue prede, probabilmente utilizza anche quelli per cacciare e difendersi.
Ma da questi pochi fattori non posso ipotizzare la specie o il suo stile di caccia.Nel frattempo la moglie del capovillaggio portò a nanna i bambini, così i quattro riuniti al tavolo al centro del soggiorno potevano discutere con più calma ed escogitare una strategia per affrontarlo.
Nel villaggio nessuno è capace di usare un arco in maniera decente e non abbiamo armi adatte alla caccia, solo zappe, forconi e pale. Niente di affilato, pesante o maneggevole.Quindi siamo solo noi tre?Il contadino rimuginò un attimo tra se e se, rispondendo con determinazione.
Per la mia famiglia questo ed altro. Da giovane ero molto forte e lo sono ancora.Mostrando con orgoglio il grosso bicipite come garanzia per le sue parole.
Possiamo occuparcene da soli, non serve rischiare la sua vita per...Non si preoccupi: non sono uno sciocco, so quando darmela a gambe... e poi non voglio lasciare solo a voi il merito dell'abbattimento di quella bestia, non me lo perdonerei mai.Quelle parole non rassicurarono Yamato, ma non poteva forzare una persona a fare il contrario della sua volontà. D'altro canto la cacciatrice accettò di buon grado ulteriore aiuto contro l'ignoto predatore.
Taka, invece, nutriva curiosità sulle capacità di quel nerboruto campagnolo, voleva vederlo in azione.
Se vuoi partecipare non ho nulla in contrario, ma come pensi di ucciderlo?Esordì l'ex-shinobi con tono insolitamente sbruffone. Il capovillaggio non attendeva altro; alzandosi di scatto dalla sedia e corse fulmineo nel ripostiglio, uscendo qualche secondo dopo con una grossa ascia ed una coppia di accette legate alla cinta.
Chi pensi l'abbia costruita una casa così grande? Tutto da solo!Sbraitò con un sorriso da copertina e gonfiando il petto. Taka non era ancora particolarmente convinto, ma quella grossa ascia non sarebbe stato capace neanche lui di usarla per spaccare la legna, figuriamoci in un vero combattimento.
Apprezzo l'entusiasmo: sei di nostri.Anche perchè non ci sarebbe stato verso di fargli cambiare idea...
Per cominciare sarebbe buona cosa preparare qualche trappola, va bene di qualsiasi tipo: dalla semplice buca con pali appuntiti, a quelle dei tronchi elastici. Sarebbe opportuno preparare qualche riparo di legno.
Per la strategia opterei per le seguenti: attirarlo verso le trappole, se si dimostra aggressivo; debilitarlo con le frecce ed aspettare il dissanguamento, nel caso sia veloce; circondarlo e colpirlo con la forza bruta, se è lento e resistente.Se invece è intelligente, resistente e veloce?Pregate che non vi scelga come prima vittima.Dopo quella risposta secca e glaciale gli altri non vollero ascoltare più nulla, preferendo la calde e (più o meno) morbide coperte del proprio giaciglio; la mattina gli sarebbe toccato un gravoso lavoro per preparare una calda accoglienza.
...
La sera successiva avevano già ultimato i lavori: le parole del capovillaggio Shin (questo il suo nome) non erano solo ostentazioni, ma aveva tagliato e lavorato il legno in tempi record. In confronto Yamato e Taka fecero una magra figura a causa della scarsa pratica in quel tipo di lavori.
Stando alle mie stime il predatore potrebbe farsi vivo anche stanotte: monterò io il primo turno di guardia.I tre uomini rimasero a dormire in sacchi a pelo nelle vicinanze, dietro ad una paratia di legno.
Ci vollero diverse ore prima di intravedere del movimento nel buio, la fioca luce della luna di quella notte non rendeva facile vedere, ma qualcosa di grosso si stava muovendo. Passarono interminabili minuti prima della sua entrata in scena ufficiale, il predatore infatti si prese tutto il tempo necessario, tanto le prede non sarebbero andate da nessuna parte.
Occhi vitrei azzurri, sfumatura di colore inusuale per un animale al buio, invece del solito verde pallido o arancio chiaro; questo nella maggior parte dei casi era segno di grossi guai. Il corpo somigliava a quello di un orso, ma aveva tratti più felini; ricordava un leone, ma il muso era completamente diverso e le ali membranose sopra la schiena facevano pensare a tutt'altro. Ultimo tratto peculiare ad apparire fu la coda: snodata e composta da più sezioni, identica a quella di uno scorpione; sulla sua sommità aveva il tipico pungiglione e diversi aculei più piccoli, probabilmente era con quelli che uccideva le prede selvatiche.
Izumi attese che la creatura ignota facesse altri passi avanti, prima di allertare gli altri. Poi con estrema cautela incoccò una freccia e la rilasciò in direzione dell'ignota creatura. Quest'ultima si accorse immediatamente del proiettile e senza batter ciglio utilizzò la coda corazzata per deviarla, rispondendo con un lancio di aculeo nella stessa direzione, anch'essa senza trovare bersaglio.
Ci sta ignorando.Sussurrò a denti stretti la ragazza, era la prima volta che una bestia evitava con tale facilità un tiro a sorpresa.
Perchè non hai acceso il fuoco?Guarda meglio: ha le ali.Dettaglio importante perso dalla scarsa vista dell'ex-shinobi. Questo cambiava completamente le carte in tavola, si erano preparati a tutto come meglio potevano, ma non avevano pensato a tale eventualità. Una creatura lascia impronte e trascina in terra le sue prede non può volare, avevano dato per scontato un dettaglio imprevisto.
Per noi è comunque difficile vederla, tanto vale illuminare la zona, magari spaventandola potremmo riuscire a trovare un'apertura.Taka utilizzò un fiammifero per attivare la prima delle loro trappole, quella che secondo loro doveva "limitare i movimenti" della creatura. Le fiamme non sembravano turbare quella chimera, avanzava con cautela tenendo d'occhio la ragazza con l'arco.
I tre uomini colsero il momento adatto per sparpagliarsi e circondare la creatura, impegnata dalle frecce della cacciatrice.
Il primo a tentare la fortuna fu Shin: utilizzò una delle sue accette come arma da lancio, mirando alle ali. Con un'agile balzo evitò la pesante, ma lenta arma. Il capovillaggio la recuperò immediatamente con un filo legato su quest'ultima, espediente già visto dall'Uchiha in passato.
Proprio quest'ultimo avrebbe tentato una sortita a zig zag verso il predatore, caricando un fendente; la lama demoniaca (riconsegnata da Yamato in via eccezionale) squarciò l'aria e come punizione chi l'impugnava ricevette una zampata in pieno petto, scagliandolo diversi metri più indietro.
La fiera stava per avventarsi sull'incauto ragazzo, ma le zampe posteriori erano congelate in una morsa di ghiaccio: Yamato aveva colto quell'occasione immobilizzare la creatura.
Mentre Taka strisciava mestamente dietro un riparo, il capovillaggio lanciò nuovamente una delle proprie asce, mancando clamorosamente il bersaglio. Tuttavia il filo si attorcigliò alla base dell'apertura alare, formando un nodo ed impedendo alla creatura di poterle usare.
Presa dal panico la bestia utilizzò il grosso pungiglione per liberarsi dal ghiaccio; celere come un ghepardo, Izumi tranciò di netto le ali membranose con un fendente e finendo con una capriola dietro una paratia. Purtroppo la chimera non lasciò impunito quel gesto, lacerandole il fianco con gli artigli.
Fin'ora il gruppo se l'era cavato egregiamente: due membri erano feriti, ma avevano riadattato le loro strategie per far fronte all'imprevisto, togliendo il vantaggio del volo alla manticora.
Ecco come si chiamava quella creatura: manticora... gli calza a pannello.Considerazioni personali a parte, l'ex-shinobi le aveva solamente sentite nominare, ma se potesse utilizzare le sue arti magiche liberamente quello scontro probabilmente sarebbe già finito. Invece era costretto a mantenere la facciata da persona normale ed attaccare come un comune fante; per quella stupida messinscena si era fatto perfino colpire, non riusciva a sopportare quel vincolo.
Irrorò ancora una volta i suoi occhi di chakra e finalmente si sentì di nuovo se stesso, ripartendo alla carica con ritrovata fiducia in se stesso.
La manticora furiosa per il danno appena subito, ingaggiò una furiosa battaglia con Takashiro. Lo scambiò di colpi era alla pari: se creatura vedeva ogni sua offensiva sventata dalle capacità innate dell'umano, d'altro canto la velocità di quest'ultimo non era abbastanza per competere con quella del predatore.
Yamato ed Izumi preoccupati per le condizioni del compagno di viaggio, intervennero come meglio potevano: il primo dando man forte con le proprie magie d'acqua, mentre l'altra con tiri dalla distanza. Nonostante i tre mettessero tutto loro stessi nel colpire la manticora, la suddetta non dava segni di cedere; anzi aveva tutto il tempo per prendere la mira ed incalzare i propri attaccanti con gli aculei.
Sembrò chiaro ai presenti che il loro prossimo obiettivo sarebbe stata la coda, ma solo uno di loro disponeva di abbastanza forza per tagliarla: Shin.
Il contadino rimaneva immobile, shockato alla vista delle capacità oculari dello straniero. Sapeva bene chi era in grado di fare una cosa simile: gli shinobi.
Rimase interdetto per diverso tempo, pensando alle conseguenze di aiutare un reietto ricercato dall'Impero; ma i dubbi sparirono quando pensò alla sua famiglia. Ci sarebbe stata una sola occasione per sistemare quel mostro e doveva coglierla senza ripensamenti.
Corse in aiuto degli altri con in mano la sua grande ascia, ma non appena fu a portata della coda della manticora, essa si attorcigliò addosso all'asta dell'arma e minacciò di scagliare i dardi velenosi con un leggerò tremolio della punta. Shin lasciò appena in tempo la presa, impugnando una delle asce più piccole ancorate alla vita, sferrando un colpo: la lama era affilata, ma non pesante come l'altra e perciò non penetrò la corazza chitinosa.
Prima ancora che le imprecazioni vennero fuori dalla bocca del capovillaggio, gli occhi vermiglio di Taka incrociarono il suo sguardo. In un attimo la lama dal color indaco in mano all'ex-shinobi saettò in direzione dell'uomo appena disarmato; Shin non mancò l'occasione ed afferrò la spada demoniaca e con un fendente orizzontale tagliò di netto la coda della creatura. Quest'ultima ruggì dal dolore e si scatenò col primo alla sua portata, disinteressandosi di tutto il resto.
Taka stava per sfoderare una delle sue arti ninja, quando il dolore insopportabile agli occhi, fece perdere la concentrazione necessaria. Si trovava in balia di quella feroce bestia, senza nulla che potesse fare... improvvisamente fu il buio.