[FREE ROLE] Nel Limbo dei Piaceri

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    Passato l’arrossamento, tirò un’occhiata di rimprovero a Polly. Lo aveva sospettato sin da subito che avesse voluto trascinarlo lì per esporlo alle angherie delle altre fanciulle. Si stava divertendo un po’ troppo a giocare con lui, trattandolo alla stregua di un bambolotto. O forse, come diceva Eas, era lui che glielo stava permettendo. Doveva riacquistare alla svelta la sua fredda sicurezza. Ma a proposito di Eas…

    Tutto qui!?

    Chiese sorpreso, mentre raschiava il piatto con il cucchiaio. Ora comprendeva tutta la sete di informazioni delle ragazze e si rese immediatamente conto che sarebbe stata un’impresa titanica celare a lungo ciò che lui sapeva riguardo a lei, soprattutto dopo avergli confidato che la conosceva da molto tempo. Come diavolo sarebbe riuscito a sviare a tutte le loro domande incalzanti? Forse una risposta l’aveva già ed era la stessa risposta che giustificava il perché avesse sempre rifiutato Eas.

    Quando hai qualcosa in cui vale davvero la pena di credere, l’animo inconsapevolmente ed automaticamente diventa più forte e capace di resistere a qualsiasi tentazione. Anche se ora quel qualcosa è decaduto assieme ad un passato che non mi appartiene più.

    L’ultima frase era un po’ malinconica ma gli diede da pensare. La donna che aveva amato era decaduta da anni e nonostante si sentisse ancora legato a lei, si rendeva conto che vivere nella sovrannaturale speranza di poterla rincontrare avrebbe voluto dire precludersi il presente. Forse se avesse di nuovo trovato qualcuno in cui credere, che fossero quelle ragazze o che fosse Eas stessa, avrebbe di nuovo riacquistato le sue sicurezze ed una ragione per vivere. Ma per credere davvero in Eas e per aprirgli il suo cuore, aveva bisogno di certezze, perché Eas era tremendamente intrigante e dannatamente provocante nei suoi confronti, ma non era ancora riuscito a comprendere se questo suo atteggiamento fosse per lei normale oppure se fosse riservato solo a lui, per via dei sentimenti che provava nei suoi confronti.

    So che probabilmente, da buon amica quale sei, tenderai ad omettermi qualcosa, ma ti chiedo di rispondere nella maniera più sincera possibile alla domanda che ti sto per fare. Perché per me è molto importante…

    Stando a quello che dicevano le ragazze, ossia al fatto che non avesse mai avuto un ospite personale o al fatto che lo aveva rispettato non abusando di lui durante la notte, nonché al modo protettivo e comprensivo in cui l’aveva trattato il giorno prima, le premesse erano più che buone.

    …Cosa vi ha detto Eas riguardo a me?

    Forse il punto di svolta nella sua vita era più vicino di quanto avesse mai creduto.






    Edited by mrxxx - 22/6/2018, 19:57
     
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    Il fatto che si avvicini una domanda importante la mette un po' sull'attenti, probabilmente si aspetta una domanda relativa alle capacità, a quel segreto che non deve uscire da bocca alcuna che ne è a conoscenza. Ed è una perplessità tutto sommato legittima anche se davvero può aver detto qualcosa lei che del suo passato ha rivelato così poco da spingere le sue colleghe e/o dipendenti a puntare l'unico aggancio possibile come un pezzo di carne dopo esser stati giorni a digiuno?
    E forse sarà lo sguardo con cui le vien chiesta questa cosa, forse sarà che arriva da una persona che era stata in evidente difficoltà fino a poco tempo prima ma quando la sente, la domanda, rimane qualche secondo a fissarti.
    Poi, come un fulmine a ciel sereno, prende a ridere. Non è una risata di scherno, almeno non ti sembra tale, è proprio una risata genuina che attrae anche l'attenzione delle ragazze più vicine che però non fanno nessun passo avanti: le va dato giusto qualche secondo prima che risponda.
    « Scusami, scusami ma non me l'aspettavo. »
    Hai presente quando accumuli tanta, tantissima tensione in corpo e poi una qualsiasi cosa te la fa perdere? Ti sgonfi come un palloncino ed hai anche una reazione estremamente distesa: questo è il suo caso. Rialza il capo perché si era trovato a fissarlo sul bancone, stando attenta a non trovarsi in mezzo al piatto ed inzupparci i capelli, mettendosi comoda sullo sgabello dietro di lei.
    « A loro ha detto che sei un ospite speciale e che va trattato con estremo riguardo ma sai perché sei stato subito circondato? Perché non ha detto nient'altro. Hai idea di quante domande le hanno fatto stamani? »
    E da quel che puoi intuire non devono esser state poche: con le premesse che anche tu hai colto è naturale che sia stata la curiosità a galoppare in mattinata, il fatto che poi lei non l'abbia minimamente placata ha contribuito a farla diventare una bestia sempre più grande. « Di non disturbarti a meno che non sia estremamente necessario ma di farti sentire comunque a tuo agio il più possibile dato che fino ad ora non hai avuto uno stile di vita molto regolare. Non che l'abbiamo anche noi, ma da quel che so è comunque migliore del tuo: ci ha anche detto che conoscendoti, se qualcuna avesse bisogno tu non avresti problemi ad aiutare ma per prevenire ha detto di non approfittarne e mi ha chiesto di tenere d'occhio la situazione quando lei non può come adesso. »
    Forse è anche per quello che appena è arrivata Polly le altre se ne sono andate e si sono disperse come degli insetti quando viene acceso l'incenso per loro fin troppo fastidioso anche se sono comunque tutte abbastanza vicine con un grosso deterrente, però, ad avvicinarsi. Al momento puoi sentirti al sicuro. Mentre risponde si china a prendere un bicchiere che riempie per sé con una bevanda gialla frizzantina, sorseggiandola appena.
    « Poi a me ha detto giusto leggermente di più, come potrai aver intuito. Tanto di più al punto da rendermi la cosa alquanto... » Si ferma, alza gli occhi ponderando su qualcosa per far spallucce e riprendere a braccia incrociate sotto il seno. « Per esempio mi ha raccontato di quel brutto giorno di pioggia e mi ha detto che nonostante tutto, nonostante tu ci provi davvero tanto, non sei abituato a reggere la pressione femminile ma sai cosa? Quello l'avevo intuito pure io: mi è bastato guardarti cinque minuti. »
    Probabilmente è una constatazione dell'ovvio che in parte sa di provocazione ma non le si può dire che non abbia ragione o che non sia evidente, al contrario: di tutte le persone qui dentro non ci si sorprenderebbe se fossi quella, al momento, con le spalle più piccole in assoluto. Come un cucciolo di lupo che cammina i primi passi.
    « Ovviamente ho fatto le mie domande, mi ha dato le sue risposte ma proprio perché sono una delle poche amiche che ha so che svelare i suoi segreti non sarebbe corretto nei suoi confronti dunque se vuoi saperlo... »
    Appoggia il bicchiere da parte, si avvicina di nuovo al bancone e si mette sulle punte sporgendosi in avanti di tanto in modo da portare il proprio volto di fianco al tuo, giusto per sussurrare poche parole. « ...chiediglielo di persona. »
    Con la stessa nonchalance di come si è avvicinata, ritorna al proprio posto per recuperare anche il bicchiere ed assumere un'espressione davvero tranquilla. Davvero, davvero tanto come se stesse parlando con una delle ragazze e per un attimo non si sia decisa a provocare.
    Ascia di guerra riposta per poco.
    « Come ti sentiresti se ti dicessi che ora lei è impegnata ma non nel modo che pensi tu? »




    Si ringrazia Coralia per il layout.
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    Beh, se per lei quella domanda era divertente per lui non lo era affatto. Eas era la sua unica ancora di salvezza e doveva comprendere quanto potesse aggrapparsi a lei senza il rischio di veder deluse le sue aspettative. Ma in ogni caso non biasimò la sua risposta, soprattutto perchè gliel'aveva data sussurrandogli all'orecchio in quel modo tanto dolce.

    Sono contento che Eas abbia trovato una persona come te. Sei davvero un’ottima amica.

    Le disse pacatamente, sorridendole affabile. Non era da tutti riuscire ad essere onesti senza far trapelare i segreti di un'amica. Il silenzio era una dote che Shikaku apprezzava infinitamente.

    Se avessi posto direttamente ad Eas questa domanda, non credo mi avrebbe dato più risposte di quante me ne abbia date tu adesso. Dovrò scoprirlo da solo quanto siano forti e reali i suoi sentimenti nei miei confronti, ma in ogni caso prima di aprirle il mio cuore credo che sia necessario per me chiudere definitivamente con il passato. Non sarebbe giusto provare a stare fisicamente con qualcuno mentre nella propria testa si pensa ad un’altra, non credi?

    Chi meglio di Polly, che vedeva gente accasata tutti i giorni, poteva sciogliere un enigma simile?

    E io non voglio assolutamente ferire o deludere Eas. E’ troppo importante per me. E lei ha già sofferto molto in passato.

    Fu un'affermazione pronunciata con grande vigore e serietà. Evidentemente si era reso conto che Eas era divenuta molto più di una semplice ex concittadina e compagna d'armi. Immaginava che, a differenza delle altre ragazze, Polly sapesse esattamente qual'era il suo passato e quali fossero i trascorsi tra lui ed Eas.

    Si nota così tanto che sono impacciato con le donne!?

    Chiese interessato, con un sopracciglio alzato e l'espressione che tratteneva una risatina a metà tra il divertito e l'imbarazzato. E dire che per questa serata non si era reputato nemmeno tanto male. Scosse la testa, sempre sorridendo, continuando con le sue confessioni. Gli stava venendo naturale aprirsi con la ragazza, parlandole a quattr'occhi. Si sentiva a suo agio ed al sicuro con lei, sebbene a volte non sapesse dove posare lo sguardo, come quando Polly si era (volontariamente?) schiacciata i seni mentre incrociava le braccia sul bancone. Diciamo che l'occhio gli era caduto sul suo décolleté e lì si era soffermato per qualche secondo prima di voltarlo con palesemente forzato disinteresse verso le pareti del locale. Era ancora sensibile a certe cose nonostante avesse cominciato a sciogliersi nel parlare.

    Una volta non ero così. Ero molto più freddo. Forse la solitudine ha consumato la mia fermezza. In ogni caso, per riuscire a tener testa al carattere di Eas, forse dovrei prima provare a stare con qualche altra donna. Non so come la prenderebbe Eas se venisse a saperlo, ma mi pare la soluzione più logica possibile per temprare il mio spirito. Se hai un ostacolo da superare devi continuare ad allenarti con ostacoli simili per sperare di riuscire a superarlo. Allo stesso modo se non vuoi soccombere di fronte alla donna a cui tieni veramente, devi prima aver avuto a che fare con altre donne.

    Era molto pericoloso, per uno come lui, fare questo tipo di discorso in un posto come questo. Ma è anche vero che solo correndo grandi rischi si possono ottenere anche grandi ricompense. La prima era che andando con un'altra donna forse avrebbe dimenticato la donna che aveva avuto in testa negli ultimi dieci anni (mal che vada lo avrebbe preso come un momento di piacere personale). La seconda era che se fosse andato con un'altra donna (magari proprio una delle ragazze del locale, perchè no), giudicando la reazione di Eas avrebbe potuto capire quanto lei ci tenesse a lui. Chissà cosa ne pensava Polly di questa soluzione apparentemente strampalata ma potenzialmente fruttifera. Temeva infatti che se fosse andato subito con Eas senza prima aver dimenticato la donna che aveva amato a lungo, la sua relazione sarebbe fallita. Al contempo, così facendo, avrebbe anche capito se quella di Eas era una semplice cotta o se invece provasse sentimenti molto più radicati e profondi. In qual caso lo avrebbe certamente compreso visto il lavoro che faceva. In ogni caso, se non era in camera con un cliente...

    Cos'è occupata a fare?




    Edited by mrxxx - 26/6/2018, 23:06
     
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    Ascolta, ascolta ed ancora ascolta sorridendo appena quando è il momento per lei di parlare: ti fa cenno di aspettare un attimo con l'indice, dunque si affaccia verso le ragazze che stanno dietro di te e dice loro qualcosa che è ben udibile anche alle tue orecchie.
    « Ragazze, non è sopravvissuto. »
    Un "oooh" deluso nasce dalle retrovie.
    Ti vengono immediatamente le parole che ha detto prima quell'altra ragazza che non si è presentata, poi ritorna con gli occhioni azzurro cristallo su di te prendendo a rispondere a suo modo. « Sai che credo di capire cosa dici? Però spero che tu capisca anche cosa ti sto per dire io. »
    Non sorride, forse è una delle poche occasioni in cui vuol davvero farsi ascoltare e probabilmente farti ragionare perché in tutto il tuo discorso ha sentito solamente un filo conduttore.
    « Non puoi andare avanti se pensi sempre a qualcosa, a qualcuno che per un motivo o l'altro non puoi più recuperare e questo è innegabile. Non posso sapere cosa ti è successo, non posso sapere tutte le cose che ti sono capitate né cosa ti abbia detto Eas per farti sentire così, per farti pensare in questo modo ma spero che tu ti sia ascoltato un attimo per capire che, secondo me, quello che senti al momento non è qualcosa che puoi arginare. »
    Sorseggia ancora quel bicchiere che ha davanti e si è presa, le altre ragazze stanno fissando e qualche risatina è giunta.
    Ma al momento non conta, penso che il discorso che sta facendo sia più importante di quanto lo siano altre considerazioni. Domandi chi meglio di lei? Ma io ti domando se ci sia qualcuno che possa darti consigli migliori di chi fa un lavoro del genere: di chi non ha una persona fissa, di chi cambia quotidianamente.
    Eppure nonostante questo sta mostrando molta più maturità del previsto: non lo sai, però tante persone là fuori considerano chi sta qui dentro solo delle oche lascive. « Alla fine vuoi solo prepararti per Eas. Non vuoi deludere lei, ti interroghi su quali siano i suoi reali sentimenti, non vuoi pensare ad altre per stare eventualmente con lei e vuoi aver a che fare con altre donne per poi finire da lei. Capisci cosa voglio dire? »
    Sempre da sotto il bancone tira fuori una vaschetta con della frutta secca, delle noccioline mischiate a delle mandorle che inizia a prendere una ad una: niente di esagerato, probabilmente si sta pure trattenendo per non rovinare qualsiasi cosa si sia messa addosso. « E per una ragazza, sapere che l'uomo con cui passa il tempo pensa a qualcun'altra è la peggiore delle coltellate in mezzo alla schiena. »
    Forse stava implicando che ad Eas stessa non farebbe piacere, forse invece sta implicando che eventualmente all'altra ragazza o a qualsiasi altra donna in generale non farebbe piacere. E pensandoci bene probabilmente anche per te sarebbe la stessa cosa se scoprissi che la ragazza che frequenti pensa che sei solo un passaggio per qualcun altro: non sembra persona atta a far discorsi filosofici ma in fondo se qualcuno può capire qualcosa di Eas, è proprio lei per ovvi motivi.
    Non c'è bisogno di andare tanto in là per cercare una persona che possa aiutarti con lei. « E questo risponde alla tua domanda che si vede che non sei abituato. Te la pongo io una domanda ora però per farti riflettere: se Eas entrasse qui dentro con un uomo al suo fianco dicendo che molla il lavoro per stare con lui, come ti sentiresti? »
    Attende giusto un attimo che tu rifletta e risponda, mentalmente o no, salvo poi affrontare l'ultimo quesito posto: cosa sta facendo proprio adesso Eas? La cosa la fa sorridere appena in maniera più o meno furba, rubando una ciliegia da un altro barattolo nelle vicinanze per stringerla con i denti e tenerla lì, sollevando gli occhi.
    « Un fornitore ha fatto il furbo ed ha tirato un po' i prezzi, lei è andata a trattare di persona. Dovrebbe aver quasi finito ma non invidio per niente quelle persone: quando ci si mette è fin troppo persuasiva. Sia in bene che in male, penso che in qualche modo tu possa intuirlo. »
    Poi ti guarda senza aggiungere altro, staccando la ciliegia dal gambo, volendo forse esaminare l'espressione sul volto più del resto.




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    La saggezza di Polly gli diede parecchio da pensare. Corrugò le sopracciglia e si mise a braccia conserte. L’espressione sul viso era quella tipica di chi stava spremendo le meningi per farsi un esame introspettivo. Il discorso della ragazza non faceva una piega.

    Non va bene. Non va affatto bene.

    Sentenziò infine, dopo diversi minuti di analisi. Inconsapevolmente Eas era divenuta il suo pensiero fisso, forse perché era l’unica persona a cui poteva dire di tenere e a cui poteva sentirsi legato in un mondo in cui si sentiva completamente solo e sperduto. Ma ancora non riusciva a capire la natura di questo affetto ne dove questo legame avrebbe potuto portarlo. Aveva il forte timore che provasse solo una semplice cotta passeggera nei confronti della ragazza, altrimenti non avrebbe avuto ancora per la testa sua moglie decaduta durante la Grande Guerra. Forse non l’avrebbe mai dimenticata del tutto quest’ultima, ma in ogni caso gli sembrava ancora prematuro impegnarsi a costruire con serietà una relazione sentimentale con una donna di cui alla fine conosceva molto poco. Soprattutto con una donna che vedeva uomini diversi ogni giorno. Alzò di nuovo lo sguardo verso Polly ed allargò le braccia.

    Ovviamente mi farebbe strano vederla con qualcun’altro, soprattutto dopo quello che ci siamo detti ieri sera. Ma credo che alla fine sarei solo felice per lei se lei a sua volta è felice.

    Un uomo veramente innamorato di una donna probabilmente sarebbe impazzito vedendola tra le braccia di qualcun altro. Per lo meno questo era il suo pensiero, dunque non era amore ciò che provava per Eas. Non ancora per lo meno. Prese una ciliegia per il gambo e lentamente se la portò alla bocca, mentre gli occhi pensierosi si rimisero a fissare il bancone.

    Forse penso così tanto ad Eas perché lei è l’unica nota positiva che mi sia capitata negli ultimi anni della mia vita. Rappresenta la svolta al mio passato. Eas mi ha salvato da un baratro di profonda perdizione, per questo vorrei tenermela stretta. Tuttavia..

    Deglutì. Il gusto dolce ma leggermente pungente della ciliegia era perfettamente adatto al discorso: c'era molta emozione in quelle parole ma anche del cinico realismo. Polly sicuramente era in grado di capirlo poiché anche lei era stata salvata da Eas.

    Non so come definire i sentimenti che provo per lei. So cosa sia l’amore e so che ciò che provo per lei amore non è. Ma non è nemmeno l’affetto o l'attrazione che si prova per una semplice amicizia. E’ un qualcosa a metà strada che in futuro potrebbe pendere verso l’una o l’altra cosa.

    Si stava confidando a ruota libera mentre la fame lo portava a prendere una manata di noccioline e portarsele alla bocca.

    Inoltre Eas è legata indissolubilmente a questo posto. Io no. Sono certo che presto per me verrà il momento di partire. Vorrei andarmene con ricordi piacevoli, non con il rimpianto di aver lasciato indietro ancora una volta qualcosa. Per questo non va affatto bene che io mi focalizzi troppo su di lei.

    Disse masticando le noccioline piegato in avanti: sembrava un primitivo che non mangiava da giorni. Non voleva di certo passare la vita a lavorare come scarica barili o a essere mantenuto a spese di Eas. Aveva un incontro con Subuza ad Arcana e non sapeva cosa sarebbe potuto uscirne: probabilmente sarebbe stato lontano da Florentia per molto, molto tempo.

    Non posso sapere cosa mi riserverà il futuro in questo mondo in cui sto per fare il mio ritorno. L'amore è una scelta che spesso comporta dei sacrifici. Per il momento voglio restare libero: forse qui fuori un giorno troverò un'altra donna che non mi farà pensare a nessun altra. O forse la troverò qui dentro..

    Smise improvvisamente di masticare e lentamente rialzò il capo per guardare Polly negli occhi, quasi come se la stesse ammirando e contemplando. Arrossì. Non si stava riferendo solo ad Eas quando diceva che potenzialmente avrebbe potuto incontrare una donna speciale dentro al locale. Polly era di aspetto incantevole, di ottima parlantina ed aveva valori profondi. Era una ragazza che avrebbe potuto tranquillamente far breccia nel cuore di Shikaku, tanto che lui si era aperto come un libro con lei. Se n'era reso conto, per questo motivo la stava guardando in quel modo. Uno sguardo che valeva più di mille parole: dubitava altamente che se fosse andato con una come Polly avrebbe pensato a qualcun'altra. Che fosse Eas o che fosse la fiamma sepolta nel suo passato. Ed era per questo motivo che non sapeva quanto esclusivi fossero i sentimenti che aveva per Eas: c'era un gran casino nella testa di Shikaku.

    D-dovrò parlarne con Eas..


    Del fatto che prima o poi se ne sarebbe andato. Abbassò lo sguardo, doveva contenersi. Si pulì con il braccio la bocca sporca di sale. Se fossero andati avanti a parlare c'era il serio rischio che avrebbe considerato il rapporto con Polly più di una semplice amicizia, al pari di quello con Eas..




    Edited by mrxxx - 3/7/2018, 10:20
     
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    Sospira, alzando le mani per tirarsi leggermente indietro.
    « Devo ricordarmi di trattenermi quando sono davanti a te, è fin troppo facile mandarti in confusione e non devo approfittarmene. »
    Il che può significare che forse tutte queste parole le abbia dette apposta ma da un lato si può immaginare che in fondo siano vere: non puoi essere confuso da qualcosa di falso, solo se c'è un fondo di verità dietro allora si può davvero pensare che ci sia qualche effetto secondario. C'è da domandarsi del perché in fondo Polly stia parlando così, se per amicizia oppure perché in fondo le piace farsi gli affari propri ma pensare che questo in fondo sia un covo di vipere potrebbe essere l'accostamento più adatto ed è bastato osservare i comportamenti di tutte le ragazze più o meno per cinque minuti prima di arrivare a questa conclusione.
    Un tempo infimo se ci si pensa ma abbastanza bastevole.
    « Non hai bisogno solo di parlarle, hai bisogno anche di recuperare qualcosa che adesso ti manca: sicurezza. »
    Ed anche qui con tutta probabilità ha solamente ragione.
    Se Shikaku fosse stata una persona sicura, la sua testa non sarebbe stata così bassa in queste situazioni. « Ora come ora sei preso dalla sindrome del salvato che si affeziona inevitabilmente dal salvatore per gratitudine o chissà cos'altro ma hai una cosa che gioca a tuo svantaggio: oltre lei, da quel che dici, stai facendo intuire che non ti sia rimasto altro ma di certo non sono io a doverti dire cosa fare: posso farti piegare leggermente il capo, posso farti vedere una strada più tranquilla di quelle a cui sei abituato ma se prenderla o meno sta a te ma permettimi di darti un consiglio. »
    Ed adesso non sembra voler scherzare, anzi: già da un po' non lo fa, o meglio se sì non sono provocazioni così grandi da poterti far dire che ti stia prendendo in giro. Se non fosse che ha visto Eas così probabilmente non si sarebbe nemmeno trattenuta così tanto a parlare con te. « Prima di decidere, riacquista quella sicurezza ce hai perso: potrai essere forte quanto vuoi ma se sei incerto ed ingenuo dopo che sei stato isolato per tanto tempo, rischi di venir mangiato vivo. Guarda qui dentro. »
    Il riferimento a ciò che è successo prima è fin troppo evidente.
    Si riappoggia giusto al bancone, piegando la testa di lato.
    « Parlale ma dopo aver deciso e riflettuto a dovere: la conosco fin troppo bene per non sapere cosa le passi per la testa. »
    Sospira, probabilmente rassegnata, cogliendo comunque l'imbarazzo ed il modo di fare impacciato adottato nei secondi precedenti: e poi insomma, l'arrossire dopo aver guardato una persona è un chiaro segnale di cosa passi per la testa. Potrebbe decidere di ignorare la cosa così come potrebbe decidere di non farlo e forse, considerando di cos'ha parlato fino ad ora, l'idea che Shikaku possa passarla liscia non è così remota.
    « Aw. »
    ...ecco, probabilmenten no. « Che carino, sei come un ragazzino che entra qui per la prima volta. Non so se mi stai lanciando personalmente qualche messaggio o richiesta particolare, in quel caso devi essere un po' più specifico perché dal punto di vista "professionale", qui dentro è pieno di persone che possono aiutarti. Ci siamo noi qui oppure se vuoi aspettare che ne rientri una in particolare... »
    Professionale...che termine strano per un luogo come questo ma in fondo è una professione anche quella.
    Strana, sicuramente diversa dalle altre e molto meno convenzionale ma tant'è: se questo posto non ha ancora chiuso, vuol dire che non ha fatto niente di male a nessuno...oppure che le ragazze conoscono tante cose che sarebbe meglio non divulgare. Oppure no.
    « Dal punto di vista personale, abbiamo una regola che può infrangere una persona sola qui dentro e puoi immaginare chi sia. Ma ricordati che in questo posto non siamo noi a dover chiedere, se vuoi qualcosa devi domandarlo tu. »
    Recupera il gambo della ciliegia che aveva morso poco prima e con l'indice te lo tira in fronte, facendolo cadere sul bancone.
    Forse volevi un po' di grazia.
    Difficile trovarla adesso e qui.




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    Riacquistare sicurezza. Aveva centrato il punto Polly. Se fosse stato sicuro della propria persona e delle proprie necessità, probabilmente non sarebbe stato afflitto dal dilemma riguardante i sentimenti che provava per Eas. Ne sarebbe stato afflitto dai ricordi nostalgici e negativi circa il suo passato. Osservò il gambo della ciliegina che gli era stato gettato sulla fronte ricadere sul bancone e restò in fissa su di esso. Contorse la bocca in un verso di amarezza e si fece pensieroso: c’era un solo modo per poter riacquistare sicurezza. Era un metodo sbagliato e non convenzionale, ma assolutamente necessario, anche perché fare la scelta sbagliata ed accettarne le conseguenze è proprio uno dei capisaldi per temprare il proprio spirito.

    Quanto tempo abbiamo prima che torni Eas?

    Chiese a Polly rialzando lo sguardo, quasi avesse avuto un’illuminazione. Il rossore sulle sue guance si stava lentamente spegnendo ma sembrava essere ancora leggermente titubante circa ciò che stava per chiederle, tanto che, dopo essersi guardato intorno un paio di volte, si avvicinò a lei con la testa per sussurrarle all’orecchio.

    Dovrei chiederti un favore personale.. molto personale..

    Si guardò di nuovo alle spalle, assicurandosi che nessuna di quelle ragazze-vipera stesse origliando da un tavolo vicino.

    E posso chiederlo solo a te perché so che manterrai il segreto.

    Prese fiato, respirando a pieni polmoni, per poi fissarla negli occhi quanto più a lungo riuscisse a resistere, sperando che da quello sguardo lei riuscisse ad intuire la natura della sua richiesta. Non voleva essere troppo specifico, non ci sarebbe riuscito.

    Ecco, insomma.. vorrei.. Usufruire della tua professionalità se fosse possibile..

    Disse tutto di un fiato, per poi abbassare di nuovo lo sguardo. Per riacquistare sicurezza doveva anzitutto pensare a se stesso ed alle proprie esigenze, lasciandosi qualsiasi pensiero alle spalle. E questo significava accantonare per un po’ anche ogni pensiero riguardante Eas e gioire dei piaceri della vita di cui sino ad ora si era forzatamente privato per autopunirsi.

    Credo di averne davvero bisogno, sia per staccare con il passato sia per capire se abbia o meno la sindrome del salvato.

    Deglutì per la tensione. Stando a ciò che le aveva appena detto Polly, loro avevano la regola di non doversi innamorare lì dentro. Inoltre Polly era la migliore amica di Eas, quindi era certo che lei, dopo ciò che si erano detti, lo avrebbe capito meglio di chiunque altro e non avrebbe mai ferito i sentimenti di Eas. Sperava solo di non prendersi una mezza cotta pure per Polly: lei era abituata a fare certe cose solo per scopo di lucro, lui no. Ma se dopo essere stato con Polly avrebbe di nuovo cominciato a pensare ad Eas, allora forse quello di cui il suo cuore era affetto non era la sindrome del salvato..



     
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    La prima domanda che le viene rivolta non la spiazza più di tanto, in fondo fino a quei secondi l'argomento principale di conversazione era stata proprio Eas e non si sorprende della cosa. Guarda un piccolo orologio dietro di sé, piegando il capo.
    « Conta che fra un quarto d'ora, più o meno, dovremmo aprire ed in genere le aperture le fa lei: non dovrebbe star fuori ancora per molto. Se ci fai caso, siamo tutte pronte. »
    Il giorno era quasi al termine e si stava appropinquando l'ora in cui il locale apriva e la clientela solita arrivava, l'osservazione di Polly poi non era sbagliata: perché prepararsi se manca ancora tanto? Quando si avvicina Shikaku lei capisce che vuol dirgli qualcosa da vicino e fa altrettanto sporgendosi in avanti ed appoggiandosi sul bancone, gettando lo sguardo oltre a sé verso le altre ragazze che non è dato sapere cosa stiano facendo o pensando o di che stiano ridacchiando adesso.
    Una cosa detta all'orecchio rimane un segreto abbastanza professionale.
    Solo quando Shikaku si volta le può vedere ridacchiare in lontananza: non ha gli occhi di tutte addosso ma abbastanza per capire di essere abbastanza sotto osservazione. Un favore personale la fa pensare subito a qualcosa di normale come magari possa essere una scelta di vestito, oppure lui che parte in notte e le dice di non dire nulla a nessuno.
    « Mi stai preoccupando, è così grave? »
    Riesce a sostenere senza fatica lo sguardo di Shikaku, probabilmente è abituata fin troppo a guardare le persone in volto o ad essere guardata negli occhi: piega la testa di lato quando le viene fatta la richiesta ed a quel punto sorride in maniera fin troppo furba. Gli appoggia l'indice sulla punta del naso e lo picchetta tre o quattro volte, una per ogni parola che sta per pronunciare.
    « Tu. Vuoi. Farmi. Uccidere. Vero? » E ridacchia. Ma non una risatina nervosa, è una di quelle che fai quando cogli qualcuno in flagrante e stai pensando se punirlo oppure divertirti con lui: è uno sguardo in fondo giocoso ma per qualche strano motivo sembra estremamente minaccioso. Si appoggia con la testa sulla mano lasciando cadere i capelli sul bancone, rimanendo a fissare il biondo da vicino e squadrandone i dettagli del volto. Allunga la mano libera e con l'indice sfiora appena la guancia, poi lo porta sotto il mento giusto per alzarne lo sguardo.
    « Ma il lavoro è lavoro, capirà anche lei. E poi in che senso "manterrò il segreto", pensi di non essere al centro dell'attenzione da ieri? »
    Probabilmente l'ha capito anche lui ed anche se non lo fosse, il modo di fare di Polly è abbastanza esplicativo per chiunque stia anche solo guardando da lontano. Poi però si distende appena in volto ed annuisce. « Si può fare. »
    Si tira su e senza troppi mezzi termini ora è lei che si allunga verso Shikaku dandogli, evitando parafrasi abbastanza inutili, un leggero bacio a stampo sulle labbra dopo il quale si allontana. Per la seconda volta si può sentire un "oooh" di disappunto provenire dalle ragazze sul retro. « Considerala come una firma del contratto. » Si alza in piedi, recuperando quello che hai lasciato sul tavolo per metterlo da parte: verrà portato via più avanti. Le ragazze sul retro ora si disperdono appena e si sparpagliano rimanendo al massimo a coppie, forse è vero che quello era un qualche tipo di segnale perché aveva funzionato.
    « Quando vuoi, entra nella porta che sta di fianco al bancone del ricevimento: è la mia stanza. Parleremo del resto lì dentro. »
    Perché non scordarti che è un lavoro e come tale ci sarà un onorario.
    Ma per quello possiamo essere abbastanza confidenti che la quota verrà coperta almeno per oggi.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
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    Restò di stucco, imbambolato, e stupito quando Polly posò delicatamente le labbra sulle sue. Per lui un bacio era qualcosa di estremamente intimo e personale, mentre per Polly sembrava essere una consuetudine acquisita. Questa volta non arrossì, ma la sua espressione imbalsamata denotava quale sconvolgente impatto quel gesto frivolo avesse avuto sulla sua psiche. Senza aggiungere nulla, rimase a contemplare la ragazza con lo sguardo perso nel vuoto, mentre questa si allontanava, invitandolo a raggiungerla in stanza.

    Si toccò le labbra con le dita, proprio dove le labbra di Polly si erano appena soffermate. Forse stava facendo una stupidaggine, forse la stava facendo anche Polly. Ma era tutto tremendamente piacevole ed intrigante. Era il brivido del pericolo, una sensazione che non provava da troppo tempo.

    Gli venne subito alla mente Eas e persino la donna che in passato aveva tanto amato. Era davvero pronto per fare questo passo? E se avesse ferito Eas più del dovuto? No, non doveva pensarla in questi termini: se Eas si fosse arrabbiata avrebbe avuto la conferma definitiva dei sentimenti che lei provava per lui e soprattutto, facendo leva su questo rapporto occasionale avuto con Polly, avrebbe potuto convincerla a mollare questo lavoro. Conoscendosi, per quanto potesse essere aperto mentalmente, credeva che non avrebbe mai tollerato che la propria donna avesse rapporti occasionali (pur essendo solamente lavorativi) con altri uomini. Sino a quando Eas restava un’amica poteva accettarlo e sostenerla in ciò che faceva, ma se la loro relazione doveva diventare più profonda, c’erano delle cose che sicuramente dovevano prendere in considerazione l’uno dell’altro. E per Shikaku una di queste cose era tenersi solamente per se la donna a cui teneva.

    Aspettò diversi minuti durante i quali fece dei grandi respiri a pieni polmoni e cercò di farsi coraggio. Eas sarebbe tornata da un momento all’altro ma indugiare o, peggio, rimandare l’incontro all’indomani non sarebbe servito a nulla: in quel covo di vipere aveva gli occhi costantemente puntati addosso ventiquattro ore su ventiquattro. Le ragazze e dunque Eas sarebbero certamente venute a saperlo in un modo o nell’altro. Dunque prima faceva e prima si toglieva questo sassolino dalla scarpa.

    Forza Shikaku. E’ ora di riprenderti in mano la tua vita.

    Disse sottovoce tra se e se per poi alzarsi dallo sgabello e fiondarsi il più velocemente possibile verso la porta della stanza di Polly. Se fosse rimasto altri secondi da solo al bancone era certo che le ragazze sarebbero tornate a fargli l’interrogatorio sebbene per ora si tenessero a distanza. Testa bassa e passo deciso. Aveva ignorato ogni commento e non voleva che nessuno lo fermasse, nemmeno la ragazza dai capelli rosa alla reception. Per questo motivo tirò dritto ed entrò nella stanza di Polly senza nemmeno bussare alla porta, per poi chiuderla velocemente alle sue spalle.

    Nonostante i buoni propositi e le grandi aspettative, sino ad ora non si era mostrato il migliore dei cavalieri ed era stato poco preso sul serio. Era fondamentale mostrare lo stallone che era in lui se voleva recuperare punti preziosi.



     
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    Dici che Polly sta facendo una stupidaggine...perché?
    Che piaccia o meno quello è il lavoro che ha scelto, che piaccia o meno quella è la richiesta di un cliente al quale non può dire di no e che piaccia o meno, per il tempo successivo avrà da fare ciò per cui verrà pagata. Dunque perché da parte sua dovrebbe essere un errore? Per quello che ha detto prima? Dovrebbe aver paura di Eas che sta per rientrare? Ecco perché forse per te lo è, ecco perché ti muovi così in fretta da non realizzare nemmeno se e quante e persone possano guardarti in questi momenti. A volte uscire dalla propria zona sicura non è semplice, anzi non lo è mai e questa occasione potrebbe essere giusto un piccolo pretesto, una piccola giustificazione.
    Nessuno dice niente quando Shikaku si alza, nessuno dice niente quando attraversa la reception con la ragazza di prima, quella dai capelli rosa ormai vestita di tutto punto, che non commenta o fa niente di particolare. Si limita a salutare con un cenno del capo, poi Shikaku che apre la porta.
    Come ti aspetti che sia una camera di una persona che fa questo tipo di lavoro?
    Piccola? Buia? Ordinata? Disordinata? Confortevole?
    Se tutte le camere sono come quella che ti è stata assegnata allora se la passano tutte bene.
    Questa non è proprio dissimile: una bella finestra ampia con tanto di tende, i candelabri sparsi qua e là con Polly che ne sta accendendo giusto uno ora per provvedere un po' di illuminazione, quella necessaria per poter almeno vedere, una libreria, un armadio, un bagno...tutti dettagli di poco conto.
    « Chiudi pure la porta. »
    Che odore ti aspetti?
    Anzi, che odore ti ricordi possa emanare una qualsiasi altra persona? Questa stanza è e sa perfettamente di pulito, quel pulito che deve avere e che vuole avere. La trovi, come detto prima, che stava accendendo un candelabro sopra il letto stando in piedi sopra esso ed appena finisce scende, facendo giusto un passo verso di te: se prima ti dava l'impressione di voler sempre provocare, di voler mandare Shikaku al limite ora invece è molto, molto più amorevole di prima. Lo si vede nello sguardo, nel modo di fare, nei gesti che compie: sta facendo davvero il possibile, adesso, per provare a tranquillizzare qualcuno e basta anche solo un gesto a volte per riuscirci.
    Basta una mano che si allunga e che ti invita ad afferrarla.
    « Vieni qui. »
    Due parole, non ne servono molte altre perché il resto verrà da sé. Ma lei non può guidare le emozioni: può provarci, ma non può dire ad una persona cosa provare e come provarla. Lei aspetta solo una mano per poi lasciarsi piano piano cadere indietro.
    [...]
    Il tempo è una questione relativa, non era quello l'importante, non troppo.
    Pochi attimi e Polly si mette a sedere su un lato del letto, raccogliendo i capelli in una coda da legare con un elastico per tenerli ben diversi da quando è entrata. « Credo che mi getterò in vasca per un poco. » Mormora alzandosi e stiracchiandosi, dandoti la schiena. Non sente il bisogno di coprirsi, almeno non subito: lo fa quando si volta e lo fa recuperando il vestito che aveva addosso prima ponendoselo di fronte: solo quando l'ha fatto si volta e sorride. Dolce, come prima, come quando sei entrato nella stanza.
    « La serata è lunga, mi aiuterà un po': hai bisogno di qualcosa prima che vado? »
    Una domanda semplice senza troppe implicazioni mentre si stringe appena nelle spalle: pensare che si voglia coprire adesso dopo quello che è stato fatto è abbastanza strano, no? Considerando anche che le candele sono consumate e non ancora intere nonostante non siano state accese tutte e ne rimangano diverse.
    Quel vestito, adesso, la copre ancora meno di quanto facesse prima: è leggermente rossa in volto ma sorride. Lo deve fare? Va bene così? Ti indica. Scherza. « Ricordati di chiudere la porta e di lasciare quanto pattuito: se non lo fai, mi mette alla gogna solo perché eri tu. »
    ...ma nemmeno troppo.
    Anche s e sembra abbastanza in vena.
    Trenta monete, a cose normali ne avrebbe chieste almeno venti di più ma ha comunque ricevuto direttive, te l'ha detto: questo dimostra che nonostante tutti i pensieri, hai la tua libertà di scegliere...ed eventualmente approfittarne. La cosa positiva per te? Non è ancora troppo tardi, la sera è appena cominciata e tu puoi ancora decidere di fare tante cose.
    Dipende tutto da te.
    Polly, al momento, è ancora in piedi ad aspettare una qualche tipo di risposta, di reazione, ad osservare e cercare di capire come tu possa stare, adesso, di fronte a quegli occhi azzurri e quel sorriso cristallino.




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    Ce l’aveva fatta. Era arrivato sano e salvo nella stanza di Polly, sfilando via da tutte le altre. Ad un uomo poco importano dettagli quale l’ambiente e l’atmosfera, ciò che conta è la compagnia. E Polly era la compagnia migliore che potesse desiderare. Si sarebbe aspettato di vederla ancor più provocante e disinibita, ma invece fu estremamente dolce ed accomodante. Aveva sentito dire in giro che le ragazze che praticavano quella professione fossero brave solo a flirtare e a convincere i clienti a farsi seguire nelle loro stanze, ma che poi all’atto pratico si rivelassero estremamente fredde e distaccate. Polly era l’esatto opposto. Se prima sembrava prendersi quasi gioco di lui, stuzzicandolo platealmente, ora stava facendo di tutto per fargli vivere un’esperienza indimenticabile, parlandogli con soavità e sensibilità.

    Shikaku si sentiva a suo agio, era completamente rapito dai modi e dalle movenze amorevoli della mora. La osservava quasi fosse un angelo. Ne Eas ne il suo passato erano presenti nei suoi pensieri, bensì solo una leggerissima e piacevolissima tensione che si sarebbe presto trasformata in irrefrenabile passione.

    Colse l’invito al volo e si lasciò scivolare tra le braccia di Polly. Era strano tornare ad essere così intimo con una donna, ma era tutto così tremendamente naturale e disinvolto da sembrargli che conoscesse Polly da molti anni. Probabilmente era merito della sua professionalità. Ora erano tremendamente vicini: potevano specchiarsi l'uno negli occhi dell’altro, le punte dei loro nasi si sfioravano, poteva sentire il suo respiro. Le sue labbra erano così allettanti che cominciò a baciarla, a metterle le mani nei capelli, sui fianchi e poi giù, sempre più giù… Non vi nego che all’inizio si sentì impacciato, ma con il passare dei minuti prese confidenza e si lasciò trasportare dalle emozioni, prendendo l’iniziativa ed esplorando le curve sinuose della ragazza.

    […]

    I suoi sensi erano ancora inebriati dal piacere. Era stanco ed affaticato ma anche appagato e soddisfatto. Un sorriso di compiacimento si dipinse sul suo volto mentre guardava il soffitto della stanza disteso sul letto. Sentiva il profumo della ragazza tra quelle lenzuola e sul suo corpo. Sarebbe rimasto nudo su quel letto accanto a Polly per tutta la notte se fosse stato possibile. Ed avrebbe fatto volentieri altri round con lei, tant’è vero che quando lei si mise seduta, lui allungò la mano per sfiorarle delicatamente la schiena quasi volesse invitarla silenziosamente a non andarsene. Fine del sogno: si rendeva conto che la ragazza aveva altri clienti da incontrare.

    Chissà come faceva a condurre quel tipo di vita. Chissà se era sempre così affettuosa e calda con tutti senza mai infrangere quella regola a cui tutte quante dovevano sottostare. Perché se con lui aveva finto per tutto il tempo, allora era stata bravissima dato che non si era accorto di nulla. E come temuto, Shikaku rischiava di invaghirsi di una donna come lei.

    Hai mai infranto quella regola?

    Le chiese con disinvoltura. Non si aspettava una risposta, probabilmente Polly avrebbe deviato il discorso come lei sapeva fare, ma era una curiosità che avrebbe voluto soddisfare per non rischiare di farci l’abbonamento o, peggio, di credere che quel rapporto fisico andasse oltre la semplice “professionalità”.

    Avrebbe voluto dirle che era stata splendida, anzi, spettacolare. Ma temeva che fosse abituata a quel tipo di complimenti, pertanto preferì il silenzio, lasciando che l’espressione sul suo viso parlasse al posto suo. Indubbiamente si sentiva più uomo. L’aver domato una donna che prima pareva indomabile lo aveva ringalluzzito. E se aveva cavalcato Polly (in tutti i sensi), poteva cavalcare chiunque. Dunque si limitò a scuotere la testa quando lei le chiese se avesse avuto bisogno di altro: lei gli aveva già dato tutto ciò di cui aveva bisogno, ossia l’autostima.

    Con un pizzico di rammarico si tirò su anche lui ed andò verso i vestiti appoggiati sulla sedia ai piedi del letto. Frugò tra le sue tasche e tirò fuori le 30 monete per poi appoggiarle sul comodino. Appena!? Avrebbe voluto chiederle. Ma per non sminuirla o mancarle di rispetto tenne chiusa la bocca. Da quella tasca però, oltre ai soldi, nella sua mano finì anche un medaglione: era completamente d’argento e al suo interno vi era incastonato un piccolo smeraldo brillante. Lo tenne sul suo palmo, contemplandolo a lungo. Gli era stato “donato dal popolo” quando era stato incoronato Hokage e lui se l’era sempre tenuto stretto. Rappresentava coloro che avrebbe dovuto proteggere, ma dopo quel che era successo, per lui era divenuto il simbolo frustrante della promessa che non era riuscito a mantenere. Basta tormentarsi. Avrebbe lasciato il passato dentro quella stanza.

    Domani porta questo da un buon antiquario, mi pare ce ne siano molti nei dintorni. Non andare in una gioielleria, non ne capirebbero il reale valore. E soprattutto non accettare nessuna cifra inferiore a 200-300 goldoni perché ne vale decisamente di più.

    Lo lasciò accanto alle monete, come regalo. Non sapeva dare un reale valore di mercato agli oggetti, ma quello indubbiamente era un pezzo da museo, prodotto in copia singola e risalente a prima della guerra. Immaginava che certi sciagurati collezionisti avrebbero fatto a gara per accaparrarsi quell’Honorial Memento.

    Rivestitosi, avrebbe fatto per uscire dalla porta e proprio quando la sua mano prese la maniglia, si accorse che sull’anulare della mano aveva ancora la fede. Quella non l’avrebbe mai donata a nessuno, ma poteva toglierla ed accantonarla per un po’. Il passato doveva essere chiuso in quella stanza.

    Ci vediamo più tardi.

    Disse congedandosi con un sorriso per poi uscire. Si sentiva talmente rinato che quasi non ebbe difficoltà a salutare con un cenno del capo, seppur con qualche rimasuglio di timidezza, Laurine seduta al bancone. Fece per andare ai piani superiori nella propria stanza per darsi una sciacquata, ma dopo appena un paio di scalini ci ripensò e tornò indietro: aveva ancora 70 monete, avanzategli dopo la lunga giornata di lavoro. Dei soldi non se ne faceva nulla, ma delle esperienze si, ergo avrebbe invitato qualche altra ragazza a salire nella sua stanza se fosse stato possibile. E poi, così facendo, l’indomani avrebbe avuto una motivazione in più per tornare a svolgere quello straccio di lavoro.

    Dunque prese forza ed oltrepassò le tende rosse che dividevano la reception dalla zona bar. Da solo.

    Ad Eas non aveva ancora pensato dopo ciò che aveva fatto, forse l'avrebbe incontrata proprio ora dietro quelle tende, chi lo sa. Sinceramente sperava di no poiché, sebbene non temesse il confronto, per ora voleva completamente perdersi ed abbandonarsi in questo limbo di piaceri.




     
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    Le domande spesso e volentieri sono più pericolose delle risposte, ma mai in questo caso un esito può cambiare le cose come stanno. Appoggia la mano libera sul proprio fianco e ti guarda, soppesando quello che ha da dire per poi rispondere ancora. Sorride ancora, forse più di prima.
    « Non mi stai chiedendo di fare un'eccezione, vero? »
    E' una risposta che vuol dire tutto o non vuol dire niente, che può aprire una porta come però possa chiuderla. Ti indica con l'indice che fa girare appena di fronte a sé, lanciando probabilmente un'altra provocazione - non è un modo di fare familiare? - da aggiungere a quelle di prima. Seppur poche, ci sono state.
    « Perché in questo caso dovrai fare meglio di così e comunque non ti prometto niente, ma in quel caso mi aspetto che tu abbia almeno il coraggio di dirmi in faccia che non puoi più stare senza di me. »
    Scoppia in una leggera risata cristallina prima di osservare il medaglione che le viene messo sul comodino al quale si avvicina e raccoglie, osservandolo: non l'hai mai visto prima, è la prima volta che incontra un medaglione del genere e ce l'ha davanti agli occhi dunque la curiosità fa giustamente un po' da padrona. Se lo rigira, lo guarda da tutte le angolazioni possibili e poi ritorna a dare il volto verso il biondo.
    « Sei sicuro? Sembra prezioso. » Tornò a guardare l'oggetto. « ...ed anche bello, potrei tenerlo per me. Come mi sta? »
    Se lo appoggiò sul petto, a mezz'altezza tra i seni ed il collo, come se fosse un qualsiasi ciondolo oppure come se potesse tener fermi dei lembi di un vestito. Stando attenta a non scoprirsi ed a tener fermo l'oggetto con la mano, "ballonzolò" un po' a destra e sinistra per poi concentrarsi di nuovo su Shikaku e riporre l'oggetto sul comodino.
    « Ti ringrazio, ci penserò: tendo sempre a valutare i regali dei preziosi clienti. A più tardi. »

    Uscito dalla stanza, Laurine rispose al saluto senza dire niente di più dovendo comunque mantenere un certo tipo di comportamento ed al contrario si limitò ad annotare qualcosa su un quaderno: ora tenevano anche un diario d'osservazione? Meglio non pensare a quest'eventualità, ma tempo di fare quei primi due scalini che alle tue spalle saetta una ragazza uscendo dal salone per fiondarsi il più veloce possibile nella camera di Polly: da quello che puoi vedere da dietro, sembra l'ultima che ha parlato e che ha dato particolare attenzione al fatto che tu abbia detto di aver vissuto nello stesso posto di Eas.
    E' ovvio che ora più di prima stia ribollendo di curiosità, forse è proprio per quello che si è catapultata lì ma aprendo le tende ti ha dato modo di sentire un po' di musica provenire dal salone. Lì avevi intenzione di andare e sarà di certo un piccolo valore aggiunto che darà atmosfera.

    Forse è strano da realizzare ma nel tempo che sei stato nella camera di Polly è entrata veramente tanta, tantissima gente. Sia chiaro che la sala non sta traboccando di persone ma probabilmente la sera deve dar l'impressione di essere un locale e per ora...beh, è quello che sta dando: sul palco sul fondo, prima vuoto, ora stanno tre musicisti ad intonare qualcosa di adatto ad un'atmosfera così vivace e le ragazze che hai visto prima a gruppetti ora sono quasi tutte separate, sparpagliate in qua ed in là nella sala: ne vedi anche un po' di più rispetto a prima e non sai se sorprendertene o meno, in fondo non hai mai saputo il numero.
    Poi ti giri verso il bancone del bar, alla sinistra dell'ingresso.
    Ti aspettavi di vederla subito? Soliti capelli corti, solito aspetto ma vestiti diversi di cui vedi, adesso, solo la parte superiore: una camicia a maniche corte bianca, un gilet nero entrambi abbastanza poco abbottonati senza però lasciar intravedere nulla di più del dovuto. Ah sì, ha anche un cravattino ner che termina in mezzo al decollete. Probabilmente di proposito.
    « Lo dite tutte le volte, volete farmi arrossire? » Dissimula di fronte a tre ometti di fronte a lei che hanno appena ordinato qualcosa: poco più in là riconosci la ragazza che si era sdraiata sul bancone di fronte a te solo un'ora e poco più prima, anche lei impegnata a parlare con delle persone.
    « Ma lo sai che veniamo solo per te, quello che porti tu ha sempre un altro sapore hahaha! » « Ci metti qualcosa prima di portarcelo? Quando lo fanno le altre è sempre meno dolce. » « State dicendo che annacquo i vostri bicchieri? Ma come vi permettete! » Palesemente simula aria offesa, è ovvio che stia giocando e per ora il gioco sembra dare i suoi frutti.
    « Dovrei dare via i vostri posti per questo affronto. » « A patto che anche tu abbandoni il tuo, è una bella serata. » « Mmmh... » Porta un dito al mento, alza lo sguardo riflettendoci...relativamente poco. Si appoggia con le mani al bancone rispondendo agli ometti con un fare estremamente, estremamente gentile.
    « Mi spiace ragazzi, stasera non sono in servizio. Ho avuto un problemino, penso che starò qua e basta. » Un verso di disapprovazione da parte degli uomini che comunque lasciano un paio di monete a testa sul bancone prima che due di loro si voltino verso il resto della sala. Eas si volta invece verso l'altro che rimane a guardarla. « Ti serve altro tesoro? » « Uhm...Non vedo Polly stasera, in genere è lei che ti aiuta qui. » « Era impegnata ma mi hanno detto sarà qui a breve, l'avvertirò che la aspetti con ansia. » Un sospiro da parte dell'ometto che poi si volta assieme ai suoi compari ed Eas che ritorna a fare altro.
    Se volessi c'è un posto libero...altrimenti la sala è grande e sedie libere, nonostante tutto, ne puoi vedere. Così come le ragazze, avranno altre persone intorno ma le loro attenzioni non finiscono mai.




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    Sapeva perfettamente rigirare la frittata l’abile Polly. Abile non solo a parole, tanto che si era chiesto come mai, con tutti i clienti che aveva, non avesse ancora trovato l’uomo giusto per lei. Forse era molto esigente o forse troppi uomini avevano disatteso le sue aspettative. Per il momento non indagò ulteriormente, non ne era il caso, anche perché, per quanto difficile, voleva sforzarsi di pensare che il loro rapporto fosse solo puramente fisico.

    Se ti dicessi una cosa del genere, rischieresti la vita.. forse la rischieremmo entrambi..

    Disse con il sorriso stampato in volto. Scherzava ovviamente, ma nemmeno troppo. E non c’è bisogno di specificare ne il perché ne a chi si riferisse.

    Ti sta d’incanto. Credo sia difficile trovare qualcosa che stia male su di te.

    Sorrise. Rise. Si sentiva davvero leggero e spensierato. Sicuramente le stava meglio di come stava a lui. Non gli dispiaceva affatto se se lo fosse tenuto per se quel medaglione: magari vedendolo sul suo collo, avrebbe smesso di associarlo ai pensieri negativi riguardanti il passato. Restò un altro paio di minuti disteso sul letto con le mani incrociate dietro la nuca. Per la prima volta dopo tempo immemore si sentiva quasi.. felice.

    […]

    Quando si è felici e convinti, si affrontano le difficoltà e le insicurezze con più scioltezza. Ed era proprio questa l’intenzione di Shikaku: cavalcare l’onda per superare ostacoli che un’ora prima sembravano insormontabili, come ad esempio quello di venire puntato dagli sguardi delle ragazze o quello di intrattenere con loro conversazioni piccanti. O peggio: quello di doversi confrontare direttamente con Eas dopo ciò che aveva appena fatto.

    Il locale si era decisamente riempito, ma non aveva paura di farsi vedere a volto scoperto: se il pomeriggio nemmeno i soldati imperiali lo avevano riconosciuto, di certo non doveva temere degli uomini venuti solo per passare una serata in compagnia di femminile. E nonostante la gran baraonda che si era venuta a creare, la notò subito. Spiccava come suo solito, come una stella più brillante delle altre. Stando a braccia conserte, la osservò in lontananza, quasi volesse studiarla, sino a quando la maggior parte dei suoi interlocutori alzarono i tacchi. Scosse la testa e sorrise benevolmente. Come diavolo faceva a donare il suo corpo a tipi come quelli!? Meritava decisamente di più una come lei. Ma non era il momento di fare il presunto geloso, non dopo che era appena stato con la sua migliore amica. Forse era un bene averla incontrata proprio nel salone pieno: non c’era il rischio che provasse ad incenerirlo con le sue tecniche.

    Si avvicinò in scioltezza, a passo blando ma convinto. Riservò solo uno sguardo all’ultimo omaccione che era rimasto accanto a lei. Non era un’occhiata cattiva ma un velato invito ad allontanarsi per lasciargli la sua privacy con Eas. Non temeva il confronto con lei, ma non si sarebbe aspettato arrivasse così presto.

    Devo dire che sai sempre come farti riconoscere con eleganza.

    Esordì mentre si appoggiava con i gomiti sul bancone, squadrandola da capo a piedi. Una lusinga era un buon modo per sciogliere il ghiaccio, anche se più che una lusinga era una mera constatazione dei fatti.

    Adesso capisco perché mi dicevano che quando qui entra qualcuno, sei sempre la prima che guardano.

    Non sembrava provare più vergogna del dovuto. I suoi occhi erano calmi e la sua espressione serena. Il suo tono pacato ostentava sicurezza. Si sentiva in grado di reggere la conversazione (gli effetti miracolosi del sesso), anche se sotto sotto temeva veramente di averla ferita o delusa. Ecco, vederla infelice per colpa sua sarebbe stato come ricevere una pugnalata al cuore. Sperava solo che lei avrebbe capito i motivi che lo avevano spinto ad andare con un'altra donna invece che con lei, perchè se fosse tornato indietro, lo avrebbe rifatto altre mille volte. E sperava anche che, in caso contrario, fosse disposta a perdonarlo. Insomma, sperava di non perderla, perchè mi dispiace dirtelo mia cara Polly, ma ora come ora Shikaku poteva fare a meno di tutti eccetto che della sua Eas.

    Non sapeva cos'altro dirle, dovendo prima capire se la notizia le fosse già arrivata e soprattutto come l’avesse presa, pertanto si limitò a sorriderle. C'era un pizzico di amarezza in quel sorriso ma anche la soddisfazione di aver fatto il primo passo per abbandonare il passato e per avvicinarsi alle braccia di colei che aveva davanti.



     
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    Al momento tutto sta andando bene: la musica suona, ci sono tanti clienti e quelli che sono andati via sono di quelli più facili con cui aver a che fare: basta mostrare le cose giuste e mi aspetto fra non molto di vederli salire con un paio di ragazze che sono rimaste disponibili. Spero solo che non esagerino, a volte chi beve troppo dev'esser rimosso con la forza ed al momento sono anche da sola dato che Polly è...impegnata.
    Sospiro, credo non sia mai successo che non abbia aperto assieme a me e serviva giusto un'occasione come questa perché avvenisse.
    « François, come stai messo ad acquavite? »
    Il simpatico ometto che mai una volta ha chiesto niente mi dice che siamo messi tutto sommato bene, forse ci sarà da rifornirsi dopo ma almeno per un altro paio d'ore non c'è rischio che il barile finisca. Queste sono le serate dove la birra vola ma l'acquavite no e contando quanto costa e quanto la pago, quello è uno dei guadagni più grandi di questo posto: a maggior ragione adesso dopo che ho trattato un prezzo ancora migliore dell'altro, cavolo quanto mi ha fatto arrabbiare quel fornitore che ha cercato di fare il furbo.
    Fisso un attimo i musicisti dopo che i tre signori si sono voltati, sospiro ancora e mi prendo un fluté che riempio piano piano.
    Per me.
    Non si dovrebbe bere in servizio ma questo posto è mio, dunque faccio cosa voglio.
    Cosa mi aspettavo? Le cose sono sempre state così e sono io che vivo e volo sempre troppo di fantasia. Mi bagno appena le labbra, sovrappensiero, osservando Anabelle versar da bere ad un paio di signori. Che brava ragazza. Un po' titubante all'inizio ma quando hai le monete in mano che cantano per te, le riserve spariscono. Vederla così sciolta adesso mi fa quasi sorridere.
    La frase che mi arriva mi lascia completamente alla sprovvista e sovrappensiero com'ero, mi fa fare anche un mezzo salto sul posto accompagnato da un "wo!" appena appena accennato: molto male, questo mi ha fatto rovesciare il contenuto del bicchiere non addosso a qualcun altro ma addosso a me. Mi volto guardandomi la scollatura, zona dove si è rovesciato il contenuto del bicchiere.
    « Ti sembra il modo di arrivare? Alle spalle di qualcuno? »
    Prendo un tovagliolino ed inizio piano piano ad asciugare ma per il cravattino dovrò proprio farlo lavare, probabilmente avrò bisogno di cambiarmi o di fare un viaggio nel retro, nel cucinino per usare un po' d'acqua. Non mi aspettavo di incontrarlo così presto e forse è esattamente questo che mi ha fatto abbassare la guardia, brutto segnale.
    Pessimo segnale.
    « Dovrò cambiarmi, peccato: adoro questo cravattino. » Lo prendo con indice e medio e ne agito la punta di fronte al volto di Shikaku al quale mi avvicino, appoggiandomi con entrambe le mani sul bancone e sporgendomi giusto di poco in avanti più per abitudine che per altro. Lo fisso qualche istante, piego la testa a destra. « Mi stai facendo dei complimenti di tua spontanea volontà, significa che c'è qualcosa di cui vuoi farti perdonare: solo se ti presentassi con un mazzo di fiori saresti più palese di così. » Sorrido rimanendo in quella posizione, dondolandomi un po' a destra e sinistra: se non mi fosse davanti ma mi guardasse da dietro, avrebbe una visuale decisamente migliore ma dovrà accontentarsi di quello che offro adesso...così come al momento devo accontentarmi pure io e tornare un po' con la testa per terra.
    « Ma i complimenti sono sempre ben accetti, se ne hai altri da fare sono tutta orecchi. » Ehi, parlare e cercare di recuperare il mio ritmo mi sta facendo lentamente tornare il buonumore.
    ...quand'è che sono diventata di cattivo umore, a proposito? « Usi una particolare acqua di colonia? E' diversa da quella di stanotte e mi sembra quasi di riconoscerla. Non mi sembravi tipo da profumo. Oppure questa è un'occasione speciale solo per... »
    Ricominciamo da capo.
    Non c'è niente di diverso, in fondo, rispetto ad un paio di giorni fa.
    « ...me? »




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
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    Per quanto avesse imparato a conoscerla, continuava a non capire se certi suoi atteggiamenti fossero naturali o volutamente maliziosi per farlo cadere in tentazione e sedurlo. Se fosse stata la seconda era una vera maestra nel simulare spontaneità. Guarda caso infatti il bicchiere le si era rovesciato addosso proprio quando lui l’aveva fermata.

    Ops, non credevo ti bagnassi così tanto.

    Disse con una mezza risatina mentre si grattava la nuca. Era una risatina impacciata come suo solito ma decisamente più furba e meno timida rispetto a quelle a cui Eas aveva assistito sin ora. Forse si era troppo ringalluzzito dopo una sola scopata. Non a caso la frase che aveva pronunciato si prestava a mille interpretazioni.

    Eas non sembrava ne arrabbiata ne stizzita, quindi evidentemente nessuna aveva avuto l’occasione oppure il coraggio di dirle che si era appartato con Polly. Dubitava infatti che se fosse venuta a saperlo sarebbe rimasta indifferente nei suoi confronti, mantenendo quell’aria spensierata e maliziosa che la contraddistingueva. Il suo sesto senso però le aveva fatto immediatamente comprendere che Shikaku aveva qualcosa farsi perdonare. Il biondo fu spiazzato da tanta perspicacia, ma provò in tutti i modi a non darlo a vedere, anche perché gli piaceva vederla così di buon umore.

    Non pensavo che la titolare di un locale si mettesse a servire i cocktail. Ho sentito dire che hai avuto qualche problemino con i fornitori. Spero si sia sistemato tutto.

    Le disse per deviare il discorso mentre si sistemava sullo sgabello. Era la classica Eas che conosceva da sempre e che gli era un po’ mancata, perché sì, quando sei stato per dieci anni solo con te stesso, poche ore senza vedere una persona ti sembrano un’eternità. Non sapeva quale reazione aspettarsi una volta che le avrebbe detto ciò che era accaduto in sua assenza, ma sperava di non rovinare il loro rapporto, perché Eas gli trasmetteva un’allegria unica e genuina. Doveva giustamente prendersi l’onere di spiegarle le motivazioni che lo avevano spinto a farlo.

    Può darsi.

    Le disse alzando le sopracciglia per rispondere alla sua ultima domanda. Effettivamente si era tutto impomatato e profumato ma, dopo la sudata con Polly, dubitava fosse rimasto qualcosa del suo odore originale. Era più probabile che il profumo che Eas percepiva adesso, fosse proprio quello rimastogli addosso di Polly.

    Sai, questa mattina sono andato nelle zone del porto. E’ molto diversa da come me la ricordavo questa città.

    Per il suo mea culpa iniziò facendo il giro largo, con l’intento di addolcire la pillola in questo modo.

    Ho persino incontrato degli imperiali. E non mi hanno riconosciuto.

    Solo Eas probabilmente poteva comprendere il sollievo di non essere riconosciuto da coloro che avrebbero potuto torturarlo e dargli la caccia.

    Sono rientrato sul tardo pomeriggio. Volevo invitarti a cena, per parlare con te di certe cose. Ma tu non c’eri.

    Sospirò amareggiato. In effetti aveva lavorato tutto il giorno sotto il sole come scarica barili con l'unico intento di racimolare qualche soldo per invitarla a cena. Ed una volta rientrato al locale, quando aveva saputo che era impegnata, se n’era molto rattristato, poiché aveva subito pensato che fosse in camera con qualche altro uomo. Questa era una ragione in più che inizialmente lo avevano spinto ad uscire con Polly, ma certamente non era la ragione principale, anche perchè la stessa Polly gli aveva spiegato la natura imprenditoriale del suo impegno.

    Così, per aspettarti, sono sceso qui giù e mi sono intrattenuto con le ragazze. Con Polly in particolare.. Avevi ragione: è una ragazza molto in gamba.. Con lei mi sono trattenuto un po’ di tempo in più.. In camera sua..

    Deglutì. Distolse lo sguardo. Prese fiato e cercò di mantenere la calma. Era leggermente agitato nel pronunciare quella confessione. Non era pentito di essere stato con Polly perché era stata una delle esperienze migliori della sua vita, ma ugualmente gli dispiaceva. In cuor suo, pregava affinché Eas non ne fosse rimasta ferita o delusa.

    Come mai non sei in servizio stasera?

    Domanda più che lecita, ma forse dettata solamente dalla voglia di comprendere se avesse ancora voglia di aprirsi e confidarsi con lui dopo ciò che le aveva appena riferito.


     
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