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Edited by Ð. × Ace - 23/5/2020, 00:00. -
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Ombre
Almeno l'uomo nonostante fosse la guardia di quel baronetto così tanto insopportabile (un po' come tutti quelli con i soldi che entravano qui dentro che pensavano di poter far qualsiasi cosa o comportarsi in qualsiasi modo semplicemente pagando) sembrava avere un minimo di etichetta, anche se poco prima si era permesso di fare una proposta abbastanza irritante ai danni della povera Janice che dunque avrebbe dovuto cercare qualcun'altro per passare parte della serata.
Non mi ero nemmeno soffermata a guardare l'aspetto fisico di quell'uomo, non ero per niente in vena di fare affari e da un paio d'anni a questa parte onestamente mi trovavo meglio così, a gestire la situazione senza dover scendere direttamente in pista lasciando fare tutto quanto al resto del mio stormo di farfalle: bastavano loro ed erano più che sufficienti. « Posso solo immaginare. » Gli risposi quando parlò del cliente: lo conoscevo, non era di sicuro la prima né sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbe presentato qui ma vigeva una sorta di codice etico e professionale di riservatezza che mi impediva di dare ovviamente dei dettagli.
Questo posto non si chiamava "Silenzio" per caso ed avevo scelto quel nome apposta: ciò che entrava non sarebbe mai dovuto uscire di qui, in qualsiasi circostanza e nemmeno sotto ordine imperiale. Oddio forse sotto quello sì, mica volevo cacciarmi in qualche grana dopo aver passato un sacco di tempo nell'anonimato e nella più totale calma.
« In ogni caso siamo a disposizione, non farà fatica a trovare qualcuno a cui chiedere in caso di bisogno: se dovessero dire qualcosa, dica pure loro che ha il mio permesso. » Feci per proseguire, però mi fermai per poi voltarmi verso l'uomo e mostrargli un sorriso tutto sommato cordiale e senza alcuna malizia: doveva essere pesante per lui star in questo posto senza potersi muovere, dunque perché non fare un bel gesto ogni tanto? « Vi farò portare qualcosa da bere, mio omaggio: giusto un pizzico di pazienza, va bene? » In fondo i "clienti" bisognava in qualche modo trattarli e lui aveva il potenziale per diventare un futuro tale. Detto ciò avevo intenzione di ritrovare Shikaku per rivelargli quel piccolo sgradevole sentore che mi percorreva la schiena, non so perché ma sentivo la necessità di dirgli di fare attenzione.
Il fato volle che probabilmente mi venendo incontro per...non so, qualsiasi cosa e me lo ritrovai alla fine delle scale appena imboccate che mi stava aspettando. Con il passare del tempo, in questi ultimi due anni, lo avevo visto cambiare mentalità e ritrovare un bel po' di quella sicurezza che gli era mancata nei momenti in cui l'avevo trovato abbandonato come un cane in mezzo ad una strada e vederlo così disposto a rimanere con me era stato un sollievo non da poco, un piccolo grande rimedio verso quella solitudine che non mi era mai passata sapendo che tutto ciò che mi ero lasciata alle spalle era stato perso per sempre.
E poi devo essere sincera, aveva realizzato un mio piccolo desiderio di più di dieci anni e non potevo solo che essere contenta di ciò che questo tempo mi aveva regalato. Non mi vergognavo né preoccupavo di mostrare un altro tipo di atteggiamento di fronte alle altre persone, soprattutto qui dentro: chiunque passasse poteva pensare che stessi solo trattando con un cliente, il fatto era che di clienti avevo deciso di non riceverne più da quanto quel biondo aveva messo piede qui dentro e si era mosso in un determinato modo.
« Apprezzo il gesto, tesoro, ma non sei un po' troppo raffinato per un posto come questo? » Qualche passo avanti, mi alzai sulle punte giusto per dargli un saluto veloce sulla guancia senza lasciargli, in quel momento, la mano che mi aveva preso. Nonostante tutto ero sempre una donna alle prese con quella che era più di una cotta dal mio punto di vista.
« Un paio d'ore, più o meno: mi sono riposata e rinfrescata prima di scendere, non volevo provare questo vestito senza essere nelle condizioni migliori. » Guardai in basso verso la veste che avevo comprato solo settimana scorsa presso un bel negozio ottenendola tutto sommato ad un prezzo ragionevole: non l'avevo mai indossato fino ad ora ma dato che c'era un po' più di vita stasera giù in taverna, avevo deciso che fosse la serata giusta prima che iniziassi ad avere degli strani brividi guardando fuori.
Per quello avevo cercato l'unica persona qui dentro che poteva aiutarmi a dare un po' di sicurezza...ed anche sì, per ricevere un complimento che non guastava mai.
Aveva qualcosa di cui parlarmi? A quanto pare era anche abbastanza importante ed il fatto che avesse preso il primo posto disponibile per potermelo dire significava che era qualcosa di urgente. Sono sincera, un po' mi preoccupai cercando di immaginarmi di cosa si potesse trattare ma almeno era rassicurante che non fossi io l'uomo: se la mia compagna mi avesse avvicinato con una premessa del genere, avrei pensato di aver sbagliato qualche...tempistica e di dover preparare le valige per scappare al Nord di nuovo. Non mi accomodai sul divanetto, al contrario mi piegai sulle ginocchia per sedermi con i talloni afferrandogli entrambe le mani con le mie.
« Non è questo il posto giusto. »
Gli dissi dandogli un paio di pacche sui dorsi delle mani, girandomi verso le scale. « Se è importante davvero, meglio andare in camera mia. » Il luogo più sicuro e riservato di tutta la struttura. Cercai di mostrare un sorriso tutto sommato rassicurato, però ecco non mi piaceva un granché quel tono che mi aveva riservato, un tono così...colpevole. « E poi ti cercavo anch'io: ho una cosa da mostrarti ma non so se sia una sensazione mia oppure no. »
L'intenzione era appunto quella di andarsene in camera mia, in cima al terzo ed ultimo piano dove stavano la mia, quella di Shikaku stesso e di un'altra persona che in questo tempo mi aveva dato una mano con una cosa esterna che comunque tutt'ora ogni tanto mi dava qualche grattacapo. In ogni caso saremmo dovuti passare di fronte alla guardia del Baronetto che avrebbe potuto pensare che fossi con un...ah, non mi interessava per niente cosa pensava quella persona: se mi fossi curata dei pensieri altrui non sarei nemmeno uscita il giorno, per diamine.Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
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Ombre
Almeno aveva imparato a fare i complimenti nei momenti giusti. Mi facevano sempre piacere, soprattutto quando mi mettevo di impegno per riceverne e poi per mia fortuna abiti di questo genere mi stavano bene: l'unica cosa che avevo imparato dal mio sangue era il portamento e come indossare un vestito che non fosse fatto di stracci, la "vecchia nobiltà" per questo serviva. « Grazie, complimenti sempre apprezzati. Ma dovresti smetterla di guardarmi come una bestia in astinenza da settimane ed ascoltarmi di più, te l'ho appena detto che è nuovo. »
Gliela misi come battuta perché onestamente lo era, Shikaku era quel tipo di persona che personalmente avevo sempre adorato punzecchiare e punzecchiare dall'alba dei tempi, cosa che avevo ripreso a fare fin da subito quando l'avevo portato qui. Cavolo se non avevo perso tempo proprio per niente in quell'occasione, almeno avevo avuto l'effetto desiderato. Aveva recuperato un bel po' di confidenza però non mi potevo di certo lamentare. Appoggiai le mani sui fianchi quando proseguì con il discorso, va bene che ero ovviamente uno splendore ma così mi dimostrava un po' poca serietà: piegai la testa ed assunsi un po' l'aria da rimprovero, muovendogli una piccola obiezione.
« Non avevi detto che avevi bisogno di parlarmi? Inoltre ho qualcosa da dirti anch'io, dunque tieni ben saldi i pantaloni al momento e fai la persona seria. A volte penso che questo posto ti dia alla testa. »
Ma non era una cosa solo di Shikaku, a tanti uomini questo posto dava alla testa: avevo visto soldati spendere più di metà dei loro guadagni in una singola notte qui dentro così come individui presentarsi circa dieci volte al mese per la stessa ragazza e questo per loro era sicuramente una spesa non indifferente. Chissà cosa inventavano alle compagne per venire qui oppure chissà perché decidevano di buttare via tutto questo denaro: che poi parliamoci, a me stava bene dato che alla fine incassavo tanto pure io - e credetemi che far soldi senza dover nemmeno lavorare più di tanto è una cosa fenomenale.
E comunque a dare alla testa non era tanto il posto, era chi ci stava dentro.
Sotto questo punto di vista ero stata brava a scegliere le persone giuste.
« No, quella persona è apposto: conosco il suo cliente di fama, tipo impegnativo. Non farà niente di male. »
Parlavo ovviamente della persona che se ne stava di fronte alla porta proprio al piano di sopra e che avrei reincontrato di lì a pochi secondi, dopo aver salito le scale: precedevo Shikaku nella mia salita, mani di fronte al ventre ed andatura regolare. Non avevo fretta, o magari sì spinta dalla curiosità e da quella piccola brutta sensazione però dovevo comunque mostrare di essere la proprietaria del posto ed il portamento era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Salutai di nuovo la guardia del corpo del baronetto con un cenno del capo ed un sorriso quando per forza di cose mi trovai a passargli davanti, procedendo verso l'ultimo piano seguita dal mio biondo accompagnatore.
Una volta arrivati su andai diretta alla mia camera, lasciando la porta aperta in modo che fosse proprio lui a chiuderla.
La mia destinazione era la finestra che dava sul mare, finestra che aprii senza troppi indugi. « Ecco, la vedi? » Cosa, domanderete. Cosa stavo indicando con l'indice? La nebbia fuori, molto più fitta del solito ma soprattutto---c'era. Ho vissuto abbastanza tempo ad Altilantia per capire che in questo periodo dell'anno la nebbia non dovrebbe esserci soprattutto con queste condizioni atmosferiche e la cosa mi aveva fatto venire un piccolo sospetto.
« Se la vedi, quello è il problema: non dovrebbe esserci. Non fa né troppo freddo, né c'è troppa umidità, insomma non ci sono le condizioni e questo non mi piace: puoi tenere la guardia leggermente più alta, per favore? »
Magari ero solo paranoica, magari avevo un po' troppa paura in generale ora che sentivo di essermi stabilizzata per davvero dopo tutti questi anni ma le sensazioni sono brutte da mandar via, soprattutto quando arrivano da cose che pensi di conoscere bene. Non aggiunsi altro però perché pensavo di aver un po' paura anche di sentire quello che aveva da dirmi: se voleva davvero, il discorso l'avrebbe accennato lui.Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
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Ombre
Sospirai vedendo la sua reazione alla mia perplessità. « Ti secca così tanto dirmi che sì, farai un po' di attenzione? » Non gli avevo chiesto chissà cosa, solo di tenere la guardia un po' più alta perché continuo a pensare che un evento metereologico del genere in questa parte della stagione non dovrebbe esserci, magari anche sì ma non di quest'intensità e non mi piaceva proprio per niente.
« I marinai una volta dicevano che qui dentro si nascondesse una sirena per giustificare le loro visite qui, non tenderei a darci troppo ascolto. » A volte dicevano di esser venuti qui ma di esser stati solo alla taverna, altre volte non lo dicevano per nascondere le loro visite ma non che la cosa fosse un mio problema, aveva smesso di esserlo giusto un paio di anni fa quando avevo trovato un cucciolo quasi zoppo e con problemi, l'avevo portato in casa mia e l'avevo rimesso a nuovo.
Tenevo a questo posto per tante cose al punto di preoccuparmi anche solo di una nebbia, sì, perché mi aveva permesso di vivere bene e di fare qualcosa che avevo atteso per dieci anni. Sentir la mia preoccupazione sminuita in questo modo era tutto sommato...avvilente, non so se mi spiego. Forse mi preoccupavo davvero troppo? Forse stavo davvero esagerando?
« Forse dovrò stare un po' in taverna per tenere d'occhio la situazione. »
Magari dopo perché per l'appunto aveva qualcosa di importante da dirmi e questo in fondo era il posto migliore, tutti sapevano che il terzo piano fosse off limits e spesso chi veniva sorpreso senza permesso veniva gettato fuori dal locale senza troppi complimenti indipendentemente dal ruolo o dalla posizione sociale. Un conto era essere miei ospiti, un conto era invece intrufolarsi.
Oh no.
Quelle erano parole che dicevi in due occasioni: o quando volevi fare il preambolo per un grande passo, oppure quando volevi scaricare qualcuno senza farlo sentire troppo male. In quel momento volli però attendere perché non potevo capire quale fosse delle due anche se davvero avevo una brutta, bruttissima sensazione. Più continuava a parlare, più non potevo far altro che dirmi: "oh no".
« In realtà l'unica persona diversa sei tu: ho sempre voluto fare quello che volevo e così ho fatto fino ad ora. Ho cambiato i metodi, però non me stessa. »
Ma...
Tirai indietro le mani mollando le sue, me lo sentivo che non poteva essere la prima opzione: figurarsi se un cucciolo ancora impaurito delle altre persone aveva la forza di fare quel passo in avanti che - però - non avrei voluto compiere nemmeno io. Chiusi gli occhi e risi amara appena, abbassando il capo. « Me lo dovevo aspettare. » Feci un passo indietro verso la finestra appoggiandomi al davanzale, sempre sguardo basso. « Non cercare di coprire di zucchero le parole e lasciami essere cinica, tra i due quella che ha provato sempre davvero qualcosa sinceramente sono io: credi di esserti innamorato di me solo perché ti ho tirato via da in mezzo ad una strada e ti ho dato qualcosa che non credevi che avresti mai più avuto. Non perché ero io in particolare, se fosse stata un'altra persona ad aver fatto quello che avevo fatto il risultato sarebbe stato sempre lo stesso. »
Ero delusa.
Ed arrabbiata. Arrabbiata parecchio.
Non era abbastanza quel senso di sicurezza che gli avevo dato per tutto questo tempo? Puoi ammaestrare una tigre a stare in una gabbia, ma sempre una tigre rimarrà ed alla prima occasione cercherà di tornare a fare quello che faceva prima lasciandosi indietro persino la mano che gli aveva dato il cibo. « Non sei più a capo di un villaggio, Shikaku, ma credo di non potrò mai fartelo capire. » Quello che mi faceva più rabbia erano tutte le giustificazioni che si era fatto per cercare di andarsene da solo: sarebbe stato molto meglio se si fosse fermato al fatto che questa vita non faceva per lui e mi avrebbe dato fastidio lo stesso, significava che fino ad ora mi aveva usata solo per rimettersi in sesto e divertirsi un po' prima della prossima partenza. Mi sentivo pugnalata alla schiena di nuovo, doveva esser destino che gli uomini a cui mi affezionassi prima o poi lo facessero.
Almeno l'altro aveva avuto il coraggio di farmelo in faccia.
« Potrà essere la tua casa ed almeno grazie me l'hai detto, ma sai bene anche tu che la seconda cosa non è vera. Non è quello che hai pensato quando mi hai aiutata a mettermi gli occhi di mio fratello, hai pensato che avresti potuto riparlare con qualcuno ed ho ingoiato il rospo, mi andava bene allora. » Ma ora... « Appunto, allora. »
Alzai lo sguardo finalmente ma non c'erano lacrime, quelle avevo deciso di smettere di versarle di fronte agli altri.
C'era solo rabbia. Come dovevo sentirmi vedendo che mi stava mollando perché qui stava bene? « Ti ho trattenuto anche troppo tempo. Vattene. » Feci due passi non verso di lui, verso lo specchio per guardarmi in volto: non potevo scendere in questo stato, nonostante non mi si fosse mosso nemmeno un granello di polvere di quel trucco che mi ero messa per la serata, avevo uno sguardo orribile. Non uno di quelli che vorresti vedere in un posto come quello.
« Vai a fare il salvatore, dato che riesce bene, incontra questo tuo amico e...non lo so! Non so cosa farete, ma vai! » Subuza, Subuza...l'avevo già sentito da qualche parte ma probabilmente era un nome dimenticato dal tempo. Chissà che legame aveva con Shikaku ma per conoscerlo doveva per forza essere...
...che stupida, come fai a dimenticarti di uno dei nomi che ha fatto la storia di una nazione? Mi voltai appena verso di lui, verso il biondo, senza mutare di una virgola il mio sguardo. « E digli che ho ancora l'intimo che mi ha regalato dieci anni fa ad Oto. » Sì, era un metodo abbastanza meschino il mio quello di giocarmela così. Una picca di una ragazzina viziata che un'altra volta si era sentita abbandonata.
Avevo bisogno d'aria perché mi sentivo letteralmente andare a fuoco, per questo mi precipitai ancora verso la finestra per dargli le spalle ma forse era meglio non lo avessi fatto: non era solo una mia impressione.
« ...abbiamo un problema. »
Si stava concentrando, la nebbia dico: non era ancora arrivata qui in cima ma non era più bassa, stava salendo e fra non molto sarebbe arrivata anche qui. « Non era solo un'impressione, è concentrata qui. C'è qualcosa. » Chiusi la finestra il più saldo possibile, precipitandomi verso la porta senza degnare di uno sguardo Shikaku.
Probabilmente avrei avuto bisogno di lui, davvero, ma non me la sentivo nemmeno di guardarlo.
Tanto di lì a poco sarebbe sparito, tanto valeva iniziassi a fare ciò che dovevo per i fatti miei. Dovevo scendere e controllare cosa stesse succedendo.
« »Si ringrazia Coralia per il layout.
Vietata la copia, anche quella parziale.
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