TI PREGO FERMATI! TI DIRO’ TUTTO!
Ad interrompere prontamente l’esecuzione fu una voce nuova, appartenente all’ometto che Ukon aveva steso con un cazzotto poco fa e che, ancora sanguinante ed in affanno, sorretto per un braccio dalla sua collega più giovane, si era trascinato fuori di casa per cercare di frenare la collera del pelatone. In effetti Ukon aveva frenato la sua ascia, ma vi assicuro che era ancora scettico circa le loro intenzioni.
Quello che dice il ragazzo è vero, tuttavia.. siamo qui anche per cercare l’ubicazione del Tempio degli Antichi.
Gli abitanti tornarono a mormorare e confabulare tra di loro. Alcuni si sentirono traditi da quei tre giovanotti, pensando che si fossero interessati ai loro racconti popolari solo per spulciare qualche informazione e non per sincera ammirazione verso i loro antichi valori, altri invece rimasero del tutto indifferenti visto che nemmeno credevano nell’esistenza di quel tempio. Una leggenda narrava infatti che a Vagrjord, in tempi antichi, quando l’uomo non era ancora al vertice della catena evolutiva e quando i clan che abitavano l’isola erano minacciati dalla presenza dei Draghi, furono costruiti in tre epoche diverse altrettanti templi che fossero un omaggio ai Signori dei cieli. Qui, spesso venivano portati beni o sacrificate persone per porre un freno alla collera degli avidi Antichi.
Vi prego, lasciate che vi spieghi. Siamo ricercatori appassionati per gli usi e le culture differenti dalla nostra, convinti che i popoli debbano influenzarsi ed istruirsi a vicenda, apprendendo i pregi gli uni degli altri. Crediamo che in ogni civiltà ci siano degli aspetti positivi da cui anche la nostra, nonostante sia estremamente differente dalla vostra, dovrebbe imparare e trarne giovamento. Lavoriamo per la grande Accademia di Neagora. A qualcuno abbiamo già spiegato di cosa si tratta, ma per tutti gli altri, sappiate che è una grande università, ossia di un centro di studio dove si radunano intellettuali di ogni ramo per imparare e studiare cose sempre nuove.
Fece una pausa, sembrava aver catturato l’attenzione di tutti quanti, anche di Ukon, nonostante lo squadrasse con fare per nulla amichevole.
Era nostro interesse personale comprendere ed avvicinarci alla cultura del vostro popolo, estremamente differente da quella dei popoli che vivono nel continente. Non vi nego che la prima volta che siamo arrivati sin qui, abbiamo avuto un momento di grande ripensamento, la signora Ada può testimoniare quanto fossimo ridotti male. Ma con il tempo tutte le nostre paure, tra cui quella di non essere accettati e venire disprezzati solo perché non originari di qui, sono andate scemando. Ci avevano detto che avremmo dovuto scontrarci con un popolo di persone rozze, incivili, chiuse, fredde e solitarie. Invece, stando a contatto con tutti voi ventiquattro ore su ventiquattro, con mia grande gioia ho constata come onore per le proprie origini, rispetto e fiducia per chi ci sta affianco, resistenza alla fame, alla sete e all’ambiente ostile, capacità di adattamento e di soffrire senza lamentarsi, imperturbabilità nei sentimenti anche quando si tratta di aver perso uno o più figli, nipoti o amici, siano qualità di cui molto spesso ci si è dimenticati nel mio paese d’origine.
Ukon lasciò la testa del povero ragazzo, abbassando la sua arma, sebbene il poveraccio non osasse comunque spostarsi da quella posizione prona con la guancia schiacciata. Le parole di quel tizio erano lusinghiere e sembravano convincenti, ma non voleva cascare nel tranello in cui erano cascati i suoi compaesani: sapeva parlare quel tizio, ma ciò non significava che le sue parole non nascondessero un doppio fine. Restò lucido e sospettoso, cercando di non farsi abbindolare.
Tuttavia, lavorando come dipendenti dell’Accademia, l’Impero mai e poi mai ci avrebbe finanziato la nostra spedizione ne ci avrebbe concesso di restare qui per così tanto tempo se non gli avessimo promesso di portargli indietro qualcosa che ai loro occhi fosse utile.
Lo interruppe Ukon.
Dunque mi stai dicendo che voi siete stati in un certo senso obbligati a fare un patto con l’Impero pur di ricevere l'autorizzazione ad inoltrarvi sin qui?
Avanzò sospettoso. Il ricercatore occhialuto fece un cenno positivo del capo.
Esattamente.
Ma Ukon scoppiò in una fragorosa risata.