[Demo] Scontro PvP

Forse si era spinto troppo oltre. Viaggiando verso est in cerca di tutto l'occorrente per il preparato che stava realizzando si era ritrovato a diverse decine di kilometri da Neagora dove aveva lasciato le proprie cose in una modesta locanda borghese. Lo standard dei propri alloggi era decisamente calato da quando il vecchio aveva deciso di tagliargli i fondi, tutto sommato la vita militare gli permetteva una più che libera autonomia e autodeterminazione e, quando non serviva ai piani alti per qualche losco compito, poteva dedicarsi ai propri studi. Perché, come amava dire sempre lui, non si finisce mai di imparare, nelle arti arcane come nella vita.

Aveva appena attraversato una foresta più o meno fitta che si era diradata fino ad una valle dalle tonalità di verde riposanti. Potevi semplicemente farti i fatti tuoi e continuare per la tua strada, e invece... Commentò punzecchiando con la punta degli stivali neri il capo della carcassa che giaceva di fianco a lui. Un grosso orso con l'addome praticamente squartato per intero disteso sulla pancia in una pozza di sangue. Molto di esso aveva imbrattato le vesti e i guanti del corvino viandante, ma egli non sembrava darvi peso, alla stregua di chi è stato schizzato da qualche spruzzo d'acqua.

Si passò le mani sui capelli che ora erano perfettamente tirati all'indietro come sotto l'effetto di qualche gel, solamente che a tenerli fermi e lucidi era il sangue del povero animale ucciso. Sia chiaro, non lo aveva ucciso per puro divertimento. Tanto prima o poi lo avrebbe attaccato e a Teferis piaceva giocare di anticipo, in qualsiasi aspetto della propria vita. Lo stesso discorso valeva per quel branco di lupi, la renna, la lince, qualche stormo di fagiani, il gufo e così via. Il posto sbagliato al momento sbagliato, bisogna metterlo in conto nella propria vita, pensò.

Si riappropiò della proprio borsa, frugando al suo interno in cerca di una lista stropicciata. Come diavolo faccio a procurarmi... polvere delle corna di Elk bianco? Si guardò intorno lievemente sconfortato mentre si rialzava, all'ombra di un grosso albero il cui tronco era a due passi da lui. Forse era il caso di rientrare, l'Elk bianco avrebbe avuto qualche altra settimana di vita per sua fortuna.

Era su quella pista già da qualche giorno. Non era suo solito avventurarsi lontano da Ephiora, ma aveva scortato un gruppo da Chomandu a Neagora e mentre si preparava a rientrare verso le proprie terre, notò qualcosa di insolito sulla strada.
Quelle terre erano sotto il controllo dell'Impero, dunque non aveva senso che le persone si avventurassero fuori dalle strade battute, dunque perché allora c'erano tracce di passaggio verso un sentiero che s'insinuava tra gli alberi a lato della strada?
Keela camminava tranquilla al suo fianco. Shen fischiò e lei drizzò le orecchie. Con un gesto della mano le indicò l'erba piegata al lato del sentiero e alcune orme sulla terra umida. L'animale si avvicinò al punto indicato ed iniziò a fiutare il terreno; dopo qualche istante guardò verso il suo padrone e scattò tra gli alberi. Shen era pronto, e la seguì senza problemi.

Keela apriva la pista, e Shen la seguiva a pochi passi di distanza. Lei fiutava, alle volte si fermava e frustava l'aria con la coda per poi riprendere a marciare nella direzione in cui l'odore era più forte. Il cacciatore non aveva idea di che cosa stessero effettivamente cercando, ma più si addentravano tra gli alberi e più sentiva un senso di inquietudine. La ciliegina sulla torta fu il ritrovamento di rami spezzati e segni sul terreno che lasciavano intendere che c'era stato un qualche genere di scontro. Le impronte erano confuse, ma tra le tante Shen riconobbe quella che poteva essere l'orma di un grande orso.
Non c'era da scherzare con bestie del genere, e lui se n'era sempre tenuto a distanza. Chi o cos'era stato dunque così folle da fermarsi ad affrontarlo.
Keela attese un suo ordine e lui le fece cenno di proseguire. Camminarono ancora per qualche minuto, uscendo lentamente dalla foresta, mentre questa lasciava spazio ad una ampia radura semi pianeggiante con alcuni alberi al centro.
Improvvisamente il cane si fermò ed iniziò a ringhiare, prima sommessamente, poi sempre più forte. Aveva individuato un pericolo. Shen non capiva come mai si comportasse in quel modo, ma poi notando una trentina di metri più in basso, dopo una dolce discesa, un grosso corpo peloso riverso a terra in modo scomposto, le cose si fecero più chiare.
Appoggiato con la schiena ad un albero c'era un uomo. Aveva un aspetto singolare, una carnagione pallida e quasi innaturale. La cosa sconvolgente tuttavia era il corpo martoriato del povero orso, che probabilmente in piedi sarebbe stato grande quasi due volte l'umano. Che fosse stato lui a compiere quel tremendo atto di barbarie?
Da cacciatore Shen aveva dovuto più volte affrontare animali pericolosi, bestie che difendevano il loro territorio; e sempre le aveva combattute cercando di dare loro una morte rapida e indolore. Rispettava la natura, e la temeva.
Quell'uomo invece, a giudicare dal sangue che imbrattava l'erba e i suoi abiti, non aveva avuto il minimo rispetto per quella possente creatura che aveva incontrato. L'aveva uccisa, sventrata come se fosse stata una qualsiasi bestia d'allevamento.

Con un gesto della mano zittì Keela, che si portò lentamente al suo fianco, senza tuttavia distogliere gli occhi dall'uomo accanto alla carcassa. Prese l'arco che teneva a tracolla ed incoccò una freccia. Prese la mira per dare un effetto a parabola. Inspirò, tese la corda, rilasciò il dardo e scaricò la tensione espirando.
La freccia sarebbe sibilata lungo tutto l'arco della parabola, andando a piantarsi a terra, pochi metri davanti all'uomo sotto l'albero.
- Perché lo hai fatto? -
Doveva sapere, non poteva permettere l'ingiusta dipartita di un essere della natura come quello. Se le parole dell'uomo non avessero soddisfatto Shen, allora avrebbe dovuto compensare quella perdita, uccidendolo.
Keela aveva gli occhi fissi su di lui, ed aveva ripreso a ringhiare. Era pericoloso, molto pericoloso.

Oh my. Aveva visite. Per un momento cominciò a preoccuparsi dello stato vergognoso in cui versava, ricoperto com'era del fetido sangue di una bestia. Doveva sembrare uno di quei barbari analfabeti che abitavano le foreste.

Solo un riflesso incondizionato dell'educazione delle propria infanzia, era sempre stato abituato a darsi un certo decoro in qualsiasi situazione si trovasse. Fortuna che l'ambito militare aveva meno fronzoli, non gli erano mai andate a genio le regole dell'etichetta sebbene fosse sempre stato scrupoloso nel seguirlo quando gli si era richiesto.

Una freccia s'era conficcata ai suoi piedi. Non c'era da fare altro che voltarsi verso la fonte di quell'affronto e non gli ci volle neanche molto ad individuare il suo ospite che aveva già cominciato a parlare.

Che sciocco, davvero si aspettava di instaurare una conversazione da quella distanza? Non aveva la minima intenzione di urlare per farsi udire dall'altro e in altre occasioni avrebbe atteso inflessibilmente che il cacciatore si fosse avvicinato ulteriormente in modo da poter parlare come persone civili.

Ma quella freccia ritta con la punta nel terreno era un affronto che non poteva ignorare. Forse quei selvaggi usavano metodi così rozzi e inappropiati per attirare l'attenzione delle persone, oltre ad urlarsi da quasi più di 80 piedi di distanza. Pensò che forse era il caso di dargli una lezione che non avrebbe dimenticato facilmente. C'era qualcuno che doveva capire cosa significa il rispetto del prossimo.

Mentre riponeva calmo le proprie cose nella borsa, le cornee dei suoi occhi cominciarono ad annerirsi mentre dalle spalle e dalla testa cominciò ad evaporare flebilmente del fumo nero e denso. Niente che il cacciatore avrebbe potuto notare facilmente, comunque.
[Slot Rapido - Attivazione Aura: Darkness]

Si voltò quindi improvvisamente prendendo a camminare rapido verso il cacciatore come un predatore che punta una preda. Sarebbe potuto sembrare stupido avvicinarsi in quel modo e in maniera frontale, ma lui sapeva cosa stava facendo. Percorse con tale rapidità ben 15 metri, per poi scatenare l'aura oscura che lo aveva già avvolto. Quando fu a circa 10 metri dall'altro, inspiegabilmente l'ombra sotto i propri piedi cominciò a deformarsi, fondendosi alle altre ombre che si trovavano nei dintorni. Stava per raggiungere l'ombra del cacciatore per tentare di fondersi ad essa, vincolandolo irrimediabilmente nel posto in cui si trovava senza dargli la possibilità di allontanarsi.
[Movimento Gratuito - 5 metri]
[Slot Rapido - Action: Sprint - 10 metri]
[Slot Rapido - Skill: Dark Binding (Stratega)]

L'uomo non sembra scosso dalla freccia scagliata da Shen-Yi, anche se lo stava guardando e si stava muovendo. Keela continuava a ringhiare, mettendolo il guardia, ma lui per quanto si fidasse dell'istinto del suo compagno animale era certo che da quella distanza l'uomo non potesse fare nulla. Quanto si sbagliava.
Improvvisamente questo scattò verso di lui con sorprendente agilità; tanto da far vacillare la sua presa sull'arco per qualche istante. Cercava di tenerlo sotto tiro, ma era troppo veloce e sopratutto c'era qualcosa attorno a lui, come una specie di coltre fumosa nera. Che fosse quello da cui Keela cercava di metterlo in guardia? Di certo non era una persona normale, anche considerando come aveva ucciso quell'orso.
Shen era pronto a ricevere qualunque assalto, ma non si aspettava certo di vedere l'ombra del suo avversario allungarsi verso di lui.
- Ma che diav... - disse mentre cercava di evadere in qualche modo quella stregoneria, ma l'ombra fu più veloce e prima che potesse muoversi si era già attaccata al suo corpo, immobilizzandogli i piedi.
Non poteva muoversi. Ci provava ma non riusciva a fare un solo passo. Era completamente alla mercé dell'avversario.

Doveva pensare, doveva trovare un modo per mantenere una distanza tra sé e il suo avversario. O almeno tenerlo impegnato mentre pensava ad una strategia di qualche genere.
- Keela! - gridò ed immediatamente il grosso cane selvatico nero si mosse verso l'avversario. Non sarebbe riuscito a raggiungere il bersaglio per il momento, ma almeno avrebbe fatto da barriera permettendo a Shen di prendere tempo.
[Keela --> Movimento 5m Gratis + 5m Rapido]
Probabilmente l'uomo non si sarebbe fatto intimidire dalla presenza di Keela, ma avrebbe dovuto temere le sue zanne e i suoi artigli; erano sicuramente più pericolosi delle frecce di Shen.
Approfittando del momento di distrazione, il cacciatore decise di provare una offensiva contro l'avversario. Forse avrebbe provato a reagire in qualche modo, non sembrava di certo un tipo privo di risorse.
I piedi erano bloccati, ma essendo un arciere e cacciatore aveva la tendenza a posizionarsi in modo da essere sempre pronto ad attaccare. Rilassò i muscoli delle spalle e inspirò profondamente. Doveva concentrarsi.
[Stance: Archer Dexterity]
Facendo appello alla propria forza interiore si lasciò avvolgere da un leggero senso di tepore, facendo fluire una leggera quantità di chakra sull'arco che stava impugnando. Questo avrebbe reso le sue frecce più rapide e meno visibili all'avversario.
[Aura: Wind Extension]
Prese rapidamente dalla faretra una freccia, la incoccò e la scagliò con velocità a precisione.
[Rapido - Attacco Fisico]
Trattenendo il respiro per non perdere il momento, estrasse rapidamente una seconda freccia e come la prima la incoccò e scaglio verso il bersaglio.
[Rapido - Attacco Fisico]
Finalmente espirò e si abbandonò alla sensazione che lo prendeva ogni volta che cacciava. Doveva sapere come e dove erano finite le sue frecce, ma non ne aveva il tempo ora. Doveva trovare un modo per liberarsi dal maleficio.
Sapeva di poter contare su qualche tecnica che aveva appreso dai maestri arcieri di Chomandu, ma non avrebbe mai pensato di dovervi ricorrere in quelle circostanze.
Decise di smettere di emanare l'aura sul proprio arco. Fece roteare l'arma e all'ultimo istante rilasciò una potente quantità di energia del vento tramite un colpo secco che diede fendendo l'aria davanti a sé. Questa liberò una folata possente che sarebbe stata in grado di spostare chiunque di almeno una decina di metri indietro.
[Azione - Skill: Pushback]
Se non aveva supposto male, l'ombra che l'uomo aveva allungato verso di lui aveva una distanza entro la quale era in grado di funzionare, altrimenti si sarebbe mai arrischiato ad avvicinarsi tanto. Se quell'ultimo attacco avesse avuto effetto e fosse riuscito effettivamente a liberarsi dall'impedimento, avrebbe successivamente fatto appello alle correnti ventose vantaggiose che scorrevano in quel luogo, seppur flebili, per portarsi nuovamente ad una distanza di sicurezza.
[Gratuito - Skill: Free Spirits]
[Gratuito - Movimento 10m]
Non sapeva quali fossero le intenzioni di quell'uomo, ma sembrava disporre di un potere che trascendeva la sua comprensione. Per quanto lo riguardava un potere del genere andava contro le leggi della natura, ed andava eliminato.

Aveva una buona tempra il cacciatore, c'era da concederglielo. Molti perdevano tempo a tentare di tirarsi fuori dall'intrappolamento trovandosi con un buco nello stomaco ancor prima di rendersi conto quanto fosse inutile tentare di tirarsene fuori. Quello invece non perse tempo a provare ciò che era vano. Se doveva rimanere vincolato al terreno, avrebbe venduta cara la sua pellaccia. Il modo di ragionare dell'altro gli piacque, quasi gli dispiaceva di dovergli tagliare la gola. Realizzò che insegnargli il comportamento civile (con relativa dimostrazione della propria superiorità e quindi accrescimento del proprio ego) non lo avrebbe divertito quanto saggiarne le capacità in uno scontro frontale. Chissà quante belve feroci erano cadute sotto le frecce di quel fiero autoctono. Sentirsi il bersaglio di un veterano delle terre selvagge lo esaltava e adesso voleva vedere fino a che punto quel confronto si sarebbe spinto, chi dei due si sarebbe dimostrato il cacciatore più abile.

Eravamo comunque rimasti al momento in cui Shen, minacciato dall'avvicinamento di Teferis, aveva teso il suo arco per scoccare una freccia. L'oscuro aldarense pensò di poter schivare il colpo facilmente, spostando il busto di lato ma quelle frecce si rivelarono più insidiose di quanto potessero sembrare. Una aura ventosa ne aveva modificato l'area d'influenza e lui si ritrovò con una freccia tra le falde dell'armatura, conficcata nel basso costato. Il colpo provocò un gemito e una scossa di adrenalina che dalle viscere risalì fino al cuore.

Il cacciatore aveva incoccato un altra freccia e Teferis era allarmato. La prossima avrebbe potuto colpire un organo importante, non poteva permetterselo. La freccia partì, sibilò terribile verso la figura corvina, ma trapassò una sagoma di denso fumo continuando per diversi altri metri per poi conficcarsi in un punto fuori visuale. Teferis riapparve di fronte al cacciatore, il suo volto pallido avrebbe riempito la visuale del selvaggio arciere con un espressione colma di autocompiacimento e sadico piacere. Sta fermo ade-

SHHHHWWWHUUUUUUUUUUUUUUUSHSHHHHHHHHHH!

Una violenta folata di vento lo investì in pieno. L'energia cinetica della spinta fu irresistibile e l'aldarense finì proiettato all'indietro a grande velocità. Colto alla sprovvista il busto si trovò sbilanciato all'indietro e, atterrato di schiena, fece un paio di vistosi ruzzoloni dentro al suo mantello, ritrovandosi di nuovo a 10 passi dall'avversario. Tentò di tornare nuovamente frontale all'avversario, ancora piegato su se stesso. Aveva erba e zolle di terreno sulle sue vesti e sui capelli e nel complesso sembrava sicuramente meno composto di prima.
[Slot Azione - Skill: Shadowalk]

[FASE RECUPERO->FASE ATTACCO]

Guardò serio il proprio avversario, evidentemente lo aveva sottovalutato. Pensava di trovarsi davanti il solito sempliciotto cacciatore di orsi e invece quello lì la sapeva lunga.

Un manipolatore dell'aria... Commentò, con buone possibilità di essere udito da Shen. Si soffermò giusto qualche secondo a riflettere. Arciere e manipolatore del vento, una davvero pessima combinazione. Ovviamente, pessima dal proprio punto di vista. Era riuscito a immobilizzarlo per il momento, ma non sarebbe riuscito a mantenerlo in quello stato a lungo. Le sue frecce potevano far davvero male, meglio fare qualcosa al riguardo.

Scopriamo le carte, a questo punto. Gli rivolse con un sorriso divertito in volto. Ormai la sfida lo intrigava troppo, il desiderio di mostrare la propria superiorità era grande e non avrebbe desistito fino a quando non avrebbe visto l'arciere a terra implorare pietà. A quel punto, avrebbe assaporato fino all'ultimo la sensazione di onnipotenza che si prova quando si tiene la vita di un altro uomo nel palmo chiuso della propria mano.

Lentamente l'aura oscura lo abbandonò e lui aprì le dita, rivolgendo i palmi della mano l'uno contro l'altro all'altezza del petto e un chiaro rumore di acqua che scorre si sarebbe diffuso nell'aria mentre da ogni singola falange si sarebbero originati cinque flussi d'acqua che si congiungevano in mezzo, formando una piccola sfera luminescente che si ingrandiva gradualmente. Il braccio destro fu portato poi in avanti assieme alla sfera che si alimentò sempre più fino a culminare in un esplosione d'acqua che avrebbe dovuto investire in pieno l'altro, respingendolo via fino a 15 metri da Teferis.
[Slot Rapido - Skill: Pressurize]

A questo punto il corvino aldarense sarebbe scattato di nuovo in avanti, eludendo il compagno animale dell'arciere, per fiondarsi su di esso con l'intenzione di concretizzare la propria offensiva. Di nuovo tutta quella distanza fu percorsa con rapidità invidiabile al punto che fu finalmente in corpo a corpo con l'arciere.
[Slot Rapido - Action: Sprint][Sprint (10 metri) + Movimento gratuito (5 metri)]

Il braccio destro che prima aveva originato il getto d'acqua adesso era diventato quasi bianco, avvolto da una brina inconfondibile che denotava un repentino abbassamento della temperatura. Con decisione, Teferis proiettò il braccio verso il busto dell'arciere, toccandolo con la mano avvolto dalla brina tentando di aprofittare del fatto che era bagnato per congelarlo a sua volta.
[Slot Azione - Skill: Spirit of the Nothern River]

Il volto dell'aldarese si fece estremamente vicino a quello del cacciatore, osservandolo con occhi sbarrati e insolito sadismo. Voleva vedere la paura avvolgere lentamente il cuore del suo avversario, voleva incarnare il suo peggior incubo, voleva assaporare ogni sensazione di quella sfida in modo da sentirsi vivo. Era una sensazione che non aveva uguali, per lui.