[FREE ROLE] Il Lanista

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    Cambiare identità.. Diventare leggenda..

    Seduto al bancone di una sperduta locanda dei bassifondi di Tortuga, rimuginava sulle parole di Einar mentre si scolava a grandi sorsi l’ennesimo boccale di birra. Einar si era rivelato un uomo d’onore, un varyag purosangue come pochi ne erano rimasti. Lo aveva conosciuto durante un combattimento nella grande arena di Niethlung: in quell’occasione lo aveva graziato, ma ora era il pelatone ad essere in debito con lui. Einar infatti lo aveva aiutato ad inscenare il suo omicidio per sfuggire alla cattura imperiale. Senza la sua brillante idea di inscenare la sua morte, non ce l’avrebbe mai fatta ad abbandonare sano e salvo Niethlung senza venire notato dalle milizie a protezione delle mura.

    All’indomani dell’assalto ad una nave piena di armamenti e rifornimenti imperiali in partenza da Niethlung, Ukon era divenuto a tutti gli effetti un pericoloso criminale ricercato in tutti i territori imperiali. Assieme a Garreth e a Lilith infatti aveva fatto strage dei soldati che presidiavano il porto ed aveva affondato a colpi d’ascia il brigantino. La rossa per queste gesta si era conquistata il suo rispetto e non solo.

    Che donna.. Se la prendo di nuovo la spacco..

    Di certo non con i pugni. In ogni caso l’offesa più grave arrecata agli imperiali probabilmente era stata quello di decapitare ed impalare la testa di un ufficiale. Un atto barbaro ed oltremodo oltraggioso. Rise ripensando a quella notte e a tutte le vite che aveva spezzato. Era fiero di ciò che aveva fatto e di come aveva dato sfogo alla sua furia, anche perché le sue gesta sembravano aver risvegliato, almeno in parte, le coscienze degli abitanti dell’arcipelago.

    Quanto ad Einar, nonostante avesse pianificato ogni dettaglio e nonostante fosse stato creduto dagli imperiali quando aveva detto di aver ucciso Ukon, alla fine era stato bollato come suo complice. Il pelatone era dispiaciuto che il suo nuovo amico fosse finito nei guai per colpa sua, ma allo stesso tempo era certo che se la sarebbe cavata. Einar infatti era stato accusato sia di aver aiutato ad affondare la nave quella notte che di aver poi ucciso Ukon per intascarsi la sua taglia. Colossali menzogne: l’Impero voleva solo trovare delle scuse per togliere di mezzo l’ennesimo varyag potenzialmente pericoloso. In ogni caso Einar era riuscito a sfuggire alla cattura rifugiandosi nell’arena e istigando i gladiatori ad una rivolta contro i soldati imperiali. Sfruttando quell’occasione di confusione, con l’aiuto del famoso fabbro Sturr e del vecchio cacciatore Nargun, Ukon a sua volta era riuscito a sfuggire alla cattura imperiale, salpando sulla prima nave diretta verso Haven.

    Oste, presto un’altra birra! Devo brindare a degli amici lontani!

    Non sapeva che fine avessero fatto quelle persone, ma era grato che lo avessero aiutato. Era grato di aver finalmente trovato dei degni compagni d’armi che serbassero il suo stesso odio nei confronti degli invasori. Sperava solo che fossero ancora vivi. Alzando il nuovo boccale in alto, avrebbe brindato in solitudine in loro onore.

    Megi guðirnir vera með þér. Ég sé þig fljótlega.
    “Che gli dei siano con voi. Ci rivedremo presto.”





    Edited by mrxxx - 6/6/2020, 15:07
     
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    La locanda era malfamata, abbastanza chiassosa e frequentata da gente di basso rango. C’erano marinai e pirati, per lo più ubriachi. Un luogo ideale per passare inosservato. La sua enorme mole ed il suo viso burbero sino ad ora avevano tenuto lontano qualsiasi potenziale disturbatore. Tuttavia tra quegli uomini, uno osò sedersi accanto a lui ed osò persino rivolgergli parola.

    Non so se la tua sia spregiudicatezza o stupidità, ma un uomo nelle tue condizioni ha poco da brindare. E soprattutto non dovrebbe girare a volto scoperto.

    Parole sfrontate, soprattutto se provenivano da un uomo che era la metà di lui e con almeno vent’anni di troppo. Ukon lo fulminò con lo sguardo mentre dava l’ultimo sorso alla sua birra: non voleva spaccargli in testa un bicchiere semi pieno.

    Non pensare che Haven sia il paradiso dei criminali. Negli ultimi tempi si è riempita di cacciatori di taglie provenienti dal continente. E’ solo una questione di tempo prima che..

    Ukon sbatté forte il bicchiere sul bancone e con un rapido movimento prese l’uomo per le vesti, sul petto, e lo avvicinò a se, naso a naso, interrompendo le sue parole.

    Prima che la tua testa venga spaccata!

    Ringhiò minaccioso. Ma il vecchio non si scompose per nulla. Il suo sguardo era freddo e non pareva essere intimorito. Aveva lunghi capelli bianchi tirati all’indietro ed una barbetta ispida del medesimo colore. L’occhio sinistro era solcato da una profonda cicatrice ed era privo di pupilla, un segno di cecità. L’occhio destro invece, di colore azzurro, risaltava sul colore olivastro della rugosa pelle.

    Sono qui per proporti un affare Ukon Rejus..

    Ribatté con tono calmo ma deciso. Ukon lo lasciò andare e si voltò di nuovo verso il suo boccale vuoto. Scosse la testa con disappunto, la birra finiva sempre nei momenti meno opportuni: senza un altro pò di birra in testa non poteva decidere qual'era il modo migliore di ammazzare quell'uomo.

    Chi sei tu? E come conosci il mio nome?

    Prima di dargli il colpo di grazia doveva capire se avesse già divulgato la sua identità ad altri, non voleva che tutti gli sforzi dei suoi compagni per farlo credere morto venissero vanificati.

    Mi chiamo Proximo e sono un lanista. Chiunque abbia assistito a qualche tuo incontro nell’arena di Niethlung conosce il tuo nome e sarebbe in grado di riconoscerti.

    Effettivamente Ukon era diventato famoso per la sua brutalità nell’arena, per tramortire a morte i propri avversari anche quando le regole lo proibivano. Molti si rifiutavano di sfidarlo, ma dato che la morte vendeva sempre molti biglietti, gli organizzatori dei combattimenti spesso chiudevano un occhio o due.

    Un lanista?

    Era un termine che non conosceva.

    Esattamente. Io giro per le arene sparse a Kalendor per assoldare gladiatori. Gli offro protezione, organizzo i loro incontri e gli fornisco tutto il materiale necessario per addestrarsi. In cambio chiedo solo una percentuale sulle loro vincite. Qualsiasi gladiatore che voglia fare il salto di qualità e guadagnare grandi cifre ha bisogno di un mentore che sappiano come girano gli affari in questo mondo.

    Era vero, molto spesso i gladiatori professionisti venivano da un passato difficile o erano ex soldati. Molti di loro non avevano girato il mondo e non sapevano come funzionavano le cose in terre straniere. Senza un lanista al loro fianco, rischiavano di venire sfruttati dagli organizzatori dei combattimenti e di venire ingaggiati per pochi spicci rispetto al loro reale valore. Il lanista si preoccupava di contrattare al posto loro e gli garantiva tutte le infrastrutture necessarie al loro sostentamento, in modo tale che il gladiatore potesse concentrarsi solo sulla battaglia. Quando un gladiatore combatteva in terre lontane dalla sua patria, il suo valore aumentava esponenzialmente.

    Il denaro non mi interessa.

    Ma qualcuno in grado di dargli protezione e fornirgli una copertura si. Di certo però non si sarebbe fidato del primo che passava, tanto più che, dopo aver fatto mente locale, ricordava di aver sentito quel termine provenire dalla bocca di altri gladiatori nell’arena. Molti di loro speravano di eccellere negli incontri per essere ingaggiati da un lanista. Gli stessi però sostenevano fosse un lavoro infame in quanto il lanista guadagnava sia dalle vincite dei gladiatori che teoricamente doveva proteggere, sia dalla loro morte.

    Lo sospettavo. C’è molto più di un barbaro assetato di sangue dietro questi muscoli. Tu combatti per ideali più profondi. Non siamo molto diversi io e te…

    Ukon tornò a ringhiare guardandolo negli occhi.

    Io sono un varyag!

    Pronunciò con orgoglio e aggressività. Ukon non si fidava di nessuno eccetto di coloro che condividevano le sue stesse origini o che gli dimostravano il proprio valore sul campo di battaglia.

    Hai ragione. Io sono originario di Shal’Aria. Ma anche io un tempo ero un gladiatore. Un gladiatore che odiava i propri governanti. Un uomo che ha combattuto per la propria libertà e che ora combatte per la libertà degli altri.

    Questa volta fu Proximo a farsi sotto, trasudando collera per il proprio passato.






    Edited by mrxxx - 6/6/2020, 15:17
     
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    Vedendo così tanto ardore scorrere nelle vene di un uomo, Ukon si azzittì e tornò a sedersi composto. Proximo effettivamente sembrava un ex guerriero. I suoi muscoli si erano afflosciati per la vecchiaia ma qualche decade orsono doveva essere sicuramente un uomo forte e di stazza. Inizialmente Ukon voleva farlo fuori, mentre ora provava interesse. Dopotutto i varyag dovevano cercare alleati se volevano avere un’occasione contro l’Impero. E lui doveva cercare alleati se non voleva far saltare la copertura. Era disposto a sentire la sua storia, non prima di aver ricevuto delle rassicurazioni.

    Hai detto di avermi visto a Niethlung. Mi hai forse seguito fin qui?

    Il vecchio scosse la testa.

    No. Anzi sono sorpreso di vederti vivo e vegeto. Credevo fossi morto. Gli imperiali sono convinti che sia stato il tuo complice a farti fuori. Cosa diavolo avete combinato giù al porto quella notte!? In poche ore la notizia ha fatto tutto il giro di Niethlung!

    Un sorriso orgoglioso si dipinse sul volto del pelatone.

    Abbiamo dato agli invasori un assaggio di ciò che li attende. In ogni caso quell’uomo non è stato mio complice durante l’assalto alla nave imperiale. Mi ha solo aiutato a fuggire da Niethlung dopo che la mia taglia era stata appesa da tutte le parti. Spero stia bene. Hai per caso sue notizie?

    No. Nulla. I soldati imperiali hanno provato a catturarlo mentre si esibiva nell’arena, ma gli altri gladiatori lo hanno protetto. A quanto pare con il vostro valore avete conquistato il rispetto e la stima degli altri gladiatori. Si sono tutti indignati quando i soldati hanno fermato i giochi per un solo uomo. Da allora non si sa che fine abbia fatto.

    Sono sicuro sia ancora vivo. E’ un osso duro.

    Ne sono certo anche io. E’ un uomo intelligente. Aiutarti ad inscenare la tua morte è stata una mossa che non ci si aspetterebbe da due energumeni come voi.

    Ukon lo guardò storto. Proximo altrettanto. Alla fine i due uomini scoppiarono in una fragorosa risata.

    Oste presto altre due birre! Una per me ed una per il mio nuovo amico!

    Amico era una parola grossa. Non sapeva ancora cosa volesse ne se potesse fidarsi di lui. In ogni caso gli aveva fornito preziose informazioni ergo per il momento era meglio tenerselo buono.

    Erano anni che non si vedevano simili ribellioni in territorio imperiale! Brindo alla vostra audacia!



     
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    Tu invece come mai sei ad Haven? Non mi pare ci siano grandi arene qui.

    Oh ti sbagli. Proprio qui a Tortuga ce n’è una, anche se non è paragonabile per struttura o dimensioni a quelle del continente o a quella di Niethlung. So di per certo che ve n’è un’altra a Yorke. E non potrebbe essere che altrimenti visto che il gioco d’azzardo e le scommesse sono la fortuna di Haven.

    Il vecchio fece una pausa piuttosto lunga, sorseggiando dal suo boccale per poi schiarirsi la voce. Haven era il baluardo dei piaceri e dell’apparente anarchia, ma per lui la verità era un’altra.

    Io vengo ad Haven per raccattare nuovi gladiatori. Qui è molto facile trovare gente disposta a tutto per guadagnare pochi danari, ma non è la carne da macello che vado cercando. Come stavo cercando di farti capire, ad Haven molto spesso si rifugiano i peggiori criminali in fuga dal continente. Tu ne sei un esempio. Io cerco di intercettarli prima che vengano uccisi dai cacciatori di taglie o assoldati da qualche organizzazione mafiosa.

    Mafia. Era un’altra parola sconosciuta al pelatone.

    Organizzazione mafiosa? Che intendi dire?

    Chiese aggottando le ciglia.

    Haven teoricamente è anarchica, ma in realtà è assoggettata al controllo di diverse organizzazioni che si spartiscono il territorio dell’isola. Sono poche le zone completamente incontrollate. Non a caso Tortuga è divisa in quartieri. Spesso queste organizzazioni sono in combutta tra loro, per questo reclutano costantemente nuovi adepti, promettendogli ingenti somme di denaro. E’ così che la maggior parte dei criminali finisce per trovare protezione in queste organizzazioni. Ma entrare a far parte di queste bande non ha alcun vantaggio se non quello di avere le spalle coperte in caso di attacco da parte dei cacciatori di taglie.

    Proximo scosse la testa.

    In sostanza, per uno come te, che combatte per degli ideali, entrare a far parte di una di queste bande è una condanna. Il solo fatto che tu sia venuto ad Haven è di per se una sconfitta. Ti sei auto esiliato. Lontano dai domini dell'Impero, non costituirai per loro alcun pericolo.

    Si sentì colpito nell'orgoglio da quelle parole. Proximo lo stava giudicando un pò troppo velocemente.

    Cosa avrei dovuto fare!?

    Le navi per Haven erano le meno controllate, per questo era stato facile arrivarvi. Altra storia sarebbe stato passare per le tratte continentali. Inoltre Ukon non conosceva il continente come la sua terra natia. Avrebbe rischiato di farsi scoprire subito dopo essere approdato se non avesse pianificato il suo percorso.

    Che ne sai dei miei ideali? Io non voglio entrare a far parte di nessuna banda! Sono un uomo libero e non ho paura dei cacciatori di taglie! Che vengano pure! Troveranno la mia ascia ad accoglierli!





    Edited by mrxxx - 7/6/2020, 03:53
     
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