La locanda era malfamata, abbastanza chiassosa e frequentata da gente di basso rango. C’erano marinai e pirati, per lo più ubriachi. Un luogo ideale per passare inosservato. La sua enorme mole ed il suo viso burbero sino ad ora avevano tenuto lontano qualsiasi potenziale disturbatore. Tuttavia tra quegli uomini, uno osò sedersi accanto a lui ed osò persino rivolgergli parola.
Non so se la tua sia spregiudicatezza o stupidità, ma un uomo nelle tue condizioni ha poco da brindare. E soprattutto non dovrebbe girare a volto scoperto. Parole sfrontate, soprattutto se provenivano da un uomo che era la metà di lui e con almeno vent’anni di troppo. Ukon lo fulminò con lo sguardo mentre dava l’ultimo sorso alla sua birra: non voleva spaccargli in testa un bicchiere semi pieno.
Non pensare che Haven sia il paradiso dei criminali. Negli ultimi tempi si è riempita di cacciatori di taglie provenienti dal continente. E’ solo una questione di tempo prima che..
Ukon sbatté forte il bicchiere sul bancone e con un rapido movimento prese l’uomo per le vesti, sul petto, e lo avvicinò a se, naso a naso, interrompendo le sue parole.
Prima che la tua testa venga spaccata!
Ringhiò minaccioso. Ma il vecchio non si scompose per nulla. Il suo sguardo era freddo e non pareva essere intimorito. Aveva lunghi capelli bianchi tirati all’indietro ed una barbetta ispida del medesimo colore. L’occhio sinistro era solcato da una profonda cicatrice ed era privo di pupilla, un segno di cecità. L’occhio destro invece, di colore azzurro, risaltava sul colore olivastro della rugosa pelle.
Sono qui per proporti un affare Ukon Rejus..
Ribatté con tono calmo ma deciso. Ukon lo lasciò andare e si voltò di nuovo verso il suo boccale vuoto. Scosse la testa con disappunto, la birra finiva sempre nei momenti meno opportuni: senza un altro pò di birra in testa non poteva decidere qual'era il modo migliore di ammazzare quell'uomo.
Chi sei tu? E come conosci il mio nome?Prima di dargli il colpo di grazia doveva capire se avesse già divulgato la sua identità ad altri, non voleva che tutti gli sforzi dei suoi compagni per farlo credere morto venissero vanificati.
Mi chiamo Proximo e sono un lanista. Chiunque abbia assistito a qualche tuo incontro nell’arena di Niethlung conosce il tuo nome e sarebbe in grado di riconoscerti.
Effettivamente Ukon era diventato famoso per la sua brutalità nell’arena, per tramortire a morte i propri avversari anche quando le regole lo proibivano. Molti si rifiutavano di sfidarlo, ma dato che la morte vendeva sempre molti biglietti, gli organizzatori dei combattimenti spesso chiudevano un occhio o due.
Un lanista?
Era un termine che non conosceva.
Esattamente. Io giro per le arene sparse a Kalendor per assoldare gladiatori. Gli offro protezione, organizzo i loro incontri e gli fornisco tutto il materiale necessario per addestrarsi. In cambio chiedo solo una percentuale sulle loro vincite. Qualsiasi gladiatore che voglia fare il salto di qualità e guadagnare grandi cifre ha bisogno di un mentore che sappiano come girano gli affari in questo mondo.
Era vero, molto spesso i gladiatori professionisti venivano da un passato difficile o erano ex soldati. Molti di loro non avevano girato il mondo e non sapevano come funzionavano le cose in terre straniere. Senza un lanista al loro fianco, rischiavano di venire sfruttati dagli organizzatori dei combattimenti e di venire ingaggiati per pochi spicci rispetto al loro reale valore. Il lanista si preoccupava di contrattare al posto loro e gli garantiva tutte le infrastrutture necessarie al loro sostentamento, in modo tale che il gladiatore potesse concentrarsi solo sulla battaglia. Quando un gladiatore combatteva in terre lontane dalla sua patria, il suo valore aumentava esponenzialmente.
Il denaro non mi interessa.
Ma qualcuno in grado di dargli protezione e fornirgli una copertura si. Di certo però non si sarebbe fidato del primo che passava, tanto più che, dopo aver fatto mente locale, ricordava di aver sentito quel termine provenire dalla bocca di altri gladiatori nell’arena. Molti di loro speravano di eccellere negli incontri per essere ingaggiati da un lanista. Gli stessi però sostenevano fosse un lavoro infame in quanto il lanista guadagnava sia dalle vincite dei gladiatori che teoricamente doveva proteggere, sia dalla loro morte.
Lo sospettavo. C’è molto più di un barbaro assetato di sangue dietro questi muscoli. Tu combatti per ideali più profondi. Non siamo molto diversi io e te…
Ukon tornò a ringhiare guardandolo negli occhi.
Io sono un varyag!
Pronunciò con orgoglio e aggressività. Ukon non si fidava di nessuno eccetto di coloro che condividevano le sue stesse origini o che gli dimostravano il proprio valore sul campo di battaglia.
Hai ragione. Io sono originario di Shal’Aria. Ma anche io un tempo ero un gladiatore. Un gladiatore che odiava i propri governanti. Un uomo che ha combattuto per la propria libertà e che ora combatte per la libertà degli altri.
Questa volta fu Proximo a farsi sotto, trasudando collera per il proprio passato.