[Autogestita] Il Giorno dei Lunghi Addii

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Principiante

    Group
    Member
    Posts
    500

    Status
    Offline

    Chiba


    Parte I - Un'amicizia d'Oro


    Luogo: Monastero Ryushang
    Orario: Mattina Inoltrata




    Un lieve vento caloroso, scuote i ciuffi di capelli di Chiba, mentre ancora non vede nient'altro che il nero assoluto, ma ode lievi suoni ed odori, che man mano si fanno più intensi e reali. Un sottile bagliore inizia a penetrare tra le fessure delle palpebre, che poco a poco si spalancano con movimenti pacati e trascinanti, mentre la luce penetra inarrestabile. Un bagliore bianco e totale, assuefà la vista del ragazzo, che pian piano ripristina chiarezza e lucidità, nella vista e nella mente. Nota il soffitto e la finestra aperta, tramite cui è visibile tutto ciò che Chiba vorrebbe tangere con le sue mani e le sue esperienze, vivere libero. Ode il cinguettio dei passeri, il cantico dei grilli e la brezza delle pacate folate mattutine, che gioiscono come bimbi che giocano in cortile, prima di ritirarsi per il mezzogiorno.

    SIGLA



    Chiba cambia posizione e da steso passa a seduto sul letto, poggiando la schiena sul cuscino, al solo muovere i muscoli con semplicità sente ancora i dolori del combattimento precedente. La lotta con il maestro è stata breve ma intensa, non solo a livello fisico ma anche emotivo, le sensazioni di rabbia, dolore e forse anche odio, si sono sprigionate con tutta la loro furente violenza. E cosa ne è rimasto, se non un'amara sconfitta senza senso, i cui rigurgiti hanno procreato sofferenza, che la lotta di Chiba sia veramente così futile e materiale? No, è troppo testardo per pensarlo, ma la sofferenza emotiva è come una lama che si pone tra gli strati più inimmaginabili del proprio cuore, causando l'annientamento dell'innocenza.
    Ma tornando ai fatti, il ragazzo capisce subito di trovarsi in infermeria, non si sofferma troppo con i pensieri. E' un luogo che più di tutti gli altri allievi ha visitato in questi ultimi tre anni, ma anche quando era più giovane ed infantile; si sbucciava continuamente le ginocchia, si feriva e non sapeva nemmeno come. Nella stanza non nota nessun altro, i letti sono immacolati e stirati, i cassetti in ordine e le forniture al loro posto, Chomaso il monaco che getisce l'infermeria è un uomo gentile e generoso, sempre pronto ad ascoltare.
    Ad un tratto la porta si aprì leggiadra, pur emettendo lievi cigolii, al monastero non tutto è raffinato, in quanto non vi è oro con cui comprare beni che distraggono la mente dallo studio. Ad entrare fu proprio Chomaso, chi altro se no; non di certo altri allievi, nessuno è come Chiba e non spreca energie come lui, per qualche capriccio.

    "Oh, ti sei svegliato finalmente."

    Afferma Chomaso mentre entra e nota il ragazzo che si è seduto sul letto, il monaco emette una voce particolarmente alta, infatti si tratta di un eunuco che si è unito al monastero, dopo che il suo padrone lo cacciò dalla residenza di cui era domestico.

    "Allora. Come ti senti?"

    Il tono leggiadro del medico è molto rassicurante e caloroso, come già detto è un uomo che ascolta, per ascoltare bisogna saper misurare le parole e tenere un tono gradevole all'interlocutore. Ma Chiba è rattristato dalla sconfitta, troppo demoralizzato per parlare e si chiude nel suo sguardo perso, mentre ripensa a tutto il tempo speso per allenarsi, tutto mirato all'obbiettivo che ha rincorso per questi anni. Chomaso nota questa sua espressione, ci è già passato altre settantuno volte, non ha dubbi sul come agire in tal caso.

    "Chiba, è inutile piangere sul latte versato. Che fai, non parlerai più con nessuno, soltanto perché hai perso uno scontro?"

    "Non è...!" il ragazzo si frena un momento, capisce che non è giusto usare un tono di voce così aggressivo con Chomaso, specialmente perché non gli ha fatto nulla di male. Anzi dovrebbe ringraziarlo per le numerose volte, che si è preso cura delle sue ferite.

    "Non è uno scontro, ma una serie ininterrotta di decine di sconfitte e della perdita di numerosi anni." Chiba riallinea la voce sul tono di Chomaso, anche se è infastidito da questa ammissione e dalla realtà dei fatti, sente di poter sfogare un po di sofferenza.

    "Per tre anni mi sono allenato duramente ed ho combattuto contro il maestro, per le mie motivazioni, perché non riesco ancora a vincere? Perché continuo a rimanere fermo al punto di partenza? nel dirlo stringe i pugni, stritolando il leggero tessuto del lenzuolo.

    "Alla fine, con la tua testardaggine, hai ottenuto quel che volevi. Il maestro ha accettato di lasciarti andare, nonostante ti abbia sconfitto lealmente." dice, con pacatezza Chomaso.

    Un brivido, una brezza, una scossa, Chiba non sa descrivere questa sensazione, non ha ancora realmente realizzato le parole dell'eunuco. Il suo sguardo si spalanca sulle lenzuola, la testa si alza rapidamente e si volta verso Chomaso, mentre le mani perdono la stretta sulle lenzuola bianche ed immacolate. Il ragazzo percepisce sincerità nelle parole del medico, come sempre è un tipo aperto e diretto, che non fa le cose con malizia. Che sia vero? Che il maestro abbia acconsentito al ragazzo di potersene andare? Chiba ancora non ci crede e chiede a Chomaso di ripetere. L'eunuco non ha problemi a ripetersi, prendersi cura della gente del monastero è la sua funzione primaria, dunque copia le parole prima pronunciate e le riversa sull'udito del ragazzo. A queste parole Chiba non riesce a trattenersi e si alza in piedi sul letto, con uno scatto che ha dell'inimmaginabile, un largo sorriso di gioia si stampa sul suo volto. Ma l'allegria del momento si perde nell'istante successivo, Chiba vuole sentirlo dire dal maestro, vuole essere sicuro che la voce dell'eunuco abbia confidato la realtà dei fatti e non si sia sbagliato. Dunque prende le sue vesti e si dirige alla Sala Grande, il luogo di riunione dei monaci che si chiudono in meditazione, tale sala viene chiusa durante certi orari.

    Giunto dinanzi alla Sala Grande scopre essere chiusa, anche se in questo orario dovrebbe essere aperta, colto dal fatto si ferma ed inizia a pensare. L'unica soluzione che trova è quella di attirare l'attenzione del maestro su di se, probabilmente si è chiuso li dentro a meditare, come è solito fare durante la giornata e quando vuole allontanare i pensieri nefasti. Dunque Chiba inizia a battere i pugni sul portone, il suo intento è di disturbare la meditazione, per convincere il maestro ad uscire.

    "Chao-sama! Apri! Avanti, lo so che sei li dentro. Voglio soltanto parlare." dice con voce decise, ma rallegrata dalla piega degli eventi, tranne per il portone chiuso ovviamente.

    Ma purtroppo attrae l'attenzione di qualcun'altro, qualcuno di più fastidioso e che tormenta il ragazzo da almeno un anno.

    "Ehi, ciuffo! Non disturbare il maestro, non sei tra coloro che rientrano nelle sue grazie." afferma con decisione e tono di superiorità, un bonzo alto quasi quanto Chiba e suo coetaneo.

    "Uh! Chiba si ferma per un momento, giusto per constatare chi lo ha chiamato, per poi ignorarne la presenza e tornare a bussare con vigore sul portone. "Dai maestro apri, non ho voglia di gonfiare questo bonzo."

    "Sentito Ranoh, ti ha chiamato bonzo." dice con voce tarda un'altro giovane allievo, che accompagna Ranoh ed un altro giovane allievo del monastero.

    "Ma come si permette di ignorarmi! Ehi tu, Chiba! Te lo ripeto per un'ultima volta, lascia stare in pace il maestro, o assaggerai la collera dei miei pugni!" afferma con arroganza e tono irritato Ranoh. Ma Chiba non sembra interessato a dargli corda e continua a battere sul portone, senza pensare alle parole del bonzo.

    "Aaaaargh! Maledizione la vuoi smettereeeeeeeeeee!" grida con furore l'allievo, mentre con una rapida corsa si dirige verso di Chiba, per colpirlo con un pugno coperto di chakra.

    Movimento + Movimento Extra [RAPIDO]
    [AZIONE] Skill: Ki Strike
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) + 40 (Skill: Ki Strike) + 30 (Passive: Body Weapon) = 80 danni fisici
    Chakra Speso = 20



    Ranoh è sicuro di andare a segno con il colpo, tant'è che la schiena di Chiba sembra alquanto vicina. Ma il ragazzo è pieno di sorprese ed eseguendo una semplice rotazione del corpo in tempo, schiva il pugno del bonzo che si schianta direttamente sul portone, causando qualche crepa e facendo volare diversi frammenti al suolo. Mentre il pugno di Ronah è ancora fumante, questo non crede all'accaduto e rimane a bocca aperta, con lo sguardo spalancato a fissare il danno che ha provocato ad una proprietà del monastero. Chiba non ha realmente schivato il colpo, la evitato per fortuna, non si era minimamente concentrato sull'avversario. Ma la sua ingenuità non gli da un quadro realistico della situazione e dice:

    "Oh, guarda. L'hai rotto. Ora Chao-sama ti farà fare i lavori più faticosi della giornata, lo sai?"

    Ranoh non ci crede, è tra i più diligenti del monastero e non causa problemi, eppure ha fatto una cosa indicibile. Alle parole di Chiba inizia a sudare freddo, temendo di dover compiere sforzi disumani per riparare, almeno spiritualmente, al danno recato al monastero. "No, non è vero. Tu l'hai rotto, se non ti fossi spostato, a quest'ora il portone sarebbe rimasto intatto!" blatera fastidiosamente, con tono energicamente preoccupato.

    "Ma se non mi fossi spostato mi avresti colpito, a quel punto avrei dovuto ricambiare e farti male. afferma Chiba, con tono quasi scherzoso, ma con una certa punta d'indifferenza. Mentre porta le braccia all'altezza della testa e le incrocia dietro il capo, mentre pone verso l'alto lo sguardo.

    "A-avanti Ranoh, lascia perdere, andiamocene prima che se accorga qualcuno." dicono gli altri due bonzi, mentre iniziano a darsela a gambe, preoccupati per la furia del maestro, se avesse notato il danno. A queste parole anche Ranoh fugge e lascia Chiba da solo, al ingresso del monastero, dov'è possibile notare il cortile esterno, in cui si è confrontato con il maestro diverse volte. Neanche con tutto il frastuono causato da Ranoh, nessuno si è degnato di uscire dalla Sala Grande, probabilmente non c'era nessuno.

    Chiba compie qualche passo verso il cortile, vuole prendere un po d'aria fresca, prima di ritentare la ricerca del maestro. Ma con lo sguardo nota in lontananza, verso la torre ovest, un telo bianco che svolazza tra i rami di un albero secolare. "Oh!" il ragazzo è sorpreso, dunque decide di dirigersi verso la torre ovest e scalare il muro per osservare da vicino il fatto.

    Una volta raggiunto il muro, Chiba compie un paio di balzi, dandosi la spinta necessaria con le piante dei piedi, premendo sulle pareti, così da arrivare in cima al muro. Appena atterrato, il ragazzo può notare una ragazza con un particolareggiato vestito colo verde acqua, che attende seduta su uno dei rami più resistenti e spessi dell'albero. La ragazza sente Chiba arrivare e si volta, il suo sorriso da annoiato e spento, diviene acceso e rallegrato.

    "Chiba! Finalmente sei arrivato, ancora qualche minuto e me ne sarei andata." dice con tono allegro e scherzoso, molto amichevole, la giovane ragazza.

    "Scusami Lan, non avevo notato il solito segnale, eh eh." dice sorridendo Chiba, contento di vedere la ragazza


    MocGrq0


    "Va bene, per questa volta ti perdono." dice sempre sorridente la ragazza. Lan non si è subito accorta delle numerose bende e ferite, che ricoprono il corpo di Chiba, ma quando le nota...

    "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! COSA TI E' SUCCESSO CHIBA, CHE COSA HAI COMBINATO QUESTA VOLTA?" la ragazza sembra essere entrata in fase crocerossina, si preoccupa per Chiba e si precipita verso di lui, per assicurarsi che le ferite non siano gravi.

    "Eh! Tranquilla Lan, sono i soliti rimasugli di un combattimento contro Chao-sma, eh eh!" Chiba non perde l'umore e resta tranquillo e scherzoso come sempre, non si preoccupa di nulla.

    "Eh?! Non ti avevo mica detto di smetterla con questa storia, finirai per farti ammazzare da quel vecchietto." afferma Lan, con un minimo tono di rimprovero.

    "Si, ma ecco...non voglio essere ripetitivo, ma io voglio esplorare il mondo, voglio capirlo e viverlo. Rimanendo qui farei le stesse cose che ho fatto per quasi vent'anni, meditare ed allenarmi, senza poter provare nulla di diverso."

    "Fa come credi, ma sappi che non concordo su questa storia del dover fare a botte, soltanto per farsi una gitarella per il mondo. la ragazza non è sorpresa dal comportamento e dalle parole di Chiba, lo conosce sin da quando aveva dieci anni e non è cambiato affatto. Ma Lan è sempre stata attratta dal carattere del ragazzo, sempre positivo e scherzoso, inoltre adora la sua ingenuità.

    "Allora, com'è andata questa volta?" la ragazza sapeva che poteva essere una domanda dolorosa per Chiba, le altre volte il ragazzo reagiva deprimendosi per un paio di giorni, per poi riprendere ad allenarsi.

    "Si, ho perso anche questa volta. Ma il maestro ha detto che posso comunque andare, o per lo meno è quello che mi ha Chomaso." Chiba non si deprime e non si sofferma troppo sull'argomento, è troppo perplesso dal fatto che il maestro sia introvabile.

    "Cosa?" dice con voce piccola e quasi nascosta, la giovane Lan, che inizia a pensare a vari scenari che si possono aprire da questo momento, dato che secondo le parole di Chiba gli è permesso di partire.

    "Ma quindi...Chiba se ne andrà e mi lascerà sola. No, non è possibile, il gran maestro non è tipo da tornare sui suoi passi, deve essere di certo uno scherzo di pessimo gusto." inizia a pensare Lan, mentre si accorge che Chiba ha terminato di parlare e la sta fissando.

    "Ma quindi ci sei, Lan?" dice Chiba alla ragazza, che sembra persa nei suoi pensieri.

    "Oh! Si scusami, ero un'attimo persa nei pensieri, ahah!" dice, facendo apparire un timido sorriso sul volto.

    "Senti, che ne dici di andare al lago?" di punto in bianco la ragazza fa una proposta a Chiba, speranzosa che il ragazzo accetti senza indugio.

    "Al lago? Ma in realtà dovrei cercare Chao-sam..." viene interrotto dalla ragazza che incrocia le braccia intorno a quello di Chiba.

    "Eddai non farti pregare, giusto un po per cambiare aria, dai!" dice col solito tono allegro e vivace, mentre inizia ad arrossire lievemente. Non attendendo una risposta del ragazzo, inizia a trascinarlo verso il lago, sperando che il ragazzo assecondi i suoi desideri.

    "Ti prometto che torneremo al tempio molto presto, andiamo a farci giusto una nuotata, dai!" spruzza allegria a più non posso, la sua vivacità è trascinante, dunque Chiba non fa forza e non s'impianta, ma è indeciso sul da farsi.

    "O-ok, ma non tirare così, ti seguo." dice Chiba, assecondando l'entusiasmo della ragazza.

    Che questo momento di spensieratezza sia soltanto passeggero o l'inizio di qualcosa, in questo pacato giorno di sole?

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Principiante

    Group
    Member
    Posts
    500

    Status
    Offline

    Chiba


    Parte II - Calma Piatta


    Luogo: Foresta nei pressi del Monastero Ryushang
    Orario: Mezzogiorno




    In una calda giornata di fine primavera, mentre gli ultimi venti rinfrescanti soffiano leggiadri tra le foglie e i caldi raggi del sole si rafforzano, una varietà di cespugli, fiori e sassi, vengono mossi dalla corsa fanciullesca di un ragazzino e di una ragazzina. I due hanno circa dieci anni e sono ben distinti socialmente e caratterialmente; lui è un semplice orfano adottato dai monaci e veste, come di consueto, i classici tessuti d'allenamento del monastero. Mentre la ragazza presenta vestiti più raffinati, ma comunque con decorazioni e linee modeste, come generalmente sono le vesti di persone che vivono di un certo tenore, ma al interno di un contesto più povero e rurale. I due si rincorrono tra gli sprazzi che si aprono tra il fogliame della foresta, spensierati da ogni cosa più materiale e tangibile. Il ragazzo è in piena corsa, anche se ingenuamente, corre più veloce di quanto possa fare la sua compagna di giochi.

    "Ahah, non mi prendi!" dice sorridente e scherzoso il ragazzino, mentre la ragazza inizia a sbuffare per la corsa ed a lamentare il fatto di non riuscire a tenere il passo.

    "Non c'è la faccio, sono stanca. Te lo avevo detto che questo gioco non fa per me." dice la ragazza, con la sua vocina tonda ed infantile

    Ad un certo punto, la piccola sente le gambe cedergli e cade improvvisamente, lanciando un gemito per lo spavento, causato dalla perdita di equilibrio. Il ragazzino nota la scena e si ferma, per poi andare a soccorrere la compagna di giochi.

    "Stai bene?" dice il ragazzino, dopo essersi portato in ginocchio davanti la ragazzina.

    "Ahi! Mi sono fatta male." dice la bambina, mentre stringe il menisco del proprio ginocchio destro, dato che la parte frontale circoscritta dalla rotola è sbucciata e rosseggiante.

    "Una sbucciatura, devi bendarla. Ecco tieni." il ragazzo si strappa un pezzo di veste e lo porge alla ragazza.

    "Ma così hai rovinato la veste, al tempio non ti faranno storie?" dice la ragazzina, con leggeri luccichii agli occhi. La piccola sa che quel che ha detto è vero e basta, la sua era una semplice domanda retorica, come a voler dire al suo compagno di giochi "Non devi farlo, ti metterai nei guai.".

    "Una in più, una in meno, che cosa cambia, eheh!" dice il ragazzino, con un largo sorriso, come a voler quietare le preoccupazioni della piccola.

    "E poi è compito di ogni bravo ragazzo, soccorrere chi ne ha bisogno, lo dice sempre Chao-sama." il ragazzino dimostra la sua sicurezza nel compiere il gesto e senza aspettare risposta, avvolge la ferita della ragazzina con la pezza delle vesti del tempio. La ragazzina rimane affascinata dal gesto e con commozione i suoi divengono ancor più lucidi:

    "Grazie...Chiba!" afferma la ragazzina con stupenda commozione giovanile.

    Ma tutto d'un tratto, la piccola stringe il braccio del ragazzino con la mano e disegnando sul suo volto un sorriso malfattore dice: "La guardia ti ha catturato!"

    Il ragazzino in un primo momento non capisce, ma poi il suo sguardo realizza. "Ma...ma...ci eravamo fermati e ti ho soccorso, non stavamo più giocando!" afferma con distinto stupore, mentre la ragazzina è di tutt'altro avviso.

    "Ti ho preso, hai perso ah ah!" i due iniziano a litigare come fanno gli infanti, non con cattiveria, ma bisticciando su di un fatto e le regole del gioco, che non avevano ben disegnato.

    Quanta gioia e leggiadra bellezza, nell'ingenua gioventù in primavera, anche il vento e gli alberi si accompagnano alle vicissitudini dei piccoli e tutto il quadro diviene ventoso, ma caloroso e piacevole. Ma la nostra ultima immagine è tutt'altra, la pezza color crema che fa da benda alla ferita della ragazzina; è immacolata e vivida, rappresenta l'innocenza della gioventù intatta, finché non si scontra con il sangue sparso sul ginocchio, che rappresentano le piaghe nel mondo, lordando la bellezza innocente dei giovani quando si scontra sulla cruda realtà della vita. Questa storia è destinata a conoscere una brutale verità, che farà scorrere molto sangue, nel futuro.

    Stesso Luogo, stessa Ora
    9 anni dopo



    Il sole del mezzogiorno schianta sulla limpida terra, mentre Chiba e Lan sono quasi giunti al lago, questa gitarella è stata fortemente voluta da Lan, che sente di voler passare il più tempo possibile con il suo miglior amico, in quanto preoccupata di dovergli dire addio molto presto. La ragazza pensa a quali parole dure dovrebbe sentirsi dire, se cercasse di persuadere Chiba a restare, sa che il ragazzo non accetterebbe mai neanche per richiesta sua, in quanto ha combattuto duramente per ottenere questo privilegio.

    "Senti, Chiba, se il maestro ti ha realmente concesso di poter andare, quale sarebbe il primo posto che vorresti raggiungere." chiede timidamente Lan, che per tutto il tragitto non ha mai mollato il braccio di Chiba, quest'ultimo non ha mai lamentato nulla a riguardo, rimanendo con le mani nelle tasche per tutto il tempo.

    "Il primo posto?" il ragazzo rimane leggermente sorpreso dalla domanda, non si aspettava di discutere di queste cose con Lan. "Beh, ecco...non ci ho ancora pensato, anche perché non so molto del mondo. So che ha ovest c'è un grande impero, che a est vi è un arcipelago di barbari cazzuti e a sud...beh, a sud c'è...eh eh, non lo so cosa c'è. Ma di certo qualcosa di straordinario." afferma Chiba, preso dall'emozione di quello che potrebbe vedere, non appena lasciato il monastero.

    A queste parole il volto della ragazza decade, il suo sorriso si spegne e nasce un accento di preoccupazione e tristezza. Socchiude le palpebre per qualche istante, per poi riaprirle con volto deciso, non vuole rovinarsi la giornata per qualche parola ingenua e non misurata.
    Dopo una ventina di minuti, sono finalmente giunti al lago, una piccola pozza circoscritta da pietre grige, l'acqua sembra leggermente torbida pur mantenendo un colore azzurrognolo. Lan lascia le braccia di Chiba e si va a sedere direttamente sulle rocce, infilando i piedi in acqua, dopo essersi tolta le calzature. La ragazza pone le braccia rigidamente piantate sulla seduta, alzando leggermente le spalle ed incrociando le gambe, portando la testa all'indietro ed esclamando:

    "Aaah...che acqua stupenda, avanti Chiba vieni anche te.".

    Il ragazzo inizia ad avvicinarsi, per poi sporgere la testa per vedere il riflesso del suo volto sull'acqua, non dice nulla si limita ad osservare l'acqua. Lan notando il silenzio di Chiba decide si spezzare il tutto con un'azione più plateale, pur quanto comune. La ragazza inizia a svestirsi, fino a rimanere in intimo e prepararsi per eseguire un leggero tuffo. Nel mentre, però, nota che Chiba distoglie lo sguardo e copre il lato del proprio volto, che da verso Lan, con la mano destra. Incuriosita la ragazza gli chiede:

    "Chiba, tutto bene?" la ragazza percepisce l'imbarazzo del ragazzo, che risponde "Si, tutto ok. Solo...sai...Chao-sama dice sempre che un bravo ragazzo non inchioda lo sguardo, su di una ragazza svestita. L'ha chiamata maleducazione, mi sembra." afferma con imbarazzo il ragazzo, che sembra intenzionato a rimanere in quella posa.

    Ma ad un tratto sente Lan tuffarsi, dunque si gira e distoglie la mano dallo sguardo; "Ora sono sott'acqua, è come se vestissi uno specchio, non hai di che preoccuparti. Dai vieni!" gli dice la ragazza, accennando ad una dolce linguaccia scherzosa.

    Dunque anche Chiba inizia a svestirsi, ma decidendo di rimanere con i pantaloni, dunque toglie le protezioni del monastero, le pelli degli animali che cacciò negli anni, una di tigre bianca ed una di un altro grande felino, finendo con la parte superiore, senza togliersi il giracollo artigianale che indossa in ogni istante. Lo stesso Chomaso non gli è lo tolse, in qualunque occasione dovesse curarne le ferite. Svestendosi scopre completamente il suo corpo atletico e giovanile, mostrando addome, petto, spalle e dorsali, in tutta la loro tonicità, mentre le braccia ornano come splendide colonne massicce. Lan sente un forte calore attraversarla, mentre nota il ragazzo spogliarsi, anche se rimane leggermente delusa dal fatto che Chiba non si sia tolto i pantaloni. Dunque il ragazzo prende una leggera rincorsa e sorridendo balza per tuffarsi a bomba, scuotendo le acque del laghetto, che per qualche millimetro sbordano. I due iniziano a schizzarsi a vicenda, fanno i classici giochi d'acqua; gara di apnea, spintoni, ecc...Ma non passa troppo, che Chiba sente lo stomaco brontolare; brontola così forte che sembra smuovere le acque da solo.

    Portandosi le mani sull'addome, il ragazzo esclama: "Oh mamma, che fame!" mentre lo sguardo di Lan si poggia sul ragazzo, per l'ennesima volta, Chiba pensa "Effettivamente non ho fatto colazione, ed ero troppo distratto dal comportamento del maestro, per pensare a mangiare. Ma ora il sole è più che alto e sento i morsi della fame, uff!" pensa il ragazzo.

    "Chiba, hai fame? In effetti anch'io inizio a sentire un certo languorino." afferma Lan, che stringe le mani l'una all'altra, per poi portarsele al petto; "Che ne dici, di andare a pranzo al mio villaggio?" afferma diretta la ragazza, con le guance arrossite, vuole tenere Chiba il più vicino a se, per il maggior lasso di tempo possibile.

    "Oh! Beh, ecco..." il ragazzo pensieroso, lascia un po sulle spine e carica involontariamente di tensione i pensieri della giovane Lan, che più di ogni altra cosa desidera tenersi stretto il giovane Chiba.

    "Perché no? Accetto il tuo invito a pranzo, ah!" risponde Chiba, con entusiasmo e sorridendo.

    Il viso di Lan si corruga in uno splendido sorriso, come quello di una bambina che riceve il regalo tanto desiderato, da parte dei suoi genitori.

    "Si! EVVAAAAAAAAAAAIII!" gioisce nel pensiero la giovane, con tutta l'energia che ha in corpo, mentre arrossisce ancora di più e pregustando il resto della giornata.




    CITAZIONE
    Modifica Eseguita: ho tolto la sigla da questo post, nel primo resta.
    Seconda Modifica Eseguita: corretto il lasso temporale, in cui si svolge la seconda parte del post.


    Edited by Robby94 - 24/9/2018, 11:32
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Principiante

    Group
    Member
    Posts
    500

    Status
    Offline

    Chiba


    Parte III - Al Villaggio Pouxeh


    Luogo: Monastero Ryushang
    Orario: Tramonto




    Il sole tramontante è ben visibile dalla stanza del gran maestro Chao Tze, posta al terzo piano della struttura principale del monastero Ryushang, la cui finestra principale da sul cortile del tempio, permettendo al gran maestro di vigilare dall'alto sugli allievi e su chi oltrepassa il portone principale. Nella stanza è presente anche Chomaso, che ha portato tutto il necessario per cambiare le bende del maestro e controllare lo stato delle ferite, riportate nell'incontro con Chiba, disputatosi per l'ennesima volta nel piazzale del monastero.

    "Noto con piacere che vi state riprendendo maestro, o si tratta del'utilizzo del proprio chakra per ripristinare le ferite?" domanda Chomaso, mentre stacca e butta in un recipiente apposito le vecchie bende, completamente lordate di sangue coagulato.

    Passa qualche istante ed il maestro non risponde, rimane a fissare il tramonto che pian piano si dirige verso la fine dell'orizzonte. "Come volete, non ditemelo, mi piacerà pensare che sia stato frutto delle mie doti mediche." afferma Chomaso, per poi far passare qualche secondo, riprendendo il discorso; "Questa volta il ragazzo si è dimostrato altamente determinato, riuscendo a strapparvi una vittoria passiva, anche se ne ha prese."

    "Ho fatto quel che dovevo fare. A che serve continuare a bastonare un mulo, se questo continua a brucare l'erba passivamente, senza spostarsi di un millimetro. Alla fine gli ho dato la carota." afferma il maestro, con sguardo serioso e voce cupa, rafforzata dal tono rauco della vecchiaia.

    "Quante parole dure, maestro. Mi chiedo se vi è stato un solo momento, in cui avete considerato Chiba come vostro figlio." dice l'eunuco, mentre si avvicina al maestro con nuove bende ed unguenti.

    "E' stato questo il mio più grande errore...che stupido! Essendo gran maestro dovrei sapere, che l'affezionarsi a qualcuno comporta problemi." risponde con amarezza Chao Tze, che sposta lo sguardo sul pavimento.

    "Dunque tutti i padri sono destinati ad avere conflitti con i propri figli?" chiede Chomaso, mentre benda l'addome del gran maestro e pone una protezione in cuoio, per impedire alle costole fratturate di muoversi.

    Il gran maestro rimane in silenzio a rimirare nuovamente il tramonto e pensando; "No...solo quelli più stupidi." l'amarezza del gran maestro è palpabile e percepibile, sia con la vista che con la vista che con il pensiero. Pensando a queste ultime parole, Chao Tze muove lievemente gli occhi in basso, per notare il portone del monastero aprirsi, notando le giovani figure di Chiba e Lan, entrare nel cortile sorridenti e presi dalla bella giornata passata.

    Villaggio Pouxeh
    Mezzogiorno passato



    Chiba e Lan sono appena arrivati al inizio del lungo corso principale, che distingue la zona del mercato del villaggio Pouxeh, anche se modesto e tipico, questo villaggio rurale riesce ad andare avanti grazie alle stagioni calde, dove raccoglie abbastanza soldi per compensare i danni del inverno e sfamare i palati delle famiglie. Nonostante la semplicità del luogo, per Chiba si tratta di una cosa veramente enorme, non ha mai visto un luogo tanto trafficato da gente così diversa, non ha mai visto un mercato pieno di frutta, pesce, carne e molto altro. La folla ed il suo suono erano qualcosa di nuovo e fantastico per Chiba, che osservava affascinato con occhi e bocca spalancati, mentre Lan guardava incuriosita l'espressione di stupore del ragazzo, in quanto per le i era la normalità non poteva capire cosa provava il ragazzo.

    "Ma è una cosa gigantesca! Questo posto è fantastico! Grazie Lan di avermi portato al tuo villaggio." esprime con gioia il suo stupore, tramite espressioni e parole, mentre viene seguito da Lan.

    Dunque i due iniziano a percorrere la zona del mercato, la fame non sembrava più una priorità per Chiba, che stava gustando con gli occhi e le orecchie un mondo nuovo. Persino gli odori erano diversi; sentiva l'aroma delle spezie, la delicatezza dei tessuti, la complessità dei piatti preparati dai vari baracchini e la polvere, sentiva l'odore della polvere. Al monastero tutto doveva essere sempre limpido e pulito, non c'era spazio per qualcosa come la polvere. Dopo aver passato innumerevoli banchi, Lan e Chiba si diressero in un baracchino che preparava solo ed esclusivamente ramen, Lan sapeva che era il piatto preferito del ragazzo e dunque scelse un baracchino di fiducia, dove sapeva di poter trovare il ramen più buono del villaggio.

    Sedendosi al bancone, Lan chiamò il proprietario e fece il suo ordine; "Hey Cheng! Due dei tuoi migliori ramen di carne, per favore. Il tuo preferito è quello alla carne, giusto Chiba?" la ragazza non necessita di chiedere, sa benissimo cosa piace e cosa non piace al ragazzo, figuriamoci se non conosce il suo piatto preferito.

    "Oh!" a sentire quelle parole; "ramen" e "carne", il ragazzo non poté far altro che entusiasmarsi ulteriormente, adora il ramen di carne e poter gustare quello che secondo Lan è il migliore del villaggio, lo riempe di gioia. "Si, quello alla carne è il mio preferito." risponde il ragazzo.

    "Oh, ciao Lan, arrivano subito." dice l'uomo, voltandosi dal lato cottura, per avere contatto visivo con i due ragazzi. L'uomo si presenta come di mezza età, senza capelli, con sopracciglia e baffi sottili ma lunghi, inoltre sono molte le rughe che ne pervadono il volto.

    "E questo ragazzo chi è? Non sarà mica il tuo...si come dire...beh, mi hai capito, eh eh eh!" dice l'uomo dopo aver notato la presenza di Chiba.

    A quelle parole la ragazza iniziò ad arrossire e si indispettì un minimo; "Ma-ma cosa dici Cheng?! No, noi siamo solo amici!" dice, con un tono di voce evidentemente imbarazzato.

    Chiba non fa molto caso alla cosa, la sua ingenuità non lo porta a comprendere l'imbarazzo di Lan, inoltre è troppo concentrato sul ramen per pensarci. "Eh eh eh! Non te la prendere, sto scherzando. Tra poco è pronto." risponde Cheng.

    Il ramen è finalmente caldo e posto nelle appropriate ciotole, servito sul bancone; Chiba non si fa attendere ed inizia ad assaporarne il gusto, divora la carne, la pasta e le verdure, finendo con il prosciugare il brodo. La ciotola è stata svuotata velocemente, il ragazzo ha altamente gradito il piatto, tant'è che Lan non è nemmeno a metà. "E' buonissimoooo!!!" afferma con entusiasmo il ragazzo.

    "Oh! Di già ha finito l'intera ciotola?" pensa Cheng, mentre osserva la ciotola completamente ripulita del suo contenuto.

    "Di già? Non hai mangiato un po troppo velocemente Chiba?" afferma Lan, non troppo sorpresa, aveva già visto mangiare il ragazzo. Sin da quando era piccolo Chiba si è dimostrato un grande amante del cibo ed ha sempre divorato tavolate intere in poco tempo.

    "Beh, forse si. Ma era squisito e non ho saputo resistere, dal divorarlo rapidamente, ah!" afferma il ragazzo.

    "Allora...se ti va...ecco..." dice timidamente la giovane Lan, "Ti andrebbe...di venire a casa mia? Si potremmo bere un caffè e se mia madre ha preparato i biscotti alla mela, beh potresti assaggiarli. Che ne dici, ti va?" continua timidamente la ragazza, ora più arrossita che mai.

    "Fammi pensare...ora posso andare dove voglio, ho ancora fame e mi stai proponendo di andare a mangiare dei biscotti a casa tua. E perché no, un invito così cortese non si può rifiutare." risponde allegramente il ragazzo.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Principiante

    Group
    Member
    Posts
    500

    Status
    Offline

    Chiba


    Parte IV - Addio. Ci si vede.


    Luogo: Monastero Ryushang
    Orario: Tramonto




    Chiba e Lan stanno percorrendo la strada sterrata in lieve salita, che porta al ingresso principale del monastero Ryushang, mentre rimembrano la bella giornata passata insieme al lago ed al villaggio Pouxeh.

    "Aah! E' stata una giornata stupenda Lan, mi piacerebbe che tutte le giornate siano come questa, una continua sorpresa." afferma Chiba, molto soddisfatto della giornata passata con l'amica.

    "Anche se devi dire che tuo padre mi ha quasi fatto la pelle, sai per quel malinteso." continua il ragazzo, riferendosi ad un momento specifico della giornata.

    "Ahah! Si è stato un po rude, proprio non so come possa aver pensato una cosa del genere. Ah!" risponde la ragazza, anche se nei suoi pensieri tutt'altre parole affliggono la giovane Lan.

    "Uff! Magari non fosse stato un malinteso, sarebbe stato fantastico..." pensa la ragazza, mentre le guance assumono un colorito rossastro e timido; nella sua mente si formano immagini rosee, vede molti fiori ed un palchetto in legno massello, con Chiba e lei ben vestiti per l'occasione, tutti e due di bianco, che si tengono mano nella mano e si sorridono a vicenda. La ragazza è persa nei suoi pensieri e non si accorge di aver assunto un'espressione strana, inoltre non si rende conto che Chiba l'ha notato.

    "Lan, tutto bene? Ci sei?" dice il ragazzo, mentre Lan è persa nei suoi pensieri e non fa caso alle parole del ragazzo; "Guarda che siamo arrivati." continua Chiba.

    Questa volta la ragazza ode le parole di Chiba e torna del suo colore naturale e con il solito sguardo di una qualunque ragazza di campagna, innocente e leggiadro. "Siamo, già arrivati? Questo vuol dire che è tutto finito? Uffa, avrei voluto che questa giornata non finisse mai." pensa tra se e se la ragazza, mentre le porte del monastero si aprono dinanzi loro, per accoglierli.

    Dall'altra parte vi sono due monaci che aprono il portone e poi il cortile del monastero, ma ad attenderli in cima alle scale che conducono al ingresso della struttura principale, vi è il gran maestro Chao Tze, con sguardo serioso e braccia incrociate dietro la schiena.

    "Chao-sama?!" esclama impensierito il ragazzo, "Finalmente. Ti ho cercato per tutta la mattina, dov'eri finito?" continua il ragazzo, per poi accorgersi che il maestro ha rivolto lo sguardo verso Lan. Chiba si volta e cerca di rimirare ciò che sta osservando l'anziano maestro, che non sembra intenzionato a rispondere alle vacue domande del giovane.

    "Eh così, ora ti concentri sulle emozioni che possono donare le donne, vero? Credo, a questo punto, di non averti insegnato niente." risponde con voce cupa e rauca, senza nascondere l'amarezza di ciò che vede e prova. Quali saranno le intenzioni del maestro di Chiba?

    Villaggio Pouxeh
    Qualche ora prima



    Chiba e Lan hanno appena lasciato il baracchino di ramen, per dirigersi verso la casa della ragazza, ma dovranno percorrere tutto il centro del villaggio, dato che l'abitazione si trova nei pressi del villaggio. Mentre passeggiano notano due strani ballerini, una ragazza ed un ragazzo, a guardarli sembrano più piccoli di Chiba e Lan, ma mai dire mai.


    1vWXQhI


    I due stanno ballando in maniera agile e quasi anti-gravitazionale, come se le leggi della natura siano state stravolte, compiendo movimenti svelti e roteanti. Quello che si muove di più è il ragazzo, che presenta un fisico molto atletico nonostante la giovane età, con un tatuaggio tribale sul braccio sinistro e capelli lunghi ed intrecciati tra loro. Mentre la ragazza ha i capelli molto simili a quelli del ragazzo e si muove in maniera più elegante e pacata, come se stessi muovendo velocemente i piedi e basta, ma andando al tempo dei colpi che batte sul suo tamburello. I due danno spettacolo ed alcuni si fermano, lanciano qualche monetina, se possono permetterselo, ma a rimanere veramente interessato da questa danza è Chiba, che osserva quasi catturato dai loro movimenti. Lan invece è più che altro incuriosita dall'entusiasmo di Chiba, la ragazza non sapeva fosse interessato alla danza. Lo spettacolo è finito, i due ragazzi si fermano, si asciugano il sudore e raccolgono quelle poche monete che gli son state lanciate.

    "Questo villaggio è proprio una delusione; nessuno ha quattrini da regalare a degli artisti di strada. Forse riusciremo a permetterci del riso con un po di verdure e salsa di soia, forse anche una fiasca d'acqua potabile, mettendo insieme quanto racimolato ieri." dice la ragazza, rivolta al compare.

    La ragazza termina la conta delle monete e si accorge che Chiba la sta fissando, con un sorriso incuriosito e stupito, come quello dei bambini quando vanno alle fiere. "Ti serve qualcosa?" domanda bruscamente la ragazza, rivolta verso Chiba.

    "Ah! No, non ci serve niente grazie." risponde Lan.

    "Non l'ho chiesto a te figlia di papà." risponde indispettita la giovane ragazza.

    "Ma tu guarda che maleducata." pensa Lan, tra se e se.

    "Volevo sapere che cos'era quella danza, sembrava combatteste contro dei fantasmi; lui tipo tirava calcia in aria e si reggeva più volte sulle mani, mentre danzavi come se scacciassi degli spiriti. Era tutto così...waoh!" risponde Chiba, con tutto l'entusiasmo possibile.

    "La cosa non ti riguarda, ora vattene." risponde con sgradevolezza la ragazza, che sembra non aver intenzione di condurre questa discussione.

    Sentendo la ragazza adirarsi pure il ragazzo si unisce alla discussione; "Che succede Nina, questo tipo ti da dei problemi?" domanda alla ragazza.

    Quest'ultima sposta brevemente lo sguardo sul ragazzo e risponde "Lui? Non ne avrebbe la forza, mi sembra molto debole. Specialmente a letto, sarebbe una delusione."

    A quelle parole Lan inizia a ribollire di rabbia "Ma come si permette questa sgualdrina, non può parlare così di Chiba, non lo conosce nemmeno!" pensa con rabbia la ragazza, mentre si accinge ad indicare la ragazza per iniziare a battibeccare "Ehi...!" ma viene interrotta da Chiba, che non sembra prestare troppo caso alle parole della ragazza.

    "Beh, a dire il vero mi sono allenato presso il monastero Ryushang, dunque credo che non ti convenga sottovalutarmi. Eh eh!" risponde con ingenua allegria Chiba, con tono scherzoso e quasi atto a debellare scontri di parole e rivalità.

    "Ti conviene stare alla larga da lei, oppure ti percuoto come una pelliccia piena di polvere, mi hai capito!?" interviene furibondo il ragazzo "Andiamocene Nina, non abbiamo motivo di mischiarci con questa gente."

    I due ragazzi prendono per andare e non danno ascolto alle parole di Chiba, che cerca di trattenerli; "No, dai non andate via. Volevo solo sapere come si chiamava quello stile di lotta."

    "Stile di lotta?" domanda Lan a Chiba.

    "Non poteva essere una danza comune, sembrava un combattimento, di sicuro usano le arti marziali per danzare e fare spettacolo." risponde Chiba.

    Comunque sia i due riprendono il cammino e dopo una decina di minuti giungono a casa di Lan, dove ad attenderli vi sono il padre e la madre di Lan. La casa è piccola, fatta con tronchi di legno rifiniti e posta a circa trenta metri dalle prime case del centro abitato. I genitori di Lan hanno un appezzamento di terra che lavorano come loro proprietà ed il padre della ragazza è perfino capo villaggio.

    "Mamma, papà, lui è Chiba, viene dal monastero Ryushang ed è mio amico." dice Lan ai genitori, per presentare Chiba alla famiglia.

    Il ragazzo si sente a disagio, dato che il padre di Lan lo fissa con severità da quando è entrato, con i suoi occhi di un nero profondo, zigomi accentuati e baffi che sembrano nascondere il labbro superiore. L'uomo di statura media, ma presenta un fisico robusto, rafforzato dagli innumerevoli anni di duro lavoro nei campi e nelle foreste. Mentre la madre di Lan è una dolce signora a modo, che non smette di sorridere, ha appena sfornato i biscotti tanto celebrati da Lan e gli ha posti sulla finestra per farli raffreddare quanto basta, per poi dargli agli ospiti.

    "Si, mi ricordo di lui. Lo conobbi quando venisti con me al monastero, per donare beni di prima necessità, ricordi." risponde la madre di Lan, con il suo solito sorriso.

    Lan lo ricorda e non potrebbe mai dimenticarlo, quel suo primo giorno al monastero ryushang, dove conobbe Chiba e capì che sarebbero stati legati l'uno all'altro per sempre, in un modo o nell'altro.

    "Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato..." risponde dal nulla il padre di Lan, portando tutte le attenzioni e gli sguardi dei presenti su di se "...il giorno in cui un ragazzo sarebbe venuto a chiedermi la mano di mia figlia!" termina il padre di Lan, con forza e serietà nelle parole.

    "Ma papà cosa dici?!" risponde Lan, con evidente imbarazzo e rossore.

    "Le guance di mia figlia me lo confermano, tu vuoi la sua mano, per poi averne il corpo. E' troppo giovane e non sono pronto per vederla maritata, sono stato chiaro giovanotto!?" afferma con determinazione il padre di Lan, mentre batte le mani sul tavolo per alzarsi.

    "No, si sbaglia signore! Io sono qui soltanto perché Lan mi ha invitato a mangiare i biscotti." risponde imbarazzato e con tono semplice per tentare di calmare il padre di Lan.

    "Dunque pensi di farmi credere che mia figlia abbia pensieri maliziosi su di te?! Pessima mossa ragazzo!" afferma il padrone di casa, mentre raccoglie dallo zampo del tavolo la sua ascia per tagliare la legna.

    Il malinteso prosegue per qualche istante ancora, come una delle più infantili delle scene comiche, per poi vedere i due ragazzi tornare verso il monastero, in quanto il sole iniziava a calare.

    Monastero Ryushang
    Tramonto



    "Maestro che stai dicendo?" domanda perplesso Chiba.

    Il gran maestro rivolge lo sguardo su quello del ragazzo e risponde; "Ti ho permesso di andartene, perché sei ancora qui?"

    "Beh, ecco...io...volevo sapere se le voci erano vere. Non sapevo se fosse una diceria o se veramente mi hai concesso di andarmene." risponde Chiba, con tono timido e piccolo, quasi come quello che aveva da piccolo quando il maestro lo rimproverava.

    "Ora ne hai la certezza, dunque vai." risponde con amara durezza il maestro.

    "Va bene, maestro. Appena le mie ferita saranno guari..." inizia a dire Chiba, per poi essere fermato dalla voce impetuosa del maestro.

    "Adesso! Non quando le tue ferite saranno guarite, non domani, ne tra tre giorni. Adesso. Le tue ferite non ti hanno impedito di andare a spasso tutto il giorno, dunque non t'impediranno di andartene dal monastero." la voce del maestro è come un vortice d'aria funesta, che si abbatte sui sensi di Chiba ed è costretto a mandare già questo boccone amaro.

    "Va bene maestro, come vuole." risponde un'ultima volta Chiba per poi iniziare a dirigersi con passo lento e sguardo basso, verso l'uscita del monastero, per solcarla un'ultima volta nella sua vita.

    I passi del ragazzo sono pesanti e la sua anima pesa, la libertà gli è costata un'addio e non un arrivederci, la combinazione di parole dure da parte del maestro, lo hanno afflitto nel cuore e reso debole nei sentimenti, per qualche istante ancora. Lan nota lo stato di malessere del ragazzo e non può far altro che cercare di acquietarlo, mentre entrambi notano le porte chiudersi dietro di loro. Un capitolo si chiude ed un'avventura in un mondo estremamente vasto, si apre verso un finale ancora lontano, da scrivere dopo una continua serie di vicissitudini.

    SIGLA DI CHIUSURA


     
    Top
    .
  5. Mike Portnoyz
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Robby94
    Base +2
    Scrittura 2 - Buon lavoro, un paio di frasi random son rimaste in tempo passato nel primo post, ma é chiaro dal resto della role che é una svista
    Interpretazione 1 - C'é dell'impegno nel dare vita ai personaggi, nonostante le scene di vita comune, che devo dire ho visto molto di rado da noi.
    TOTALE: +5 XP

    Come suggerimento personale suggerirei un pacing leggermente piú rapido, ovvero un ritmo di narrazione con qualche evento significativo in piú nella stessa quantitá di parole, per progredire la trama piú rapidamente. Comunque so che é dura creare un intro che catturi da subito.


    Le scene di vita comune sono ottime per dare vita al personaggio e mostrare i tratti distintivi del tuo personaggio (l'ossessione per battere il maestro é stato un ottimo hook per iniziare), o magari un modo particolare di esprimersi, una fobia, un difetto di personalitá eccetera (la passione per il cibo, la miopia e la cecitá verso i sentimenti femminili in questo caso).

    Prova a pensare anche Lan che difetti puó avere e quali peculiaritá, a seconda del tipo di vita vissuta.
    Ma questo é solo un suggerimento mio personale, siamo qui per puro gioco quindi non preoccuparti piú di tanto.


    Edited by Mike Portnoyz - 1/10/2018, 12:58
     
    Top
    .
4 replies since 20/9/2018, 13:49   83 views
  Share  
.