[FREE ROLE] I Doni della Morte

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    Un tempo quelle Rovine erano una rigogliosa e prospera città, erano la sua casa, e lui era un ninja radicalizzato che credeva fortemente nei valori della società di cui faceva parte. Quei valori che oggi la maggior parte delle persone ritiene marci e deplorevoli, per lui erano sacri ed intoccabili. Lealtà, onore, senso del sacrificio. Esistono ancora oggi questi valori all’interno dei ranghi imperiali, eppure quando vengono ricollegati ai ninja, si trasformano in corruzione, smania di potere ed avidità. Forse troppo a lungo i ninja sono stati condannati per colpe che non gli spettano, dopotutto erano solo pedine in mano ad abili e spietati oligarchi che li controllavano a proprio piacimento, facendogli credere di essere nel giusto. Ecco, la politica era marcia e manipolatrice, non i valori dei ninja.

    Durante quegli anni antecedenti la guerra, in cui già si respirava aria rivoluzionaria proveniente da ovest, sarebbe stato disposto a tutto pur di proteggere la propria terra natia e le persone che amava. Gli avevano inculcato nella mente che quelle genti provenienti da Neagora ed Aethernia non combattevano per i diritti dei villaggi più piccoli, bensì per accrescere il proprio dominio economico-commerciale, perché si sentivano superiori. Illuminati. Analizzare chi avesse torto o chi avesse ragione è difficile persino adesso. Figuriamoci allora. Ciò che è certo è che la ribellione dei villaggi più lontani dalle grandi capitali ninja, nata dalla stanchezza di esservi assoggettati e di pagare ingenti tributi, nonché dal desiderio di non essere più terreno di battaglia tra potenze che si volevano suddividere le loro ricchezze, si trasformò in qualcosa di molto più grande e complesso. Qualcosa che abbracciò il mondo intero.

    In questa situazione tesa ed incerta, lui era un ninja elitario a cui era stato affidato un compito della massima urgenza. Sarebbe diventato il capo supremo della sua nazione solo a guerra iniziata. Essendo Arcadia quasi completamente circondata dai nemici, i suoi superiori gli avevano ordinato di provare a stringere un’alleanza con quei muli cocciuti dei Varyag o quanto meno di capire quali fossero le loro intenzioni circa le condizioni in cui versava il continente. Per questo venne spedito nell'Arcipelago per comprendere come fosse strutturato il sistema di clan nell’isola. Una sorta di missione di spionaggio. Ben presto Shikaku si rese conto di quanto difficile fosse entrare in contatto con un popolo tanto orgoglioso quanto testardo che per di più era convinto che mai nessuno avrebbe potuto attaccare la propria isola, confidando nella potenza indiscussa della propria flotta. La storia gli avrebbe dato torto.

    Ad ogni modo fu proprio durante il suo periodo di permanenza a Niethlung che ebbe modo di incontrare un uomo. Un uomo che avrebbe completamente cambiato la sua vita. Il suo nome era Orion Svindelmur ed era un ex abitante della leggendaria Necropoli.






    Edited by mrxxx - 31/1/2019, 16:13
     
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    Ebbe modo di incontrare Orion in un sobborgo di Niethlung. A quel tempo vi era una grande diatriba tra le genti che l’abitavano circa la possibilità di entrare in guerra. C’era chi sosteneva che la guerra fosse una faccenda che non gli riguardava, essendo questa combattuta nel continente. Altri invece erano dell’opinione che prima o poi li avrebbe raggiunti e che per proteggere la libertà della propria isola, incontaminata e selvaggia, i varyag avrebbero dovuto accantonare i dissapori tra i vari clan ed unirsi sotto un’unica bandiera, eleggendo un Re Barbaro.

    In questo contesto di tensione ed incertezza, Shikaku si presentò a chi incontrava come un ramingo in fuga dal continente per sfuggire dalla guerra che gli aveva portato via casa e famiglia. Un esule che aveva deciso di tornare nella terra natia della madre, sperando qui di rifarsi una nuova vita. Ovviamente questa era una storia completamente inventata, ma i piani alti gli avevano assicurato che se voleva avere una minima possibilità di essere accettato dai varyag, doveva quanto meno fingere di avere un legame di sangue con loro. I suoi occhi chiari e la sua pelle bianca giocarono a favore, non senza difficoltà. I varyag sono un popolo ostile e tremendamente diffidente, freddo e chiuso come la terra in cui vivono. Potevano accettare uno straniero solo a patto che si facesse gli affari propri, senza recare fastidio alcuno e senza intromettersi in questioni che non gli appartenevano.

    Così fece. E d'altronde se anche avesse voluto esprimere una sua idea o cercare informazioni più importanti, quelli parlavano per lo più in un incomprensibile dialetto norreno. Lingua a lui completamente sconosciuta. Una sera, durante una partita a carte nella locanda in cui soggiornava, tra una birra ed una puntata, venne avvicinato da un uomo. Orion per l’appunto.

    Era un uomo dalla carnagione pallida e dai lunghi capelli bianchi che facevano da contrasto al nero mantello che gli copriva il corpo ed il capo. Aveva due occhi grigi e penetranti, uno sguardo che trasudava la stanchezza e la fatica di chi ha visto un po’ troppi tramonti senza mai dormire. Ciò che lo colpì di più fu la sua pelle. Una parte del viso era completamente corrugata e raggrinzita, disgustosa a vedersi. La sua mano destra presentava le medesime deformità cutanee, ergo se ne poteva dedurre che una metà del suo corpo intero fosse completamente coperta da quelle piaghe simili a lebbra.

    E' contagioso il tuo morbo?

    Una domanda più che lecita di uno Shikaku distaccato ed imperturbabile, ma che conteneva magistralmente un grande disgusto.

    Puoi stare tranquillo. Non è una malattia. E' una maledizione.

    Rispose quello con grande serenità.

    Una maledizione!?

    Sebbene apparentemente sembrasse un uomo piuttosto asociale ed introverso, in realtà Orion si rivelò essere un grande chiaccherone. Forse era per via dell'alcool o forse per via del fatto che, stando alle sue parole, era stato a lungo isolato dalla società, sta di fatto che fornì a Shikaku molti spunti su cui riflettere e molte informazioni utili circa la struttura di Niethlung. E dato che durante quelle settimane la sua missione di spionaggio si era rivelata un buco nell'acqua, restò ad ascoltarlo anche più del dovuto.

    [...]

    Per farla breve, Orion era un medico. I suoi interessi per le scienze lo avevano portato ad indagare riguardo alla Necropoli e al rituale che poteva allungare la vita. E lo aveva fatto non per smania di potere, avidità o per varcare i limiti della scienza. Bensì per amore nei confronti di una donna, la SUA donna. Una donna gravemente malata e che lui non sapeva come curare. Per lei aveva studiato e superato prove fisicamente e mentalmente degradanti pur di arrivare a comprendere i segreti che si celavano dietro la Necropoli. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, quando riuscì finalmente a capire il funzionamento del rituale che poteva allungare la vita, fu troppo tardi. La sua amata era morta e lui era rimasto solo.

    Dunque prima di effettuare il rituale sulla tua amata, hai utilizzato il rituale su te stesso per assicurarti che non avesse effetti indesiderati. Per amore hai usato te stesso come cavia. E' paradossale quanto beffardo ed allo stesso tempo spietato possa essere il destino. Eppure scommetto che molti non guarderebbero alla tua condizione come ad una maledizione, bensì come ad una benedizione.

    Inizialmente Shikaku era scettico circa le parole di quell’uomo e lo aveva bollato come un ubriacone malato a cui piaceva raccontare storie fantasiose. Eppure più aggiungeva dettagli al proprio racconto e più la sua storia aveva senso. Tanto più che sembrava perfettamente lucido e consapevole. Non solo. Orion gli aveva dato una prova concreta dei propri poteri: aveva preso un coltello e se lo era conficcato nel palmo della mano, scavandovi un grosso squarcio, sotto gli occhi impietriti e scombussolati di Shikaku. Una ferita del genere probabilmente ci avrebbe messo ore a rimarginarsi e giorni per guarire del tutto. Invece in pochi istanti, dal tessuto sottocutaneo della mano di Orion erano fuoriusciti degli strani filamenti neri che l’avevano ricucita fermando l’emorragia e ridonando piena motilità alla mano.

    Tsk. Fa sempre un dolore cane.

    Aveva farfugliato tra se e se, mentre Shikaku provava a ricomporsi di fronte alla scena disgustosa a cui era stato costretto ad assistere. Senza alcun dubbio, Orion possedeva delle capacità rigenerative straordinarie. Capacità che potevano far invidia a chiunque, persino ad uno come Shikaku che con un potere del genere avrebbe potuto sacrificarsi per gli altri più di quanto già non facesse.

    Ma non è tutto oro ciò che luccica. Soprattutto quando vorresti essere nel mondo degli spiriti assieme all’anima della persona che ami e invece sei costretto a vivere, confinato in questa dimensione materiale.

    Eccolo spiegato il grande tormento di Orion. Avrebbe dovuto incontrarsi nell’al di là con la sua amata già da decenni e invece il rituale gli aveva allungato la vita oltre quello che era il tempo limite per un umano. E non aveva assolutamente idea di quanti anni avrebbe ancora dovuto patire nella sofferenza della solitudine.






    Edited by mrxxx - 5/6/2020, 12:56
     
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    Possibile che in tutto questo tempo tu non abbia trovato un altro scopo o che non ti sia dedicato ad altro?

    Non poteva credere che il possessore di un simile potere fosse rimasto inerte senza sfruttarlo. Al suo posto, Shikaku avrebbe saputo certamente cosa farne, sebbene questo aprisse numerose questioni etiche e morali che Orion sollevò tempestivamente.

    Certamente mi sono dedicato ad altro. Ma arriva per tutti un momento in cui ci si sente stanchi ed appagati per ciò che si è fatto nella propria vita e non si desidera altro. E’ nella nostra natura di essere umani l’avere una finestra di tempo limitato in questo mondo. Ma credo che tu sia troppo giovane per capire come mi senta e per comprendere a fondo ciò che intendo, soprattutto se tu non hai mai conosciuto cosa sia il vero amore..

    Shikaku si azzittì. Effettivamente avrebbe conosciuto il vero significato dell'amore solo qualche mese dopo, a guerra oramai iniziata, quando avrebbe avuto modo di incontrare Franxis. Sebbene la missione di Shikaku fosse quella di raccogliere quante più informazioni possibili senza esporsi più di tanto, si lasciò trascinare dal profondo senso di pietà e di compassione nei confronti di un uomo che non riusciva più a dare un senso alla propria esistenza.

    Se un giorno conoscerai l'amore, comprenderai quale enorme sofferenza si possa provare nel sopravvivere troppo a lungo alle persone che si amano. Soprattutto se questa sopravvivenza è forzata e completamente innaturale. Ma non mi sono certo abbandonato a me stesso. Vedi, avrei potuto attendere lo scorrere dei decenni come fanno gli abitanti della Necropoli, diventando una sorta di zombi privo di sentimenti e stanco di vivere. E invece ho provato a spezzare l’incantesimo del rituale. Ho provato a ritornare umano.

    Risultato?

    Chiese sorpreso Shikaku. Lui scoprì ancor di più il braccio nascosto sotto la tunica per mostrargli le escrescenze e le deformità che affliggevano la sua cute.

    Il risultato è ciò che vedi con i tuoi occhi. Sono solo riuscito a velocizzare il processo di invecchiamento del mio corpo, ma la mia anima vi è rimasta indissolubilmente legata. Il mio corpo marcisce dall’interno e sta andando in putrefazione, ma il rituale mi tiene sigillato in esso. E la mia paura è che anche quando il mio corpo sarà incapace di muoversi e verrà scavato dai vermi, il mio spirito non riuscirà comunque a lasciare questa dimensione sino a quando anche l’ultima molecola di cui è composto non diverrà polvere.

    Una premonizione terribile ed una morte ancor più lenta ed angosciosa di quella causata dalle più barbare macchine di tortura.





    Edited by mrxxx - 31/1/2019, 15:20
     
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    Dunque non esiste nessun altro metodo per rompere questo rituale?

    Orion sospirò a lungo. Era confortato dal fatto che qualcuno finalmente non si fosse fermato al suo aspetto esteriore o che non lo avesse bollato come pazzo forsennato, aveva bisogno di sfogarsi e di sentire quel calore umano che gli era mancato per troppi anni. Shikaku d’altro canto era interessato ed affascinato dalla possibilità di poter vivere così a lungo, potenzialmente per secoli: avrebbe potuto rivoluzionare il mondo, cambiare il corso degli eventi, spingersi oltre il limite umano. Ma soprattutto, avrebbe potuto portare giustizia dove servisse.

    Credo che nessuno abbia mai voluto rinunciare al rituale ed alla lunga vita che esso genera: è il sogno proibito di molti rimanere giovani ed in forze per molti decenni. E comunque, se anche qualcuno alla lunga si è stufato, nessuno si è mai spinto lontano quanto me nel cercare di trovare un contro-incantesimo. Queste mie ricerche sono state bollate come eretiche e potenzialmente pericolose per le menti chiuse e bigotte che abitano la Necropoli, tanto che mi hanno costretto ad allontanarmi da essa. Sono stato esiliato.

    Fece un verso di stizza. Evidentemente non si sentiva più parte di quella comunità già da diverso tempo. L’esilio lo aveva vissuto più come una liberazione che come una punizione.

    Tuttavia, prima che riuscissero a sbattermi fuori, sono riuscito a racimolare altre informazioni e a studiare altri casi clinici, arrivando ad un altro possibile metodo per contrastare il rituale.

    Shikaku si fece avanti, appoggiando i gomiti sul tavolo. Voleva tenersi le confidenze di Orion tutte per se, avido di conoscere segreti oscuri quanto proibiti. Dopotutto Shikaku era un ricercatore dell’eccellenza oltre che un giustizialista convinto: se Orion diceva la verità e se anche lui avesse avuto accesso a quella fonte di potere, allora i suoi sogni utopici potevano davvero divenire raltà.

    Sono tutto orecchie.

    Sussurrò sottovoce.

    Secondo le mie ipotesi, il rituale può essere spezzato solo da un altro rituale di potenza uguale o superiore e che in qualche modo costringa l’anima ad abbandonare il corpo.

    Esiste un rituale simile?

    Chiese repentino.

    Conosci le arti esoteriche?

    Un sorriso si dipinse sul volto di Orion mentre Shikaku tornava a distendersi sullo schienale della sedia con espressione più preoccupata. Le arti esoteriche sono arti occulte, praticate e tramandate da una ristretta cerchia di persone, spesso e volentieri bollate come sacrileghe e per questo sconfessate dalle comunità con cui entrano in contatto. Sono altresì arti estremamente pericolose da maneggiare poiché potenzialmente possono alterare l’anima di una persona, consumandola da dentro sino a portarla alla pazzia. Le persone che le praticano vivono spesso come esuli poiché ripudiati dalla maggior parte delle persone con cui entrano in contatto. Ad Arcadia erano bandite ed un decreto imponeva la loro denunzia presso le autorità, oltre che la persecuzione di chi le praticava.

    Tutto ciò che so a riguardo è che esse non portano a nulla di buono.

    Rispose piuttosto diffidente Shikaku, ma la verità è che ne era piuttosto affascinato. Tutto ciò di occulto che poteva costituire un potenziamento delle proprie abilità generava in lui grande attrazione, poiché era convinto che nelle giuste mani, quei poteri considerati pericolosi e contro-natura, potevano assumere tutta un'altra utilità, trasformarsi in un'arma al servizio della giustizia. E lui aveva aveva l'arroganza di considerarsi la persona giusta.





    Edited by mrxxx - 22/11/2018, 23:02
     
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    Nove anni fa conobbi un uomo molto pericoloso. Il suo nome era Iraldus Luvat, ma era conosciuto da tutti come il Diavolo. Forse tu sei ancora troppo giovane per sapere chi sia, ma ti assicuro che tutti gli uomini del continente dai trent'anni in su hanno sentito per forza il suo nome almeno una volta nella vita. Si è reso protagonista di alcuni dei crimini e degli omicidi più violenti che la storia ricordi, spesso nei confronti di bambini innocenti. Il tutto solamente per portare a termine i suoi folli rituali esoterici. Tutt'ora, almeno secondo le fonti ufficiali, è ancora ricercato e bandito dalla maggior parte dei territori del continente.

    Shikaku aggrottò lo sguardo. Non sapeva perchè Orion avesse cominciato a parlargli di questa persona, tuttavia provava profondo disgusto per chi osava utilizzare la forza contro i più deboli quali donne e bambini. Si chiedeva come mai nessuno gli avesse seriamente dato la caccia, ma soprattutto si chiedeva..

    Cosa ha a che vedere tutto questo con te?

    Gli interessi di Iraldus per le arti esoteriche riguardavano la possibilità di controllare ed assoggettare le anime delle persone al proprio volere. E' per questo motivo che nei suoi esperimenti utilizzava bambini dalle anime pure ed innocenti. A suo avviso erano quelli che potevano dare più risultati.

    Ora che mi ci fai pensare. Se non mi sbaglio è stato il fondatore di una setta di folli che professavano il caos e l'annichilimento corporeo come gli unici mezzi per provare piacere.

    E' così. Molti folli si sono uniti a lui, contribuendo ad alimentare la sua figura delirante. Ma ti assicuro che Iraldus, a differenza dei suoi seguaci, non era il pazzo che tutti descrivevano. Faceva esperimenti oltremodo aberranti, ma la sua follia aveva un fine. Io l'ho conosciuto di persona, fui io a cercarlo. Ero infatti interessato alle sue scoperte riguardanti l'anima e la possibilità di distaccare essa dal corpo, richiamandola dall'al di là o portandola ad esso. Quando gli parlai del mio Rituale e dei doni che il mio corpo aveva, fu molto interessato ad utilizzarmi come cavia, con la promessa che alla fine mi avrebbe liberato, lasciando andare la mia anima nell'oltretomba. Avevamo un patto.

    Digrignò i denti e sbatté il pugno sul tavolo. Era rabbioso. Poi si passò entrambe le mani sul viso e tra i capelli. In pochi istanti la rabbia aveva lasciato posto alla rassegnazione.

    Avremmo dovuto incontrarci qui, in questa locanda. Da nove anni spero che ogni giorno varchi quella porta e si faccia vivo. E' questo il motivo per il quale interrogo ogni persona che metta piede qui dentro. Ho provato anche a cercarlo, di nuovo, ma non sono mai riuscito a trovarlo a Nasradeva e nelle condizioni in cui versa il mio corpo attualmente, mi è impossibile effettuare un altro lungo viaggio. Probabilmente è stato ucciso...

    Mentre rabbia, delusione e frustrazione si impadronivano di lui, ebbe un tremendo spasmo di dolore al braccio. Contorse il viso provando a soffocare il dolore. Shikaku continuava a guardarlo con freddezza, sebbene provasse ancora grande compassione per lui. Era un uomo distrutto dall'amore e che per amore aveva provato in tutti i modi a morire, rifiutando i preziosi doni che la morte stessa gli aveva messo tra le mani. Non sapeva se compatirlo o essere indignato da un tale spreco di risorse.

    Il suo rituale era la mia unica speranza per abbandonare questo vecchio corpo in maniera sicura...

    Farfugliò a denti stretti mentre cercava di ricomporsi.

    Capisco. Possibile non esista un altro metodo!?





    Edited by mrxxx - 5/6/2020, 13:05
     
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    In realtà, Shikaku, quando ho iniziato a parlare con te, speravo solamente di trovare un guerriero che credesse alla mia storia e di cui mi potessi fidare per commissionargli un incarico, ossia quello di provare a trovare Iraldus e portarlo qui da me. Ma come potrai immaginare, praticamente nessuno ha accettato di sfidare un personaggio simile e di portarlo da me vivo, a prescindere dalla somma elargita. Tanto più che nessuno vuole perdere tempo mettendosi sulle tracce di qualcuno che potrebbe essere già morto da diversi anni. I mercenari di oggi preferiscono accaparrarsi incarichi più sicuri e remunerativi.

    Nemmeno Shikaku avrebbe accettato un incarico simile, soprattutto perchè in qualità di ninja doveva sottostare alla missione che gli avevano affidato. Non poteva permettersi di vagare per il mondo alla ricerca di qualcuno di cui non si aveva nemmeno una traccia.

    Ma ora penso di poterti chiedere qualcosa di più diretto. Un aiuto molto più concreto. Lo vedo dai tuoi occhi, dal tuo interesse per la mia storia, per le mie abilità..

    E' così. Comprendo la tua condizione, comprendo la tua stanchezza, le tue paure e la tua intenzione di ritrovarti con l'anima della persona che hai amato a lungo il prima possibile. Lo comprendo sebbene non lo condivida. E non lo condivido perchè la mia situazione è completamente differente dalla tua. Nelle mie circostanze un potere come il tuo sarebbe di indubbia utilità. Potrebbe aiutarmi a raggiungere i miei obiettivi che per molto tempo ho considerato irrealizzabili.

    Questa volta fu il giovane Shikaku a suscitare l'interesse del vecchio Orion.

    Quali sono i tuoi obiettivi?

    Proteggere la mia terra. Portare giustizia. Se io avessi i tuoi poteri, potrei sacrificarmi prima degli altri senza temere la morte. Potrei accumulare l'esperienza tale da poter risolvere le complesse situazioni geopolitiche del nostro mondo.

    L'esperienza di un vecchio nel corpo di un giovane. E' vero ciò che dici. Ma non stai considerando molti altri fattori, così come non stai considerando che molto spesso la giustizia è una valutazione soggettiva e non oggettiva della realtà. Ma non voglio di certo spegnere il tuo entusiasmo o aprire una diatriba su questi argomenti. Sarai tu stesso poi a valutare l'entità della tua scelta, ma mi chiedo.. Quanto saresti disposto a mettere in gioco la tua vita pur di arrivare ai miei poteri? Avendo perso la speranza in Iraldus Luvat, ho elaborato un altro rituale...





    Edited by mrxxx - 5/6/2020, 13:39
     
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    Sul volto di Orion era dipinto un sorriso beffardo. Evidentemente stava offrendo a Shikaku i suoi poteri su un piatto d'argento ma, come in tutte le cose, per ogni vantaggio c'è sempre uno svantaggio di intensità uguale e contraria. E la contropartita in questo caso era rischiare la propria vita. Il biondo restò in silenzio, in un misto di preoccupazione e serietà, rimuginando sulla scelta tra l'aggrapparsi alla vita o rischiare di perderla per raggiungere l'immortalità.

    Credo che i benefici che ne ricaverei valgano il rischio.

    Il volto pallido dell'uomo si fece di nuovo serio. Più serio che mai. Invitò Shikaku a seguirlo nella sua stanza al piano di sopra. Era piuttosto fetida e maleodorante, illuminata solamente da una serie di candele. Le finestre erano rigorosamente sbarrate. C'erano un paio di librerie ed un tavolo sul quale erano accatastati libri impolverati.

    Ho guadagnato molto nella mia carriera di medico. Posso permettermi di soggiornare in questo posto, ma non voglio che le persone ficchino il naso nei miei affari.

    Anche se a giudicare dallo stato in cui versava la stanza, era parecchio tempo che non si dedicava più ad alcuno studio o attività correlata. Tra le pagine dei suoi vecchi libri aveva persino trovato casa un topolino.

    Secondo i miei calcoli e le mie ricerche, il mio Rituale può essere passato ad un altro corpo, purché l'anima che faccia parte di quest'ultimo decida di abbandonarlo di sua spontanea volontà. Per farla breve Shikaku: per la preparazione del rito avrò bisogno del tuo sangue, della mia carne, ma soprattutto sarà necessario che tu ti tolga la vita con le tue stesse mani.

    Ora capiva bene perchè non avesse trovato nessuno disposto a sottoporsi a quel rituale. Shikaku restò interdetto e la sua prima reazione fu quella di maledirsi da solo per aver perso così tanto tempo con un vecchio pazzo. Come diavolo poteva pretendere che si togliesse la vita da solo? Perchè avrebbe dovuto fidarsi completamente di lui? Scosse la testa e sbottò in una leggera risata schernitrice.

    E tu ti aspetti davvero che io faccia una cosa del genere!?

    L'entusiasmo sugli occhi di Orion lasciò spazio ad amarezza e rammarico. La sua condizione pareva una condanna ineludibile.

    Comprendo...

    Pronunciò sottovoce, mentre fissava il pavimento ligneo.

    Nemmeno io se fossi in te affiderei in maniera così stupida la mia vita nelle mani di uno come me. Forse prima o poi incontrerò qualcuno di così pazzo da volersi sottoporre a questa follia. Dopotutto tu hai aspirazioni e sogni degni di essere vissuti.

    Disse tornando sconsolato verso la porta della stanza. Shikaku però esitò a seguirlo, nonostante continuasse a mantenere un atteggiamento scettico e quasi derisorio.

    Dunque non hai mai sperimentato questo tipo di rito su nessuno e non vi è certezza di riuscita?

    Non credo questo rituale sia mai stato provato da nessuno. Ho solo fatto qualche esperimento sul mio compagno di stanza qui presente.

    Disse indicando il topolino sul tavolo che stava sgranocchiando le pagine dei suoi volumi.

    Se ti può rassicurare, prevede che dovremmo toglierci la vita con le nostre stesse mani nello stesso istante, con la differenza che se qualcosa andasse storto o per qualche ragione i miei calcoli dovessero rivelarsi sbagliati, io non morirei mentre tu sì invece.

    E' così tanto invulnerabile la tua "immortalità"?

    I doni della morte sono infiniti ragazzo, ma hanno anche loro delle debolezze. Tuttavia se è l'eterna giovinezza ciò che vai cercando e se vorresti avere un corpo capace di rigenerarsi oltre l'inverosimile, allora io sono l'esempio che ciò è possibile, sebbene il lato destro del mio corpo abbia perso gran parte di queste capacità per via della maledizione che mi affligge.

    Orion aveva dato solo una blanda dimostrazione di queste capacità a Shikaku ferendosi ad una mano. Il biondo voleva sapere di più, voleva vedere quanto effettivamente quel potere fosse efficace. Pretendeva una dimostrazione. Senza dir nulla, Shikaku sarebbe saltato addosso al vecchio ed avrebbe cominciato a massacrarlo di coltellate. Se fosse riuscito ad ucciderlo, Orion lo avrebbe certamente ringraziato dall'altro mondo. In caso contrario, avrebbe ripensato all'eventualità di sottoporsi al rituale.






    Edited by mrxxx - 5/6/2020, 13:34
     
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    Orion non oppose resistenza al massacro, era troppo debole. Con una mano Shikaku gli aveva tappato la bocca e con l’altra lo aveva infilzato con la lama decine di volte, prima in punti vitali quali il cuore e il collo e poi per lo più nel petto. Smise solo quando il suo coltello si impiantò tra carne ed ossa senza che avesse più la forza di estrarlo. Il vecchio deforme aveva già esalato l’ultimo respiro da un pezzo a quel punto. Shikaku si alzò in piedi, ancora ansimante e completamente ricoperto del sangue della sua vittima. Il suo viso e le sue vesti ne erano inzuppati. Orion invece giaceva privo di vita in una pozza del suo stesso liquido vitale con gli occhi spalancati nel vuoto.

    Sono stato ad ascoltare per ore solo un mucchio di stronzate.

    Sentenziò infine dopo aver atteso per qualche minuto. Orion evidentemente non era immortale. Ma non si sentiva in colpa per averlo ucciso. Si sentiva più in colpa per essere stato talmente stolto da credere ai racconti di un poveraccio afflitto da chissà quale morbo. E soprattutto ora era più preoccupato di trovare un modo per ripulire la scena del crimine. Presto la puzza di cadavere avrebbe pervaso il corridoio antecedente la stanza.

    Per prima cosa Shikaku andò in bagno a sciacquarsi il viso e le vesti. Dopo di che riempì di acqua la vasca e ci buttò dentro il corpo esanime del vecchio. L’acqua si tinse completamente di rosso ma per lo meno avrebbe attenuato l’odore di marcio che presto il corpo avrebbe emanato. Infine con degli stracci si adoperò per pulire il pavimento. Fu un lavoraccio che lo tenne occupato per un paio di ore almeno. Pensò di dar fuoco a tutta la stanza facendo sparire ogni prova. E lo avrebbe fatto. Prima però voleva visionare con calma e tranquillità la moltitudine di libri presenti nella stanza. Nessuno ai piani inferiori della locanda si sarebbe accorto se lui o Orion non si fossero fatti vedere per un paio di giorni.

    Visionò numerosi scritti. Erano per lo più libri di medicina, libri di geografia e diari di viaggio. Alcuni di quei manoscritti sarebbero stati bene negli scaffali delle più prestigiose accademie di Kalendor. Shikaku non era certo un esperto di medicina ma comprese che Orion doveva intendersene molto. Fu particolarmente interessato a ciò che Orion scriveva di suo pugno in quanto voleva tracciare un suo profilo psicologico per capire se vi fosse un fondo di verità nelle sue parole. Ne dedusse che il vecchio doveva essere un uomo piuttosto colto e da come scriveva non sembrava pazzo. Al contrario. I suoi scritti seguivano un filo logico ed erano molto pragmatici sebbene vertessero su materie alquanto oscure e per lo più sconosciute. Comprese numerosi misteri riguardo la Necropoli ed il rituale di cui Orion cercava di sbarazzarsi con così tanto ardore.

    Dunque questa Necropoli sembrerebbe esistere per davvero. Eppure mi è bastato prenderlo a coltellate.

    Si alzò dalla scrivania impolverata e tornò nel bagno, come se volesse controllare che Orion fosse effettivamente morto. Quella stanza, già di per se buia ed umida, adesso iniziava ad essere pervasa dal tanfo della putrefazione del cadavere. Ma Shikaku decise di rimanervi dentro per continuare a studiare gli scritti che lo stavano affascinando. In particolare apprese che la presunta immortalità del corpo di Orion non era equivalente ad una completa immunità dal dolore e che ferite mortali potevano in certi casi risultare comunque letali. Insomma il rituale non agiva allo stesso modo sulle persone. Molto spesso si limitava "solamente" a rallentare il processo di invecchiamento.

    Al mattino del terzo giorno passato in quella stanza il tanfo era diventato insopportabile e nauseabondo. Si era stufato di passare le giornate a leggere alla luce delle candele, senza vedere il minimo raggio di sole. Decise di portare con se gli scritti più significativi e di dar fuoco a tutto il resto. Prima di farlo però si diresse un’ultima volta nel bagno. Guardò la vasca nella quale si trovava immerso il cadavere.

    Addio vecchio pazzo.

    Commentò con leggera malinconia mentre alzava in alto il palmo della mano. Prima che le fiamme potessero divampare dal suo braccio un fatto assai insolito accadde. Dalle rosse acque della vasca Orion riemerse violentemente, annaspando avidamente l’aria. Shikaku sobbalzò all’indietro cadendo per terra.

    Non è possibile! Non è possibile! Ti ho colpito al cuore! Eri morto! MORTO! Ho controllato i tuoi battiti, il tuo respiro! Ne ero sicuro!






    Edited by mrxxx - 5/6/2020, 13:45
     
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    Orion era ancora vivo. Annaspava l’aria e si dimenava come se stesse affogando. Con sforzo enorme si trascinò fuori dalla vasca, per poi strisciare sino a Shikaku che, inorridito e scombussolato, era seduto a terra con la schiena contro il muro.

    ORA MI CREDI!? MI CREDI!?

    Gli urlava il vecchio con occhi pieni di rabbia e frustrazione. Shikaku non rispose, era completamente confuso, ma notò come le ferite del suo corpo si fossero parzialmente rimarginate. Prendendolo per le vesti, Orion portò la sua fronte sul petto del biondo.

    Ti prego aiutami… Liberami da questo tormento…

    Piangeva, distrutto dalla vita.

    […]

    Passati quei momenti concitati, Shikaku non poté più ignorare le richieste del vecchio. Sottoporsi al suo rituale però era fuori discussione per il momento: non avrebbe rischiato la propria vita per qualcuno di cui non si fidava. Era possibile che Orion stesse nascondendo la verità e che volesse usare il suo rituale non per “passare” la sua immortalità ad altri ma per “strappare” anni di vita a chi vi si sottoponeva. Quando Orion era fuoriuscito dalla vasca infatti Shikaku aveva percepito le proprie energie vitali dirigersi verso il vecchio, come se venissero strappate. Tant’è vero che il vecchio si era rinvigorito molto più velocemente. Se questa ipotesi si fosse rivelata corretta allora Orion aveva solo cercato di raggirarlo e non esisteva nessuna Necropoli. Ma c’erano ancora molte altre ipotesi altrettanto perfide che Shikaku aveva elaborato. Dunque, prima di andare oltre, era bene trovare qualche informazione in più da qualche altra fonte esterna che potesse confermare o meno questa teoria.

    Verrai con me. Andremo a Nasradeva a cercare Iraldus Luvat. Sempre che sia ancora vivo.

    E non ammetteva obiezioni. Si caricò il vecchio sulle spalle e diede fuoco a tutta la stanza, per poi fuggire dalla finestra. Andare a Nasradeva significava contravvenire ad un ordine proveniente dall’alto e venire meno alla propria missione di spionaggio. Ma se in un paio di settimane non aveva scoperto quasi nulla a Niethlung, dubitava che altre due settimane sarebbero servite a qualcosa. Meglio inseguire una potenziale vita eterna.




     
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