Lasciare una Traccia

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    Estelthia


    Izumi, Yamato dove siete? Patate fritte... Pollo arrosto... Spezzatino di maiale... non fuggite, non avete le gambe... basta frutta insipida.

    Il samurai alle prime armi vagava come uno zombie per le strade di Estheltia in preda alle allucinazioni, regalando ai passanti un triste spettacolo di se: forse a causa della fame, forse della fatica o perchè ha mangiato un fungo allucinogeno senza rendersene conto.
    Continuò per qualche ora, fino a giungere nei pressi di una panchina vuota, in cui si abbandonò completamente, sdraiandosi a pancia in giù e dormendo per qualche ora.

    Mamma! Mamma! Guarda! Una scimmia senza pelo!

    Una bambina prese a punzecchiare il corpo inerme del ragazzo con un bastone, insistendo con sadismo intorno alla zona anale, provocando non poco fastidio al pover'uomo.

    Mi scusi, è ancora piccola...

    Cercò di giustificarsi la madre della peste, strattonando la bimba via da quel rozzo e puzzolente esempio di uomo.
    Quel ridicolo siparietto riportò alla realtà lo Shimada (così si era fatto chiamare), per niente contento della situazione attuale: aveva vagato per giorni in quelle foreste selvagge (in teoria dovrebbero essere la sua patria) mangiando solo frutta, tanto da avere la nausea, aveva evitato i contatti con le altre persone, ma alla fine giunse nella città nel momento sbagliato.

    Dovevo aspettare la sera... sono un coglione.

    Perchè, secondo i suoi calcoli, poteva girare con più calma l'insediamento nella sua interezza.

    Ho fatto male i miei conti: non fa differenza notte o giorno, la sorveglianza è identica. Inoltre questi gatti giganti in città mi mettono a disagio...

    Da bambino avrebbe voluto avere una tigre come animale domestico, ma la sua famiglia glielo proibì categoricamente. Guarda caso la prima città in cui sbatte il muso dopo molto tempo, vede dei grossi felini a spasso felicemente insieme a donne e bambini in perfetta armonia.
    Dopo questa inutile riflessione, Koshiro (e si, ha cambiato anche il nome) rotolò pigramente giù dalla panchina; il suo organismo ancora risentiva degli effetti tossici del fungo, impiegando molto tempo a rimettersi in posizione eretta.

    Cosa ci faceva l'ex-shinobi nella capitale arcadiana? Ebbene, secondo le informazioni in suo possesso, tra quelle case perfettamente integrate con la vegetazione si nascondeva un ex-ninja o più di uno.

    Un tempo consideravamo queste foreste la nostra casa, forse è per questo che molti konohani hanno preferito continuare a nascondersi in questa regione...

    Koshiro guardava con ammirazione quelle opere di architettura naturalista, fuse perfettamente con l'essenza stessa degli alberi; tuttavia quegli edifici erano completamente diversi dal proprio villaggio.
    Evitò di trarre altre conclusione amare e si mise in cerca di un luogo dove poter mangiare del cibo decente. Non ci sperava tanto, dopotutto del cibo cucinato a comportava del fuoco e, viste le materie prime di cui era composto l'intero insediamento, al primo errore poteva andare in fumo tutta la città.

    L'ex-shinobi venne attirato da un buon odorino di carne e spezie nei pressi di una specie di chiosco nelle vicinanze, gli ricordava molto i sapori di casa e dopo tutto quel tempo stentava a crederci; con ritrovato entusiasmo arrancò verso l'ingresso di quel ristorantino, sperando di prendere due piccioni con una fava e trovare magari qualche vecchio amico a gestirlo.
    L'interno era come immaginava, perfino sedie e tavoli erano fusi al pavimento ligneo. La cucina era separata dall'ingresso da una spessa coperta, celando cosa avvenisse li dietro; il solo modo di poter comunicare con i cuochi era una cameriera adolescente, o forse ancora più giovane, dai capelli rossi.

    Cosa vuole ordinare il signore?

    Esordì, accogliendo con allegria il cliente.

    Avete della carne?

    Domandò smanioso lo Shimada.

    Si...

    Specialità del giorno?

    Incalzò nuovamente.

    Sempre la stessa: zuppa di selvaggina e patate.

    Andata.

    Scoppiò quasi a piangere per la contentezza.
    La ragazza intanto avvertì il cuoco dell'ordine del nuovo cliente, rimanendo poi appena fuori il tendone attendendo la preparazione del piatto.
    Per il momento Koshiro se ne stava seduto beatamente su quelle sedie rivestite di vimini, ponderando la sua prossima mossa in quella città.

    Shin mi ha detto: "va ad Estheltia, lì troverai molti ex-alleati, ma non sarà facile riconoscerli... non tutti hanno la fortuna di essere considerati morti."

    Non mi ha dato altre dritte, presumibilmente non aveva altre informazioni, nel caso venisse catturato e torchiato. Fin qui tutto rispecchia le mie previsioni: scelta di un luogo densamente popolato, territorio alleato al nemico e vita civile, abbandonando qualsiasi desiderio di vendetta.
    Potrà sembrare che i cari vecchi shinobi abbiano messo nel sacco l'Impero, ma è l'esatto contrario: questa situazione di rispetto reciproco giova più a loro che a noi. Nessuna impopolare caccia alle streghe necessaria e meno nemici da fronteggiare per i loro soldati.

    La tattica rimane sempre la stessa, se non possono farsi notare, dovrò farlo io ed in maniera plateale... però non potrò farlo nella maniera che avevo immaginato: fare casino a destra e a manca sortirà l'effetto contrario e metterà in pericolo anche loro, oltre me.


    Si sdraiò quasi del tutto su quel tavolo ruvido e fresco, poggiando braccia e petto, volgendo lo sguardo pensieroso oltre la finestra.

    Combinare disastri innaturali è allettante, ma poco proficuo... sono stato troppo tempo senza controllo e non riesco a pensare ad altro che distruggere.

    Constatò mesto l'ex-shinobi.

    Dovrei seguire il consiglio di Yamato e cominciare a fare del bene, anche così si riesce a farsi notare.

    C'è un luogo in città dove si possono svolgere lavoretti utili sotto paga?


    La ragazzina rimase perplessa alla richiesta repentina dello straniero, ma rispose con voce squillante poco dopo.

    Si, proprio oltre il mercato c'è una bacheca dove vengono affissi papiri con delle richieste, la maggior parte sono lavoretti da niente, però consentono di vivere più che dignitosamente... hai la faccia di chi ha bisogno di soldi.

    Esatto. Come funzionano?

    Semplice: vai lì, prendi il pezzo di carta con un incarico e vieni assegnato a quella mansione dal responsabile di turno. Una volta portata a termine, vieni pagato.

    Tutto chiaro. Grazie della dritta, ho trovato quel che fa al caso mio.

    La cameriera vestita in abiti semplici ricambiò con un sorriso e consegnò la pietanza appena preparata davanti al cliente.

    Li hai i soldi per pagarla, vero?

    Bella domanda.




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    Autogestita che serve per l'acquisizione della professione mercenario.
    Gli eventi sono precedenti al Braxamundis




    Edited by Isawa - 11/2/2018, 02:00
     
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    Il Simbolo


    Ce li aveva.

    ...



    Il giorno dopo, Koshiro gironzolava nei pressi del mercato centrale della città spulciando i bandi presenti.

    Devo riconsegnare il bando una volta portato a termine l'incarico?

    No, devi solamente lasciare il tuo nome scritto sul registro.

    Un dettaglio interessante che fece accendere una lampadina nella mente dell'aspirante samurai.
    Doveva farsi notare, ma per farlo non sarebbe bastato semplicemente portare a termine incarichi velocemente; ciò che gli serviva era un simbolo capace di contraddistinguerlo dalla massa di avventurieri in cerca di fama o denaro, un'emblema facilmente riconoscibile dagli ex-konohani, tuttavia non così palese da attirare le attenzioni degli imperiali.

    Ci penserò quando sarà il momento.

    Koshiro, come al solito, perdeva mezz'ora nella scelta delle mansioni che potevano concludersi nella metà del tempo: ai suoi occhi parevano tutte stupide e semplici, roba del tipo ritrovare animali domestici o dare una lezione a qualche ladruncolo armato.

    Non è il momento di deprimersi, ma di rimboccarsi le maniche e fare qualche soldo legalmente.

    L'ex-shinobi aveva la brutta abitudine di frequentare taverne malfamate ed affollati mercati per racimolare qualche moneta extra da incauti clienti, troppo occupati da altro per preoccuparsi di un'ombra sfuggevole alle loro spalle. Nonostante la sua rapidità, aveva perso il tocco preciso di un tempo ed una volta ha perfino rischiato di essere scoperto, non proprio il massimo per uno con il passato come il suo.
    Sempre meglio rubare qualche spicciolo per tirare avanti, piuttosto di uccidere il malcapitato e depredare ogni sua ricchezza.

    Quindi ti metterai sulle tracce del cucciolo scomparso, lodevole, ma non troppo conveniente: impiegherai molto tempo e riceverai un misero compenso.

    Era vero, ma doveva pur cominciare da qualcosa, perchè non la più semplice; inoltre era da qualche giorno che l'annuncio era presenta sulla bacheca (per ammissione dell'addetto), quindi il compenso poteva esser aumentato nel frattempo. Inoltre lo Shimada aveva già in mente dove cercare il gatto, evitando di perdere tempo inutile in zone in cui era improbabile fosse.

    Il samurai alle prime armi attraversò la città, uscendone a tutti gli effetti, seguendo la corrente del fiume più vicino fino a giungere nei pressi di un grosso stagno. La zona era paludosa, ma non mefitica, l'acqua era ancora abbastanza limpida da permettere di vedere il fondo per svariati metri; inoltre erano ben visibile la fauna di quel luogo, da piccoli pesci, rane ed anche volatili acquatici.
    Quel luogo appariva come un paradiso, se non fosse per la presenza di un "disturbatore" nell'erba alta, intorno al laghetto: prima apparvero solamente due occhi giallognoli, poi si poteva intravedere il manto sul corpo striato e poi con un goffo balzo andato a vuoto si palesò a tutti.

    La sua figura spaventò tutta la fauna del luogo e addirittura due pescatori del luogo, ma non Koshiro, infatti era lì proprio per quel motivo: catturare quel tigrotto.

    Ha addosso la collana decorata, dev'essere lui.

    Il ragazzo aveva catturato per quell'occasione un paio di pesci per attirare l'attenzione del felino e condurlo con la promessa del cibo fino ad Estheltia e, successivamente, nel luogo ove lo avrebbe recuperato il possessore; evitando di rincorrerlo per acciuffarlo e di portarlo di peso per tutta quella strada.
    La velocità con cui concluse il suo primo incarico, stupì perfino il ragazzo alla bacheca.

    Tempo da record... come hai fatto?

    Facile: non poteva essere in città, altrimenti qualcun altro lo avrebbe trovato; ma non si sarebbe allontanato troppo dal luogo in cui viveva. La scelta più logica ricade vicino ad una fonte d'acqua, il luogo più adatto a cacciare.

    Dopo queste deduzioni neanche troppo brillanti, Taka fece una strana richiesta al suo interlocutore.

    Potete lasciare lì dov'è per qualche giorno il foglio di questa mansione?

    Si, non c'è problema, tanto è da buttare... scrivici solamente "fatto", così altri avventurieri la non richiederanno per sbaglio.

    La risposta del gestore di quell'ufficio era un pò titubante, non sapeva bene nemmeno come comportarsi in una circostanza simile.

    Posso chiedere perchè?

    Chiese incuriosito il ragazzo. La replica diretta dello Shimada arrivò mentre stava armeggiando con il foglio ed il chiodo con cui era affisso alla parete.

    Per una scommessa.

    Se ne andò lasciando più interrogativi nella mente dell'arcadiano. Non appena si voltò, quest'ultimo notò una foglia appiccicata con della resina al centro del papiro, non riuscendo a capire cosa volesse significare.

    ...



    Il giorno dopo l'ex-shinobi era impegnato in una mansione a dir poco esilarante: scacciare dal tetto di un'abitazione degli uccelli "molesti".
    Il primo pensiero dell'aspirante samurai andò subito a piccioni o corvi: niente di più sbagliato! Doveva fare i conti con dei rapaci molto combattivi; si trattava di una razza chiamata aquile d'acciaio e perfino ad occhio inesperto sembravano rispettare il loro nome, sfoggiando un piumaggio color argenteo davvero mirabile.
    L'anziano occupante della casa era stufo di vedere l'ingresso pieno di escrementi e di essere graffiato non appena metteva il becco fuori dalla porta, una situazione alquanto imbarazzante, ma purtroppo neanche troppo rara per le abitazioni nei quartieri "alti" di Estheltia. A complicare di più la situazione era l'altezza di quel posto, sito a ridosso della sommità del grosso albero che caratterizza la capitale arcadiana, un solo errore e poteva fare un volo di diversi metri prima di trovare una superficie orizzontale.

    Se potessi utilizzare il chakra tranquillamente non sarebbe difficile...

    Amara considerazione, ma il peggio doveva ancora venire...

    Dopo alcuni tentativi, lo Shimada riuscì a raggiungere il nido dei volatili; innanzitutto cercò di farlo cadere e spaventarli con l'ausilio del fodero della sua spada. Quell'atto venne interpretato dalle aquile come una dichiarazione di guerra ed invece di spaventarsi, si avventarono sulla custodia della lama, dando prova di abilità da schermidore inimmaginabili per un animale.

    Non stuzzicarli troppo, da queste parti vengono chiamati anche aquile spadaccine: sono molto territoriali e respingono le spade di chi le sfida con il loro becco!

    Asserì il vecchio bisbetico dal terrazzo.

    Grazie per la tempestiva lezione di zoologia, non me n'ero accorto.

    Commentò sarcastico l'ex-shinobi, mentre quest'ultimo era aggrappato in maniera precaria a piccole sporgenze nella corteccia; gli occupanti del nido piombarono all'attacco, ghermendo con gli artigli l'intruso, per costringerlo a mollare la presa e scendere di qualche metro.
    A quel punto il primo pensiero dell'ex-shinobi fu dare alle fiamme il nido con annesso l'intero albero per sfregio... tattica autodistruttiva scartata fin da subito in quanto sarebbe morto anche lui nell'incendio.

    Tornato il senno, decise di provare una strategia meno distruttiva: estrasse la spada e la conficcò per bene nel tronco, seguì uno sforzo acrobatico da permettergli di salire con entrambi i piedi sopra l'elsa. Si spostò sulla grossa sporgenza sede del nido e finalmente poteva combattere in una posizione migliore invece di stare sospeso nel vuoto.
    Quando uno dei rapaci si gettò di nuovo all'attacco, Taka lo schiantò contro la parete legnosa dell'albero con uno swing del fodero ancora in mano, facendolo svenire.

    Siete duri, ma le mazzate le soffrite anche voi.

    L'ultima aquila seguì il compagno, nel tentativo di ghermire l'ex-shinobi: il tentativo andò a vuoto, con un salto in alto il ragazzo evitò il rapace e con il peso del corpo lo bloccò definitivamente, prima di legarlo e bendarlo sugli occhi.

    ...



    Ottimo lavoro. Ho un'ultima richiesta da farti, ovviamente in cambio di un extra nella paga: potresti posizionare il nido e gli uccelli sopra la casa del mio vicino...

    Disse il mandante del lavoro indicando l'abitazione del malcapitato.

    ... mi sta sulle palle e vorrei fargli uno scherzo.

    Non vi dico come andrà a finire.

    ...



    L'aspirante samurai ripeté lo stesso gesto del precedente per l'incarico appena concluso sul modulo, lasciando ancora una volta una foglia.

    Avrebbe continuato così per diversi giorni, finché chiunque nella città non parlava d'altro di quell'eccentrica pratica nel segnalare la missione appena completata. Tra la gente comune si sprecavano le teorie più strampalate, le più famose pensavano fosse un fanatico di Gea che per mostrare a tutti la propria fede stava facendo del bene per la città; altri invece credevano che una donna avesse costretto il proprio amante ad una prova d'amore e solo una volta superata poteva concedersi ad esso.
    Queste scemenze facevano ridere di gusto lo Shimada quando le ascoltava, perchè chiunque ne parlava era totalmente fuori strada. Nessuno in città conosceva il volto di quel benefattore, perchè si mostrava solamente incappucciato, alimentando il mistero dietro quella figura.

    Alla fine dell'ennesima mansione portata a termine, venne interrotto dall'intervento del ragazzo nei pressi della bacheca.

    Ho un messaggio da parte di una ragazza, mi è stato detto di consegnartelo senza aprirlo... quindi la vera versione della storia è quella romantica?

    Diciamo di si.

    Rispose Koshiro, strappandogli dalle mani il bigliettino ancora sigillato ed allontanandosi ad ampie falcate.
    C'era poco da essere euforici, il mittente poteva essere chiunque o addirittura una trappola ordita dagli imperiali; si appartò in un luogo isolato, assicurandosi che nessuno fosse nelle vicinanze. Con trepidazione aprì la busta e lesse il messaggio.




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    Verso Ephiora


    CITAZIONE

    'Ti è piaciuto lo stufato di selvaggina?'


    Se vi aspettavate un "sei stato trollato" sarete rimasti delusi, anche se quel messaggio suonavano proprio così nella testa dell'ex-shinobi. Non gli diceva nulla del mittente, se non incontrarsi altrove; decise lo stesso di dar credito a quelle poche parole e dirigersi nella locanda, dove aveva mangiato un pasto decente per la prima volta da quando era giunto in città.
    Curiosamente non aveva più visitato quel ristorante, forse per la figuraccia al momento del pagamento... arrivando a frugarsi perfino negli orifizi per trovare gli spiccioli mancanti. In quell'occasione non aveva dato un bello spettacolo di se (anche se questo dettaglio sta diventando una pericolosa consuetudine).

    Koshiro raggiunse la destinazione con il fiatone, appoggiandosi alla parete lignea di quel luogo.
    Stava tramontando il sole, ma nessuno si fece vivo; inoltre sull'entrata del locale era appeso un cartello con scritto a lettere cubitali "chiuso". Era stato ingannato?

    Forse sta solo attendendo il buio per mostrarsi.

    Con l'avvento delle tenebre sarebbero diminuiti i passanti per strada e più facile la fuga in caso di imprevisti.
    Tutta quella perdita di tempo sembrava superflua all'aspirante samurai: lui era considerato morto ed i suoi ex-colleghi perfettamente amalgamati tra i civili. Quindi perchè tanta paranoia e segretezza?
    A meno che qualcuno non fosse già lì ad osservarlo. Quelle scarne indicazioni citavano solamente il luogo, non l'ora, potevano fare la loro comparsa in ogni momento e l'ex-shinobi doveva essere pronto ad "accoglierli".

    Possibile che siano considerati dei criminali in città? Spiegherebbe tanta prudenza, ma poco realistico.

    A nessuno piacevano i ninja, nemmeno agli altri nemici giurati dell'Impero e poteva comprendere il loro odio, quindi per evitare problemi si doveva diventare qualcos'altro.
    Attese qualche ora, guardandosi attorno e cercando di ammazzare il tempo come poteva, ma senza percepire traccia di chi poteva aver scritto quell'enigmatico messaggio; il ragazzo disse che gliel'aveva mandato una ragazza, ma poteva benissimo essere un portavoce estraneo, quindi non aveva alcuna informazione sul mittente...

    A quanto pare qualcuno mi ha individuato subito appena entrato in città e mi ha pedinato fin qui, senza accorgermi di nulla... una spia imperiale?

    No, me ne sarei accorto subito: sono troppo "perfetti", come se seguissero un manuale; per chi come me è cresciuto a ramen ed infiltrazioni è facile riconoscerli.


    Se fosse stato un nemico a quest'ora si sarebbe già fatto vivo.
    Lo Shimada attese altri minuti, fin quando, in preda alla noia bussò alla porta della locanda, nel disperato tentativo di ricevere una risposta o provocare una reazione semmai vi fosse qualcuno all'interno. Avvicinò l'orecchio alla porta per captare qualsiasi suono provasse da dietro l'uscio, invece udì solamente un sonoro "stonk".
    Una freccia, scoccata dietro di lui, si conficcò nel legno, a pochi millimetri dalla sua testa. Il samurai reagì con un sussulto e si voltò di scatto estraendo la sua arma per fronteggiare l'arciere.

    L'allarme passò appena dopo un minuto, rendendosi conto di essere stato bersaglio di un assassino non intenzionato ad ingaggiare uno scontro a viso aperto. Riflettendo di più sull'episodio, si rese conto di essere stato mancato per niente... non poteva solamente essere fortuna, era più probabile che quel dardo si conficcasse mortalmente nel collo, invece di spostargli i capelli.
    Inoltre la traiettoria indicava che la distanza dal tiratore doveva essere parecchia, non era uno sprovveduto o un dilettante.

    D'istinto Koshiro estrasse la freccia dalla porta, osservandola più da vicino.

    Nessun segno particolare, tutto nella norma.

    Capovolgendola per osservare meglio le piume sulla parte opposta, lo Shimada udì un flebile rumore prodotto da qualcosa al suo interno. Dapprima confuso, in un secondo momento non esitò a rompere l'asta per scoprire cosa vi fosse all'interno.

    Le vecchie abitudini sono lente a morire.

    Commentò stupito (ma nemmeno tanto) dall'eccessiva cautela e dai modi tipici degli shinobi per recapitare un messaggio. Un ennesimo pezzo di carta, stavolta con maggiori informazioni scritte all'interno.
    Si assicurò che nessuno passasse in quel momento e ne lesse il contenuto.

    CITAZIONE
    'Mi fa piacere rivederti vivo e vegeto, molti credevano si trattasse di un impostore. Per il momento non vogliamo attirare attenzioni indesiderate, per i "vivi" la caccia alle streghe continua.
    Quando le acque si saranno calmate ti verrò a cercare personalmente, ero brava ad essere la tua ombra. Per ora resta fuori da guai e tieni gli occhi aperti, sono sopravvissuti tutti i nostri amici e non vedono l'ora di incontrarti.

    La tua odiata amica d'infanzia.'

    Non c'erano molti dati ed il non poter parlare faccia a faccia gli procurava fastidio. Quei metodi indiretti e sfuggenti non gli erano mai piaciuti, specialmente ora che non ve n'era bisogno alcuno. L'ex-shinobi sospirò, stanco di vivere la sua vita nell'ombra e dover calcolare con minuzia ogni suo passo... aveva una seconda possibilità e di certo non l'avrebbe impiegata comportandosi esattamente come un assassino.
    Aveva trovato una maniera alternativa per sopravvivere: svolgere incarichi utili alla società su commissione.
    Aiutare le persone e guadagnarci, senza sporcarsi le mani con omicidi e furti. In questa maniera poteva saziare la sua smania di sfide ed avventura in maniera del tutto legale, confondendosi tra la massa di mercenari.

    Portata a termine la sua ricerca, lo spadaccino fece i bagagli e se ne andò in cerca di fortuna altrove. Estheltia gli aveva ridato la speranza, non tutto quel che c'era di buono del suo passato era perduto, ma doveva guardare avanti e, chissà, poteva perfino riuscire a piacergli quella vita.

    ...



    Una settimana dopo, città di confine tra Arcadia e Sumadea.

    Parte da qui la spedizione per Louyhong.

    L'ex-shinobi passeggiava per le strade in terra battuta, cercando il mandante di un bando visto due giorni fa in un villaggio. Non aveva cercato quel lavoro a caso, aveva bisogno di un gruppo per passare oltre le cupe paludi di Sumadea: di recente era venuto a conoscenza di un evento in allestimento nella città di Louyhong, in territorio ephiorese, ma formalmente sotto il dominio imperiale.
    Tale città è tristemente famosa per la sua rinomata arena denominata "Braxamundis", un luogo dove avvenivano massacri tra prigionieri per intrattenere il pubblico pagante; normalmente quello stupido spettacolo non avrebbe interessato minimamente Koshiro, indaffarato com'era a non morire di stenti, ma la notizia dello scontro tra due ex-kage gli fece drizzare le orecchie.
    Puzzava di trappola lontano miglia ed era bene per lui evitare situazioni pericolose come quella, però non si sarebbe dato pace se non avesse assistito a quel confronto mortale... ebbene si, aveva un pò di nostalgia.

    Se c'era una cosa che adorava erano i combattimenti uno contro uno, preferibilmente non mortali. Quei ricordi lo facevano ancora ardere di passione e sentirsi orgoglioso, purtroppo non poteva mandare a puttane tutti gli sforzi per ricominciare un'altra vita ed abbandonarsi ai suoi istinti maneschi, specialmente in pubblico.
    Voleva confrontarsi amichevolmente anche lui con quei due, ma per il momento doveva accontentarsi di osservarli da lontano. Avrebbe anche voluto fare anche qualcosa per sottrarli al loro destino, specialmente per Kyle, di cui aveva un buon ricordo; preparare strategia era inutile, non possedendo informazioni riguardo quel luogo. Doveva improvvisare.

    In ogni caso per arrivare al Braxamundis aveva bisogno di un "passaggio", a fornirglielo sarebbe stata una carovana di mercanti. Poteva sempre pagare per viaggiare come un comune passeggero, ma si trattava di un lusso per le sue povere tasche... l'unico modo era farsi assoldare come mercenario per proteggere il carico.
    Si aspettava un lavoro semplice, ma giunto nei pressi del magazzino appartenente ai mercanti si ricredette subito.

    Rimanendo sbigottito dal numero di combattenti ingaggiati per una singola carovana, ma rimase ancor più stupito dalla carovana stessa: bestie più grandi degli elefanti, massicce e dai tratti coriacei; a poca distanza da loro, montate su robuste impalcature di legno, vi erano delle carrozze pesantemente bardate, viste solamente sui campi di battaglia. Un organizzazione del genere non si vedeva tutti i giorni e le merci trasportate dovevano essere molto preziose.

    Un pò spaesato, lo spadaccino si mise alla ricerca dell'organizzatore di quel trasporto, chiedendo informazioni ai dipendenti al lavoro. Venne indirizzato verso un edificio in solida muratura, più piccolo dei magazzini.

    Sono un mercenario, vorrei partecipare alla scorta.

    Vieni vieni, sei arrivato appena in tempo, con te siamo al completo. Avvicinati.

    Disse con tono tranquillo, un ometto di mezz'età con tanto di occhiali, seduto dietro una spartana scrivania. Koshiro accettò l'invito, superando l'uscio e colmando la distanza che li separava.

    Nome e regione di provenienza.

    Rivolgendosi ancora all'ultimo membro della scorta.

    Koshiro Shimada, Ephiora.

    Il dirigente si alzò in piedi, scrutando con minuzia ogni particolare del ragazzo.

    Si, sembri di quelle parti e più importante "sai" il fatto tuo: sei dei nostri. La partenza è per domani alle otto in punto, ora puoi andare.

    Ha fatto presto, ed io che mi aspettavo almeno una dimostrazione pratica. Dev'essere molto esperto nel valutare il potenziale di un avventuriero, oppure gli serve solamente fare numero.

    Un'ultima cosa... stiamo per andare in guerra?


    Chiese un pò preoccupato l'ex-shinobi. La replica sarcastica dell'interlocutore non si fece attendere.

    No, ma ci va vicino. Mi raccomando, quando sarai la fuori non perdere tempo in combattimenti inutili e stai al passo della carovana, la tua posizione ti verrà comunicata poco prima di partire.

    Invece di rasserenarlo, quelle parole lo avevano intimorito ancora di più. Nonostante tutto si sentiva gasato, dopo molto tempo stava per partecipare ad una missione importante.

    Il mio fisico non è quello di un tempo, ma dovrei riuscire ad avere la meglio su qualche selvaggio delle paludi.

    Un selvaggio delle paludi era un termine molto generico per definire le popolazioni residenti in quei luoghi putridi, ma tra loro potevano sempre esserci dei guerrieri d'élite o degli utilizzatori della magia, difficile prevedere se fosse sopravvissuto; ormai non c'era posto per i ripensamenti, questo era l'unica maniera per raggiungere Louyhong.




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    Le Paludi di Sumadea


    Erano da poco passate le sei, ma già tutti erano al lavoro febbrilmente per sistemare le carrozze, i carichi e le bardature sopra ai pachidermi. La maggior parte dei mercenari della scorta era ancora tra le braccia di morfeo, ma non Koshiro: quest'ultimo si era svegliato molto prima per la preoccupazione e non riuscendo più a dormire, si era offerto volontario di supervisionare le operazioni di allestimento insieme ad un paio di guerrieri.

    I due sembravano di tutt'altra risma rispetto ai comuni mercenari visti fin'ora, perfino di quelli meglio equipaggiati: entrambi muscolosi ed in possesso di una coppia di armi, sebbene di diverse dimensioni; dietro le spalle avevano un grosso scudo ed indossavano delle corazze a scaglie di diverso spessore.
    Dai loro volti non sembrava trasparire la paura vista negli altri mercenari e parlottavano in tranquillità; mentre, di tanto in tanto, controllavano alcune casse prima di essere caricate.
    Qualcosa suggeriva all’aspirante samurai che quei due sarebbero stati l'avanguardia del convoglio.

    ...



    Dieci minuti prima della partenza, quando la scorta era riunita al completo, l'ometto con gli occhiali salì sopra una delle bestie da soma e spiegò ad alta voce più in dettaglio le loro mansioni.

    Per chi non ha mai partecipato voglio augurarvi buona fortuna, è il massimo che possa fare per voi, quando sarete "là fuori"...

    Indicando vistosamente la direzione con l'intero braccio.

    ... potrete contare solamente su voi stessi, nessuno vi verrà in aiuto se una freccia vi trapasserà il petto o sarete troppo spossati per continuare a combattere e stare al passo.

    Lo Shimada aveva ascoltato quelle tre parole in fila così spesso ieri che non poteva fare a meno di sentire montare l'ansia mentre le ripetevano ogni volta.

    Messo bene in chiaro questo punto fondamentale, passo a rispiegarvi con cura il vostro contratto: se svolgerete perfettamente il vostro lavoro, verrete pagati a destinazione per il compenso pattuito, più un bonus; se durante la traversata alcune merci venissero trafugate, niente bonus. Perdere anche una sola di queste bestie (e quindi l'intero carico sopra) ridurrà della metà il compenso di tutti voi... se ne perdiamo due o più, potete ritenetevi fortunati se verrete catturati dagli indigeni.

    Cercando di enfatizzare l'ultima parte, non per instillare timore, ma per spronare ad avere il massimo dalla scorta.

    Se verrete uccisi o catturati dopo aver perso di vista il convoglio, non sarà una mia responsabilità, accettando l'incarico vi siete esposti a questo rischio di spontanea volontà. Ovviamente le vostre famiglie o amici non vedranno un becco di un quattrino in questa circostanza.

    I più esperti non sembravano intimoriti, sicuri di superare anche quel viaggio; mentre alcuni novizi sembravano nutrire sentimenti contrastanti a riguardo.

    Ora passiamo alla strategia che adottiamo, molti di voi la conosceranno già, ma per i nuovi o le teste bacate la esporrò ancora una volta:
    Le bestie più grandi e con il carico più prezioso si trovano in testa, precedute da un'avanguardia a "cavallo" per aprire la strada in caso di imprevisti; i veterani si posizioneranno a difesa della testa, a seconda della vostra esperienza verrete assegnati in posizioni più avanzate, i novizi dovranno pensare alle retrovie. In caso eccezionali alcuni veterani potranno sopperire alle mancanze degli inesperti e raggiungere la coda della carovana.

    Ricordatevi: mentre non ci saranno scontri reggetevi ai pachidermi; se ci saranno imprevisti come ostacoli sulla strada, scendete e rimuoveteli nella maniera più rapida. Quando inizieranno a piovere frecce, rimanete mobili e pensate solamente a schivare; quando inizieranno i primi assalti di selvaggi, briganti o di entrambi, scendete e bloccateli a terra.
    Brevi scontri, massimo sei secondi, poi dovrete correre con le vostre gambe ed intercettare gli aggressori più vicini; non riparatevi sotto le bestie e non provate a fuggire, ve lo dico per il vostro bene.


    Un colpo di tosse dell'ometto di mezz'età concluse l'elenco delle istruzioni. Schiarita la voce, urlò un ultimo ordine.

    IN MARCIA!

    All'unisono gli uomini scattarono, guidati dalla logistica all'interno delle carrozze. Koshiro venne assegnato alla penultima bestia (in totale erano otto), insieme ad altre mezze cartucce; fortunatamente non vi erano solo guerrieri alla prima esperienza di scorta.

    ...



    Mezza giornata più tardi la marcia proseguiva lenta, secondo i dipendenti alla guida di quei pachidermi (di cui nessuno si era ancora degnato di rivelargli il nome!!£1!) il passo si sarebbe fatto molto più sostenuto durante il pericolo. Per il momento l'ex-shinobi alternava una camminata veloce, al sorreggersi ad una corda sul fianco della creatura, addirittura guadagnando ore di sonno quando si sosteneva al mezzo di trasporto.

    Durante quelle ore, il convoglio si fermò per ben due volte, non riuscendo a rimuovere gli ostacoli sul loro cammino abbastanza velocemente o dovendo prendere una via alternativa a causa di un allagamento del percorso programmato. Innervosendo tutti i presenti, tranne lo Shimada concentrato solamente sulla missione... il suo retaggio da ninja doveva pur servire a qualcosa di utile.

    La deviazione li aveva portati su un terreno più fangoso e ricco di vegetazione. Quelle enormi creature sembravano gradire quel fuori programma, per nulla rallentate dal terreno instabile e cibandosi avidamente delle tenere foglie sulla loro strada mentre avanzavano, spaventando la piccola fauna autoctona.
    Fin lì filò liscio come l'olio, ma addentrandosi di più nella fitta foresta la musica sarebbe cambiata presto.

    Mentre costeggiavano uno stagno coperto da mangrovie ed altri viticci, lo spadaccino notò immediatamente la cessazione repentina dei richiami dei volatili. Messo in allarme da quell'inconsueta circostanza, risalì agilmente il fianco del pachiderma per avvertire tempestivamente il conducente; quest'ultimo alla fine del proprio turno, svegliò immediatamente il suo sostituto e cominciò a sbattere energicamente una spranga di metallo contro un sostegno dello stesso materiale a ritmo cadenzato.
    Immediatamente l'andatura delle creature si fece più rapida, rischiando di sbalzare via i mercenari meno reattivi; pochi secondi dopo tutta la carovana imitò quel segnale. Nessuno aveva detto nulla a riguardo alla scorta, ma i guerrieri rodati sapevano cosa significasse ed il motivo di tanto baccano, estraendo preventivamente l'equipaggiamento in loro possesso.

    Assicurarsi che la fauna del luogo non sia semplicemente nascosta e silente per paura; destare i soldati di ventura più stanchi o addormentati ed a tutti gli effetti queste creature riconoscono quel segnale come l'ordine "va più veloce"... ultimo, ma non per importanza, far desistere i rapinatori dall'attaccare se ancora nascosti, avendo perso l’effetto sorpresa.

    Non ci volle molto prima che i primi assalitori misero fuori il naso dai loro appostamenti subacquei o arboricoli, apparendo in maniera abbastanza scenica e terrificante per alcuni. Seguì la prima salva di frecce, dirette sui fianchi delle mastodontiche bestie; queste ultime non subirono alcun danno, le frecce rimbalzavano o si conficcavano nel grasso superficiale senza recare reali danni. A subire delle serie ferite, furono alcuni guerrieri colti di sorpresa da quell'attacco.
    Fortunatamente l'ex-shinobi, evitò di venire colpito da una di esse grazie ad una schivata in extremis, istintiva e dovuta dall'esperienza avuta ad Estheltia poco tempo fa.

    A quel punto il ritmo prodotto delle percussioni si fece più intenso e di conseguenza l'andatura dell'intero convoglio divenne una corsa vera e propria. Le urla di intimorimento dei rapinatori vennero completamente smorzate dal rumore della carovana alla massima velocità, riducendo la paura provocata nella mente dei difensori, rispondendo alla carica dei primi assalitori con una carica a loro volta.
    Koshiro in quel frangente decise di non agire, risparmiando le forze e soprattutto rimanendo in allerta per evitare spiacevoli sorprese, schivando di tanto in tanto qualche dardo diretto verso di lui.

    Gli aggressori si stanno concentrando sulle tre carrozze più arretrate, ignorando la testa. Probabilmente hanno già un piano per isolarle dal resto del convoglio.

    Fu in quel momento che l’aspirante samurai individuò un uomo ancora seminascosto tra la boscaglia: sebbene quest'ultimo assalitore non fosse uno sprovveduto, quel movimento repentino all'ultimo momento, sicuro che l'attenzione fosse tutta per l'assalto della fanteria, lo tradì palesemente all'occhio dell'attento spadaccino.
    Lo Shimada smontò dal pachiderma, proseguendo sul terreno fangoso; ogni passo sembrava dover trasportare ben più del suo peso corporeo, rendendo la sua missione ancor più difficile. Senza contare qualche aggressore che tentava in vano di colpirlo, liberandosi di loro con un colpo ben assestato, continuando nel suo pedinamento. Non conosceva la sua prossima mossa, ma sarebbe stato pronto a fermarlo.

    Si è fermato.

    Il misterioso assalitore caricò sulla mano una voluminosa pirosfera, attirando l'attenzione dei mercenari più vigili; purtroppo ognuno di loro era già impegnato a combattere, non riuscendo a fermarlo prima di completare l'incantesimo. Quella distruttiva magia sarebbe stata scagliata verso una porzione di terreno, decisamente più asciutto rispetto al resto dell'acquitrino.
    Mancavano pochi attimi all'impatto, ma con un perfetto tempismo l'ex-shinobi intercettò la palla di fiamme incandescenti. Rimediando qualche ustione, ma scongiurando il peggio.

    Doveva trattarsi di una sorta di trappola, forse esplosivi, contavano di far cadere le bestie all'interno di una voragine.

    Seguì un'altra pirosfera, anch'essa bloccata col proprio corpo da Koshiro. Sarebbe stato più facile con i ninjutsu, ma non voleva inimicarsi tutti i presenti: purtroppo era costretto a sopportare il dolore e l'umiliazione di non possedere una risposta adeguata.

    Cosa mi sono ridotto a fare...

    L'assalitore a quel punto calò dalla propria posizione privilegiata, scattando con dei pugnali in mano verso lo spadaccino: contava di vendicarsi per quell'affronto subito alla svelta, viste le condizioni del mercenario e di unirsi col resto dei suoi uomini all'assalto diretto delle carrozze.
    Le sue speranze vennero disilluse dalla tenacia dimostrata dal suo avversario: l'ex-shinobi parò tutti i suoi fendenti con la sua spada ancora nel suo fodero, tenendogli testa, mentre correva dietro al convoglio.

    Una freccia vagante colpì il ginocchio dell'assalitore piromante, costringendolo a cedere il passo, senza prima aver tentato una sortita dalla distanza con i pugnali verso chi lo aveva ingaggiato. Uno venne deviato, mentre l'altro si conficcò nella carne del bersaglio, senza arrecare abbastanza danni da rallentare la sua avanzata.
    Con un ultimo sforzo, Koshiro salì sull'ultimo pachiderma facente parte del convoglio, menando qualche fendente se qualche rapinatore si avvicinava troppo alla sua posizione; si libero del coltello e tornò a guardare dietro di se per scorgere ancora una volta il suo avversario.

    Sembra si sia ritirato... ma la ferita non smette di sanguinare.

    Constatò digrignando i denti. Come prima sfida contro un guerriero dotato aveva fatto pena, ma era riuscito comunque a sopravvivere. Ben presto gli assalitori smisero di attaccare e finalmente la scorta poteva godersi un pò di riposo prima del prossimo imprevisto.
    Alle loro spalle si erano lasciati una scia di cadaveri, ma molto meno consistente rispetto alle aspettative dell'ex-shinobi.

    Evidentemente nemmeno loro volevano una carneficina, ma semplicemente riuscire ad avere la meglio con il numero e trafugare il possibile.

    I caduti di entrambe le parti sarebbero divenuti il cibo della fauna presente nel pantano, da corvi saprofaghi a bestie più voluminose e soprattutto pericolose... fino ad arrivare a manifestazioni terrificanti di una natura davvero crudele.

    ...



    La traversata della giungla durò ancora per molto. Sporadici gruppi di ladri o nativi tentava invano di potersi appropriare della merce del convoglio, respinti ogni volta da manuale dai difensori. Quel primo confronto con gli assalitori organizzati gli aveva fatto capire come funzionassero le cose lì, sfoltendo il numero di incapaci e lasciando inalterato quello dei guerrieri più forti.
    Tra loro vi era l'ex-shinobi, ancora in vita nonostante le ferite ricevute; per sua fortuna venne aiutato dai suoi colleghi temporanei e poteva presentarsi a Louyhong in condizioni decenti.

    Finalmente la palude stava cedendo il passo a terreni più rigogliosi e vivibili, allontanando definitivamente lo spettro di un altro assalto ben pianificato e più o meno tutti potevano abbandonarsi ad breve sonno ristoratore senza preoccupazioni.

    ...



    Diverse ore più tardi, nella zona commerciale di Louyhong...

    qbVOujY



    Sapevo che ce l'avresti fatta... non ti preoccupare, la prima volta è intensa per tutti.

    L'ho notato.

    Replicò freddo al mandante dell'incarico. Si trovavano all'interno di un magazzino nell'avamposto imperiale ephiorese, il contratto concluso e la paga finalmente nelle mani dello Shimada.

    Ancora una domanda: gli altri mercenari borbottavano della tua riluttanza a sfoderare la tua spada, perchè non hai combattuto seriamente?

    Chiese curioso l'ometto, era davvero strano possedere una katana, ma non volerla usare.

    Il mio compito era difendere il carico, non c'era bisogno di perdere tempo ad estrarre la mia arma.

    Koshiro sdrammatizzò l'atmosfera con quell'affermazione, non voleva apparire debole agli occhi di quel commerciante, poteva essere ingaggiato nuovamente in futuro da quest'ultimo. Quella sparata sortì l'effetto sperato, l'ometto scoppiò a ridere, colpendo l'interlocutore con una pacifica pacca sulla schiena.

    Bel lavoro comunque, è anche merito tuo se ci siamo accorti dell'imboscata in anticipo e qualcuno mi ha anche detto che ti sei immolato per proteggere le bestie dal fuoco: lodevole da parte tua... anche se terribilmente sconsiderato.

    Sottintendendo, neanche troppo, un'azione molto stupida; nessuno si era reso conto di una possibile trappola esplosiva camuffata goffamente. Se quel piromante fosse riuscito nel suo scopo, forse non sarebbero lì a festeggiare.
    L'ex-shinobi rimase in silenzio, non c'era motivo di fare presente quel "dettaglio" adesso, poteva anche essere preso per bugiardo o pazzo.

    Più importante: ecco il compenso stabilito. Le tue azioni ti sono valse un piccolo premio, te lo sei meritato.

    Aggiunse alla borsa di monete altro metallo luccicante, porgendogliela senza alcun rimorso di privarsene.

    Ti consiglio di spenderli nel bordello al centro del quartiere commerciale di Louyhong, sono sicuro sicuro che ne varrà la pena...

    Koshiro rispose con un sorriso complice, più eloquente di mille parole. Entrambi parevano condividere la passione per la belle donne, ma forse il mercante aveva degli interessi economici in quel locale.

    ... se avrai bisogno di altro lavoro cerca il nome di Corwin Gale, mi occupo di trasporti in tutto il continente, terrò in considerazione il tuo nome in futuro.

    Lo farò senz'altro.

    Il samurai novizio accennò un inchino in segno di reverenza; quest'ultimo lo derise e lo salutò in maniera informale, tornando ai suoi affari.
    Non conosceva granché del suo ex-datore di lavoro, probabilmente era un aldarese o addirittura un imperiale; ma in quel momento non importava, doveva pur sfamarsi in qualche modo e se poteva farlo con i soldi dell'Impero tanto meglio, suonava come una piccola rivincita personale.

    Nei giorni successivi alloggiò in una taverna in periferia, non voleva dare nell'occhio o scialacquare immediatamente i suoi pochi averi; aveva già speso abbastanza denaro per rimpiazzare i suoi abiti rovinati e in prostitute, non voleva ritrovarsi al verde prima del Braxamundis.
    Inoltre voleva portare qualche dono al suo amico Yamato, non si vedevano da molto tempo e si sarebbe vergognato a presentarsi a mani vuote.




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    Più breve, ma più intensa




    Edited by Isawa - 13/2/2018, 23:27
     
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    Valutazione finale: +5exp +250 GOLD
    Un'altra lettura davvero godibile. Nonostante sia più corta, l'ho trovata molto immersiva.
    Scrittura 2: Impeccabile come sempre.
    Interpretazione 2: Il personaggio è coerente a tutte le altre ruolate svolte. Per di più ho gradito come hai reso il senso di smarrimento più volte provato dal cambiamento di stile di vita e anche le sfumature rese sul suo modo di considerare il nuovo mondo: nonostante il rancore per l'impero, Taka è una persona intelligente e sa riconoscere quanto di buono presente nel nuovo sistema. Il cambiamento che lo porta a desiderare una vita tranquilla invece di una rivalsa verso i suoi nemici è graduale ma credibilissimo.
    Strategia 1: Non tanto per particolari strategie usate ma per come hai reso la missione finale. Ho apprezzato che hai saputo tenere sotto controllo i toni del lavoro svolto. La tentazione poteva essere quella di calcare la mano con scontri epici, ma hai saputo gestire un profilo basso per il pg pur distinguendolo per il suo retaggio passato in maniera brillante.

    Estratto dal topic Valutazione e ricompense
    CITAZIONE
    Il valutatore potrà decidere, se ritiene una role particolarmente meritevole o se, in maniera esplicita, un pg ha ruolato di aver ottenuto GOLD o DROP, di aggiungere alla regolare ricompensa exp anche un quantitativo di GOLD o DROP bonus nella valutazione.

    Dato che hai giustificato un guadagno di GOLD e la role è ben scritta, alla valutazione finale ti spettano 250 GOLD bonus. In caso di role più lunghe puoi ambire a molto di più.

    Nota: La role è più che sufficiente per l'acquisizione della professione MERCENARIO. Puoi linkare questa ruolata al background del pg per giustificare la professione.
     
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4 replies since 8/2/2018, 01:53   64 views
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