[FREE ROLE] Nel Limbo dei Piaceri

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    Aveva...aveva appena fatto una battuta? E soprattutto davvero aveva fatto quella battuta?
    Lo guardai per qualche istante, poi scossi il capo. « Ti do un quattro d'incoraggiamento, non mi aspettavo da parte tua una battuta che mi fanno bene o male ogni cinque minuti quando ho un bicchiere in mano. » Ero quasi offesa che Shikaku si fosse abbassato a questo livello, solo che volli ignorare la cosa: sapevo che questo posto lo avrebbe aiutato così come sapevo che prima o poi avrebbe provato ad ambientarsi e da un lato questo mi faceva piacere.
    Forse troppo, dovevo solo darmi una regolata. « E dico d'incoraggiamento perché almeno ci stai provando. »
    Avevo tenuto in considerazione l'idea che stamani potesse prendere ed andare via dopo aver scoperto tutto quanto, la sera prima, ed in quel caso ci sarei rimasta davvero, davvero male ma nel sapere che in qualche modo era rimasto ero rimasta - scusate la ripetizione - tranquillizzata. Certo rientrare e farsi dire che era andato tempo nemmeno un paio d'ore con una delle mie ragazze, al contrario, mi aveva spiazzata e...sì, inutile che ci giro intorno, mi ci aveva fatto rimanere abbastanza male.
    Penso che Laurine l'abbia visto dalla pausa che ho fatto nel sentirglielo dire e tutt'ora non so ancora come prenderla.
    Ma cosa dovevo aspettarmi da una persona che era rimasta isolata dal mondo per così tanto tempo?
    « In qualche modo devo relazionarmi con la clientela e questo è il posto migliore: mi ascolto la musica, posso dare consigli su chi cerca qualche ragazza in particolare, posso ascoltare battute di pessima qualità... » Gliela lanciai appena così, con un sorriso in volto mentre continuavo ad ondeggiare ed ancheggiare sul posto: era un mezzo automatismo ma in fondo volevo anche metterlo alla prova. Volevo vedere se si metteva a guardare e quanto tempo ci metteva: gli do giusto atto per aver resistito fino ad ora nel gettare l'occhio sulla scollatura anche se mi sono leggermente sporta in avanti, chissà quanto continuerà a tener fede la sua buona volontà.
    « E vedere quelli come te che nonostante tutto si sentono comunque dei pesci fuor d'acqua: non puoi capire quanto sia divertente vedere una persona timida timida che entra qui dentro per la prima volta ed affiancarlo senza nemmeno fargliene render conto. » Forse stavo cercando un po' di sviare ma rimaneva il fatto che ci fossi rimasta un po' male.
    Quando disse però di volermi invitare a cena feci quello che mi riusciva far meglio: teatro. Aprii la bocca in un impeto di stupore, mi feci più radiosa possibile in volto, portai le mani al petto e mi fermai dai miei movimenti. « Davvero? Un invito solo per me? Cos'aspettavi a dirmelo? » Zompettando, alzai parte del divisorio del bancone - Shikaku si era messo comodamente vicino all'ingresso della zona bancone - ed andai ad abbracciarlo passandogli le braccia dietro il collo e, soprattutto, sedendomi sulle sue gambe come se fossi una bambina da tenere in braccio. Una morsa relativamente stretta ma che era più strategica per mettergli un po' di pressione addosso. E dopo? Dopo mi sarei comodamente sistemata sulle sue gambe guardandolo negli occhi da vicino.
    E soprattutto sorridendogli.
    « Aspetto per anni un tuo invito a cena e me lo vieni a dire così? Mi maledico quasi per non esserci stata, spero però che non sia scaduto, non vorrei aver sprecato la mia occasione ed ora che ti sei fatto un giro qua, hai placato i tuoi bisogni. Aspetta...non era solo un pretesto con secondo fine, vero? Mi feriresti davvero tanto. »
    Portai una mano sotto gli occhi e ruppi appena appena il tono della voce, voltandomi verso il bancone dissimulando una finta delusione dovuta ad un'amara realizzazione che avrebbe potuto mandarmi il cuore in frantumi, poi mi ripresi come se nulla fosse. « No, conoscendoti non ne saresti stato capace. »
    Per poi affondare il colpo.
    Davvero pensava che non lo sapessi già? Quando mi disse di Polly, sempre standomene così, mi avvicinai al suo orecchio (ovviamente quello che mi distava di più in modo da continuare a metterlo alla prova e mettergli delle "cose" più vicine al volto, volevo vedere come reagiva). « E' la prima cosa che mi hanno detto quando sono rientrata. »
    Ridacchiai appena cercando di fare il possibile per non lasciar trasparire niente di quanto avessi pensato poco prima, da un lato il fatto che si fosse sbloccato tornava comodo pure a me ma... « Un uomo che vive da solo in una foresta e quando torna nel mondo civile non coglie un'opportunità come questa? » Mi distaccai di nuovo con il volto. « Per un attimo dopo quello che mi hai detto ieri sera credevo non avresti ceduto poi mi sono ricordata che in fondo sei sempre un uomo come tutti quanti. »
    Già, come tutti quanti.
    Non sapevo se l'avesse presa sul personale o come una pesante frecciata, onestamente ci speravo quasi.
    Mi alzai anche dalle sue gambe ma senza allontanarmi più di troppo, infatti mi appoggiai con le mani sul bancone di legno e mi ci sedetti sopra accavallando le gambe. Potevano dire quello che volevano sul mio carattere ma se decidevo che nessuno avrebbe capito niente di quello che pensavo davvero, così sarebbe successo ed ora volevo mascherare davvero un po' di delusione. « Se me l'avessi chiesto avrei effettuato io un servizio speciale, pensa che l'avrei fatto persino come favore senza chiederti niente in cambio. Ti sei divertito almeno? Polly si è comportata bene? »
    Non ne dubitavo, anzi.
    Magari più avanti me ne avrebbe pure parlato. « Scommetto che non ha saputo resistere alla tua aria da cagnolino bastonato. »
    Come mai poi non era in servizio?
    Potevo dirgli che lo avevo deciso dal giorno precedente? Certo che no, non volevo perdere il vantaggio che avevo su di lui: sospirai, raccogliendo un attimo le idee. « Parlare con quel fornitore è stato davvero estenuante, tesoro, e mi ha stancata molto più di quanto avessi pensato. Avevo davvero bisogno di rilassarmi stasera e parlare con le persone, ormai, mi rilassa: in particolare provocarle, ma mi faccio andar bene anche conversare del più e del meno. »
    « Per esempio sono curiosa di sapere cos'hai detto alle ragazze. Ti lascio mezza giornata da solo e ti prendi Polly mettendo in agitazione le altre? Cosa devo fare con te? »
    Aria falsamente rassegnata ma ero davvero curiosa.
    E non poco.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
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    Incredibile. L’amara confessione di Shikaku sembrava non averla minimamente toccata. Eas rimase indifferente, imperturbabile, continuando a provocare maliziosamente con quel suo solito atteggiamento stuzzicante che la contraddistingueva, come se non le fosse importato più di tanto del fatto che Shikaku fosse andato a letto con una ragazza diversa da lei. Il biondo ne rimase spiazzato e, sotto sotto, anche un pochino rattristito: aveva creduto che Eas si sentisse legata a lui da un sentimento profondo che andasse oltre l’amicizia. Certo, non si aspettava che gli saltasse addosso dopo quello che le aveva detto, ma nemmeno che facesse finta di nulla.

    Aveva sentito bene? Che stesse fingendo di non essere stata ferita quando in realtà lo era? Se lo sarebbe aspettato da una donna come lei. No avanti, non poteva riuscire a fingere anche su questo, non poteva. O forse sì? Forse, facendo quel lavoro, si era abituata a vedere uomini che il giorno prima erano nel letto con lei mentre il giorno dopo con un’altra. Shikaku si grattò la testa affranto: non ci stava capendo più nulla.

    Hai ragione, era davvero di pessimo gusto quella battuta.

    Un’espressione stizzita comparve sulla sua bocca, per poi tornare timidamente a sorridere. Nonostante si sentisse più sciolto, si trovava sempre e comunque di fronte alla maga della disinibizione, pertanto fu questione di secondi prima che l’occhio gli cadde sul suo davanzale bagnato e ben in vista. Ed oltre all’occhio, anche qualcos’altro era attratto da quella prorompente scollatura.. qualcosa che stava crescendo sempre di più.. ossia il sentimento di volersela tenere stretta.

    Certo, un invito a cena. Mi sembrava il minimo dopo tutto quello che hai fatto per me.

    Disse senza staccarle gli occhi di dosso da quella scollatura, per poi scorrerle gli occhi lungo i fianchi. Sapete com’è? Quando infrangete una barriera, l’adrenalina vi spinge a voler fare di nuovo quella cosa, per quanto spericolata possa essere. Shikaku aveva appena fatto un’ora di sano sesso e un’ora di certo non poteva sostituire dieci anni di astinenza. Era per questo che era ritornato nella sala: era in trance agonistica. Ne voleva ancora, ne aveva bisogno. Ed Eas lì davanti, con la bocca aperta in quel modo, sapendo quello che avrebbe potuto fargli, dopo che si era trattenuto così a lungo..

    Si morse le labbra. Arrossì. Avrebbe dovuto trattenersi ma non ci riusciva proprio, non era la parte cosciente del suo cervello a ragionare, soprattutto ora che Eas aveva fatto il giro e si era seduta sulle sue gambe. Già. Sulle gambe. Le avrebbe potute sentire molto bene. Maledetti pantaloni di stoffa leggera.

    Davvero!?

    Le disse con la bocca semi aperta e con le sopracciglia alzate. Avrebbe dovuto sospettarlo che le ragazze dicessero tutto ad Eas. Però la prese per i fianchi con vigore, ma senza metterci forza, quasi volesse invitarla a stare lì, con lui, il più vicino possibile. Non sapeva perché lo stesse facendo dopo tutto quello che aveva detto a Polly, ma voleva solo godersi il momento, senza pensare ad altro. Aveva proprio dei bei fianchi stretti Eas. E la pelle liscia. Molto liscia. Dettagli che non aveva mai avuto occasione il coraggio di notare.

    Quando lei si alzò, non poté trattenerla, ma la accompagnò con le mani, come se non se ne volesse distaccare. Sembrava rattristito. La voleva sua e di nessun altro uomo, così come voleva essere considerato da lei come speciale, non come uno dei tanti con cui aveva a che fare. Non sapeva perché, ma era questo il sentimento che albergava in lui, sentimento esploso dopo essere stato con Polly.

    Eas. Voglio passare tutta la notte nel letto con te.

    Glielo disse in maniera diretta, guardandola negli occhi, in tono soave, senza troppi giri di parole. Forse glielo avevano detto in tanti ma la sua suonava davvero come una dichiarazione d’amore, sebbene fosse decisamente più.. più.

    Ah già: la domanda su cosa avesse detto alle ragazze ora poteva aspettare.



     
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    Era strano, era un'altra persona rispetto al giorno prima quando si era solo scandalizzato nel sapere cosa fosse questa persona: sembrava ora uno dei tanti ed il non aver reagito nemmeno alla mia provocazione verbale era quasi deludente ma dovevo capire. Dovevo afferrare ciò che gli eventi mi facevano passare avanti e comprendere cosa fosse successo, quale meccanismo fosse scattato.
    Va bene, probabilmente era solo il ben più banale esser un uomo tornato nella civiltà e scaraventato dalla solitudine in mezzo ad un mare di ragazze e non aveva saputo controllarsi nonostante a suo tempo fosse mister autocontrollo, anzi sicuramente era così ma il fatto che fosse cambiato qualcosa a mio avviso era così evidente che quasi mi spiazzava.
    Quasi.
    « Davvero, sì. »
    Mi avevano riferito senza nemmeno girarci troppo intorno. Chiusi gli occhi e sospirai dopo aver lasciato cadere la testa indietro per un paio di secondi, dondolando le gambe di fronte a lui: niente di particolare nel gesto questa volta, davvero. « Potrebbero aver alzato la guardia quando prima di uscire ho detto loro di trattarti con estremo riguardo, poi tu devi aver detto qualcosa che le ha davvero messe in agitazione perché dovevi vedere come mi hanno guardata quando Laurine me l'ha riferito, come se vi avessero appena trafitto il cuore e stessi per morire. »
    Che in fondo era in parte vero, cioé ci ero rimasta male ma non così tanto perché me l'aspettavo.
    Però ci ero rimasta male.
    Non me l'aspettavo e soprattutto avrei quasi sperato non lo facesse.
    Ed invece adesso si stava comportando in maniera molto possessiva ed ammaliata. Non so come dirlo e forse quello è proprio il termine adatto, ammaliato: era un comportamento visto talmente tante volte che ormai ci ero abituata solo...solo non da lui. Shikaku era davvero l'ultima persona dal quale mi sarei aspettata questo tipo di attitudine.
    E' per questo che quando mi disse quella frase riaprii gli occhi ed abbassai la testa di scatto, guardandolo.
    Stavolta ero rimasta genuinamente sorpresa: mi sarei attesa tutto fuorché questo. « Shikaku Na-Newgate, cosa mi hai appena detto? » Avevo bisogno di sentirmelo dire ma non per ego, proprio per crederci. Non era quello che gli volevo sentir dire dieci anni fa per il quale mi ero data tanto da fare? Non era forse ciò che speravo mi chiedesse? Non capivo, però, perché adesso mi suonasse tremendamente sbagliato ma forse era cola mia che avevo tirato troppo la corda: dovevo immaginarmelo dopo tutto ciò che in due giorni gli avevo messo di fronte agli occhi, che gli avevo detto, che gli stavo facendo.
    E poi insomma, voleva portarmi a cena fuori. Era un gesto davvero carino che, però, dieci anni fa avrei rifiutato. « Ripeto, passa un giorno che ti lascio da solo e tu mi combini tutto questo? » Non ero arrabbiata, anzi da un lato stavo facendo fatica a trattenere un bel sorriso soddisfatto ma che comunque non si creda che sia troppo frivola e che mi accontenti di poco, nonostante tutto avevo bisogno di capire un paio di cose.
    « Anzi prima di ridirmelo, magari ci credo per davvero, ti domando se tu l'abbia detta pensando prima con quella... » Indicai con una mano la sua testa, sempre standomene seduta sul bancone a gambe adesso affiancate: tenerle accavallate era accattivante ma quando devi guardare qualcuno che sta ad altezza più bassa e soprattutto sei sorpresa era davvero difficile. E con la punta di uno stivaletto indicai lui, o meglio in basso. « ...o con quello? »
    Inutile dire che cosa stessi indicando ma mi fermai subito, avevo un'idea migliore: scesi dal bancone e mi sporsi verso di lui per dirgli qualcosa all'orecchio. Senza provocare, senza cercare di estrapolare qualcosa: volevo solo comunicargli qualcosa che non volevo sentissero altre persone. « Fatti trovare tra novanta minuti sulla panchina davanti al molo che sta di fronte al locale. »
    Ecco, era una soluzione accettabile dal mio punto di vista.
    Non avrebbe detto di no, vero?




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    Mi hanno chiesto come facessi a conoscerti. E io ho risposto che abitavamo nello stesso posto. Non potevo immaginare che sapessero ancora meno di te. Che altro avrei potuto rispondergli!?

    Disse allargando leggermente le braccia, come a volersi discolpare. Lo avevano accerchiato come iene affamate di informazioni: era andata bene che si fosse lasciato scappare solo questa. Ma in ogni caso ora il punto focale della discussione era un altro perché per una volta Shikaku sembrava averle lanciato una frecciatina più efficace del solito, una frecciatina che riuscì a spiazzarla di sana pianta finalmente.

    Insomma Eas, lo avevi bombardato di ferormoni per tutto il tempo. Che ti saresti aspettata? Era ovvio che prima o poi avrebbe ceduto, soprattutto ora che non aveva più una ragione per cui non cedere. Non era quello che volevi anche tu? Certo, Shikaku avrebbe potuto essere più romantico, non è un caso che avesse cercato di invitarla a cena. Ma dopo aver risvegliato il suo amico sempre al buio non era il romanticismo quello che andava cercando.

    Forse aveva proprio bisogno di una doccia e di lascare che le bollenti passioni venissero raffreddate dall’acqua, in modo da poter ragionare con più lucidità. Però, prima di andare in camera per prepararsi per l’appuntamento al chiaro di luna, prese la mano di Eas e se la portò al cuore, guardandola al contempo negli occhi, con le punte dei nasi che si sfioravano.

    L’ho detta pensando con questo.

    Il suo battito era leggermente accelerato. Se avesse seguito la sua testa, probabilmente sarebbe stato ancora nelle foreste a piangersi addosso. La sua testa infatti gli diceva che non avrebbe dovuto andare con Eas, in quanto una ragazza che faceva quel mestiere non era adatta per una relazione stabile, tanto più che non aveva ancora completamente dimenticato la donna del suo passato. Il suo amico nei pantaloni invece gli stava consigliando di andare con qualcun'altra in modo da non avere problemi dopo.

    Era il cuore quello che lo stava guidando in questo momento. Il sentimento. Un sentimento a cui non sapeva dare ancora un nome ma che stava indirizzando il suo comportamento.

    Comprese una cosa dietro quell’invito di Eas: probabilmente lei voleva che lui recuperasse un minimo del suo romanticismo e che pensasse bene a cosa lo stesse spingendo a voler andare nel letto con lei. E questo, signori miei, era la conferma inconfutabile del fatto che Eas lo considerasse speciale. O almeno di questo Shikaku si era convinto.

    […]

    Aaaaahhhh….

    Si lasciò andare in un lungo sospiro mentre l’acqua sciacquava via ogni suo pensiero: era stata davvero una giornata impegnativa e non era ancora terminata. Appoggiò la fronte contro il muro piastrellato della doccia e lasciò spalle e braccia penzolanti lungo il suo corpo. Che stava combinando con Eas?

    Era andato con Polly per porre una prima pietra sopra il passato e comprendere se avesse o meno la sindrome del salvato. Ora ne era certo: non aveva nessuna sindrome. Era sano come un pesce, sin troppo, tanto che nemmeno sotto l’acqua fredda della doccia il suo birillone aveva intenzione di abbassarsi.

    Mannaggia a te, mi farai fare una figuraccia..

    Ma la pulsione che lo stava spingendo verso Eas non era di carattere puramente sessuale. Veniva da dentro di lui, dal suo cuore, ed era genuina. Eas poteva essere la sua seconda pietra sopra il passato, una pietra pesante ed imponente. Tra l’altro era strano che fosse attratto così tanto da una persona di cui alla fine conosceva relativamente poco e con cui il giorno prima non intendeva costruire chissà quale futuro. Sicuramente dopo aver fatto sesso si sentiva più positivo circa se stesso e circa il proprio avvenire. La scarica di adrenalina e testosterone dovevano aver condizionato la sua mente al pari di una droga. Sorrise, mentre si insaponava i capelli. Si sarebbe goduto ogni singolo istante di questo appuntamento, lasciandosi trasportare dalle emozioni. E sarebbe stata l’occasione perfetta per dire ad Eas ciò che non aveva avuto possibilità di dirle durante l’ora di cena.

    La notte era magnifica. Una luna piena ed arancione risplendeva accanto a miriadi di stelle, riflettendosi su un mare calmo e pacato. La leggerissima brezza trasportava con se un piacevole odore di salsedine e smuoveva dolcemente le navi ancorate al molo, creando un delicato sottofondo di onde che si infrangevano su di esse. Trovare quella panchina non sarebbe stato difficile. Ciò che era difficile era trovare una motivazione per non dare a quella ragazza un'opportunità concreta per intraprendere una relazione con lui.



     
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    Era strano, lo ripeto.
    Era diverso, più intraprendente, forse qualche meccanismo strano doveva esserglisi attivato in testa dopo che aveva avuto la prima esperienza dopo tanto tempo, ma soprattutto era strano. Mi aveva evitata così tanto tempo che vederlo avanzare così tanto mi aveva lasciato a dir poco interdetta, anche con quello che mi aveva detto e non avevo la minima idea di dove volesse andare a parare: che fosse una strategia per mettermi paura?
    Ecco perché gli avevo detto di prendere tempo, per calmarsi un attimo e riflettere e per darmi modo di realizzare ciò che era successo.
    Era lo stesso Shikaku che arrossiva alle mie battute? Ero perplessa, spiazzata e...
    Non andava bene, meno male avevo preso tempo: in effetti me lo aspettavo che avrebbe reagito in un modo simile ma non proprio così.
    Ripeto, era strano.
    Quando se ne andò sospirai e mi preso giusto una pausa di qualche minuto per rifiatare, avrei passato ancora un'oretta lì aspettando intanto che tornasse Polly per darmi il cambio: non ce l'avevo con lei, sapevo che per lei quello era stato solo lavoro anche se poveretta quando è arrivata mi ha guardata con un'aria talmente colpevole da avermi costretta quasi ad abbracciarla. Anzi, l'avevo fatto punto e basta e questo doveva averle dato un sollievo di cui non avevo idea perché l'ho proprio sentita sciogliersi.
    In compenso questa cosa ha fatto bene agli affari perché poi le persone al bancone sono piovute come acqua dal cielo, solo che dopo circa tre quarti d'ora me n'ero andata per darmi una sistemata: a cose normali mi sarebbe bastato cambiarmi, solo che quel cocktail rovesciato mi aveva lasciato addosso il bisogno di rinfrescarmi e poi di scendere. A cose normali avrei passato davvero tanto tempo a conciarmi per l'occasione come quando mi chiedevano di fare da scorta a qualcuno, di dire sì ed annuire e basta ma ora non ne sentivo il bisogno: credevo di dover andare a fare una doverosa chiacchierata punto e basta.
    Niente di eccessivamente elaborato nemmeno per vestirmi, avevo solo bisogno di qualcosa di semplice come dei pantaloni in pelle, maglia bianca con colletto ricamato ed una giacchetta di un acceso color bronzo dipinta di verde sulle spalle. Stivaletti, capelli sistemati e l'aria notturna di Altilantia mi iniziò a far compagnia: non era difficile trovare la panchina che dicevo, era l'unica che c'era nel raggio di una trentina di metri e dava direttamente sul mare, sul molo che avevo davanti. La raggiunsi con diversi minuti di anticipo, sedendomi sullo schienale in pietra per appoggiarmi con i gomiti ai ginocchi e guardare avanti a me.
    « Oh andiamo, che fine hai fatto. »
    Non mi domandavo dove fosse Shikaku, mi domandavo dove fossi io con la testa dalla sera prima. Ero stata scorretta quando gli avevo chiesto di esser importante per me, l'avevo colto in un momento di debolezza e forse non credevo che avrebbe ritrovato la giusta forza così a breve: forse avevo cercato di rigirarmelo un po' fra le mani ed ora che stava iniziando a camminare da solo ne ero spaventata?
    Speravo di tenerlo con me e poter fare quello che volevo?
    Forse.
    Ah, questo doveva essere il sangue che mi scorreva nelle vene: certi difetti non svaniscono mai anche se non ti vuoi associare nemmeno per sbaglio con determinate cose.
    Sospirai abbassando il capo, poi lo rialzai guardando la luna: stasera era davvero bella da vedere, soprattutto riflessa sull'acqua.
    Cosa mi aspettavo?
    Dei passi, eccolo. Il tempo trascorso era circa quello e mi guardai appena indietro per verificare che fosse lui la persona che stesse arrivando, magari più calmo rispetto a prima in modo che fosse in grado di parlare: sì, era la cosa che necessitavo fare di più al momento. Parlare perché ne avevo bisogno.
    « Mi domando cosa sia cambiato. » Principiai tornando a guardare di fronte a me, tornando ad appoggiarmi con il mento sulle mani. « Rispetto a tanto tempo fa: se a suo tempo mi avessi detto una cosa del genere, di certo non saremmo qui. »
    Silenzio, sospirai.
    In tutto questo c'era una cosa, almeno, che mi faceva stare bene: avere il controllo almeno di me stessa, avere tuta la libertà che volessi e di cui avessi bisogno. Scivolai piano piano sulla panchina in modo da sedermi come si doveva, distendendo le braccia sopra la testa ed allungando le gambe in avanti: per quanti pensieri avessi, l'aria notturna di questo posto mi aiutava sempre.
    Il rumore dell'acqua che batte sulla roccia, i suoni del mio locale, i passi solitari delle persone che passano per caso, il silenzio che può donare la luna a guardare dall'alto...La vista da camera mia era bella, questa però la preferivo.
    « Sei mai riuscito a domandarti come fosse la vita senza dover rispondere di niente? Come fosse una vita normale. »
    Me lo domandavo spesso e fino ad ora mi ero sentita incapace di trovare una risposta, pensavo di non esserne ormai più in grado.
    Probabilmente la mia situazione era irrecuperabile, almeno non avevo quelle catene rosse a cercare di tenermi indietro.




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    La vide subito. Quei capelli argentati brillavano ancor di più sotto la luce lunare. E più si avvicinava più udiva profondi tonfi provenienti dalla sua cassa toracica. Rallentò il passo, recuperò la calma. Doveva controllare il suo cuore: per lo meno a gonfiarsi non era qualcos’altro. Si sedette accanto a lei in maniera composta, giusto a qualche centimetro di distanza. Non la guardò in viso, non ancora. I suoi occhi fissavano l’orizzonte, senza comprendere dove finisse il mare e dove iniziasse l’oscuro cielo stellato. Respirando a pieni polmoni, restò a contemplare quello spettacolo della natura, lasciando che i suoni tenui ed indefiniti provenienti dal mare e dal locale alle loro spalle lo allietassero.

    E’ cambiato tutto.

    Ecco cos’era cambiato. Sicuramente era cambiata la sua consapevolezza. Uscire all’aria aperta e stare in mezzo ad altre persone gli aveva fatto prendere coscienza di quello che era il mondo attorno a lui. Gli aveva fatto capire che se non voleva lasciarsi consumare ed annientare dal passato, allora ogni giorno avrebbe dovuto trovare qualcosa da fare e avrebbe dovuto sperimentare nuove emozioni sino a quando avrebbe trovato il suo posto nel nuovo mondo.

    Un tempo avevo responsabilità molto grandi che mi imponevano un certo tipo di contegno.

    Ed aveva anche una fidanzata, motivo per cui non era mai caduto in tentazione. Il rispetto e la lealtà per Shikaku sono vincoli sacri ed inviolabili.

    Ora ho perso tutto. Non ho più nulla. Ma credo ci sia ancora speranza per me..

    Lo credeva davvero, soprattutto dopo la giornata appagante appena trascorsa. Soprattutto con Eas al suo fianco.

    Per noi..

    Aggiunse dolcemente, girandosi verso di lei, per poi prenderle una ciocca di capelli tra le dita.

    Entrambi ci siamo caricati di oneri e doveri troppo grandi per quella che un tempo era la nostra età. Avremmo dovuto vivere con spensieratezza, invece.. Io ho cercato di caricarmi sulle spalle le responsabilità di una nazione intera senza nemmeno aver fatto esperienza di vita, senza accorgermi che mi avevano scelto solo perchè pensavano che sarei stato più controllabile. Tu hai deciso di prendere la un'altra strada da quella che ti aveva prospettata il tuo clan, rimanendo sola in un mondo a te sconosciuto e ostile. In un modo o nell'altro, abbiamo dovuto ingoiare bocconi amari. Ed alla fine cosa ci è rimasto?

    Fece una pausa. Sospirò sconsolato. fece scivolare le dita lungo il suo collo, fermandosi alla base e massaggiandole delicatamente il coppino.

    Abbiamo passato gli anni migliori della nostra vita a piangerci addosso o a fuggire. Persino io che credevo di aver fatto tutto a regola d'arte, seguendo i consigli degli "esperti" e mettendoci tanta buona volontà, alla fine sono rimasto solo e triste.

    Ecco cosa li accomunava. Ecco perchè Shikaku si sentiva così tanto attratto da lei: lei era l'unica che poteva capirlo. Era l'unica che avesse provato la stessa solitudine che lui stava provando. E forse era anche per questo motivo che molti anni addietro, quando Eas ci stava provando spudoratamente, lui era rimasto freddo ed impassibile nei suoi confronti: sino ad oggi non avevano avuto nessuna esperienza di vita che li accomunasse in maniera così intensa e speciale.

    Ma la colpa non è nostra.

    Cambiò tono. Era certamente più positivo. Se il giorno prima non vedeva alcuna prospettiva o possibilità di rinascita, ora si sentiva più sicuro e speranzoso.

    Il destino alle volte ti mette di fronte a situazioni più grandi di te. E allora puoi solo metterci tutto te stesso per cercare di non venirne schiacciato. Se dai tutto te stesso, anche se sbagli, non importa. L'importante è seguire il proprio cuore: quella è la sola ed unica cosa che conta.

    Ecco la conclusione alla quale era arrivato: se anche avesse agito in maniera differente o avesse fatto scelte meno altruiste, probabilmente non sarebbe comunque riuscito ad evitare la guerra ed il conseguente spargimento di sangue. Dunque era inutile tormentarsi per qualcosa che non poteva essere cambiato. Si girò a mezzo busto verso di lei. Cercava un contatto visivo.

    Abbiamo però la possibilità ed il dovere di rendere straordinario il tempo che ci rimane da trascorrere in questa vita. Io non so cosa mi riserbi il futuro ne dove si nasconda la mia felicità, ma farò di tutto per cercarla. Per quanto mi senta a casa, non potrò restare qui per sempre.

    Deglutì. Si sentiva quasi dispiaciuto nel doverle dare quella notizia dopo tutto quello che lei aveva fatto e stava facendo per lui. Cercò di essere il più delicato possibile, ma era inevitabile e probabilmente lo sapeva anche Eas. Aveva sperato che una cena a lume di candela rendesse più facile per lei accettarlo, ma anche la luce della lune poteva andare bene.

    Prima o poi partirò per esplorare questo mondo. E' per questo motivo che non posso creare legami troppo stretti, ne con te ne con nessun altra. Ho passato anni interminabili a compiangere la persona che ho amato a lungo. Ora che ho quasi liberato il mio cuore da lei, non posso rischiare di partire con il pensiero di essermi lasciato di nuovo alle spalle una persona insostituibile quanto speciale.

    E credo che fosse più che intuibile a chi si riferisse..

    A meno che..

    Mise il palmo della mano libera sul dorso della mano di Eas, mentre con l'altra mano le strinse con più pressione il collo.

    Vieni con me!

    Una proposta che sapeva di avventura. Shikaku aveva ascoltato Eas, si era fidato di lei e l'aveva seguita sino a Florentia. Ora toccava ad Eas fidarsi di Shikaku: non poteva immaginarla svolgere quel lavoro per il resto della sua vita. Ai suoi occhi Eas era molto più che facili costumi e comportamento libertino. Eas era libertà e sconfinatezza, passione e temerarietà. Eas era colei che voleva gli restasse accanto.

    Fai finta di nulla e vuoi mostrarti forte a tutti i costi. Ma lo so che nel profondo avresti voglia di evadere.


     
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    Non avrei mai detto che le parti si invertissero in questo modo perché in fondo lui mi stava chiedendo di fare ciò che avevo fatto io tanti anni prima cn la differenza che, adesso, non ne avevo davvero bisogno. Alzai lo sguardo al cielo a guardare le stelle che brillavano sopra Altilantia, quelle stelle a cui mi ero ormai abituata.
    « Un tempo una come me non la guardavi nemmeno. »
    Ed in effetti non l'aveva fatto nemmeno quando avrebbe potuto perché l'occasione era troppo, troppo facile per non sfruttarla ed ora quello Shikaku tutto d'un pezzo dimostrava di esser completamente perso per me, cosa che mi rendeva davvero oltremodo felice perché c'ero riuscita ed avevo ottenuto qualcosa.
    Non mi interessava nemmeno averlo salvato da chissà quanti anni ancora di solitudine, molto egoisticamente ero contenta di aver trovato qualcuno che volesse passare con me più di qualche semplice ora e che fosse una persona dietro alla quale avevo provato a correre mi dava una piccola sensazione di vittoria arrivata con molto, molto ritardo ma pur sempre arrivata.
    Sospirai appoggiandomi con la testa alla sua spalla ed incrociando le mani in grembo, non l'avevo mai fatto ma...era piacevole.
    « Sai che se questo discorso te l'avessi fatto io a suo tempo mi avresti cacciata o fatta arrestare perché avresti temuto un tradimento, vero? »
    Gliela buttai come scherzo mentre la mano sul collo mi dava una sensazione di piacevole calore differente da quella a cui ero solita, da quella a cui ero abituata. Mi tenni però dal guardarlo in volto, non so chi dei due avrebbe distolto lo sguardo per primo e...probabilmente lui, purtroppo ero abituata a guardare le persone.
    Allungai la mano di fronte a me verso l'oceano, sorridendo.
    « Quel punto lontano, laggiù, da piccola volevo raggiungerlo perché significava che sarei andata lontana. Ce l'ho fatta anche se in maniera differente da quella che volevo e sono comunque rimasta insoddisfatta perché non l'ho fatto per volontà, ma per obbligo: o così, o rimanere fermi per non aver più nemmeno l'opportunità di provarci ma devo essere chiara con te, sono andata via volentieri. »
    E forse questo non l'aveva ancora capito, solo che adesso era più disposto ad ascoltarmi di quanto non fosse la sera precedente dove non si faceva capace del fatto che io avessi trovato un'attività del genere come motivo di vivere dunque era bene che mi spiegassi. Sempre in quella posizione, stavo stranamente comoda ed a mio agio.
    « E non solo perché così ho potuto continuare a vivere, quella era la goccia che ha fatto traboccare il vaso: nessuno mi voleva più lì dentro, dopo la faccenda di Shui sono stata vista come una traditrice solo perché ho avuto paura per la mia vita e mi sono salvata e l'unica persona da cui avrei voluto una pacca sulla spalla non mi ha mai nemmeno regalato una rosa di persona o fatto un complimento. »
    Lo punzecchiai con l'indice su un fianco per tornare a guardare avanti e sospirare.
    « Non è stato facile e sono nemmeno un decimo di ciò che ero allora, fossi stata la stessa probabilmente questa città sarebbe tutta mia. Mica mi sarei fermata al locale, siamo sempre stati ambiziosi noi e questo non sono mai riuscita a scrollarmelo di dosso ma vedi, il punto è questo. »
    Scivolai su un fianco e mi sdraiai sulla panchina, appoggiando le gambe sullo schienale e la testa sulle sue gambe per poterlo guardare dal basso dritta per dritta, senza tanti giri di parole. Sorrisi.
    « Potrà esser stato brutto ma mi ha permesso di costruire qualcosa di mio. Mio e di nessun altro ed oltretutto è un posto dove la gente viene volentieri. » Attimi di silenzio. « ...va bene, non è gente rispettabile ma è un qualcosa che la gente approva. Un qualcosa di mio che la gente approva. »
    « Come potrei abbandonarlo? Cosa sarebbe di loro, poi? »
    Di tutte quelle ragazze che avevo trovato a piangere ed a cui avevo dato un tetto sotto cui dormire, che mi pagavano in quel modo. Sono convinta che se trovassero di meglio da fare, andrebbero via senza problemi ma finché possono dormire serene, finché possono tenere lo stomaco pieno ed avere dei vestiti da tenere addosso possono dire che le tratto male? Chiedo solo il mio perché possa continuare ad esserci un tetto sotto il quale stare ed a loro va bene.
    Allungai la mano per appoggiarla sulla sua guancia, guardandolo con l'aria più dolce che potessi avere.
    Una che non tenevo mai.
    « Se mi chiedessi di non fare più quello che faccio non batterei ciglio, per cosa pensi che abbia detto di no a quelle persone e che abbia chiuso la mia agenda? Certe cose, quando si radicano in profondità, non passano mai. » E non era bello da ammettere per una come me, una orgogliosa come me e che faceva di tutto per non dipendere da nessun'altra se non sé stessa.
    « Quella vita non è più la nostra. Non per me, almeno.
    E sono contenta di averti detto di tornare dopo, anche se spesso preferisco tenere le mie carte coperte. Non ti dico di rimanere per sempre ma...
    »
    Titubai, fermando la mano dallo sfiorargli la guancia: questo di me era un lato estremamente debole che non avevo mai mostrato volentieri.
    Perché lo deve vedere sempre solo lui? E' davvero quel destino di cui ha parlato prima?
    « Non puoi provare a vedere com'è? Anche solo una camera dove tornare quando vuoi sentirti a casa. »
    Non una persona.
    Quella è una presunzione che non voglio avere e forse il fatto che abbia già fatto determinate cose ancora non mi va giù.
    Ma dovrà, per forza.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
    Vietata la copia, anche quella parziale.
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    Di lei aveva sempre visto il suo lato spensierato e sbarazzino, provocante e pungente, intrigante e malizioso. Gli aveva sempre trasmesso allegria questo suo carattere. Ma mai aveva visto così da vicino ed in maniera così nitida questo suo lato tanto sognatore, genuino e profondo. Era sempre stato sicuro che sotto quel suo aspetto da prima donna forte ed indipendente nascondesse una personalità molto più sensibile e a tratti anche molto fragile. Non si era sbagliato, sebbene sino ad ora non l’avesse mai vista. Sorrise: ora finalmente stava vedendo ed ascoltando la vera Eas, quella che avrebbe sempre voluto conoscere.

    C’era voluto tanto tempo prima che quella Eas venisse a galla, prima che si mostrasse a lui per ciò che era realmente. Forse il merito andava a quel cielo stellato che creava un’atmosfera a dir poco romantica e fiabesca o forse il merito andava semplicemente ai loro cuori. Aveva ragione Eas: un tempo non l’avrebbe mai guardata, ma ora, nonostante quel cielo stupendo, non riusciva proprio a staccarle gli occhi di dosso perché lei era di una luminosità ancor più mozzafiato.

    Ascoltarla parlare in quel modo era un piacere per le sue orecchie. Vederla così sciolta ed aperta, senza presunti secondi fini, stava alimentando il sentimento che c’era in lui. L’ascoltò e basta, senza aggiungere nulla, perché davvero non ce n’era bisogno. Quelle mani che delicatamente e dolcemente si strusciavano le une sulle altre già dicevano tutto.

    Fu colpito in particolare dalla sua ultima frase: quella sera non era andata con quegli altri tre clienti semplicemente perché c’era lui. Forse aveva fatto un errore ad andare con Polly, si sentì un attimo rattristito, ma non lasciò che i sensi di colpa prendessero il sopravvento su di lui. Basta sensi di colpa, di qualunque tipo essi fossero. Il futuro avrebbe rimediato a tutto, bastava solo volerlo.

    Guardava Eas negli occhi accarezzandole i capelli mentre lei se ne stava con la testa appoggiata sulle sue gambe. Comprendeva il motivo per cui non volesse partire con lui: giusto o sbagliato che fosse, quel locale era qualcosa che lei aveva creato. Era lo stesso motivo per il quale lui non aveva abbandonato la sua patria una decade orsono nonostante avesse un destino già segnato: il senso della responsabilità. Le faceva onore questa scelta, significava che non era la menefreghista che in molti avevano sempre creduto, ma che aveva un cuore carico di generosità ed altruismo. E Shikaku aveva un debole particolare per queste due qualità rare quanto pregiate.

    Con naturalezza, si piegò su di lei e se Eas glielo avesse concesso, avrebbe cominciato a baciarla con una passione a dir poco travolgente. E non si sarebbe staccato dalle sue labbra, non sino a quando il sole non fosse sorto.



     
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    Il fatto che non dica niente dopo tutto quello che ho detto mi mette a disagio, mi sento per un attimo giudicata ed anche paradossalmente nervosa ma...mi guarda in un determinato modo, è diverso rispetto a quello che mi ha detto prima.
    Nel tono, anche se non sta parlando riesco a vedere che quello sguardo ha tutta un'altra tonalità e non posso fare a meno di domandarmi quanto fosse grande la ferita che aveva Shikaku se era bastato così poco per fargli diventare gli occhi così. Non potei fare a meno di domandarmi cosa pensasse davvero perché mi aveva detto una determinata cosa, mi aveva proposto qualcosa che a suo tempo avrei accettato senza problemi pur di ottenere quello che volevo e dopo aver risposto a modo mio, questo era il risultato: era il sapore migliore che potessi assaggiare in questo periodo ed in generale.
    Ma ero comunque curiosa, aveva deciso di rinunciare con così poco al volersene andare? Era bastato che gli chiedessi per favore di stare qua con me?
    Ero ancora abbastanza confusa ma in fondo non avevo avuto nemmeno il tempo di pormele queste domande, mi ero trovata a tenergli il colletto della maglia per tirarmelo addosso e godermi quel piccolo per uno, ma grande gesto per l'altro che avevo cercato - e sognato - per davvero tanto tempo e che mai mi era stato concesso.
    Diavolo di uno Shikaku.
    Mi era bastato allungarti una mano perché tu volessi prenderti tutto il braccio se non di più?
    Era stata la motivazione del mio secco rifiuto? Il vedere che avevo trovato qualcosa che mi aveva spinto ad essere più responsabile? Certo che lo ero diventata, dovevo se volevo ritagliarmi un angolino tutto mio in questo mondo. Tutti arrivati ad un certo punto dobbiamo capire cosa vogliamo fare e mi domandavo se lo avesse fatto anche lui: cosa sperava di ottenere stando sempre da solo in quelle distese o a fare lavori sporchi per...già, per cosa? Non dicevo che dovesse vivere per una persona sola ma almeno che avesse uno scopo che gli permettesse di vivere normalmente come un essere umano degno di quel nome.

    Ma era una cosa che volevo da così tanto tempo che questi pensieri avevo deciso di non considerarli nemmeno, al contrario potevano aspettare fino ad oltre quello che stava succedendo. Se lo paragonavo alla persona che avevo incontrato per la prima volta dopo così tanto tempo era come guardare un individuo differente, forse davvero stare in mezzo alle persone lo aveva aiutato.
    O molto più egoisticamente potevo pensare che l'avesse aiutato stare vicino a me che, detta onestamente, le persone timide ed impacciate come lui le mangiavo vive per farle danzare sul palmo della mia mano. Con Shikaku non ci sarei riuscita, non con l'uomo che mi aveva messa in passato e tutt'ora in difficoltà. Avrei sospirato ma adesso avevo di meglio da fare, tipo rimettermi seduta senza distaccarmi un attimo, senza perdere un filo d'aria e...
    Ricompormi.
    « Forse... » Presi spazio, recuperando fiato.
    Avrei voluto chiedergli cosa ci trovava in me adesso ma avrei fatto solo la figura dell'insicura e poi preferivo concentrarmi su altro. Tipo il fatto che gli tenevo sempre il colletto. Sorrisi. « Forse stare qui al freddo non è una buona idea. »
    Odiavo il freddo ma credo sarebbe stata l'unica cosa che non avrei sentito per il tempo che rimaneva di questa giornata. Avremmo avuto di sicuro modo per parlare, ora preferivo che guardasse me e non gli avrei permesso di fare il contrario.




    Si ringrazia Coralia per il layout.
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    Bella ruolata che aggiunge molto spessore psicologico ai vostri pg.
    Scusate l'interminabile attesa per la valutazione :(

    Mrx
    CITAZIONE
    Punti Base 2
    Scrittura 2 - Stile scorrevole e pulito.
    Interpretazione 2 - Finalmente Shikaku tira fuori le palle! I suoi comportamenti sono decisamente contraddittori e si percepisce il caos nella sua mente generato dallo scontro tra il suo passato ed il presente che lo circonda, ma sta ritrovando la sua stabilità.
    Strategia 0 - No combat.
    Puntualità 1 - Tempi di risposta brevi, con qualche ritardo.
    Lunghezza 1 - Avete scritto parecchio senza abbassare mai la qualità.

    Totale Mrx: 2 (base) + 6 (parametri) = 8 exp

    Ace
    CITAZIONE
    Punti Base 2
    Scrittura 2 - Molto bene anche tu.
    Interpretazione 3 - Molto difficile ruolare un personaggio femminile senza cadere nei cliché, ma ci riesci benissimo; ho trovato qualche sua reazione un po' forzata, ma lo stesso credibile. Hai gestito egregiamente lo stuolo di png di contorno.
    Strategia 0 - No combat.
    Puntualità 2 - Tempi di risposta brevissimi, ottimo così.
    Lunghezza 1 - Avete scritto parecchio senza abbassare mai la qualità.

    Totale Ace: 2 (base) + 8 (parametri) = 10 exp + 100 Gold

    Valutatore: 3 exp + 100 Gold.
     
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