[AUTOGESTITA] Awaken

Alma Awakener

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    ~ A rumor

    « Ehi hai sentito? » « Cosa? » « A quanto pare ultimamente nella zona...turistica si è sparso uno strano rumore, pare che di notte appaia un'incantevole donna nei vicoli più bui. » « E dov'è la novità? C'è il Silenzio, di sicuro è una di loro. » « No ti dico! E' una donna che non fa quel lavoro ma a quanto pare si dice che parli con gli spiriti! Nessuno la sente arrivare, nessuno la vede andar via: tutto ciò che si sa di lei è che compare e domandi a chiunque passi se conosce qualcuno della stirpe degli occhi insanguinati. » « Della cosa? Ci mancava anche questa! Secondo me l'hanno fatto loro. » « Hanno raccontato di aver visto una delle ragazze del Silenzio scappare a gambe levate spaventata fino all'orlo, ma quando sono andati a vedere dove aveva indicato non c'era niente, nesuno. » « Ma com'è fatta questa? Mi sembra strano che nessuno abbia ancora fatto niente. » « Da quel che so stanno indagando ma com'è fatta non si sa: l'hanno vista in poche e chi l'ha fatto racconta di qualcosa di strano, di una bellezza fredda che ti entra in testa ma a cui non puoi dare un volto. » « E allora...? » « Non lo so amico ma conviene stare lontani da quella particolare zona soprattutto nelle ore tarde fino a quando non sarà tutto risolto, fidati. Hanno parlato della fredda bellezza della morte. »
    --------
    « Questi rumori sono fastidiosi, Polly. » « Sono le persone che camminano, Eas, non possiamo obbligarli a passare da un'altra parte. » « Non parlo di quelli. »
    Sospiro camminando per la via che costeggia il porto a braccetto con la mia fidatissima Polly: non è frequente che ci prendiamo una giornata libera ma da quando ho Shikaku in casa un po' devo dire di annoiarmi dato che---beh, non sono discorsi al momento che credo vi interessino. Dovrò solo parlarne con lui e basta ma comunque siamo sempre là.
    In questo non credo riuscirò mai a credere.
    « Sentito quei due rispettabili signori? » « Ma chi, quell'ubriacone? Lo vedono più spesso all'ostrica d'argento che a casa sua, non so quanto debba esser preso sul serio un individuo del genere. » « Non ti ho insegnato nulla? »
    Getto uno sguardo al mare mentre Polly sorride ad un paio di signori che guardano in sua direzione: non li conosce ma so che la guardano in fondo per l'aspetto, non c'è una ragazza di quelle che lavorano per me che non sia assolutamente mozzafiato a modo suo e lei è il mio fiore all'occhiello. Se dovessi portarmi accanto una persona per promuovere qualsiasi cosa, porterei lei: potrebbe vendere a me un paio di occhi Uchiha dopo avermeli rubati e credo che tutto questo faccia parte del suo fascino.
    Saper incantare con le parole perché come le ho sempre detto...
    « ...le parole sono importanti? » « Ma quelle bisbigliate lo sono ancora di più. » Non ci si sforza a proteggere delle parole con il dono del silenzio o del basso volume se queste non sono importanti o non valgano la pena di essere tenute in parte all'oscuro.
    E poi è vero, una delle mie ragazze una sera è tornata spaventatissima perché diceva che si è trovata improvvisamente davanti una donna dai lunghi capelli neri che le ha domandato proprio quello: conosci la stirpe degli occhi insanguinati?
    Una domanda a cui non avevo dato peso, poi ho fatto prendere il sopravvento alle mie paranoie.
    Io una stirpe dagli occhi rosso sangue la conosco ma so anche che è praticamente estinta...o quasi. Ed è quel quasi che mi preoccupa, sono campata tutto questo tempo diffidando di qualsiasi cosa e dando il giusto peso a tutte le parole che ho sentito, non è stato da me ignorarlo ma poi...
    « Pensi si riferisca a...? » Annuisco per poi fermarmi un attimo a guardare il mare e respirarne l'odore. Faccio cenno a Polly di seguirmi e raggiungermi su una panchina facendo letteralmente cambiare direzione ad un signore che stava facendo la stessa cosa. Rido appena.
    « Quello non era il signor Roran? » « E quella era la signora Roran, capisco perché ha cambiato strada. » « Dici che ancora la moglie non l'ha scoperto? Chissà se... » « Eas. »
    Sospiro sedendomi pesantemente.
    Ho voglia davvero di qualcosa che mi possa far dire di giocare, questa voce mi sta dando tanto fastidio e mi sta mettendo addosso davvero tanta ansia e credo che sia ben visibile. Anzi lo è perché Polly inizia a fissarmi appoggiandosi con il fianco sullo schienale della panchina, mettendovi anche il braccio che usa come sostegno per la testa.
    E mi fissa in maniera abbastanza insistente, davvero. « Qui in mezzo alla strada no, almeno aspetta che torniamo a casa e che Shikaku sia nella sua stanza, così può sentire. » « Sai che non parlo di quello. » « Non sei divertente. »
    « Perché ti preoccupi troppo. » « In fondo preoccuparmi è il mio mestiere. »
    Silenzio, lei mi guarda quasi con aria di rimprovero. « Perché non gliene parli? »
    « Perché non posso affidarmi a lui per qualsiasi cosa, devo comunque camminare da sola un po' anche se so che mi aiuterebbe volentieri. » « Probabilmente se gli dicessi che hai bisogno di un fiore dall'altra parte del mondo andrebbe a prendertelo, perché non gli fai indagare? » « Ah, sopravvaluti il mio ascendente su di lui: se fosse così tanto coinvolto, non sarei qui fuori a camminare. Devo fare da sola stavolta, voglio vederci chiaro. » « Non vorrai dirmi che...? » « Mh-hm. »
    Annuisco stiracchiandomi appena con le braccia: fa caldo , ho vestiti leggeri nei quali è facile muovermi e che onestamente con un bottone in più aperto coprirebbero molto meno di quello che la gente è abituata a vedere il giorno ed è per questo che nello stirarmi avanzo col petto.
    E credo sia per questo che trovo entrambe fissate da un paio di marinai che stanno scaricando delle scatole da una nave appena attraccata.
    « Stasera voglio rompere il silenzio ed ascoltare quella voce. »




    Si ringrazia Coralia per il layout.
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    ~ Spectre

    E' estremamente facile fare quello che vuoi quando sei proprietaria di un locale che non ha bisogno di gestione. Certo magari portarmi dietro Polly è troppo ma il suo lo sa fare, poi forse potrei aver bisogno di aiuto come no ed è sempre meglio prevenier che curare. Il fatto che siano le tre del mattino poi rende le strade molto silenziose se non per qualche ubriacone che litiga in qualche angolo o per gli schiamazzi provenienti da qualche osteria nel bel mezzo della vita.
    Ho lasciato le due gemelle alla reception dicendo loro di non aspettarci, mantenendo ovviamente il segreto di quello che stiamo andando a fare: sono convinta che se avessimo detto che andavamo ad indagare sullo spettro del clan insanguinato - come l'ho sentito chiamare simpaticamente in giro - ci avrebbero fermate con la forza.
    « Potranno dire cosa vogliono ma l'aria notturna mi piace di più. » « E' abitudine ormai Eas, anzi mi sono domandata come tu abbia fatto stamani a svegliarti per voler uscire un po'. » « E' per colpa di quei rumori, li avevo già sentiti ed oggi camminavo nella speranza di sentirne altri. Si sa che le parole di giorno volano più velocemente. » « Da quanto ci pensavi? Ti sei fatta più intraprendente. » « Da un po' ma non è intraprendenza, è sicurezza. Metti caso che questo spettro fa le domande sbagliate alle persone sbagliate, potrebbe crearmi non pochi problemi e non ho la minima intenzione di trovarmene adesso. » « Posso capirlo, ma cos'hai intenzione di fare quando chiarirai? » « Questo ancora non lo so ma lo vedrò sul momento. Sei qui apposta. »
    Polly sospirò allacciandosi il corpetto rinforzato che portava e sistemandosi i pugnali nelle fodere: ogni ragazza doveva esser brava a difendersi nel caso in cui qualcuno fosse stato particolarmente molesto ed era positivo il fatto che lei riuscisse in questo tipo di disciplina. Poteva difendersi senza aver bisogno di far esplodere mezza camera.
    Le diedi una pacca sulla schiena per poi continuare a camminare in direzione del primo luogo dell'avvistamento del famigerato spettro nella speranza di trovare qualcosa, qualche traccia ma niente. Cosa mi aspettavo, che fosse lì ad attendermi? Questo però non voleva dire che non esistesse, solo che dovevo cercare meglio. Ci sarebbe voluto ancora un po'.

    Prima di trovare qualcosa abbiamo dovuto fare un paio di cose interessanti, un paio su tutte respingere le avance di qualche marinaio ubriaco che è andato poi in direzione delle navi ancorate e poi intrattenere qualche minuto di conversazione con delle guardie che stavano facendo la ronda notturna. Non sembravano molto rassicurati di vedere due ragazze in mezzo alla strada in piena notte ma era bastato approfondire un attimo il discorso per scoprire che uno dei due era un mezzo cliente quasi fisso, fargli capire chi ero ed allora la scusa di voler vedere di impedire a qualche ragazza di passare la notte al freddo per darle un lavoro non era poi così campata in aria.
    Non era normale il fatto che pochi isolati più in là ci fosse un ometto rannicchiato su sé stesso che tremava con le mani sula testa. Forse era ciò di cui avevamo bisogno, non a caso abbiamo avuto l'idea allo stesso momento di andare a sentire cosa gli fosse successo.
    « Che succede? Sta bene? » « Vuole che chiamiamo aiuto? » « N-no..! » Non si aspettava di sicuro di vederci perché come ha sentito la mia voce è quasi saltato in alto da atterrare in piedi ma vedendo che in fondo siamo umane si è calmato. Circa, diciamo che ha smesso di aver paura di noi. « Era là...era là! » « Cos'è successo? » « Quattro isolati più avanti era là...! Uno scheletro accanto, due fari gialli e...e...oh, ho avuto i brividi da subito. Non uscire, mi diceva Anthony, se trovi lo spettro sono guai! Non...non mi ha seguito vero? »
    Polly gli prese le mani per cercare di calmarlo e lo guardò in volto, almeno avevamo trovato qualcosa. « No, non è qui. Più avanti ci sono delle guar- » « Vada al Silenzio e dalle ragazze al bancone si faccia dare una stanza libera, dite che vi manda Eas. » « Al...al Silenzio? Non è...? » « Un posto dove puoi dormire e rilassarti. Ed è mio: hai bisogno di un posto sicuro, lì non verrà nessuno spettro a darti fastidio. Vai tesoro, le guardie le avvertiamo noi. » L'uomo sembrò confuso ma alla fine si alzò e se ne andò a gambe levate. Ci alzammo ed io tirai un coppino a Polly. « Che ti dice il cervello? Dobbiamo andare là e tu lo mandi dalle guardie? Così ce le troviamo addosso e fanno domande scomode. » « Pensavo... » « Silenzio signorina e seguimi. »

    La prima cosa che notammo entrambe entrando in quel vicolo buio era che facesse un terribile, terribile freddo nonostante fosse una stagione calda e che fino alla strada prima la temperatura fosse più che normale. E soprattutto si poteva sentire, come seconda cosa, una presenza fin troppo pesante sulle spalle.
    Ci fermammo tutte e due.
    « Forse abbiamo fatto centro. » « Forse era meglio di no. Sicura, Eas? Cos'hai intenzione di fare? » « Intanto parlare. » « E dopo? »
    Con titubanza mi incamminai senza rispondere perché effettivamente cosa sarebbe successo...non lo so. Davvero. Per ora volevo solo vederci chiaro perché se davvero c'era qualcosa, quel qualcosa cercava probabilmente me o almeno questa era l'illusione che mi ero fatta in testa che speravo non fosse vera, fosse una di quelle che tempo fa con un buon rilascio avrei mandato al diavolo. Polly mi seguì titubante ma al contempo intenta a non starmi troppo lontana, non poteva tirarsi indietro ora che eravamo arrivate fin qui.
    « C'è nessuno? » Domandai all'ombra. Non era una strada molto illuminata, non riuscivo a vedere bene ma ero sicura che qui ci fosse qualcuno così come lo era chi mi stesse accompagnando. C'era un'aria strana, era l'aria di quando stava per succedere qualcosa di spiacevole.
    « So che stai cercando--- » « La stirpe degli occhi insanguinati. » Polly mise mano subito ai pugnali, io la fermai. Trasalii un attimo, ma ormai ero lì. « Perché? »
    « Gli spiriti parlano. Gli spiriti mi tormentano e mi chiedono di trovare l'ultima di loro. » « Cosa vogliono? » « Questo non posso... » Silenzio, un lungo momento di silenzio nel quale non sapevo se avanzare o andarmene. Ho sentito bisbigliare, poi un enorme e lungo brivido gelido attraversarmi la schiena al punto che mi volto d'istinto ma vedo solo Polly che probabilmente ha avvertito la stessa cosa.
    « Gli spiriti potranno lasciare il loro messaggio allora, erede. » Un passo dopo l'altro. « Non so di cosa stai parlando. Cosa vogliono gli spiriti? » Uno scheletro, ecco cos'esce dall'ombra per venir parzialmente illuminato dal chiarore della luna e dietro di lui altri passi. « Gli spiriti fremevano dalla voglia di parlare con te ma non ci sono più riusciti, significa che hai perso il dono del vostro sangue. » Questa sapeva, cavolo se sapeva. Quello scheletro non mi piaceva, proprio per niente ma il fatto che fosse al...guinzaglio? Era al guinzaglio, sì. Il fatto che lo fosse mi dava un senso di meno agitazione.
    Vedo una maschera sbucare dall'ombra. « Shui non ne è contento. » Storsi la bocca ammettendolo: era inutile nascondermi. « Shui ha ottenuto quel che meritava, non ho acceso io la miccia. »
    Mi voltai verso Polly, confusa di sicuro più di me. « Shui era mio fratello. »




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    ~ Obliged

    Non ho mai creduto agil spiriti, nemmeno quando Shikaku mi ha parlato dell'uomo più forte del mondo e del suo viaggio dentro la follia. L'ho ritenuta una scusa conveniente e niente di più ma adesso ci sono domande che possono aver risposta solo in questo modo ed una di queste è come fa a sapere il nome di Shui dato che nemmeno Polly lo sapeva.
    L'unica risposta possibile era quella: uno spirito.
    « Supponiamo tu ci stia parlando davvero. » Polly, approposito, mi si affiancò tenendo sotto tiro quello scheletro ma al momento tranne un sacco di brividi non avevo la minima percezione di pericolo. Solo un gran disagio, malessere e tanto freddo. Mi strinsi appena nelle spalle.
    « Dovresti potergli chiedere qualcosa che sa solo lui. »
    La donna - perché chiaramente era una donna anche se aveva una maschera addosso - si voltò verso la propria destra ascoltando un soffio di vento, poi---poi tornò a guardare me e mi indicò. « Il tuo fianco. » La cicatrice. « Vedo degli occhi bianchi che ti osservano, vedo dei fulmini ed una parola che esce e ti domanda--- » « Basta così, mi fido. Cosa vuoi da me? »
    La interrompo seccata distogliendo ora lo sguardo. Shikaku sapeva di come me l'ero procurata ed anche la mia famiglia ma nessun'altro, solo uno vivente. Gli altri sono solo spiriti che a quanto pare esistono davvero: la ragazza al mio fianco sembra perplessa, la donna che ho davanti abbassa la mano ed accarezza lo scheletro che ha di fronte.
    « Vorrei portarti un messaggio da parte di Shui e di Hana. Sono loro che tempestano i miei sogni ed inondano le mie orecchie, sono contrastanti però: da uno sento rancore, dall'altra no. E quando due spiriti comunicano assieme il loro sussurro è confuso e la mente di uno sciamano rischia di impazzire. »
    Non capivo. Continuavo a non cogliere il punto e la osservai con aria forse un po' severa ma penso che sia solo perché sa effettivamente chi sono e cos'ero, un destino che non doveva più venire a galla e che speravo molto e sepolto sotto quella lapide finta in quel cimitero. Chissà se è stata buttata giù da quelle bestie.
    « Dunque? » « Vogliono parlare con te ed io voglio insegnarti a parlare con loro. » « Sembra una cosa svantaggiosa per me. Perché dovrei? » « Perché lo hanno deciso gli spiriti. » « Peccato che gli spiriti sono morti mentre io sono viva, che se ne facciano una ragione. Polly, andiamo via. »
    Girai i tacchi e feci per andarmene rimanendo al fianco di Polly ma in un attimo iniziò a mancarmi il respiro sentendo un grave peso al petto che mi tolse tutta l'aria. Mi piegai in avanti cercando un po' di aria nella bassa quota e come unica reazione ottenni l'adirarsi di Polly che avanzò di due passi salvo poi trovarsi nella stessa situazione mia: senza aria e senza forze.
    « Ma gli spiriti vogliono parlare con te ed io non ho intenzione di sopportare la loro pena e la loro rabbia nei tuoi confronti. » Mi voltai verso di lei con una faccia davvero irata, come si permetteva? Indagava nel mio passato, se lo faceva dire e poi si metteva a pretendere che io volessi ascoltare chi quasi mi aveva cacciata? Il fatto però che avesse una posizione di vantaggio evidente era ciò che mi faceva mantenere la giusta calma e se fosse per me avrei combattuto ma anche Polly stava così e lei non era una combattente nata. Saper maneggiare un paio di pugnali non ti rendeva capace di accoltellare la gente ed almeno lei...
    « Va---va bene! »
    L'aria mi tornò togliendomi di dosso quella terribile sensazione di oppressione, sentendomi comunque decisamente osservata. Respirai a pieni polmoni, riprendendomi un poco. « Ma non qui. In un posto tranquillo. » « Eas non... » « Sono d'accordo. Dove? » « Seguici, ma quello non entra. » Indicai lo scheletro. « E nemmeno quella maschera, ti farai vedere in volto. » « Accettabile. »
    Nella penombra si tolse la maschera, avvicinandosi.
    ----------
    « Lady Eas, Polly siete rientrate! » Ah, Nia. Quella giovane fanciulletta vivace che ci accolse come un cagnolino accoglierebbe un padrone, solo che nel vederci un po' pallide si allarmò subito: evidentemente qualunque cosa avesse fatto quella donna, doveva essere rimasta impressa. « State...state bene? E quella donna? » « Tutto apposto Nia, la donna è con noi. Dobbiamo parlare e saremo nelle mie stanze, non farci interrompere da nessuno. »
    Quale donna? Ah vero, Desdemona: occhi ambrati, carnagione pallida, lunghi capelli neri. Sarebbe piaciuta ad un sacco di persone, soprattutto per il suo sorriso che sembrava celare niente e qualsiasi cosa. Salutò Nia con un cenno del capo, poi ci seguì per le scale. Mi slacciai il corpetto perché avevo bisogno d'aria, fermandomi a metà prima rampa.
    « Mi raccomando Nia. » Portai l'indice alla bocca nel chiaro e più noto cenno di silenzio, trovando assenso nella ragazza che annuì chinando il capo. Dunque salimmo.

    « Allora. » Gettai la parte superiore del corpetto su una poltrona, entrando in stanza: Desdemona, la donna, sarebbe entrata dopo me e Polly la quale però si sarebbe fermata sulla porta. « Cosa vuoi che faccia? » « Ho bisogno che tu veda, Lady Eas. » « Eas, niente onorifici. A vedere sono abbastanza brava, però se mi sforzo non riesco a scorgere niente attorno a me di differente da ciò che effettivamente c'è adesso: delle mura, i miei mobili, noi... » « Il tuo non è vedere, il tuo è guardare ciò che ti passa davanti senza prestare attenzione. »
    Fece due passi dentro la stanza iniziando a guardarsi intorno. Era curiosa, probabilmente non aveva visto una camera del genere mentre stava---ovunque fosse stata. Sospirai, odiavo queste cose psicologiche che andavano interpretate perché non sapevo farlo, non sapevo interpretare.
    « Siediti. » Polly era diffidente, io capivo che ormai era in casa mia ma la padrona in qualche modo fosse lei. Mi accomodai sulla poltrona libera, osservandola. « Chiudi gli occhi, respira e nel più totale dei silenzi cerca di scorgere i sussurri dell'altro mondo, cerca di sentirli. Cerca quella piccola fiamma che arde a malapena in trasparenza, cerca il freddo, cerca loro. »
    Era...più semplice a dirsi che a farsi. Cosa dovevo fare? Come facevo a vedere qualcosa di invisibile? Forse era come quando ai tempi usavo il simbolo del nostro clan, forse era come quando all'epoca usavo quello sguardo capace di impaurire. Di intimorire: forse dovevo concentrare solo energia là, ai miei occhi, anche se mi aveva detto di sentire. Mi aveva anche detto che non stavo vedendo ma guardando casualmente, credo che l'interpretazione fosse quella ma...niente.
    « Ho bisogno di qualcosa in più. » « Devi abbandonare la tua diffidenza. » « Beh scusami se non riesco ancora a fidarmi di una che appare nelle tenebre, mi dice di parlar con gli spiriti e mi forza quasi a fare ciò che vuole. Ti chiedo scusa, tesoro, se non ci riesco. » « Ma eri sulla strada giusta, stavi concentrando il tuo sguardo. »
    Sospirai piegando la schiena all'indietro, appoggiandola sullo schienale. « Anche quello è un peccato, ho perso quel dono molto tempo fa. » « Questo è un problema, per poter vedere ciò che non c'è più bisogna guardare con gli occhi di chi non c'è più. Ti sarebbe stato utile quel dono. » « Cosa vuoi dire? » « Possono gli occhi di un vivo vedere un morto? » « Vuoi che mi uccida? » « Assolutamente no. » « Eas, non mi piace dove sta andando questa conversazione. » « ... »
    Distolsi lo sguardo gettandolo verso la finestra. Dovevo darle retta perché non l'avrei potuta contrastare, al contempo non potevo permettermi di mandarla via perché non se ne sarebbe andata, probabilmente, finché non l'avrebbe voluto con il rischio di mandare all'aria la mia copertura.
    Solo che onestamente non sapevo cosa inventarmi perché non sapevo come con lo sguardo avrei potuto vedere con gli occhi di un... Chiusi i miei, di occhi, prendendo un respiro davvero davvero profondo.
    Sconcertato per voltarmi verso Desdemona che sorrideva.
    Infame.
    « Polly per cortesia ho bisogno che tu mi chiami Shikaku e che non entri qui dentro. » « Cosa..? Eas, sei sicura che vuoi stare da sola con lei? » « Ho bisogno di lui per qualcosa che tu non puoi fare, per favore: è urgente. » Rimase qualche secondo in silenzio, poi uscì dalla porta per andare a bussare a quella di Shikaku. Se gli avesse risposto, senza dir niente gli avrebbe detto che Eas lo stava cercando per una faccenda di massima importanza.




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    ~ Eyes

    Ovvio che Shikaku fosse preoccupato di fronte ad una richiesta del genere a quest'ora della notte, lo sarei anche io se la cosa fosse venuta dall'altra parte ma il fatto che non abbia fatto troppe domande e si sia presentato nella mia stanza la dice lunga su quanto forse Polly, oggi, avesse ragione. Almeno così mi piace credere, che qualcuno si preoccupi davvero per me oltre lei.
    « Grazie caro, puoi chiudere la porta per favore? Polly rimarrà fuori e non farà entrare nessuno. »
    Probabilmente la figura di Desdemona doveva averlo insospettito: una persona ti chiama nel cuore della notte per raggiungerla per una faccenda urgente, arrivi e trovi una donna pacata e silenziosa ad aspettare con lei? Una persona ignara avrebbe domandato se non fosse il suo completanno, Shikaku però una persona ignara non lo era.
    « Lasciate che faccia le introduzioni: lui è Shikaku, lei è Desdemona. Può parlare con gli spiriti. » Sì Shikaku, so che è strano. Ma non senti un bisbiglio nell'aria? Un rumore nell'aria annunciato da un leggero brivido freddo, uno dei tanti che ho sentito in questi minuti di attesa e che mi danno oltremodo fastidio.
    E pensare che vuol insegnarmi a gestirli, questi brividi. Mi domando cos'abbia fatto di male in vita mia per meritarmi anche questo, che le voci di chi non c'è più continuino a tormentare le mie orecchie anche quando ti sei messa a vivere una vita tranquilla - più o meno - facendo del bene alle persone. Sospiro, credo sia ciò che ho fatto più frequentemente nell'ultima ora e mezza e probabilmente è il mio rimedio verso tutto quello che sta succedendo.
    « Riassumo io cara, posso? » « Prego. »
    Ringraziai sarcasticamente con il capo, voltandomi verso Shikaku che probabilmente aveva bisogno di una spiegazione più che mai.
    « Non so se hai sentito la voce in giro, ma parlano di uno spettro che domanda di cercare un discendente della stirpe degli occhi insanguinati. Sai come sono, sempre all'erta, ed ho pensato bene di indagare di persona ed eccoci qua: a quanto pare come detto può comunicare con gli spiriti e questi hanno qualcosa da dirmi e la stanno tormentando da un bel po'. » « Da settimane, sono ormai insopportabili. » « Non avevamo detto che ci pensavo io? »
    Alzò le mani ridendosela, azzittendosi.
    « Comunque. A quanto pare non può più resistere alla loro continua voce ed ha pensato bene di insegnarmi a parlare con loro in modo che sai, devono parlare con me ed allora meglio che sia io a discorrerci no? Come si suol dire, se vuoi qualcosa vienimelo a dire in faccia: la cara Desdemona sembra essere dello stesso preavviso. Solo che abbiamo un problema che ora sì, puoi dirgli te dato che è roba tua. »
    Mi alzai e le lasciai posto dirigendomi verso il letto pesante, ero più diretta al materasso.
    La donna dai capelli neri fece tre o quattro passi verso Shikaku osservandolo, per poi girargli intorno e sorridendogli.
    « Lady Eas ha un problema, non può più vedere. Si può limitare a guardare distrattamente tutto ciò che le passa intorno ma il mondo
    è più vasto di quello che avete di fronte, il mondo cela anche quella parte di sé che le persone comuni non possono notare. Ed è per questo che esistiamo noi.
    »
    Lei parlava, io avevo alzato metà materasso e mi ero praticamente immersa dentro lasciando uscire solo la metà posteriore del mio corpo: per qualcuno poteva essere un bel vedere, era però anche leggermente comica come situazione vista da fuori. Ma stavo cercando qualcosa di davvero, davvero importante.
    « E dato che a quanto a quanto pare ha perso il dono del suo sangue al momento le è impossibile vedere con gli occhi dei vivi. Le serve un altro sguardo per poter osservare la forma degli spiriti e per aver le capacità di ascoltare la loro voce. Anche se ancora non ho capito perché abbia chiamato proprio te. » « Questo perché...puah! »
    Sbucai da sotto il materasso con i capelli scompigliati, appoggiando qualcosa sul letto coperto da un telo. Era un tesoro inestimabile agli occhi di tanti ed avrebbero pagato per averli, suppongo però che se li scambio e ci metto i miei potrà valere lo stesso dato che in fondo riconoscerli è abbastanza facile. Nessuno al mondo li ha neri come noi e soprattutto nessuno al mondo li ha colorati di rosso come noi.
    O meglio come me, non esiste più un "noi". Mi rimisi al loro posto i capelli, recuperai l'involucro e lo appoggiai sul tavolino tra le poltrone. « ...è una cosa che solo lui credo sappia fare, non l'ho mai spiegato a Polly. Non posso vedere con i miei occhi? Perfetto. » L'ennesimo brivido freddo che inondò la stanza, chissà se anche Shikaku lo avvertì sulla sua pelle. Se davvero aveva parlato con Shui potevo capire perché ci fosse tutta questa agitazione, probabilmente era furibondo. « Quando ho ucciso quella peste che aleggia nella stanza mi sono presa qualcosa da lui, qualcosa che non gli sarebbe di sicuro servito più e me lo sono portato dietro: non l'ho mai detto a nessuno e nessuno lo sa. » « I suoi occhi. » « Esatto. »
    Fu un meraviglioso sorriso malefico quello che apparì sul volto di Desdemona. Farà male, ne sono sicura, e potrei non riuscire più a vedere ma in quel caso probabilmente avrei davvero l'appoggio dell'unica persona di cui ho bisogno: in caso contrario beh, se tutto è vero riuscirò a vedere il fantasma di mio fratello che mi fa la linguaccia cercando di spaventarmi.
    Lo batterei pure lì.
    Guardai Shikaku sorridendo amara, scoprendo il velo e rivelando due bulbi oculari conservati in un liquido apposito dentro un barattolo di vetro ben sigillato da, appunto, tre o quattro sigilli che solo chi in possesso di un po' di chakra può sciogliere.
    « Ho bisogno che tu mi trapianti i suoi occhi. »




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    Era normale che fosse preoccupato. Quei giorni li aveva vissuti in piena tranquillità: si era goduto la città, il locale e la compagnia. Tutto rigorosamente a scrocco. E se Polly, agitata come non l’aveva mai vista, veniva a riferirgli che Eas aveva bisogno immediato di lui, allora doveva certamente trattarsi di una questione seria. Altrimenti, conoscendola, lei non si sarebbe permessa di scomodarlo.

    Fu solo una volta varcata la soglia della stanza che si tranquillizzò, vedendola viva e vegeta, tutta d’un pezzo come madre natura l’aveva fatta. Ma il sollievo durò poco perché la storia che quelle due finirono per raccontargli lo colsero completamente alla sprovvista.

    Spiriti!?

    Chiese con scetticismo. No, non riusciva proprio a percepirli e non aveva nessun brivido lungo la schiena. Tuttavia il suo scetticismo non era derivato dal fatto che non credesse alla sopravvivenza della coscienza dopo la morte ne dal fatto che non credesse nella presenza di un mondo ultraterreno ove risiedessero le anime dei defunti. Anche lui aveva avuto modo di entrare più o meno in contatto con l’al di là. Non da ultimo, nel pieno della disperazione per la perdita della sua amata, aveva cercato di raccogliere informazioni riguardo come poterla resuscitare, senza comunque arrivare a nulla di utile o concreto.

    Dico, non è che forse ti stai fidando della persona sbagliata?

    Era proprio questo il dubbio di Shikaku e lo disse senza troppi peli sulla lingua alla diretta interessata, Desdemona o come diavolo si chiamava. Non aveva mai sentito parlare di qualcuno in grado di comunicare con gli spiriti. E soprattutto si chiedeva cosa mai gli spiriti potessero volere dalla bella Eas, anche se forse poteva immaginarlo. Sperava solo che la sua compagna avesse fatto tutti gli accertamenti del caso e non si fosse fidata semplicemente delle voci e della prima vecchia che passava per la strada. Anche perché ciò che intendeva fare era assai estremo.

    E quelli da dove saltano fuori?

    C’era gente che per quel barattolo con quei due occhi avrebbe pagato decine di migliaia di monete d’oro, soprattutto al mercato nero. E lei lo teneva lì, sotto il letto. Shikaku scosse la testa e si passò una mano sulla faccia, per poi sedersi e mettersi a pensare qualche secondo con lo sguardo fisso sul pavimento.

    Non ho mai fatto una cosa del genere. E credo che prima di partire in quinta tu debba essere più che consapevole dei rischi di ciò che stai per fare. E dovresti soppesare i rischi con i benefici che ne potresti trarre.

    Disse puntando l’indice verso Eas, quasi volesse farle la ramanzina. Era un modo per proteggerla: un trapianto di occhi non era qualcosa che andava preso troppo alla leggera, ne qualcosa che avrebbe dovuto essere eseguito per la prima volta da qualcuno che non lo aveva mai nemmeno visto fare.

    Quanto a te.. Puoi comunicare davvero con tutti gli spiriti del mondo ultraterreno?

    E la guardò negli occhi tremendamente serio. Si fidava di te Eas ed era sicuro che tu avessi già fatto tutte le verifiche del caso, ma voleva altre prove ed altre certezze circa la veridicità di ciò che la signora andava professando. Forse Eas avevi già intuito con chi Shikaku avrebbe voluto mettersi in contatto.

     
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    Potevo capire il suo scetticismo, all'inizio anch'io ero un po' così. Soprattutto perché davvero non credevo che esistesse qualcuno che potesse conoscere del nome del mio vecchio clan e che magari lo avesse cercato solo in qualche libro: all'inizio ho avuto anche lo stesso sospetto di Polly. Mi è bastato parlarci due minuti per capire che in fondo stesse dicendo la verità ed a lei è bastato fare...qualcosa per convincermi che ormai ora che mi aveva trovata dovessi solo subire il corso degli eventi. Se le avessi detto no cosa le impediva di andare dalle autorità e denunciarmi? A quel punto sarebbe andato tutto all'aria: erano più i rischi a dir di no che a dir di sì.
    Forse questo Shikaku non l'aveva capito.
    E poi diamine, non vedevo l'ora di avere anche gli spiriti dei morti a tormentarmi.
    Sì legge il sarcasmo, vero?
    « Ti pare che con tutto il tempo impiegato a scappare, mi fido della prima persona che arriva e dice di conoscere gli spiriti dei morti? » Insomma, mi aveva presa per una sprovveduta? Diedi uno sguardo a Desdemona che poteva capire, sono sicura, perché Shikaku si comportasse così. « Forse tu non li senti ma da quando le parlo è un continuo di brividi freddi lungo la schiena, come se ci fosse qualcosa che mi sfiora ogni volta e mi gela il sangue: è fastidioso. » « Ma passeranno quando potrai comunicare con loro. » « Facile, visto? »
    Sbuffai verso Shikaku, facendo un paio di passi verso di lui. Si era seduto, perfetto, voleva dire che se mi fossi messa davanti non sarebbe potuto scappare ed infatti mi piazzai di fronte alla sua poltrona, mi inginocchiai - dato che non potevo sedermi davanti - e gli presi le mani. « Ha fatto i nomi di mio fratello e mia madre, nomi che non ricordi nemmeno tu. »
    E che a momenti non ricordavo nemmeno io. « Mi ha detto della cicatrice che porto sul fianco, di come me la sono fatta e sai chi conosce questo episodio? Solo tu. Oltre, solo la mia famiglia e non credo che ne abbiano fatto parola con anima viva. Mi ha parlato di occhi bianchi. » « Durante un crepitio di fulmini. »
    Lo guardai con aria eloquente, come se gli dicessi con gli occhi "visto? Che ti dicevo?".
    Non morivo proprio dalla voglia di fare quello che quella donna mi diceva ma in fondo se tutto questo sarebbe passato semplicemente con un piccolo intervento allora il gioco poteva valere la candela: avevo l'impressione che se mi fossi sottratta allora sarei stata ospite di questa terribile sensazione a vita. Presente le storie di fantasmi, quelle dove si dice che lo spirito della persona morta affogata continua ad infestare il lago dov'è morta? Adesso credo che infesteranno me in eterno se chi intercede per loro glielo dice e potrebbe capitarmi qualsiasi cosa: Shikaku potrà proteggermi dal materiale, ma quanto è attrezzato per l'ultraterreno?
    « Dunque--- » « Noi sciamani possiamo farlo. » Mi interruppe come se volesse rispondere all'ultima domanda che il biondo aveva posto, togliendo le mani da dietro la schiena per rivelare la maschera che non aveva mai buttato e che in fondo mi metteva un po' d'ansia: non ero una fan dell'occulto ma quell'oggetto mi sembrava davvero capace di vedere oltre e gli occhi di Desdemona che passavano da quelle fessure, ai miei, erano davvero inquietanti. « Ma non possiamo sapere per chi andiamo ad intercedere finché non ce lo troviamo davanti. Possiamo percepire, possiamo trovare i residui delle anime ma il loro nome è a noi sconosciuto finché non ce lo rivelano, come succede per i vivi: possiamo incontrare una persona ma non potremo sapere il loro nome a meno che non ci venga detto. Non sono vita e morte facce della stessa medaglia? »
    Rimasi in silenzio pure io, sempre puntellata in ginocchio. Era quasi un discorso affascinante se non fosse per il fatto che parlava di morte e vedere persone che potevano esser messe in maniera orribile ma...forse davvero è meno grave di quanto creda. « Ma il nostro compito non è portare la pena altrui, noi osserviamo e riferiamo messaggi. Se tutto va bene, in questa stanza non sarò l'unica a poter vedere ciò che sta al di là e se vorrai far sì che le tue parole raggiungano qualcuno o viceversa potrai chiedere a lei. »
    Si girò verso di me. « Meraviglioso, no? »
    Oh, quanto sarcasmo. Ma dovevo in qualche modo alleggerire la tensione perché dovevo rilassarlo e davvero, questa non era una cosa che potevo fare da sola: mi serviva assolutamente l'aiuto di Shikaku. Forse, in fondo in fondo, ero pure curiosa. Non avevo avuto bisogno in passato di compiere questo gesto, cosa provava chi lo faceva anni fa?
    Come si sentiva?
    Mi alzai e senza mezzi termini mi sedetti sulle sue gambe, in braccio a lui, passandogli le mani dietro al collo.
    « Ed ho chiesto a te perché so che posso fidarmi, so che farai tutto ciò che puoi per permettermi di tornare a vedere la luce ed io so che puoi farcela. Male che vada, tesoro, avrò un paio di occhi nuovi. Considerala come una quota d'affitto da versare una volta sola. »
    So con chi vuole parlare, almeno posso cercare di immaginarlo.
    Il fatto che non ci voglia pensare è tutta un'altra faccenda e farò di tutto per non farlo, ho già la mia bella gatta da pelare.
    « Per favore. »




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    Fece un lungo sospiro mentre guardava Eas, seduta sulle sue gambe, nel profondo degli occhi per cercare di capire se avesse qualche sorta di esitazione o ripensamento su cui poter far leva e farla desistere. Ma non ne aveva purtroppo.

    E va bene..

    Alla fine era stato convinto sia dalle rivelazioni della signora, che dall’atteggiamento sicuro e spensierato di Eas. Quella ragazza si era conquistata veramente un forte ascendente su di lui.

    Se è questo ciò che desideri, sarò lieto di accontentarti. Farò del mio meglio per far si che tutto fili liscio.

    E la strinse a se dandole un bacio sulla guancia. Tu guarda questa donna in che situazione lo stava cacciando: si era maledetto per non essere riuscito a proteggerla dalle bestie nella foresta di Arcadia, figuriamoci ora che c’era il potenziale pericolo di accecarla per sempre qualora avesse sbagliato le modalità del trapianto. Eppure lei sembrava non aver nemmeno preso in considerazione questa eventualità, dando per scontato che Shikaku avrebbe fatto tutto in maniera corretta e senza sbavature.

    Forza, sdraiati sul letto con la testa leggermente rialzata. Prima facciamo e meglio è.

    Disse cercando di raggiungere la concentrazione necessaria all’esecuzione dell’intervento.

    Hai dei farmaci anestetizzanti o per lo meno degli antidolorifici? Altrimenti non credo riuscirai a sopportare il dolore.

    In ogni caso, anche in caso di spasmi, lamenti e convulsioni non le avrebbe permesso di muoversi di un millimetro poiché si sarebbe assicurato di bloccarla in una morsa dalla quale non si sarebbe potuta divincolare. La morsa delle ombre. La stanza si sarebbe fatta più buia del solito e le ombre avrebbero cominciato ad avvolgere la figura di Eas distesa nel letto, arrivando sino alla nuca e lasciandole scoperto solo il viso.
    CITAZIONE
    Aura: Darkness
    [Rapido]
    Focus: Utilità
    Il portatore manipola l'oscurità circostante diventandone catalizzatore e assorbendone le proprietà. A ciò corrisponde una mutazione fisica evidente che può andare dalla semplice colorazione degli occhi a più vistose manifestazioni oscure sul corpo.
    Si acquisiscono le passive dell'arte segreta e la possibilità di utilizzarne le skill.
    I danni delle skill di elemento: Oscurità sugli esseri viventi non sono considerati elementali, ma riduzione vita.
    L'aura non può essere disattivata in alcun modo (nè volontariamente nè da effetti di stato) per i primi 2 turni escluso quello di attivazione.
    [Chakra attivazione: 10 + [10 x Rank]]
    [Vita attivazione: [5xRank]% Vita massima]
    [Consumo Vita x turno: 10% Vita massima]

    CITAZIONE
    Skill: Dark Binding
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Il portatore manipola l'oscurità intorno a sè, nella fattispecie la propria ombra, che cercherà di legarsi a quella di un avversario entro i 15 metri. Per sottrarsi alla cattura occorrerà compiere una SCHIVATA, portandosi fuori dalla gittata di questa skill.
    I movimenti senza costo di chi viene catturato vengono azzerati e i movimenti extra costano due slot rapidi.
    Si rimane due turni nella skill. Durante il secondo turno, è possibile spendere chakra: 30 per liberarsi, usando lo slot rapido.
    Se l'Aura: Darkness viene disattivata, questa skill perde ogni effetto.
    Se la distanza tra l'utilizzatore e la vittima supera i 15 metri, la skill viene immediatamente interrotta.
    [Chakra: 15]

    Shikaku sudava freddo ma manteneva mano ferma e compostezza da vero chirurgo. Lentamente svitò il vaso con dentro gli occhi da trapiantare e dopo di che, da sotto la manica della sua camicia viola (proprio quella nuova che le aveva comprato Polly!), sarebbero fuoriusciti sottili filamenti neri che con cautela avrebbero avvolto il primo occhio, portandolo fuori dal liquido gelatinoso nel quale era sospeso.
    CITAZIONE
    Skill: Black Threads
    [Rapido]
    Focus: Utilità/Difensivo
    Il corpo dell'utilizzatore è attraversato da sottili filamenti sotto pelle che vengono utilizzati per richiudere rapidamente le ferite.
    Rimuove tutte le istanze di BLEED.
    [Chakra: 10]

    Ora cerca di stare più ferma possibile, mi raccomando.

    Diceva mentre altri filamenti uscenti dal braccio opposto si sarebbero diretti verso l’occhio sinistro di Eas, penetrandole lentamente l'orbita per avvolgerle il bulbo e tirarlo sino a strapparglielo fuori. Era il momento più delicato e problematico. Continuare a parlare forse avrebbe aiutato a stemperare la tensione e a calmare le sue urla.

    Gli occhi delle persone normali, qualora vengano asportati dalla cavità oculare e recisi dal nervo ottico originario a cui sono collegati, perdono ogni vitalità e funzione. Non possono essere più ripiantati e la persona a cui sono stati strappati diventa cieca per sempre. Ma gli occhi della tua stirpe sono diversi mia cara, gli occhi della tua stirpe sono irti di chakra ed energia vitale: qualora vengano impiantati nella cavità oculare di un'altra persona, sono capaci di collegarsi al nervo ottico di quella persona, ridandole così la vista. E' per questo che sono così rari e ricercati. Ambiti.

    Manteneva un tono tranquillo e pacato. Non poteva assolutamente permettersi di lasciarsi trasportare dall’agitazione o dall'ansia mentre il processo di estrazione veniva effettuato. Ne poteva lasciarsi condizionare dagli schizzi di sangue e dalle grida della sua compagna. Mentre con una mano controllava i filamenti che avevano estratto l'occhio, con l'altra controllava i filamenti che con cautela sistemavano ed adagiavano il bulbo nuovo nella cavità appena svuotata.

    Penso che così possa funzionare..

    Ora restava solo il secondo occhio da trapiantare.
     
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    Il fatto che lo convincessi era fuori discussione, probabilmente Shikaku aveva già iniziato il suo lavoro prima ancora che mi parlasse nel momento esatto in cui era entrato in questa stanza. Vero che non l'aveva mai fatto ma non voglio credere che ai tempi nessuno glien'abbia mai parlato, inoltre quelle cose che ha usato nel bosco per aiutarmi a chiudere momentaneamente la ferita in attesa che venisse trattata nel migliore dei modi.
    Gli sorrisi.
    Non era una cosa che avrei voluto fare ma per qualche motivo sentivo di non aver scelta ed era una sensazione che non mi piaceva, per questo forse cercavo di convincermi che fosse qualcosa che mi avrebbe aiutato a vivere meglio in futuro. Come? Ancora non lo sapevo.
    « Grazie. » Gli dissi senza mezzi termini abbandonando qualsiasi tono di scherno, in fondo era giusto una precauzione che mi ero presa: se l'avessi chiesto a qualcun altro non mi sarei sentita così sicura, anzi probabilmente sarei più terrorizzata di quanto dovrei essere. « Allora affitto pagato. » Feci per alzarmi, però mi fermai rimanendo ancora seduta sulle sue gambe soppesando tutta la situazione che in effetti era pericolosa, solo che meno ci pensavo e meno appariva tale: rischiavo seriamente di non riuscire più a vedere la luce del giorno se qualcosa fosse andato storto.
    E non solo il giorno, un sacco di cose: la cosa che mi terrorizzava di più probabilmente era l'idea di non riuscire mai più a vedere nemmeno un sorriso, nemmeno un volto o un colore solo che stavo facendo davvero di tutto, di tutto per non pensarci. Stavo guardando fuori dalla finestra, facendo un respiro profondo, salvo poi girarmi l'ultima volta verso Shikakau. « E se qualcosa dovesse andare storto, questa è la mia garanzia. » Probabilmente non gli avrei dato nemmeno tempo di far niente, mi volli prendere una soddisfazione: se dovevo correre il rischio di non riuscire più a veder niente, nemmeno un volto, tanto valeva che mi concedessi l'ultimo piccolo lusso che in realtà non era nemmeno niente di pesante. Un bacio, a stampo, rapido e veloce sulle labbra del biondo: qualcosa leggero come l'aria ma che sarebbe stata la mia garanzia, sapevo che avrebbe fatto il possibile per evitare quest'opportunità ma adesso non solo credevo avrebbe avuto un incentivo in più, era anche un mio lascito.
    Non gliene avrei fatto una colpa.
    Tirandomi su al volo, mi voltai verso Desdemona. « Se tutto va bene, i tempi di recupero previsti secondo le scritture del clan sono di ventiquattrore minimo, per un massimo del doppio. Se non ti dispiace, starai nella stanza affianco. » « Non ho nessuna intenzione di scappare, tutto questo rientra anche nei miei interessi. Grazie per l'ospitalità. »
    Fu la domanda di Shikaku a farmi tornare con i piedi per terra.
    Un anestetico? Purtroppo...
    « E' per quello che so già che farà male, non ho niente: non siamo una farmacia. » Sospirai scrollando le spalle passandomi le mani sul volto. Chissà cos'avevano passato tutti quelli che hanno fatto questo intervento, mi domandavo: ora l'avrei saputo.
    Non dissi niente, niente di più. Non una parola, non un gesto ma stavolta mi trovai ad eseguire come una brava bambina che non ero mai riuscita ad essere: gli avevo chiesto aiuto, avrei dovuto sopportare i suoi ordini. Non mi rassicurava il fatto che conoscesse le particolarità degli occhi del mio clan ma mi immaginavo una cosa: non avrebbero fatto tutto da soli ed avrei dovuto concentrare l'energia, il chakra, nelle cavità che dovevano essere svuotate e riempite successivamente per una ragione di allineamento al nuovo corpo, di adattamento. Allineamento al nuovo flusso vitale e perché i filamenti interni non morissero completamente nel breve periodo in cui non fossero rimasti coperti da qualcosa.
    Non mi fece tanto paura la presa delle tenebre sul mio corpo.
    Lo fece quella attorno all'occhio e credo che non sia mai stata un'espressione tanto eloquente. Avrei voluto stringere qualcosa, anche una mano sola ma non potei e sin da quel leggero tocco sul bulbo iniziai a sentire dolore e non saprei nemmeno come descriverlo, so solo che era terrificante anche solo star così. Quando avrebbe reciso e tirato sarebbe stato atroce.
    « Non allungarmi l'agonia e vai! »
    Mi tremava la voce, per quanto fossi sicura poco prima adesso avevo paura e tutti i miei intenti sparirono quando tolse il primo occhio. Urlai? Santo cielo se urlai, questo andava oltre ogni tipo di dolore che avessi mai sperimentato e probabilmente che avrei provato in futuro. Non credo ci siano parole che possano descrivere quello che ho passato e probabilmente la mia voce è stata sentita in ogni angolo del locale: mi ero sempre detta di cercare di fare meno rumore possibile in qualsiasi cosa ma stavolta non ci ero riuscita.
    Avevo dovuto urlare, lo avrei fatto anche se Shikaku mi avesse coperto la bocca.
    Non so come feci a non perdere i sensi dal dolore, probabilmente fu un miracolo ed il fatto che mi ripetevo di non dover far fare tutto a lui, di dover concentrare il chakra nelle cavità per poter facilitare l'inserimento. Quando il primo bulbo fu sostituito ed ebbi modo di rifiatare probabilmente avevo un aspetto orribile ed il sangue che dovevo aver perso non doveva essere uno scherzo, però era necessario. Chiusi un attimo quello buono, mi presi giusto quei pochi secondi prima di dargli il via: meno sarebbe durata quella pena, meglio sarebbe stato e far passare tempo prima di agire sulla seconda parte avrebbe solo prolungato la propria agonia. Stavolta però feci di tutto, di tutto per trattenermi: mi ero abituata al dolore? Non ti puoi abituare ad una cosa del genere, fidatevi: non ce la puoi fare e nemmeno quando il tutto finì potei dire di star bene.
    Ero esausta ed il non poter vedere era solo frustrante. Però...
    « Grazie. »
    Lo mormai appena prima di lasciarmi andare e perdere, stavolta sì, i sensi. Avevo consumato ogni tipo di energia.
    Cos'avrei visto una volta aperti gli occhi?
    Avrei visto qualcosa?




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    Spiazzato. Più del solito. Nel momento meno adatto. Ecco come restò quando le loro labbra si sfiorarono. Non sapeva davvero cosa pensare o come reagire, dunque cercò di concentrarsi su quello che avrebbe dovuto fare di lì a poco. Forse sarebbe apparso ancora una volta freddo, ma la verità era che si sentiva addosso il peso della responsabilità per quello che sarebbe accaduto. Perchè non stava accadendo ad una persona qualsiasi, ma alla sua.. alla sua Eas. La sua unica ed insostituibile Eas.

    E’ dura vedere una persona a cui ci tieni tanto soffrire in quel modo. E’ dura anche non lasciarsi trasportare dall’emozione e mantenere il sangue freddo nel momento in cui la vedi strillare dal dolore ed implorare che tutto finisca presto. Fu un bagno di sangue e probabilmente Polly avrebbe dovuto lavargli la camicia un paio di volte per togliere tutte quelle macchie. Forse l’avrebbe persino dovuta buttare nel bidone. Lenzuola comprese. Il volto di Eas era irriconoscibile ed ora non restava che sperare. Sperare che avesse eseguito la procedura in modo corretto. Sperare che lei tornasse a riaprire gli occhi. A vedere.

    Mise i suoi occhi nel barattolo al posto di quelli che aveva trapiantato e poi prese una benda per fasciarle il viso e pulirle un po’ il sangue. Cercò di essere il più delicato possibile. Avevano un aspetto tremendo quegli occhi.

    Riposati. Ne hai bisogno. Sei stata bravissima. Ora è importante che tu li tenga al buio per non sforzarli.

    Era tanto preoccupato quanto soddisfatto per ciò che aveva fatto. Solo nei libri e nei racconti aveva udito di quella leggendaria procedura di scambio degli occhi. C’erano famiglie intere che si ammazzavano per la brama di portarla a termine, perché si diceva che chi si impiantava gli occhi di un suo consanguineo, otteneva poteri straordinari e fuori dal comune.

    Chiuse le tende delle finestre e spente le luci, accompagnò fuori dalla stanza Desdemona e cercò di tranquillizzare Polly, raccontandole a grandi linee ciò che era successo ed il motivo per cui aveva il sangue di Eas sulla sua camicia nuova.

    Tieni sotto sorveglianza questa donna, la terrò d’occhio pure io. Fai in modo che non lasci mai questa stanza per le prossime quarantotto ore e se dovessi notare qualsiasi cosa di sospetto avvisami immediatamente. Conto su di te Polly.

    Le confidò lontano da orecchi indiscreti. Non si fidava di Desdemona e temeva che se fosse uscita dal locale, avrebbe potuto confidare a qualcuno ciò che aveva visto, facendo così nascere una caccia alle streghe nei confronti di Eas. O meglio, una caccia al ninja. E non un ninja qualunque, ma un membro del clan Uchiha.

    Quanto a lui, tornò immediatamente in stanza da Eas con dell’acqua fresca. Le avrebbe tenuto la mano tutto il tempo e sarebbe rimasto lì seduto accanto al letto a dormire con lei. Sino al momento in cui si sarebbe risvegliata. Sino al momento in cui avrebbe potuto chiederle spiegazioni per quel bacio sfuggito. Bacio a cui ora ripensava: senza accorgersene, aveva creato un legame più profondo di quanto si sarebbe mai aspettato.



    Edited by mrxxx - 22/5/2018, 16:22
     
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    ~ Day?


    Polly farà le domande al momento giusto ma il fatto che veda uscire Shikaku dalla porta con la camicia completamente insanguinata dopo quelle urla è forse un segnale in più che qualcosa è successo e forse non vedere è stato davvero meglio. Come detto quello che ho lasciato uscire dalla mia bocca sono lamenti che nessuno aveva mai sentito ed un paio di ragazze sono anche appostate in fondo alle scale e la vista del sangue le spaventa. Il racconto di Shikaku viene detto a bassa voce solo perché senta lei ed il suo pensiero, quando Desdemona si ritira nella stanza alla destra di quella di Eas, è di andare dalle altre ed inventarsi qualcosa.
    Shikaku lo può sentire: ha avuto un incidente al volto e Shikaku l'ha aiutata a sistemare la ferita, solo che senza anestesia è stato quello il risultato. Ora però sta bene. Le ragazze rimangono un attimo sull'attenti, sono ormai quasi le quattro del mattino e per oggi nessuno verrà a far visita: il Silenzio potrà riposare.
    Desdemona in tutto questo non ha detto una parola, anzi è rimasta sulla porta della sua abitazione in attesa che Polly finisse prima di chiamarla con la mano appena alzata: la ragazza è titubante ma si avvicina. « Il signore si è ben premurato di farmi capire che non dovrò lasciare la mia stanza ma avrò giusto bisogno di poche cose: quando così sarà posso chiedere a te? Le mie spese verranno coperte dalla sottoscritta. » « Va...va bene, mi sembra ragionevole. Ci sono istruzioni che devo seguire? » « Solo una, cortesemente: non mi muoverò dalla stanza ma chiedo giusto di passare allo scoccare dei dodici rintocchi della mattina e della sera. Niente di più, per il resto aspetterò: ho comunque compagnia. »
    Polly annuì e se ne andò dentro la camera di Eas per controllare come stesse: il volto era stato pulito come meglio riusciva ma le righe rosse che uscivano da sotto la benda sotto gli occhi e la pozza rossa che inondava il lenzuolo era una vista terrificante per lei. Si portò le mani alla bocca arretrando un paio di passi ma dopo si mise a prendersi cura di me come se fosse mia sorella.
    Ed intanto io riposavo respirando a bocca aperta con ancora il dolore che mi scuoteva la colonna vertebrale. Solo quando Shikaku tornò se ne uscì, dandogli il giusto spazio, ora come ora non era lei di cui c'era necessità.

    Ed io?
    Io ho dormito, ho dormito tanto. Bene? No, questo non posso dirlo.
    Vuoi per il dolore che mi ha fatto passare delle ore orribili, vuoi perché fino all'ultimo ho fatto il possibile affinché fossi in grado di concentrare il chakra ai miei occhi vuoti ed anche quello è stato uno sforzo non indifferente, vuoi perché invece ho sognato cose che speravo di non sognare.
    Ho sognato mio fratello, soprattutto il momento in cui l'ho visto completamente andare a fuoco per mano mia...o meglio per occhio mio: ma non è stata colpa mia, no. Ho solo pensato a sopravvivere e quello era un mondo dove davvero il più forte sopravviveva mentre gli altri no, era un mondo estremamente ingiusto dalla quale sono scappata decisamente volentieri.
    Ricordo il momento esatto in cui ho preso gli occhi da quel cadavere pensando che non gli sarebbero più serviti, tanto stava andando a fuoco e presto sarebbe stata cenere...forse è per quello che nessuno me li ha mai chiesti, perché hanno riconosciuto le tracce della fiamma nera che tutto divorava. Ricordo gli sguardi, ricordo i giudizi e ricordo tutte le discussioni avute dopo con quella parola che mi hanno ingiustamente affibbiato: traditrice.
    Forse sto dormendo male perché mi vedo il volto di mio fratello che me lo ripete ma ho davvero tradito pensando alla mia vita? Ho davvero tradito difendendomi? Cos'avrei dovuto fare, lasciarmi uccidere così che ce ne sarebbe stato uno di meno?

    Ah, ho capito.
    Probabilmente non ero voluta e morendo avrei tolto un problema di torno a tutti quanti. Strano che ci abbia pensato solo ora dopo dieci anni, sarà perché quella donna mi ha parlato di loro ed in parte mi ha condizionato.
    Però c'è questa voce che sento, questa piccola voce che mi fa quasi sentire bene nel dire che in fondo mi voleva bene, anche se non riesco a capire di chi sia: sento un bisbiglio, sento appena il mio nome chiamato e so che potrebbe essere chiunque. Quante volte mi sono sentita dire che ero la donna giusta al momento giusto da quando ero andata via?
    No, questa è una sensazione diversa. E' quasi familiare ed in parte mi aiuta, è una gentile carezza sulla testa che mi culla ed in parte allontana quel dolore anche se davvero è un eco ossessionante. Da una parte la traditrice, dall'altra una piccola bambina che ha solo voluto un po' di libertà e cercare di essere una che poteva legare con gli altri.
    Ma in fondo è stata anche colpa mia, non rimpiango niente di quello che ho fatto e...vedo qualcosa? Vedo davvero un volto? E' bianco, è pallido e---non ha gli occhi! Non ha gli occhi! Sì avvicina!

    Mi tiro a sedere sul letto trasalendo, con il fiatone e provo a portarmi la mano al petto e...la tiene, qualcuno la tiene. La stringo, ancora non riesco a vedere.
    « Chi sei? Non... » Non è una mano femminile. Shikaku. Oh, è lui. Respiro profondamente, cerco di scacciare via quello stupido bisbiglio che mi tormenta le orecchie. « Sei tu, sei tu. Quanto ho dormito? Non...mi fa ancora male. » La mano libera si porta sopra la benda senza però cercare di toglierla. Se è rimasto qui in fondo doveva esser preoccupato: scorgo appena un po' di luce dagli occhi chiusi, oltre la benda, significa che è giorno?
    « Quanto ho dormito? » Tanto, almeno dieci ore dunque...è pomeriggio? Sbuffo abbassando gli occhi. « Avrò vestiti e letto da cambiare, per questo penso tu possa chiamare Polly: puoi chiederle per favore se mi prepara un bagno? Avrò bisogno di aiuto e... » Già, cosa significava? Era davvero una delle prime domande da porle in un momento del genere? Trattenni un accenno di mal di testa stringendo i denti, sorridendo poco dopo. « Era una garanzia: c'era il rischio che non riuscissi più a vedere, volevo almeno un bel ricordo per il tuo volto e me lo sono dovuta prendere dato che sai, ogni tuo interesse è stato sempre pari a zero. »
    Una piccola frecciata che però non doveva esser tanto seria dato che in fondo era rimasto qui e la prima mano che avevo toccato era la sua. Un bel gesto, se avessi avuto forze probabilmente sarei anche leggermente arrossita. « Ne parleremo quando starò meglio, va bene? Ora ho davvero bisogno di Polly e Desdemona: puoi chiamarle, per favore? Giuro di non muovermi di qui. »
    Anche perché insomma, non ci vedevo. Dove potevo andare?
    Attesi che se ne fosse uscito - dunque di sentire il rumore della porta - prima di respirare e portarmi entrambe le mani alla testa per cercare di adattarmi a tutto questo: era tutto andato bene? Non capivo, perché avevo ancora quei suoi nelle orecchie? Poco dopo Polly entrò nella stanza, si vede che doveva essere in zona. « Eas! Come stai? Ieri sera è stato--- » « Sono l'unica che lo sente? » « Cosa? » « Questo bisbiglio, questo sussurro continuo nelle orecchie. Che mi chiama, mi parla...credi sia solo suggestione? Ma l'ho visto, Polly, l'ho visto! » « E non aveva gli occhi? »
    Desdemona: Shikaku doveva averla chiamata e stando qui di fianco doveva per forza averci messo così poco. Entrò e si avvicinò. Lo sapevo perché potevo sentirlo fin dentro le ossa che si era avvicinata: significava che era andato tutto bene? « Allora era davvero lui. » Polly mi prese la mano togliendomela dalla testa, mi faceva male.
    « Dunque adesso? » « Adesso devi vedere, devi aprire gli occhi. » « E' ancora presto! Eas, non devi sforzarti. » « Prima ci leviamo questa piaga, Polly, meglio è. E poi da qui posso capire se sarà andato tutto bene, dunque fidati di me e di quello che ha fatto Shikaku. Ok? »
    Polly si arrese e fece un passo indietro, sospirando ed io dovetti solo fare qualcosa che avevo già cercato a fare: concentrare l'energia negli occhi come facevo tempo fa. Era tutto più marcato, davvero, persino la sensazione di accumulo e di concentrazione, era tutto più marcato ma...male. Male male male male, faceva tutto ancora terribilmente male! Mi portai le mani alla testa e la strinsi, gli occhi che bruciavano e che anche adesso sanguinavano macchiando quasi subito le bende di rosso e rendendo vano ogni loro tentativo di contenere sangue e pulizia. Anche il lenzuolo sulle gambe divenne praticamente madido in un attimo. « Eas! » « Apri gli occhi, concentrati. » « Smettila! » « Ti manca poco e potrai vedere. » Strinsi i denti, non era un dolore grande come quello della sera precedente. Era meno intenso ma più pungente, era solo un ago più piccolo. Mi strappai via la benda rivelando gli occhi completamente aperti ed illuminati, che reagivano al chakra ma inondati di rosso. Polly corse a prendere degli asciugamani, Desdemona si era avvicinata ed io avvertivo tante, troppe cose. Freddo, caldo, bisbigli e voci, volti, suoni ed immagini che mi inondano testa ed occhi.
    L'energia si fermò come un'esplosione ed io rimasi con lo sguardo basso, respirando profondamente. Alzai lo sguardo con la testa inondata di mille pensieri, di mille suoni e parole. Cercai di alzare lo sguardo stringendomi nelle spalle: avevo quasi paura di farlo ma---dovevo: non avevo sofferto così tanto solo per aver paura.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
    © 2012



    CITAZIONE
    Vorrei sapere, se possibile, se ce l'ho fatta o meno. Farò in tutti i casi un post conclusivo dove parlerò dell'esito adattandomi in base alla decisione.


    Edited by Ð. × Ace - 22/5/2018, 22:55
     
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    Scrittura 2 - Niente da dire. Tutto ottimo e scorrevole. Lo stile è ricco e immersivo.
    Interpretazione 2 - Ho letto Eas per tutto il tempo. La caratterizzazione è completa e riesco a percepire Eas perfettamente. Carino come interagisce con le sue ragazze e mi è piaciuto tu abbia tirato in ballo Shikaku. Ha reso il tutto molto catartico, anche le interazioni tra voi.
    Bonus Intreccio +1 - Ho gradito l'originalità e la fantasia della storia. Molto credibile e adatta al bg del tuo pg.

    Arte segreta sbloccata! +1 PA Bonus da aggiungere in scheda per la qualità della ruolata.

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    « Non...non sforzarti! Devo chiamare Shikaku di nuovo, e se qualcosa non fosse andato--- » « E' andato tutto bene. » Polly si fermò un po' sorpresa spostando lo sguardo su di me che stavo alzando il mio, piano piano, trattenendo ancora quei brividi freddi causati da spifferi che arrivavano da chissà dove e da parole, sussurri che mi arrivavano dietro la testa. Avevo le lenzuola ed i vestiti completamente da buttare, avrei dovuto rimediare in giornata e spero tanto che le mie ragazze non si siano preoccupate ancora troppo per me anche se mi domando ---perché? Mi vogliono davvero così bene in fondo?
    Non ho tempo però per pensarci perché quando alzo lo sguardo verso Desdemona lo vedo, lui ed il suo orribile e disgustoso volto di una persona che mi ha giudicato preferendo forse che morissi sul posto perché almeno sarebbe significato che c'ho provato. Il volto di chi mi ha chiamato codarda e vigliacca fino a quando non ho personalmente fatto in modo che non riuscisse a pronunciare più nemmeno una parola. « Lo vedo. »
    E' lì, dietro Desdemona, che mi fissa per come può con il suo viso pallido ed i denti stretti, l'aria di chi porta rancore e non ha intenzione di farselo passare: allungo una mano verso Polly chiedendole un asciugamano con il quale mi pulisco giusto il volto ottenendo però il risultato contrario, il sangue che mi cola dai fori oculari invece che tolto viene sparso sulle mie guance. Dev'essere una visione orribile se addirittura Polly mi toglie l'asciugamano dalle mani per fare lei, ma la fermo.
    « Tutto bene fratellino? »
    Mi urla qualcosa che non riesco a sentire, sarà per il fatto che ancora non sono abituata a tutto questo ma mi viene da portarmi una mano all'orecchio, così come fa Desdemona che stringe anche gli occhi appena. « Non dovresti provocare uno spirito. » « Shui è sempre stato debole alle mie provocazioni, poi non lo vedo dopo così tanto tempo...approposito, lui può vedermi? Insomma--- »
    Non ha gli occhi, come nel mio sogno: mi fissa da dietro di lei con quelle cavità vuote e nere come la profondità di un pozzo del quale non si vede la fine. E' l'immagine che mi ha spaventato un po' perché non me l'aspettavo e con il tempo sono diventata molto più sensibile a tante cose. Per dire il sangue a cose normai non mi fa senso se non mi ci concentro troppo sopra, prima probabilmente ci avrei pure fatto il bagno dentro se mi avessero detto che mi faceva sembrare molto più bella. Sorrido.
    Prendo la mano di Polly per rassicurarla. « Sto bene ora, giusto un po' di dolore ma il fatto che possa già vedere è un successo incredibile dunque puoi respirare. Mi puoi lasciare sola con lei? Ora che è tutto andato a buon fine ho delle domande da farle. » Probabilmente ha capito che avevo bisogno di un po' di solitudine e di parlarle davvero in privato perché non fece storie, se ne alzò e dopo avermi lanciato un'occhiata che non sapevo se fosse premurosa o di rimprovero se ne uscì.
    Potei iniziare a respirare, avevo un po' il fiatone. « Ti stai sforzando troppo. »
    Desdemona si era seduta al bordo del mio letto. « Hai appena subito una cosa per la quale hai urlato fuori anche la tua anima, ti sei svegliata in tempo quasi record e soprattutto stai già concentrando tutte le tue energie sullo sguardo. » « Ho letto da molte parti che dopo un trapianto va fatto, altrimenti c'è il rischio che i tessuti non si adattino. Il fatto che io sia debole ancora è un dettaglio. » « Non posso obbligarti. » « L'hai già fatto. » « Touché. »
    Si permise anche di ridere appena mentre io dovetti chiudergli, gli occhi. Non per non guardare la patetica figura aleggiante che si aggirava nella stanza cercando di richiamare la mia attenzione, per parlare con lui avrei avuto tutto il tempo del mondo: avevo bisogno di sprecare meno energie possibili e tenere gli occhi chiusi era un modo per salvarne qualcuna mentre facevo in modo che tutte le mie energie si concentrassero attorno al mio sguardo.
    « Sai, per un attimo ho visto quella scintilla rossa ma quello sguardo ti dona. » « Che vuoi dire? » La sentii allungarmi qualcosa ed allora potei aprire gli occhi: uno specchio? Mi guardai e---avevo delle simpatiche venature nere attorno agli occhi come quando gli altri di Konoha usavano le loro abilità. Forse era questa similitudine che stava facendo agitare quello spettro che già non mi poteva vedere?
    « Ho sempre voluto sembrare così. Ed ora? » « Ora dovrai solo adattarti. In genere riuscire ad affacciarti nel mondo dei morti comporta dei vantaggi che non si tratta solo di vederli e sentirli, anche se dovrai farci l'abitudine. » « Non ho ancora sentito i vantaggi: sentire i fantasmi di chi mi sono lasciata indietro non è proprio una cosa a cui aspirassi. » « Nessuno dovrebbe sopportare il rancore degli spiriti altrui ma noi siamo quelli che portano messaggi, è nostro dovere farli arrivare e farli sentire. »
    Dunque tutto questo solo per portare un messaggio che potevo sentire da sola? Meraviglioso: sospirai, di nuovo.
    « Ma ti insegnerò come fare piano piano, così anche il tuo amico sarà più tranquillo. » « Che intendi? » « Era preoccupato che me ne potessi andare dopo aver verificato chi eri, il modo migliore per non farlo preoccupare è stare dove può controllarmi. » « Ha senso, era una stanza vuota. » « E non ho intenzione di abbandonarti dopo averti mostrato come poter vedere, fino a quando non ne sarai in grado da sola ti presterò le mie visite quotidianamente. » « Suppongo che dovrò dire a Polly di preparare la stanza. » « Se n'è già occupata. »
    Chiusi appena gli occhi portandomi le mani alla testa. Avevo un estremo bisogno di rilassarmi e riposare ma ancora per un'ora, da quel che sapevo, mi sarei dovuta sforzare non tanto per poter guardare quel fantasma ma per evitare che i miei occhi si spegnessero: per adattamento. Mi faceva un po' male il capo, un po' di silenzio sarebbe stato sufficiente. « Grazie per il benvenuto. » « Non c'è di che. » Rise e la presi con molta antipatia quella risata. Era quasi uno scherno. « Fammi chiamare o passa pure quando ti sentirai pronta, ti dirò quello che devi sapere. » « Dì a Polly che la cercherò io, ho bisogno di riposo. »
    Annuì ed uscì dalla stanza, lasciandomi sola. Mi sdraiai sul letto ad occhi chiusi sentendo qualcosa di pesante sul petto, una sensazione davvero spiacevole che non sapevo---sì, ora la sapevo quantificare. « Hai tempo per parlarmi, ora non posso capirti. Lasciami riposare, poi potrai tormentarmi quanto vuoi. Anch'io ho un paio di cose da chiederti, va bene fratellino? » Sapevo che era lui, adesso non poteva essere nessun altro se non lui.
    Forse per una volta fu comprensivo perché dopo quelle parole mi sentii più leggera, se n'era andato? No, stava aspettando e speravo che prima o poi si sarebbe stancato.
    Non sarebbe stato così, era un nuovo calvario che stava iniziando e che si era risvegliato.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
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